Italia: Una corsa contro il il tempo

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lovercraft

HOWARD PHILLIPS
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27/7/05
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dal sito di Alan Friedman

Voltare pagina. Questo è l'imperativo che deve guidare le scelte di politica economica e industriale in Italia nei prossimi mesi. Non ci sono alternative anche perché la crescita zero e il nuovo incremento del rapporto deficit Pil con cui si è chiuso il 2005 impongono una reazione immediata.

E i tempi sono stretti se si considera che il rialzo dei tassi di interesse appena varato dalla Bce, e non sarà l'ultimo molto probabilmente, mette ulteriore pressione sui conti pubblici.

Draghi nel discorso fatto sabato scorso al Forex di Cagliari ha parlato chiaro: l’Italia ha ancora tanta strada da fare, a partire da un aumento della competitività che ancora non si è palesato.

Le parole del governatore di Bankitalia sono spigolose come pietre: si tratta di impedire che l'attuale declino si trasformi in qualcosa di ineluttabile.

Tuttavia il tempo è poco, ma in questo caso uno stretto vincolo temporale può rivelarsi un vantaggio, regalando quel quid in più di audacia che molte volte è necessario per uscire dalle secche in cui l'eccesso di prudenza a volte conduce.

Due banche di prova significativi sono già lì, che aspettano al varco il sistema paese: uno è il riassetto del sistema bancario, per impedire che l'Italia torni a essere terra di facile bottino, l'altro è il sostegno ai progetti strategici di Eni ed Enel, con quest'ultima soprattutto che in questi giorni si gioca una delicata partita in terra di Francia.

Credito ed energia sono due combustibili indispensabili per far ripartire l'economia. sono il motore, ma su questo motore va poi costruita una carrozzeria, cioè industria manifatturiera, servizi, terziario avanzato, che sia in grado di sostenere la velocità, invero sempre più elevata, alla qual viaggia un mondo sempre più globalizzato

Alan Friedman
 
lovercraft ha scritto:
dal sito di Alan Friedman

Voltare pagina. Questo è l'imperativo che deve guidare le scelte di politica economica e industriale in Italia nei prossimi mesi. Non ci sono alternative anche perché la crescita zero e il nuovo incremento del rapporto deficit Pil con cui si è chiuso il 2005 impongono una reazione immediata.

E i tempi sono stretti se si considera che il rialzo dei tassi di interesse appena varato dalla Bce, e non sarà l'ultimo molto probabilmente, mette ulteriore pressione sui conti pubblici.

Draghi nel discorso fatto sabato scorso al Forex di Cagliari ha parlato chiaro: l’Italia ha ancora tanta strada da fare, a partire da un aumento della competitività che ancora non si è palesato.

Le parole del governatore di Bankitalia sono spigolose come pietre: si tratta di impedire che l'attuale declino si trasformi in qualcosa di ineluttabile.

Tuttavia il tempo è poco, ma in questo caso uno stretto vincolo temporale può rivelarsi un vantaggio, regalando quel quid in più di audacia che molte volte è necessario per uscire dalle secche in cui l'eccesso di prudenza a volte conduce.

Due banche di prova significativi sono già lì, che aspettano al varco il sistema paese: uno è il riassetto del sistema bancario, per impedire che l'Italia torni a essere terra di facile bottino, l'altro è il sostegno ai progetti strategici di Eni ed Enel, con quest'ultima soprattutto che in questi giorni si gioca una delicata partita in terra di Francia.

Credito ed energia sono due combustibili indispensabili per far ripartire l'economia. sono il motore, ma su questo motore va poi costruita una carrozzeria, cioè industria manifatturiera, servizi, terziario avanzato, che sia in grado di sostenere la velocità, invero sempre più elevata, alla qual viaggia un mondo sempre più globalizzato

Alan Friedman


Mah, quest'economia spiegata da giornalisti smemorati che sparano notizie come servizio Ansa.....
 
FaGal ha scritto:
Mah, quest'economia spiegata da giornalisti smemorati che sparano notizie come servizio Ansa.....

sono d'accordo.
ma tanto per dare voce anche a chi
non mi sembra troppo schierato politicamente.
è una voce in più.
 
Ma pensiamo veramente che ci sia tempo?
Ma tempo per far cosa?
Vincere la competizione con la cina o l'india?
Fino a qualche anno fa pensavo che tutti i mali del nostro paese dipendessero dal nostro stato elefantiaco e corrotto.
Adesso è chiaro ,siamo avviati con il ressto dell'europa ad un declino ineluttabile come ineluttabile è la crescita di cina ed india
C'è poco da discettare i cinesi ci prendo giorno dopo giorno la nostra qualità della vitas ed i nostri soldi
Per ora a rischio è la seconda macchina degli italiani tra qualche anno sarà la tac gratuita all'ospedale
E' il mercato bellezza
Pensate davvero che impiegheremo i milioni di disoccupati futuri nel design di ferrari e ferrero roche
i nostri politici che parlano di un'italia che può farcela non sono stati mai andato in cina o india
E poi anche gli states sono nella *****
Quindi l'unica cosa da fare è prepararsi ad una vita più povera e senza inutili orpelli consumistici
 
topptrader ha scritto:
Ma pensiamo veramente che ci sia tempo?
Ma tempo per far cosa?
Vincere la competizione con la cina o l'india?
Fino a qualche anno fa pensavo che tutti i mali del nostro paese dipendessero dal nostro stato elefantiaco e corrotto.
Adesso è chiaro ,siamo avviati con il ressto dell'europa ad un declino ineluttabile come ineluttabile è la crescita di cina ed india
C'è poco da discettare i cinesi ci prendo giorno dopo giorno la nostra qualità della vitas ed i nostri soldi
Per ora a rischio è la seconda macchina degli italiani tra qualche anno sarà la tac gratuita all'ospedale
E' il mercato bellezza
Pensate davvero che impiegheremo i milioni di disoccupati futuri nel design di ferrari e ferrero roche
i nostri politici che parlano di un'italia che può farcela non sono stati mai andato in cina o india
E poi anche gli states sono nella *****
Quindi l'unica cosa da fare è prepararsi ad una vita più povera e senza inutili orpelli consumistici

La Cina è una concausa, la ciliegina sulla torta . Il vero declino dell'Italia è iniziato nei primi anni '80, non è un caso che proprio in quel decennio il debito pubblico sia esploso: tutta la crescita di quel periodo è dipesa dall'aumento costante della spesa pubblica.
Questo ha consentito per oltre 10 anni di mascherare il declino, sino al '92 quando la lira è collassata .
Certo fa comodo a molti dare la colpa del declino attuale alla concorrenza cinese : ai sindacati che negli anni di vacche grasse hanno preteso l'impossibilie ai politiici che gli e l'hanno concesso, agli imprenditori che non hanno saputo guardare oltre il loro naso, ai cittadini che hanno votato chi gli prometteva sempre di più.
 
L’Fmi fa il consigliere: l’Italia è in ripresa Ma è anche in deficit
Crescita pil all’1,5% nel 2006 e nel 2007. Deficit appena in calo nel 2006, al 3,9% del pil per risalire al 4% nel 2007. E’ un quadro senza illusioni quello sull’Italia nella bozza di stime dell’Fmi, anticipato ieri da varie agenzie. Se le previsioni fossero rispettate, l’Italia crescerebbe più della Germania. Ma dovrebbe affrontare una finanziaria severa. Del resto l’Fmi ha interesse a dare valutazioni corrette: in crisi di legittimità fra gli emergenti, in deficit per lo stallo dei suoi prestiti, il Fondo vuol difendere il suo ruolo di «consigliere» fidato. corriere
 
lovercraft ha scritto:
dal sito di Alan Friedman

Voltare pagina. Questo è l'imperativo che deve guidare le scelte di politica economica e industriale in Italia nei prossimi mesi. Non ci sono alternative anche perché la crescita zero e il nuovo incremento del rapporto deficit Pil con cui si è chiuso il 2005 impongono una reazione immediata.
ciao love.
Perché sono fiducioso.
Come estensore di un 3d dal titolo ‘perché l’Italia non può farcela’
potrei sembrare INCOERENTE. Ma penso che sia umano se non cambiare
idea, quantomeno rettificarla.
Sono ancora convinto che sono e saranno cavoli amari in quanto l’Italia
per innumerevoli ragioni è (forse) la più esposta alla concorrenza di Cina
& simili.
Ciò che mi dà fiducia è la presenza in Italia di 6.000.000 di partite IVA
Gente che da sempre è andata avanti per la propria strada infischiandosene
di quello che avveniva a ROMA.
Questo ramirez pensiero ha trovato una sponda in un bell’articolo dell’Economist
dell’11.3.06 dal titolo ‘’searching for the invisibile man’
sottotitolo: Economics rediscovers the entrepeneur.
Vi cito solo alcuni passaggi.
Mr. Baumol (Princeton & NYU) ventures that most breakthroughs arise this way-
THE OFFSPRING OF INDEPENDENT MINDS NOT INCUMBENT COMPANIES.
...RADICAL INNOVATION IS THE ONLY KIND LONE ENTREPENEURS CAN DO;
AND, SECOND, THEY ARE THE ONLY ONES WHO WANT TO DO IT......
.....se questo è vero (secondo me si) non siamo messi poi tanto male
GENUINELY NEW IDEAS ARE OFTEN BREATHTAKINGLY SIMPLE….
....se anche questo è vero significa che per innovare potrebbero non essere
necessarie solo grosse multinazionali con super centri di ricerca…di cui siamo
notoriamente sprovvisti….
OF 1091 CANADIAN INVENTIONS…….ONLY 75 REACHED THE MARKET
SIX OF THESE EARNED RETURNS ABOVE 1.400% BUT 45 LOST MONEY.
A RATIONAL MANAGER WILL BALK AT SUCH ODDS.
BUT THE ENTREPENEUR ANSWERS TO HIS OWN DREAMS AND DEMONS.
MR. BAUMOL THINKS A ‘TOUCH OF MADNESS’’ IS PROBABLY ONE OF THE
CHIEF QUALIFICATION FOR THE JOB....
.
Speriamo che di questi matti ve ne siano molti in Italia.
Potrebbero essere la nostra ancora di salvezza.
 
ramirez ha scritto:
ciao love.
Perché sono fiducioso.
Come estensore di un 3d dal titolo ‘perché l’Italia non può farcela’
potrei sembrare INCOERENTE. Ma penso che sia umano se non cambiare
idea, quantomeno rettificarla.
Sono ancora convinto che sono e saranno cavoli amari in quanto l’Italia
per innumerevoli ragioni è (forse) la più esposta alla concorrenza di Cina
& simili.
Ciò che mi dà fiducia è la presenza in Italia di 6.000.000 di partite IVA
Gente che da sempre è andata avanti per la propria strada infischiandosene
di quello che avveniva a ROMA.
Questo ramirez pensiero ha trovato una sponda in un bell’articolo dell’Economist
dell’11.3.06 dal titolo ‘’searching for the invisibile man’
sottotitolo: Economics rediscovers the entrepeneur.
Vi cito solo alcuni passaggi.
Mr. Baumol (Princeton & NYU) ventures that most breakthroughs arise this way-
THE OFFSPRING OF INDEPENDENT MINDS NOT INCUMBENT COMPANIES.
...RADICAL INNOVATION IS THE ONLY KIND LONE ENTREPENEURS CAN DO;
AND, SECOND, THEY ARE THE ONLY ONES WHO WANT TO DO IT......
.....se questo è vero (secondo me si) non siamo messi poi tanto male
GENUINELY NEW IDEAS ARE OFTEN BREATHTAKINGLY SIMPLE….
....se anche questo è vero significa che per innovare potrebbero non essere
necessarie solo grosse multinazionali con super centri di ricerca…di cui siamo
notoriamente sprovvisti….
OF 1091 CANADIAN INVENTIONS…….ONLY 75 REACHED THE MARKET
SIX OF THESE EARNED RETURNS ABOVE 1.400% BUT 45 LOST MONEY.
A RATIONAL MANAGER WILL BALK AT SUCH ODDS.
BUT THE ENTREPENEUR ANSWERS TO HIS OWN DREAMS AND DEMONS.
MR. BAUMOL THINKS A ‘TOUCH OF MADNESS’’ IS PROBABLY ONE OF THE
CHIEF QUALIFICATION FOR THE JOB....
.
Speriamo che di questi matti ve ne siano molti in Italia.
Potrebbero essere la nostra ancora di salvezza.

Dimentichi che trovare capitale di rischio in Italia non e' facile per niente. Infatti, non sono isolati i casi dei capitani coraggiosi italiani che dici tu, ma che hanno fatto fortuna all'estero. ;)
 
Sir Wildman ha scritto:
Dimentichi che trovare capitale di rischio in Italia non e' facile per niente. Infatti, non sono isolati i casi dei capitani coraggiosi italiani che dici tu, ma che hanno fatto fortuna all'estero. ;)

Infatti l'unico "capitale di rischio" che è possibile (o meglio era possibile) trovare in italia è quello pubblico, e infatti il miracolo industriale italiano (ad es. IRI) è avvenuto soprattutto per mano pubblica...
Il fatto di considerare "capitale di rischio" il denaro pubblico è alquanto bizzarro in effetti, ma è esattamente così che sono andate le cose...
L'economia italiana andava ripensata quando ancora le cose andavano bene (o la sensazione era quella) , adesso
la vedo veramente dura...
 
Sir Wildman ha scritto:
Dimentichi che trovare capitale di rischio in Italia non e' facile per niente. Infatti, non sono isolati i casi dei capitani coraggiosi italiani che dici tu, ma che hanno fatto fortuna all'estero. ;)
vero. speriamo in quelli che 4 soldi già ce li hanno....
 
Sir Wildman ha scritto:
Hanno gi'a comprato monopoli vari ... :D:D
Io però alludevo a 'quelli pazzi' con idee innovative nel cervello...
non a quelli furbi.....
 
ramirez ha scritto:
Io però alludevo a 'quelli pazzi' con idee innovative nel cervello...
non a quelli furbi.....

quelli in Italia non c'hanno una lira :D
 
Sir Wildman ha scritto:
quelli in Italia non c'hanno una lira :D
e vabbè non me ne fai passare manco una!!
se è cosi siamo col cu-lo per terra.....
 
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