Io non li legittimo + voto x il PDNV

Non solo non vanno a casa, ma vanno al posto di quelli che potresti preferire tu andando a votare ... Una disfatta su tutti i fronti.


spero anche sui loro fronti............ tanto oramai noi siamo rovinati non abbiamo più niente da perdere...........
 
.............. è la tecnica delle aste............. se non ti presenti poi succede che a l'asta successiva l'offerta è migliore ...........................


Sveglia !!!!!


Quelli del pd e del pdl vanno a votare eccome !!!!!!!!


L' unico modo per ottenere un cambiamento è alzare il c.ulo e andare a votare !!!!!!!
 
sveglia !!!!!


quelli del pd e del pdl vanno a votare eccome !!!!!!!!


l' unico modo per ottenere un cambiamento è alzare il c.ulo e andare a votare !!!!!!!


amico e' molto pericoloso alzare il C.ULO ..............c'e' sempre qualcuno che ti arriva dal dietro ...................... Io non sono amante del genere .............
 
amico e' molto pericoloso alzare il C.ULO ..............c'e' sempre qualcuno che ti arriva dal dietro ...................... Io non sono amante del genere .............


tanto per farti capire :D
 

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IL PDNV dopo l'aiuto di Oscar Giannino avrà dalla sua parte pure il maltempo altro 5% garantito :D:D:D




Maltempo, elezioni sotto la neve Da gioved torna l'inverno - Il Messaggero




Maltempo, elezioni sotto la neve
Da giovedì torna l'inverno

In arrivo freddo siberiano al nord e forti temporali al centrosud


PER APPROFONDIREmaltempo, neve, pioggia, meteo, previsioni, roma, elezioni

ROMA - L'Italia si appresta a vivere da giovedì un nuovo episodio invernale che ci accompagnerà per almeno una settimana. Lo afferma il meteorologo di 3bmeteo.com Francesco Nucera. «Tra giovedì e domenica apice del maltempo; giovedì un impulso freddo in arrivo dalla Russia entrerà dalla porta della bora e porterà nevicate deboli sulla Valpadana centro orientale ed il Triveneto anche lungo le coste dell'alto Adriatico; fenomeni più intermittenti sulla Lombardia centro occidentale specie a ridosso delle prealpi; al sud invece agirà una perturbazione africana con qualche pioggia ed un rinforzo del vento.

Elezioni in bianco. Tra sabato e domenica altra perturbazione. Si formerà un vortice di bassa pressione e sarà neve sulle regioni settentrionali in particolare su Alpi, basso Piemonte, Lombardia sudoccidentale ed Emilia. Neve in collina al centro specie tra Toscana e Marche. Un marcato peggioramento interesserà il centro sud con temporali localmente forti tra Lazio, Campania e Calabria». Le temperature al Nord subiranno un calo anche di 3-5 gradi rispetto agli attuali valori. Al Sud invece, complici i venti di Libeccio e Scirocco, si avrà una breve fase simil primaverile con punte di 18/20 gradi su Sicilia, Calabria e Puglia tra sabato e domenica. «Si tratta di una situazione ingarbugliata, difficile da districarsi in breve tempo - dice Nucera -. Per un miglioramento bisognerà infatti attendere la fine del mese».
 
Ti faccio una previsione PDNV + Grillo, Maggioranza assoluta, vediamo lunedì quanto ci sono andato vicino...................... !!!!!

proviamo ad andare nel dettaglio della previsione:

Previsione percentuale sul totale dei votanti:

Pd/sel 32%
Grillo 24%
PDL/lega 26%
Monti 9%
Fare 4%
Fratelli d'italia 3%
Altri 2%

Non votanti 30/35% degli aventi diritto.
 
proviamo ad andare nel dettaglio della previsione:

Previsione percentuale sul totale dei votanti:

Pd/sel 32%
Grillo 24%
PDL/lega 26%
Monti 9%
Fare 4%
Fratelli d'italia 3%
Altri 2%

Non votanti 30/35% degli aventi diritto.

Aggiornamento causa dimenticanza di Ingroia e sopraggiunta congiuntivite di Berlusconi:D

Previsione percentuale sul totale dei votanti:

Pd/sel 30%
Grillo 25%
PDL/lega 22%
Monti 10%
Rivoluzione civile 4%
Fare 4%
Fratelli d'italia 3%
Altri 2%

Non votanti 30/35% degli aventi diritto
 
Ragazzi dopo Bisio abbiamo pure una candidata premier donna :D Grande PDNV :D



Pornodiva premia gli astenuti Voto di scambio al contrario - IlGiornale.it


Pornodiva premia gli astenuti Voto di scambio al contrario

TAB>CBas - Sab, 23/02/2013 - 08:13

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Un premio al non voto. Lo promette ai propri fan Amandha Fox (nella foto), la ********* tarantina di adozione che aveva anche tentato di scendere in politica come candidata sindaco della città pugliese. Amandha ce l'ha con il Porcellum e invita tutti a non andare a votare. Chi lo dimostra in cambio riceverà un manifesto autografato, e osé, della bella attrice di origini polacche. «Una provocazione - spiega lei a Panorama.it - per mettere in ridicolo la strapagata classe politica italiana». La foto protesta ritrae il «lato B» della Fox e riporta lo slogan: «Basta con queste facce di c...!». Più chiaro di così...
 
Non chiamateli astenuti » SaluteRock - Blog - Repubblica.it


« La Salute Mentale porta voti?




Non chiamateli astenuti


Guardando i cartelloni elettorali, ancora in buona parte vuoti, si ha l’idea che effettivamente quello dell’astensione sia un partito. Un partito che ovviamente comunica lasciando vuoti gli spazi elettorali che gli spettano.

La possibilità di astenersi appartiene alla libera scelta di chi ha diritto ad esprimere il voto.

E’ oramai un dato di fatto che chi appartiene ad uno schieramento può decidere o meno di andare a votarlo in base alla qualità delle candidature o delle proposte. O più semplicemente in base alle possibilità che pensa abbia il suo schieramento di vincere.

In Italia, tuttavia, continuano ad esserci cittadini, che, per varie ragioni non sono liberi di decidere se votare oppure no. Penso a quelli che devono votare perché una qualche mafia li controlla oppure a quelli che non hanno la possibilità economica, come hanno segnalato gli studenti universitari fuori sede, di tornare a casa per il voto.

Fino al 1978 tra quelli che non potevano votare c’erano gli internati negli ospedali psichiatrici. Infatti le leggi manicomiali prevedevano che automaticamente l’internamento annullasse il diritto di voto. Si presupponeva che ogni persona ricoverata fosse incapace di intendere e volere, e, dunque, non fosse in grado di votare.

La legge 180 annullò tale discriminazione. Da allora anche i pazienti psichiatrici hanno la possibilità di votare, e anche la libertà di astenersi.

La legge è importante, anche per tenere sotto controllo le opinioni correnti che non sempre si esprimono con razionalità ed intelligenza. Se volete averne un’idea digitate in un motore di ricerca :”diritto di voto dei malati di mente” e date un’occhiata alle opinioni che circolano nei forum di discussione.

La legge, però, non è sufficiente a garantire che il diritto di voto sia effettivamente esercitato.

Per questo sono meritorie le iniziative che portano gruppi di cittadini che hanno o hanno avuto problemi di salute mentale a contatto con i temi elettorali ed i candidati.

Anche se non siamo ancora arrivati a candidature espresse dalle associazioni di utenti e dai gruppi di auto mutuo aiuto. Ma ci arriveremo.

Nonostante la legge 180, esiste ancora in Italia un gruppo di persone con problemi di salute mentale che non possono votare. Sono la parte prevalente degli internati negli ospedali psichiatrici giudiziari, poco più di mille. Uno dei sei esistenti in Italia lo abbiamo noi, a Castiglione delle Stiviere. In questa cittadina ci sono quasi 300 persone che domenica e lunedì non potranno decidere se andare a votare o astenersi. Essi, infatti, hanno perso il diritto di voto quando sono stati riconosciuti incapaci di intendere e volere e prosciolti dal reato per cui erano accusati.

Voi direte :” beh ma cosa vogliono?”.

In realtà, dovete sapere, che molti sono in ospedale psichiatrico giudiziario per questioni bagatellari (così si definiscono ad esempio l’oltraggio o la resistenza a pubblico ufficiale). Se fossero stati processati difficilmente avrebbero perso il diritto di voto, anche se condannati.

Inoltre a complicare ulteriormente le cose risulta che molti siano in OPG, anche se non sono più giudicati pericolosi, solo perché non c’è un posto alternativo. Nessuno li vuole o è disposto a prenderli in cura. Ma se fossero usciti avrebbero riottenuto il diritto di voto.

La perdita del diritto di voto o l’impossibilità pratica a rientrarne in possesso si configura come una discriminazione. Costituisce un vulnus al principio di uguaglianza tra i cittadini.

Si dirà :” ci sono ben altre cose di maggior sostanza”. Può anche essere vero ma non vedo su cosa altro possa fondarsi la democrazia se non sulla possibilità di scegliere se e da chi farsi rappresentare.

La parola di oggi è voto

Fatevi sentire




ALLEGO ARTICOLO DAL NOSTRO DELEGATO MANTOVANO :D
 
Per chi proprio non può stare a casa c'è pure l'alternativa................





C'E' UN MODO LEGALE PER DIRE : NON VOTO PERCHE' NON MI SENTO RAPPRESENTATO DA NESSUNO | Facebook


C'E' UN MODO LEGALE PER NON FARE PROTESTARE ED OTTENERE UN RISULTATO OTTIMO..

Con la legge elettorale in vigore, non andando a votare facciamo il loro gioco..

invece un'articolo della legge elettorale esattamente ..Art. 104 comma 5...noi possiamo presentarci al nostro seggio elettorale , con la scheda e il documento,

...ci facciamo registrare e solo allora quando ci stanno dando le schede da votare

...noi chiediamo al presidente di seggio di mettere a verbale una nostra dichiarazione dove ci sarà scritto ...NON VOTO PERCHE' NON MI SENTO RAPPRESENTATO DA NESSUNO...

Il presidente non può rifiutarsi perchè passibile di multa da 4.000 euro ..o reclusione fino a tre mesi... cosi facendo noi risultiamo di aver votato ma il nostro voto non va a nessuno..ma fa cumulo di presenze...

ISTRUZIONI PER L’ELETTORE:



1) Andare a votare, presentarsi con i documenti + tessera elettorale e farsi vidimare la scheda



2) NON TOCCARE LA SCHEDA (se si tocca la scheda viene contata come nulla e quindi rientra nel meccanismo del premio di maggioranza)

2) ESERCITARE IL DIRITTO DI RIFIUTARE LA SCHEDA (dopo vidimata), dicendo: 'rifiuto la scheda per protesta, e chiedo che sia verbalizzato!'



3) pretendere che venga verbalizzato il rifiuto della scheda



4) esercitare, se si vuole, il proprio diritto di aggiungere, in calce al verbale, un commento che

giustifichi il rifiuto (ad esempio, ma ognuno decida il suo motivo: 'nessuno dei politici inseriti nelle liste mi rappresenta' – oppure:

‘perché nessun partito ha nel suo programma il ripristino della sovranità monetaria costituzionale’)

(d.p.r. 30 marzo 1957, n. 361 - art. 104, già citato) così facendo non voterete, ed eviterete che il voto,nullo o bianco, sia conteggiato come quota premio per il partito con più voti.

_______________________________________________________________________________



DICHIARARE: NON MI SENTO RAPPRESENTATO DA NESSUNO E PER QUESTO NON ESPRIMO PREFERENZE ! (dichiarare che non sentendovi rappresentati non esprimete preferenze, è un diritto di chi vota), BISOGNA PRETENDERE, E' LEGGE, L'ESATTA TRASCRIZIONE DELLA VS DICHIARAZIONE !!! SE SI RIFIUTANO CHIAMARE LE FORZE DELL'ORDINE PRESENTI. RICORDATE è UN VS '' DIRITTO ' !!

Seguendo la procedura la scheda non è nulla, e non puo essere attribuita a nessun partito,

Come ricordato, il segretario di sezione è obbligato a verbalizzare qualsiasi reclamo provenga dagli elettori.

Benché forti di questa norma, evitare in ogni caso di passare dalla ragione al torto ed incorrere nelle sanzioni previste per chi turba il regolare svolgimento delle operazioni di voto. Di fronte all’eventuale ostinazione dei presidenti e alla riluttanza dei segretari a non verbalizzare, e laddove non ci si senta in grado di sostenere il confronto, evitare di farsi

coinvolgere in accese ed inutili discussioni. Rivolgersi invece alla forza pubblica per richiedere l’intervento dell’ufficiale giudiziario che può avere accesso nella sezione per notificare al presidente proteste e reclami relativi alle operazioni della sezione (art. 44 comma 4 D.P.R. 30 marzo 1957, n° 361 e successive modifiche).





SE NOI TUTTI, POPOLO FACCIAMO COSI,

ANCHE SE MANDANO I LORO TIRAPIEDI A VOTARE, NON RAGGIUNGERANNO MAI LA MAGGIORANZA E PER FORZA MAGGIORE DEVONO PRENDERNE COSCIENZA...





link della legge elettorale:

Testo Unico delle Leggi Elettorali D.P.R. 30 marzo 1957, n 361 e successive modifiche



................A.T.T.E.N.Z.I.O.N.E...................

Da più parti arriva la richiesta di un riscontro di legge puntuale circa la possibilità di non ritirare o restituire le schede elettorali, con conseguente verbalizzazione dei motivi del rifiuto o della restituzione.

Il dubbio, è che in assenza di una previsione normativa chiara i Presidenti di seggio potrebbero facilmente mettere in difficoltà chi volesse portare avanti questo tipo d'iniziativa.

Di fronte ad una simile difficoltà si potrebbe agevolmente rispondere con una richiesta

analoga per il motivo opposto: dove sta scritto che all'elettore è fatto divieto di restituire la

scheda e l'impossibilità, quindi, di esigere la verbalizzazione dei motivi del gesto?

Neanche questo, appunto, sta scritto da alcuna parte. In linea di principio, quindi, in

assenza di divieti espliciti o desumibili dal combinato disposto di più norme, la presunzione

sta tutta a vantaggio di ciò che non è stato in alcun modo vietato.
 
Articolo molto riflessivo ........................................


http://www.ilcambiamento.it/editoriale/votare_non_votare_dilemma.html

Votare o non votare, il grande dilemma

A due giorni dalle elezioni sono molti i cittadini che si domandano se, malgrado la crescente sfiducia nella politica, sia importante votare o se, piuttosto, abbia più senso scegliere la strada dell'astensionismo. Ma davvero recarsi o non recarsi alle urne costituisce il nodo cruciale della questione? Ai fini di un reale cambiamento, non è forse più importante il voto che si esprime attraverso le nostre scelte di vita quotidiane?

di Paolo Ermani - 22 Febbraio 2013



"Votare o non votare, votare in un senso o in un altro, non sposta di molto la situazione se dietro al voto o all’astensione non c’è un impegno costante al cambiamento"

Quotidianamente ci martellano sul fatto che il voto elettorale è importante. Lo fanno perché attraverso di esso si amministra un grande potere, che poi è quello che le banche, i grandi gruppi imprenditoriali e i prelati concedono ai politici di amministrare per loro conto. Per convincerci a dargli questa delega in bianco, nella retorica sulla sacralità del voto ci mettono sempre il discorsetto sulla gente che è morta per darci questo diritto democratico.

Ma siamo sicuri che se ai partigiani fossero passati davanti i volti di Andreotti, Berlusconi, Monti, Bossi, Bersani, La Russa, Casini, Sgarbi, Ferrara, Cicciolina, Minetti e via di questo edificante passo, avrebbero acconsentito a darci questo diritto? Un diritto svuotato di ogni senso e usato come carta igienica, basti vedere quale imbarazzante spettacolo sono diventati il parlamento e le campagne elettorali.

Questo schifo della politica spinge sempre più persone con ragione a non votare ma sinceramente non vedo un disegno, un progetto dietro a questa scelta, spesso sembra più che altro un gesto istintivo del tutto condivisibile ma non costruttivo, a volte pure qualunquista del tipo: “che si fottano tutti!” . Le percentuali del non voto aumentano ma i protagonisti di questa scelta stanno proponendo e costruendo una società, un modello diverso? In America le percentuali di voto sono assai basse ma la percentuale dei non votanti non sembra che incida così tanto sul cambiamento in meglio del paese.

La questione fondamentale credo sia che il vero e importante voto, come dice giustamente Francuccio Gesualdi, è quello che si attua nelle nostre scelte quotidiane. Si vota quando si compra un prodotto piuttosto che un altro o non lo si compra per niente, si vota scegliendo di fare un lavoro inutile e dannoso per se stessi e gli altri oppure no, si vota mettendo i propri soldi in una banca di rapina piuttosto che nella finanza etica, si vota mangiando e curandosi in un modo piuttosto che in un altro, si vota creando assieme agli altri una società con valori e relazioni diverse da quelle imperanti. E tutto questo cambia la realtà più di un voto dato a chicchessia. Alla Coca Cola o simili non gli interessa cosa voti ma se bevi la sua broda e la sua broda assieme al mare di altre merci è quella che annega e inquina la società.

Lo stesso Grillo ripete spesso che dare solo un voto senza impegnarsi non serve a granché e in effetti anche se il Movimento 5 stelle avrà percentuali altissime, se agirà come hanno agito tutti quelli approdati fino ad oggi in parlamento, scomparirà velocemente in quanto svilirebbe la sua stessa natura che presuppone un coinvolgimento attivo di tutti.

Votare o non votare, votare in un senso o in un altro, non sposta di molto la situazione se dietro al voto o all’astensione non c’è un impegno costante al cambiamento personale e complessivo che dura 365 giorni all’anno e non aspetta solo il momento di fare una croce su di una scheda.
 
ed ancora ............................

Elezioni, vola il partito del non voto. In un libro la ‘tormentata vigilia’ dell’elettore - Il Fatto Quotidiano


Elezioni, vola il partito del non voto. In un libro la ‘tormentata vigilia’ dell’elettore

Per la prima volta nella storia la percentuale di chi non si recherà alle urne potrebbe raggiungere il 30%. Una novità per il nostro Paese, dove l'affluenza è sempre stata più alta rispetto al resto d'Europa. Elena G. Polidori, nel libro "La folla sceglie sempre Barabba" prova a spiegare i perché di quest'inversione di tendenza dando voce a una funzionaria della macchina elettorale del Viminale che si accorge "di aver sbagliato tutto"


di Redazione Il Fatto Quotidiano | 20 febbraio 2013
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Più informazioni su: Astensione, Elezioni Politiche 2013, Libri, Sondaggi Elettorali.









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E’ il partito che non c’è. Ma è quello che conta più simpatizzanti di ogni altro e che decreterà gli equilibri che usciranno dalle urne lunedì prossimo. E’ il partito dell’astensione. A cui si sommeranno, probabilmente, un numero imprecisato ma cospicuo, di quelli che oggi si dichiarano “indecisi” e che, alla fine, getteranno la spugna. Per la prima volta nella storia di questo Paese, che è sempre stato più in alto degli altri paesi europei come percentuale di votanti, arriverà a raggiungere un livello di astensione pari quasi al 30%. I sondaggisti, in questi giorni di silenzio forzato, alzano però il fronte dell’allarme: da disaffezione e disistima nei confronti delle forze politica, ma anche come segnale di indignazione morale nei confronti di un ceto politico che resiste ad ogni necessità di rinnovamento e di cambio della guardia. Insomma, pur di non votare “le stesse facce” e dare il proprio consenso ad un’offerta politica che appare inadeguata ai tempi e alle necessità di crescita e di rinnovamento oggettivo del Paese, si preferisce disertare le urne.

Eppure non è sempre stato così. Gli italiani, si diceva, sono sempre andati alle urne più massicciamente della media europea. Fino al 1976 (l’anno del temuto sorpasso del Pci sulla Dc) il partito del non voto rappresentava il 6,6% dell’elettorato, ma negli ultimi trent’anni la situazione è andata gradualmente modificandosi. Nel 2001 l’affluenza era scesa all’81,4% (schede non valide 6%) e nelle elezioni politiche del 2008, dopo l’arresto apparente del fenomeno nel 2006, l’incidenza di non votanti ha raggiunto quota 19,5%. Alle ultime politiche ha votato, dunque, l’80,5% . Ma è una quota che oggi appare difficile da raggiungere. Probabile, dunque, che da lunedì prossimo si comincerà ad analizzare anche in Italia il fenomeno della diserzione dal voto. E i suoi mille perché. Generalmente la decisione di non votare può rappresentare una forma di protesta, di insoddisfazione verso le proposte formulate dai partiti e quindi coinvolgere cittadini politicamente consapevoli, integrati e collocati al centro della società. Ora, dunque, cosa ha condotto gli italiani verso questa profonda disaffezione, a questo palese distacco nei confronti dei partiti e i loro leader? E per quale motivo andare a votare, stavolta, è così imbarazzante per molti?

Elena G. Polidori, scrittrice e giornalista politica del Quotidiano Nazionale, ha dato voce a Teresa, una funzionaria di alto grado della macchina elettorale del Viminale, una donna cittadina attiva nella politica e nel mondo delle istituzioni, per cercare di trovare una risposta a queste domande. Lo ha fatto in un libro, La folla sceglie sempre Barabba – La tormentata vigilia di un elettore, edito da Aliberti, nel quale racconta il vero e proprio dramma umano e professionale di chi, come Teresa, ha sempre visto nelle elezioni il significato più vero e più forte dell’azione democratica. E, in più, sono il suo lavoro.

Oggi, però, Teresa si rende conto, drammaticamente, di aver sbagliato tutto. O meglio: che non tutto è come lei ha sempre pensato, immaginato e costruito. La delusione è tale che Teresa, al culmine del suo dramma personale e riflettendo sul senso della politica e sulla sua partecipazione al voto, urla a se stessa il suo rifiuto per l’urna: “No, questa volta non lo faccio, non nel mio nome…”. Teresa è una donna assolutamente reale, che all’autrice è sembrata “il prototipo della persona per bene che crede nello Stato e nella democrazia” e il cui sfogo è stato sapientemente sfruttato per fare un’analisi severa di quanto accaduto nell’ultimo anno nel Paese, ma anche per raccontare quello che è il dramma di ognuno di noi davanti a queste nuove elezioni che di nuovo non hanno davvero nulla. A parte Grillo, ma poi è nuovo davvero?

“Queste elezioni – sostiene Elena G. Polidori – non sono come quelle del 2006 o del 2008, perché negli ultimi mesi del quarto governo Berlusconi l’Italia si è ritrovata in un territorio occupato dai mercati e da saccheggiare per disintegrare quel poco che restava del suo sistema produttivo. Le leggi sul lavoro e sullo sviluppo sembrano state scritte per rendere la popolazione sempre più una massa di mano d’opera a basso costo, alla mercé delle élite finanziari internazionali e dei suoi burattinai mascherati a uomini delle istituzioni. Il programma presentato da Monti è parso subito scritto da organismi sovranazionali e la realtà, poco più tardi, ha suffragato pienamente questa sensazione, con la trasformazione di Monti in candidato premier dei poteri finanziari internazionali”.

“La politica – prosegue Polidori – non è più come diceva Pietro Calamandrei, “la forma più alta di servizio al popolo”, è diventata il modo con cui circa un migliaio di persone, i parlamentari della Repubblica, vivono in modo quasi parassitario sulle spalle dei cittadini italiani. Che non sanno come imporre un cambiamento se non attraverso il segnale di una dolorosa astensione dal voto”. Tutelati da una legge elettorale come il Porcellum che alimenta la prosecuzione di questa classe politica che non accetta ricambio e toglie la scelta democratica diretta ai cittadini, e da un sistema di finanziamento pubblico che dispensa a piene mani denaro pubblico nei forzieri delle segreterie politiche, la casta dei politici si appresta ancora una volta a ritrovarsi nei corridoi dei palazzi istituzionali dove si rivedranno comparire quasi le stesse facce di sempre, qualcuno addirittura con vent’anni di legislature sulle spalle, con una “novità” rappresentata solo da Grillo, dunque quale novità reale?

Dice la protagonista di questo libro al culmine del suo strazio: “Andremo a votare con il Porcellum, senza poter scegliere i candidati. Eleggeremo un migliaio di parlamentari, come sempre. La sinistra ripropone il governo dell’Unione, già miseramente fallito con Prodi nel 2006-2008. La destra manda in campo ancora Berlusconi, il demagogo che ha occupato la scena degli ultimi vent’anni. Il centro presenta una rivisitazione di quello che è stato il prodotto migliore che ha saputo estrarre dalla storia: una piccola Dc, nobilitata e abbellita dal marchio Monti. E alla Camera, chi sceglierà Monti dovrà tenersi Casini e Fini, con tutto il seguito di vecchie glorie della seconda Repubblica. Glorie». La folla sceglie sempre Barabba è un libro amaro ma lucido, con il quale l’autrice ha voluto regalare ai lettori uno strumento di riflessione su cosa rappresenta davvero, in questo momento, l’esercizio del voto “perché ciascuno possa trovare in se stesso – conclude Polidori – una ragione vera per esprimere il proprio consenso senza pensare, con quell’atto, di alimentare la macchina infernale della casta dalla quale non riusciamo a liberarci. A meno di non mandare un segnale preciso alla politica che la misura è colma. Togliergli il voto è uno dei modi possibili, di sicuro il più democratico”.
 
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