OFFICINA STELLARE

...scusate ma se dal 17 al 31 maggio qualcuno converte i warrant con strike a 7,26, il titolo affonda:mmmm:..conviene riempirsi di warrant:mmmm:...cosa sbaglio:mmmm::bow::wall::wall:
 
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Scusa perché dovrebbe affondare?
Sui warrant praticamente non c’è flottante. Un’operazione di arbitraggio è praticamente impossibile se non per quantitativi limitati e quindi non in grado di influenzare più di tanto le quotazioni. Poi i warrant hanno ancora 1 anno di vita quindi mi aspetto conversioni non elevate.
 
PMI “spaziali”: le eccellenze italiane motore del “rinascimento industriale” | Agenda Digitale


Il “caso” Officina Stellare

Per capire lo stato dell’arte della PMI dello Spazio italiano analizziamo un caso brillante di un’azienda che da microcap sta gradatamente evolvendo a small cap che è Officina Stellare S.p.A. (“OS”). Ad oggi ha una capitalizzazione di €50 milioni e il quartier generale è a Sarcedo in provincia di Vicenza. OS è azienda leader indiscussa nella progettazione e produzione di strumentazione opto-meccanica di eccellenza nel settore aerospaziale, della ricerca e della difesa. Tre le divisioni in cui opera OS: Divisione Spazio, Comunicazione laser e Difesa. Queste sono le priorità strategiche a cui OS sta lavorando e che presuppongono prima di tutto una crescita interna dell’azienda. Nessuna acquisizione di aziende in programma, ma concentrazione massima della strategia sullo sviluppo organico e svolgendo un’intensa attività di ricerca, in cui l’azienda investe stabilmente oltre il 10% del fatturato. Il tutto in uno scenario con promettenti prospettive di sviluppo e in cui ci sono pochi concorrenti diretti, poiché una delle unicità più importanti è la presenza all’interno di un’unica azienda dell’intera catena del valore.

Il 2021 sarà un anno cruciale per OS e vedrà il completamento di uno dei progetti più importanti e ambiziosi: la realizzazione del primo spazio completo e riconosciuto di fabbrica italiana a livello internazionale. La sede è cresciuta più di tre volte e si sta arricchendo di asset produttivi unici in Italia. Ma sarà anche l’anno in cui vedranno la luce molti progetti a cui l’azienda lavora da anni. La volontà dell’azienda è anche quella di fungere da incubatore di nuove idee e di aiutare le giovani aziende a crescere, oltre ad aumentare le collaborazioni con le università. I focus principali saranno tre: osservazione della Terra, ambito in cui OS opera da alcuni anni con payload ottici ad alta e altissima risoluzione, Space Situation Awareness (SSA), una sorta di ‘controllo del traffico’ orbitale, e infine Laser Communications, grazie al quale sarà possibile garantire una copertura globale a banda larga, l’accesso a internet e alle informazioni e l’attivazione di ulteriori applicazioni (guida automatica, ecc.) e garantire uno scambio di informazioni sicuro per le applicazioni più sensibili (quantistica).

La quotazione in borsa è stata un grande successo e ha aiutato nella realizzazione di molti progetti e la visibilità che l’azienda ha ottenuto durante l’IPO ha permesso di rafforzare la sua presenza sul mercato nazionale, dove erano quasi sconosciuti.

Officina Stellare è l’unico esempio nel panorama delle PMI del mercato spaziale italiano di azienda che ha fatto praticamente tutto il percorso del venture capital cycle. Dalla startup, alla partecipazione di un socio istituzionale come Veneto Sviluppo, alla crescita ulteriore e quotazione in Borsa su Aim Italia. La prospettiva per OS potrebbe essere quella di entrare anche nel listino Europeo di Euronext superando tutti i limiti del mercato italiano che ha pochi scambi e dotandosi di investor relations e comunicazione globali.

E probabilmente, visto che OS ha recentemente aperto una controllata in USA, sarebbe importante forse cercare di diventare attrattivi per qualche investitore internazionale magari proprio americano. Soprattutto per il grande rapporto che lo Spazio italiano ha con gli Stati Uniti, come testimoniato dal recente arrivo di Exos Aerospace System & Technologies in Piemonte, con l’importante azienda texana che, approdata in Piemonte, ha subito aperto un suo sito a Torino. Il nuovo stabilimento dell’azienda sarà il centro nevralgico della ricerca, sviluppo e produzione dei razzi riutilizzabili. L’arrivo di Exos nel panorama aerospaziale piemontese è, senza dubbio, segno di una forte crescita dell’Italia in campo tecnico-scientifico. Inoltre, ora che a Torino apre questa nuova azienda di razzi riutilizzabili, si prevedono centinaia di posti di lavoro in arrivo. Infatti, l’impresa texana prevede di assumere subito 45 tecnici, prevalentemente ingegneri con varie specializzazioni, contando di arrivare fino a 300 dipendenti nei prossimi tre anni.

Sono magari solo piccoli segnali, ma testimoniano quello che è il grande interesse dei giganti aerospaziali americani per le eccellenze del settore aerospace italiano: la strada è quella giusta e sembra essere tracciata, occorre insistere
 
Razzo cinese, la spazzatura spaziale che minaccia l'Italia - la Repubblica


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Spazzatura senza controllo
Quello che chiamiamo "razzo" è il secondo stadio del Lunga Marcia 5B, che ad aprile ha portato in orbita il primo modulo della nuova stazione spaziale cinese Tiangong. Lungo una trentina di metri per 18 tonnellate di massa, è uno dei detriti spaziali più massicci degli ultimi 30 anni a precipitare dallo spazio, pari al suo "gemello", un altro Lunga Marcia che precipitò nel 2020, a deorbitare dal 1991, anno in cui venne fatta rientrare la Salyut sovietica. Per un oggetto così massiccio è probabile che qualche frammento non bruci totalmente in atmosfera e arrivi al suolo. Quello dei detriti spaziali è un tema sempre più pressante nell'agenda delle agenzie nazionali, perché le orbite, soprattutto quella bassa, tra i 300 e i 1.000 chilometri, si stanno affollando sempre di più. I lanci di satelliti sono ormai routine quotidiana ma, soprattutto nel caso di oggetti "usa e getta" come questo, andrebbero meglio regolamentati.
...
 
OFFICINA STELLARE: COSTITUITA LA START-UP INNOVATIVA THINKQUANTUM SRL

Spin-off dell’Università degli Studi di Padova, la società è stata costituita da Officina Stellare
insieme ad altri soci promotori provenienti dal mondo accademico
• Officina Stellare insieme a soci promotori provenienti dal mondo accademico hanno costituito la start-up
innovativa, ThinkQuantum srl, spin-off dell’Università degli Studi di Padova
• ThinkQuantum srl sarà controllata da Officina Stellare con il 50,5% delle quote, e Gino Bucciol, Head of
Business Development di Officina Stellare, assume il ruolo di Vice Presidente.
ThinkQuantum opererà nei settori strategici della cybersecurity e delle comunicazioni criptate su base
quantistica, commercializzando soluzioni in grado di garantire standard di sicurezza delle infrastrutture di
comunicazione nettamente superiori a quelle attuali
.
• Grazie alla nuova controllata, Officina Stellare rafforza ulteriormente la propria posizione nel campo delle
comunicazioni ottiche, applicazione tra le più interessanti dal punto di vista strategico, ampliando il business
in ambiti sinergici ad elevato contenuto tecnologico e potenziale di crescita.
• Il settore legato alle tecnologie quantistiche è particolarmente strategico e il giro d'affari atteso per la sola
crittografia quantistica (Quantum Key Distribution, QKD) è di circa 785M US$ (Yole) e i 7B US$ (INSIDE
Quantum) su una scala temporale di 10 anni.
 
Sarcedo (Vicenza), 14 maggio 2021 – Officina Stellare SpA, società vicentina quotata all’AIM di Borsa Italiana,
contraddistinta dalla disponibilità in-house della maggior parte dei processi di progettazione e realizzazione di
strumentazione opto-meccanica di eccellenza e leader nelle tecnologie dei settori dell’Aerospazio, della Ricerca e
della Difesa, ha costituito insieme ad altri soci promotori la start-up innovativa spin-off dell’Università degli Studi di
Padova, ThinkQuantum srl.

ThinkQuantum srl sarà controllata da Officina Stellare con il 50,5% delle quote, per un controvalore di € 320.000.
ThinkQuantum svilupperà e commercializzerà sistemi di sicurezza e di comunicazione avanzati basati su tecnologie
quantistiche, fornendo un importante contributo alla filiera italiana in un ambito che sta rapidamente assumendo
un valore sempre più strategico nello scenario internazionale
. In particolare, tra le soluzioni ThinkQuantum ci
saranno dispositivi per realizzare comunicazioni sicure e generare numeri casuali basati sulle proprietà
quantistiche. ThinkQuantum opererà nei settori della cybersecurity, fornendo soluzioni in grado di garantire
standard di sicurezza delle infrastrutture di comunicazione nettamente superiori a quelli attuali, anche nel caso di
applicazioni “free space”, come quelle utilizzate dalla Laser Communication. Questo aspetto pone l’azione
industriale e commerciale di ThinkQuantum all’interno di uno dei maggiori segmenti di sviluppo della New Space
Economy, dove Officina Stellare è già tra le aziende leader.

Oltre ad Officina Stellare, che apporta nell’iniziativa le sue forti competenze scientifiche e ingegneristiche in ambito
opto-meccanico, la solida reputazione internazionale e la consolidata rete di clienti nel settore Spazio,
ThinkQuantum vede tra i soci promotori, esponenti del mondo accademico quali i professori dell’Università degli
Studi di Padova Paolo Villoresi, che assume il ruolo di Presidente e Giuseppe Vallone, entrambi con una esperienza
ventennale ed incarichi di incarichi di prestigio a livello internazionale nel settore, oltre che inventori di alcuni
brevetti nell’ambito d’interesse.
Simone Capeleto, Amministratore Delegato di ThinkQuantum, sottolinea che: “La sempre crescente domanda di sicurezza
nelle comunicazioni trova nell’odierna maturità delle tecnologie quantistiche la migliore risposta, le nostre soluzioni sono
facilmente integrabili nelle attuali reti di telecomunicazione e si rivolgono a tutte le aziende, quali banche, assicurazioni,
gestori di dati e servizi in genere che con i loro partner ICT, fornitori di reti di telecomunicazione e servizi crittografici,
intendano innalzare i propri standard di sicurezza”.

Gino Bucciol, Head of Business Development di Officina Stellare, oggi Vice Presidente di ThinkQuantum,
conferma: “Con questa nuova partecipazione, Officina Stellare rafforza ulteriormente la propria posizione nel campo
delle comunicazioni ottiche, applicazione tra le più interessanti dal punto di vista strategico del piano in corso di
attuazione, ed amplia il settore di business in altri ambiti sinergici a valore aggiunto. L’iniziativa, dopo l’ingresso in
Dynamic Optics avvenuta lo scorso autunno, si inserisce in un più ampio piano di sviluppo di Officina Stellare SpA
come acceleratore e incubatore tecnologico di start-up innovative, al fine di agevolare lo sviluppo di tutte le
tecnologie abilitanti che sono funzionali al conseguimento di una posizione di leadership nei settori di riferimento,
come partner strategico per tutta la filiera nazionale”.
Le tecnologie quantistiche sono considerate un comparto strategico nel quale l’Europa intende consolidare ed
espandere la sua leadership scientifica. Analisti indipendenti stimano che il settore industriale legato alle
tecnologie quantistiche crescerà rapidamente in questo decennio (OIDA1) fino a raggiungere un giro d’affari che,
per la sola crittografia quantistica (quantum Key Distribution, QKD), si attesta entro la fine del decennio tra i
785M US$ (Yole2) e i 7B US$ (INSIDE Quantum3)
.
E’ in questo contesto che la European Quantum Communication Infrastructure (EuroQCI), infrastruttura che
integrerà la crittografia quantistica, prodotti e sistemi quantistici innovativi nelle infrastrutture di comunicazione
convenzionali, ha già avviato programmi di investimenti pubblico/privati, tra cui, ad esempio, il Quantum
Technology Flagship, iniziativa finanziata con un miliardo di euro su una scala temporale di 10 anni, al fine di favorire
un insieme coerente di progetti di ricerca e innovazione e sostenere l’avvio industriale del settore.
 
Piano per lo spazio da 2,3 miliardi. Più intese con Francia e Germania
Recovery Plan. Comparto strategico per il Governo. Tabacci: «Grazie agli investimenti 1.600 posti. Collaborazione più stretta con Parigi e Berlino»
Gianni Dragoni

Il governo punta sul settore spaziale come strumento per la ripresa economica e lo sviluppo sostenibile. Nuove, importanti risorse sono previste nella proposta di Recovery Plan (Pnrr) e nel fondo complementare.

«Gli stanziamenti proposti per lo spazio ammontano a circa 2,3 miliardi di euro, di cui 1,49 miliardi richiesti al Dispositivo per la ripresa e la resilienza e il resto nel fondo complementare», anticipa al Sole 24 Ore Bruno Tabacci, sottosegretario alla presidenza del Consiglio per il coordinamento della politica economica, con delega per lo spazio.

«È un risultato importante. Lo spazio - osserva Tabacci - è uno degli ambiti tecnologici in cui l’Italia mantiene una presenza consolidata, attraverso una filiera completa, che merita il nostro sostegno anche per corrispondere agli obiettivi della transizione verde e digitale dell’Unione europea». Secondo Tabacci «questi investimenti avranno un forte impatto sull’occupazione, stimato potenzialmente in un aumento del 20% degli addetti, circa 1.600 persone in più per un’occupazione qualificata. Il settore ha circa 7.000 addetti e circa 200 aziende, per tre quarti piccole e medie e alcune grandi». Il giro d’affari è sui 2 miliardi all’anno.

Le risorse aggiuntive sono spalmate nei sei anni del piano europeo. L’impatto è rilevante se si considerano gli stanziamenti ordinari, in crescita negli ultimi anni. «L’Italia è, dopo Germania e Francia, il terzo investitore europeo attraverso la partecipazione in Esa», ricorda Tabacci, che il 21 aprile alla Camera ha descritto il quadro dei finanziamenti. «Dopo l’ultimo Consiglio ministeriale di Siviglia del 2019, la Germania destina all’Esa un budget da 3,3 miliardi l’anno, la Francia 2,7 miliardi, l’Italia 2,3 miliardi l’anno». Gli investimenti generano un moltiplicatore importante. «Un euro investito nello spazio genera un ritorno da 3 a 7 volte». Su quali progetti punta il governo con il Pnrr? «La strategia mira a potenziare i sistemi di osservazione della terra per il monitoraggio dei territori e dello spazio extra-atmosferico e a rafforzare le competenze nazionali nella space economy», sintetizza Tabacci, che indica cinque «linee d’azione»: SatCom (satelliti e tecnologie per comunicazioni sicure e banda larga); Osservazione della terra (realizzazione di una costellazione satellitare ad alta frequenza di rivisita e lancio del progetto CyberItaly); Space factory (linee integrate per produzione, integrazione e collaudo di piccoli satelliti in Italia); Accesso allo spazio (tecnologie innovative per la prossima generazione di sistemi di trasporto); In-orbit economy (capacità di fornire la manutenzione in orbita di satelliti e infrastrutture).

A parte c’è il tema dei lanciatori, dominato dall’industria francese, in cui l’Italia ha acquisito una capacità autonoma grazie al Vega di Avio. «È un dossier strategico per il paese e il governo se ne sta occupando con grande attenzione. Sono in corso interlocuzioni anche con gli altri paesi, a cominciare dai partner europei. Una nota positiva è il ritorno al volo di Vega», dice Tabacci. Il 19 marzo il ministro francese dell’Economia Bruno Le Maire e il responsabile del Mise, Giancarlo Giorgetti, hanno parlato della costituzione di un gruppo di lavoro per rafforzare le collaborazioni nei lanciatori, aperto anche alla Germania. Cosa è stato fatto? «Ho parlato dell’importanza di un “tavolo a tre gambe” affinché si regga in piedi, i bilaterali non hanno dato grandi risultati», osserva Tabacci. «In questi giorni farò incontri con gli ambasciatori di Francia e Germania, poi cercherò di vedere i due ministri. Il futuro delle tecnologie spaziali europee richiede una stretta collaborazione tra Francia, Germania, Italia. Abbiamo la necessità di ragionare in un formato che metta insieme gli interessi dei tre paesi, secondo una linea che si sta affermando nella visione del governo. Lo spazio può essere parte di questo lavoro comune, non solo per i lanciatori, ma anche per altre collaborazioni industriali, le tecnologie quantistiche e grandi temi di sostenibilità su cui l’Italia ha competenze, come quello dei detriti spaziali». «Sarà importante anche mantenere e sviluppare le collaborazioni con Stati Uniti e Nasa». Tabacci intende visitare i 12 distretti tecnologici regionali. «In questo fine settimana con il ministro Luigi Di Maio andiamo in Campania».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
I CINQUE PROGRAMMI
Un mercato globale

Analizzando il contesto di mercato globale e le caratteristiche dell’industria spaziale italiana è stata prodotta una strategia nazionale volta a potenziare i sistemi di osservazione della terra per il monitoraggio dei territori e dello spazio extra-atmosferico e a rafforzare le competenze nella space economy.

Il Piano e le linee d’azione

La strategia nazionale include le seguenti linee d’azione:

SatCom. Satelliti e tecnologie complementari a iniziative Ue per comunicazioni sicure e a banda larga.

Osservazione della terra. Realizzazione di una costellazione satellitare ad alta frequenza di rivisita e lancio del progetto. CyberItaly che, grazie a intelligenza artificiale e alla disponibilità di una più ampia gamma di sensori e di una maggiore frequenza di aggiornamenti di dati di osservazione della terra, creerà una replica digitale dinamica del nostro paese, che imiterà accuratamente il suo comportamento fisico.

Space factory. Creazione di linee integrate per la produzione, l’integrazione e il collaudo di piccoli satelliti in Italia.

Accesso allo spazio. Tecnologie innovative per la prossima generazione di sistemi di trasporto spaziale.

In-orbit economy. Attività finalizzate alla capacità di fornire la manutenzione in orbita di satelliti ed infrastrutture, cioè di localizzare e raggiungere oggetti orbitanti ed intervenire su di essi, manipolandoli o rimuovendoli, per consentire anche applicazioni commerciali, tra cui l’estensione della vita e l’intervento in caso di guasto di un veicolo spaziale.
 
Kemper non ti ho mai visto tanto attivo su un titolo, la cosa mi stupisce 😱
Mi interesserebbe un tuo commento alla tanta carne al fuoco, con tp finale 😘
 
..a questo punto meglio acquistare i warrant:mmmm:che dite:D:bow:
 
Max dici? 17 messaggi totali (escluso questo). :confused:

Comunque non do mai target price.
Men che meno in un caso come questo. ;)

Ciao. :)
 
Nuovo report di Pdb...target a 20 euro
 
Quantum for quants
Wall Street’s latest shiny new thing: quantum computing
A fundamentally new kind of computing will shake up finance—the question is when

The finance industry has had a long and profitable relationship with computing. It was an early adopter of everything from mainframe computers to artificial intelligence (see timeline). For most of the past decade more trades have been done at high frequency by complex algorithms than by humans. Now big banks have their eyes on quantum computing, another cutting-edge technology.
This is the idea, developed by physicists in the 1980s, that the counter-intuitive properties of quantum mechanics might allow for the construction of computers that could perform mathematical feats that no non-quantum machine would ever be capable of. The promise is now starting to be realised. Computing giants like Google and ibm, as well as a flock of smaller competitors, are building and refining quantum hardware.

Quantum computers will not beat their classical counterparts at everything. But much of the maths at which they will excel is of interest to bankers. At a conference on December 10th William Zeng, head of quantum research at Goldman Sachs told the audience that quantum computing could have a “revolutionary” impact on the bank, and on finance more broadly.

Many financial calculations boil down to optimisation problems, a known strength of quantum computers, says Marco Pistoia, the head of a research unit at JPMorgan Chase, who spent many years at ibm before that. Quantum quants hope their machines will boost profits by speeding up asset pricing, digging up better-performing portfolios and making machine-learning algorithms more accurate. A study by bbva, a Spanish bank, concluded in July that quantum computers could boost credit-scoring, spot arbitrage opportunities and accelerate so-called “Monte Carlo” simulations, which are commonly used in finance to try to model the likely behaviour of markets.

Finance is not the only industry looking for a way to profit from even the small, unstable quantum computers that mark the current state of the art; sectors from aerospace to pharmaceuticals are also hunting for a “quantum advantage”. But there are reasons to think finance may be among the first to find it. Mike Biercuk of q-ctrl, a startup that makes control software for quantum computers, points out that a new financial algorithm can be deployed faster than a new industrial process. The size of financial markets means that even a small advance would be worth a lot of money.

Banks are also buying in expertise. Firms including bbva, Citigroup, JPMorgan and Standard Chartered have set up research teams and signed deals with computing firms. The Boston Consulting Group reckons that, as of June, banks and insurers in America and Europe had hired more than 115 experts—a big number for what remains, even in academia, a small specialism. “We have more physics and maths phds than some big universities,” jokes Alexei Kondratyev, head of data analytics at Standard Chartered.

Startups are exploring possibilities too. Enrique Lizaso of Multiverse Computing reckons his firm’s quantum-enhanced algorithms can spot fraud more effectively, and around a hundred times faster, than existing ones. The firm has also experimented with portfolio optimisation, in which analysts seek well-performing investment strategies. Multiverse re-ran decisions made by real traders at a bank. The job was to choose, over the course of a year, the most profitable mix from a group of 50 assets, subject to restrictions, such as how often trades could be made.

The result was a problem with around 101,300 possible solutions, a number that far outstrips the number of atoms in the visible universe. In reality, the bank’s traders, assisted by models running on classical computers, managed an annual return of 19%. Depending on the amount of volatility investors were prepared to put up with, Multiverse’s algorithm generated returns of 20-80%—though it stops short of claiming a definitive quantum advantage.

Not all potential uses are so glamorous. Monte Carlo simulations are often used in regulatory stress tests. Christopher Savoie of Zapata, a quantum-computing firm based in Boston, recalls one bank executive telling him: “Don’t bring me trading algorithms, bring me a solution to ccar [an American stress-test regulation]. That stuff eats up half my computing budget.”

All this is promising. But quantum financiers acknowledge that, for now, hardware is a limitation. “We’re not yet able to perform these calculations at a scale where a quantum machine offers a real-world advantage over a classical one,” says Mr Biercuk. One rough way to measure a quantum computer’s capability is its number of “qubits”, the analogue of classical computing’s 1-or-0 bits. For many problems a quantum computer with thousands of stable qubits is provably far faster than any non-quantum machine that could ever be built—it just does not exist yet.

For now, the field must make do with small, unstable devices, which can perform calculations for only tiny fractions of a second before their delicate quantum states break down. John Preskill of the California Institute of Technology has dubbed these “nisqs”—“Noisy, Intermediate-Scale Quantum computers”.

Bankers are working on ways to conduct computations on such machines. Mr Zeng of Goldman pointed out that the computational resources needed to run quantum algorithms have fallen as programmers have tweaked their methods. Mr Pistoia points to papers his team has written exploring ways to scale useful financial calculations into even small machines.

And at some point those programmers will meet hardware-makers coming the other way. In 2019 Google was the first to demonstrate “quantum supremacy”, using a 53-qubit nisq machine to perform in minutes a calculation that would have taken the world’s fastest supercomputer more than 10,000 years. ibm, which has invested heavily in quantum computing, reckons it can build a 1,000-qubit machine by 2023. Both it and Google have talked of a million qubits by the end of the decade.

When might the financial revolution come? Mr Savoie thinks simple algorithms could be in use within 18 months, with credit-scoring a plausible early application. Mr Kondratyev says three to five years is more realistic. But the crucial point, says one observer, is that no one wants to be late to the party. One common worry is that whoever makes a breakthrough first may choose to reap the rewards in obscurity, rather than broadcast the fact to the world. After all, says Mr Biercuk, “that is how high-frequency trading got started”.

The Economist - december 16th, 2020
 

grazie della info...io ho iniziato ad investire in questo settore da un po di tempo visto che credo che sarà il tema del prossimo decennio
oltre officina stellari ho virgin galactic (sabato ha concluso con successo il primo test di volo e ieri spike da piu 30) più le principali società all'interno degli etf UFO e quello di ARK .
ora mi studio questo certificate
 
Officina Stellare (Aim) - La Space Economy sara centrale nel prossimo futuro anche per il PNRR | Market Insight

OFFICINA STELLARE (AIM) – LA SPACE ECONOMY SARÀ CENTRALE NEL PROSSIMO FUTURO ANCHE PER IL PNRR
24/05/2021 17:15

La Space Economy rappresenta una delle declinazioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) elaborato dal Governo Draghi e recentemente inviato a Bruxelles per la sua approvazione che potrebbe arrivare nella prossima riunione dell’Ecofin.

Gli investimenti dedicati alle “Tecnologie satellitari ed economia spaziale” ammontano a oltre 2,3 miliardi, sommando le risorse del Fondo Complementare e del PNRR (1,5 miliardi) che al suo interno sottolinea come “Allo spazio è ormai ampiamente riconosciuto il ruolo di attività strategica per lo sviluppo economico, sia per il potenziale impulso che può dare al progresso tecnologico e ai grandi temi di “transizione” dei sistemi economici (ad es. anticipazione delle implicazioni del cambio climatico tramite l’osservazione satellitare), sia per la naturale scala continentale/europea che ne contraddistingue l’ambito di azione e di coordinamento degli investimenti”.

Il documento evidenzia inoltre come “Analizzando il contesto di mercato globale e le caratteristiche dell’industria spaziale italiana è stato prodotto un Piano Nazionale volto a potenziare i sistemi di osservazione della terra per il monitoraggio dei territori e dello spazio extra-atmosferico e a rafforzare le competenze nazionali nella space economy. Il Piano Nazionale include diverse linee d’azione: SatCom, Osservazione della Terra, Space Factory, Accesso allo Spazio, In-Orbit Economy, Downstream.”

Indicazioni che delineano uno scenario positivo per Officina Stellare – unica realtà della New Space Economy quotata a Piazza Affari – con cui abbiamo voluto approfondire le implicazioni positive derivanti dal PNNR attraverso le considerazioni di Gino Bucciol, Direttore Sviluppo Business del gruppo.

Le implicazioni positive del PNRR per Officina Stellare

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, illustra Bucciol, “riprende perfettamente, confermandone l’importanza, numerose scelte strategiche portate avanti da Officina Stellare negli ultimi mesi. Emerge fin da subito l’importanza data allo spazio come industria abilitante per la crescita del paese: il progresso tecnologico rappresenta un passo fondamentale nello sviluppo delle aziende nazionali e la Space Economy diventa un fattore di crescita per diverse realtà, non rimanendo più prerogativa delle grandi agenzie spaziali nazionali. Mi piace far notare anche il fatto che nel documento venga citato espressamente il termine Space Factory, che è esattamente la definizione di quello che Officina Stellare sta rapidamente diventando, ed il termine con il quale ci siamo presentati agli investitori quasi due anni fa”.

In Italia sono infatti presenti player di dimensioni medio-piccole dal Nord al Sud Italia, contraddistinti per la loro complementarità e che nel corso degli anni hanno dato vita a una vera e propria filiera.

“È sottolineata inoltre l’importanza dell’osservazione della Terra mediante strumentazioni satellitari e telescopi in orbita che consentiranno di monitorare i cambiamenti degli aspetti climatici e il relativo impatto sulla Terra. Sarà possibile andare a identificare elementi che deturpano l’ambiente naturale ma anche osservare e prevenire rischi di natura idrogeologica: l’Italia basa molta della propria economia sull’agricoltura e lo spazio può andare incontro a questa necessità. Il monitoraggio potrà interessare anche le infrastrutture sensibili e/o strategiche e l’Agenzia Spaziale Italiana sta individuando un team di aziende con le giuste capacità richieste dalla realizzazione di una costellazione di satelliti nazionali da destinare a tali finalità: opportunità a cui Officina Stellare è ovviamente interessata”.

La realizzazione di un’infrastruttura di telecomunicazioni avanzata (nel PNRR si parla di “Gigabit Society” e delle “Tecnologie 4.0”) necessita di collegamenti a larga banda ubiqui sul territorio e fruibili, afferma Bucciol, spiegando come “le competenze di Officina Stellare nel campo della Laser Communication saranno fondamentali in tale settore, considerando la crescente domanda che osserveremo nei prossimi anni non solo di capacità di trasferimento dati, ma anche della intrinseca sicurezza che lo scambio di informazioni dovrà avere”.

ThinkQuantum e l’ingresso nel mercato della cybersecurity-comunicazioni quantistiche

“La necessità di incrementare gli standard di sicurezza delle comunicazioni è un aspetto ben delineato nel PNRR, coerentemente con l’incremento di vulnerabilità che il progresso tecnologico comporterà: la Cyber Security diventa pertanto sempre più importante e la recente costituzione della startup innovativa ThinkQuantum ad opera di Officina Stellare e altri promotori provenienti dal mondo universitario, risponde perfettamente a tale esigenza”, spiega Bucciol che ricoprirà il ruolo di Vice Presidente nella società.

La startup innovativa spin-off dell’Università degli Studi di Padova, ThinkQuantum, costituita da Officina Stellare – che la controllerà con il 50,5% delle quote – svilupperà e commercializzerà sistemi di sicurezza e comunicazione basati su tecnologie quantistiche, garantendo livelli di sicurezza delle infrastrutture di comunicazione nettamente superiori a quelli attuali, anche nel caso di applicazioni ‘free space’, come quelle utilizzate dalla Laser Communication. Le soluzioni proposte dal gruppo coprono inoltre il campo dei dispositivi destinati alla generazione di numeri casuali, sempre basati sulle proprietà dei quanti, che ricoprono un ruolo fondamentale in questo campo, ma offrono spunti applicativi in molti altri settori”

Nel prossimo futuro i computer quantistici “permetteranno una velocità computazionale ordini di grandezza superiore all’attuale. Si teme saranno presto in grado di decodificare gli algoritmi correntemente utilizzati a protezione di comunicazioni, transazioni bancarie, ecc. E’ quindi necessaria la contromisura permessa dalla crittografia quantistica. Grazie ad alcuni principi legati alla fisica dei quanti renderà tali processi inviolabili. La nascita di ThinkQuantum si inserisce perfettamente in tale scenario, completando la catena del valore di Officina Stellare in molte applicazioni sinergiche e portando all’interno del perimetro aziendale brevetti fondamentali riguardanti le comunicazioni quantistiche e la generazione di numeri casuali. Competenze che presentano molti campi di applicazione, dai servizi militari al sistema finanziario, ma estendibili anche alle simulazioni e al mondo del gaming”.

Un mercato dalle enormi potenzialità, come indicano gli studi settoriali riguardanti le tecnologie quantistiche che per la sola crittografia quantistica (Quantum Key Distribution) indicano il raggiungimento entro la fine del decennio di un volume d’affari tra i 785 milioni US$ (Fonte Yole) e i 7 miliardi US$ (Fonte Quantum). La European Quantum Communication Infrastructure (EuroQCI) ha già avviato programmi di investimenti pubblici e privati tra cui il Quantum Technology Flagship, con investimenti per un miliardo su una scala temporale di 10 anni, finalizzati a favorire un insieme corrente di progetti di ricerca e innovazione per sostenere l’avvio industriale del settore.

Officina Stellare, termina Bucciol, sarà “uno dei pochi player attivi in tale mercato e sicuramente l’unico in grado di integrare tali competenze in una realtà consolidata, offrendo comunicazioni quantistiche su fibra, in free space e in orbita. ThinkQuantum completerà le nostre capabilities e conferma – dopo l’operazione Dynamic Optics – la nostra volontà di continuare ad essere un HUB e incubatore di aziende virtuose, trasferendo competenze dal mondo dell’università al mondo industriale”.
 
Oggi titolo e warrant in volo :bow: . Non vedo notizie ....
 
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