IntesaSanpaolo: solo NEWS n° 2

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Boom di domande per il bond Tier 2 di Intesa Sanpaolo: ordini per 2,5 miliardi


Boom di domande per il bond Tier 2 di Intesa Sanpaolo: ordini per 2,5 miliardi​

di Luca Gualtieri


L’obbligazione da un miliardo avrà durata 11 anni ed è stata prezzata a 325 punti base sopra il tasso midswap. Forte risposta da parte degli investitori internazionali. Barclays joint bookrunner​


Intesa Sanpaolo torna sul mercato dei bond. Questa volta la banca guidata da Carlo Messina (assistita nell’operazione da Barclays come joint bookrunner) avrebbe appena chiuso i book per un tier 2 dall’importo, registrando sul mercato ordini per 2,5 miliardi da parte di investitori istituzionali italiani ed esteri. L’obbligazione avrebbe durata 11 anni, ma sarebbe callable a partire dal sesto anno, ed è stata prezzata a 325 punti base sopra il tasso midswap (rispetto all’iniziale ms+350bps). L’asticella è stata fissata dalla banca a circa un miliardo di euro.

Il precedente di Unicredit

Proprio la scorsa settimana si era mossa Unicredit. La banca di piazza Gae Aulentiaveva collocato, giovedì 9 febbraio, un’obbligazione senior non preferred per un miliardo di euro. Le richieste da parte degli investitori internazionali erano state per oltre 2,1 miliardi di euro.

I risultati di Intesa

La banca ha chiuso il 2022 con un utile netto di 1,07 miliardi, sopra le attese del consenso Bloomberg di 897,8 milioni (179 milioni nel 2021). Anche l’indice sulla solidità del capitale è stato sopra le aspettative: Cet 1 ratio Phased-in al 13,8%, le stime erano per il 13,2%. Il rapporto costi/ricavi (cost to income ratio) si è attestato al 55,2%, migliore delle stime per il 55,3%. L’utile operativo del trimestre a 5,67 miliardi di euro è sopra la stima 5,4 miliardi, così come il margine di interesse di 3,06 miliardi di euro, (stima 2,63 miliardi). In linea con le attese le commissioni nette a 2,22 miliardi (stima a 2,21 miliardi).

Orario di pubblicazione: 13/02/2023 11:14
Ultimo aggiornamento: 13/02/2023 13:14
 

Intesa Sanpaolo: per bond da 1 mld ordini a quasi 2,5 mld e cedola del 6,184%​

MILANO (MF-DJ)--Intesa Sanpaolo ha collocato con successo una nuova emissione subordinata di tipo Tier 2 destinata al mercato Euro per un nominale di 1 mld di euro e a un livello pari a MS+325 bps, con cedola del 6,184% e data valuta 20 febbraio. Il titolo ha durata 11 anni con possibilita' di essere richiamato a partire dai tre mesi precedenti la data di reset della cedola al sesto anno. Questa transazione e' la prima del 2023 per Intesa Sanpaolo e rappresenta il ritorno sul comparto Eur T2 dopo un'assenza di piu' di due anni. L'emissione, si legge in una nota, ha raccolto da subito l'interesse del mercato superando 1 miliardo di euro di ordini gia' nella prima ora e mezza dall'apertura. Ordini finali a quasi 2,5 miliardi hanno permesso, cosi', un restringimento di 25 punti base rispetto allo spread iniziale (IPTs pari a MS + 350 punti base). L'operazione ha registrato un libro ordini molto diversificato e di ottima qualita', con la partecipazione di oltre 190 investitori e cosi' suddiviso: 81% fund manager, 8% hedge fund, 6% assicurazioni e fondi pensione, 4% banche e private banks e l'1% corporates. La distribuzione geografica evidenzia la maggioranza della partecipazione dal Regno Unito con il 36%, il 24% dalla Francia, il 17% dall'Italia, l'11% da Germania e Austria, il 4% dal Benelux, il 4% dalla Spagna e il 2% dai Paesi Nordici. Le banche che hanno partecipato all'emissione in qualita' di Joint book runner sono state, oltre alla Divisione Imi Cib di Intesa Sanpaolo, Barclays, Credit Agricole, Deutsche Bank, Goldman Sachs, Hsbc e Jpm. com/cce MF-DJ NEWS

13/02/2023 18:42
 
Banche, i cinque maggiori istituti di credito italiani hanno registrato nel 2022 un utile di 12,8 miliardi (+66%)


Banche, i cinque maggiori istituti di credito italiani hanno registrato nel 2022 un utile di 12,8 miliardi (+66%)​

di Emma Bonotti

I maggiori margini di interesse e il minor costo del credito hanno sostenuto lo scorso anno i risultati di Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco Bpm, Bper e Mps. Cosa aspettarsi nel 2023 secondo gli esperti di Dbrs​


Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco Bpm, Bper e Mps, insieme le cinque maggiori banche italiane nel 2022 hanno registrato un utile netto pari a 12,8 miliardi, in crescita del 66% anno su anno. Nel solo quarto trimestre il risultato è stato pari a 3,9 miliardi contro una perdita netta di 700 milioni nell’esercizio precedente. Per quali ragioni? Dbrs punta il dito sui ricavi in crescita, le spese operative rimaste inalteratee i minori costi del credito.

I rialzi dei tassi sostengono i ricavi

La stretta monetaria messa in campo dalla Banca centrale europea per rallentare l’inflazione ha sostenuto la crescita dei margini di interesse delle banche. I ricavi core degli istituti (il margine appunto e le commissioni nette) sono cresciuti del 21% anno su anno, spingendo il fatturato totale in aumento dell’8% rispetto al 2021.

Il futuro? Per gli esperti di Dbrs potrebbe essere ancora più prospero, dato che il beneficio dell’aumento dei tassi di interesse sarà visibile appieno solo nei prossimi trimestri. Tuttavia, i broker avvertono che la maggiore sensibilità dei depositi e della raccolta all’ingrosso all’aggiornamento dei tassi di interesse potrebbe limitare parte del guadagno. Diversi fattori come la nuova domanda di prestiti, la concorrenza sul mercato e lo spostamento nel mix di deposito dei consumatori verso prodotti con remunerazioni più alte potrebbero condizionare i margini di interesse.
Inoltre, nel corso del 2023 il contributo del Tltro dovrebbe gradualmente svanire. A dicembre dello scorso anno, le banche italiane erano i maggiori beneficiari dello strumento europeo, con una percentuale del 27% del totale dei fondi raccolti dalle banche nella zona euro.

I costi operativi sono rimasti piatti


La crescita degli utili del 2022 è stata spiegata anche dall’andamento dei costi operativi, rimasti pressoché inalterati. L’aumento dei ricavi ha poi ridotto il costo medio del reddito dal 61% del 2021 al 57%. Tuttavia, secondo gli esperti una solida politica di ottimizzazione dei costi sarà centrale anche nel 2023 per affrontare l’inflazione ancora alta, il caro energia, per sostenere gli investimenti digitali e per rispettare le norme sempre più stringenti in materia di sostenibilità.

L’impatto della guerra

A febbraio 2022, quando è scoppiato il conflitto in Ucraina, le banche italiane erano discretamente esposte alla Russia. Come sottolinea Dbrs, gli accantonamenti per perdite su crediti legati ai due Paesi coinvolti dalla guerra rappresentavano circa il 33% del totale. Nel complesso, al 31 dicembre gli Llp sono diminuiti del 5% rispetto all’esercizio precedente, ma sono aumentati del 30% escludendo gli accantonamenti relativi alla Russia e l’Ucraina. Guardando al solo quarto trimestre, la voce a bilancio è scesa del 13%, riflettendo profili di rischio più solidi. Rispetto ai tre mesi precedenti, invece, gli Llp sono più che raddoppiati, principalmente a causa della stagionalità.

Occhio al costo del rischio

Nonostante le turbolenze geopolitiche, nel 2022 il costo medio del rischio è migliorato rispetto a quello registrato nel 2019 e nel 2021, fermandosi a 58 punti base. Per il momento, le banche prevedono un’ulteriore riduzione del Cor nei prossimi mesi verso un livello medio di circa 45 punti base. Ma gli esperti mettono in guardia: il costo del rischio potrebbe tornare a crescere se l’economia dovesse rallentare più del previsto e se i tassi di insolvenza dovessero discostarsi in modo significativo dai livelli attuali.
Dbrs, infatti, non esclude che i tassi di insolvenza possano accelerare, spinti dal caro vita, dalla stretta monetaria della Bce e dall’aspettativa di un’economia più debole che potrebbe incidere sul reddito disponibile delle famiglie e sulla struttura dei costi delle imprese. Nonostante tali aspetti, in questa fase di rinnovata incertezza, le banche versano in condizioni «nettamente migliori» rispetto agli ultimi periodi di rallentamento economico. Le riserve di capitale, proseguono da Dbrs, sono «adeguate», con un Cet1 ratio medio a pieno carico pari circa al 14%, ovvero 500 punti base oltre il requisito minimo. «In un contesto di miglioramento della generazione di capitale interno, alcune banche hanno anche rivisto la guidance sullo stacco delle cedole», concludono gli esperti.

Orario di pubblicazione: 14/02/2023 09:31
Ultimo aggiornamento: 14/02/2023 11:38
 
Azioni, ecco perché KBW è diventata più ottimista sulle banche italiane. Non su Mediobanca - MilanoFinanza News

Lo stralcio:


I nuovi target price



Non è da meno il Ftse Italia All Share Banks, +0,30% grazie a KBW (Keefe Bruyette & Woods) che oggi, 17 febbraio, ha migliorato la sua visione sulle banche italiane, promuovendo da market perform a outperform (sovraperformerà il mercato) Banco Bpm (target price rivisto da 4 a 5,81 euro, stime di eps 2023-2025 alzate del 48%, 36%, 12%, rispettivamente, costo del capitale pari all’11%), Bper Banca (target price da 2,59 a 3,85 euro, stime di eps 2023-2025 alzate del 51%, 37%, 5%, rispettivamente), Credem (target price da 8,80 a 10,69 euro, stime di eps 2023-2025 alzate del 20%, 15%, 10%, rispettivamente) e Intesa Sanpaolo (target price da 2,64 a 3,43 euro, stime di eps 2023-2025 alzate del 24%, 19%, 2%, rispettivamente, costo del capitale pari all’11%) per riflettere il miglioramento dell’outlook sugli utili grazie a un miglior margine di interesse (le attuali stima di KBW sono del 3% più alte rispetto a quelle del consenso e si aspetta una crescita del +21% rispetto al 2022) e a un costo del rischio meno preoccupante. Queste quattro banche italiane offrono un potenziale di upside del 30% rispetto al loro fair value contro una media del 15% circa dell’universo delle banche europee che il broker copre.
 

Intesa Sanpaolo: avvia test sulla banca digitale (MF)​

ROMA (MF-DJ)--Partono i test per la banca digitale di Intesa Sanpaolo. Il gruppo ha informato il personale che dal 1* marzo potra' registrarsi sull'app di Isybank, la digital bank societarizzata a inizio anno e oggi in fase di lancio. Lo scrive MF-Milano Finanza aggiungendo che come previsto dal piano (che stima investimenti per 650 milioni), Isybank si pone l'obiettivo iniziale di servire i 4 milioni di clienti retail che Intesa Sanpaolo ha in Italia e che non usano la rete di filiali, ottenendo al contempo una riduzione strutturale dei costi. In seconda battuta l'intenzione e' estendere la piattaforma core banking di Thought Machine (la fintech, con sede a Londra e uffici regionali a New York, Singapore e Sydney, con cui la banca si e' alleata in ambito digitale) all'infrastruttura del gruppo con un programma di investimenti in information technology per 5 miliardi.Nel frattempo Intesa Sanpaolo prosegue con la seconda fase del buyback per il restante ammontare di 1,7 miliardi del programma complessivo per 3,4 miliardi. Dal 13 febbraio (data di avvio del programma) al 17 febbraio la banca ha acquistato complessivamente oltre 86 milioni azioni, pari allo 0,46% del capitale, per un controvalore di 217 milioni. pev (fine) MF-DJ NEWS

22/02/2023 10:16
 

Intesa Sanpaolo: poker di bond, domanda per quasi 5 miliardi (milanofinanza.it)​

Di Elena Dal Maso MILANO (MF-DJ)--Intesa Sanpaolo, guidata dall'amministratore delegato Carlo Messina, si presenta sul mercato primario con il collocamento di quattro bond, due riservati agli investitori istituzionali e due al retail. Le due emissioni per investitori istituzionali, si legge su milanofinanza.it, sono green bond di tipo senior non-preferred a 5 e 10 anni. Il primo, a 5 anni (scadenza 8 marzo 2028) ha aperto gli ordini lunedi' a 190 punti sopra la curva midswap per poi stringere a 170 punti (il rendimento e' attorno al 5,10%). E' prevista una cedola annuale e un richiamo da parte dell'emittente (call) alla pari nel 2027. Sono giuste richieste per 2,7 miliardi. Il secondo bond a 10 anni (scadenza 8 marzo 2033) ha aperto l'asta a 270 punti sopra la curva midswap in euro per poi chiudere a 255 punti (rendimento in area 5,7%). La cedola e' annuale. In questo caso sono arrivate richieste dagli investitori per 1,8 miliardi circa (4,5 miliardi in tutto con il bond a 5 anni). Il taglio minimo di entrata e' di 150 mila euro. I bond saranno scambiati alla borsa del Lussemburgo secondo la legge italiana. Per il retail, invece, due bond in dollari Usa e australiani. A partire da oggi sono quotate direttamente sul segmento Mot e su EuroTLX di Borsa Italiana due nuove obbligazioni di tipo Senior unsecured in valuta estera emesse dalla banca milanese. Il primo e' un bond denominato in dollari Usa (ISIN: XS2591231191, scadenza 24/02/2025), il secondo un'emissione in dollari australiani (ISIN: XS2591229534, 24/02/2025), entrambe corte, della durata, infatti, di 2 anni (scadenza 2025). Il bond in dollari Usa prevede il pagamento di cedole annuali fisse lorde del 5,40% pagabili semestralmente, mentre quello in dollari australiani il pagamento di cedole annuali lorde fisse del 4,65%, anche in questo caso pagabili ogni sei mesi. Il taglio minimo di investimento e', rispettivamente, di 2.000 dollari Usa e di 2.000 dollari australiani. red/alb (fine) MF-DJ NEWS

27/02/2023 14:03
 

Intesa Sanpaolo: finisce era assegni bancari (La Stampa)​

ROMA (MF-DJ)--Una volta il blocchetto di carta era la prima cosa che veniva consegnata ai clienti che aprivano un nuovo conto corrente. Ma nell'era dei pagamenti digitali, delle app per pagare e dell'home banking, gli assegni bancari stanno diventando degli strumenti del passato. E ora si preparano ad andare in pensione. Intesa Sanpaolo ha iniziato a rottamarli. Lo riporta La Stampa spiegando che in questi giorni a parte dei suoi clienti sta inviando una comunicazione che informa: "Dall'8 maggio non potrai piu' utilizzare il tuo blocchetto degli assegni". Poi la comunicazione prosegue: "Ti informiamo inoltre, che a partire dalla stessa data, potrai effettuare online bonifici istantanei senza alcuna commissione aggiuntiva, allo stesso costo del bonifico Italia". Per ora i clienti coinvolti sono solo qualche migliaio. Ma via via altri correntisti saranno interessati da questa misura. La conferma del tramonto degli assegni arriva dai dati di Banca d'Italia: nel settembre 2022, come rivela il report "Sistema dei Pagamenti", il numero di operazioni con assegni si sono collocate sotto all'1% del totale dei pagamenti con strumenti alternativi al contante. Una quota al lumicino che negli ultimi anni e' scivolata sempre piu' in basso (nel 2013 il livello era intorno al 5%) e che rischia di azzerarsi. pev (fine) MF-DJ NEWS

28/02/2023 09:31

:eek: :nono::bye:
 

Intesa Sanpaolo: crea il suo centro per l'intelligenza artificiale (MF)​

ROMA (MF-DJ)--Intesa Sanpaolo sale sul treno dell'intelligenza artificiale spingendo sull'acceleratore della ricerca scientifica, e lo fa in casa propria. Da queste premesse, scrive MF-Milano Finanza, ieri a Torino e' stato alzato il sipario sull'istituto Centai, centro di ricerca avanzata sull'intelligenza artificiale il cui comitato scientifico e' guidato da Mario Rasetti (articolo in pagina). "Contribuendo alla nascita di Centai", ha riferito il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, la banca "ha l'ambizione di aprire nuove strade nel campo dell'Ai e di farlo partendo da Torino, sede dell'istituto e cuore della trasformazione digitale e tecnologica del gruppo". La citta', ha evidenziato Gros-Pietro, e' gia' capitale italiana dell'intelligenza artificiale (era stata selezionata anche per ospitare l'istituto nazionale di Ai, non ancora realizzato) ed e' quindi il logico punto di partenza di uno sviluppo tecnologico "coerente con il piano industriale del gruppo". Partecipato al 49% da Ca' De Sass e al 51% dai ricercatori, Centai nasce "con la logica di coniugare alta ricerca e implementazione aziendale, sul modello di una startup", ha sottolineato Francesco Bonchi, co-fondatore e direttore di ricerca del centro, chiarendo poi la relazione che ci sara' tra Centai e il tessuto aziendale italiano: "Siamo un istituto di ricerca, non una societa' di consulenza e affrontiamo problemi cercando di dare valore aggiunto", senza approfondire le singole peculiarita' imprenditoriali. D'altro canto, il centro e' gia' al lavoro con Intesa Sanpaolo per progetti specifici della banca, oltre che su altri lavori come l'anti-financial crime digital hub (contrasto ai crimini finanziari attraverso l'Ai), attivato la scorsa estate nel capoluogo piemontese, e la "creazione di dati sintetici", ha aggiunto Bonchi, "cioe' la creazione con l'intelligenza artificiale di dati fittizi che abbiano pero' tutte le caratteristiche di quelli reali, e siano indistinguibili da questi ultimi". Uno spazio importante verra' poi dedicato all'utilizzo etico dell'intelligenza artificiale, come ha segnalato Paolo Benanti, che in Centai presiede per l'appunto il comitato etico. "Fin dalla nascita dei primi computer, che servivano per risolvere equazioni complesse da destinare alla creazione della bomba atomica, esiste una forte ambiguita' sull'uso che viene fatto di tecnologia e scienza". Centai cerchera' di risolvere la questione "ponendo sempre l'uomo al centro, e considerando l'intelligenza artificiale come uno strumento". Tra i nodi da sciogliere a livello economico il presidente del comitato etico ne ha segnalato uno in particolare: "La crisi demografica: nei Paese occidentali, Italia inclusa, i giovani sono sempre meno; se vogliamo essere competitivi a livello globale dobbiamo fare affidamento sull'uso delle macchine, senza tuttavia perdere di vista la centralita' dell'essere umano, che noi decliniamo puntando su etica e cultura". Tracciando il bilancio di due mondi, finanziario e scientifico, che si sono incontrati con la nascita di Centai, Mario Rasetti ha spiegato cosa significa secondo lui la nascita del centro: "Un inedito abbraccio tra sistema bancario e scienza, per contribuire a creare quel mondo nuovo e diverso in cui l'uomo vivra' la sua vita da cittadino e la banca si trasformera' in un ecosistema di servizi che renderanno la vita piu' equa, serena, ricca". red fine MF-DJ NEWS

01/03/2023 08:29
 

Intesa Sanpaolo: sostiene "Inclusione lavorativa per rifugiati ucraini in Polonia"​

MILANO (MF-DJ)--Integrazione, formazione ed empowerment femminile, questi i tre pilastri del progetto "Inclusione lavorativa per rifugiati ucraini in Polonia" avviato dall'ong AVSI, con il partner storico AVSI Polska e il sostegno di Intesa Sanpaolo, ad agosto 2022 in risposta all'onda di migranti arrivata nel paese polacco a causa della guerra in Ucraina. Un progetto innovativo che ha saputo unire la formazione linguistica, corsi di soft skill, la formazione tecnica, l'assistenza psicologica e legale fino all'inserimento lavorativo. Nel progetto, spiega una nota, sono state coinvolte 25 aziende locali che operano in diversi settori: dall'industria meccanica ed elettronica, alla logistica e ai servizi finanziari e assicurativi, fino alla consulenza e ad aziende che operano in ambito educativo. Il progetto della durata di sei mesi ha previsto anche una componente di aiuto economico tramite voucher alle famiglie di rifugiati ucraini piu' vulnerabili e l'inserimento e accompagnamento di 50 minori ucraini in ambienti scolastici polacchi come scuole dell'infanzia e asili. Il sostegno di Intesa Sanpaolo rientra nell'impegno ESG per i territori e le comunita' che ha portato la Banca a donare tempestivamente 10 milioni di euro a favore di misure di solidarieta' e accoglienza verso la popolazione dell'Ucraina, con progetti di protezione umanitaria, alloggio, sostegno economico diretto, assistenza sanitaria e psicologica, distribuzione di beni di prima necessita' e integrazione dei rifugiati. "Il progetto in pochi mesi ha risposto concretamente al bisogno delle persone, soprattutto donne con bambini, fuggite dall'Ucraina. Avevano bisogno di lavorare per mantenersi e di integrarsi nel nuovo paese. Per farlo hanno messo a disposizione le proprie competenze". Racconta Donato Di Gilio, presidente di AVSI Polska. "Punto di forza dell'intervento e' stata la capacita' di far incontrare le esigenze delle aziende e del mercato del lavoro polacco con le competenze e la formazione delle rifugiate". "Nel progetto di Avsi abbiamo ritrovato quei valori di solidarieta' e inclusione che caratterizzano le iniziative ESG della Banca e che hanno permesso di intervenire tempestivamente per trovare una soluzione stabile a numerose famiglie ucraine in un momento di grave difficolta'. Quando Intesa Sanpaolo ha deciso di intervenire con un'importante donazione allo scoppiare del conflitto ha individuato, tra i partner piu' affidabili, l'Avsi come destinatario delle risorse" ha commentato Paolo Bonassi, Responsabile Direzione Strategic Support Intesa Sanpaolo. com/glm (fine) MF-DJ NEWS

01/03/2023 18:53
 

Intesa Sanpaolo si smarca sul contratto dei bancari. Resta in Abi ma revoca la delega​

di Elena Dal Maso e Luca Gualtieri

La banca guidata da Carlo Messina ha comunicato all’Abi la revoca del mandato di rappresentanza sindacale. Resta in ogni caso all’interno dell’associazione. Il precedente di Unipol con l’Ania. Sono 74 mila i dipendenti del gruppo in Italia​


Intesa Sanpaolo ha comunicato giovedì 2 marzo all’Associazione Bancaria Italiana la revoca del mandato di rappresentanza sindacale con l'effetto che d'ora in poi la banca affiancherà l'Abi nel confronto con i sindacati nazionali a livello di settore, «in una fase di particolare importanza come quella attuale», spiega l’istituto di credito. In questo modo, pur restando all’interno dell’associazione, Intesa si terrà le mani libere sugli accordi.

La notizia arriva a sorpresa proprio mentre sta entrando nel vivo il rinnovo del contratto nazionale, scaduto lo scorso 28 febbraio e prolungato sino a fine aprile. Per il momento la trattativa tra le parti non è ancora iniziata e i sindacati non hanno presentato alcuna piattaforma su cui incardinare il negoziato.

La mossa di Intesa ricorda per certi versi quella fatta nel 2014 da Unipol. In quell’occasione la compagnia bolognese presieduta da Carlo Cimbri uscì a sorpresa dall’Ania, l’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici. La nota diffusa giovedì 2 precisa però che la banca intende continuare «il dialogo con i sindacati nel pieno rispetto dei reciproci ruoli, come sempre avvenuto, continuando a ritenere le relazioni industriali elemento essenziale nel raggiungimento degli obiettivi del gruppo, nell’interesse delle nostre persone e della banca». In sostanza quindi Intesacontinuerà a partecipare all’attività del Comitato Affari Sindacali e del Lavoro (Casl, presieduto da Ilaria Dalla Riva di Unicredit), pur tenendosi mani libere sul contratto.

Lo strappo insomma risulta solo parziale e alcuni osservatori che ritengono che, se al termine della trattativa la banca firmasse lo stesso contratto nazionale sottoscritto dall’Abi, la rottura potrebbe anche rientrare. Viceversa è possibile che altri grandi gruppi italiani seguano l’esempio di Intesa. Gli occhi sono puntati ovviamente su Unicredit, che in Italia ha oltre 34 mila dipendenti rispetto ai 74 mila di Intesa (in totale nel mondo il gruppo ne ha 95 mila). Alla luce delle loro dimensioni i due gruppi sono anche i maggiori contribuenti dell’Abi che risulterebbe quindi profondamente ridimensionata da un loro eventuale dietrofront.

Negli ultimi mesi Ca’ de Sass si è mossa in anticipo su alcune tematiche molto rilevanti per il mondo dei bancari. A metà dicembre è stata lanciata la settimana corta di quattro giorni da 9 ore lavorative a parità di retribuzione. Nei giorni scorsi poi è stato raggiunto un accordo con i sindacati nella divisione insurance sul trattamento economico, sulla flessibilità lavorativa e sull’assistenza.

Orario di pubblicazione: 02/03/2023 12:55
Ultimo aggiornamento: 02/03/2023 14:27
 

Intesa Sanpaolo: dietro smarcamento da Abi c'e' anche settimana corta (milanofinanza.it)​

(di Luca Carrello - Milanofinanza.it) MILANO (MF-DJ)--C'e' anche l'introduzione della settimana di quattro giorni lavorativi dietro lo smarcamento di Intesa Sanpaolo dall'Abi nella trattativa sul rinnovo del contratto nazionale. Da gennaio i dipendenti della banca guidata dal ceo Carlo Messina possono scegliere di lavorare quattro giorni invece che cinque. Sulle nuove modalita' Intesa Sanpaolo ha trovato l'accordo solo con i sindacati che rappresentano i lavoratori delle compagnie assicurative del gruppo (Fisac, First, Uilca, Fna e Snfia). Il personale del settore bancario, quindi, puo' beneficiare della settimana corta, ma senza la copertura assicurata dall'accordo con le associazioni di categoria. Intesa Sanpaolo giustifica lo smarcamento dall'Abi adducendo le dimensioni del gruppo e l'elevato numero di dipendenti: "L'adesione ad Abi resta comunque confermata". La banca spiega di voler portare al tavolo della trattativa in prima persona le sue peculiarita': l'obiettivo e' garantire maggiore flessibilita' ai 74mila dipendenti, cosi' da migliorarne la produttivita'. Ecco perche' a gennaio Intesa Sanpaolo ha offerto la possibilita' di lavorare quattro giorni la settimana invece che cinque. La scelta non e' definitiva: il lavoratore puo' decidere volta per volta in accordo con i superiori. In caso di settimana corta la giornata lavorativa si allunga e diventa di nove ore, a parita' di retribuzione. Il nuovo modello organizzativo si applica solo al personale della struttura di governance, che non opera a stretto contatto col pubblico. Inoltre, e' partita una sperimentazione in 200 filiali. I sindacati fanno sapere di non esser contrari alla settimana lavorativa di quattro giorni, prevista dal contratto nazionale sin dal 1999. L'accordo con Intesa e' saltato su tutto il "pacchetto", che comprende anche lo smart working. Le associazioni di categoria temono che le nuove modalita' portino a un eccessivo sovraccarico del lavoratore e chiedono flessibilita' perche' nove ore al giorno potrebbero essere troppe per chi ha figli. L'obiettivo a cui puntare, quindi, e' lavorare un giorno in meno senza allungamenti di orario. Inoltre, per i sindacati bancari va evitato che la lontananza dal posto di lavoro trasformi i dipendenti in un numero per l'azienda. Ecco perche' andrebbero evitate le sperimentazioni al di fuori degli accordi sindacali, che riducono le tutele e espongono al rischio di licenziamenti futuri. Su questi punti, spiegano i sindacati, Intesa non ha fornito precisazioni. "Per quanto riguarda la situazione tra Intesa Sanpaolo e Abi, lavoreremo tutti per trovare una positiva soluzione", dichiara il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, intervistato da Tg3 Piazza Affari. "Noi non siamo contrari alla settimana corta, anzi la sosteniamo con convinzione, anche perche' l'abbiamo sottoscritta gia' nel 1999 in un contratto nazionale. Un aspetto pero' deve essere chiaro: non accetteremo mai imposizioni e diktat. Mi auguro, infine, che il dottor Carlo Messina rimanga alla guida del gruppo ancora per molti anni, ma lo invito ad ascoltare le considerazioni disinteressate di chi ha il suo stesso obiettivo: la crescita della banca e il benessere dei suoi dipendenti". Il segretario nazionale dell'Uilca con delega al settore assicurativo, Emanuele Bartolucci, spiega le ragioni dell'accordo con Intesa Sanpaolo. "Il nostro contratto era piu' rigido rispetto a quello applicato nel settore bancario. Abbiamo trovato l'intesa sulla settima corta per rendere piu' flessibili le condizioni di lavoro dei nostri iscritti e permettergli di coniugare vita e lavoro". Bartolucci precisa pero' che quello raggiunto con Intesa rappresenta solo un punto di partenza: "La settimana corta e' una sperimentazione, servira' quindi un confronto continuo con la banca per capire cosa migliorare e cosa correggere". Del resto, esistono una serie di rischi per i lavoratori. "Va evitato il sovraccarico e dobbiamo impedire che le 9 ore si trasformino in 10/11 al giorno. Ai dipendenti anche in smart working va garantita la disconnessione dal posto di lavoro". Il giudizio sulla settimana corta resta comunque positivo. Anzi, la Uilca auspica che possa essere presto esteso ai dipendenti del comparto bancario. " una sfida che va accettata e mi auguro che Intesa trovi un accordo con Abi. Auspichiamo inoltre di poter passare al passo successivo: la riduzione dell'orario di lavoro a parita' di salario come nel Nord Europa. L'importante e' che le aziende non procedano da sole: senza la tutela sindacale pagheranno i lavoratori in caso di imprevisti". Intesa Sanpaolo e' la prima Italia a introdurre i quattro giorni di lavoro. Anche l'unica, perche' nessuna delle altre grandi banche italiane sembra volerla seguire. A Unicredit il tema non e' all'ordine del giorno. L'istituto di credito fa sapere di aver aumentato a due i giorni di smart working per i dipendenti non a contatto con il pubblico. A chi lavora nelle filiali, invece, sono stati concessi cinque giorni l'anno di smart learning (formazione), con l'obiettivo futuro di accrescere ancora la flessibilita'. Ogni accordo in tal senso, precisa inoltre Unicredit, verra' preso con i sindacati per non lasciare i dipendenti privi di rappresentanza e tutele. La settimana corta non e' allo studio nemmeno di Banco Bpm. Per migliorare la qualita' del lavoro la banca spiega di aver gia' riconosciuto un premio welfare di 1.500 euro al personale inquadrato nelle categorie delle aree professionali e dei quadri direttivi. Dopo il confronto con le organizzazioni sindacali, Banco Bpm ha firmato un accordo sul lavoro agile - a favore della sede centrale - e uno sullo smart learning - a vantaggio della rete commerciale - con l'obiettivo di promuovere lo svolgimento delle attivita' formative al di fuori dei locali della banca. La settimana lavorativa di quattro giorni non e' un tema centrale nemmeno tra le compagnie assicurative. Il motivo? I dipendenti del settore lavorano gia' quattro giorni e mezzo perche' il venerdi' pomeriggio gli uffici sono chiusi. A conti fatti, quindi, il personale assicurativo e' operativo 37 ore alla settimana, contro le 36 ore dei lavoratori di Intesa. Le compagnie, inoltre, puntano forte sullo smart working. Il modello piu' interessante e' quello di Allianz. I dipendenti formano delle coppie e scelgono come alternarsi: l'importante e' che almeno uno dei due sia presente fisicamente in sede. Generali invece fa lavorare tutto il personale da casa il venerdi'. "Ad oggi abbiamo oltre il 95% dei dipendenti in smart working", commenta Gianluca Perin, country general manager di Generali Italia. "La compagnia ha previsto l'erogazione di contributi economici per migliorare le postazioni di lavoro da casa, oltre a una indennita' forfettaria annuale per contribuire alle spese di connettivita', nonche' il mantenimento dei buoni pasto in tutti i giorni lavorativi, inclusi quelli svolti a casa". Unipol, infine, ricorda che i dipendenti del settore assicurativo lavorano gia' mezza giornata in meno, quindi chiede di essere presenti fisicamente in ufficio cinque giorni su sette. red MF-DJ NEWS

03/03/2023 19:33
 

HSBC: COMPRA SILICON VALLEY BANK UK PER 1 STERLINA (RCO)​

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Roma, 13 mar - Il colosso bancario Hsbc, tramite la controllata britannica Hsbc Uk ha annunciato l'acquisto, con effetto immediato, della filiale britannica della banca Usa Silicon Valley Bank, fallita venerdi' scorso. L'acquisto avviene al prezzo simbolico di una sterlina. SVB Uk, al 10 marzo aveva impieghi per circa 5,5 miliardi di sterline e depositi per 6,7 miliardi e lo scorso anno ha registrato un utile ante imposte di 88 milioni di sterline. "Questa acquisizione ha un eccellente senso strategico per la nostra attivita' nel Regno Unito. Rafforza il nostro franchise di banca commerciale e migliora la nostra capacita' di servire aziende innovative e in rapida crescita, anche nei settori della tecnologia e delle scienze della vita, nel Regno Unito e a livello internazionale", ha detto l'amministratore delegato di Hsbc Uk Noel Quinn. "Diamo il benvenuto ai clienti di Svb Uk e non vediamo l'ora di aiutarli a crescere nel Regno Unito e in tutto il mondo".
Quinn ha dato un benvenuto anche ai dipendenti della banca acquisita: "Siamo entusiasti di iniziare a lavorare con loro".
red-Ggz
(RADIOCOR) 13-03-23 08:31:25
 

Banche: Moody's, non cristallizzeranno perdite su portafogli bond​

MILANO (MF-DJ)--Il forte aumento dei tassi di interesse dall'inizio dello scorso anno ha ridotto il valore di mercato dei portafogli obbligazionari detenuti dalle banche europee. Per la maggior parte delle grandi banche europee, Moody's considera questi cali di valore temporanei e moderati. Le banche piu' piccole, finanziate dai depositi, possono fare affidamento sulla stabilita' delle loro fedeli basi di depositanti, il che garantisce loro di poter attendere una ripresa del valore delle obbligazioni senza incorrere in costi di finanziamento notevolmente piu' elevati. Da dicembre 2021, il valore delle obbligazioni a tasso fisso detenute dalle banche dell'Ue e' diminuito notevolmente, in molti casi ben al di sotto del valore nominale. La capacita' delle banche di recuperare le perdite di valore di mercato dipende dalla qualita' del loro portafoglio e dalla loro liquidita'. La qualita' creditizia delle partecipazioni obbligazionarie delle banche europee e' elevata, riflettendo la loro enfasi sui titoli di Stato. "Riteniamo che le banche europee siano generalmente ben posizionate per evitare la necessita' di vendere le proprie obbligazioni in perdita", scrive ancora Moody's. I portafogli di liquidita' delle banche hanno una quota elevata di liquidita' presso le banche centrali. Questo ha assicurato che i coefficienti di liquidita' regolamentare delle banche soffrissero solo moderatamente quando i valori delle obbligazioni sono diminuiti e che i modesti deflussi di depositi possano essere soddisfatti senza realizzare una perdita. Anche le coperture hanno limitato l'impatto. La gestione delle passivita' da parte delle grandi banche limita la sensibilita' dei loro coefficienti patrimoniali a grandi movimenti dei tassi di interesse. Le diminuzioni del valore di mercato sono riportate solo parzialmente nei conti bancari. I portafogli obbligazionari compaiono nei conti delle banche in varie categorie contabili. "Stimiamo che circa un terzo dei titoli di stato sia detenuto al costo ammortizzato anziche' al fair value", conclude l'agenzia di rating. claudia.cervini@mfdowjones.it cce MF-DJ NEWS

13/03/2023 12:57
 
Carpe diem!


CROLLI BANCHE DOPO SVB, ALGEBRIS: OPPORTUNITÀ PER ACQUISTARE TITOLI DI ALTA QUALITÀ​

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(Teleborsa) - I mercati finanziari hanno visto il fallimento della Silicon Valley Bank (SVB) e l'intervento delle autorità statunitensi come "un evento potenzialmente sistemico per il settore bancario statunitense e globale". Il team Global Credit di Algebris Investments non è d'accordo con questa interpretazione degli eventi.

"Lo stress di SVB è dovuto allo specifico mix di depositi e alla scarsa gestione della liquidità, resi possibili dal trattamento contabile favorevole dei titoli a disposizione delle banche più piccole negli Stati Uniti - si legge in una nota - Le principali banche statunitensi non condividono nessuna di queste caratteristiche. Queste hanno una base di depositi più diversificata e stabile, saldi di liquidità di qualità superiore e un portafoglio titoli contabilizzato al fair value su base continuativa. Di conseguenza, il read-across (la correlazione, ndr) è mal calibrato e qualsiasi ampia debolezza rappresenta un'opportunità per acquistare i titoli di alta qualità del settore".

(TELEBORSA) 13-03-2023 18:01
 
Stato
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