IntesaSanpaolo: solo NEWS n° 2

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A pag. 26 del comunicato:

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Da sottolineare la previsione della forte distribuzione di valore (70% di payout ratio cash) che dovrebbe elevare la cedola complessiva per l'esercizio in corso a livelli inimmaginabili :o :eek::yeah:
 
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Questo il report di MF sulla trimestrale:




Intesa Sanpaolo batte le stime nel primo trimestre 2023, utile a 1,96 miliardi di euro


Intesa Sanpaolo batte le stime nel primo trimestre 2023, utile a 1,96 miliardi di euro​

di Luca Gualtieri

Profitti in robusta crescita rispetto agli 1,04 miliardi di un anno fa. Forte spinta del margine di interesse, che balza a 3,3 miliardi (+66,3%). Il ceo Carlo Messina: il 2023 si è aperto in modo molto positivo. In borsa il titolo sale del 2,69% | VIDEO Il commento di Massimo Intropido, Ricerca Finanza | Intesa Sanpaolo, che cosa si aspetta il consenso Bloomberg su ricavi, margine e utile del primo trimestre 2023 | Intesa Sanpaolo, un primo trimestre 2023 da leoni. Ecco le attese degli analisti su ricavi, margini e utile | Intesa Sanpaolo, 4,3 miliardi di utile nel 2022. L’ad Messina: ora 5,3 miliardi agli azionisti. Analisti: il tema della guidance

Intesa Sanpaolo batte le previsioni del mercato con i numeri del primo trimestre 2023, chiuso con un utile di 1,96 miliardi di euro, in crescita rispetto agli 1,04 miliardi di un anno fa. Forte spinta del margine di interesse, che balza a 3,3 miliardi. In netto calo le rettifiche sui crediti. Confermato il payout cash al 70% dell'utile netto consolidato e la «eventuale ulteriore distribuzione da valutare anno per anno». In borsa il titolo sale del 2,69%.

Lo sprint dei ricavi

I proventi operativi netti di Intesa sono aumentati dell'11,9% nel trimestre a 6,1 miliardi, con margine di interesse a 3,3 miliardi (+66,3%) e commissioni nette a 2,1 miliardi (-6,6%). Sostanzialmente stabili (+0,5%) i costi operativi a 2,5 miliardi, per un rapporto cost/income sceso al 41,9%. Quanto alla solidità patrimoniale, il coefficiente Cet 1 è al 13,7% deducendo 1,4 miliardi di dividenti maturati nel trimestre.

Le parole del ceo Carlo Messina

«Il 2023 si è aperto in maniera particolarmente positiva per Intesa Sanpaolo», ha spiegato il banchiere. «Abbiamo confermato la capacità di generare una redditività sostenibile anche in contesti complessi, ottenendo un utile netto pari a quasi 2 miliardi di euro. Il modello unico sviluppato negli anni dalla nostra Banca – con una tradizionale forza nel settore commerciale e il posizionamento di rilievo nel wealth management – ci consente di trarre benefici dal contesto attuale, caratterizzato da tassi di interesse in crescita, e allo stesso tempo garantirà resilienza e redditività nei futuri scenari di interessi in calo», ha concluso il banchiere.

Sciolto il nodo Mosca

L'esposizione verso la Russia è in ulteriore riduzione, diminuita di circa il 70% (oltre 2,5 miliardi di euro) rispetto a fine giugno 2022 e scesa allo 0,2% dei crediti a clientela complessivi del gruppo. I crediti cross-border verso la Russia, inoltre, «sono in larga parte in bonis e classificati a Stage 2».

Rivisti gli obiettivi

Intesa ha rivisto al rialzo il target per l'utile netto 2023 a 7 miliardi. In precedenza l'istituto guidato da Carlo Messina aveva previsto un risultato «ben al di sopra dei 5,5 miliardi di utile netto 2022». L'obiettivo per quest'anno è quindi già al di sopra dei 6,5 miliardi fissati dal piano di impresa come obiettivo per il 2025.

Confermato il piano industriale

«La formula del piano di impresa 2022-2025 – spiega il gruppo nella nota – è confermata e le relative iniziative industriali sono ben avviate, con una prospettiva di chiaro e forte rialzo per l'obiettivo di 6,5 miliardi di utile netto nel 2025 derivante dall'aumento dei tassi di interesse». Nell'anno in corso la banca stima «un significativo aumento del risultato della gestione operativa, derivante da una solida crescita dei ricavi trainati dagli interessi netti (attesi oltre i 13 miliardi) e da un continuo focus sul cost management, e un forte calo delle rettifiche di valore nette su crediti».

Messina sugli extraprofitti

Nel commentare i risultati il ceo Messina ha speso qualche parola anche sul progetto di una tassa sugli extraprofitti delle banche: «è in discussione l'ipotesi di un aumento della tassazione sull'utile delle banche, in considerazione dei ricavi da margini di interesse in crescita, nell'attuale situazione di incremento dei tassi da parte della Bce. Osserveremo con rispetto ogni decisione presa dal Governo – ha continuato Messina. «Allo stesso tempo auspichiamo che questi prelievi aggiuntivi, nel caso in cui nuove norme fiscali trovassero applicazione, vengano utilizzati per far fronte alla maggiore emergenza sociale del Paese, quella della crescita delle disuguaglianze, adottando misure a favore di chi si trova in maggiore difficoltà».

L’impegno contro le disuguaglianze

Il banchiere si è focalizzato anche sull’impegno che Intesa sta profondendo nella lotta alle disuguaglianze: «siamo consapevoli del forte impatto che l'inflazione sta provocando nei confronti delle famiglie e per queste ragioni già nel 2022 abbiamo stanziato 30 miliardi di euro a favore di imprese e famiglie, dando la possibilità di sospendere o rimodulare mutui e prestiti, concedendo erogazioni a tassi agevolati e permettendo rateizzazioni a tasso zero; questo a conferma del ruolo di riferimento di Intesa Sanpaolo per l'economia reale».

Orario di pubblicazione: 05/05/2023 12:51
Ultimo aggiornamento: 05/05/2023 14:16
 
Intesa Sanpaolo: Messina, abbiamo rilevanza unica in economia italiana

MILANO (MF-NW)--"Intesa Sanpaolo e' ai vertici del settore in Europa e gioca nell'economia italiana un ruolo di rilevanza unica, a beneficio di tutti gli stakeholder. Nei primi tre mesi dell'anno la crescita dei ricavi da interessi ha reso possibile l'aumento dell'utile netto, di conseguenza i dividendi maturati sono pari a 1,4 miliardi di euro: di questi circa il 40% e' destinato alle famiglie italiane e alla Fondazioni nostre azioniste, consentendo importanti interventi di carattere sociale nei territori di appartenenza". Lo ha affermato Carlo Messina, ceo di Intesa Sanpaolo, commentando i risultati aggiungendo che le "imposte dirette e indirette generate sono pari a 1,4 miliardi di euro, cio' comporta un aumento di circa 300 milioni rispetto al primo trimestre 2022, con un incremento del beneficio apportato dai conti di Intesa Sanpaolo al bilancio pubblico". com/glm (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

05/05/2023 13:46

Intesa Sanpaolo: Messina, abbiamo business model vincente​

MILANO (MF-NW)--"Il 2023 si e' aperto in maniera particolarmente positiva per Intesa Sanpaolo: abbiamo confermato la capacita' di generare una redditivita' sostenibile anche in contesti complessi, ottenendo un utile netto pari a quasi 2 miliardi". Lo ha affermato Carlo Messina, ceo di Intesa Sanpaolo, commentando i risultati della banca e sottolineando che "negli anni la nostra Banca ha saputo sviluppare un business model che si e' rivelato vincente grazie alla sua diversificazione e resilienza, alla capacita' di migliorare in maniera significativa la qualita' del credito e di gestire con flessibilita' ed efficienza i costi operativi, incrementando progressivamente una patrimonializzazione ben superiore ai livelli richiesti. Lo abbiamo fatto in anni in cui il settore bancario e' stato sottoposto a scenari notevolmente sfidanti. Il modello unico sviluppato negli anni dalla nostra banca - con una tradizionale forza nel settore commerciale e il posizionamento di rilievo nel wealth management - ci consente di trarre benefici dal contesto attuale, caratterizzato da tassi di interesse in crescita, e allo stesso tempo garantira' resilienza e redditivita' nei futuri scenari di interessi in calo". com/glm (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

05/05/2023 13:53

Intesa Sanpaolo: Messina, tassa su extraprofitti sia usata nel sociale​

MILAMO (MF-NW)--"E' in discussione l'ipotesi di un aumento della tassazione sull'utile delle banche, in considerazione dei ricavi da margini di interesse in crescita, nell'attuale situazione di incremento dei tassi da parte della Bce. Osserveremo con rispetto ogni decisione presa dal Governo. Allo stesso tempo auspichiamo che questi prelievi aggiuntivi, nel caso in cui nuove norme fiscali trovassero applicazione, vengano utilizzati per far fronte alla maggiore emergenza sociale del Paese, quella della crescita delle disuguaglianze, adottando misure a favore di chi si trova in maggiore difficolta'". Lo ha affermato Carlo Messina, Ceo di Intesa Sanpaolo, aggiungendo che "la somma complessiva percepita nel trimestre dalle persone che lavorano in Intesa Sanpaolo e' pari a 1,6 miliardi; nel 2022 abbiamo stanziato un contributo straordinario di 1.000 euro nei confronti delle nostre persone, esclusi i dirigenti, al fine di fronteggiare l'aumento del costo della vita, per un totale di circa 80 milioni. Siamo disponibili a considerare nuovi interventi ove ne avvertissimo la necessita'". com/glm (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

05/05/2023 14:01

Intesa Sanpaolo: Messina, rafforzato iniziative contro disuguaglianze​

MILANO (MF-NW)--"Il credito a medio e lungo termine erogato in Italia nel trimestre e' pari a 10 miliardi di euro; le aziende da noi sostenute nel ritorno da temporanee difficolta' alla normale operativita' sono oltre 900 solo nel primo trimestre, con beneficio nella salvaguardia dei posti di lavoro". Lo ha affermato Carlo Messina nella nota di commento ai risultati della banca, aggiungendo che "siamo consapevoli del forte impatto che l'inflazione sta provocando nei confronti delle famiglie e per queste ragioni gia' nel 2022 abbiamo stanziato 30 miliardi di euro a favore di imprese e famiglie, dando la possibilita' di sospendere o rimodulare mutui e prestiti, concedendo erogazioni a tassi agevolati e permettendo rateizzazioni a tasso zero; questo a conferma del ruolo di riferimento di Intesa Sanpaolo per l'economia reale. Il nostro programma di erogazioni a supporto della realizzazione del PNRR e' di oltre 400 miliardi di euro. Le ingenti risorse messe a disposizione del Paese sono rese possibili dalla nostra solidita', dalla nostra redditivita' e dalla professionalita' delle nostre persone. Abbiamo rafforzato le iniziative per contrastare le disuguaglianze e favorire l'inclusione finanziaria, sociale, educativa e culturale con 10,5 miliardi di euro di credito sociale e rigenerazione urbana tra il 2022 e il primo trimestre 2023; inoltre abbiamo ampliato il programma cibo e riparo per le persone in difficolta' con circa 24,3 milioni di interventi tra il 2022 e il primo trimestre 2023". "Confermiamo il nostro impegno -ha aggiunto - in progetti per promuovere l'occupabilita' come il programma "Giovani e Lavoro" finalizzato alla formazione e all'accesso al mercato del lavoro italiano di oltre 3.000 giovani. Allo stesso tempo il sostegno all'educazione ci vede in prima linea con un rafforzamento delle partnership con le principali universita' e scuole italiane. Partecipiamo a "Futura", il nuovo programma promosso da Save the Children, Forum Disuguaglianze e Diversita' e YolkT, per combattere la poverta' educativa femminile e l'abbandono scolastico precoce". "Abbiamo dato -ha poi spiegato Messina - ulteriore impulso al nostro programma di intervento nell'housing sociale con l'obiettivo di promuovere 6.000 - 8.000 soluzioni abitative, avvalendoci delle competenze di primari operatori di settore anche attraverso la creazione di una nuova piattaforma Impact dedicata, per dar vita a nuove importanti iniziative. Il Fondo di Beneficenza nel 2023 eroghera' 20 milioni di euro a enti del Terzo settore per contrastare situazioni di difficolta' rese ancora piu' gravi dalla crisi sanitaria, economica e sociale di questi anni. Negli ultimi 5 anni sono stati erogati 71 milioni di euro per un totale di oltre 4 mila progetti sostenuti. Intesa Sanpaolo e' la prima banca in Europa, la seconda al mondo e unica in Italia nel Refinitiv Global Diversity and Inclusion Index 2022 tra le 100 migliori aziende per diversita' e inclusione. Il lancio della nuova banca digitale isybank, con quasi 400 specialisti, e' previsto entro l'estate. Prosegue con decisione il rafforzamento delle competenze digitali dell'attivita' core della Banca. Continuiamo ad investire sulle leve della crescita, in particolare nell'innovazione tecnologica". com/glm (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

05/05/2023 14:06

Intesa Sanpaolo: Messina, alzata a 7 mld stima utile 2023​

MILANO (MF-NW)--"Nel secondo anno di esecuzione, l'attuazione del piano di impresa 2022-2025 procede a pieno ritmo: tutte le principali iniziative industriali sono ben avviate". Lo ha affermato Carlo Messina, Ceo di Intesa Sanpaolo, spiegando che "i risultati solidi e positivi dei primi tre mesi dell'anno ci consentono di aumentare la previsione di utile netto del 2023 a 7 miliardi di euro. Quest'anno potremo distribuire ai nostri azionisti 5,8 miliardi considerati: il dividendo di maggio, la seconda tranche del buy back, e l'acconto dividendo di novembre. Si tratta di risorse importanti, non solo per i nostri azionisti ma per l'economia del Paese. Grazie alla prospettiva di una maggiore redditivita', accelereremo ulteriormente i progetti a favore di chi si trova in situazioni di particolare disagio sociale". "La qualita' professionale delle nostre persone -ha aggiunto - e' stata ed e' il fattore chiave per raggiungere risultati solidi e sostenibili a favore di tutti gli stakeholder: a loro va il nostro grazie". com/glm (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

05/05/2023 14:08
 

Banche: per Intesa Sanpaolo e Unicredit derby di ricavi (Mi.Fi.)​

ROMA (MF-NW)--Per Intesa Sanpaolo e Unicredit il primo trimestre di quest'anno e' stato da record. Le due maggiori banche italiane, scrive MF-Milano Finanza, hanno realizzato complessivamente ricavi per 12 miliardi di euro (6,06 miliardi per Intesa e 5,9 miliardi per Unicredit), con una crescita media del 14% rispetto all'anno precedente, e profitti per circa quattro miliardi di euro (1,96 miliardi per Intesa e 2,06 miliardi per Unicredit). Numeri che hanno battuto le stime gia' ottimistiche del mercato e messo il turbo ai titoli, saliti in media del 6% nell'ultima settimana. Le ragioni dell'exploit? Da un lato il rialzo dei tassi, di cui ha beneficiato il margine di interesse (balzato mediamente del 50% anno su anno), e dall'altro il mantenimento di una buona qualita' dell'attivo, nonostante l'incerta congiuntura economica. Il margine di interesse. La prima riga del conto economico e' quella che ha dato maggiori soddisfazioni a Carlo Messina e Andrea Orcel nel primo trimestre dell'anno. Non si tratta di una novita'. Da diversi mesi la politica monetaria sta ridando smalto all'attivita' tradizionale delle banche che nel decennio precedente era stata assai poco redditizia. Il trasferimento dei tassi sui depositi (cosiddetto pass-through) non ha peraltro ancora avuto effetti significativi. Intesa ha registrato un margine di interesse di 3,25 miliardi, in rialzo del 6,2% rispetto a dicembre e del 66,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Per Unicredit invece c'e' stato un balzo del 43,6% anno su anno a 3,3 miliardi e un calo del 3,4% rispetto a dicembre. Piazza Gae Aulenti specifica inoltre che gli andamenti "sono stati influenzati dai tassi di interesse piu' elevati sui prestiti alla clientela e dai migliori risultati di Treasury & Markets, specialmente sui portafogli di investimento in Italia, Germania ed Europa centrale". Le commissioni. La seconda principale voce dei ricavi e' stata in chiaro scuro. Per Intesa le commissioni sono calate del 3,8% a 2,14 miliardi rispetto al quarto trimestre del 2022, soprattutto per la diminuzione di quelle legate all'attivita' bancaria commerciale (-7,5%), solo parzialmente compensata dalla crescita di quelle sull'attivita' di gestione, intermediazione e consulenza (+0,3%). Per Unicredit invece le commissioni sono aumentate del 10,7% trimestre su trimestre, grazie soprattutto alle componenti da investimento (+13,1% a 700 milioni) e da finanziamento (+24% a 500 milioni). Questa seconda voce ha beneficiato soprattutto della ripresa dell'attivita' dei mercati di capitale globali dopo il ribasso stagionale del quarto trimestre 2022. Altri ricavi. Dalle assicurazioni Intesa ha incassato 397 milioni, numero di poco superiore a quelli di marzo e di dicembre 2022. Per quanto riguarda le attivita' di negoziazione invece entrambi i gruppi hanno registrato un calo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, imputabile principalmente alla flessione dei business di trading e tesoreria, solo in parte compensata dalla componente relativa alla clientela. I costi operativi. Entrambi i gruppi li hanno visti calare nel primo trimestre. Intesa ha registrato una discesa del 19% a 2,54 miliardi, mentre per Unicredit la contrazione e' stata del 5,8% a 2,3 miliardi. Nel dettaglio e' stata forte la discesa delle spese per il personale, diminuite rispettivamente del 18,8% e del 9%. Il rapporto costi/ricavi, a cui il mercato guarda sempre con attenzione come a un indicatore chiave del livello di efficienza, e' sia per Intesa che per Unicredit a buoni livelli nell'ambito delle maggiori banche europee: 41,9% e 39,2%. La qualita' dell'attivo. Il lavoro di pulizia fatto negli ultimi anni e la tenuta del tessuto economico hanno consentito alle due banche di mantenere i crediti deteriorati a livelli molto bassi. Per Intesa lo stock e' sceso ulteriormente del 2,1% a 5,38 miliardi (1,2% degli impieghi complessivi al netto delle rettifiche); per Unicredit invece e' stabile a 6,5 miliardi (pari all'1,4% degli impieghi). La situazione di relativa tranquillita' e' testimoniata anche dal basso livello di rettifiche su crediti: 189 milioni per Intesa e meno di 100 milioni per Unicredit, cifre assai lontane dai valori di qualche anno fa. Un altro indicatore a cui il mercato guarda con attenzione e' il costo del rischio, cioe' il rapporto tra gli accantonamenti e gli attivi ponderati in base al rischio. Per le due banche il valore e' sceso molto, posizionandosi a 17 centesimi di punto per Intesa e 8 centesimi per Unicredit, grazie ai limitati flussi di posizioni in default, alla riduzione del portafoglio in Russia e ai rimborsi. Patrimonio e liquidita'. Grazie soprattutto alla generazione organica, per i due gruppi il capitale e' cresciuto nel corso del primo trimestre, con un Cet1 ratio al 13,7% (era al 13,5% a fine 2022) per Intesa e al 16,05% per Unicredit che ha segnato un rialzo di 6 punti base. Anche gli indicatori di liquidita' evidenziano una posizione di forza per i due istituti, con un liquidity coverage ratio al 176% per Ca' de Sass e al 163% per piazza Gae Aulenti. Le stime per l'intero anno. I risultati positivi incassati finora hanno spinto il vertice dei due gruppi a rivedere al rialzo le stime di crescita per il 2023. Intesa ha portato il target per l'utile netto a 7 miliardi rispetto al risultato "ben al di sopra dei 5,5 miliardi" previsto in precedenza. La banca guidata da Messina (che si aspetta un margine di interesse oltre 13 miliardi a fine anno) ha pertanto precisato che la formula del piano di impresa 2022-2025 e' confermata e le "relative iniziative industriali sono ben avviate". Se il payout cash al 70% dell'utile netto consolidato e' confermato, e' stata inoltre ventilata una ulteriore distribuzione agli azionisti "da valutare anno per anno". Si respira ottimismo anche in piazza Gae Aulenti. Unicredit ha previsto un utile netto di oltre 6,5 miliardi e un target di distribuzione agli azionisti salito a un valore maggiore o uguale a 5,75 miliardi rispetto ai precedenti 5,25 miliardi. L'impegno nel sociale. Dopo la donazione di 100 milioni negli anni della pandemia, Intesa ha rafforzato le misure per contrastare la poverta' e le disuguaglianze. La banca ha messo in campo 10,5 miliardi di euro di credito sociale e rigenerazione urbana tra il 2022 e il primo trimestre 2023. Messina ha peraltro auspicato che eventuali prelievi fiscali legati agli extraprofitti siano utilizzati per contrastare la crescita delle disuguaglianze. Nel 2023 invece la Fondazione UniCredit garantira' un contributo complessivo di 20 milioni, a sostegno di progetti per contrastare la dispersione scolastica, facilitare la transizione scuola-lavoro e promuovere l'accesso all'universita'. red fine MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

08/05/2023 08:13
 
Intesa Sanpaolo, per Messina le banche Ue sono più solide di quelle Usa. Il ceo: siamo il player più importante d’Italia
Carlo Messina, ad di Intesa Sanpaolo

Intesa Sanpaolo, per Messina le banche Ue sono più solide di quelle Usa. Il ceo: siamo il player più importante d’Italia​

di Serena Zagami MF-Newswires

A Class Cnbc il ceo di Intesa Sanpaolo elogia il modello di business degli istituti Ue. A differenza che negli Usa, il focus sulla gestione dei patrimoni delle famiglie permette di resistere alle crisi di liquidità​


Le banche europee si trovano in una situazione diversa rispetto alle controparti negli Usa, possiedono un solido modello di business e sono supportate dalla supervisione della Bce. È questa la posizione che l’ad di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, esprime a Class Cnbc sulle turbolenze che hanno colpito il settore bancario globale. «Francoforte ha compiuto un ottimo lavoro di supervisione in Europa per rafforzare la solidità e la liquidità delle banche secondo un approccio safe and sound», dichiara il ceo.
«La situazione della zona euro è diversa da quella americana. In Svizzera, Credit Suisse è stato un caso specifico: la banca era problematica da tempo. Non è un caso che può essere preso come esempio perché il business model del sistema bancario europeo è il safe and sound, che riguarda principalmente la gestione dei patrimoni familiari. Questo significa che in caso di crisi di liquidità le banche saranno più forti perché potranno contare su depositi familiari e raccolta retail».

Le carenze della sorveglianza Usa

Nell’Ue, inoltre, la supervisione della Bce riguarda anche i soggetti più piccoli, a differenza degli Usa. «L’incredibile situazione in America è che ci sono banche, che in Italia possono essere considerate sistemiche, che non sono sotto il controllo di un supervisore. Questo significa che puoi davvero avere problemi in termini di liquidità. E l’unico punto di un collasso bancario è sulla liquidità non sul capitale. A mio avviso», continua Messina, «il grande errore negli Stati Uniti è stato non avere una correlazione tra la passività patrimoniale e una parte significativa delle attività che erano sotto potenziali perdite a causa dell’aumento del tasso di interesse. Se poi hai delle perdite sugli asset e i tuoi depositari chiedono di riavere i soldi, sei in una situazione di crisi».

In Europa, e soprattutto in Italia, non è così, «perché hai una quantità di liquidità relativa ai clienti al dettaglio e alle famiglie che è stabile. Allo stesso tempo hai un lato asset che è di altissima qualità. Inoltre, se ti affidi ai finanziamenti delle famiglie, come nel nostro caso, è impossibile che tu possa avere una crisi legata alla liquidità. Ma questo è il caso anche di altre banche italiane ed europee. Quindi sono abbastanza fiducioso sul settore bancario Ue».

L’m&a non è all’orizzonte

Anche la situazione dei crediti deteriorati europei è molto positiva. «C’è stata una forte pressione da parte della Bce per procedere alla cessione dei crediti in sofferenza. Siamo una chiara prova dei risultati di questa azione perché siamo passati dal 10% di npa ratio netto all’1% e ora siamo i migliori in Europa», spiega Messina.

Sul fronte Mps, «è stato fatto un ottimo lavoro in termini di ristrutturazione. Adesso con l’aumento dei tassi anche il Monte Paschi di Siena sta beneficiando di una crescita del margine di interesse e dell’utile netto. Quindi la situazione è completamente diversa», continua l’ad, che ritiene un’acquisizione impossibile. «Siamo una banca completamente diversa dalle altre italiane perché abbiamo una quota di mercato che nella parte più ricca d’Italia sfiora il 30%. Quindi siamo davvero il player più importante del Paese con una quota di mercato che alla fine ci rende impossibile fare acquisizioni».

MF - Numero 091 pag. 7 del 11/05/2023
 

Banche: moral suasion del Governo su extraprofitti (MF)​

ROMA (MF-NW)--Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, ha lasciato intendere di essere pronto a versare un'eventuale tassa sugli extraprofitti delle banche, a patto che i proventi vadano a finanziare la lotta alle disuguaglianze. Un intervento e' allo studio. Ma all'interno del governo si fa strada l'ipotesi secondo cui sarebbe meglio se gli istituti di credito, che nel primo semestre hanno registrato utili cumulati per 5 miliardi, si muovessero di loro spontanea volonta' per tutelare la clientela. Una sorta di moral suasion per annullare le modifiche contrattuali a sfavore dei correntisti, alternativo a un possibile intervento governativo considerato sempre piu' probabile e che potrebbe guardare a quanto fatto in Spagna, dove il governo socialista di Pedro Sanchez ha adottato un prelievo del 4,8% sul margine d'interesse. Lo scrive MF-Milano Finanza aggiungendo che fonti parlamentari della maggioranza considerano probabile che ci si muova, anche se lo strumento per farlo e' ancora oggetto di valutazione. pev (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

12/05/2023 08:59
 
Il MACD di Intesa sta girando sopra la linea dello zero. Secondo l'analisi tecnica deve salire ed io ieri ho comprato. Vedremo nei prossimi giorni se ho ragione o meno. C'è cmq il paracadute del dvd. Resto long.
 

Banche: tassi a senso unico (Mi.Fi.)​

ROMA (MF-NW)--Le banche italiane non guadagnavano da oltre dieci anni sul margine di interesse. La differenza tra interessi attivi e passivi e' stata a lungo ridotta al lumicino, quando non addirittura contratta nei bilanci degli istituti di credito. Non tanto perche' gli impieghi non siano cresciuti molto ma piuttosto perche' la politica monetaria espansiva con i tassi a zero ha compresso la marginalita'. In appena un anno pero', il quadro e' radicalmente cambiato e con i risultati del primo trimestre 2023 le banche hanno toccato il massimo storico dei ricavi. Secondo l'analisi elaborata da Bain&Co, dal marzo 2022 al marzo di quest'anno i ricavi delle prime cinque banche italiane sono saliti del 15% grazie soprattutto alla spinta degli interessi netti. In termini assoluti questa voce del bilancio e' passata dai 5,5 miliardi del marzo 2022 agli 8,5 miliardi del marzo scorso, con un balzo complessivo nel periodo del 55%. Anche il peso sul totale ricavi e' cambiato profondamente, passando dal 42% del primo trimestre 2022 al 57% del primo trimestre di quest'anno quando le commissioni hanno pesato solo per il 36% e gli altri ricavi per il 6%. Da cosa deriva questo sprint? Per farsi un'idea bisogna guardare i risultati che i primi cinque gruppi italiani hanno riportato nel 2021 e nel 2022. In questo arco temporale gli interessi netti aggregati su base annuale sono saliti di 4,4 miliardi da 21,7 a 25,9 miliardi, anche se l'effetto volume e' stato negativo per un miliardo. A trainare il margine insomma e' stato interamente l'effetto prezzo, con un contributo di circa 4,3 miliardi di euro. La dinamica e' stata omogenea nel campione analizzato, con l'eccezione di Bper per cui l'effetto volume ha surclassato l'effetto prezzo, probabilmente per effetto dell'acquisizione degli sportelli Ubi e per l'intervento su Carige. Andando piu' nel dettaglio, sempre nel periodo 2021-2022 il rapporto tra interessi attivi e crediti e' salito dal 2,44 al 2,99% e quello tra interessi passivi e raccolta diretta e' passato da 0,48 a 0,65%: la forbice si e' pertanto allargata passando dall'1,96% di fine 2021 al 2,34% del dicembre scorso. Anche se il dato non tiene conto dei risultati del primo trimestre, appare evidente che le banche italiane hanno sinora trasferito sui depositi solo una piccola parte degli incrementi dei tassi. Una dinamica che spiega il boom dei ricavi di questo ultimo anno. "Un elemento particolarmente interessante", spiega a MF-Milano Finanza Manfredi De' Mozzi, senior partner e responsabile Emea per la capability sme & corporate banking di Bain & Company, "e' legato al fatto che l'andamento del margine interesse e' stato realizzato senza un aumento del rischio di portafoglio, con un ritorno sugli attivi ponderati per il rischio (rwa) che e' passato da 2,7% al 3,4% (gli rwa sono infatti in riduzione del 4% nel 2022 rispetto al 2021). Se confrontiamo anche l'effetto volume e l'effetto prezzo, e' evidente come la totalita' dell'incremento del margine di interesse sia legato al contributo del prezzo, con una forbice tra tassi attivi e passivi in crescita di circa 40 punti base (principalmente riconducibile al rialzo dei tassi di interesse)", spiega De' Mozzi. Quello che si puo' dire sui primi mesi del 2023 e' che l'effetto volume e' stato prevalentemente negativo. I prestiti alle aziende su base annua in Italia sono scesi dello 0,5% a febbraio: in valore assoluto i finanziamenti sono calati di 29 miliardi da settembre. Hanno pesato fattori della domanda: alcune aziende hanno preferito ricorrere alla liquidita' accumulata durante la pandemia. Ma i sondaggi della Bce hanno indicato anche una restrizione delle condizioni creditizie. Queste dinamiche pero' non dovrebbe avere effetti sui ricavi bancari, almeno sino alla fine del 2023. "Secondo il nostro osservatorio", spiega De' Mozzi, "la crescita verra' confermata nel corso di tutto il 2023, con un attesa di incremento del margine di interesse di oltre il 30%". Il trend non si e' comunque finora tradotto in un cambio di rotta per gli istituti italiani, che hanno tuttavia confermato la volonta' di diversificare le fonti di ricavo puntando soprattutto sulle commissioni. "In termini di strategie e' evidente come il grosso sforzo compiuto negli anni scorsi dal sistema per l'evoluzione del business model in particolare su wealth management e bancassurance attraverso modelli di servizio, strategie di offerta e partnership focalizzate allo sviluppo della componente commissionale sia stato di successo e resti confermato come trend nel lungo periodo", conclude De' Mozzi. red fine MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

15/05/2023 09:05
 

Banche: le prime 5 italiane hanno triplicato profitti 1* trim a 4,8 mld (Mi.Fi.)​

ROMA (MF-NW)--Le cinque maggiori banche italiane hanno triplicato gli utili nel primo trimestre dell'anno sull'onda del rialzo dei tassi della Bce, che ha fatto salire in modo rilevante il margine di interesse. stata questa la tendenza di gran lunga piu' significativa nei conti presentati dalle banche, assieme al calo delle rettifiche su crediti, secondo quanto emerge dai dati elaborati da Value Partners. In dettaglio, scrive MF-Milano Finanza, i profitti sono saliti a 4,8 miliardi, dagli 1,6 dello stesso periodo di un anno fa. La differenza tra i due valori, pari a 3,2 miliardi, ha beneficiato per 3,06 miliardi del maggiore margine di interesse, salito nel periodo del 56%. In termini assoluti la crescita maggiore e' stata quella di Intesa (+1,3 miliardi) e Unicredit (+1 miliardo), mentre in percentuale gli aumenti piu' rilevanti sono stati per Mps (+57%) oltre a Intesa (+66%, mentre il +93% di Bper risente anche del cambiamento di perimetro). Le minori rettifiche su crediti (-72%) hanno invece dato un contributo positivo per 1,7 miliardi ai profitti, soprattutto per la forte riduzione di Unicredit (-1,2 miliardi su base annua) e Intesa (-513 milioni) rispetto agli accantonamenti fatti un anno fa per le esposizioni in Russia e Ucraina. Il costo del rischio, misurato in termini di rettifiche nette annualizzate in rapporto ai crediti netti alla clientela, e' sceso a 23 punti base, un valore storicamente basso, dai 79 di un anno fa. Marco De Bellis, partner di Value Partners, evidenzia che i tassi piu' alti possono avere anche un impatto negativo sui prestiti: "La crescita dei tassi della Bce consente agli istituti di incrementare in modo significativo i ricavi e rendere piu' solidi i bilanci, ma rischia di avere impatti sulla domanda a tendere. Al momento pero' le erogazioni rimangono stabili, con una leggera flessione del 0,1% trimestre su trimestre". Inoltre, precisa, "le banche analizzate mostrano una solidita' patrimoniale ben al di sopra dei requisiti richiesti dalla normativa con un 14,6% di capitale Cet1 fully loaded. Il rapporto cost/income e' del 43%. Questa solidita' di bilancio puo' portare gli istituti a confermare il ruolo sistemico di stimolo dell'economia reale". In termini assoluti i maggiori profitti sono stati quelli di Unicredit (2,1 miliardi), seguita da Intesa (2 miliardi), Bper (291 milioni), Banco Bpm (265 milioni) e Mps (236 milioni). I fattori positivi hanno largamente superato quelli negativi, come il calo delle commissioni (-3%) e degli altri proventi. "Questi risultati stanno portando gli istituti a rivedere al rialzo i target per il 2023", osserva Carlo Bandera, senior vice president di Value Partners. "Sul fronte della raccolta si registra un incremento a livello aggregato, con una sostanziale stabilita' di quella diretta e un aumento piu' marcato di quella indiretta, salita del 3,1%. Cosi' si conferma il rapporto di fiducia che le banche hanno instaurato con i clienti". La principale fonte di guadagno per le banche e' lo spread tra tassi incassati sui prestiti e quelli pagati per la raccolta complessiva che include i depositi dei clienti. Questo margine ha raggiunto il 3% a marzo, secondo i dati Abi, vicino al 3,35% toccato nel 2007 prima della crisi finanziaria. C'e' chi dice che i profitti siano eccessivi e vadano tassati. Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha spiegato che "il governo non trascura e non trascurera'" la crescente divergenza tra margine di interesse e rendimento dei conti correnti. Il governo sta percio' studiando un prelievo sugli extraprofitti. Il presidente dell'Abi Antonio Patuelli si e' detto contrario e ha sottolineato che l'Ires pagata dalle banche e' superiore a quella delle altre societa' e che i depositi non vanno considerati strumenti di investimento. A livello europeo si e' mossa l'European Banking Federation che ha rilevato dopo l'ultimo board: "Qualsiasi misura che comprometta la redditivita' delle banche puo' potenzialmente causare effetti negativi di secondo impatto sull'economia", ovvero una contrazione del credito. Un altro punto evidenziato dall'Abi riguarda il rischio dei maggiori accantonamenti per far fronte a maggiori fallimenti di imprese nei prossimi mesi, come conseguenza dell'aumento dei tassi. Secondo i dati di Value Partners relativi ai cinque maggiori gruppi, nel primo trimestre dell'anno i crediti deteriorati lordi sono aumentati dello 0,2% rispetto alla fine del 2022, a poco piu' di 34 miliardi. cambiata la composizione dei prestiti problematici: sono aumentate le sofferenze (+3,4% a 10,9 miliardi), mentre sono diminuite leggermente le inadempienze probabili (-1%) e le posizioni scadute e sconfinanti (-4%). Le coperture sui deteriorati totali sono al 51%, mentre quelle sulle sofferenze al 71%. red fine MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

15/05/2023 08:40
 
Intesa Sanpaolo lancia un green bond dual tranche con durata a 3 e 7 anni
Carlo Messina

Intesa Sanpaolo lancia un green bond dual tranche con durata a 3 e 7 anni​

di Luca Gualtieri

Il collocamento dell’obbligazione dovrebbe chiudersi nella giornata del 15 maggio. Forte interesse da parte del mercato​


Intesa Sanpaolo torna sul mercato del debito. Lunedì 15 maggio il gruppo guidato da Carlo Messina ha lanciato un green bond dual tranche a 3 e 7 anni. Il collocamento con relativo prezzo potrebbe definirsi già in giornata, grazie al forte interesse sul mercato.

Le condizioni


Le indicazioni di rendimento sono in area 115 punti base sul midswap per la scadenza 3 anni e 220 punti base sul midswap per il 7 anni. Joint bookrunnner sono Bbva, Bnp Paribas, Commerzbank, Hsbc, Imi- Intesa Sanpaolo, Santander e Societe Generale.

In una simile operazione fatta a febbraio Intesa aveva messo sul mercato un green bond dual tranche da 2,25 miliardi, raccogliendo ordini per circa 5,3 miliardi. A marzo poi la banca ha collocato un green bond di tipo senior non preferred a tasso fisso a 6 anni con scadenza 14 marzo 2029. In quel caso il taglio è stato di 600 milioni di sterline (scadenza il 14 marzo 2029), ma le richieste da parte degli investitori istituzionali hanno superato 1,15 miliardi di sterline.

Orario di pubblicazione: 15/05/2023 10:53
Ultimo aggiornamento: 15/05/2023 11:24
 

Intesa Sanpaolo: a ruba in versione green (MF)​

ROMA (MF-NW)--Intesa Sanpaolo torna sul mercato del debito. Ieri il gruppo guidato da Carlo Messina ha collocato un green bond dual tranche a tre e sette anni, raccogliendo ordini complessivi intorno ai 5 miliardi di euro. Nel dettaglio, spiega MF-Milano Finanza, si e' trattato di un'emissione senior preferred a tre anni da un miliardo, con un rendimento 115 punti base sul midswap e cedola del 4% e di un senior preferred a sette anni da 1,25 miliardi di euro con un rendimento 195 punti base sul midswap e cedola del 4,9%. Per entrambi la data valuta e' il 19 maggio. Ordini finali intorno a 2 miliardi di euro per la tranche a breve hanno permesso un restringimento di 25 punti base rispetto all'indicazione iniziale di spread, e ordini per quasi 3 miliardi per la tranche a 7 anni hanno reso possibile un restringimento di 25 punti base. "Gli investitori hanno ancora una volta riconosciuto l'ottima qualita' del credito di Intesa Sanpaolo, focalizzandosi sulla tranche piu' lunga", ha dichiarato Alessandro Lolli, responsabile direzione centrale tesoreria e finanza di Intesa. "Si tratta della terza operazione in formato green del gruppo nel 2023, a riconferma dell'impegno costante di Intesa per il supporto alla transizione Esg", ha aggiunto Lolli. L'allocazione del libro ordini ha visto la partecipazione di piu' di 176 investitori per la tranche a 3 anni, cosi' suddivisi: 78% di fund manager, l'11% di banche e private bank, il 5% di hedge fund e il 2% di assicurazioni e fondi pensione. La distribuzione geografica evidenzia il 40% di partecipazione dalla Francia, il 19% dall'Italia, il 16% dalla Germania e Austria, il 9% dal Regno Unito/Irlanda, il 7% dal Benelux, il 5% dalla Spagna, l'1% dai Nordici e l'1% dalla Svizzera. Per la tranche a sette invece si sono avuti 197 investitori, cosi' suddivisi: 73% di fund manager, l'8% di assicurazioni e fondi pensione, il 7% di hedge fund ed il 6% di banche e private bank. La distribuzione geografica per questa tranche evidenzia il 25% di partecipazione dal Regno Unito/Irlanda, il 22% dalla Francia, il 15% dalla Germania e Austria, il 13% dal Benelux, il 12% dai Nordici, il 6% dall'Italia ed il 2% dalla Spagna. Il libro ordini congiunto si e' inoltre dimostrato molto granulare, diversificato ed ha visto la partecipazione per circa l'83% di investitori dedicati al comparto Esg. "Il nuovo green bond - ha continuato Lolli - segue la dual tranche senior non preferred green del febbraio 2023 ed il senior non preferred green in sterline emesso nel marzo 2023 oltre alle tre precedenti emissioni senior non preferred green perfezionate negli anni 2017, 2019 e 2021 che avevano rispettivamente un focus su energie rinnovabili, sulla circular economy e sugli edifici ecologici, un senior non preferred green emesso nell'agosto 2022 e il senior preferred social bond dell'ottobre 2022", ha concluso Lolli. Le banche che hanno partecipato al collocamento in qualita' di Joint book runner sono state, oltre alla Divisione IMI Cib di Intesa Sanpaolo, Bbva, Bnp Paribas, Commerzbank, Hsbc, Santander e Societe' Generale. red fine MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

16/05/2023 08:48
 

UPDATE: Intesa Sanpaolo, migliore banca innovativa in Europa per cartolarizzazioni Esg​

MILANO (MF-NW)--Intesa Sanpaolo e' la migliore banca innovativa in Europa nel settore delle cartolarizzazioni Esg. Il riconoscimento e' arrivato da Structured Credit Investor, testata di riferimento a livello internazionale per l'informazione finanziaria, che ha nominato Intesa Sanpaolo vincitrice della categoria 'Innovation of the year' agli Esg Securitisation Awards. Structured Credit Finance, spiega una nota, ha preso in esame le principali banche in decine di Paesi in tutto il mondo e, grazie alla collaborazione di analisti finanziari indipendenti e attraverso una raccolta di opinioni tra qualificati investitori istituzionali, ha premiato Intesa Sanpaolo tenendo conto dello sviluppo di nuovi segmenti di attivi Esg (Environmental, social and governance), della capacita' di innovazione in termini di strutturazione, del volume di transazioni effettuate e del modello di gestione attiva del rischio di credito. Il premio costituisce un importante riconoscimento degli impegni e dei risultati ottenuti da Intesa Sanpaolo in ambito Esg e conferma l'elevato livello raggiunto nella gestione attiva del rischio di credito attraverso le attivita' della Direzione Centrale Active Credit Portfolio Steering, parte dell'Area Chief Financial Officer diretta da Stefano del Punta, che continua a rafforzare le proprie attivita' nell'ambito delle iniziative incluse nel Piano d'Impresa 2022-2025. Intesa Sanpaolo e' tra le banche piu' attive nel contesto europeo per la gestione dinamica del rischio di credito, realizzata attraverso strategie creditizie mirate e operazioni di trasferimento del rischio di credito che hanno l'obiettivo di ottimizzare il profilo rischio-rendimento del portafoglio a livello di gruppo. Le attivita' di credit portfolio management sono state progressivamente sviluppate per includere nuove tipologie di attivi coerenti con la Eu Taxonomy e i processi di Green Economy e Circolar Economy, come i finanziamenti che prevedono condizioni legate a criteri di riduzione o azzeramento dell'impatto ambientale. L'obiettivo e' incentivare le nuove erogazioni a favore di clienti con un elevato Esg score, in coerenza con il modello interno sviluppato nell'ambito della Direzione Centrale Financial Market Coverage diretta da Andrea Tamagnini e Marco Del Frate, e di allargare la base degli investitori piu' sensibili ai temi della sostenibilita' finanziaria, sempre piu' coinvolti nelle operazioni di cartolarizzazione sintetica finalizzate dal Gruppo sul mercato dei capitali. "Dall'avvio delle attivita' del Programma Garc, Gestione Attiva Rischio di Credito, sono state realizzate operazioni di trasferimento del rischio di credito per un ammontare complessivo di oltre 50 miliardi di euro, che hanno permesso a Intesa Sanpaolo di liberare capitale per erogare nuovi prestiti a sostegno della crescita delle imprese italiane", ha spiegato a MF-Newswires Biagio Giacalone, responsabile della Direzione Centrale Active Credit Portfolio Steering. "L'Esg Securitisation Award 'Innovation of the year' assegnatoci da Structured Credit Investor, la testata che con piu' attenzione segue le cartolarizzazioni a livello globale, conferma il buon lavoro svolto finora e ci motiva a procedere con ulteriore slancio verso la conclusione di altre operazioni innovative in cantiere". Le cartolarizzazioni Esg hanno come rischio sottostante un portafoglio di finanziamenti concessi a imprese di varie dimensioni che soddisfano determinati criteri di tipo environmental, social and corporate governance. Attraverso queste operazioni la banca ottimizza il capitale, liberando risorse per finanziare lo sviluppo sostenibile delle imprese. Intesa Sanpaolo e' una tra le banche piu' attente ai bisogni sociali e attive per il sostegno ai piani di transizione delle imprese verso un'economia verde e circolare. Come spiega, infatti, Giacalone, "le tematiche Esg rappresentano un pilastro del piano d'impresa " e in tale contesto la banca ha sviluppato "una metodologia proprietaria, integrata nei processi del credito, che tiene conto di oltre 140 diversi Kpis in ambito Environmental, Social and Governance per misurare la sostenibilita' delle imprese clienti". "Sulla base di questi Kpis viene attribuito un Esg score alle singole controparti, che supporta i processi decisionali quali ad esempio le strategie creditizie, la valutazione dei rischi di credito, le attivita' di sviluppo della finanza sostenibile", ha spiegato, aggiungendo che "le operazioni di trasferimento del rischio legate a portafogli di finanziamenti a favore di imprese con un elevato Esg score attraggono l'interesse di investitori, sempre di piu' disponibili ad allocare le risorse finanziarie verso settori economici virtuosi dal punto della sostenibilita'. zag (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

17/05/2023 15:09
 

Rischio sovrano: Moody’s rinvia il giudizio sull’Italia​

di Luca Gualtieri

L'agenzia di rating aveva fissato per venerdì 19 maggio l'eventuale revisione del merito di credito, ma ha scelto di aspettare. Fitch e S&P hanno già confermato la loro valutazione​


Moody's rinvia l'aggiornamento sul rating sovrano dell'Italia. L'agenzia di rating, che aveva fissato per venerdì 19 maggio l'eventuale revisione del merito di credito, in una nota include la Penisola fra gli emittenti il cui rating non è stato aggiornato pur essendo in calendario.

I verdetti delle altre agenzie


Il giudizio di Moody's sull'Italia era molto atteso dopo che Fitch e S&P hanno confermato la loro valutazione. In una nota Moody's elenca gli emittenti per il quale il rating non è stato aggiornato nonostante fossero in calendario e, oltre all'Italia, ci sono Malta e la città di Zagabria.

Il rating del Portogallo invece è stato aggiornato come previsto, con Moody's che ha confermato il suo giudizio Baa2 e rivisto al rialzo l'outlook a positivo d stabile.

Orario di pubblicazione: 20/05/2023 11:09
Ultimo aggiornamento: 20/05/2023 11:16
 
Intesa Sanpaolo, riassetto e 2.000 nuove assunzioni nell’area innovazione


Intesa Sanpaolo, riassetto e 2.000 nuove assunzioni nell’area innovazione​

di Luca Gualtieri

La banca ha lanciato la nuova area di governo Chief Data, A.I., Innovation and Technology Officer (C-Daito) sotto la guida del top manager Massimo Proverbio. I progetti legati al piano industriale​


Intesa Sanpaolo vara la nuova area di governo Chief Data, A.I., Innovation and Technology Officer (C-Daito), dedicata
all'innovazione e all'information technology in linea con i
principali obiettivi del Piano d'Impresa 2022-2025.

Il progetto

La nuova struttura, guidata da Massimo Proverbio, – spiega una nota - punta a «valorizzare e rafforzare ulteriormente il rapporto con il business, rendendo ancor più efficace, flessibile e integrato lo sviluppo delle soluzioni tecnologiche, l'adozione di nuove tecnologie quali cloud e AI e ad essere più attrattiva sul mondo del lavoro».

Le nuove assunzioni

Oltre ai talenti già presenti in azienda - spiega un comunicato - la struttura sarà rafforzata, come previsto da piano d'impresa, dall'ingresso di circa 2mila professionisti in ambito It, da assumere tra i migliori presenti sul mercato, a cui offrire sviluppo e crescita professionale costante nel tempo, rendendo Intesa Sanpaolo un datore di lavoro sempre più innovativo ed attrattivo», conclude la nota.

Gli altri progetti e Isybank

Sono diversi gli investimenti che Intesa sta portando avanti nel digitale. Da inizio anno è nata Isybank spa, la società su cui il gruppo guidato da Carlo Messina intende costruire la propria banca di nuova generazione. A fornire il veicolo è stata Banca 5, l’istituto comprato dalla Ca’ de Sass nel 2016 (quando ancora si chiamava Banca dei Tabaccai) e poi ridisegnato per dare vita alla prima banca italiana di prossimità. Nell'ambito del progetto Restart, Banca 5 è stata individuata come legal entity per realizzare la nuova digital bank, cioè appunto Isybank. Il passaggio è stato preventivamente autorizzato dalla Bce che, nell'ottobre scorso, si è espressa positivamente.

Orario di pubblicazione: 22/05/2023 11:05
Ultimo aggiornamento: 22/05/2023 11:24
 

Intesa Sanpaolo: Dbrs conferma rating a BBB e SA3, trend stabile​

MIALNO (MF-NW)--Dbrs ha confermato il rating di Intesa Sanpaolo, inclusi il Long-Term Issuer Rating di BBB (alto) e lo Short-Term Issuer Rating di R-1 (basso). Il trend di tutti i rating e' stabile, si legge in una nota. La valutazione intrinseca della banca e' mantenuta a BBB (alta) e la valutazione di supporto a Scom/A3. bem (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

25/05/2023 19:31
 

Banche europee, ecco chi batterà il consenso nel 2024. 13 le più convenienti secondo Citi​

di Francesca Gerosa

I rischi per gli utili delle banche europee sono ancora più al rialzo che al ribasso, secondo Citi, che ritiene esagerate le preoccupazioni su prestiti e liquidità. Alcune italiane tra le banche coperte con buy che hanno​


Banche europee, ecco chi batterà il consenso nel 2024. 13 le più convenienti secondo Citi - MilanoFinanza News


Lo stralcio:


Utili, le banche europee che batteranno il consenso nel 2024


Pur ritenendo che siamo al picco del net interest income, o quasi, Citi nota che il consenso sull’eps 2024 è +10% da inizio anno, di gran lunga superiore a qualsiasi altro settore, e che gli upgrade degli utili sono aumentati, non diminuiti. «Continuiamo a prevedere che i margini di interesse, e quindi gli utili, sorprenderanno al rialzo, spinti da ulteriori rialzi dei tassi e da beta sui depositi inferiori alle attese», stima Citi, ritenendo, però, che i margini di interesse delle banche scandinave abbiano già raggiunto il picco, mentre quelli delle banche dell'Europa continentale raggiungeranno il picco intorno al terzo trimestre del 2023.

«Ci aspettiamo che i margini di interesse rimangano stabili intorno a questi livelli, in quanto ulteriori rialzi dei tassi entro la fine del 2023, uniti al roll over delle posizioni di copertura, compenseranno ampiamente l'aumento dei tassi di interesse sui depositi. Riteniamo, inoltre, che i beta dell'Eurozona aumenteranno dal 25-30% di quest'anno al 30-40% circa l'anno prossimo, mentre quelli delle banche statunitensi saranno pari al 45-50% entro la fine del 2023. Notiamo anche flussi di depositi molto diversi in Europa: +0,6% rispetto agli Stati Uniti: -5,1% anno su anno», aggiunge Citi.

Le banche che hanno già aumentato la guidance per l'anno fiscale 2023 con o dopo i risultati del primo trimestre di quest’anno includono Bbva, Danske, Intesa Sanpaoloe Unicredit. Solo Virgin Money ha abbassato la guidance. «Ora vediamo un maggior upside rispetto agli utili stimati dal consenso per il 2024 per le banche britanniche, italiane e tedesche e nel Regno Unito per Natwest», indica Citi, «in quest’ultimo caso grazie a una pressione meno forte sui margini dei mutui rispetto a Lloyds. Inoltre, Natwest offre anche uno dei più alti ritorni all’interno del settore, insieme a Intesa Sanpaolo, Bawag, Unicredit, Nordea, Bnp Paribas e Ing».

Le banche più convenienti


Il settore bancario europeo è ancora considerato a buon mercato, il momentum degli utili per azione dovrebbe rimanere positivo nel breve termine, ma potrebbe raggiungere un picco entro la fine dell'anno e il rendimento del capitale dovrebbe continuare a essere di supporto. «A nostro avviso, alcune banche sembrano ipervendute. Tra i nomi coperti con un rating buy e capitale superiore a 5 miliardi di dollari che hanno visto revisioni positive degli utili da parte del consenso accompagnate da un de-rating oltre il 20% figurano Unicredit, Commerzbank, Intesa Sanpaolo, AIB, Ing, Nordea, Danske, Bank of Ireland, Caixabank, Swedbank, Deutsche Bank, Bawag e Bankinter», elenca Citi. La maggior parte delle banche appare ora a buon mercato sulla base del multiplo prezzo/capitale tangibile rispetto al Rote. Inoltre, il de-rating fa sì che i rendimenti del settore siano saliti all'11% (dividend yield del 7,1% e buyback del 3,9%), con i rendimenti più elevati per Intesa Sanpaolo, Bawag, Natwest, Unicredit, Nordea, Bnp Paribas, Ing e Lloyds. Su tutte queste banche Citi ha un rating buy.

Le raccomandazioni di Citi, tre le top picks


Citi suggerisce, quindi, agli investitori di concentrarsi sulle banche che sono campioni nazionali, con rendimenti elevati e generazione organica di capitale; in grado di trattenere i depositi con un beta più basso rispetto ai competitor, grazie al mix di asset e alla forza del franchising; posizionati in modo difensivo in caso di deterioramento della qualità degli asset, ad esempio nel settore del credito; che offrono un significativo potenziale di rendimento del capitale, inclusi i buyback; infine, che siano cambiate a sconto rispetto ai peer e/o alla media storica. «Tra i nomi per i quali abbiamo stime al di sopra di quelle del consenso e per i quali riteniamo che i titoli siano a buon mercato rispetto alla media storica sulla base del multiplo prezzo/utile vi sono le banche nazionali britanniche, Hsbc, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Erste e Bnp Paribas, tutte coperte con un rating buy», consiglia Citi, indicando le sue tre te top picks nel comparto: Bbva, Intesa Sanpaolo, NatWest. «Le nostre migliori scelte rimangono Bbva e Intesa Sanpaolo, che hanno visto un forte aggiornamento delle stime del consenso sugli eps nel corso degli ultimi anni e continuano a essere considerate a buon mercato con un interessante potenziale di rendimento del capitale. Inoltre, passiamo da Lloyds a Natwest, in quanto ora vediamo un maggiore potenziale di rialzo degli utili per Natwest e riteniamo che le indicazioni sul Rote per il 2024 siano troppo prudenti. Inoltre, vediamo un interessante ritorno di capitale attraverso i dividendi, i buyback», conclude Citi. Le banche meno preferite, invece, sono Abn Amro, Banco Sabadell, Skandinaviska Enskilda Banken.
 
Intesa Sanpaolo: collocato bond in usd, ordini oltre 4,5 mld

MILANO (MF-NW)--Intesa Sanpaolo ha collocato con successo sul mercato americano un'emissione dual tranche. Nel dettaglio, si tratta di un Senior Preferred a 10 anni bullet per un nominale di 1,25 miliardi di dollari, a un livello pari a US Treasury + 290 punti base e con una cedola a tasso fisso del 6,625%. E di un Senior Non Preferred a 31 anni con possibilita' di essere richiamato al 30esimo anno, per un nominale di 1,5 miliardi di dollari, a un livello pari a US Treasury + 390 punti base e una cedola a tasso fisso del 7,778%. Il libro ordini totale, precisa una nota, e' di oltre 10 miliardi di dollari. Entrambe le tranche hanno data valuta 20 giugno 2023. Si tratta della prima emissione per un emittente bancario non americano (Yankee) sul comparto senior a 30 anni dopo quella di medesima durata fatta nel 2019, sempre da Intesa Sanpaolo e per 500 milioni di dollari. Si tratta inoltre del piu' grande libro ordini per una tranche a 30 anni per una banca Yankee europea dal 2014. Il libro ordini totale per oltre USD 10 miliardi - al momento del rilascio della guidance - ha permesso un restringimento di 25 punti base rispetto all'indicazione iniziale di spread (IPTs pari a UST+ 315 punti base) per la tranche a 10 anni Senior Preferred e di 35 punti base (IPTs pari a UST+ 425 punti base) per la tranche 31NC30 Senior Non Preferred. La transazione rappresenta il piu' grande Senior Non Preferred bond in valuta non-Euro mai emesso da Intesa Sanpaolo. L'emissione ha visto la partecipazione di piu' di 240 investitori, anche europei ed asiatici. Gli ordini hanno superato i 4,5 miliardi di dollari a solo due ore dall'annuncio. Le banche che hanno partecipato all'emissione in qualita' di Joint book runner sono state, oltre alla Divisione IMI CIB di Intesa Sanpaolo: Barclays, Bank of America, Goldman Sachs, HSBC Securities, J.P. Morgan, Morgan Stanley, TD Securities. com/bem (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

13/06/2023 13:43
 

INTESA, GOLDMAN SACHS HA QUOTA POTENZIALE DELLO 0,85%​

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(Teleborsa) - Goldman Sachs si muove sul capitale di Intesa Sanpaolo, sia tramite compravendita di azioni che altri strumenti. Secondo le comunicazioni della Consob relative alle partecipazioni rilevanti, con riferimento al 16 giugno, la banca d'affari statunitense ha una quota potenziale dello 0,85% del capitale.

Scendendo nei dettagli, lo 0,41% sono diritti di voto riferibili ad azioni, lo 0,10% è una partecipazione potenziale, lo 0,01% posizioni lunghe con regolamento fisico e lo 0,33% posizioni lunghe con regolamento in contanti.

L'ultima posizione dichiarata era complessivamente del 6,13% ed era relativa al 12 giugno.
 
La Vigilanza della Bce alza il pressing: le banche europee escano dalla Russia

Andrea Enria

La Vigilanza della Bce alza il pressing: le banche europee escano dalla Russia​

di Luca Gualtieri

Il nuovo appello del presidente del Supervisory Board Andrea Enria dopo il tentato golpe della Wagner. La sentenza del Tribunale di Londra contro Unicredit​

La Bce non dà tregua alle banche europee ancora presenti sul mercato russo. Martedì 27 giugno il presidente della vigilanza di Francoforte Andrea Enria ha messo di nuovo nel mirino gli istituti, dopo il tentato golpe della Wagner.

Le parole di Enria

La Bce «sollecita le banche ad accelerare l'uscita dalla Russia, visto l'aumento del rischio reputazionale, legale e finanziario», ha spiegato il dirigente della Vigilanza, che solo poche settimane fa era tornato sul tema.

La Vigilanza bancaria della Bce «ha esortato queste banche ad accelerare le loro strategie di ridimensionamento e di uscita adottando chiare tabelle di marcia e comunicando frequentemente con i loro organi direttivi e con la Vigilanza bancaria della Bce in merito all'esecuzione di questi piani», ha detto Enria in una lettera inviata ai membri del Parlamento europeo.

Cosa hanno fatto sinora le banche

Dal febbraio del 2022 a oggi la presenza in Russia è stata profondamente ridimensionata, sia con cessioni che con una graduale svalutazione delle attività. Questa seconda strada è stata ad esempio scelta dalle due maggiori banche italiane, Intesa Sanpaolo e Unicredit, che hanno ridotto fortemente l’esposizione verso il paese guidato da Vladimir Putin. Anche altri gruppi europei come Raiffeisen si stanno allineando alla Bce, tentando di uscire dalla Russia.

I problemi della exit

Come più volte ribadito dai banchieri nell’ultimo anno, lasciare la Russia non è un’impresa semplice. Lo scorso anno infatti il governo russo ha emesso un decreto che proibisce a 45 gruppi finanziari occidentali e giapponesi di cedere asset detenuti in Russia. A ciò si aggiunga che all'orizzonti non si vedono investitori disposti a subentrare alle banche europee su asset dal valore ormai alquanto incerto. Lo dimostra il fatto che dalla Russia è di fatto uscita sinora solo la francese SocGen, incassando peraltro una perdita pesante.

Le grane legali

Molte banche europee operanti in Russia stanno peraltro affrontando vertenze legali complesse, figlie del caos normative dell’ultimo anno. Unicredit è stata appena condannata dall’Alta Corte di Inghilterra e Galles al pagamento di 69 milioni di dollari di garanzie sulle lettere di credito emesse da Sberbank e aventi la banca italiana come istituto confermante. I pagamenti erano stati sospesi l’anno scorso all’entrata in vigore delle sanzioni occidentali contro il Cremlino. Un caso che testimonia l’alto livello di incertezza normativa in cui le banche europee si trovano a operare.

Orario di pubblicazione: 27/06/2023 10:56
Ultimo aggiornamento: 27/06/2023 11:28
 
Oggi sul quotidiano:


Le banche italiane restituiscono alla Bce oltre 120 miliardi di prestiti Tltro


Le banche italiane restituiscono alla Bce oltre 120 miliardi di prestiti Tltro​

di Luca Gualtieri

Quello versato ieri è il rimborso maggiore per gli istituti di credito tricolore. Intesa e Unicredit hanno restituito alla Bce quasi 100 miliardi. Ma i coefficienti di liquidità rimangono solidi. Le prossime rate previste a fine anno e nel 2024 saranno meno onerose​


Le banche italiane hanno superato la prova della rata più impegnativa del Tltro. Ieri complessivamente i primi cinque gruppi hanno rimborsato alla Bce quasi 120 miliardi dei prestiti concessi dalla banca centrale su 477 miliardi a livello continentale.
Leggi anche: Banche, per i prestiti c’è la mina Tltro a giugno

Il programma era stato lanciato da Mario Draghi nel 2019 per far fronte ai rimborsi che le banche dovevano sostenere per ripagare i precedenti Tltro del 2014 e del 2016. Tra novembre e marzo ci sono già stati rimborsi per 980 miliardi e la scadenza definitiva cadrà il prossimo anno.

Le scelte delle banche

Intesa Sanpaolo ha ridotto il totale ancora in essere di 31 miliardi a circa 45 miliardi per effetto della scadenza di ieri. Unicredit ha invece restituito alla Bce 65 miliardi, mentre l’anno prossimo avrà da pagare solo 13 miliardi. Complessivamente quindi per le due banche maggiori la rata è stata di quasi 100 miliardi. Mediobanca si è mossa in anticipo, rimborsando i 500 milioni in scadenza ieri nel dicembre scorso e 1,8 miliardi in scadenza a settembre nel primo trimestre di quest’anno. Piazzetta Cuccia ha inoltre già provveduto al rimborso anticipato della tranche in scadenza a dicembre 2023, riducendo l’esposizione complessiva a 5,5 miliardi.

Passando alle banche medie, Banco Bpm ha restituito 9 miliardi, avendone a questo punto 17,7 residui, mentre Bper ne ha versati 9,7 miliardi su 15,1 totali; per Modena rimangono quindi 5,4 miliardi, di cui 3,7 saranno rimborsati a settembre e 1,7 a marzo 2024. Quanto al credito cooperativo, Iccrea aveva ancora 26,3 miliardi di prestiti Bce a fine 2022, che scenderanno a 20,4 miliardi a fine 2023, mentre a metà 2024 sarà rimborsato l’importo residuo. Passando alle banche specializzate, Mediocredito Centrale ha deciso di versare a Francoforte 500 milioni; alla controllata di Invitalia rimangono così 3,5 miliardi di liquidità che andranno rimborsati entro la fine del 2024.

Le reazioni del mercato

Il pagamento della rata non ha avuto impatti significativi sui coefficienti di liquidità dei grandi istituti e ieri è stato salutato positivamente dal mercato. Quasi tutti gli istituti hanno chiuso la seduta borsistica in territorio positivo.

Secondo Banca d'Italia, a maggio l'ammontare residuo dei finanziamenti Tltro delle banche operanti in Italia era pari a 318 miliardi. A fronte di questi finanziamenti, gli istituti, nel medesimo periodo, avevano circa 300 miliardi di depositi presso la stessa Bce. Quindi, in prima approssimazione, i depositi presso la banca centrale coprivano circa il 94% del fabbisogno di liquidità necessaria a rimborsare i finanziamenti ricevuti tramite le Tltro.

MF - Numero 126 pag. 11 del 29/06/2023
 
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