La Commissione Europea risponde a G.D'Orta ?

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Krime

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25/11/01
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Mi è arrivata la seguente mail:

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Si rende noto che AssoCPA, tramite il Presidente della Commissione Tutela Professionale Giuseppe D’Orta, ha tempestivamente e nei limiti temporali previsti dalla Commissione Europea - data ultima 30 ottobre 2001 - inviato una formale richiesta di chiarimenti riguardo alle modifiche proposte per la direttiva relativa ai servizi di investimento.

La European Commission – Internal Market DG ha risposto in maniera sollecita in data 12 dicembre 2001 con una lettera visibile in forma pubblica ( essendo la stessa un Documento Ufficiale di un Pubblico Organismo ) sul sito Ufficiale dell’Associazione http://www.assocpa.org.

AssoCPA tramite il Documento redatto dalla Commissione Tutela Professionale si pone come uno tra gli interlocutori di riferimento, in ambito comunitario, per ciò che concerne la proposta di revisione della Direttiva Relativa ai Servizi di Investimento.

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Avendo letto su Investire Oggi il nome di Voltaire, volevo sapere se effettivamente era lui, e se in caso positivo cosa vuol dire questa comunicazione.

Sarebbe bello se uno del FOL ( veramente gentile avendo sempre risposto alle domande - sciocche - di uno come me agli inizi - fosse riuscito a scomodare la Commissione Europea e ad essere uno degli interlocutori di riferimento......

Forse qualcosa sta cambiando, su chi rappresenta il parco buoi ?
 
Sì, sono io.

La risposta della Commissione Europea non fornisce nessuna indicazione particolare, se l'hai letta, in pratica prende atto della richiesta di chiarimenti inviata (il testo della proposta di modifica era poco chiaro in alcuni punti), chiarimenti poi giunti nel tempo, mano a mano che si diffondevano le informazioni, anche via stampa.

E' ancora tutto da decidere in quanto la Commissione non ha ancora deliberato il progetto che poi deve passare in aula per l'approvazione, quindi è tutto abbastanza lontano nel tempo.

La Commissione ha chiesto le considerazioni di tutte le associazioni di settore europee (banche, sim, promotori, consulenti indipendenti, ecc.).

L'idea di eliminare la consulenza finanziaria indipendente è, secondo me, una pessima idea, in quanto si ritornerebbe, per l'Italia, alla banca (sim, ecc.) che ti presta consulenza, con i risultati che già oggi vediamo, immagia in futuro.

I consulenti indipendenti dovrebbero, per prestare consulenza, costituire una sim, con enormi oneri economici (capitale sociale minimo 750 milioni di lire, ad esempio) ed anche amministrativi (amministratori dotati di requisiti, e tanto altro).

Non mi faccio nessuna illusione, certo non saremo noi a modificare il progetto di modifica alla normativa ma almeno cerchiamo di fare, nel nostro piccolo, il possibile.

Mi sembra davvero strano, inoltre, che non ci sia stata una vera sollevazione in Gran Bretagna, patria dei consulenti indipendenti: forse attendono i primi passi concreti per prendere posizione.

Scrissi già del progetto, anche nelle Officine, adesso vedo di ripescare il thread.
 
Complimenti Voltaire per la carica.

Riguardo alla consulenza finanziaria ti volevo proporre la mia personale esperienza.
Esperienza che poi mi ha spinto ad approfondire i temi legati alla finanza.
Esercito la professione di Dottore Commercialista e per ciò che concerne la gestione del mio patrimonio mi ero affidato alle cura di una prestigiosa struttura italiana di private banking dal nome straniero....
Ebbene la banca dopo avermi sottoposto questionari su questionari snocciolato cifre su probabilità più o meno attese....in 21 mesi mi ha fatto perdere ( comprese delle salatissime commissioni di sottoscrizione e di gestione ) avendo per loro ammissione un profilo di rischio medio-basso il 29% del mio patrimonio.....

In merito a ciò che concerne la consulenza ( dipendente o indipendente a mio avviso non è al momento basilare questa distinzione; io dividerei ciò in due classi competenti ed incompetenti )

Credo che sarebbe importante che qualcuno ( la Consob ? ) mettesse dei seri e rigidi paletti verso i vari truffatori riposti nelle Sim e nelle Banche e che individuasse un percorso formativo obbligatorio - come accade per la mia professione - per tutte le persone che avranno a che fare con il denaro di terzi e che effettuano servizi di investimento.

Anche la tua associazione - e qui non me ne vorrai per la critica - effettua dei corsi di formazione per i consulenti, però questi corsi a cui un mio collega commercialista - egli nel suo studio fà consulenza finanziaria mentre di contabilità varie fà occupare gli altri associati - ha preso parte, sono adatti a chi ha già delle basi.
Infatti chiedendogli un consiglio sulla validità di questi corsi, egli molto candidamente mi ha detto che il corso di per sè era estremamente valido ( gli hanno persino dato un software per la gestione di portafoglio...) ma che era sicuramente rivolto a dei consulenti già esperti e che lì c'era anche un neofita ( come potrei essere anche io ) che si stava mettendo le mani nei capelli.......
Ebbene perché non rivolgersi anche ai neofiti?

Mi chiedo perchè la Consob o le decine di associazioni in essere in Italia non svolgono delle iniziative realmente formative per i neofiti?
Che garanzia abbiamo che il nostro professionista sei realmente in grado di gestire i nostri risparmi ?
Non credi che una maggiore vigilanza della Commissione Europea non possa che portare dei benefici effetti sulla qualità della consulenza che gira ?
In ultimo non credi che il proliferare di una moltitudine di consulenti ( PF ) e siti finanziari ( per i quali non serve nessuna regolamentazione )senza alcun requisito possa rendere meno credibile tutto il movimento del settore della consulenza finanziaria in italia?

La possibilità della libera iniziativa è un bene di tutti, ma quando si scherza con i soldi della gente credo che serva una maggiore severità e garanzia atta a garantire chi affida a terzi la gestione dei propri soldi.
 
Una seria disciplina dell'attività di consulenza farebbe bene a tutti, mentre in Italia esiste un vuoto normativo derivante dal fatto che, dopo la forzata liberalizzazione imposta dall'Unione Europea, la prestazione di consulenza indipendente (intesa come al di fuori degli intermediari autorizzati) non è mai stata disciplinata in alcun modo.

Io non sono contrario alla disciplina dell'attività, anzi una seria disciplina (requisiti per l'accesso, serio percorso formativo, aggiornamento costante obbligatorio, e tanto altro) farebbe bene non solo alla clientela, ma all'intera categoria: purtroppo, come si può leggere nell'articolo che ho linkato, l'Unione Europea sta progettando di andare in un'altra direzione, vale a dire il posizionare la consulenza sotto le banche e le società di investimento.

Ma come sarebbe possibile ricevere consulenza indipendente, ad esempio, da una persona che lavora per banca ABC? Credete davvero che quella persona possa dire "Guardi, lasci perdere questo nostro fondo obbligazionario perché è sì ben gestito, ma ce ne sono altri tre o quattro gestiti meglio ancora, quindi farà bene a rivolgersi a quelli"? E non parliamo dei fondi gestiti male, poi.

Stesso esempio per obbligazioni, azioni, ecc. in cui banca ABC sia collocatore: ma come si può ipotizzare che qualche "consulente" stipendiato dalla ABC possa sconsigliare la sottoscrizione di un prodotto che porterebbe commissioni alla ABC e magari un premio di produzione per sé stesso?

Sulla moltitudine di promotori e consulenti io pongo in risalto la scarsa preparazione media, non il numero (ci sarebbe un gran bisogno di consulenza vera, ancora oggi il rapporto promotore/borsino è 1 a 5, nel raggiungimento della clientela, e sappiamo che spesso al borsino i disastri provocati sono anche maggiori rispetto al promotore).

Sui troppi siti di finanza, non credo si possa parlare di troppa consulenza, in quanto la stragrande maggioranza dei siti non ha finalità di consulenza.

Ci sono siti che partono "gratis" e poi passano alla consulenza pagamento, ma in genere le intenzioni sono evidenti sin dall'inizio, basti confrontare in sito che ci ospita, o altri simili, con i siti che cercano clientela vera e propria, invece.

Anche i tanti siti di finanza, comunque, non tarderanno a mostrare i propri limiti, soprattutto adesso che la pubblicità rende zero. Pertanto,dovranno offrire un servizio (anche solo di informazione) approfondito, oppure saranno destinati alla chiusura (o alla sopravvivenza grazie al proprietario che, volontariamente, ne copre le spese, ma non so per quanto tempo sarà possibile).
 
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