flauri
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Questa volta a parlare non è il Dansk Folkeparti, ma Venstre, il primo partito di Danimarca, liberale di centro.
La notizia in italiano è riportata soprattutto da fonti vicine alla Lega (ovvio, gli altri tacciono), ma qui c'è in inglese dalla Danimarca:
http://cphpost.dk/news/immigration-amp-denmark/venstre-unhappy-muslims-find-somewhere-else-live
In italiano viene riportato male il nome di chi fa la dichiarazione. Il nome corretto è Inger Støjberg. Era ministro per l'impiego e le pari opportunità nel precedente governo.
http://www.imolaoggi.it/?p=56414
“La Danimarca è la terra dei danesi e tutti sono benvenuti e possono diventare parte della comunità, ma a quei musulmani che costantemente lavorano contro di noi, che costantemente ci criticano, sono sempre insoddisfatti, commettono delitti d’onore, incitano a partire per la guerra santa in Siria, sminuiscono i nostri valori, la nostra bandiera e le nostre abitudini io dico: andatevene e trovate un altro posto dove vivere. Nessuno è obbligato a restare”.
Queste parole di rara chiarezza e coraggio sono state pronunciate dalla mite ma decisa Inge Stoiberg , portavoce di “Venstre” il partito liberale danese di ispirazione moderata il cui ex leader, Anders Fogh Rasmussen, già primo ministro a Copenhagen è oggi segretario generale della NATO.
Non stiamo quindi parlando di scalmanati o di estremisti, ma di un partito di grande moderazione tra i già calmi danesi. Eppure la pazienza ha un limite e dopo i ripetuti (e inascoltati) allarmi lanciati dalla polizia che non riesce più ad arginare la violenza di alcune gang di cosiddetti “giovani”, la Stoiberg ha deciso di dare la sveglia al governo di sinistra che dal 2011 governa il paese ed è andata dritta al punto senza nascondersi dietro alle parole o alle definizioni di comodo come “giovani problematici”.
La Stojberg pone chiaramente il problema: o dichiariamo che tutti i principi su cui si basa la socialdemocrazia e lo stato sociale tipico della Scandinavia sono sbagliati oppure, se li riteniamo validi, non possiamo permettere che qualcuno si ritenga in diritto di non rispettarli in nome di una diversità religiosa. Partendo da un sondaggio che mostra come il 64% degli islamici in Danimarca pensi che la libertà di espressione debba essere limitata la rappresentante liberale dice:
“I musulmani che non vogliono adattarsi ai valori danesi dovrebbero chiedersi perchè sono venuti in Danimarca. Noi li abbiamo accettati e adesso è il loro turno di dimostrare il necessario rispetto per la nostra società e i valori fondamentali su cui è costruita”.
In un recente dibattito ad esempio Stojberg aveva condannato la pratica dei matrimoni arrangiati dalle famiglie dei minorenni, denunciato alcuni insegnanti musulmani che rifiutano di relazionarsi con le colleghe e le allieve, e criticato le richieste delle famiglie tese a segregare le ragazze nelle ore di educazione fisica..
“Non dovremmo mai arrivare al punto in cui per tentare di essere tolleranti- afferma- noi finiamo per accettare azioni e valori che non condividiamo semplicemente perchè i portatori di quei valori sono una minoranza”.
La notizia in italiano è riportata soprattutto da fonti vicine alla Lega (ovvio, gli altri tacciono), ma qui c'è in inglese dalla Danimarca:
http://cphpost.dk/news/immigration-amp-denmark/venstre-unhappy-muslims-find-somewhere-else-live
In italiano viene riportato male il nome di chi fa la dichiarazione. Il nome corretto è Inger Støjberg. Era ministro per l'impiego e le pari opportunità nel precedente governo.
http://www.imolaoggi.it/?p=56414
“La Danimarca è la terra dei danesi e tutti sono benvenuti e possono diventare parte della comunità, ma a quei musulmani che costantemente lavorano contro di noi, che costantemente ci criticano, sono sempre insoddisfatti, commettono delitti d’onore, incitano a partire per la guerra santa in Siria, sminuiscono i nostri valori, la nostra bandiera e le nostre abitudini io dico: andatevene e trovate un altro posto dove vivere. Nessuno è obbligato a restare”.
Queste parole di rara chiarezza e coraggio sono state pronunciate dalla mite ma decisa Inge Stoiberg , portavoce di “Venstre” il partito liberale danese di ispirazione moderata il cui ex leader, Anders Fogh Rasmussen, già primo ministro a Copenhagen è oggi segretario generale della NATO.
Non stiamo quindi parlando di scalmanati o di estremisti, ma di un partito di grande moderazione tra i già calmi danesi. Eppure la pazienza ha un limite e dopo i ripetuti (e inascoltati) allarmi lanciati dalla polizia che non riesce più ad arginare la violenza di alcune gang di cosiddetti “giovani”, la Stoiberg ha deciso di dare la sveglia al governo di sinistra che dal 2011 governa il paese ed è andata dritta al punto senza nascondersi dietro alle parole o alle definizioni di comodo come “giovani problematici”.
La Stojberg pone chiaramente il problema: o dichiariamo che tutti i principi su cui si basa la socialdemocrazia e lo stato sociale tipico della Scandinavia sono sbagliati oppure, se li riteniamo validi, non possiamo permettere che qualcuno si ritenga in diritto di non rispettarli in nome di una diversità religiosa. Partendo da un sondaggio che mostra come il 64% degli islamici in Danimarca pensi che la libertà di espressione debba essere limitata la rappresentante liberale dice:
“I musulmani che non vogliono adattarsi ai valori danesi dovrebbero chiedersi perchè sono venuti in Danimarca. Noi li abbiamo accettati e adesso è il loro turno di dimostrare il necessario rispetto per la nostra società e i valori fondamentali su cui è costruita”.
In un recente dibattito ad esempio Stojberg aveva condannato la pratica dei matrimoni arrangiati dalle famiglie dei minorenni, denunciato alcuni insegnanti musulmani che rifiutano di relazionarsi con le colleghe e le allieve, e criticato le richieste delle famiglie tese a segregare le ragazze nelle ore di educazione fisica..
“Non dovremmo mai arrivare al punto in cui per tentare di essere tolleranti- afferma- noi finiamo per accettare azioni e valori che non condividiamo semplicemente perchè i portatori di quei valori sono una minoranza”.
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