"Meglio al freddo che licenziati".
Così l'azienda taglia i riscaldamenti
Alla Tekfor, azienda della Valsusa, avevano già ridotto i compensi di manager e funzionari. Prima di tagliare la forza lavoro hano deciso di abbassare la temperatura da 18 a 16 gradi. Sì degli operai di FEDERICA CRAVERO e FABIO TANZILLI
TORINO - Lavorare al freddo per salvare gli stipendi. Abbassare il termostato da 18 a 16 gradi per risparmiare sulla bolletta del gas. È la condizione posta ai mille lavoratori impiegati nei due stabilimenti torinesi della Tekfor Neumayer. La fonderia, di proprietà tedesca è in crisi di liquidità.
Ed è in crisi di liquidità da quando il tribunale ha disposto l'amministrazione controllata della casa madre per scongiurare il fallimento e sono stati tagliati i fondi per il funzionamento delle sedi estere. Addirittura, o per fortuna, con i 17 milioni di deficit non può neanche licenziare parte dei lavoratori perché non ha abbastanza soldi per pagare le liquidazioni, gli incentivi e gli ammortizzatori sociali.
Stando così i conti non c'era denaro per pagare il salario di gennaio e Roberto Peiretti, amministratore delegato delle sedi di Avigliana e Villar Perosa, ha tracciato la sua revisione delle spese, raschiando il fondo del barile. Ha ridotto del 20 per cento lo stipendio dei dirigenti e in percentuale minore quello dei quadri e dei funzionari. Inoltre sono state tagliate le auto aziendali di grossa cilindrata, così come i telefoni cellulari e le consulenze esterne.
Ma ancora non bastava. E si è arrivati alla voce del riscaldamento. "Sono scelte drastiche che però stanno dando risultati positivi in termini di bilancio", spiega l'ad Peiretti. Una scelta, però, contestata. "In questi giorni è in corso una polemica con l'azienda
per questa decisione - afferma Marinella Baltera della Fiom-Cgil - A metà dicembre era stato prospettato di abbassare il riscaldamento e noi ci eravamo opposti". Ma la multinazionale è andata avanti e ha girato verso il basso la manopola del termostato. "Prima dello stop per le feste natalizie è anche accaduto che di sabato e domenica, quando per il ciclo continuo i lavoratori sono ridotti, l'impianto si sia fermato del tutto - continua la Baltera - Ora vedremo cosa accadrà la prossima settimana alla ripresa della produzione".
L'iniziativa assunta dalla direzione torinese della Tekfor è messa sotto accusa anche dal segretario provinciale della Fiom di Torino, Federico Bellono: "In tempi di crisi va di moda parlare di spending review, ma l'alternativa tra riscaldamento e stipendio non è accettabile - attacca - In questa fase più che in altre ci sono tentativi di risparmi a tutti i costi, ma è evidente che ci sono questioni che non possono essere oggetto di scambio".
Una di queste è, secondo il segretario Fiom, la qualità degli ambienti di lavoro: "In anni di sindacato non è la prima volta che si pone sul piatto dei tagli la questione della temperatura - spiega - Dal punto di vista legale ci sono norme che regolano i termostati, che tuttavia vengono stiracchiate. Ma soprattutto si tratta di misure che possono essere un boomerang per l'azienda perché in un ambiente poco salubre ci si ammala più facilmente e si rischia di aumentare l'assenteismo".
Tuttavia i lavoratori sembrano essersi rassegnati. Bruno Allegro, operaio delegato Rsu Uilm della sede di Avigliana, parla di "una decisione che i dipendenti hanno accettato malvolentieri, ma non si poteva fare altrimenti per portare a casa gli stipendi. Quando è arrivato il grande gelo la situazione era davvero difficile e abbiamo chiesto e ottenuto che, almeno per qualche giorno, venisse nuovamente alzata la temperatura di pochi gradi".
Gian Piero Clement, Rsu Alp della fabbrica di Villar Perosa, ammette: "In questa fase gli operai preferiscono fare sacrifici piuttosto che rimanere senza lavoro o busta paga. L'azienda sta cercando di risparmiare su tutto, e a tutti i livelli". Soprattutto si confida nei segnali positivi e di ripresa che arriverebbero dalla Germania, visto che entro metà anno dovrebbe realizzarsi l'operazione di vendita della società, che in Italia lavora spalla a spalla con la Fiat.
.....e mi raccomando cari operai continuiamo a pensare in grande e indebitarci sempre di più per essere sempre più ricattabili.....
Così l'azienda taglia i riscaldamenti
Alla Tekfor, azienda della Valsusa, avevano già ridotto i compensi di manager e funzionari. Prima di tagliare la forza lavoro hano deciso di abbassare la temperatura da 18 a 16 gradi. Sì degli operai di FEDERICA CRAVERO e FABIO TANZILLI
TORINO - Lavorare al freddo per salvare gli stipendi. Abbassare il termostato da 18 a 16 gradi per risparmiare sulla bolletta del gas. È la condizione posta ai mille lavoratori impiegati nei due stabilimenti torinesi della Tekfor Neumayer. La fonderia, di proprietà tedesca è in crisi di liquidità.
Ed è in crisi di liquidità da quando il tribunale ha disposto l'amministrazione controllata della casa madre per scongiurare il fallimento e sono stati tagliati i fondi per il funzionamento delle sedi estere. Addirittura, o per fortuna, con i 17 milioni di deficit non può neanche licenziare parte dei lavoratori perché non ha abbastanza soldi per pagare le liquidazioni, gli incentivi e gli ammortizzatori sociali.
Stando così i conti non c'era denaro per pagare il salario di gennaio e Roberto Peiretti, amministratore delegato delle sedi di Avigliana e Villar Perosa, ha tracciato la sua revisione delle spese, raschiando il fondo del barile. Ha ridotto del 20 per cento lo stipendio dei dirigenti e in percentuale minore quello dei quadri e dei funzionari. Inoltre sono state tagliate le auto aziendali di grossa cilindrata, così come i telefoni cellulari e le consulenze esterne.
Ma ancora non bastava. E si è arrivati alla voce del riscaldamento. "Sono scelte drastiche che però stanno dando risultati positivi in termini di bilancio", spiega l'ad Peiretti. Una scelta, però, contestata. "In questi giorni è in corso una polemica con l'azienda
per questa decisione - afferma Marinella Baltera della Fiom-Cgil - A metà dicembre era stato prospettato di abbassare il riscaldamento e noi ci eravamo opposti". Ma la multinazionale è andata avanti e ha girato verso il basso la manopola del termostato. "Prima dello stop per le feste natalizie è anche accaduto che di sabato e domenica, quando per il ciclo continuo i lavoratori sono ridotti, l'impianto si sia fermato del tutto - continua la Baltera - Ora vedremo cosa accadrà la prossima settimana alla ripresa della produzione".
L'iniziativa assunta dalla direzione torinese della Tekfor è messa sotto accusa anche dal segretario provinciale della Fiom di Torino, Federico Bellono: "In tempi di crisi va di moda parlare di spending review, ma l'alternativa tra riscaldamento e stipendio non è accettabile - attacca - In questa fase più che in altre ci sono tentativi di risparmi a tutti i costi, ma è evidente che ci sono questioni che non possono essere oggetto di scambio".
Una di queste è, secondo il segretario Fiom, la qualità degli ambienti di lavoro: "In anni di sindacato non è la prima volta che si pone sul piatto dei tagli la questione della temperatura - spiega - Dal punto di vista legale ci sono norme che regolano i termostati, che tuttavia vengono stiracchiate. Ma soprattutto si tratta di misure che possono essere un boomerang per l'azienda perché in un ambiente poco salubre ci si ammala più facilmente e si rischia di aumentare l'assenteismo".
Tuttavia i lavoratori sembrano essersi rassegnati. Bruno Allegro, operaio delegato Rsu Uilm della sede di Avigliana, parla di "una decisione che i dipendenti hanno accettato malvolentieri, ma non si poteva fare altrimenti per portare a casa gli stipendi. Quando è arrivato il grande gelo la situazione era davvero difficile e abbiamo chiesto e ottenuto che, almeno per qualche giorno, venisse nuovamente alzata la temperatura di pochi gradi".
Gian Piero Clement, Rsu Alp della fabbrica di Villar Perosa, ammette: "In questa fase gli operai preferiscono fare sacrifici piuttosto che rimanere senza lavoro o busta paga. L'azienda sta cercando di risparmiare su tutto, e a tutti i livelli". Soprattutto si confida nei segnali positivi e di ripresa che arriverebbero dalla Germania, visto che entro metà anno dovrebbe realizzarsi l'operazione di vendita della società, che in Italia lavora spalla a spalla con la Fiat.
.....e mi raccomando cari operai continuiamo a pensare in grande e indebitarci sempre di più per essere sempre più ricattabili.....