IPO VIMI Fasteners

Comunicati Stampa price sensitive 2022 – Vimi Fasteners
Ecco i dati preconsuntivi

in sintesi
Cattura vimi.JPG
 
Qualche parere al riguardo ? O sono solo io sul titolo ?:mmmm:
 
Qualche parere al riguardo ? O sono solo io sul titolo ?:mmmm:

nel comunicato manca la cosa basilare: gli utili
con l'aumento delle materie prime bene o male, adeguando i listini di vendita, i ricavi aumentano per tutti...
resta l'incognita di quanto incidano i costi energetici skizzati in maniera iperbolica
Ciao
 
nel comunicato manca la cosa basilare: gli utili
con l'aumento delle materie prime bene o male, adeguando i listini di vendita, i ricavi aumentano per tutti...
resta l'incognita di quanto incidano i costi energetici skizzati in maniera iperbolica
Ciao

beh c'è l'ebitda....
 
La cosa bella di questa azienda è che dopo la call con gli analisti e gli investitori ci riempiono di notizie e chiarimenti atti a capire di che morte dobbiamo morire :wall:
 
TOC TOC TOC c'è nessunoooooooooooooooo ????
All' anima dell' interesse ! Qua su sta mummia l' unico fesso ad averci investito sono solo io ! :rolleyes: :'(
 
Allora tanto per farmi compagnia , con i nuovi dati preliminari ho fatto due semplici conti e vien fuori :

EV / EBITDA = 5,44
EBTIDA / Ricavi = 0,14
PFN / EBITDA = 2,4

Valore intrinseco espresso in base a dati preconsuntivi 2021

4 x EBTIDA = 2 euro ca.
5 x EBTIDA = 2,50 euro

Per me è palese , alla luce di questo preconsuntivo , una sottovalutazione Voi ( se ci siete ) che ne pensate ?:mmmm:
 
I dati 2021 definitivi sono usciti e stavolta abbiamo anche l' utile del gruppo che è di poco piu' di 2 milioni quindi allo stato attuale abbiamo un prezzo di azione corrispondente ad un valore di P/e di 9 sugli utili 2021
Mi domando se questo è un valore giusto o magari se intorno a un p/e di 12 come la media piu' a buon mercato del settore produttivo sarebbe lesa maesta' ....:mmmm:
 
Nel comunicato quello che mi ha colpito maggiormente sono le prospettive per i prossimi anni, che dovrebbero essere molto positive con un portafoglio ordini bello pieno.
Questo tutto sommato sembra ancora un anno di transizione, ma anche così i multipli sono decisamente interessanti…
 
Vimi Fasteners - Ricavi in crescita del 22,7% a 48 mln e ritorno all' utile per 2 mln nel 2021
31/03/2022 10:00 MKI
Vimi Fasteners, societa' attiva nella progettazione e produzione di organi di fissaggio ad elevato contenuto ingegneristico per i settori industriale, automotive, oil&gas, aerospace, ha chiuso il 2021 con ricavi in crescita del 22,7% a 48 milioni, grazia alla ripresa del business successiva alla pandemia da Covid-19.
Il Gruppo ha sottolineato di aver rafforzato, nel corso del 2021, la propria presenza nel settore Industrial come conferma il valore del portafoglio ordini al 31 dicembre 2021, a valere per l' esercizio 2022, par a circa 33,5 milioni rispetto ai 24 milioni dell' anno precedente.
L' Ebitda e' risultato pari a 6,7 milioni (6,2 milioni al netto del contributo per minore Earn-Out relativo all' acquisizione della societa' MF Inox) rispetto ai 3,95 milioni del 2020, con un Ebitda margina al 14% (10,1% nel 2020).
L' esercizio si e' chiuso con un utile netto superiore a 2 milioni, rispetto alla perdita di 0,255 milioni registrata nel 2020.
Dal lato patrimoniale, l' indebitamento finanziario netto e' diminuito a 16,3 milioni dai 19,6 milioni al 31 dicembre 2020. L' indebitamento, con esclusione della quota Earn-Out, presenta una riduzione della quota a medio lungo termine pari a oltre 6,2 milioni nel corso dell' esercizio 2021, dovuta al termine delle moratorie, concesse dagli istituti di credito nello scorso esercizio per far fronte alla situazione contingente dovuta alla pandemia da Covid-19. Specularmente, si rileva un incremento di circa 1,3 milioni della quota corrente.

Quotazioni troppo sacrificate, è palese la sottovalutazione dell'azienda.
 
Vimi Fasteners - Ricavi in crescita del 22,7% a 48 mln e ritorno all' utile per 2 mln nel 2021
31/03/2022 10:00 MKI
Vimi Fasteners, societa' attiva nella progettazione e produzione di organi di fissaggio ad elevato contenuto ingegneristico per i settori industriale, automotive, oil&gas, aerospace, ha chiuso il 2021 con ricavi in crescita del 22,7% a 48 milioni, grazia alla ripresa del business successiva alla pandemia da Covid-19.
Il Gruppo ha sottolineato di aver rafforzato, nel corso del 2021, la propria presenza nel settore Industrial come conferma il valore del portafoglio ordini al 31 dicembre 2021, a valere per l' esercizio 2022, par a circa 33,5 milioni rispetto ai 24 milioni dell' anno precedente.
L' Ebitda e' risultato pari a 6,7 milioni (6,2 milioni al netto del contributo per minore Earn-Out relativo all' acquisizione della societa' MF Inox) rispetto ai 3,95 milioni del 2020, con un Ebitda margina al 14% (10,1% nel 2020).
L' esercizio si e' chiuso con un utile netto superiore a 2 milioni, rispetto alla perdita di 0,255 milioni registrata nel 2020.
Dal lato patrimoniale, l' indebitamento finanziario netto e' diminuito a 16,3 milioni dai 19,6 milioni al 31 dicembre 2020. L' indebitamento, con esclusione della quota Earn-Out, presenta una riduzione della quota a medio lungo termine pari a oltre 6,2 milioni nel corso dell' esercizio 2021, dovuta al termine delle moratorie, concesse dagli istituti di credito nello scorso esercizio per far fronte alla situazione contingente dovuta alla pandemia da Covid-19. Specularmente, si rileva un incremento di circa 1,3 milioni della quota corrente.

Quotazioni troppo sacrificate, è palese la sottovalutazione dell'azienda.

Da domani il nuovo specialist INTEGRAE sara' ufficialmente operativo al posto di quegli inetti di Bper !
Mi aspetto innazitutto nel giro max della prox settimana uno studio tecnico aggiornato sul titolo con relativa copertura ed un cospicuo nuovo Target price ! Finalmente ridando il giusto smalto ad un titolo abbandonato e dimenticato ai piu' !
Il valore minimo a cui deve trattare Vimi ,solo con sti numeri di bilancio , quindi senza considerare visuali di prospettive future che pure sono palesi è non meno di 2 euro !
 
Ultima modifica:
Altra azienda dimenticata da tutti a quotazioni ridicole.. comincio a ri-comprare.
 
Altra azienda dimenticata da tutti a quotazioni ridicole.. comincio a ri-comprare.

Eppure i Fondi sono ancora posizionati per quasi il 6 % del totale azioni Societa' come Mediolanum , Arca ed Azimut !
Il flottante complessivo arriva a malapena al 20 % del totale azionario , quindi si paga la natura sottile del titolo ( circa 2.750.000 azioni a mercato di cui quasi 1/3 in mano ai Fondi , inoltre si consideri che Vimi sta facendo anche buy back da qualche mese )
Saro' diffidente , ma a me sto andazzo così risicato , i volumi contenuti mi fanno pensare ad una prossima OPA a prezzi stracciati con delisting
Del resto 4 anni fa circa ,l' hanno piazzata ad un prezzo di 3,40 euro .... oggi se la potrebbero ricomprare a forse 1,8 - 2 euro Con un minimo esborso finanziabilissimo in comode rate , di 5 - 5, 5 milioni saluterebbero tutti :rolleyes:
 
Ultima modifica:
Oggi cda per ratificare ufficialmente i dati 2021 e diffondere alcuni valori preliminari del primo trimestre 2022 .
Teoricamente da domani Integrae ( nuovo specialist ) con i dati ufficiali e alcuni numeri dei primi tre mesi 2022 puo' emettere il suo studio con relativo TP ( con la speranza che questo muoverebbe le quotazioni ,poiche' io 'sta copertura operativa non la sto ancora vedendo )
Sara' ma a me sembra tanto che nelle intenzioni della proprieta' ci sia voglia di oparla per delistarla . L' andazzo ed i valori degli scambi son troppo palesi per non far pensare a questa eventualita' ( come si dice a pensar male si fa peccato ma spesso ci si becca !)

Come del resto sta avvenendo sempre piu' spesso ed in tempi medi sempre piu' celeri fra le aziende dell' ex aim !
Quotano a prezzi alti su ottimi propositi futuri e poi col 50 % in meno del valore di partenza ,dopo qualche anno ricomprano e amen :rolleyes:

Pur avvezzo ormai da decenni sia al rischio che alla speculazione , rimango sempre piu' deluso dalla Borsa italiana ( mi devono ancora spiegare la logica che si celerebbe dietro all' ipo monstre technoprobe sul segmento Euronext Growth Milan che ha costretto i fondi a dismettere molte partecipazioni detenute su tante altre aziende con conseguenze riflesse sulle quotazioni a prezzi risibili che vediamo ancora oggi , per essere in grado di potervi aderire ! ):confused:
 
Ultima modifica:
,,,sto comprando piccoli lotti,,,

:D:D:D:D:D,,,VIMI Fasteners S.p.A., società leader nella progettazione e produzione di organi di fissaggio ad elevato contenuto ingegneristico per i settori industriale, automotive, oil&gas, aerospace ed altri,,,:):):):):)
,,,continuo a comprare 500 pezzi , ma ho l'impressione di essere quello fuorimano in autostrada che pensa siano pazzi tutti gli altri:):):):):),,, :confused::confused::confused::confused:
 
Vimi Fasteners, soluzioni di fissaggio ad alta ingegneria in Borsa

Il 2021 è stato un anno di crescita e la multinazionale di Novellara ha un solido portafoglio ordini che guarda al futuro

FTA Online News, 13 Mag 2022 - 09:54

"Vimi Fasteners è nata nel 1967 e nel suo mezzo secolo di storia si è affermata come realtà d’eccellenza nei sistemi di fissaggio industriali ad elevate prestazioni. La principale sede produttiva si trova a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, nel cuore della "motor valley", realtà di fama mondiale per la meccanica. Non a caso tra i nostri clienti ci sono le supercar di Ferrari e Maserati e le moto di Ducati. Produciamo viti e componentistica di fissaggio per applicazioni sfidanti, dalle viti prigioniere e viti biella per i motori endotermici a quelle impiegate nei più svariati settori dell’industria.
La capacità di raccogliere le sfide tecnologiche del mercato è una delle nostre caratteristiche distintive, siamo infatti una società di competenze, capace di realizzare innovazioni di prodotto e di processo. Le nostre viti uniscono i componenti dei turbocompressori delle auto, i motori dei veicoli commerciali, delle macchine operatrici e dell’agricoltura, così come sono impiegate nel settore Oil&Gas, nelle infrastrutture, energia e nell’aerospazio. La differenziazione delle applicazioni e dei settori industriali dove vendiamo i nostri prodotti ci assicura un’elevata resilienza in periodi di cambiamento dei mercati come quelli che stiamo vivendo.
A fine 2021 le applicazioni industriali coprivano circa il 50% del nostro fatturato, seguite dalle vendite nel settore automotive con un 27% ed un ulteriore 8% specifico per le supercar, che premiano sempre di più soluzioni ad elevato know how, innovative per leggerezza e resistenza". Marco Sargenti, ingegnere meccanico con un passato in GE, è nel gruppo dal 2014 e rappresenta anche un segnale evidente del processo di managerializzazione avviato dai soci di maggioranza. La famiglia Storchi, infatti, detiene una quota del 55,16% tramite la Finregg di Fabio e Fabrizio Storchi mentre il 23,53% appartiene alla Astork di Aimone Storchi.

Dai tempi delle Viterie Mirabello è cambiato molto. Nel 2018 Vimi si è quotata raccogliendo circa 12 milioni di euro per il 24,4% del capitale. Come mai la decisione dell’IPO? Cosa avete fatto delle risorse raccolte? È stato difficile apprendere il linguaggio dei mercati?

"L’adattamento alla compliance di una società quotata è stato forse un po' laborioso ma non difficile: molte buone pratiche di gestione erano già presenti e serviva solo una loro razionalizzazione e valorizzazione. I motivi della quotazione sono stati essenzialmente due. Il primo senza dubbio la crescita. Abbiamo confermato la volontà di perseguire una crescita organica e per linee esterne, potenziando la nostra offerta e al contempo promuovendo l’espansione geografica delle nostre attività. Il secondo motivo della quotazione è stato l’intenzione di acquisire ancora più autorevolezza e visibilità sul mercato, venendo incontro alle esigenze crescenti dei nostri clienti e offrendo loro ulteriori "garanzie" sulla nostra stabilità e serietà. Lo status di società quotata ci ha sicuramente aiutato in questo senso.
Nello stesso 2018 abbiamo acquisito la società MF Inox, che ci ha consentito di approdare ai comparti dell’Oil&Gas, delle energie rinnovabili (torri per l’eolico), delle infrastrutture (dalle costruzioni alle ferrovie). Nel 2017 abbiamo stabilito una presenza diretta in Germania attraverso la Vimi Fasteners Gmbh e nel 2018 abbiamo costituito la Vimi Fasteners Inc, legal entity negli Stati Uniti, creando in questa area una presenza autonoma e indirizzata alla commercializzazione dei prodotti Vimi oltreoceano. Oggi Vimi Fasteners conta circa 250 dipendenti, due impianti produttivi tra la sede di Novellara (RE) e quella del comasco (MF Inox), una vasta presenza globale che oltre in Italia ed Europa tocca anche Stati Uniti, Canada, Messico, etc, con un area manager a Shanghai e due agenti nel Regno Unito".

Ma come funziona il processo produttivo e il vostro mercato, quali sono le sfide dopo il Covid e in questa fase di inflazione dei costi energetici e delle materie prime?

"Il nostro processo produttivo consiste sostanzialmente in uno stampaggio a freddo di filo metallico partendo da rotoli di diversi diametri, a cui segue un trattamento termico di bonifica (tempra e rinvenimento in forni che raggiungono i 1000°C di temperatura); questo processo si rende necessario per raggiungere le elevate caratteristiche di resistenza meccanica e tenacità dei sistemi di fissaggio. Dopo questa fase possono essere previste delle lavorazioni meccaniche di tornitura o di rettifica per poi giungere alla rullatura del filetto, che avviene sempre per deformazione plastica del metallo. A seguire possono essere richieste una varietà di trattamenti superficiali mirati ad aumentare le caratteristiche di resistenza alla corrosione, controllo dei parametri di serraggio, anti-svitamento, estetici, etc. L’ultima fase è sempre quella di controllo per cui disponiamo di sistemi di selezione ed imballaggio in grado di controllare ogni singolo componente dei 200 milioni che produciamo in un anno. Il know how sviluppato negli oltre 50 anni di vita della società spazia dalla scienza dei materiali metallici a quella della deformazione plastica, trattamenti termici, lavorazioni meccaniche e processi non convenzionali per aumentare la resistenza dei sistemi di fissaggio.

La vendita dei nostri prodotti avviene essenzialmente con tre modalità diverse. Le nostre forniture possono essere vendute direttamente agli OEM (come Ferrari, Garrett, ABB, Iveco, etc), ai distributori che a loro volta li rivendono ai loro clienti ed anche ai tier1 ovvero a società che producono sistemi per gli OEM.

Dopo un 2020 che ci ha visto fronteggiare la pandemia, il 2021, è stato un anno eccellente in cui la resilienza del nostro modello di business è stata capace di sfruttare al meglio le opportunità dei settori in forte ripresa, mitigando ad esempio le difficoltà mostrate dal settore automotive, derivanti dalle limitazioni della supply chain. Abbiamo raggiunto un fatturato di 48 milioni di euro in crescita del 23% a/a superiore ai valori del pre-pandemia. L’ebitda è cresciuto di quasi il 70% a 6,72 milioni, l’utile si è moltiplicato da una perdita di 255 mila euro ad un utile di 2 milioni. Abbiamo inoltre migliorato la nostra struttura patrimoniale riducendo la PFN da 19,59 a 16,27 milioni di euro rafforzando il patrimonio netto a 28,2 milioni di euro propedeutico per un’ulteriore crescita.
Il balzo del backlog ordini di fine anno a 33,5 milioni, rispetto ai 24 milioni di euro del 2020, ci mostra che le dinamiche di fondo del mercato rimangono positive nonostante le tensioni sui costi dell’energia e l’aumento delle materie prime. Relativamente ai rincari di quest’ultime abbiamo clausole contrattuali con formule di aggiustamento prezzo che ci consentono di trasferire questi aumenti ai nostri principali clienti. Siamo confidenti che la nostra offerta di prodotto, unità alla differenziazione dei settori di mercato dei nostri clienti, possa garantirci una crescita ulteriore nei prossimi anni superando anche le incertezze derivanti dall’attuale conflitto Russo-Ucraino".
 
Vimi Fasteners, soluzioni di fissaggio ad alta ingegneria in Borsa

Il 2021 è stato un anno di crescita e la multinazionale di Novellara ha un solido portafoglio ordini che guarda al futuro

FTA Online News, 13 Mag 2022 - 09:54

"Vimi Fasteners è nata nel 1967 e nel suo mezzo secolo di storia si è affermata come realtà d’eccellenza nei sistemi di fissaggio industriali ad elevate prestazioni. La principale sede produttiva si trova a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, nel cuore della "motor valley", realtà di fama mondiale per la meccanica. Non a caso tra i nostri clienti ci sono le supercar di Ferrari e Maserati e le moto di Ducati. Produciamo viti e componentistica di fissaggio per applicazioni sfidanti, dalle viti prigioniere e viti biella per i motori endotermici a quelle impiegate nei più svariati settori dell’industria.
La capacità di raccogliere le sfide tecnologiche del mercato è una delle nostre caratteristiche distintive, siamo infatti una società di competenze, capace di realizzare innovazioni di prodotto e di processo. Le nostre viti uniscono i componenti dei turbocompressori delle auto, i motori dei veicoli commerciali, delle macchine operatrici e dell’agricoltura, così come sono impiegate nel settore Oil&Gas, nelle infrastrutture, energia e nell’aerospazio. La differenziazione delle applicazioni e dei settori industriali dove vendiamo i nostri prodotti ci assicura un’elevata resilienza in periodi di cambiamento dei mercati come quelli che stiamo vivendo.
A fine 2021 le applicazioni industriali coprivano circa il 50% del nostro fatturato, seguite dalle vendite nel settore automotive con un 27% ed un ulteriore 8% specifico per le supercar, che premiano sempre di più soluzioni ad elevato know how, innovative per leggerezza e resistenza". Marco Sargenti, ingegnere meccanico con un passato in GE, è nel gruppo dal 2014 e rappresenta anche un segnale evidente del processo di managerializzazione avviato dai soci di maggioranza. La famiglia Storchi, infatti, detiene una quota del 55,16% tramite la Finregg di Fabio e Fabrizio Storchi mentre il 23,53% appartiene alla Astork di Aimone Storchi.

Dai tempi delle Viterie Mirabello è cambiato molto. Nel 2018 Vimi si è quotata raccogliendo circa 12 milioni di euro per il 24,4% del capitale. Come mai la decisione dell’IPO? Cosa avete fatto delle risorse raccolte? È stato difficile apprendere il linguaggio dei mercati?

"L’adattamento alla compliance di una società quotata è stato forse un po' laborioso ma non difficile: molte buone pratiche di gestione erano già presenti e serviva solo una loro razionalizzazione e valorizzazione. I motivi della quotazione sono stati essenzialmente due. Il primo senza dubbio la crescita. Abbiamo confermato la volontà di perseguire una crescita organica e per linee esterne, potenziando la nostra offerta e al contempo promuovendo l’espansione geografica delle nostre attività. Il secondo motivo della quotazione è stato l’intenzione di acquisire ancora più autorevolezza e visibilità sul mercato, venendo incontro alle esigenze crescenti dei nostri clienti e offrendo loro ulteriori "garanzie" sulla nostra stabilità e serietà. Lo status di società quotata ci ha sicuramente aiutato in questo senso.
Nello stesso 2018 abbiamo acquisito la società MF Inox, che ci ha consentito di approdare ai comparti dell’Oil&Gas, delle energie rinnovabili (torri per l’eolico), delle infrastrutture (dalle costruzioni alle ferrovie). Nel 2017 abbiamo stabilito una presenza diretta in Germania attraverso la Vimi Fasteners Gmbh e nel 2018 abbiamo costituito la Vimi Fasteners Inc, legal entity negli Stati Uniti, creando in questa area una presenza autonoma e indirizzata alla commercializzazione dei prodotti Vimi oltreoceano. Oggi Vimi Fasteners conta circa 250 dipendenti, due impianti produttivi tra la sede di Novellara (RE) e quella del comasco (MF Inox), una vasta presenza globale che oltre in Italia ed Europa tocca anche Stati Uniti, Canada, Messico, etc, con un area manager a Shanghai e due agenti nel Regno Unito".

Ma come funziona il processo produttivo e il vostro mercato, quali sono le sfide dopo il Covid e in questa fase di inflazione dei costi energetici e delle materie prime?

"Il nostro processo produttivo consiste sostanzialmente in uno stampaggio a freddo di filo metallico partendo da rotoli di diversi diametri, a cui segue un trattamento termico di bonifica (tempra e rinvenimento in forni che raggiungono i 1000°C di temperatura); questo processo si rende necessario per raggiungere le elevate caratteristiche di resistenza meccanica e tenacità dei sistemi di fissaggio. Dopo questa fase possono essere previste delle lavorazioni meccaniche di tornitura o di rettifica per poi giungere alla rullatura del filetto, che avviene sempre per deformazione plastica del metallo. A seguire possono essere richieste una varietà di trattamenti superficiali mirati ad aumentare le caratteristiche di resistenza alla corrosione, controllo dei parametri di serraggio, anti-svitamento, estetici, etc. L’ultima fase è sempre quella di controllo per cui disponiamo di sistemi di selezione ed imballaggio in grado di controllare ogni singolo componente dei 200 milioni che produciamo in un anno. Il know how sviluppato negli oltre 50 anni di vita della società spazia dalla scienza dei materiali metallici a quella della deformazione plastica, trattamenti termici, lavorazioni meccaniche e processi non convenzionali per aumentare la resistenza dei sistemi di fissaggio.

La vendita dei nostri prodotti avviene essenzialmente con tre modalità diverse. Le nostre forniture possono essere vendute direttamente agli OEM (come Ferrari, Garrett, ABB, Iveco, etc), ai distributori che a loro volta li rivendono ai loro clienti ed anche ai tier1 ovvero a società che producono sistemi per gli OEM.

Dopo un 2020 che ci ha visto fronteggiare la pandemia, il 2021, è stato un anno eccellente in cui la resilienza del nostro modello di business è stata capace di sfruttare al meglio le opportunità dei settori in forte ripresa, mitigando ad esempio le difficoltà mostrate dal settore automotive, derivanti dalle limitazioni della supply chain. Abbiamo raggiunto un fatturato di 48 milioni di euro in crescita del 23% a/a superiore ai valori del pre-pandemia. L’ebitda è cresciuto di quasi il 70% a 6,72 milioni, l’utile si è moltiplicato da una perdita di 255 mila euro ad un utile di 2 milioni. Abbiamo inoltre migliorato la nostra struttura patrimoniale riducendo la PFN da 19,59 a 16,27 milioni di euro rafforzando il patrimonio netto a 28,2 milioni di euro propedeutico per un’ulteriore crescita.
Il balzo del backlog ordini di fine anno a 33,5 milioni, rispetto ai 24 milioni di euro del 2020, ci mostra che le dinamiche di fondo del mercato rimangono positive nonostante le tensioni sui costi dell’energia e l’aumento delle materie prime. Relativamente ai rincari di quest’ultime abbiamo clausole contrattuali con formule di aggiustamento prezzo che ci consentono di trasferire questi aumenti ai nostri principali clienti. Siamo confidenti che la nostra offerta di prodotto, unità alla differenziazione dei settori di mercato dei nostri clienti, possa garantirci una crescita ulteriore nei prossimi anni superando anche le incertezze derivanti dall’attuale conflitto Russo-Ucraino".

,,,eh si, a volte ci vuole pazienza , molta pazienza,,, esempio piu' recente GASPLUS,,, anni di sofferenza ,,,grazie
 
Indietro