Rcs, la borsa crede all’attacco contro Geronzi
Le azioni del gruppo volano: + 3 per cento. E gli speculatori scommettono sull'affondo di Della Valle, che un paio di settimane fa ha chiesto al presidente di Generali di vendere la partecipazione in Rcs controllata dal gruppo assicurativo. Intanto il patto di sindacato conferma la fiducia al direttore del Corriere fino al 2014
Cesare Geronzi e Diego Della Valle
Due pacche sulla spalla e tanti saluti a tutti. Diego Della Valle, che da tre settimane spara ad alzo zero sull’alta finanza nazionale, ha lasciato di gran fretta ieri pomeriggio la riunione del patto di sindacato di Rcs, la società che pubblica il Corriere della Sera. Mister Tod’s si è congedato in modo cordiale, fin troppo, dal presidente della Fiat John Elkann e, dopo tante dichiarazioni al curaro, questa volta ha scelto la linea del silenzio. Troncare, sopire, questa è la linea. E infatti sulle polemiche dei giorni scorsi ieri è piovuta la robusta secchiata d’acqua dei 13 grandi soci del gruppo editoriale, forti del 63,4 per cento del capitale del gruppo. I quali soci, all’unanimità, “si sono impegnati a sostenere, con la piena fiducia più volte ribadita, l’attuale direttore del Corriere della Sera e la sua indipendenza fino alla scadenza del patto”, fissata nel 2014.
Insomma, tutti schierati a difesa di Ferruccio de Bortoli, impegnato in una difficile operazione di rilancio del giornale. Mentre sembra rinviata a data da destinarsi la resa dei conti tra l’imprenditore delle Tod’s e il presidente di Generali, Cesare Geronzi. Sarebbe lui, secondo Della Valle, “l’arzillo vecchietto” che comanda con i soldi degli altri. È lui, ancora, che esercita il suo potere tramando nell’ombra fuori dagli organi collegiali dove si dovrebbero prendere le decisioni.
A ben guardare, però, nel comunicato ufficiale diffuso ieri c’è un passaggio che sembra richiamare le accuse lanciate nei giorni scorsi dal rivale di Geronzi. Si legge infatti nella nota che “i partecipanti alla riunione della direzione del patto di sindacato di Rcs si sono impegnati per la durata residua del patto a concentrare esclusivamente negli organi sociali e all’occorrenza per quanto di competenza nella direzione del patto tutte le decisioni, valutazioni e discussioni attorno a Rcs”.
Prese alla lettera queste frasi sono degne di monsieur De Lapalisse, in quanto gli organi sociali, come da statuto di qualunque azienda, servono appunto a prendere le decisioni. Se però si ricordano le recenti frecciate di Della Valle sugli accordi tra azionisti presi alle spalle dei consigli di amministrazione, allora il comunicato del patto assume un significato diverso. Le strategie aziendali si decidono in cda, questa la rassicurazione fornita al contestatore. Il quale però, ed è questa un’altra possibile interpretazione, verrebbe anche implicitamente invitato ad evitare in futuro di esternare pubblicamente le sue “valutazioni” su Corriere della Sera e dintorni. Valutazioni che invece dovrebbero restare confinate tra le mura del consiglio.
Giusto un paio di settimane fa, durante la riunione del cda delle Generali, Della Valle era addirittura arrivato a chiedere al presidente Geronzi di mettere ai voti la vendita della partecipazione in Rcs (il 3,7 per cento) controllata dal gruppo assicurativo. E pochi minuti dopo aver fatto questa richiesta l’imprenditore marchigiano, che è importante azionista anche della compagnia di Trieste, si era premurato di diffondere le sue parole a mezzo stampa. Entro fine mese gli amministratori di Generali dovrebbero affrontare l’argomento partecipazioni. Nel frattempo però, tra tante dichiarazioni di varia natura, Geronzi ha distillato una frase che non sembra casuale, tanto che i suoi portavoce hanno provveduto a valorizzarla nelle redazioni. “Non verranno prese in considerazione proposte out of the blue”. Cioè estemporanee, piovute dal cielo. Il siluro, ovviamente, è diretto a Della Valle e alla sua richiesta di mettere ai voti la vendita dei titoli Rcs.
È chiaro allora che nonostante la compattezza formale dimostrata dal patto del Corriere, il confronto innescato nelle scorse settimane pare destinato a proseguire. Questa sembra essere anche la previsione della Borsa che ieri ha premiato con un rialzo vicino al 3 per cento i titoli Rcs. La quotazione ha raggiunto di gran carriera 1,28 euro per poi ripiegare verso 1,26. Sono livelli mai toccati negli ultimi otto mesi. Solo venti giorni fa, quando il clima intorno al gruppo editoriale ha cominciato a farsi teso, le azioni viaggiavano poco sopra 1,10, quasi il 20 per cento in meno dei prezzi attuali.
Va detto che le azioni di Rcs in circolazione non sono molte e quindi non è necessario un grande impegno finanziario per mettere in movimento il titolo. Gli speculatori però scommettono che l’affondo di Della Valle possa alla fine portare a nuovi equilibri tra i grandi soci. Senza dimenticare che fuori dal patto restano importante azionisti come il gruppo Rotelli con l’11 per cento e i Benetton, con un altro 5 per cento, che potrebbero entrambi ritornare in gioco.
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