Investire in arte...

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matra simca

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In varie conversazioni avute qui e altrove è venuto fuori un certo interesse verso una forma di investimento un po' particolare , ma in realtà assai conveniente.
L'argomento è molto vasto e difficile da trattare e io non sono di sicuro un grande esperto per cui finirò per procedere come al solito : a casaccio...:D

Innanzitutto devo dire che la mia esperienza personale è piuttosto limitata , anche se ho svariato in settori diversi , e il mio scopo non era tanto quello di "investire" dei soldi quanto di "godermi" dei guadagni .
Quindi , in poche parole , il mio non è stato un approccio da investitore , ma da appassionato.
E forse proprio questo ha poi fatto sì che le somme spese si siano anche rivelate un ottimo investimento.

Essendo però in un sito economico , cercherò di ricordarmi anche dell'aspetto meramente finanziario...
...anzi , comincio proprio da questo:

Quali sono i vantaggi dell'investire in arte:

- Fisco
Il possesso di un'opera d'arte , anche di grande valore , non è soggetto ad alcuna imposta e neppure alla tassa di Successione.
In caso di rivendita dell'opera e di relativa plusvalenza , quest'ultima non viene assolutamente tassata dallo stato.
Per le aziende , ci sono altri vantaggi , ma non mi sembra sia qui il caso di parlarne.

- Fruibilità
Mentre altri beni voluttuari che acquistiamo per averne la disponibilità , perdono di valore nel tempo (es. auto/barche ecc.) le opere d'arte vengono "godute" e generalmente si rivalutano.

E' ovvio che ci sono anche degli svantaggi:

- Incertezza sul valore
Non esistendo una quotazione "ufficiale" bisogna rivolgersi al mercato formato da privati , aste e galleristi.
Non sempre i prezzi corrispondono e non sempre possiamo essere certi di comprare e vendere ad un prezzo corretto.

- Conoscenza del mercato
Il mercato è molto vasto e popolato di "bidoni" che bisogna saper distinguere. L'improvvisazione è deleteria mentre lo studio e l'esperienza sono necessari.
(questo vale però anche per le azioni e daltre forme di investimento)

- Liquidità dell'investimento
Varia molto a secondo del tipo di opera acquistata. Alcune non sono facilmente rivendibili.
 
Trattandosi di un vero e proprio mercato , esistono ovviamente strumenti finanziari per valutarne l'andamento , come ad esempio l'indice AAI (All Art Index) di cui , ad esempio si può studiare il grafico...
L'indice è poi composto da 3 sotto-indici :
Americans
Old Masters
Impressionist+Modern

Se partiamo dal 1950 , notiamo che l'indice a seguito esattamente l'andamento dello S&P500 fino agli anni sessanta.
Dal 1960 in poi , l'indice AAI si stacca decisamente e sovraperforma di gran lunga l'equity .
Da notare che ciò avviene con tutti e tre i sottoindici , ma in modo molto netto con il segmento Impressionisti e Moderni.

Ecco il commento di un analista di borsa (il commento si basa solamente sullo studio del grafico in quanto chi scrive è completamente digiuno di conoscenza del mercato artistico):

"Nel suo andamento ascendente AAI ha disegnato tipicamente una enorme onda impulsiva al rialzo incrementando da 0 a 300 (inizio anni '90); tale onda e' suddivisa internamente in onda 1 piccola, onda 3 composta da 5 sub-onde, ed onda 5 praticamente verticale che ha creato il top ad inizio anni '90. In questa fase l'equity e' passato da 0 a circa 50. La gran parte degli anni '90 invece il mercato AAI ha accusato una pesante flessione organizzata in 3 onde discendenti (zig-zag) ed arrivando nuovamente in area 175 negli anni 1995-1997. Tale movimento ribassista fu forse causato dalla contemporanea esplosione tlc-tech-web che ha interessato l'equity negli anni '90. Non appena infatti i due mercati sono ritornati a congiungersi graficamente si e' avuto di li a poco il crollo dell'azionario e la continuazione dell'AAI con formazione di un nuovo top 50 punti superiore al precedente ed inizio di flessione nel 2002.
COMMENTO
- Il mercato AAI ha sempre sovraperformato il benchmark dell'equity.
- Questa sopvra-performance e' stata particolarmente evidente nel periodo 1960-1990 e 2000-2002.
- Invece il periodo 1990-1996 ha conciso con un prababile travaso di liquidita' dal mercato AAI a quello equity man mano che prendeva corpo la bolla azionaria di fine millennio.
- Negli ultimi due anni di bolla invece AAI ha ripreso ad attirare liquita' proseguendo indenne ai tracolli del 2000 e 2001, formando nuovi top assoluti.
- La recente flessione che sta accusando AAI potrebbe essere sentore di un nuovo potente rialzo dell'equity se dovessero essere infrante le soglie di top 1990 e 1997, in quanto sancirebbero l'avvio di una piu' profonda correzione nuovamente verso i minimi di anni '90; se invece tali livelli dovessero reggere allora la liquidita' dirottata sull'equity sarebbe sottile e breve, non intaccando il bear trend strutturale in atto dal 2000. "
(Salvatore Vicidomini)
 
Le opere notificate non possono lasciare il suolo italiano.
In asta si pagano commissioni intorno al 24%.
Molti dipinti antichi sono restaurati in qualche modo, pertanto il loro valore reale è sensibilmente inferiore.
Parte dei mobili antichi sono assemblati.
Le opere moderne sono spesso falsificate.
Il collezionismo , come hai scritto tu, è soprattutto passione.
Fondamentale è la conoscenza di canali di fiducia, sia per l'acquisto che per la vendita.
Moltissime persone credono di avere in caso degli autentici capolavori. Spesso non è così.
Moltissime persone sono persuase che l'acquisto delle opere di un'artista si rivaluterà nel tempo. Spesso non è così.
Una porcellana , un tappeto, un vetro od un avorio non integri non hanno alcun valore commerciale. Anche se molti mercanti hanno fatto la loro fortuna vendendo frammenti.
Comunque il possedere un'opera che piace è una piccola gioia quotidiana.E quando è anche di valore , si aggiunge il compiacimento di esserne il possessore e l'acquirente.
 
Quello che dici è sostanzialmente vero e voglio specificare che il mio non è un incitamento ad investire in opere d'arte , ma la risposta ad un invito ricevuto a raccontare il mio approccio al collezionismo.
Prima di raccontare la mia esperienza personale , volevo però tratteggiare a grosse linee la situazione del mercato.
 
Scritto da matra simca
Quello che dici è sostanzialmente vero e voglio specificare che il mio non è un incitamento ad investire in opere d'arte , ma la risposta ad un invito ricevuto a raccontare il mio approccio al collezionismo.
Prima di raccontare la mia esperienza personale , volevo però tratteggiare a grosse linee la situazione del mercato.

Io non l'ho interpretato come tale. E' un 3d interessante. Pensavo , semplicemente, lo avessi terminato.
;)
 
Sono solo all'inizio... :rolleyes: :o , ma sono molto più contento se c'è uno scambio d'opinioni e non un monologo...e quindi interventi come il tuo possono aiutare molto (anche perché il campo è praticamente sterminato)

matra:)
 
molto interessante.Grazie Matra.
 
Grazie Matra. Si preannuncia un interessantissimo thread.

In attesa che Matra sviluppi il suo discorso, gustiamoci Spike's Folly di Willem De Kooning


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:D :D
 
Sono 10 anni che coltivo questa passione;)
Mentre altri acquistavano BTP, io compravo violini;)
 
Che voi sappiate il mercato dei libri antichi e carte geografiche segue quello del figurativo?
 
Quando ho pensato a come intitolare questo thread, la mia scelta è caduta su una frase volutamente molto generica.
In realtà il thread nasce come figlio di "Incontriamoci a casa di PykaLeone" dove cominciammo a parlare di acquisti di opere d'arte , e di una , ahimè spezzettata, conversazione avuta con lo stesso Pykaleone domenica scorsa , quando ho avuto il grande piacere di conoscerlo di persona.
La mia esperienza di "collezionista" è molto modesta e quindi non posso (e non voglio) certamente dare consigli su una materia incredibilmente vasta e che non ha "regole" così definite come invece hanno i mercati finanziari.
Quello che posso fare è raccontare il mio personale approccio , cioè , lo dichiaro con franchezza , un approccio fatto di improvvisazione , di totale mancanza di scientificità e basato principalmente sul mio gusto "personale" (che , ovviamente , a molti non piace affatto).
Fatta questa noiosa premessa , torno al titolo che si presta a mille discorsi: sono infatti già emersi interessi su argomenti diversissimi come i violini , le carte geografiche e i libri antichi e sarei lieto che altri parlassero del settore a cui sono più interessati.
Personalmente amo cose diversissime sia come epoca che come provenienza geografica , ma i miei acquisti si sono per lo più concentrati su 3 aree artistiche: arte primitiva e africana , arte contemporanea e arte marinara.

Il legame tra arte primitiva e arte moderna è stato nel ventesimo secolo molto forte. Nella svolta cubista di Picasso l'influsso dell'arte africana è stato evidentissimo (il suo primo quadro cubista: les Demoiselles d'Avignon lo dimostra chiaramente)

lesdemoisellesfull.jpg


Non c'è quasi artista del '900 che non abbia avuto la sua collezione personale di oggetti africani.
Bisogna considerare che il centro dell'arte mondiale nel primo novecento fu senza dubbio Parigi , e in quella città erano già presenti contaminazioni razziali (in gran parte a causa delle colonie e dei territori d'oltremare). I banchetti di maschere e statuette africane che in Italia sono comparsi negli ultimi 20 anni erano già presenti nella capitale francese da moltissimi anni e proprio lì sono state comprate (per poche lire) opere molto belle.
La parte più consistente della mia piccola collezione arriva proprio da un pittore di quell'epoca , amico di Picasso , che visse a Parigi e successivamente in Svizzera. Dai suoi eredi , che non sapevano che farsene , ho comprato quasi tutti i pezzi.
Il primo approccio però lo ebbi passando davanti ad un negozio torinese che vendeva oggetti provenienti da tutto il mondo.
Mi fermai a guardare la vetrina e rimasi colpito da una piccola statuetta funeraria ricoperta di lamelle di rame. Avevo appena visto al Beaubourg un'esposizione di sculture bronzee di Max Ernst e quella statuetta me le ricordava moltissimo.
Il prezzo era abbordabile e così feci il mio primo acquisto.
Non sapevo nulla di arte africana e non sapevo neanche di cosa si trattasse , ma , per me , era bella...come una scultura di Ernst (che non potevo certo permettermi).
Anni dopo tornai nel negozio e non vedendo cose interessanti chiesi se non aveva qualcosa di meglio in magazzino da propormi (le proposte erano tutte "rifacimenti" finti e cari).
Il proprietario disse che ormai l'Africa era diventata di moda e non si trovava più nulla di veramente bello e antico (per l'arte africana pezzi di fine '800 sono già molto vecchi).
"Se penso che qualche anno fa si trovavano opere come questa che vendevo per poche lire..." mi disse con rimpianto, mostrandomi una foto del mio primo acquisto...
Non nego che fu una soddisfazione...:)
Sicuramente ebbi una fortuna sfacciata , ma una parte del merito di quell'acquisto azzeccato , va alla conoscenza delle sculture di Ernst , e dal piacere che mi derivò dalla loro vista...
In poche parole , più cose vediamo e guardiamo e più siamo in grado di formarci un "gusto" artistico e di "capire" gli oggetti...;)
 
Ultima modifica:
Fortunello!! Un signore acquistò vent'anni fa' una coppa d'avorio presso un rigattiere. Ora quella coppa d'avorio africana è esposta alla Mostra di arte africana a Torino ( non so se sia ancora in corso). A volte il gusto e la sensibilità, unite alla conoscenza, hanno portato a fare acquisti fortunati . Naturalmente vi sono anche le leggende metropolitane , diffuse ad arte dai vari mercatini. Oggi l'arte africana è quanto di più falsificato vi sia in commercio. Il legno utilizzato , ad esempio, si presta molto bene ai processi di invecchiamento . Come gli oggetti di fattura tibetana ed indonesiana. I mercatini sono pieni di riproduzioni fedeli. Un altro discorso è l'oreficeria , più riconoscibile per il tipo di lavorazione ad un occhio abbastanza esperto. I bracciali in bronzo ad esempio, che costituivano moneta di scambio per gli schiavi.Se ne può trovare ancora qualche esemplare a prezzi abbordabili. L'avorio è quasi tutta produzione recente, nonostante i divieti in vigore. La fattura di questi oggetti è , solitamente , piuttosto semplice e riproduce solitamente animali o figure piuttosto primitive. Gli avori afro-portoghesi rappresentano un eccezione.Sono di fattura notevolmente raffinata. Ma sono in possesso prevalentemente di Musei.
 
Al mio colpo di fortuna iniziale seguì poi un po' di studio.
Il termine arte africana , infatti è assolutamente generico e comprende opere di periodi e etnie completamente diverse.
Noi non definiamo infatti l'arte da Michelangelo a Picasso con il termine arte Europea e se è vero che alcuni caratteri "africani" sono comuni in varie regioni africane e si sono mantenuti simili anche con il passar dei secoli , ci sono enormi differenze tra opere in bronzo del 1500 e maschere dei primi del '900 (delle imitazioni attuali poi , non parlo neppure).
I primi oggetti di quest'arte a destare curiosità e a giungere in Europa sono da datare intorno al 1500 , ma un vero e proprio interesse si ebbe solo nei secoli successivi , dove , ad esempio , numerosi oggetti entrarono a far parte delle "camere delle meraviglie" europee.
In alcuni paesi europei , come la Francia ad esempio , i contatti furono più continui (per via delle colonie) e questo ha favorito anche il mio interesse per questa arte. Avendo vissuto a Parigi e tornandoci piuttosto spesso anche ora , conosco le gallerie che trattano queste opere (tutte concentrate nel Quartiere Latino verso la Senna) e ho visitato svariate volte esposizioni e musei , a cominciare dal Louvre e dal Musée de l'homme che , tra i primi le hanno restituite alla dignità di opere d'arte , dopo che per secoli erano state considerate alla stregua di curiosità esotica.
La perfezione e la bellezza di alcune opere sono stupefacenti se pensiamo che venivano scolpite senza alcuna preparazione (bozzetti) preliminari e con una tecnica che non consentiva "ripensamenti" e "aggiustature". La maestria tecnica e la sensibilità artistica di questi "anonimi" artisti è tuttavia tale che le contraffazioni (davvero frequentissime) sono ad un occhio appena un po' "educato" facilmente riconoscibili.
Vi sono poi alcune caratteristiche , come l'odore ad esempio , tutt'altro che semplici da ricreare (l'aroma dato da miscuglio di sudore e burro di karité in certi caschi e maschere è piuttosto difficile da contraffare...:eek:)
Comunque , considero chiusa la mia piccola collezione , proprio per la difficoltà di reperire nuovamente a prezzi abbordabili opere che stanno diventando sempre più richieste.
Ho avuto fortuna non solo per la prima opera , ma anche in seguito...quando acquistai il resto: in Italia , infatti , non erano ancora considerate con dignità di opera d'arte , ma piuttosto curiosità o feticci esotici.
D'altra parte se gli amici , per un certo periodo , mi soprannominarono "Gastone" qualche motivo ci sarà pur stato...:D
 
Come sa anche Matra, recentemente mi sono interessato all'arte tibetana. Ho alcuni oggetti rituali che sono realizzati in bronzo e ricoperti in argento. Ho anche acquistato recentemente una teiera in rame con parti argentate.

Sabato mattina ho avuto una conversazione con un gallerista di Milano che vende mobili ed oggetti tibetani e cinesi, il quale mi ha detto che recentemente lui ed un altro gallerista sono stati in tibet ed hanno visto circa 8000 mobili, di cui almeno 7500 erano sicuramente falsi. Penso proprio per la facilità di invecchiare il legno. E' anche vero che il gallerista serio si rivolge ad un publico di amatori, che poi ritornano da lui se ben consigliati, per cui ha tutto l'interesse a non farsi fregare lui stesso dai paesi d'origine.

C'erano anche oggetti giapponesi, tra cui un bellissimo mobile a cassettiera. Il costo dell'antiquariato giapponese è però stratosferico.


Ciao: :D :D
 
L'arte etnica , comprendendo nel termine oggetti provenienti da culture lontane dalla nostra , è in pieno boom e quindi non c'è da stupirsi se i falsi proliferano alquanto.
Una ventina d'anni fa andai sull'isola di Zanzibar dove non esistevano ancora gli alberghi e i villaggi turistici di adesso. La città capoluogo (omonima) era uno splendore. Sembrava di essere tornati indietro di 100 anni...
Fui subito colpito dalle porte delle case.
Erano tutte in legno intagliato e alcune erano veramente delle opere d'arte. Ce n'erano alcune in vendita e fui attirato moltissimo , ma rinunciai per la difficoltà di spedizione (un dei tanti errori da me commessi) e mi limitai ad acquistare un fregio ligneo di dimensioni trasportabili. L'anno scorso un mio amico mi fece vedere una porta acquistata a Zanzibar , durante un recente viaggio: un palese rifacimento... (tutt'altro che brutto, comunque).
Le porte originali erano finite in breve tempo e , vista la richiesta , i locali avevano provveduto immediatamente a farne delle copie che mi dicono vengano vendute a prezzi ben maggiori delle originali di una volta. In compenso si sono organizzati perfettamente per le spedizioni in tutto il mondo...
Questo sta a significare che esistono ancora nicchie di oggetti non ancora travolti da moda e mercato. Il problema sta nell'individuarle e nell'arrivare in tempo.
Esistono ancora zone non turistiche , non è detto che vi siano oggetti interessanti , ma nel caso , bisogna arrivare tra i primi.
Si tratta di evitare le mete turistiche e viaggiare con gli occhi aperti , comprando sempre per gusto personale e non con la speranza di fare un buon "affare" , perché , nella migliore delle ipotesi passeranno anni prima di una possibile valorizzazione.
In ogni caso , proliferano ormai negozi che vendono oggettistica "etnica" e le possibilità di comprare oggi , in Italia , pezzi di valore a prezzi accettabili , mi sembra piuttosto scarsa.

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Dettaglio di una porta con il sistema di chiusura

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Molto belle le foto. Non impazzisco per l'arte etnica, almeno nell'arte rifuggo le mode. I mercanti hanno raccolto in passato ed hanno venduto e stanno vendendo adesso, per investire su altro. Il rischio di prendersi sole è altissimo, per cui vale benissimo il consiglio che ha dato Matra : acquistate ciò che veramente vi piace , basandovi sul vostro gusto e non su quello altrui. In Francia si può trovare ancora qualcosa , a prezzi più contenuti che in Italia.
 
L'accenno all'arte giapponese fatto da Spennacchiotto e quello che dicevamo sul "trovare" un settore nuovo mi ha fatto venire in mente le Ukijo-e .
Si tratta di stampe giapponesi a colori che per tanto tempo non ebbero alcun valore , al punto che venivano utilizzate per imballare le preziose porcellane che venivano importate dal Giappone.
Le migliori di queste stampe si ebbero a cavallo tra il 1700 e il 1800.
Ecco un esempio:

uk-ky-b.jpg


Kuniyoshi (1797 - 1861 )
Okane, Brave woman of Omi Province

Tecnicamente si tratta di stampe ottenute da legno di ciliegio che non permette più di un certo numero di copie nitide (circa 200).
Le stampe dell'epoca d'oro (1760-1830) sono realizzate con colori vegetali dalle dolci sfumature.
Il formato classico detto o-ban è 38X26,5 cm. e veniva tagliato in due diventando il chuban 26,5X19 cm.
Un Ukijo-e ha generalmente numerose iscrizioni e marchi.
I pezzi più rari oggi sono quotati tra i 100.000 e i 200.000 €
Dall'imballaggio delle porcellane alle aste più importanti...:D
 
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