La fine non è vicina...

Il dipendente privato che come stipendio nominale a Bari guadagna la metà che a Bologna e non si sposta è di solito additato come "mammone", "scansafatiche", "choosy", etc

Perché per il pubblico vale invece la logica opposta?

Tra l'altro il vigile urbano di Bologna, a parità di stipendio di quello di Bari, può contare su un maggior numero di scuole, ospedali più efficienti e servizi di pulizia e cura del verde pubblico nettamente migliori.

Obbligo dello stato è sanare le differenze economiche e sociali, non amplificarle.

ma scusate, a me pare si scrivano cose surreali

è ovvio che a Milano dovranno esservi insegnanti, medici, infermieri, autisti, impiegati del comune e del tribunale, vigili, mica puoi spostarli ad Otranto.

Io rilevo solo che molti impiegati pubblici che devono esserci a Milano, sono poveri, mentre altri a pari lavoro stanno benino e ricevono un compenso dal valore reale almeno doppio.


Obbligo dello stato è sanare le differenze economiche e sociali, non amplificarle.

Appunto, è questo il motivo per il quale ho segnalato la cosa.

Poi mi si potrà anche rispondere: "Secondo me va invece bene così com'è", ma dirmi che i dip pubblici di milano possono spostarsi a Gallipoli...non ha molto senso
 
Tra l'altro il vigile urbano di Bologna, a parità di stipendio di quello di Bari, può contare su un maggior numero di scuole, ospedali più efficienti e servizi di pulizia e cura del verde pubblico nettamente migliori.

però al sud hai in generale cibo migliore, il mare, clima migliore...
 
ma scusate, a me pare si scrivano cose surreali

è ovvio che a Milano dovranno esservi insegnanti, medici, infermieri, autisti, impiegati del comune e del tribunale, vigili, mica puoi spostarli ad Otranto.

Io rilevo solo che molti impiegati pubblici che devono esserci a Milano, sono poveri, mentre altri a pari lavoro stanno benino e ricevono un compenso dal valore reale almeno doppio.





Poi mi si potrà anche rispondere: "Secondo me va invece bene così com'è", ma dirmi che i dip pubblici di milano possono spostarsi a Gallipoli...non ha molto senso

Piof,mi sforzo e cerco di volerti bene,tu cerchi l'equità ma non sei equo .

I dipendenti pubblici fanno un concorso ,i partecipanti sono italiani di ogni regione,capita spesso che il meridionale vinca un concorso e trovi sistemazione al nord.

Non si capisce perchè gli aspiranti del nord non vincono mai un concorso con sistemazione a Sud visto che hanno uno stipendio reale doppio,cibo migliore,mare e 300 giorni di sole. Oggi è una giornata splendida e...domani pure

Davanti al problema della divergenza ti devi porre l'interrogativo:

. chi e perchè l'ha creata .

. perchè non possiamo risolverla.

.chi ha deciso di non risolverla .

.quali conseguenze comporta?
 
ma scusate, a me pare si scrivano cose surreali

è ovvio che a Milano dovranno esservi insegnanti, medici, infermieri, autisti, impiegati del comune e del tribunale, vigili, mica puoi spostarli ad Otranto.

Io rilevo solo che molti impiegati pubblici che devono esserci a Milano, sono poveri, mentre altri a pari lavoro stanno benino e ricevono un compenso dal valore reale almeno doppio.

Appunto, è questo il motivo per il quale ho segnalato la cosa.

Poi mi si potrà anche rispondere: "Secondo me va invece bene così com'è", ma dirmi che i dip pubblici di milano possono spostarsi a Gallipoli...non ha molto senso

Non va bene così come è.
Il dipendente pubblico di Milano ha servizi molto superiori rispetto a quello di Otranto.

Il marito della maestra di Milano, in azienda può fare carriera mentre lasciano il figlio all'asilo.
Il marito della maestra di Otranto, può esser licenziato da un giorno all'altro e deve pure pagare una baby sitter per il figlio.

Poi a Milano non mancano maestri, vigili e impiegati comunali, solo che non sono lombardi doc, ma spesso hanno origini meridionali.

Se non vuoi che i tuoi figli siano tenuti da una maestra meridionale, impegnati affinché anche il sud possa crescere, economicamente e lavorativamente, così nessuno sentirà il bisogno di venire a fare l'impiegato del comune a Cesano Boscone
 
Il dipendente privato che come stipendio nominale a Bari guadagna la metà che a Bologna e non si sposta è di solito additato come "mammone", "scansafatiche", "choosy", etc

Sinceramente mai sentito niente del genere, quei termini sono usati per gli inoccupati, non certo per i lavoratori.
Il problema dell'enorme differenza del costo della vita tra parti diverse del paese è reale, e sono d'accordo con alcuni utenti che questo causa distorsioni. Non credo esista nessun dipendente pubblico di origine del sud, di stanza al Nord, che non sogni di fare mobilità nella sua regione di provenienza. Uno stipendio pubblico al sud è moneta sonante, in diverse città del Nord l'equivalente è appena sufficiente ad una normale vita. Tra Bologna e Catania, per esempio, balla un 20% totale circa, mica bruscolini, e riferito all'acquisto più importante e gravoso per una famiglia, la casa, siamo addirittura al 70%.
 
Sinceramente mai sentito niente del genere, quei termini sono usati per gli inoccupati, non certo per i lavoratori.
Il problema dell'enorme differenza del costo della vita tra parti diverse del paese è reale, e sono d'accordo con alcuni utenti che questo causa distorsioni. Non credo esista nessun dipendente pubblico di origine del sud, di stanza al Nord, che non sogni di fare mobilità nella sua regione di provenienza. Uno stipendio pubblico al sud è moneta sonante, in diverse città del Nord l'equivalente è appena sufficiente ad una normale vita. Tra Bologna e Catania, per esempio, balla un 20% totale circa, mica bruscolini, e riferito all'acquisto più importante e gravoso per una famiglia, la casa, siamo addirittura al 70%.

As usual, non si considerano i servizi.
Altrimenti dovresti spiegarmi perché nessun dipendente pubblico di Pordenone o Lodi non chieda trasferimento al sud.

Postilla a latere: tolte Milano, Roma e qualche località anomala, il costo delle abitazioni è relativamente basso in qualunque capoluogo di provincia sia a nord che a sud.
 
Il marito della maestra di Milano, in azienda può fare carriera mentre lasciano il figlio all'asilo.
Il marito della maestra di Otranto, può esser licenziato da un giorno all'altro e deve pure pagare una baby sitter per il figlio.

ma se vivi a milano e fai il bidello a 1300 euro al mese (non so quanto guadagnano veramente) credi veramente sia probabile che ti sposi una donna in carriera che poi ti mantiene? Semmai è il contrario; se sei dip pubblico a Cefalù magari potrai esser considerato discretamente fortunato e trovar una bella ragazza pure benestante, di sicuro non a Milano.

Per quanto riguarda i servizi pubblici, non credo che ad Otranto non siano buoni, ma bisognerebbe chiedere a qualcuno del posto

In ogni caso mi paiono ragionamenti del tutto assurdi, non credo che uno stato debba pensare di pagare i dipendenti di più o di meno a seconda della probabilità che hanno di sposarsi un ricco o una persona in carriera che li mantenga; volessimo poi far questo ragionamento si concluderebbe infine che ragazze carine non meritano neppure uno stipendio e chi è brutto merita il triplo.


Tanto tutto questo arrampicarsi sui vetri serve solo a giustificare la banale redistribuzione di soldi dal nord al sud, che continuerà, potete dormir tranquilli e in realtà non è che sia particolarmente interessato agli stipendi pubblici dei milanesi.

Però è un fatto innegabile che lo stato italiano dà un compenso dal valore reale molto più elevato in svariate zone del sud, a pari lavoro.

Secondo me vive meglio un percettore di reddito di cittadinanza a Gela (se lo prende pieno) che un bidello a Milano
 
As usual, non si considerano i servizi.
Altrimenti dovresti spiegarmi perché nessun dipendente pubblico di Pordenone o Lodi non chieda trasferimento al sud.

E' strapieno di dipendenti pubblici del nord che chiedono il trasferimento dal Nord al Sud. Si parla, come giustamente si è fatto notare, di personale che si può spostare facilmente (personale scolastico, etc). Ovviamente... sono tutti del Sud. E il loro obbiettivo è tornare a casa, o il più vicino possibile, altro che servizi. Poi, capita che qualcuno di trova 'impigliato' al Nord (famiglia, casa, etc) e voglia rimanere là, ma sono altri casi.

Postilla a latere: tolte Milano, Roma e qualche località anomala, il costo delle abitazioni è relativamente basso in qualunque capoluogo di provincia sia a nord che a sud.


Bologna, Modena, Bolzano, Genova... costi molto più alti che omologhe città del sud, ovviamente.
 
ma se vivi a milano e fai il bidello a 1300 euro al mese (non so quanto guadagnano veramente)

Anche meno, soprattutto se precario.

credi veramente sia probabile che ti sposi una donna in carriera che poi ti mantiene? Semmai è il contrario; se sei dip pubblico a Cefalù magari potrai esser considerato discretamente fortunato e trovar una bella ragazza pure benestante, di sicuro non a Milano.

Esatto, cristallino. Per 1 che ha il/la consorte che fa carriera, ce ne sono 100 che hanno stipendio normale parametrato al costo della vita del nord.


Però è un fatto innegabile che lo stato italiano dà un compenso dal valore reale molto più elevato in svariate zone del sud, a pari lavoro.

Su questo inoltre confesso la mia ignoranza internazionale, la differenza del costo della vita è presente in praticamente ogni grande paese Europeo tra diverse regioni. Sarei curioso di sapere come operano Francia (si pensi alla differenza Parigi con il resto), Germania (est-ovest), Spagna (abbastanza simile a noi).
A naso, secondo me, nei primi due paesi ci sono assegni accessori ulteriori a seconda della località, che sarebbero giusti secondo me anche nel nostro caso.
 
Su questo inoltre confesso la mia ignoranza internazionale, la differenza del costo della vita è presente in praticamente ogni grande paese Europeo tra diverse regioni. Sarei curioso di sapere come operano Francia (si pensi alla differenza Parigi con il resto), Germania (est-ovest), Spagna (abbastanza simile a noi).
A naso, secondo me, nei primi due paesi ci sono assegni accessori ulteriori a seconda della località, che sarebbero giusti secondo me anche nel nostro caso.

Sì, questo sarebbe interessante saperlo, però così a occhio direi che la differenza che c'è in italia tra nord e sud è superiore a quella che c'è in altri paesi tra varie zone...o forse no, tra londra e la cornovaglia vi è una bella differenza; servirebbero dei dati
 
Sì, questo sarebbe interessante saperlo, però così a occhio direi che la differenza che c'è in italia tra nord e sud è superiore a quella che c'è in altri paesi tra varie zone...o forse no, tra londra e la cornovaglia vi è una bella differenza; servirebbero dei dati

Tra Londra e città X inglese, e Parigi e città X francese, c'è molta più differenza che tra Roma/Milano e città X italiana. Questi dati ci sono e sono conosciuti.
 
ok, sarebbe interessante sapere appunto se qualche paese prevede trattamenti economici diversi a seconda delle zone
 
Ecco la specificità italiana dal lato delle "entrate" (poi c'è - come noto - il problema di efficienza ed efficacia della spesa):

"
- quasi la metà degli italiani, 29,204 milioni pari al 48,38%, non ha redditi e vive quindi a carico di qualcuno

- 18.156.997, pari al 43,89% del totale, ... versano il 2,42% di tutta l’Irpef. A loro corrispondono 26,490 milioni di abitanti i quali, considerando anche le detrazioni, pagano in media circa 156,7 euro l’anno e, di conseguenza, si suppone anche pochissimi contributi sociali: con molte probabilità saranno dei futuri pensionati assistiti dalla collettività.

- Tra i 15.000 e i 20.000 euro di reddito lordo dichiarato, abbiamo invece 5,724 milioni di contribuenti, i quali pagano un’imposta media annua di 1.966 euro, che si riduce a 1.348 euro per singolo abitante: in questo caso, un importo sicuramente più alto ma comunque ancora insufficiente a coprire per intero anche il solo costo pro capite della spesa sanitaria (circa 1.886 euro)

- il 13% dei contribuenti con redditi da 35 mila euro in su versa circa il 58,9% di tutta l’Irpef.

- Basterebbe in effetti un semplice confronto tra imposte versate e servizi ricevuti dallo Stato per far comprendere come molti italiani siano già a carico dei propri concittadini, senza che si arrivino a ipotizzare ulteriori redistribuzioni o riduzioni del carico fiscale a favore dei redditi più bassi. Questi primi tre scaglioni di reddito, ad esempio, versano in totale circa 15,4 miliardi ma ne ricevono «in cambio» per la sola sanità 50,3.


"

Fonte: Fisco, la metà degli italiani non dichiara reddito- Corriere.it


Uno stato decente, e dei "tagliani" decenti credo dovrebbero prima di tutti preoccuparsi di questo, che è da un lato fonte di profonda ingiustizia sociale, e dall'altro assorbe risorse pubbliche che certamente potrebbero essere destinate ad impeghi più efficienti, altro che blaterare dei LEP (che è solo un modo per chiedere altri sussidi...), ed a riscrivere la storia...
 
Bce, misure per la seconda ondata: «nuova offerta di liquidità alle banche»- Corriere.it


. il «whatever it takes» - l’intervento a qualunque costo - si fa con i bilanci e il debito pubblico dei singoli Paesi, comprato dalla Bce quanto basta per mantenere ancorati anche gli investitori privati.

. almeno altri 500 miliardi nel piano d’acquisti di titoli pubblici e privati legati alla pandemia; una nuova offerta di liquidità alle banche, a condizioni anche più agevoli, remunerandole almeno all’1% all’anno se fanno credito a famiglie e imprese. Meno plausibile invece che la Banca centrale tagli ancora più in negativo (oggi è a -0,5%) il tasso d’interesse sul denaro depositato dalle banche stesse presso la Bce.
 
Debito pubblico, perché non fa (quasi) più paura. Il ruolo della Bce e la verità sul Mes- Corriere.it

. S&P ha migliorato l’outlook portandolo a «stabile», pur con un debito che, a suo dire, dovrebbe salire al 149,8% del Pil per fine anno, dimostrando un ottimismo persino superiore a quello del nostro governo

. L’enfasi non è più sull’ammontare del debito ma sugli oneri del debito stesso, che si assottigliano grazie alla repressione finanziaria esercitata dalle banche centrali, con le nuove emissioni che finiscono a costo zero per lo stato (e zero rendimento per i sottoscrittori)

. la crescita economica d’Eurozona dell’1,5% (cumulato) fino al 2023 e del 3% per il 2027. Per i paesi periferici questi numeri più che raddoppiano (rispettivamente 4% e ben oltre l’8%), cosicché la stessa S&P stima una crescita del Pil italiano che dal 6,4% nel 2021, si ridurrebbe a 2,3% nel 2022 e solo all’1,5% nel 2023 che, in ogni caso, è circa il doppio di quella vista negli ultimi 3 anni. E un Pil più alto fa anche apparire meno drammatica la crescita del debito.

. A tutto ciò andrebbe aggiunto un più ridotto costo del debito, poiché con i QE della Bce (PEPP pari a 1.350 miliardi) i tassi d’interesse resteranno bassi come ora o ancor più bassi: cosicché il Tesoro, secondo S&P, potrà finanziarsi allo 0,8% con le nuove emissioni, pur con un onere medio del 2,5% per quelle vecchie

. la tendenza che sempre più si fa strada è considerare il debito netto e non quello lordo come s’è fatto finora.

. visto che la Bce (tramite Banca d’Italia) finirà a breve per detenere il 30% del nostro debito pubblico, il netto si ridurrebbe di quasi 800 miliardi e finirebbe per pesare sul Pil solo per il 110%. Inoltre, gli oneri su quegli 800 miliardi sarebbero pressoché nulli, una sorta di partita di giro, poiché la Banca d’Italia li trasferirebbe ogni anno al Tesoro sotto forma di dividendi.
 
Ultima modifica:
Ecco la specificità italiana dal lato delle "entrate" (poi c'è - come noto - il problema di efficienza ed efficacia della spesa):

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- quasi la metà degli italiani, 29,204 milioni pari al 48,38%, non ha redditi e vive quindi a carico di qualcuno

- 18.156.997, pari al 43,89% del totale, ... versano il 2,42% di tutta l’Irpef. A loro corrispondono 26,490 milioni di abitanti i quali, considerando anche le detrazioni, pagano in media circa 156,7 euro l’anno e, di conseguenza, si suppone anche pochissimi contributi sociali: con molte probabilità saranno dei futuri pensionati assistiti dalla collettività.

- Tra i 15.000 e i 20.000 euro di reddito lordo dichiarato, abbiamo invece 5,724 milioni di contribuenti, i quali pagano un’imposta media annua di 1.966 euro, che si riduce a 1.348 euro per singolo abitante: in questo caso, un importo sicuramente più alto ma comunque ancora insufficiente a coprire per intero anche il solo costo pro capite della spesa sanitaria (circa 1.886 euro)

- il 13% dei contribuenti con redditi da 35 mila euro in su versa circa il 58,9% di tutta l’Irpef.

- Basterebbe in effetti un semplice confronto tra imposte versate e servizi ricevuti dallo Stato per far comprendere come molti italiani siano già a carico dei propri concittadini, senza che si arrivino a ipotizzare ulteriori redistribuzioni o riduzioni del carico fiscale a favore dei redditi più bassi. Questi primi tre scaglioni di reddito, ad esempio, versano in totale circa 15,4 miliardi ma ne ricevono «in cambio» per la sola sanità 50,3.


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Fonte: Fisco, la metà degli italiani non dichiara reddito- Corriere.it


Uno stato decente, e dei "tagliani" decenti credo dovrebbero prima di tutti preoccuparsi di questo, che è da un lato fonte di profonda ingiustizia sociale, e dall'altro assorbe risorse pubbliche che certamente potrebbero essere destinate ad impeghi più efficienti, altro che blaterare dei LEP (che è solo un modo per chiedere altri sussidi...), ed a riscrivere la storia...

Semplicemente disgustoso, e poi ci chiediamo perchè i talenti se ne vanno
 
I fondi internazionali pronti a investire miliardi in Italia sulle infrastrutture. Ma senza riforme, niente soldi|Milena Gabanelli- Corriere.it


I fondi globali sono pronti, c’è un «ma»
La condizione per ottenere i fondi è subordinata a quelle riforme sempre annunciate, ma che non abbiamo mai fatto.
Le ultime raccomandazioni arrivate da Bruxelles (20 maggio 2020) indicano come imprescindibili ed urgenti:

. la semplificazione della burocrazia,
. la riduzione dei tempi della giustizia sia penale che civile,
. un piano di lotta alla corruzione e di contrasto alla grande piaga: l’evasione fiscale (110 miliardi ogni anno).
. la riforma del mercato del lavoro, con la relativa riduzione della tassazione,
. l’istruzione

In sostanza se non vogliamo perdere l’occasione del Recovery e anche l’interesse del capitale privato dobbiamo dimostrare di saper fare le stesse riforme che l’Europa ci chiede da anni. Metterle a terra, almeno alcune, ci renderebbe meno «politicamente instabili» agli occhi di chi è pronto a mettere soldi nel nostro Paese.
 
Ultima modifica:
Ecco la specificità italiana dal lato delle "entrate" (poi c'è - come noto - il problema di efficienza ed efficacia della spesa):

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- quasi la metà degli italiani, 29,204 milioni pari al 48,38%, non ha redditi e vive quindi a carico di qualcuno

- 18.156.997, pari al 43,89% del totale, ... versano il 2,42% di tutta l’Irpef. A loro corrispondono 26,490 milioni di abitanti i quali, considerando anche le detrazioni, pagano in media circa 156,7 euro l’anno e, di conseguenza, si suppone anche pochissimi contributi sociali: con molte probabilità saranno dei futuri pensionati assistiti dalla collettività.

- Tra i 15.000 e i 20.000 euro di reddito lordo dichiarato, abbiamo invece 5,724 milioni di contribuenti, i quali pagano un’imposta media annua di 1.966 euro, che si riduce a 1.348 euro per singolo abitante: in questo caso, un importo sicuramente più alto ma comunque ancora insufficiente a coprire per intero anche il solo costo pro capite della spesa sanitaria (circa 1.886 euro)

- il 13% dei contribuenti con redditi da 35 mila euro in su versa circa il 58,9% di tutta l’Irpef.

- Basterebbe in effetti un semplice confronto tra imposte versate e servizi ricevuti dallo Stato per far comprendere come molti italiani siano già a carico dei propri concittadini, senza che si arrivino a ipotizzare ulteriori redistribuzioni o riduzioni del carico fiscale a favore dei redditi più bassi. Questi primi tre scaglioni di reddito, ad esempio, versano in totale circa 15,4 miliardi ma ne ricevono «in cambio» per la sola sanità 50,3.


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Fonte: Fisco, la metà degli italiani non dichiara reddito- Corriere.it


Uno stato decente, e dei "tagliani" decenti credo dovrebbero prima di tutti preoccuparsi di questo, che è da un lato fonte di profonda ingiustizia sociale, e dall'altro assorbe risorse pubbliche che certamente potrebbero essere destinate ad impeghi più efficienti, altro che blaterare dei LEP (che è solo un modo per chiedere altri sussidi...), ed a riscrivere la storia...

C'è da considerare che ci sono 10 milioni di under18 e 16 milioni di pensionati, o mi sbaglio?
 
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