Stai usando un browser molto obsoleto. Puoi incorrere in problemi di visualizzazione di questo e altri siti oltre che in problemi di sicurezza. . Dovresti aggiornarlo oppure usare usarne uno alternativo, moderno e sicuro.
“Forse la fotografia non è “scrivere con la luce”?
Con la differenza che, mentre lo scrittore è padrone della sua parola, il fotografo è posseduto dalla sua fotografia, dal limite imposto dal reale, che deve trascendere se non vuole diventarne prigioniero”.
Abbas
Abbas ha trascorso quasi sei decenni a documentare guerre e rivoluzioni in giro per il mondo, dall’Irlanda del Nord al Vietnam, Bangladesh, Medio Oriente passando per Cile, Cuba e il Sud Africa, senza contare la sua attenzione per altre tematiche trasversali, quale il rapporto tra le religioni e la società contemporanea.
“Ogni mia fotografia dovrebbe funzionare anche da sola, ma è visualizzandola insieme alle altre che acquista maggior valore.”
Abbas
Entrato nella Magnum nel 1980, 5 anni dopo ne diventa membro a tutti gli effetti.
“È stato un pilastro della Magnum, il padrino di una generazione intera di fotogiornalisti più giovani. Iraniano trapiantato a Parigi, era un cittadino del mondo che ha documentato senza sosta“.
Thomas Dworzak, presidente Magnum Photos
Nel 1958 la fotografa austriaca Inge Morath si recò a casa di Steinberg a New York per realizzare un ritratto dell'artista, che la accolse indossando una delle sue maschere di cartone.
Nacquero così, im maniera del tutto casuale i primi scatti di questa straordinaria sequenza.
In seguito i due collaborarono per sette anni a ritratti fotografici, singoli o di gruppo, in cui i soggetti posavano con le maschere di Steinberg.
Steinberg partiva dall' idea, centrale nella sua arte, secondo cui ognuno di noi indossa una maschera reale o metaforica.
Questa ne è la sua controprova.
Forma
Quella che da sempre viene detta composizione è il prodotto di un certo equilibrio, non sempre lo stesso (variabile secondo periodo e cultura), ma assolutamente sottomesso ai criteri di intelligibilità del destinatario.
Tempo
Non si tratta del tempo che fa, ma del tempo che passa.
Ogni fotografia mostra il suo carattere cronologico e può pretendere di scrivere la storia.
Agli inizi del secolo non esiste più contrasto fra fotografia e pittura, ogni contrapposizione si sposta all'interno dello stesso sistema di produzione tra coloro che praticano la fotografia commerciale e coloro che invece si pongono alla ricerca di una sua innovazione linguistica.
Diversi autori cominciano a guardare alla fotocamera come ad un nuovo mezzo espressivo, così prossimo a quelle esigenze di "modernità" che i mutati tempi, e in particolare la stagione industriale, richiedono.
All'interno di questa attività che viene messa a punto la tecnica del fotomontaggio, un differente veicolo comunicativo fondato sull'impiego di frammenti e ritagli fotografici assemblati insieme.
"Noi ci consideravamo ingegneri, asserivamo di essere costruttori e di montare i nostri lavori (come fa un fabbro)".
Hausmann apprende a manipolare in modo differente i linguaggi.
Se il collage cubista permise un avanzamento nell’investigazione dello spazio, il fotomontaggio consente di analizzare l’immagine e il suo funzionamento.
Il lavoro artistico diventa progettualità fondata sulle forme geometriche del visibile naturale rientrando nella Gestalt (forma) che viene elaborata proprio in questi anni.
Oltre a Hausmann, Hannah Höch, Johan Heartfield e George Grosz, sono i principali fruitori della tecnica del fotomontaggio Berlinese.
ABCD (prima immagine) è l'ultimo fotomontaggio di Hausmann realizzato nel 1923 ca.
Manifesto dell’estetica della non-arte (un grido lanciato all’occhio e all’orecchio dello spettatore) proclama, contro ogni forma di
accademismo, l’insondabile movimento alla vita.
Inquadrature, contrasti netti, strutture astratte, situazioni che riproducessero effetti surrealisti, stampe in negativo, solarizzazioni, sono i mezzi espressivi di Steinert e dei suoi allievi.
Queste tecniche si rifacevano dichiaratamente ad alcuni grandi fotografi come Man Ray e soprattutto Moholy-Nagy.
Nel 1948 ricevette l'incarico di tenere un corso presso la Scuola statale d'arte e di artigianato di Saarbrücken e l'anno successivo fondò il gruppo “Fotoform” allo scopo di riportare in auge le espressioni artistiche d'avanguardia soffocate dal regime nazista.
Si deve a questo movimento la nascita e la diffusione della corrente stilistica denominata*
Subjective Photographie.
Nato a Parigi da genitori rumeni, Eli Lotar è stato un regista e fotografo surrealista nella cerchia di René Clair, Luis Buñuel, Germaine Krull e André Kertész.
Nel 1929 accettò una commissione dalla rivista Documents, la voce di un gruppo scissionista surrealista guidato da Georges Bataille, per illustrare la parola macello ("mattatoio") nella sezione "Dizionario" della rivista.
Realizza un reportage al macello della Villette, alle porte di Parigi, di realismo spietato per la loro giustapposizione di uccidere da un lato e banale ordine dall'altro.
Negli ultimi anni Eli fotografava Alberto Giacometti all’opera nel suo studio.
E Alberto scolpiva busti di Eli, che sembrava un decadente imperatore romano.
Giacometti morì nel 1966, Lotar nel 1969.
A lungo sulla tomba di Alberto, nel Ticino, lasciarono un busto di Eli.
Rimasto incompiuto.
@e già beh a dire il vero ci sono anche altre piattaforme che offrono servizi simili anche gratis (ma spesso hanno un'indicizzazione mal fatta) tipo Invaluable... poi ArsValue, ma non so' se e' ancora attiva. Senza dubbio ArtPrice per mia esperienza e' la migliore, ma anche caretta assai...
Vediamo se gli amici del FoL hanno altri suggerimenti...
ArtPrice è la migliore e ti segnala tutte le aste del mondo (ovviamente pagando ) come giustamente scrive @eelle25
In alternativa segui le case d'asta principali, che sono le tre major e oltre a quelle citate nel mio precedente messaggio qualche italiana (il Ponte, Bertolami e Boetto ad es.).
Ps, se poi sei pigro, vivi in una grande città e non vuoi avere problemi di spedizione, dogane ecc. segui solo le aste cittadine.
Ma io sono un caso limite.
Roger Fenton nel 1853 fonda la Royal Photographic Society, dal 1854 è fotografo della Real Casa, lo stesso anno parte per la Crimea, inviato da Sua Maestà, finanziato dalla Corona, dal Governo britannico e dall’editore Thomas Agnew, che già intuiva il ritorno economico della missione.
Viaggiava con un carro-laboratorio su cui preparava emulsioni al collodio umido e lastre, sviluppava e stampava a contatto.