OFFICINA STELLARE

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

Uscito oggi a 16 EUro , con un lotto da 250 azioni ( ne ho 500 ) ..... mi ha fatto male al cuore vendere questo gioiellino, ma quando vedo un gain del 100 % e oltre non si può non portare a casa..... non si sa cosa può succedere in borsa....

Le altre 250 le tengo fino a infinito.... e oltre.... ;)
 
Finalmente..... Tra ieri e oggi si sono resi conto che esiste anche il warrant OK!
 
Buongiorno

Complimenti a tutti quelli ancora dentro (io sono uscito
due settimane fa, sulla prima sparata con gapup, a 12,50€
con un 30% di gain, e va benissimo così).

OK!
 
Articolo un po' superficiale ma interessante un numero...

L'ultima scommessa di Elon Musk: l'internet satellitare Starlink al via da settembre, ma prezzi sono stellari. Ecco in cosa consiste - FinanzaOnline

Caricare video o vedere un film in streaming a velocità statosferiche: non è un sogno ma una realtà grazie a Starlink quel pezzo di SpaceX che punta a fornire servizi di connettività internet, avvalendosi di una fitta rete di satelliti spaziali. Secondo quanto anticipato questo mese da Reuters, la società sarebbe in grado di fornire una copertura globale già a partire da settembre 2021.
Il ceo di SpaceX, Elon Musk, ha detto a maggio che più di 500.000 persone hanno già fatto un ordine per Starlink o hanno versato un deposito di 99 dollari. Attualmente costa 99 dollari per un abbonamento mensile e altri 499 dollari per il kit, che comprende un treppiede, un router WiFi e un terminale per connettersi ai satelliti. Una volta che il servizio sarà diffuso in tutto il mondo, gli utenti potrebbero aspettarsi velocità di internet fino a 209,17 megabit al secondo, la velocità più veloce registrata da un abbonato al beta-test. La presidente di SpaceX Gwynne Shotwell, che ha spiegato che i prossimi tre mesi verranno impiegati da tutti i componenti della costellazione per raggiungere «la propria orbita operativa» a un’altezza di circa 550 chilometri dalla superficie terrestre.

Gli oltre 500mila che hanno già prenotato l’abbonamento a Starlink però dovranno armarsi di tanta pazienza: in mancanza dei necessari adempimenti burocratici non sarà possibile per la company andare oltre la versione beta, che la stessa Shotwell ha dichiarato essere attualmente disponibile in undici Paesi, Italia esclusa.

Starlink: cos’è e le difficoltà incontrate
Le ambizioni per Starlink da parte di Musk sono tante visto che potrebbe puntare verso la Borsa ma le difficoltà sono tante. Don Joyce, direttore della Nokia che lavora in smart working in un cottage sul lago in Canada, ha recentemente abbandonato la sua lenta linea internet telefonica in favore del servizio a banda larga satellitare Starlink, al prezzo di 600 dollari canadesi (486 dollari) per l’hardware e un abbonamento mensile di 150 dollari canadesi. “Se sei in città e hai delle alternative, non lo consiglierei. Ma se sei in campagna, in mezzo al nulla e hai un servizio internet scarso, allora è sicuramente un valido concorrente” ha detto Joyce.
Trovare proseliti per la neocreatura di Musk non sarà facile. Il numero uno di Tesla deve evitare il destino di simili imprese satellitari che lo hanno preceduto. “Non fallire, sarebbe un grande passo”, ha detto Musk l’anno scorso. “Questo è il nostro obiettivo”.
La divisione Starlink di SpaceX ha lanciato il suo programma “Better Than Nothing Beta” negli Stati Uniti lo scorso ottobre, con velocità di dati fino a 150 megabit al secondo. Le prime recensioni sono varie, con alcuni utenti che lamentano i problemi che hanno sempre afflitto l’internet satellitare: la sensibilità al tempo. E le recenti ondate di calore hanno causato nuovi problemi. “Devo annaffiarlo con un tubo da giardino per riavviare internet… “, ha scritto un utente di Reddit che ha detto di vivere in Arizona postando un messaggio di errore che diceva “Offline: Spegnimento termico” e “Starlink si riconnetterà dopo il raffreddamento”. Il presidente di SpaceX Gwynne Shotwell in aprile ha sottolineato che l’azienda ha “molto lavoro da fare per rendere la rete affidabile”.
Il servizio dovrebbe migliorare con più satelliti e altri miglioramenti: Starlink ha lanciato oltre 1.700 dei suoi satelliti da 260 chilogrammi finora, e ne prevede più di 40.000. Le prospettive però non sono del tutto incoraggianti visto che come sottolineato da Musk, Starlink potrebbe servire meno del 5% degli utenti internet e generare ancora 30 miliardi di dollari all’anno di entrate. “Abbassare il costo del terminale Starlink, che può sembrare piuttosto volgare, ma in realtà è la nostra sfida tecnica più difficile”, ha twittato Musk l’anno scorso. La sfida è aperta.
 
Nello spazio e a terra reti wireless contro il digital divide
Sviluppo. Le OpenRan sono infrastrutture meno costose e veloci da costruire. In orbita Leo, piccoli satelliti: Elon Musk punta ad averne 42mila
Guiomar Parada


Oggi è collegato a internet il 53% della popolazione mondiale. Se fosse il 75, al Pil globale si aggiungerebbero ogni anno altri 2 mila miliardi di dollari, calcola la Banca Mondiale. I 3,6 miliardi di persone non connesse vivono in zone rurali, remote, poco abitate – o non si possono permettere la connessione. Un allineamento di tecnologie – cloud, software e la possibilità di usare server e hardware di serie – sta ora dando una spinta a reti “radio aperte”, OpenRan. Sono reti molto meno costose di quelle da un solo fornitore, si costruiscono in molto meno tempo e risultano, stando agli operatori, altrettanto efficienti e sicure.
Durante la pandemia, Etisalat ne ha installata una in Afghanistan in una città densamente popolata. «Ciononostante, l'integrazione del sistema ha richiesto solo giorni, perché si fa con il software, anche quando si integrano parti di una rete precedente», spiega Eugina Jordan, vp marketing globale di Parallel Wireless, che fornisce, unica a oggi, software per OpenRan dal 2G al 5G.
Negli Usa ne parlano al Congresso. Deutsche Telekom, Orange, Telefónica e Vodafone, seguiti da Tim, hanno sollecitato ai loro governi a vedere gli standard. Tim ha la prima rete in Italia, a Faenza; Orange Francia la prima interamente funzionante sul cloud; Vodafone, tra i primi membri dell'OpenRan Alliance, inizierà dal Galles. Aggregare tecnologie è anche la strategia dell'attiva campagna di Facebook per i meno serviti dal 2003 – è il caso di Eutelsat con il suo Terragraph per la connettività wifi nell'Africa Subsahariana.
Le novità si susseguono anche nell'ambito spazio. «Non c’è connettività, navigazione, traffico o sicurezza sulla Terra senza lo spazio, che è al centro di tutti i nostri sistemi di connettività e mobilità e il motore del grande salto che si farà verso una infrastruttura ibrida, potente, integrata e ultra intelligente», dice la direttrice delle telecomunicazioni dell'European Space Agency, Elodie Viau.
È corsa aperta, anche geopolitica, per coprire gli angoli più difficili della Terra con segnale dai Leo, i piccoli satelliti Low Earth Orbit che orbitano a soli 600-2mila chilometri (i seguenti orbitano sopra i 6mila km, quelli geostazionari a oltre 30mila km). Poiché i Leo si spostano con la rotazione della Terra, affinché il segnale sia continuativo ci vuole una costellazione. Le costellazioni principali di Leo non si “scontrano” perché volano nelle orbite differenti assegnate loro dall'International Telecommunication Union (Itu). La Cina invece ha da poco lanciato il programma Hongyan per una costellazione di quasi 13mila satelliti che produrrà in una mega città diventata polo dello spazio. Dal canto suo, l'Europa sta terminando la definizione dei criteri per la connettività da Leo. La Francia però non ha aspettato e ha acquistato tramite la sua Eutelsat il 24% di OneWeb, la seconda società al mondo per numero di satelliti Leo in orbita. Di origine britannica e salvata dal fallimento dal colosso delle telecomunicazioni indiano Barthi e dal governo britannico, l'asse indo-britannico creato da OneWeb ha in orbita 648 satelliti. Negli Usa, ci sono ViaSat e Hughes oltre ad Amazon e il suo Project Kuiper. Il primo posto al mondo, però, è di Starlink, parte di SpaceX di Elon Musk. Starlink ha in orbita 1.222 satelliti operativi, ma progetta di averne 42mila per connettere «quel 5-8% del mondo più difficile». L'obiettivo iniziale del progetto? «Non fallire - , ha risposto sorridendo Musk una settimana fa a Barcellona - Starlink è molto differente dalle altre costellazioni, mandiamo nello spazio la tecnologia più sofisticata, così possiamo renderla sempre più efficiente e controllare ogni satellite».
OneWeb usa sue piccole stazioni a terra per diffondere il segnale, mentre Starlink collega direttamente gli utenti che acquistano una mini stazione base e pagano un canone mensile di 99 dollari. I sottoscrittori sono già più di 60.400. Starlink copre Canada, Alaska, altri stati del nord degli Usa e zone del Nord dell’Europa. Gli Hoh, una tribù di nativi americani sulla Costa Pacifica a nord che non aveva copertura internet nel proprio territorio, avrebbero detto che collegarsi grazie a Starlink «è stato come essere lanciati nel XXI secolo».
La questione è che cosa succeda ai satelliti a conclusione della loro la vita utile. Volando più bassi, quelli di Starlink deorbitano senza interventi dopo circa 5 anni. Quelli di OneWeb, pure, ma se non deorbitano possono essere agganciati a un altro veicolo spaziale per la rimozione.
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FIRMATO CONTRATTO CON LA ISRAELIANA IMAGESAT INTERNATIONAL (ISI) PER LA FORNITURA DI UN
PAYLOAD OTTICO MULTISPETTRALE PER EARTH OBSERVATION.
La società cliente è un primario player internazionale nel settore della difesa e dell’intelligence in campo
aerospaziale

La nuova commessa ha un valore complessivo di 1.000.000 di Euro


• Officina Stellare ha siglato un nuovo contratto del valore complessivo di circa 1.000.000 Euro, che prevede la fornitura alla società israeliana ISI (Imagesat International) di un innovativo payload ottico multispettrale destinato alla ripresa ad altissima risoluzione della superficie terrestre dall’orbita bassa.
• Si tratta di una importante commessa per la Società, che conferma così il proprio presidio nello strategico settore dell’Earth Observation, area operativa in cui Officina Stellare è presente da molti anni grazie alla progettazione e alla costruzione di strumenti opto-meccanici spaziali di eccellenza, riconosciuti a livello internazionale.

Sarcedo (Vicenza), 19 Luglio 2021 - Officina Stellare SpA, società vicentina quotata all’AIM di Borsa Italiana,
leader nella progettazione e produzione di strumentazione opto-meccanica di eccellenza nei settori
dell’Aerospazio, della Ricerca e della Difesa, annuncia di aver siglato con la società ISI – Imagesat International
(ISI) un contratto per la fornitura di un payload ottico multispettrale ad altissima risoluzione, operante nelle
lunghezze d’onda del visibile e vicino infrarosso, destinato ad operare dall’orbita bassa (LEO).
Il valore complessivo della commessa è di circa 1.000.000 di Euro e la consegna dello strumento è prevista per
il quarto trimestre del 2022.
Il sistema di imaging orbitale realizzato grazie al contributo di Officina Stellare è destinato ad un innovativo
insieme di servizi di monitoraggio e intelligence che il cliente offrirà agli utenti finali, inaugurando una nuova
gamma di prodotti all’interno della sua proposta pluriennale e consolidata.
Officina Stellare SpA, è una PMI innovativa con sede legale a Sarcedo (VI), quotata all’AIM di Borsa Italiana e leader nella progettazione e produzione di strumentazione op- to-meccanica di eccellenza nei settori dell’Aerospazio, della Ricerca Astronomica e della Difesa, per applicazioni sia ground-based che spacebased.
La Società si distingue nel panorama industriale italiano ed internazionale per la disponibilità interamente in-house delle conoscenze e dei processi necessari allo sviluppo, alla realizzazione e alla messa in funzione dei propri prodotti e sistemi. Coniugare capacità tecnico-scientifiche di altissimo livello in ambiti molto diversi fra loro con flessibilità e rapidità di azione, è tra i punti di forza specifici più rilevanti di Officina Stellare SpA. La società, oltre ad essere impegnata in progetti di sperimentazione e ricerca in ambito Spazio, annovera fra i suoi clienti Istituti di Ricerca e Università prestigiose, Agenzie Spaziali, player corporate e governativi del mercato aerospaziale e della difesa, il tutto sia livello nazionale che internazionale. Officina Stellare sta procedendo con il proprio programma di investimenti che prevede il rafforzamento della propria presenza nei mercati in cui è già protagonista, l’espansione verso nuovi settori di mercato propri della New Space Economy e la costruzione della “Space Factory” italiana.


ISI – Imagesat International è un’azienda leader mondiale con oltre 20 anni di esperienza nella produzione e analisi di immagini della superficie terrestre ottenute dallo spazio e nella fornitura di soluzioni geospaziali e di geo-intelligence basati sulla costellazione di satelliti EROS NG™ (Next Generation).
La società fa parte di un importante gruppo che opera satelliti per l’osservazione della Terra ad altissima risoluzione, fornendo servizi, con capacità di intelligence mission-critical uniche, a governi, istituzioni, organizzazioni di difesa e sicurezza e clienti commerciali.
Le immagini ad altissima risoluzione ottenute dal telescopio spaziale progettato e costruito da Officina Stellare garantiranno una GSD (Ground Sampled Distance) nella classe dei 50 cm e rappresenteranno una fonte di dati di fondamentale importanza per molte importanti applicazioni.
Gino Bucciol, Head of Business Development e Co-Fondatore di Officina Stellare, ha dichiarato: “Siamo davvero molto orgogliosi di questo conseguimento, ancora di più se si considera che la commessa è stata finalizzata dopo i complicati mesi della pandemia mondiale. Ci fa particolarmente piacere la crescita industriale raggiunta dalla nostra Space Factory, che come previsto dal piano strategico si presenta oggi come un player importante non solo nel mercato dei componenti aerospaziali ad altissima tecnologia che produce in-house, ma
anche in quello dei sistemi completi per imaging, integrando nelle proprie facility i prodotti interni con sottosistemi di terzi, come rappresentato in questo caso dai devices di piano focale. È un salto di qualità importantissimo, che va a rafforzare l’azione tecnica di Officina Stellare e i suoi risultati sia a livello di business che economici”.
"Si tratta di un importante traguardo nella lunga cooperazione tra le due aziende e una testimonianza della nostra fiducia nella tecnologia e nel talento di Officina Stellare", ha commentato Noam Segal, Amministratore Delegato di ISI: "ISI intende implementare una grande costellazione di satelliti per l'osservazione della Terra, quindi non ho dubbi che questo payload sia solo il primo di molti a venire”.
All’interno del grande mercato della New Space Economy, gli strumenti di ripresa della Terra dall’orbita rappresentano uno dei prodotti di maggiore importanza a livello strategico e per i quali ci si aspetta una forte crescita della domanda da parte degli operatori. Le immagini prodotte sono infatti abilitanti di una serie enorme di applicazioni, basate sull’analisi delle informazioni che nelle immagini stesse e nella loro evoluzione temporale sono contenute. La commessa siglata permette quindi a Officina Stellare di rafforzare il proprio presidio in un
mercato in forte espansione come questo, grazie alle competenze costruite negli anni e alle sue unicità.
 
La notizia è decisamente positiva, questa parte mi lascia un pò perplesso:
Il valore complessivo della commessa è di circa 1.000.000 di Euro e la consegna dello strumento è prevista per
il quarto trimestre del 2022.

Oltre 1 anno per un 1 pezzo che vale 1 milione?
Mi vien da pensare che è un prodotto mai realizzato prima e che necessita di un'attenzione particolare
 
Thales Alenia Space e Officina Stellare siglano un accordo di collaborazione industriale e di sviluppo tecnologico e commerciale


Roma, 20 Luglio, 2021 - In seguito a recenti collaborazioni in programmi istituzionali ed internazionali tra le due società, e in vista della complementarietà di interessi in campi di applicazione strategici della Space Economy, Thales Alenia Space Italia ed Officina Stellare hanno
firmato un ampio accordo di cooperazione industriale.
L'accordo in questione mira a mettere a frutto da un lato le capacità sistemistiche, produttive e tecnologiche di Thales Alenia Space, Joint Venture tra Thales 67% e Leonardo 33%, leader nei settori di Telecomunicazioni, Navigazione, Osservazione della Terra, gestione ambientale,
Esplorazione, Scienza e Infrastrutture orbitali, con le competenze tecniche e capacità produttive sviluppate da Officina Stellare nell'ambito dei sistemi ottici spaziali nonché il suo interesse a consolidare la propria posizione nel mercato dei terminali ottici, sia ground che space-based. .
Nel perimetro di questa collaborazione, Thales Alenia Space Italia e Officina Stellare condivideranno conoscenze, asset industriali e competenze specifiche, mirando allo sviluppo di soluzioni, applicazioni e prodotti nelle aree di comune interesse, nel pieno rispetto dei rispettivi domini
industriali e delle operazioni commerciali proprietarie in essere.
L’accordo riguarderà in particolare le applicazioni e i prodotti per le future infrastrutture di comunicazione ottica Terra-Spazio, spazio-spazio, il segmento strategico della Quantum Cryptography, le applicazioni di Space Situational Awareness e debris tracking, e più in generale le attività nell’ambito delle infrastrutture spaziali basate sulle tecnologie ottiche in ambito nazionale.
"Sono particolarmente soddisfatto della cooperazione tra Thales Alenia Space e Officina Stellare, esempio di sviluppo concreto delle tecnologie di punta tra grande impresa, PMI innovative e filiera. - ha dichiarato Massimo Claudio Comparini, Amministratore Delegato di Thales Alenia Space Italia – “Una strategia totalmente in linea con la forte azione propulsiva che Thales Alenia Space sta avviando con le filiere tecnologiche in Europa, in modo particolare in Italia, traguardando le sfide tecnologiche dell’Europa spaziale con grande attenzione allo sviluppo degli investimenti nazionali.”
“Questo accordo si inserisce perfettamente nell'ambito dello sviluppo dei prodotti e delle applicazioni strategiche nelle quali Officina Stellare ha acquisito conoscenze e consolidato capacità industriali oltre ad un ottimo posizionamento sul mercato globale". conferma Gino Bucciol, socio fondatore di Officina Stellare e direttore dello sviluppo commerciale. “Ci fa particolarmente piacere che l’intesa con Thales Alenia Space, tra le prime di questo tipo siglate dalla nostra azienda, nasca con un partner di così assoluto rilievo nella scena nazionale ed internazionale che ha ben compreso il valore aggiunto dato dalla sinergia con attori innovativi della filiera. Per noi è di grande importanza, come dimostrato da altre attività in corso, dare il nostro contributo affinché l'industria spaziale italiana rafforzi la sua presenza in campo internazionale. E questo accordo va nettamente in tale direzione.".

A PROPOSITO DI THALES ALENIA SPACE
Forte di un’esperienza ultra-quarantennale e di un insieme unico di competenze, expertise e culture, Thales
Alenia Space offre soluzioni economicamente vantaggiose nel campo delle Telecomunicazioni, Navigazione,
Osservazione della Terra, gestione ambientale, Esplorazione, Scienza e Infrastrutture orbitali. Sia l’industria
privata che governativa conta su Thales Alenia Space per progettare sistemi satellitari che forniscano
connessione e posizionamento ovunque e in qualsiasi luogo, monitoraggio del nostro pianeta, potenziamento
della gestione delle sue risorse ed esplorazione del nostro Sistema solare e oltre. Thales Alenia Space
considera lo spazio come un nuovo orizzonte, che consente di migliorare e rendere più sostenibile la vita sulla
Terra. Una joint venture Thales (67%) e Leonardo (33%), Thales Alenia Space insieme a Telespazio forma
inoltre la partnership strategica “Space Alliance”, in grado di offrire un insieme completo di servizi. Nel 2020 la
società ha realizzato un fatturato consolidato di 1,85 miliardi di euro e ha 7.700 dipendenti in 11 paesi europei
in 17 siti e uno stabilimento negli USA
.
 
Accordo particolarmente significativo ed importante e che dà il senso al lavoro svolto e alle potenzialità di Officina Stellare:

1) Il fulcro della collaborazione sarà soprattutto la laser communication e la quantum con tutto quello che concerne la cyber security. Tematiche caldissime ed in forte sviluppo;
2) Thales - Alenia Space è un colosso mondiale nell'ambito della space economy (1,85 miliardi di fatturato e 7.700 dipendenti). Il fatto che siglino un accordo di questo tipo con la "piccola" Officina Stellare è un incredibile riconoscimento di qualità dei prodotti, potenzialità, possibilità di crescita etc.
 
Grazie Kemper per la dritta.
Ad oggi il warrant mi segna +160%, ma sono avido e vado avanti 😂
 
Officina Stellare (Aim) – Completa ulteriori milestone nella roadmap di crescita

Prosegue con successo il percorso di crescita di Officina Stellare, che la scorsa settimana ha annunciato due importanti conseguimenti: la firma di un contratto con la israeliana ISI – Imagesat International per la fornitura di un payload ottico multispettrale ad altissima risoluzione per un importo pari a circa 1.000.000 di euro e l' avvio di una collaborazione strategica con un player rinomato del panorama aerospaziale nazionale e internazionale del calibro di Thales Alenia Space Italia.


Gino Bucciol, Head of Business Development e Co-Fondatore di Officina Stellare, contattato da Market Insight, ha espresso soddisfazione per i recenti conseguimenti. Il contratto con ISI rappresenta il ' raggiungimento di un' importante milestone nei nostri piani di crescita come prima Space Factory Italiana, permettendoci di passare dall' essere fornitori di sottosistemi, pur estremamente complessi, a fornitori di sistemi completi, rafforzando ancora di piu' le peculiarita' e caratteristiche uniche della nostra offerta' .
La commessa estende infatti il range delle capabilities del gruppo veneto, ora in grado di offrire sul mercato un payload completo, integrando la strumentazione di piano focale alla componente di natura opto-meccanica interamente realizzata in-house. Un aspetto che, come sottolinea Bucciol, ' presenta anche un impatto positivo in termini di fatturato e marginalita', oltre a rendere Officina Stellare un partner ancora piu' completo per tutti i player del mondo della New Space economy' .
E' doveroso inoltre soffermarsi sulle elevate performance richieste da questa nuova specifica fornitura, caratterizzata da ' un' imaging dall' orbita bassa ad altissima risoluzione, che conferma il salto messo a segno dai nostri prodotti verso applicazioni maggiormente demanding e prossime alle top performance ottenibili. Siamo ovviamente contenti che le competenze di Officina Stellare siano riconosciute anche da un operatore alla ricerca di altissimi livelli di prestazione come ISI – Imagesat International, che vanta un profondo background non strettamente connesso al solo mercato della New Space Economy, essendo attivo soprattutto nell' ambito dell' Intelligence e della Difesa con esigenze di tipo diverse' .


Estremamente interessanti anche le dichiarazioni rilasciate dall' Amministratore Delegato di ISI, Noam Segal. Dopo aver testimoniato la fiducia nella tecnologia e nel talento di Officina Stellare, Segal ha aggiunto che ' ISI intende implementare una grande costellazione di satelliti per l' osservazione della Terra, quindi non ho dubbi che questo payload sia solo il primo di molti a venire' . Il mercato dell’osservazione della Terra via satellite presenta inoltre notevoli margini di crescita, con un CAGR atteso di oltre il 13% nel periodo 2020-2024 (secondo le stime realizzate da Technavio).
Gino Bucciol ha messo poi l' accento sull' accordo di cooperazione industriale siglato con Thales Alenia Space Italia, Joint Venture tra Thales (67%) e Leonardo (33%) leader nei settori di Telecomunicazioni, Navigazione, Earth Observation, gestione ambientale, Scienza e Infrastrutture orbitali.
L' ampia partnership interessera' gli aspetti piu' rilevanti della New Space Economy e mettera' a frutto le capacita' sistemiche, produttive e tecnologiche di Thales Alenia Space Italia con le competenze tecniche e produttive vantate da Officina Stellare nell’ambito dei sistemi ottici spaziali. La collaborazione, spiega il manager, ' e' da tempo consolidata grazie al lavoro fianco a fianco in vari programmi internazionali, nei quali abbiamo lavorato, ad esempio, nell' ambito delle telecomunicazioni ottiche comprendendo la nostra complementarieta'. Questa nuova cooperazione strategica all' interno della filiera nazionale rappresenta un accordo importante in vista dei futuri piani di sicurezza delle comunicazioni e di osservazione della Terra, ma al tempo stesso non preclude l' apertura di entrambe le aziende verso altre opportunita', nel rispetto dei propri segmenti di vendita e delle proprie operazioni commerciali' .
La storica competenza di Thales Alenia Space Italia nel campo delle telecomunicazioni ' coincide infatti perfettamente con le strategie portate avanti negli ultimi mesi da Officina Stellare, che ha recentemente investito in ThinkQuantum, spin-off dell' Universita' degli Studi di Padova, dotata di brevetti e competenze di elevata qualita' a livello mondiale nella criptografia quantistica' . Certamente questo tipo di accordo, conclude Bucciol, ' avvicina ulteriormente Officina Stellare e ThinkQuantum ai tavoli dove si stanno definendo gli standard per le tecnologie del futuro' .
 
Anche alla luce del clamoroso attacco hacker alla Regione Lazio, il tema della cyber security sarà sempre più al centro dell’attenzione e degli investimenti.
Officina Stellare potrebbe cogliere ulteriori spazi di crescita grazie ai suoi brevetti nel campo della quantum e laser communication.
 
OFFICINA STELLARE: IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE APPROVA LA RELAZIONE FINAZIARIA SEMESTRALE AL 30 GIUGNO 2021

• Valore della Produzione al 30 giugno 2021 pari a Euro 4,7 milioni, +26% rispetto alla semestrale precedente
(Euro 3,7 milioni al 30 giugno 2020);
• EBITDA pari a Euro 1,8 milioni, 38% del Valore della Produzione, +100% rispetto alla semestrale precedente
(Euro 0,9 milioni, 24% del Valore della Produzione, al 30 giugno 2020);
• EBIT pari a Euro 1,1 milioni, 23% del valore della Produzione, +175% rispetto alla semestrale precedente (Euro
0,4 milioni, 10% del Valore della Produzione, al 30 giugno 2020);
• Risultato netto pari a Euro 0,9 milioni, +200% rispetto alla semestrale precedente (Euro 0,3 milioni al 30
giugno 2020);
• Indebitamento Finanziario Netto negativo (debito) pari ad Euro 4,5 milioni (Euro 4,1 milioni al 31 dicembre
2020 e Euro 0,8 milioni al 30 giugno 2020).
• Portafoglio ordini pari a circa Euro 12 milioni quasi totalmente da clienti esteri.


L’attuale mercato di riferimento è quello della New Space Economy (o Space 4.0) in crescita esponenziale, con un giro d’affari attuale di circa 350 miliardi di euro, ed una stima che lo proietta a 1.700 miliardi nel 2040. All’interno di questo, i segmenti di mercato che interessano la produzione della società sono quelli dell’Earth-Observation
(telescopi spaziali per l’osservazione della Terra dallo spazio), la Laser Comm (telescopi per comunicazione ottica Terra-Spazio e Spazio-Spazio) dello SSA/SST (Space Situational Awareness e Space Surveillance and Tracking, ovvero telescopi installati a terra adibito al monitoraggio della posizione dei satelliti e dei detriti spaziali potenzialmente pericolosi in orbita). Degno di nota il fatto che grazie alla peculiarità delle sue capabilities, Officina Stellare Spa e le
sue controllate sono partner selezionati, all’interno dei consorzi multinazionali, nella pressoché totalità dei programmi Europei volti allo sviluppo della infrastruttura Laser Communication continentale (progetti SAGA, HyDron, Eagle1) e dei suoi building blocks (sottosistemi tecnici, algoritmi di modellizzazione, ecc.).

Più in generale, nel settore delle tele-comunicazioni planetarie, è evidente il crescente interesse nei confronti della Quantum Communication, identificata come contromisura fondamentale da utilizzarsi, sia nelle infrastrutture di Terra che in quelle spaziali, nell’ambito delle applicazioni di Cyber Security, come evidenziato anche dal piano di sviluppo legato al PNRR. Officina Stellare ha saputo anticipare queste esigenze dotandosi di strumenti e risorse che
saranno importantissime nella competizione futura
.

In aggiunta, si sta ulteriormente consolidando e rafforzando il settore Difesa, che vede la società quale fornitore qualificato nella fornitura di telescopi per applicazioni di tracking ad alta velocità operanti in condizioni ambientali critiche e più in generale in quello delle grosse stazioni di Terra del futuro (chiamate OGS, Optical Ground System),
caratterizzate dalla richiesta di componenti ottiche di grandi dimensioni, fondamentali trasversalmente e similarmente anche per tutte la varie attività già citate (Laser Comm, Laser Ranging e SSA/SST).

A conferma di quanto esposto sopra, in data odierna, l'ammontare complessivo delle offerte e trattative in corso supera i 62,3 milioni di Euro, di cui 23,3 milioni relativi a gare internazionali, 23,8 milioni relativi ad offerte dirette a cliente e 15,2 milioni in trattative in via di consolidamento_Oltre alle offerte e le trattative sopra descritte, va aggiunto
il portafoglio ordini già acquisiti che alla data alla data attuale si quantifica in circa 12 milioni di euro (suddiviso nei seguenti settori: 5,7 milioni Ricerca, 3,5 milioni Aerospazio e 2,8 milioni Difesa), portafoglio proveniente quasi totalmente da clienti esteri. A questo importo vanno aggiunti circa 2,5 milioni di euro di progetti in ambito
istituzionale ESA (Agenzia Spaziale Europea) ed ASI (Agenzia Spaziale Italia) in corso di contrattualizzazione.
 
Sole 24 Ore Domenica 17 Ottobre

Satelliti, siluri, minishuttle spia: nello spazio far west senza regole
Colonizzatori stellari. Espansione del suolo, l’atmosfera attorno alla Terra è affollata di sistemi civili e militari impegnati a sorvegliare e intercettare i rivali. Una competizione in orbita che assorbe sempre più risorse

Leopoldo Benacchio

Lo scorso mese di agosto è stato presentato al Congresso Usa un report dettagliato in cui si suggeriscono azioni precise: rivedere i trattati internazionali sullo spazio, risalenti agli anni ’70, in funzione della difesa degli interessi americani, sia civili che commerciali e militari, e definire le regole di reazione in caso di un attacco agli Usa o a un alleato, che avvenga nello spazio o dallo spazio. Domande pesanti sollecitate anche dall’attività militare cinese e russa nello spazio.

Dall’altra parte del mondo il ministero degli Esteri cinese ha dichiarato, negli stessi giorni, che Cina e Russia sono preoccupate per la militarizzazione dello spazio operata dagli Usa. Per Nato e Ue, dal 2019, l’espansione allo spazio vicino, la bassa orbita fra i 200 e i 1.000 chilometri dal suolo, è sempre più di interesse militare.

Quella zona attorno alla Terra è considerata oggi un’espansione del suolo, dove viaggiano centinaia di satelliti che aiutano non solo i civili, ma anche i militari: per le comunicazioni, l’individuazione della posizione geografica di navi, aerei, mezzi terrestri e singoli militari, per il controllo remoto di sistemi semi-autonomi, l’ascolto delle comunicazioni di avversari e alleati, per l’individuazione di lanci di missili e il tracciamento delle traiettorie di testate missilistiche per i sistemi anti-missile e, infine, per il controllo dei satelliti avversari.

Impossibile quindi restare fuori dalla partita: hanno iniziato gli Stati Uniti, creando un comando indipendente, la Space Force, seguiti poi da Canada, Italia, Francia, Regno Unito, Giappone. Certo non con il budget Usa, che ammonta ora a 17,4 miliardi di dollari.

Niente guerre stellari, comunque, questo è il punto principale, perché una vera e propria guerra offensiva nello spazio sarebbe devastante per tutti, come dimostrato dal test cinese di distruzione di un satellite bersaglio: migliaia di pezzi metallici prodotti dall’esplosione vagano oggi come tanti micidiali proiettili. Anche la Russia, stando alle fonti Usa, nell’aprile 2020 ha provato una specie di siluro spaziale.

A parte queste esibizioni muscolari, l’attività militare nello spazio ha più a che fare con la security e l’intelligence: sorvegliare i satelliti altrui, capire quanti sono e dove sono, cosa fanno, intercettarne le comunicazioni, pedinarli. Le vere “armi” da usare nello spazio sono quindi, ad esempio, i jammers per disturbare le trasmissioni. Fondamentali i sistemi di codifica: i cinesi, per esempio, hanno sviluppato una crittografia quantistica che rende le loro comunicazioni oggi virtualmente impossibili da decodificare.

Anche per i militari poi l’aumento incredibile del numero di satelliti in orbita pone problemi, solo nei primi mesi del 2021 ne sono stati lanciati 2.000. Pericolo di collisioni quindi, con creazione di spazzatura spaziale, ma anche banale confusione: fra quei satelliti mandati in orbita, a decine alla volta, ci sarà anche una spia o addirittura un’arma?

Tecniche tipiche dello spionaggio sono pratiche normali nello spazio: pedinamenti, quasi stalking spaziali, accecamenti con laser e altro. Atti di guerra o no? Di nuovo: c’è un vuoto di legislazione, quella attuale ha più di 70 anni.

Per quanto riguarda i finanziamenti del settore militare nel 2020, nonostante la pandemia c’è stato un incremento globale del 2,6%, e il valore complessivo è di 1,98 trilioni di dollari. Stati Uniti e Cina sono in testa alla classifica, con il 39% e 13% della spesa globale, rispettivamente seguono India, Russia e Regno Unito in sequenza, con l’Italia all’11° posto, dati dell’Istituto Internazionale di Ricerca sulla Pace, di Stoccolma, aprile 2021.

Difficile, a parte gli Usa, capire quanto gli Stati devolvono alla difesa spaziale e come li spendono. Negli Usa il bilancio della Space Force, istituita da Trump e indipendente dalla Air Force, è di ben 17,4 miliardi di dollari, non molto distante da quello Nasa, che è sui 22.

Grazie poi alle continue richieste del Congresso, almeno i lanci di molti dei satelliti militari sono noti. In particolare, è molto seguito un progetto che è insieme pubblico e misterioso. Si tratta della miniflotta di due aerei spaziali X-37 B, che sono in uso dal 2010 in missioni secretate.

Piccolo - 8,8 metri per 4,6 - è una specie di mini-shuttle e viene alternativamente ritenuto una vera e propria arma spaziale, per mettere fuori uso o catturare satelliti nemici, oppure un laboratorio per testare in orbita, giustamente, nuove tecnologie militari. Nato da una costola di Nasa, ora è costruito da Boeing e opera con missioni in orbita molto lunghe, dai 250 giorni ai 780 della ultima.

L’orbita non è pubblica, ma appassionati del cielo lo hanno fotografato e ne hanno determinato la traiettoria, giusto per dire che nello spazio il gioco è diverso che sulla Terra. Anche i cinesi, pare, hanno un mezzo simile, ci sta pensando anche l’Europa, ma di quello del Paese del Dragone si sa pochissimo e i responsabili cinesi assicurano che è per usi pacifici.

Essenziale per gli americani la possibilità di lanciare da più siti anche molto diversi, dall’Alaska alla Nuova Zelanda passando per le due coste degli Usa e altrettanto utilizzare vari provider, da Rocketlab a Northrop Grumman. Quest’anno, che si sappia, la Space Force ha spedito in orbita almeno quattro satelliti.

Ma siamo all’aperitivo, visto che stiamo per andare sulla Luna e poi su Marte. Occorrerà salvaguardare anche lì gli interessi dei colonizzatori.
 
L’ANALISI
Le ricadute per la terra della massa enorme di dati che vengono raccolti
Luca De Biase

È un salto in alto di proporzioni gigantesche. La civiltà umana si estende nello spazio con energia crescente. Per quantità di investimenti pubblici, la spinta principale viene forse dalla trasformazione della geopolitica di Cina e Stati Uniti d’America in una vera e propria partita cosmopolitica.

Ma l’Europa, il Giappone, la Russia, l’India, che ovviamente hanno i loro interessi politici, sono decisamente più concentrate sul significato economico, tecnologico, sociale ed ecologico della conquista dello spazio. E le motivazioni non mancano: l’economia dello spazio, che oggi vale circa 350 miliardi di dollari, può arrivare a una dimensione di mille miliardi di dollari entro il 2040, secondo le stime di Satellite Industry Association, Morgan Stanley Research e Thomson Reuters.

Le azioni di adattamento al cambiamento climatico, le strategie militari, la copertura dell’intero pianeta con connessioni internet sono tra i principali motori dell’espansione. Ma di certo a questi si aggiunge lo spirito di esplorazione e di ricerca che anima questa industria, che sembra destinata a realizzare progetti tecnologici ed economici senza precedenti.

La fascinazione dell’economia dello spazio, in effetti, è inesauribile. La ragione e l’immaginazione si confondono in questa che fin dai discorsi del presidente John Kennedy è la «nuova frontiera».

Ma vale la pena di distinguere tra le due facce dell’industria, collegate e tra loro diverse: da una parte cresce e diventa sempre più indispensabile l’osservazione della Terra, dall’altra parte si sviluppa l’idea della conquista di altri corpi celesti operata non solo con robot, ma anche con una nuova stirpe di pionieri umani.

I comparti più dinamici di questa economia, secondo Morgan Stanley, vanno dai lanciatori alle costellazioni di satelliti per le connessioni internet, dalla generazione di dati sulla Terra alla raccolta di rifiuti orbitanti e al turismo spaziale; intanto si sviluppano i progetti a più lunga distanza, dalla colonizzazione della Luna e di Marte allo sfruttamento delle miniere sugli asteroidi.

Le componenti più grandi dell’industria? I satelliti che unificano il pianeta in un sistema completamente connesso a internet, sempre secondo Morgan Stanley, oggi hanno una quota marginale dell’industria spaziale, ma arriveranno a quasi il 40% del mercato nel 2040. Nello stesso tempo, la televisione satellitare scenderà all’11% (oggi è al 30%) e le spese dei governi raddoppieranno in assoluto, scendendo come quota al 18% (oggi sono al 25%).

A giudicare dalla quantità degli investimenti e dalla leadership tecnologica, l’Europa e l’Italia sono particolarmente interessate all’utilizzo dell’enorme massa di dati riversata dai satelliti che osservano la Terra per modernizzare settori economici fondamentali come l’agricoltura di precisione, la progettazione di infrastrutture, la mobilità sostenibile.

Ma le strategie dell’Agenzia spaziale europea (Esa) e dei giganti europei nell’economia dello spazio - come Thales, Dassault, Saab, Leonardo - si estendono anche ai progetti di frontiera: la costruzione di robot per l’esplorazione di altri pianeti, per l’attività mineraria sugli asteroidi, per la costruzione dei rifugi destinati agli umani che andranno a vivere sulla Luna e su Marte, per la produzione additiva su altri corpi celesti e nello spazio sfruttando le risorse reperibili in loco.

Anche un’aggregazione di imprese italiane come Dallara, Technogym, Barilla, Gvm, si prepara a costruire laboratori e centri di produzione nello spazio. E le start up che nel settore attirano il venture capital anche in Italia come dimostra Primo Space, fondo specialistico di Primo Ventures.

L’Italia è nel ristretto club di Paesi che hanno un budget superiore al miliardo di dollari per l’economia dello spazio. Ha cominciato a coltivare la sua leadership fin dagli anni Cinquanta quando era uno dei tre Paesi al mondo con un programma spaziale. E non ha mollato. Ora è tempo di raccogliere. E rilanciare.
 
..sempre presente sul warrant, un po in sofferenza in queste settimane:(..languono nuove notizie su Fineco) le ultime risalgono al 5 ottobre, anche se grande soddisfazione da quando trado il warrant, WOS22 WARR OFF STEL 30MG22 AFF 1.511 EUR 457,90 ,

05/10/2021 15:54 Officina Stellare (Aim) – MITO Technology investe nel progetto SmartGlasses di Dynamic Optics
04/10/2021 09:46 Officina Stellare (Aim) - Risultati 1H21 confermano le ambizioni del gruppo
30/09/2021 10:50 Officina Stellare (Aim) – Risultati 1H21 in forte crescita, Vdp a 4,7 mln (+26%) ed Ebitda a 1,8 mln (+96%; Ebitda margin al 37,4%),
..spero di non convertire il 30 maggio 2022:censored::cool::bye:
 
Officina Stellare – Valuetrack alza il prezzo target a 15,7 euro 29/10/2021 09:25 - MKI
Valuetrack ha aggiornato la valutazione del titolo Officina Stellare, alzando il prezzo obiettivo a 15,7 euro dai precedenti 11,2 euro. Il nuovo prezzo target mostra un potenziale rialzista del 10% rispetto ai corsi attuali.
Gli analisti hanno rivisto le stime, indicando un valore della produzione in crescita a un tasso annuo medio del 37% nel periodo 2020-2023 fino a raggiungere 19 milioni. Nell’ultimo anno di proiezioni l’Ebitda e' stimato a 6,7 milioni.
(Segue approfondimento)

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