La crisi da Olimpiade

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    Prevale ancora un certo ottimismo sulle principali borse mondiali spinte dalle aspettative sui tassi di interesse, con gli operatori che scontano sempre di più una pausa nel rialzo dei tassi per quest’anno, dopo la pubblicazione dei verbali degli ultimi meeting di Fed e Bce. Come da attese, dalle minute Fed è emersa cautela su eventuali rialzi futuri dei tassi, anche se non c’è stata alcuna indicazione di eventuali tagli nel breve termine. Anche dai verbali Bce è emerso che i tassi siano già sufficientemente restrittivi da riportare l’inflazione verso l’obiettivo. Lato materie prime, forte volatilità sul petrolio in seguito al rinvio della riunione dell’Opec+ dal 26 al 30 novembre. Per continuare a leggere visita il link

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kitty02

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Un nuovo grande pericolo incombe sui mercati finanziari, ed è la possibilità che non vengano svolte le olimpiadi in Cina a causa dell'inquinamento.
Due enormi nuvole inquinanti sono attualmente stazionate sul paese.
Nel Sud è data da inquinamento puro e staziona anche su altri paesi della regione, compresa l'India, la catena dell'Himalaya ne ferma l'avanzata verso Ovest.
Al Nord invece, da sei mesi, una nuvola di sabbia e sostanze inquinanti (vedi immagine) copre una grande area, compresa quella in cui si dovrebbero svolgere i giochi olimpici.
I dirigenti Cinesi, sono oramai in preda al panico, e cercano rimedi improbabili quali l'installazione massiccia di pannelli fotovoltaici, è altamente probabile che tra un pò dovranno alzare bandiera bianca, nessun paese porterebbe i propri atleti a gareggiare in quelle condizioni.
Se tale situazione fosse in atto in Europa o negli Stati Uniti, saremmo già in crisi, ma l'oriente è lontano ed ancora considerato come un'area non determinante, ma le Olimpiadi la porteranno alla ribalta.
L'annullamento dei giochi porterebbe ad un contraccolpo sia sull'immagine che sull'economia, che potrebbe di colpo far abbassare le previsioni di crescita del paese dall'attuale 9-10% al 4-5% o meno, ed a qual punto si innescherebbe una crisi mondiale, e si entrerebbe inevitabilmente in recessione.
La crisi Cinese sarebbe paragonabile, ma con ben altre dimensioni, a quella Coreana del 1998, e coinvolgerebbe con un'effetto domino tutti i paesi della regione ed i mercati emergenti ed inevitabilmente, anche se in modo minore, le economie europee ed americane.
E' quindi opportuno valutare attentamente la propria esposizione sui mercati azionari, ed in particolare sui mercati asiatici ed emergenti.
Potrebbe anche essere l'inizio della fine del modello di sviluppo occidentale, e paradossalmente, sarebbe causato da un paese comunista.
La natura stà forse per presentarci il conto.
 

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