Investire nel vino

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

Vista la competenza in materia dell' "Amico dell'Arte" Sestertius e certamente di tanti appassionati come lui, mi sembra doveroso aprire qui sul FOL un'apposita sezione dedicata a "Investire nel vino"

Da non addetto ai lavori per rompere il ghiaccio riporto come primo messaggio un interessantissimo articolo preso da http://www.newsfood.com/q/1665/investire-nel-vino/

Investire nel vino

Emessi i titoli dal Banco di Sicilia su importanti aziende vinicole italiane​

Riproposto anche quest'anno per gli amanti del vino un investimento che unisce l'utile al dilettevole


Riproposto anche quest'anno per gli amanti del vino un investimento che unisce l'utile al dilettevole, si tratta dei 4.000 nuovi certificati 'en primeur' per un valore complessivo di 700.000 euro messi a disposizione dal Banco di Sicilia ed emessi da quattro prestigiose aziende vitivinicole italiane: le siciliane Benanti e Donnafugata, la toscana Sette Ponti e la piemontese Viberti Fantino.

Cosa si intende per 'en primeur'?

È un'innovativa formula che consente ai consumatori la possibilità di acquistare bottiglie di vino alcuni anni o parecchi mesi prima che queste vengano immesse sul mercato. Tale forma di commercializzazione è normalmente riservata ai vini di alta o altissima qualità e funziona come un contratto future. L'en primeur nasce in Francia, nella regione di Bordeaux, dove da sempre i vini dei più famosi chateaux sono venduti con questa formula.

Come funzionano i certificati ' en primeur'?

Si tratta di certificati che danno la possibilità di acquistare 'a pronti' una determinata quantità di bottiglie al fine di poterle ricevere a termine (cioè alla scadenza indicata sul certificato). L'offerta del Banco di Sicilia riguarda nel dettaglio le seguenti cantine:

Benanti (azienda catanese, alle falde dell'Etna, eletta 'Cantina dell'anno' 2006 dalla guida Gambero Rosso/Slow Food) collegherà i suoi mille certificati a due prestigiosi vini rossi Igt di Sicilia, ambedue dell'annata 2004: Il Drappo (3 bottiglie da 0,75) e Majora (3 bottiglie da 0,75).

Donnafugata (azienda trapanese con vigneti fra Marsala, Contessa Entellina e Pantelleria), emette mille certificati collegati a due bottiglie magnum del Mille e una notte, un vino rosso Doc Contessa Entellina, Nero d'Avola 90%, annata 2005.

Tenuta Sette Ponti (azienda ubicata tra Arezzo e Firenze, più volte segnalata dall'autorevole rivista 'Wine Spectator'): mille certificati collegati a sei bottiglie da 0,75 di Oreno, annata 2005.

Viberti Fantino (nel cuore della Morra, in provincia di Cuneo, la cui produzione negli ultimi anni è stata particolarmente apprezzata nel mercato americano): mille certificati collegati a sei bottiglie da 0,75 del Barolo Riserva 2000, un Docg, nebiolo, prodotto con uve da vigneti coltivati con sistema Guyot a un'altitudine di 300 metri sul livello del mare.

Requisiti dei vini a certificato

Le produzioni devono rispondere a dei precisi criteri di produzione. Innanzitutto, devono essere limitate e devono riguardare vini sottoposti a un periodo di invecchiamento minimo di 18 mesi, di cui almeno una parte in barrique, con successivo affinamento in bottiglia. Inoltre, l'elevata qualità deve essere riconosciuta da un panel di esperti.
Si tratta di certificati a doppia garanzia su cui il Banco di Sicilia offre il rimborso del valore nominale del certificato (performance bond) nel caso in cui l'azienda produttrice non dovesse consegnare il vino alla scadenza pattuita. I titoli sono trasferibili mediante girata.
Privati, enoteche, grossisti e ristoratori potranno acquistare i nuovi certificati rappresentativi di vino pregiato in fase di invecchiamento, in uno dei 554 sportelli della banca

Vantaggi

Per quanto riguarda il produttore si tratta di incassare il corrispettivo prima della effettiva consegna della merce.
L'acquirente ha invece la possibilità di acquistare le bottiglie ad un prezzo sicuramente più basso rispetto a quello che lo stesso vino avrà dopo due o tre anni ovvero il termine dopo il quale potrà essere commercializzato in base al disciplinare di produzione.
Inoltre non è necessario che la persona che alla scadenza ritirerà la merce sia la stessa che ha sottoscritto il contratto.
Il certificato del contratto a termine, infatti, può costituire oggetto di scambio ed in quanto tale può essere considerato anche come un puro investimento finanziario.

Eno-investimenti

L'investimento in vini d'annata non è certo nuova al mercato borsistico che ha già assistito alla nascita nel 1999 del Liv-Ex (London International Vintage Exchange) Fine Wine Index.
Si tratta di un 'borsino' che riflette il valore medio di quello che dovrebbero essere i 100 migliori e più commercialmente ambiti vini del pianeta.
Questi 100 vini che compongono il borsino possono variare ogni mese in base agli eventuali cambiamenti del mercato del vino, e anche in base alle opinioni dei membri del 'committee', il comitato direttivo del Liv-Ex, composta da grandi professionisti del più alto commercio vitivinicolo del pianeta. L'indice, decisamente sbilanciato sulle produzioni francesi, si compone al 93,58% di vini Bordeaux, al 1,56% di Champagne, al 1,56% di Borgogna, al 0,81% di Borgogna, allo 0,52% di vini italiani.

Sempre in predominanza francese il vino che approda nelle contrattazioni di Borsa in Italia come nel caso del 'Winefex Bordeaux', lanciato nel 2001 da Euronext, che riguarda unicamente la produzione di Bordeaux. Sarà che in Francia il vino non è solo bene di consumo ma anche di investimento, nel 2001 nasce proprio a Parigi il primo fondo comune di investimento sui vini.
 
Vista la competenza in materia dell' "Amico dell'Arte" Sestertius
L'entusiasmo del mitico investart, che ringrazio del pensiero, l'ha portato ad attribuirmi una competenza che non mi appartiene. Come produttore, che beve preferibilmente acqua :censored:, auspico che beviate (responsabilmente) anziché investire :D.
Detto ciò, se qualcuno di veramente esperto si farà promotore di questa discussione, sarò il primo affezionato lettore.
 
L'entusiasmo del mitico investart, che ringrazio del pensiero, l'ha portato ad attribuirmi una competenza che non mi appartiene. Come produttore, che beve preferibilmente acqua :censored:, auspico che beviate (responsabilmente) anziché investire :D.
Detto ciò, se qualcuno di veramente esperto si farà promotore di questa discussione, sarò il primo affezionato lettore.

Nel campo del vino da collezione ( = investimento ???:confused: ) io posso portare fino ad oggi solo questa personalissima esperienza.
Qualche anno fà acquistai ad un asta ( per la compulsività:Ddi dover com.que acquistare qualche cosa) ) due bottiglie di PORTO con 100 anni l'una di "anzianità".

Ora fanno la loro bella figura in cantinettaOK!.
 
Nel campo del vino da collezione ( = investimento ???:confused: ) io posso portare fino ad oggi solo questa personalissima esperienza.
Qualche anno fà acquistai ad un asta ( per la compulsività:Ddi dover com.que acquistare qualche cosa) ) due bottiglie di PORTO con 100 anni l'una di "anzianità".

Ora fanno la loro bella figura in cantinettaOK!.

Amo il vino da sempre
e colleziono qualcosa
(riservo i miei SASSICAIA per la nascita del mio primogenito) !

e comunque (a prescindere dalla location):
http://www.youtube.com/watch?v=KpHjpbRE1n4
 
Personalmente, sono per berlo il vino, non per collezionarlo. Ho qualche bottiglia di 30-40 anni, ma so benissimo che al momento di aprirle, saranno una delusione...
 
Giacobazzi 8 e ½

Personalmente, sono per berlo il vino, non per collezionarlo. Ho qualche bottiglia di 30-40 anni, ma so benissimo che al momento di aprirle, saranno una delusione...

Mio padre ha una "buona" collezione di quelle migno ( soprattutto di super-alcolici ) molto in voga negli anni '70, a mio avviso ha qualche "bottiglietta" molto "valida" economicamente parlando...

E sempre rimanendo in tema di VINO & INVESTIMENTI è con estremo piacere che ho modo di ricordare l'indimenticabile GILLES VILLENEUVE "volto-immagine" del vino in lattina GIACOBAZZI 8 e 1/2 che è ad oggi una delle più grandi rarità tra i collezionisti di tutto il mondo che esprime oggi il nostro paese, parlando con amici americani, sembra che la quotazione ad oggi di quelli INTROVABILI lattine da 33 cc. sia di circa 3000 Euro:eek:

Per altre info vi rimando a leggere qui:

http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20071114053531AAx5lcG
 
Mio padre ha una "buona" collezione di quelle migno ( soprattutto di super-alcolici ) molto in voga negli anni '70, a mio avviso ha qualche "bottiglietta" molto "valida" economicamente parlando...

E sempre rimanendo in tema di VINO & INVESTIMENTI è con estremo piacere che ho modo di ricordare l'indimenticabile GILLES VILLENEUVE "volto-immagine" del vino in lattina GIACOBAZZI 8 e 1/2 che è ad oggi una delle più grandi rarità tra i collezionisti di tutto il mondo che esprime oggi il nostro paese, parlando con amici americani, sembra che la quotazione ad oggi di quelli INTROVABILI lattine da 33 cc. sia di circa 3000 Euro:eek:

Per altre info vi rimando a leggere qui:

http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20071114053531AAx5lcG

Per darvi un ulteriore prova della assoluta rarità del Giacobazzi 8 e ½ basta dirvi che nel sito web ufficiale dell’azienda Giacobazzi ( http://www.ciwine.it/ )non vi è traccia nella sezione che parla della loro storia di questo “unico e primo” prodotto che è stato il vino in lattina. Anni fa, inizii anni 2000 scrissi anche una mail all’Azienda ( mai avuto risposta ) per invitarli a citare il vino in lattina, ma non so il perché ad oggi ancora non ne parlano.
 
Per darvi un ulteriore prova della assoluta rarità del Giacobazzi 8 e ½ basta dirvi che nel sito web ufficiale dell’azienda Giacobazzi ( http://www.ciwine.it/ )non vi è traccia nella sezione che parla della loro storia di questo “unico e primo” prodotto che è stato il vino in lattina. Anni fa, inizii anni 2000 scrissi anche una mail all’Azienda ( mai avuto risposta ) per invitarli a citare il vino in lattina, ma non so il perché ad oggi ancora non ne parlano.

mmmhhh...
Questo però non sembra deporre a favore dell'interesse su quella merce
e dell'eventuale proficuo investimento sulla stessa...
 
mmmhhh...
Questo però non sembra deporre a favore dell'interesse su quella merce
e dell'eventuale proficuo investimento sulla stessa...

Forse in azienda hanno il rognone perchè non hanno nemmeno loro conservato nemmeno una lattina !!!
 
insomma..
+ che GIACOBAZZI
sarebbero dei veri e propri GIACOBINI...
 
Mio padre ha una "buona" collezione di quelle migno ( soprattutto di super-alcolici ) molto in voga negli anni '70, a mio avviso ha qualche "bottiglietta" molto "valida" economicamente parlando...

E sempre rimanendo in tema di VINO & INVESTIMENTI è con estremo piacere che ho modo di ricordare l'indimenticabile GILLES VILLENEUVE "volto-immagine" del vino in lattina GIACOBAZZI 8 e 1/2 che è ad oggi una delle più grandi rarità tra i collezionisti di tutto il mondo che esprime oggi il nostro paese, parlando con amici americani, sembra che la quotazione ad oggi di quelli INTROVABILI lattine da 33 cc. sia di circa 3000 Euro:eek:

Per altre info vi rimando a leggere qui:

http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20071114053531AAx5lcG

La Storia del Giacobazzi 8 e ½ oppure detto l «Otto e mezzo» di Giacobazzi :​

Si chiamò Giacobazzi 8 e ½ perchè 8 e ½ era la gradazione alcolica:

riporto dalla pagina web: http://leonardo.blogspot.com/2006/06/bar-bar-2.html

Negli stessi anni, prima dell'invasione barbarica, c'è stato qualche timido tentativo di invasione da parte nostra, con prodotti che (secondo noi) sarebbero potuti piacere agli americani. Quello che conosco meglio è il tentativo un po' folle di un cantiniere modenese, Giacobazzi, che abbassò la gradazione del suo lambrusco a otto gradi e mezzo e lo mise in lattina: l'8 e ½ Giacobazzi. In lattina, proprio così. Il lambrusco è uno dei rari rossi frizzanti, bello da vedersi e facile da mandar giù: come dichiarò Mario Soldati, è un vino che va "tracannato". L'8 e ½ doveva far concorrenza alla cocacola: il target era quello dei teen ager. Ve lo giuro: mi ricordo lo spot col ragazzino, e persino lo slogan: Giacobazzi is my wine.

Col senno del poi è facile capire perché non funzionò: in molti Stati americani i teen ager non possono neppure acquistare birra. Eppure Giacobazzi qualcosa l'aveva capito: è un fatto che gli erasmus americani e inglesi, appena sbarcati in Italia, si attacchino ai tetrapak di Tavernello. È dolce, è frizzante, cosa vuoi di più. I nostri teen ager, per contro, sono un po' più sofisticati: bevono Bacardi Breeze, che fa quattro gradi. Giacobazzi aveva sbagliato la gradazione di quattro gradi e mezzo appena. È un precursore sfortunato, oggi una lattina di 8 e ½ su Ebay varrebbe parecchio (ma non se ne trova).


ED ORA LANCIO UNA SFIDA AGLI AMICI DEL FOL...

Visto che del mitico e maleolente vino in lattina sul sito della Giacobazzi non vi è neanche una traccia. Chi sarà il primo di noi che riuscirà a pubblicare sul web un 'immagine della mitica lattina ?!?!?!


Inoltre sul web ho però trovato questo bel racconto sulla storia di quella mitica lattina:

Chi si ricorda di “GIACOBAZZI! IT’S MY WINE!” ?
Io ero ragazzino, poi al corso di Enologia all’Università me la raccontarono così:
questo Giacobazzi era un grosso produttore di Lambrusco (non so se esista ancora) con ampie visioni e velleità: far diventare il Lambrusco una “bevanda” fuori pasto, un “cool drink” all’americana, soprattutto nell’America dei rampanti italoamericani che si devono liberare della sindrome del Padrino e dei fiaschi dei nonni.
Tardi anni Settanta, la campagna parte alla grande, alla Mericana, da Nuova York e anche per Nuova York!
“Giacobazzi its my wine!” diceva il ragazzetto sfrontato mostrando il pugno stringente la lattina, più rossa di quella della Coca Cola.
Senonchè, così mi par di ricordare, l’interno della lattina era rivestito di una sottile pellicola onde impedire agli acidi del vino di aggredire l’alluminio; la pellicola non reggeva l’aggressività del Lambrusco sottoposto a forti scuotimenti, e all’apertura della lattina fuoriusciva un deciso afflato di mercaptani non tanto invitante a trangugiare il my wine.
Può darsi fosse questione di lega dell’alluminio, certo che Giacobazzi, it’s my wine fu un bel prologo a quel che doveva succedere di lì a poco col metanolo…
 
La Storia del Giacobazzi 8 e ½ oppure detto l «Otto e mezzo» di Giacobazzi :​

Si chiamò Giacobazzi 8 e ½ perchè 8 e ½ era la gradazione alcolica:

riporto dalla pagina web: http://leonardo.blogspot.com/2006/06/bar-bar-2.html

Negli stessi anni, prima dell'invasione barbarica, c'è stato qualche timido tentativo di invasione da parte nostra, con prodotti che (secondo noi) sarebbero potuti piacere agli americani. Quello che conosco meglio è il tentativo un po' folle di un cantiniere modenese, Giacobazzi, che abbassò la gradazione del suo lambrusco a otto gradi e mezzo e lo mise in lattina: l'8 e ½ Giacobazzi. In lattina, proprio così. Il lambrusco è uno dei rari rossi frizzanti, bello da vedersi e facile da mandar giù: come dichiarò Mario Soldati, è un vino che va "tracannato". L'8 e ½ doveva far concorrenza alla cocacola: il target era quello dei teen ager. Ve lo giuro: mi ricordo lo spot col ragazzino, e persino lo slogan: Giacobazzi is my wine.

Col senno del poi è facile capire perché non funzionò: in molti Stati americani i teen ager non possono neppure acquistare birra. Eppure Giacobazzi qualcosa l'aveva capito: è un fatto che gli erasmus americani e inglesi, appena sbarcati in Italia, si attacchino ai tetrapak di Tavernello. È dolce, è frizzante, cosa vuoi di più. I nostri teen ager, per contro, sono un po' più sofisticati: bevono Bacardi Breeze, che fa quattro gradi. Giacobazzi aveva sbagliato la gradazione di quattro gradi e mezzo appena. È un precursore sfortunato, oggi una lattina di 8 e ½ su Ebay varrebbe parecchio (ma non se ne trova).


ED ORA LANCIO UNA SFIDA AGLI AMICI DEL FOL...

Visto che del mitico e maleolente vino in lattina sul sito della Giacobazzi non vi è neanche una traccia. Chi sarà il primo di noi che riuscirà a pubblicare sul web un 'immagine della mitica lattina ?!?!?!


Inoltre sul web ho però trovato questo bel racconto sulla storia di quella mitica lattina:

Chi si ricorda di “GIACOBAZZI! IT’S MY WINE!” ?
Io ero ragazzino, poi al corso di Enologia all’Università me la raccontarono così:
questo Giacobazzi era un grosso produttore di Lambrusco (non so se esista ancora) con ampie visioni e velleità: far diventare il Lambrusco una “bevanda” fuori pasto, un “cool drink” all’americana, soprattutto nell’America dei rampanti italoamericani che si devono liberare della sindrome del Padrino e dei fiaschi dei nonni.
Tardi anni Settanta, la campagna parte alla grande, alla Mericana, da Nuova York e anche per Nuova York!
“Giacobazzi its my wine!” diceva il ragazzetto sfrontato mostrando il pugno stringente la lattina, più rossa di quella della Coca Cola.
Senonchè, così mi par di ricordare, l’interno della lattina era rivestito di una sottile pellicola onde impedire agli acidi del vino di aggredire l’alluminio; la pellicola non reggeva l’aggressività del Lambrusco sottoposto a forti scuotimenti, e all’apertura della lattina fuoriusciva un deciso afflato di mercaptani non tanto invitante a trangugiare il my wine.
Può darsi fosse questione di lega dell’alluminio, certo che Giacobazzi, it’s my wine fu un bel prologo a quel che doveva succedere di lì a poco col metanolo…

Io ho trovato solo questo che allego come immagine, spero che almeno uno di voi riusca nell' impresa....


N.B. : in tema d'interrogativi vi invito a rileggere anche questo:

Casey Stoner & 27 & Gilles Villeneuve alla pagina web http://www4.finanzaonline.com/forum/showthread.php?t=816973
 

Allegati

  • Giacobazzi 8 e ½.JPG
    Giacobazzi 8 e ½.JPG
    39,8 KB · Visite: 3.817
Quando Invest-HUNTER punta una 'preda'
(nel caso specifico: GIACOBAZZI)
non la molla finché non ha ottenuto ciò che cerca... ;)
 
Found
 

Allegati

  • giacobazzi.jpg
    giacobazzi.jpg
    9,9 KB · Visite: 6.627

E poi Sestertius dicevi che non eri esperto di collezionismo in vino :eek:

Raccontaci ti prego:bow: la storia di quella lattina, e tua ?

P.S. : mi dispiace solo di non poterti già dare un altro bollino verde, sarebbe stato strameritato !!!:clap:
 

Allegati

  • giacobazzi otto e mezzo Giacobazzi 8 e ½.jpg
    giacobazzi otto e mezzo Giacobazzi 8 e ½.jpg
    9,9 KB · Visite: 2.264
Ultima modifica:
Io ne ho una mignon della Coca Cola
(presa 'furtivamente',
nel senso che durante un volo statunitense di dieci anni fa circa
la hostess me l'ha data - :D - ma non l'ho bevuta - :eek: -)
che colleziono gelosamente...
 
Indietro