Nel 1930, quando la grande coalizione, sotto la guida del socialdemocratico Hermann Müller, crollò, il presidente Paul von Hindenburg, il 29 marzo dello stesso anno, nominò Brüning Cancelliere, confidando nelle sue capacità per affrontare la sempre più grave crisi economica.
« Heinrich Brüning
si era costruito una buona fama come esperto di questioni finanziarie e fiscali ed era ovvio che nel 1930 si sentisse il bisogno di affidare il timone a un politico che sapesse districarsi in questi settori, di solito molto specialistici. Ma dopo quell'anno lo spazio di manovra in questi campi si restrinse con grande rapidità anche per le disastrose valutazioni politiche del cancelliere. Infine, neanche i suoi paladini più devoti avrebbero mai sostenuto che Brüning fosse un leader dotato di carisma e capacità di coinvolgere le folle: semplice nell'aspetto, riservato e impenetrabile, incline a prendere decisioni senza consultare nessuno, privo di doti oratorie, non era un uomo capace di conquistare un sostegno di massa presso un elettorato atterrito di fronte al caos economico[3]. »
Politica interna ed economica
Nei suoi messaggi ai membri della federazione tedesca del lavoro, scrisse che il suo scopo principale sarebbe stato quello di
ridurre o ammortare il peso del debito e delle riparazioni attraverso una politica deflattiva basata sull'aumento del tasso di sconto, forti riduzioni delle spese dello stato, aumento dei dazi doganali,
riduzione dei salari e dei sussidi di disoccupazione[1].
Tale politica fu, il 16 luglio, in gran parte rigettata dal
Reichstag[1] che censurò anche il ricorso ai poteri emergenziali. Allora il Presidente Hindenburg, intenzionato a ridurre l'influenza del parlamento, con il consenso di Brüning, sciolse le camere ed indisse nuove elezioni. Le elezioni segnarono un forte successo delle ali estreme dello schieramento politico, il Partito Comunista di Germania e Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori riducendo non poco il peso della coalizione dei partiti dell'arco costituzionale di Weimar su cui il cancelliere basava la propria politica.
Per tali motivi, con l'appoggio del presidente, Brüning invocò ed ottenne i poteri straordinari garantiti dall'art 48 della Costituzione di Weimar[4] governando de facto con i poteri sanciti dall'
emergenza presidenziale ("Notverordnung"). Brüning stesso coniò il termine "democrazia autoritaria" per descrivere questa forma di governo basata sulla collaborazione del presidente e del parlamento.
Heinrich Brüning - Wikipedia