Spaceman Spiff™
fra due anni
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Ho pescato dai miei ricordi questa esperienza che forse può essere utile a qualcuno.
Oltre 20 anni fa mi venne l’idea di un dispositivo basato su un ricevitore ed un trasmettitore congegnati in modo da lanciare un allarme quando trasmettitore e ricevitore si allontanavano oltre una distanza prestabilita.
Con l’aiuto di un amico ingegnere elettronico capisco subito che con la tecnologia dei transponder si può fare un dispositivo poco ingombrante
Le prime applicazioni che ci vengono in mente sono la prevenzione dello smarrimento di chiavi, cellulari e, ben prima che ci pensasse il Sig. Beghelli, dell’allontanamento indesiderato dei bambini piccoli in spazi aperti affollati (spiagge ecc. ecc.)
Una cosa del genere naturalmente non poteva essere brevettata in quanto la tecnologia era già esistente, ma si doveva parlare di modello d’utilità (un’applicazione diversa da quelle viste finora per una invenzione già esistente).
La ricerca brevettuale ed altri problemi
La ricerca brevettuale per verificare se qualcun altro aveva già registrato un modello d’utilità, oltre a costare tanto, non tutelava al 100%. Per esempio potevano darti il via libera perché non avevano trovato nulla di simile; tu partivi coi tuoi investimenti e poi dopo 6 mesi ti sentivi dire: ”Scusate, ci siamo sbagliati. Cercando meglio ci siamo accorti che esiste già qualcosa di simile”.
Inoltre La ricerca brevettuale era vincolata ad una manleva per cui pagavi, ma non potevi chiedere indennizzi in caso di errore loro.
Essendo poi difficile (e noi inesperti) proteggere bene un modello di utilità, decidemmo di mettere a budget solo la ricerca brevettuale (su cui avevamo però molte perplessità).
Oltre 20 anni fa mi venne l’idea di un dispositivo basato su un ricevitore ed un trasmettitore congegnati in modo da lanciare un allarme quando trasmettitore e ricevitore si allontanavano oltre una distanza prestabilita.
Con l’aiuto di un amico ingegnere elettronico capisco subito che con la tecnologia dei transponder si può fare un dispositivo poco ingombrante
Le prime applicazioni che ci vengono in mente sono la prevenzione dello smarrimento di chiavi, cellulari e, ben prima che ci pensasse il Sig. Beghelli, dell’allontanamento indesiderato dei bambini piccoli in spazi aperti affollati (spiagge ecc. ecc.)
Una cosa del genere naturalmente non poteva essere brevettata in quanto la tecnologia era già esistente, ma si doveva parlare di modello d’utilità (un’applicazione diversa da quelle viste finora per una invenzione già esistente).
La ricerca brevettuale ed altri problemi
La ricerca brevettuale per verificare se qualcun altro aveva già registrato un modello d’utilità, oltre a costare tanto, non tutelava al 100%. Per esempio potevano darti il via libera perché non avevano trovato nulla di simile; tu partivi coi tuoi investimenti e poi dopo 6 mesi ti sentivi dire: ”Scusate, ci siamo sbagliati. Cercando meglio ci siamo accorti che esiste già qualcosa di simile”.
Inoltre La ricerca brevettuale era vincolata ad una manleva per cui pagavi, ma non potevi chiedere indennizzi in caso di errore loro.
Essendo poi difficile (e noi inesperti) proteggere bene un modello di utilità, decidemmo di mettere a budget solo la ricerca brevettuale (su cui avevamo però molte perplessità).
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