Investimento in un'attività commerciale o in una tabaccheria parte 4^ ‎

ho i miei dubbi che questo governo abbia la forza per mettersi contro una buona parte delle attività commerciali :mmmm:
Questo lo credo anche io.
E sicuramente una liberalizzazione non è fattibile da un giorno all'altro (considerata la rete di distribuzione sul territorio, i vari regolamenti e via dicendo) ma comporta una riogranizzazione dell'intero sistema.
Per non parlare del fatto che secondo me non converrebbe nemmeno allo stato avere da un momento all'altro 50.000 famiglie e probabilmente 100-150.000 persone da ricollocare nel mercato del lavoro.
Però non capisco i motivi per cui si parla di liberalizzazione delle licenze in continuazione, cosa che anche se non avviene influirà sul mercato e renderà difficile vendere un'attività simile.
Spero che il sindacato anzichè parlare di rapporti inesistenti con la pubblica amministrazione come se i tabaccai godessero degli stessi privilegi di funzionari pubblici prenda una posizione netta e, se la cosa è inevitabile, lo dica subito così da consentire, a chi può, di riorganizzarsi.
 
Questo lo credo anche io.
E sicuramente una liberalizzazione non è fattibile da un giorno all'altro (considerata la rete di distribuzione sul territorio, i vari regolamenti e via dicendo) ma comporta una riogranizzazione dell'intero sistema.
Per non parlare del fatto che secondo me non converrebbe nemmeno allo stato avere da un momento all'altro 50.000 famiglie e probabilmente 100-150.000 persone da ricollocare nel mercato del lavoro.
Però non capisco i motivi per cui si parla di liberalizzazione delle licenze in continuazione, cosa che anche se non avviene influirà sul mercato e renderà difficile vendere un'attività simile.
Spero che il sindacato anzichè parlare di rapporti inesistenti con la pubblica amministrazione come se i tabaccai godessero degli stessi privilegi di funzionari pubblici prenda una posizione netta e, se la cosa è inevitabile, lo dica subito così da consentire, a chi può, di riorganizzarsi.
alla fine non faranno niente , al max daranno il contentino ai benzinai ( una buona parte ha già la licenza tabacchi )
vediamo un po la FIT come reagisce la settima prox
 
ho i miei dubbi che questo governo abbia la forza per mettersi contro una buona parte delle attività commerciali :mmmm:
cmq se dovesse avverarsi è la fine della classica tabaccheria che vende tabacchi + giochi + articoli vari ( come la mia ) , o si allarga l'attività aggiungendo bar o edicola , o si vende ma ad un prezzo molto più basso :(

Non so cosa succederà, però onestamente non credo che le tabaccherie siano ''buona aprte delle attività commerciali''.

E' più facile colpire le tabaccherie tra tutte imho, molto più facile per es delle farmacie.
 
Sul Corsera, l'ennesima notizia di una probabile liberalizzazione delle licenze tabacchi: Orari liberi per i negozi e accesso alle professioni: i nuovi stop ai vincoli - Corriere della Sera
Sappiamo che, come è accaduto altre volte, probabilmente questa norma in sede di dibattimento sarà tolta, sarà rinviata etc etc etc e quindi la categoria dei tabaccai sarà salva, per qualche tempo.
Ma ormai è chiaro che se in un anno si è proposto ben due volte di liberalizzare le licenze, prima tentando di darle come contentino alle stazioni di servizio e quindi liberalizzandole in toto, bisogna prendere atto che si tratta di una proposta che gode di consenso politico e che prima o poi rischia di passare del tutto. Io onestamente pensavo ci volesse una altro decennio o poco più, ma i tempi sembrano accelerare.
Di sicuro si capisce che i tabaccai, al contrario di ciò che dice la Fit, non hanno un presunto Rapporto Privilegiato con lo Stato o un Ruolo Sociale Terribilmente Importante Che Nessuno Altro Ha e di essere per questo tutelati.
E questo continuo parlare di liberalizzazioni non danneggia la categoria ed il valore stesso delle licenze?
Di sicuro per moltissime tabaccherie sarebbe la fine. Per quanto preveda che una liberalizzazione delle licenze interesserebbe solo ai bar, ai piccoli supermercati cittadini, alle stazioni di servizio e nei luoghi di svago (tipo discoteche, pub, sale da gioco e via dicendo) di fatto le tabaccherie non saprebbero riorganizzarsi. Molte hanno piccole dimensioni, blindature varie dovute alla grande quantità di moneta circolante (di proprietà dello Stato, di Lottomatica o della Lis, però) o alla presenza di un magazzino importante e non vendono tante altre cose. E di certo coi servizi finanziari e con le bollette non vale la pena nemmeno alzarsi e andare a lavorare.
Sarebbe bene che la Fit anzichè fare proclami e vantarsi di situazioni inesistenti inziasse a dirci di che morte si deve morire :clap:

ho i miei dubbi che questo governo abbia la forza per mettersi contro una buona parte delle attività commerciali :mmmm:
cmq se dovesse avverarsi è la fine della classica tabaccheria che vende tabacchi + giochi + articoli vari ( come la mia ) , o si allarga l'attività aggiungendo bar o edicola , o si vende ma ad un prezzo molto più basso :(

Non ho verificato se la fonte è giusta, mà il comma 1 dell'articolo recita:


Art. 3
Abrogazione delle indebite restrizioni all'accesso
e all'esercizio delle professioni e delle attivita' economiche

1. In attesa della revisione dell'articolo 41 della Costituzione,
Comuni, Province, Regioni e Stato, entro un anno dalla data di
entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto,
adeguano i rispettivi ordinamenti al principio secondo cui
l'iniziativa e l'attivita' economica privata sono libere ed e'
permesso tutto cio' che non e' espressamente vietato dalla legge nei
soli casi di:
a) vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli
obblighi internazionali;
b) contrasto con i principi fondamentali della Costituzione;
c) danno alla sicurezza, alla liberta', alla dignita' umana e
contrasto con l'utilita' sociale;
d) disposizioni indispensabili per la protezione della salute
umana, la conservazione delle specie animali e vegetali,
dell'ambiente, del paesaggio e del patrimonio culturale;

e) disposizioni che comportano effetti sulla finanza pubblica.



non rientriamo nelle categorie D ed E o sbaglio? :D
 
In quel caso le licenze sarebbero salve.... però non è che si può vivere sempre con il terrore.... negli altri paesi europei c'è il monopolio?
 
vi state facendo delle pippe mentali incredibili, nella direttiva bolkenstein gia' e' scritto tutto
 
vi state facendo delle pippe mentali incredibili, nella direttiva bolkenstein gia' e' scritto tutto

Ovvero?
puoi fare un esempio, tanto per sottolineare qello che dici?
grazie kimo.:)
 
Questo lo credo anche io.
E sicuramente una liberalizzazione non è fattibile da un giorno all'altro (considerata la rete di distribuzione sul territorio, i vari regolamenti e via dicendo) ma comporta una riogranizzazione dell'intero sistema.
Per non parlare del fatto che secondo me non converrebbe nemmeno allo stato avere da un momento all'altro 50.000 famiglie e probabilmente 100-150.000 persone da ricollocare nel mercato del lavoro.
Però non capisco i motivi per cui si parla di liberalizzazione delle licenze in continuazione, cosa che anche se non avviene influirà sul mercato e renderà difficile vendere un'attività simile.
Spero che il sindacato anzichè parlare di rapporti inesistenti con la pubblica amministrazione come se i tabaccai godessero degli stessi privilegi di funzionari pubblici prenda una posizione netta e, se la cosa è inevitabile, lo dica subito così da consentire, a chi può, di riorganizzarsi.

Lupak, questo governo se ne frega delle persone che mette per strada, se vuoi ti faccio un esempio, nel settore delle energie rinnovabili hanno cambiato il sistema dei contributi per la produzione di energia elettrica per ben due volte nell'arco di sei mesi creando diversi problemi al settore il quale adesso è in forte crisi e molte aziende che avevano assunto tanti giovani laureati ingegneri ed architetti (che altrimenti sarebbero andati a lavorare all'estero) adesso li stanno tutti licenziando poichè le commesse sono crollate. Quindi non hanno preso in considerazione il fatto che avrebbero messo per strada tanti giovani laureati.
 
Non so cosa succederà, però onestamente non credo che le tabaccherie siano ''buona aprte delle attività commerciali''.

E' più facile colpire le tabaccherie tra tutte imho, molto più facile per es delle farmacie.

Le farmacie non le toccano perchè dentro il governo c'è il presidente degli ordini dei farmacisti che leggifera insieme a Gasparri e anzi vogliono togliere le parafarmacie che erano state introdotte un paio di anni fa. Quindi se non hai un santo che ti protegge all'interno del governo non sei nessuno, se ne fregano dei sindacati,federazioni etc etc
 
Ultima modifica:
Il comma 1, dell’articolo 1, del D.Lgs. n. 59/10, stabilisce che ”le disposizioni del presente decreto si applicano a qualunque attività economica, di carattere imprenditoriale o professionale, svolta senza vincolo di subordinazione, diretta alla scambio di beni o alla fornitura di altra prestazione anche a carattere intellettuale”.

All’articolo 2 vengono individuate le attività nei confronti delle quali il decreto non si applica:

a) alle attività connesse con l’esercizio di pubblici poteri, quando le stesse implichino una partecipazione diretta e specifica all’esercizio del potere pubblico e alle funzioni che hanno per oggetto la salvaguardia degli interessi generali dello Stato e delle altre collettività pubbliche;

b) alla disciplina fiscale delle attività di servizi;

c) ai servizi d’interesse economico generale assicurati alla collettività in regime di esclusiva da soggetti pubblici o da soggetti privati, ancorché scelti con procedura ad evidenza pubblica, che operino in luogo e sotto il controllo di un soggetto pubblico.

Le disposizioni del decreto non si applicano, inoltre, nei casi previsti negli articoli da 3 a 7 e precisamente:

• servizi sociali (art. 3);
• servizi finanziari (art. 4);
• servizi di comunicazione (art. 5);
• servizi di trasporto (art. 6);
• servizi di somministrazione di lavoratori forniti dalle agenzie per il lavoro, autorizzate ai sensi del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276;
• servizi sanitari e a quelli farmaceutici forniti direttamente a scopo terapeutico nell’esercizio delle professioni sanitarie, indipendentemente dal fatto che vengano prestati in una struttura sanitaria e a prescindere dalle loro modalità di organizzazione, di finanziamento e dalla loro natura pubblica o privata;
• servizi audiovisivi, ivi compresi i servizi cinematografici, a prescindere dal modo di produzione, distribuzione e trasmissione, e i servizi radiofonici;
• gioco d’azzardo e di fortuna comprese le lotterie, le scommesse e le attività delle case da gioco;
• servizi privati di sicurezza;
 
Che cazz.. scrivono sti giornalisti?

Il comma 1, dell’articolo 1, del D.Lgs. n. 59/10, stabilisce che ”le disposizioni del presente decreto si applicano a qualunque attività economica, di carattere imprenditoriale o professionale, svolta senza vincolo di subordinazione, diretta alla scambio di beni o alla fornitura di altra prestazione anche a carattere intellettuale”.

All’articolo 2 vengono individuate le attività nei confronti delle quali il decreto non si applica:

a) alle attività connesse con l’esercizio di pubblici poteri, quando le stesse implichino una partecipazione diretta e specifica all’esercizio del potere pubblico e alle funzioni che hanno per oggetto la salvaguardia degli interessi generali dello Stato e delle altre collettività pubbliche;

b) alla disciplina fiscale delle attività di servizi;

c) ai servizi d’interesse economico generale assicurati alla collettività in regime di esclusiva da soggetti pubblici o da soggetti privati, ancorché scelti con procedura ad evidenza pubblica, che operino in luogo e sotto il controllo di un soggetto pubblico.

Le disposizioni del decreto non si applicano, inoltre, nei casi previsti negli articoli da 3 a 7 e precisamente:

• servizi sociali (art. 3);
• servizi finanziari (art. 4);
• servizi di comunicazione (art. 5);
• servizi di trasporto (art. 6);
• servizi di somministrazione di lavoratori forniti dalle agenzie per il lavoro, autorizzate ai sensi del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276;
• servizi sanitari e a quelli farmaceutici forniti direttamente a scopo terapeutico nell’esercizio delle professioni sanitarie, indipendentemente dal fatto che vengano prestati in una struttura sanitaria e a prescindere dalle loro modalità di organizzazione, di finanziamento e dalla loro natura pubblica o privata;
• servizi audiovisivi, ivi compresi i servizi cinematografici, a prescindere dal modo di produzione, distribuzione e trasmissione, e i servizi radiofonici;
• gioco d’azzardo e di fortuna comprese le lotterie, le scommesse e le attività delle case da gioco;
• servizi privati di sicurezza;

Che cazz.. scrivono sti giornalisti?:angry::angry::angry::angry::angry::angry::angry::angry::angry::angry::angry::angry::angry::angry::angry:

Orari liberi per i negozi e accesso alle professioni: i nuovi stop ai vincoli - Corriere della Sera
Orari liberi per i negozi e accesso alle professioni: i nuovi stop ai vincoli
Sui taxi si cambia, niente numero chiuso. La «vacatio legis» sull'acqua e la svolta per tabaccai e farmacie

ROMA - Negozi in città aperti anche di domenica, a Ferragosto o Natale: l'ultima manovra estende la sperimentazione prevista in quella di luglio che era limitata alle località turistiche e alle città d'arte. Via alla liberalizzazione dei servizi pubblici, con le Regioni e gli enti locali chiamati entro un anno ad adeguare i propri statuti alla libera concorrenza. E se le lenzuolate di Bersani avevano incontrato delle resistenze, il decreto prevede una spinta: l'adeguamento di Comuni, Province e Regioni «costituisce elemento di valutazione della virtuosità degli enti» in base al «nuovo patto di stabilità interno». Addio anche - almeno sulla carta - al numero chiuso per tabaccai, edicole, farmacie, taxi e per tutte le attività contingentate in base al bacino di utenza. Nella manovra di Ferragosto è espresso un principio di liberalizzazioni tout-court: «L'iniziativa e l'attività economica privata sono libere ed è permesso tutto ciò che non è espressamente vietato dalla legge». Una mossa che divide. «La norma serve al governo per avere il titolo "liberalizzazioni" nella manovra perché glielo chiedeva l'Europa. In realtà colpendo tutto non colpisce nessuno, perché il governo non ha interesse a toccare determinati settori», attacca Antonio Lirosi, che è stato il primo «Mister Prezzi» e oggi è responsabile diritti dei consumatori del Pd. Bisogna fare delle distinzioni, ribatte Stefano Saglia, sottosegretario allo Sviluppo: «Solo trasporti, ambiente e servizio idrico» sono direttamente liberalizzati. Anche l'acqua, dopo il referendum? «Per come è stato propagandato il referendum si chiedeva di scegliere: acqua pubblica sì o no. In realtà - risponde Saglia - abrogando l'articolo 23 bis si è creata una vacatio legis . Ma c'è confusione, liberalizzare non vuol dire cedere ai privati». Ecco cosa prevede la manovra:
 
Che cazz.. scrivono sti giornalisti?

vi state facendo delle pippe mentali incredibili, nella direttiva bolkenstein gia' e' scritto tutto

Ovvero?
puoi fare un esempio, tanto per sottolineare qello che dici?
grazie kimo.:)

Il comma 1, dell’articolo 1, del D.Lgs. n. 59/10, stabilisce che ”le disposizioni del presente decreto si applicano a qualunque attività economica, di carattere imprenditoriale o professionale, svolta senza vincolo di subordinazione, diretta alla scambio di beni o alla fornitura di altra prestazione anche a carattere intellettuale”.

All’articolo 2 vengono individuate le attività nei confronti delle quali il decreto non si applica:

a) alle attività connesse con l’esercizio di pubblici poteri, quando le stesse implichino una partecipazione diretta e specifica all’esercizio del potere pubblico e alle funzioni che hanno per oggetto la salvaguardia degli interessi generali dello Stato e delle altre collettività pubbliche;

b) alla disciplina fiscale delle attività di servizi;

c) ai servizi d’interesse economico generale assicurati alla collettività in regime di esclusiva da soggetti pubblici o da soggetti privati, ancorché scelti con procedura ad evidenza pubblica, che operino in luogo e sotto il controllo di un soggetto pubblico.

Le disposizioni del decreto non si applicano, inoltre, nei casi previsti negli articoli da 3 a 7 e precisamente:

• servizi sociali (art. 3);
• servizi finanziari (art. 4);
• servizi di comunicazione (art. 5);
• servizi di trasporto (art. 6);
• servizi di somministrazione di lavoratori forniti dalle agenzie per il lavoro, autorizzate ai sensi del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276;
• servizi sanitari e a quelli farmaceutici forniti direttamente a scopo terapeutico nell’esercizio delle professioni sanitarie, indipendentemente dal fatto che vengano prestati in una struttura sanitaria e a prescindere dalle loro modalità di organizzazione, di finanziamento e dalla loro natura pubblica o privata;
• servizi audiovisivi, ivi compresi i servizi cinematografici, a prescindere dal modo di produzione, distribuzione e trasmissione, e i servizi radiofonici;
• gioco d’azzardo e di fortuna comprese le lotterie, le scommesse e le attività delle case da gioco;
• servizi privati di sicurezza;

Orari liberi per i negozi e accesso alle professioni: i nuovi stop ai vincoli - Corriere della Sera

Orari liberi per i negozi e accesso alle professioni: i nuovi stop ai vincoli

Sui taxi si cambia, niente numero chiuso. La «vacatio legis» sull'acqua e la svolta per tabaccai e farmacie

ROMA - Negozi in città aperti anche di domenica, a Ferragosto o Natale: l'ultima manovra estende la sperimentazione prevista in quella di luglio che era limitata alle località turistiche e alle città d'arte. Via alla liberalizzazione dei servizi pubblici, con le Regioni e gli enti locali chiamati entro un anno ad adeguare i propri statuti alla libera concorrenza. E se le lenzuolate di Bersani avevano incontrato delle resistenze, il decreto prevede una spinta: l'adeguamento di Comuni, Province e Regioni «costituisce elemento di valutazione della virtuosità degli enti» in base al «nuovo patto di stabilità interno». Addio anche - almeno sulla carta - al numero chiuso per tabaccai, edicole, farmacie, taxi e per tutte le attività contingentate in base al bacino di utenza. Nella manovra di Ferragosto è espresso un principio di liberalizzazioni tout-court: «L'iniziativa e l'attività economica privata sono libere ed è permesso tutto ciò che non è espressamente vietato dalla legge». Una mossa che divide. «La norma serve al governo per avere il titolo "liberalizzazioni" nella manovra perché glielo chiedeva l'Europa. In realtà colpendo tutto non colpisce nessuno, perché il governo non ha interesse a toccare determinati settori», attacca Antonio Lirosi, che è stato il primo «Mister Prezzi» e oggi è responsabile diritti dei consumatori del Pd. Bisogna fare delle distinzioni, ribatte Stefano Saglia, sottosegretario allo Sviluppo: «Solo trasporti, ambiente e servizio idrico» sono direttamente liberalizzati. Anche l'acqua, dopo il referendum? «Per come è stato propagandato il referendum si chiedeva di scegliere: acqua pubblica sì o no. In realtà - risponde Saglia - abrogando l'articolo 23 bis si è creata una vacatio legis . Ma c'è confusione, liberalizzare non vuol dire cedere ai privati». Ecco cosa prevede la manovra:
Licenze, addio alle restrizioni
Entro dicembre vanno «abrogate le restrizioni in materia di accesso ed esercizio delle attività economiche». Dunque le licenze non avranno più vincoli per «area geografica, popolazione e criteri di fabbisogno»: ci potrebbero essere due farmacie o due tabaccherie nella stessa strada e nessuna nelle periferie poco appetibili commercialmente; via i divieti di esercizio di una attività economica al di fuori di una certa area geografica e le imposizioni di distanze minime tra le localizzazioni delle sedi deputate. «Singole attività economiche possono essere escluse» con decreto del presidente del Consiglio. Ma così come è scritta la manovra bis, l'interpretazione è quella di una liberalizzazione omnibus. «Sì, ma questo non significa che sia politicamente percorribile», chiarisce Saglia: ci sono da bilanciare gli interessi delle categorie interessate e la norma si deve armonizzare con le competenze delle Regioni e dei Comuni. Infatti, «la fase successiva sarà un regolamento e il passaggio in Conferenza Stato-Regioni e in quel contesto andranno valutati i settori di intervento».



GRAZIE KIMO, ma sei un tabaccaio?
 
...cut...

GRAZIE KIMO, ma sei un tabaccaio?

---> diciamo che la famiglia ha diversi interessi economici...cmq -se interessa- potrei sempre progettarti uno space shuttle su misura...mi bastano 5 anni e un 10 milioni di euro come anticipo per il progetto...interessa ?? :D
 
---> diciamo che la famiglia ha diversi interessi economici...cmq -se interessa- potrei sempre progettarti uno space shuttle su misura...mi bastano 5 anni e un 10 milioni di euro come anticipo per il progetto...interessa ?? :D

No grazie.
al massimo mi potrebbero servire dei carri armati, c'è li hai?:bow:
 
(ASCA) - Roma, 22 ago - Un miliardo e mezzo per ognuno dei prossimi tre anni da giochi, accise e tabacchi. E' la stangata in arrivo per giocatori e operatori prevista dalla relazione tecnica del Governo che accompagna la manovra bis. Lo comunica l'Agipronews in una nota. Secondo un'elaborazione di Agipronews sui primi sei mesi del 2011, il settore - con una raccolta complessiva di circa 36 miliardi di euro (+19,33% sul primo semestre 2010) - ha restituito in vincita poco piu' del 75% ai giocatori (quasi 27 miliardi), con circa il 13% della raccolta destinata all'Erario (circa 4,7 miliardi), e il restante 12% diviso tra i diversi componenti della filiera (poco piu' di 4,3 miliardi), vale a dire concessionari, ricevitori e gestori. La manovra tendera' ad ampliare la quota erariale a partire, con ogni probabilita', dal prelievo sulle Slot machine intaccando cosi' i margini dei concessionari e dei ricevitori. In particolare, questi ultimi rischiano di perdere qualche punto percentuale rispetto all'8% percepito sui giochi piu' popolari come Gratta e Vinci (Other OTC: VCISF.PK - notizie) , SuperEnalotto e Lotto.

Manovra Bis: Stangata Miliardaria In Arrivo Sui Giochi - Yahoo! Finanza
 
tutto questo copia e incolla di normative,articoli di giornali etc...e alla fine non ho capito una cippa :wall:

un riassunto con i punti cardine è gradito OK!
 
Ci sono pro e contro. Io sono tabaccaio da 4 anni e prima lavoravo come commerciale per una multinazionale.
Vi assicuro che da un punto di vista mentale sono piu tranquillo rispetto a prima dove i risukltati di vendita era monitorati in maniera mostruosa e aprova di di stress e dico questo nonostante il notevole investimento e le relative preoccupazioni. Ma lavori a casa tua e non devi sottostare a nessuno. L'impegno di ore però è notevole
Detto questo vi dico che per quello che ne so la tabaccheria non ha piu la resa come prima e questo a causa di un po tutti i motivi citati sopra negli altri interventi.
Ma indubbiamente è tra le attività in proprio con il minor rischio d'impresa.
E vero che altre attività hanno margini nemmeno paragonabili ai nostri, ma di questi tempi vedo vicino a me negozi che non scontrinano nemmeno quel poco per sopravvivere. Insomma si puo dire che se va bene non puoi radddoppiare gli introiti, se va male invece lo stipendio per vivere ci salta fuori.
Ovviamente in linea generale, trattasi sempre di attività indipendente con i relativi rischi
Nell'acquisto consiglio di fare il mutuo al massimo per la metà della cifra eil resto è meglio avere disponibilità, altrimenti la rata del mutuo rischia di erodere in modo non sostenibile la reddività.
Quando leggo di certi aggi seono sempre in base a quante persone ci lavorano.
I miracoli non li fa nessuno. Non esiste che uno fa gli stessi aggi con metà personale rispetto ad un altro. E' questione di produttività
L'unica cosa sono le slot che incassano senza impegno di personale.
Ma io non le ho a causa dell'ambiente piccolo e anche perchè titubante dal fatto che quelle macchinette attirano persone poco gradite nel negozio.


Sono in accordo,infatti un conoscente ha fatto una scelta simile.Un discreto stipendio senza lo stress del dipendere da altri e rischio di impresa contenuto,considerando le riviste in reso etc.Il punto è riuscire a spuntare un buon prezzo in compravendita.
 
alla fine non faranno niente , al max daranno il contentino ai benzinai ( una buona parte ha già la licenza tabacchi )
vediamo un po la FIT come reagisce la settima prox

già
qualche anno fà quando gestivamo alcuni distributori e avevamo richiesto la licenza per uno che aveva anche il bar non la diedero perchè la distanza era di soli 400 metri contro i 450 necessari come rivendita speciale ma ora ho visto che l'hanno data a un distributore che non dista nemmeno 300 metri da un bar tabacchi, su una strada statale.
 
Indietro