La Nigeria cancella il Debito: «Insostenibile».

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«Debito insostenibile». La Nigeria lo cancella

Il Parlamento di Abuja vota una risoluzione per interrompere i pagamenti dovuti ai creditori
Spirale perversa Solo per gli interessi, il paese africano spende 5 volte più del budget dell'istruzione e 15 volte più di quello della sanità

STEFANO LIBERTI
Quando la morsa del debito si fa troppo stretta, meglio liberarsene al più presto. L'esempio argentino sembra aver fatto scuola e comincia a propagarsi, con tutti i distinguo e le differenze del caso, dall'altra parte dell'Atlantico. Dopo diversi avvertimenti e richieste cadute abbastanza nel vuoto, la Nigeria - il più popoloso e indebitato paese africano - è ormai pronta a passare alle vie di fatto: il Parlamento di Abuja si prepara a votare una risoluzione per interrompere il pagamento del debito estero, pari attualmente a 34 miliardi di dollari (26 miliardi di euro). Già approvata all'unanimità dalla Camera bassa, la risoluzione verrà esaminata al più presto dal Senato. A quel punto - se, come sembra, passerà - diventerà vincolante anche per il governo, che in proposito ha una posizione più soft e chiede solo una remissione parziale del debito. Una delegazione di deputati e senatori nigeriani sta girando le capitali dei principali paesi creditori (è appena passata per Roma) per spiegare la posizione del Parlamento. «Vogliamo far capire ai nostri partner che non possiamo continuare così», dice Udo Udoma, presidente del Senato. «I nostri interlocutori pensano che possiamo sostenere il pagamento del debito perché abbiamo grandi riserve di petrolio. Ma non si rendono conto che i nigeriani sono 130 milioni e i proventi del greggio, una volta suddivisi, equivalgono ad appena 50 centesimi di dollari al giorno per persona».

In quanto produttore di oro nero, la Nigeria non può accedere allo status di Paese povero altamente indebitato (Hipc) stabilito dalla Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale, per il quale si prevede una cancellazione del debito pari al 90 per cento. «Ma, se l'Iraq ottiene una remissione del debito, come chiesto dagli Stati uniti, perché la Nigeria dovrebbe essere esclusa?», si domandano i parlamentari.

Un'affermazione che non fa una grinza, tanto più che la motivazione addotta per la cancellazione del debito iracheno - il fatto che esso era stato accumulato dal precedente regime di Saddam Hussein - può essere trasportata pari pari al colosso africano. Quello della Nigeria è infatti un cosiddetto «debito odioso», contratto dalle corrotte dittature che si sono alternate al governo fino al 1999, quando il paese ha imboccato nuovamente la via della democrazia.

«Il momento è cruciale», continua Udoma. «Bisogna agire subito, perché oggi siamo nel mezzo di un'importante transizione, in cui il governo è impegnato a combattere la corruzione e a investire per il bene pubblico». Il cosiddetto dream team, un gruppo di tecnocrati formatisi all'estero che circonda il presidente Olusegun Obasanjo sta in effetti lavorando a pieno ritmo per mettere ordine nelle casse dello stato. Una circostanza che ha spinto persino l'Economist a schierarsi per una remissione (sia pur parziale) del debito alla Nigeria. «Bisogna dare una mano ai riformisti al governo ad Abuja», ha scritto l'autorevole settimanale britannico.

In effetti, la morsa del debito impedisce una gestione sostenibile del denaro pubblico. «L'anno scorso abbiamo pagato per il servizio del debito una cifra cinque volte superiore a quella destinata all'educazione e quindici volte quella destinata alla sanità», denuncia Farouk Lawan, presidente della Commissione delle finanze del Parlamento nigeriano. Il quale sottolinea anche come gli interessi sul debito trasformino ogni sforzo serio di ripagare il dovuto in una vera e propria fatica di Sisifo: «È inconcepibile che negli ultimi due anni la Nigeria abbia pagato 3,5 miliardi di dollari per ripagare gli interessi, mentre il debito è cresciuto di 3,9 miliardi senza nuove concessioni».

Ma chi sono i creditori? L'87 per cento del debito estero nigeriano è di carattere bilaterale ed è stato contratto con i cosiddetti paesi del club di Parigi, in particolare Regno unito, Stati uniti, Germania, Giappone e Italia (il nostro paese ha un credito di 1,7 miliardi di dollari). «Quando parliamo con i nostri partner e spieghiamo loro le nostre ragioni, riceviamo molta solidarietà», continua Udoma. «Ma più che di comprensione, abbiamo bisogno di azioni concrete. Per questo abbiamo deciso che non possiamo più aspettare».

Sulla possibilità di rimettere il debito alla Nigeria ci sono effettivamente tre scuole di pensiero: gli assolutamente favorevoli, come il Regno unito; i contrari, come la Germania; e i possibilisti, di cui fanno parte gli Stati uniti e l'Italia. In proposito, il senatore Francesco Martone (Prc), che ha presieduto a Palazzo Madama un incontro con la delegazione, ha invitato il governo a fare la sua parte. «L'Italia - ha detto Martone- deve prendere atto del posizione del Parlamento nigeriano e riconsiderare i criteri che definiscono la sostenibilità del debito».

Ma, a prescindere dalla posizione che assumerà il club di Parigi, quali ripercussioni potrebbe avere una decisione unilaterale dello stato africano?

Come forma di ritorsione, i paesi creditori possono decidere di tagliare gli aiuti allo sviluppo ad Abuja. Ma, fatti i conti, la cosa non sembra particolarmente grave: la Nigeria riceve ogni anno dai paesi ricchi 2 dollari pro capite l'anno in aiuti e paga agli stessi paesi, per onorare il proprio debito, 12 dollari pro capite.

Fonte: il manifesto di ieri


Un altro pezzo del domino?
 
non e' proprio la stessa cosa..
si tratta di 34 miliardi di dollari..
e non sono in bonds. ma prestiti multilaterali.
io credo che la prima reazione sara' :
aumento dei tassi di interesse per i paesi a rischio
meno prestiti ai paesi a rischio
non e' certo un fattore positivo per chi ha bisogno di prestiti
anche l'argentina sta pagando interessi piu' alti ora. ha un rischio paese superiore a 6000..
forse le sarebbe convenuto venire a patti con il FMI e pagare meno.
 
poprad ha scritto:
anche l'argentina sta pagando interessi piu' alti ora. ha un rischio paese superiore a 6000..
forse le sarebbe convenuto venire a patti con il FMI e pagare meno.


Meno del NIENTE che ha pagato con l'osceno swap ? Proprio non riesco ad immaginare come ..... :mad:
 
VE_Marco ha scritto:
Meno del NIENTE che ha pagato con l'osceno swap ? Proprio non riesco ad immaginare come ..... :mad:


Meno del NIENTE che ha pagato .... non è propriamente corretto

vale in genere per i piccoli ma banche e FMI ?

forse è questo che bisognerà imparare : il risparmiatore è stato trasformato in donatore.... be carefull
chiamiamola asimmetria istituzionalizzata

bye
 
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