La sfida del secolo è nell'istruzione

è dimostrato dai numeri e dalla storia che la spesa pubblica in Italia genera più debito che crescita economica

quindi è sbagliato continuare a procedere nello stesso modo

è meglio tagliare le tasse che spendere

ma tutto ciò non conviene al politico perchè tende a non guadagnarci nulla, tutto qui
 
è dimostrato dai numeri e dalla storia che la spesa pubblica in Italia genera più debito che crescita economica

quindi è sbagliato continuare a procedere nello stesso modo

è meglio tagliare le tasse che spendere

ma tutto ciò non conviene al politico perchè tende a non guadagnarci nulla, tutto qui

zerohedge,ma per tagliare le tasse devi ridurre le entrate e così fai debito lo stesso.
Per evitare che ciò accada quando vai a tagliare le tasse devi anche tagliare la spesa pubblica.
E qui si ripropone il problema italiano del magna magna sulla qualità dei tagli che finirà sempre con il
ricadere su spese sociali o utili che alla fine annullano gli effetti positivi stessi del tagli tasse e quindi la crescita
non parte mai
 
Forse perche in un paese come l'italia pieno di leggi incomprensibili e bislacche la laurea in legge è comunque fuoriera di lavoro...le prospettive rispetto ai paesi dell'est sono ancora un po diverse...ora poi con trump si spera che il mercato del lavoro divenga meno globale...quello che ancora non si capisce bene è come avviene con la finanza, io lavoro in cina o giappone stando a casa mia...quella è la,vera globalizzazione...ma se per trovare lavoro devo emigrare, non c'è alcuna globalizzazione, sono migliaia di anni che l'uomo emigra...anzi lo fa da sempre, dai primi cacciatori raccoglitori..il progresso umano nacque quando l'uomo si fermò e iniziò a lavorare la terra, passando al l'agricoltura...

No una laurea in legge oggi giorno non è il modo migliore per trovar lavoro fidati.

E si la "vera globalizzazione" sta già avvenendo: le aziende cominciano ad assumere lavoratori da tutto il mondo, la lingua parlata al lavoro è l'inglese anche per chi è del posto e a volte non viene neanche richiesto il trasferimento in un altro paese.
 
The Beast tu dici che è l'applicazione pratica in Italia che ti fa paura sulla base dell'esperienza del nostro passato.
D'accordo con te,ma non per questo va confusa la spesa pubblica anticilica con lo statalismo che è altra cosa.
Dii più chiaramente che tu non ami questa soluzione alla crisi da noi,perchè ritieni che la spesa pubblica da noi finisce sempre nella corruzione e tende a diventare un'alibi per
il c.d. magna magna dei politici.

Bene !!!
e allora cosa proponi in funzione anticrisi ????

Devo dire anch'io condivido quei timori come molti.

Penso che serva un'espansione fiscale, questo si, ma non aumentando la spesa pubblica quanto diminuendo le tasse sul lavoro.

Ovviamente un'espansione fiscale significa che vai a deficit, se invece vuoi solo spostare risorse da spesa pubblica a minor tasse devi tagliare opportunamente la spesa pubblica come facevi notare.

Ma non è complicato tagliar le tasse perchè poi non si fanno i giusti tagli alla spesa. E' l'opposto. Poichè non si vogliono fare i giusti tagli alla spesa (clientelismo etc.) è complicato tagliar le tasse.
 
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Devo dire anch'io condivido quei timori come molti.

Penso che serva un'espansione fiscale, questo si, ma non aumentando la spesa pubblica quanto diminuendo le tasse sul lavoro.

Ovviamente un'espansione fiscale significa che vai a deficit, se invece vuoi solo spostare risorse da spesa pubblica a minor tasse devi tagliare opportunamente la spesa pubblica come facevi notare.

Ma non è complicato tagliar le tasse perchè poi non si fanno i giusti tagli alla spesa. E' l'opposto. Poichè non si vogliono fare i giusti tagli alla spesa (clientelismo etc.) è complicato tagliar le tasse.

ma se si vogliono fare i giusti tagli alla spesa,come tu dici, vuol dire che sei diventato un buon economo come Stato e allora la cosa migliore è mettersi a fare la spesa pubblica anticiclica,che megliio del taglio tasse agisce per la crescita,perchè può esser indirizzata ai senza lavoro che hanno un'elevatissima propensione al consumo e poi consentono il famoso controllo(e non statalismo) sulla tipologia di crescita che si va ad innescare per evitare che essa avvenga senza tener conto dell'interesse pubblico.

E,concludendo, il problema quindi non è mai più spesa pubblica anticiclica perchè c'è corruzione ma semmai cerchiamo di mettere in pista tutti i provvedimenti ad hoc necessari per correggere questo problema
 
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The Beast tu dici che è l'applicazione pratica in Italia che ti fa paura sulla base dell'esperienza del nostro passato.
D'accordo con te,ma non per questo va confusa la spesa pubblica anticilica con lo statalismo che è altra cosa.
Dii più chiaramente che tu non ami questa soluzione alla crisi da noi,perchè ritieni che la spesa pubblica da noi finisce sempre nella corruzione e tende a diventare un'alibi per
il c.d. magna magna dei politici.

Bene !!!
e allora cosa proponi in funzione anticrisi ????

La mia ricetta ( che se non erro è la stessa di LucioM ) è:

-taglio di tasse sostanziale anche in deficit
-taglio della spesa pubblica improduttiva
-tetto ( modello Germania ) alle pensioni anche quelle in essere
 
La mia ricetta ( che se non erro è la stessa di LucioM ) è:

-taglio di tasse sostanziale anche in deficit
-taglio della spesa pubblica improduttiva
-tetto ( modello Germania ) alle pensioni anche quelle in essere

ricetta sbagliata

-taglio di tasse sostanziale anche in deficit.
Ma se il taglio è sostanzaile non puoi fare a meno di tagliare anche
la spesa pubblica. Figuriamoci in italia con il debito che ha,e se poi non fai vedere a chi ne beneficia che stai tagliando la spesa pubblcia questo non si fida pensa di dover ridare indietro il malloppo e non si spende questi risparmi,per cui hai fatto una fatica inutile.


-taglio della spesa pubblica improduttiva
Ma se riesci a tagliare la spesa pubblica improduttiva come Stato, sei anche capace di fare buona spesa pubblica anticilica, che risolve meglio il
problema della crescita,consentendo una crescita controllata all'insegna del pubblico interesse e più sicura,potendo da subiTo far beneficiare anche i disoccupati.

-tetto ( modello Germania ) alle pensioni anche quelle in essere
i tagli sulle pensioni economicamente,in genere,tendono a incidere pesantemente sui consumi e frenano nuova occupazione.
I tagli sulle pensioni in essere potrebbero cozzare con la corte costituzionale sul piano dei diritti acquisiti.

Non è un caso che persone assai convinte della tua ricetta e che hanno avuto anche il potere in questo paese non l'abbiano fatto
e l'hanno utilizzata solo come bandiera elettorole, che ne pensi ????
 
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ma se si vogliono fare i giusti tagli alla spesa,come tu dici, vuol dire che sei diventato un buon economo come Stato e allora la cosa migliore è mettersi a fare la spesa pubblica anticiclica,che megliio del taglio tasse agisce per la crescita,perchè può esser indirizzata ai senza lavoro che hanno un'elevatissima propensione al consumo e poi consentono il famoso controllo(e non statalismo) sulla tipologia di crescita che si va ad innescare per evitare che essa avvenga senza tener conto dell'interesse pubblico.

E,concludendo, il problema quindi non è mai più spesa pubblica anticiclica perchè c'è corruzione ma semmai cerchiamo di mettere in pista tutti i provvedimenti ad hoc necessari per correggere questo problema

Preferirei cmq diminuire le tasse a deficit o con tagli fatti male.

Per due ragioni: 1) è molto difficile abbassare i livelli di spesa una volta alzati mentre alzare/abbassare la tassazione è fattibile, questa maggiore flessibilità è un grande vantaggio. 2) in ogni caso il welfare state va ripensato, i paesi sono sempre più in competizione sul livello di fiscalità, inevitabilmente tutti gli stati dovranno convergere su livelli simili e questo per chi è su livelli alti come noi vuol dire che deve cominciare a tagliar tasse.
 
L'abbassamento dell'asticella è un inevitabile processo a cascata se le basi minime (che si formano ben prima di un ingresso all'università) sono assenti o scadenti.

Una prestigiosa facoltà di fisica, una quindicina di anni fa, ha iniziato a fare 'test di valutazione all'ingresso' non per frenare le immatricolazioni (sempre piuttosto basse e ulteriormente decimate da un tasso di abbandono importante nei primi due anni) o per fare un 'numero chiuso', bensì per valutare lo stato di preparazione 'medio' ed accordare a questo i corsi del primo biennio allo scopo di sanare 'buchi di competenza' (non di capacità) che avrebbero precluso la comprensione delle materie di base e quindi perfino qualsiasi prosecuzione degli studi anche da parte di persone motivate e dotate.

Ma questo non è affatto abbassare l'asticella, perchè il livello finale richiesto rimane il medesimo.
Si cerca di chiudere i buchi proprio per non dover abbassare l'asticella.

Abbassare l'asticella è una cosa del tutto diversa, e cioè accettare un risultato finale inferiore.

Nota, con questo esempio, che vediamo come abbassare insensatamente l'asticella prima comporti un aumento del lavoro dopo.
Cioè prima si perde tempo. E dopo potrebbe anche essere tardi, come suggeriva Ricolfi.

Stranezza ma non tanto :D. Il preside della facoltà mi illustrò le statistiche che mostravano che chi usciva dal classico aveva competenze 'scientifiche' paragonabili ed a volte migliori di chi usciva dallo scientifico.
Ci spiegammo la cosa ipotizzando che chi fa il classico e vuole fare fisica spesso passa i tre mesi post-diploma a studiare matematica risultando quindi 'più fresco' di studi.

Se hai seguito quanto detto finora, non c'è di cui sorprendersi: le materie "difficili" di cui parla Ricolfi non forniscono le nozioni, ma forniscono l'allenamento alla mente per poterle apprendere.

Questo in genere nelle università lo sanno benissimo. Così come tutti abbiano fatto un liceo hanno, per me, visto chiaramente che le teste capaci in matematica erano le stesse capaci in latino od in greco.
 
Il problema è che tu fai questa ragionamento: è facile passare quindi è un corso di bassa qualità.

No, il ragionamento che faccio è: si abbassa la qualità del corso per far sì che sia facile passare.
Cogli la differenza? :)

E' giusto che tutti abbiano nozioni di base di matematica (anche di fisica secondo me), quindi non smetti d'insegnare matematica a chi non è bravo ma semplicemente tieni dei requisiti molto bassi per passare il corso e li alzi per prender voti alti.
A chi è bravo però puoi dare più opportunità con corsi più specialistici, progetti etc.

No mi spiace ma non sta in piedi.
Se parliamo di liceo scientifico, quello che in teoria dovrebbe essere il massimo per quanto riguarda matematica e simili, stiamo parlando appunto del corso più specialistico.
Quello che non dovrebbe essere per tutti. "Tutti" dovrebbero andare a fare qualcos'altro, se non sono in grado di raggiungere i risultati richiesti.

Idem per quanto riguarda una qualsiasi facoltà che richieda un po' di competenze quantitative: un esame di matematica o di statistica propedeutico per ciò che viene dopo.
Creare buchi vuol dire distruggere quanto viene dopo.

"Tutti" dovrebbero fare corsi che non richiedano il raggiungimento di tali competenze.
Così come non è obbligatorio studiare fisica, non è obbligatorio studiare al liceo scientifico, al liceo classico, nè in qualsiasi altra scuola che non corrisponda alle proprie aspirazioni/capacità/volontà.

Se ci sono due ritmi diversi, il gap comunque si accumula. Quindi da un certo punto in poi le strade devono divergere.
Se non divergono, stai condannando i più capaci ad imparare col ritmo dei meno capaci, cioè stai loro negando la possibilità di sfruttare le loro capacità.
E questa è una cosa veramente pessima.

E' come pretendere di far allenare la Pellegrini a nuotare con me.

Invece il tuo modo di ragionare produce solo una massa di ripetenti che vagano nelle scuole senza alcuna ambizione, quando magari avrebbero potuto eccellere in qualche altra disciplina anche al di fuori di quelle scolastiche.

Ma neanche per idea. Il mio modo di ragionare produce scuole appropriate per le capacità e l'impegno degli studenti, anzichè scuole tarate sui peggiori, che sacrificano i migliori non sfruttando le loro potenzialità.

Tanto poi lo sanno anche i sassi che, per chi "può", ovunque nel mondo c'è la scuola privata a soddisfare tale domanda: domanda di scuole appropriate al livello, sia in alto che in basso.

Questo è il vero problema della scuola italiana, ironico che proprio coloro che parlano d'istruzione in declino (che ripeto secondo me non è) quasi mai c'entrino il problema.

Il problema della scuola italiana è che produce analfabeti funzionali.
Come ci testimonia Ricolfi, continuare ad abbassare l'asticella produce persone non più in grado di capire, di usare la logica, di astrarre, di pensare in modo un minimo complesso.
 
Preferirei cmq diminuire le tasse a deficit o con tagli fatti male.

Per due ragioni: 1) è molto difficile abbassare i livelli di spesa una volta alzati mentre alzare/abbassare la tassazione è fattibile, questa maggiore flessibilità è un grande vantaggio. 2) in ogni caso il welfare state va ripensato, i paesi sono sempre più in competizione sul livello di fiscalità, inevitabilmente tutti gli stati dovranno convergere su livelli simili e questo per chi è su livelli alti come noi vuol dire che deve cominciare a tagliar tasse.

tu dici
"Preferirei cmq diminuire le tasse a deficit o con tagli fatti male
Per due ragioni: 1) è molto difficile abbassare i livelli di spesa una volta alzati mentre alzare/abbassare la tassazione è fattibile..."

forse non sono stato sufficentemente chiaro,ma la spesa pubblica anticiclica è una tantum per sua natura, e non va minimamente confusa con la spesa pubblica corrente,quella sì,se l'aumenti,poi è difficile ribassarla,e lo stesso vale ahimè per le tasse,che per aumentarle devi in molti casi operare con leggi,che hanno validità sempre,sinchè non le annulli con nuove leggi.
Come vedi è all'opposto di quello che hai detto.

il welfare state va ripensato ???
sono pienamente d'accordo.
Ma non c'entra nulla con la spesa pubblica anticiclica che riguarda prevalentemente la costruzione di infrastrutture di ogni tipo utili al paese che tendono
a migliorare le performance del suo sistema economico.

Comunque è apprezzabile che tu replichi a queste mie idee su come uscire dalla crisi diversamente da come fanno certi libberisti da ridere su questo forum che il massimo che riescono a produrre è qualche acefalo copia e incolla da statisitiche o un pò di faccine.
Anche se non ti ho ancora ragguagliato sul fatto che io sono uno di quelli che,sempre con una certa att.ne,ma promuovo l'uscita dall'euro e la ricostruzione del matrimonio stato bitalia e coseguenti poltiche di difesa dei salari(non la scala mobile) dopo la exit dall'euro, come condizioni propedeutiche per la rinascita del nostro paese, senza delle quali le politiche espansive dei redditi non servono a nulla.
 
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Ecco, una buona domanda da porsi è perché gli studenti provenienti dai licei hanno maggiori probabilità di successo all'università (e non solo) rispetto a quelli che escono da istituti tecnici et similia.

Per le materie studiate?
Per la qualità dell'istruzione?

Oppure per la qualità dei genitori? :)

La qualità dei genitori conta in ogni caso, ma forse qualcuno si sta dimenticando che la scuola dovrebbe essere precisamente quell'ambiente stimolante e formativo che può essere fornito a chi non l'ha a disposizione a casa.

Abbassare l'asticella della scuola significa massimizzare l'effetto dei genitori, in quanto viene tolta la seconda opportunità.
Una scuola di buon livello, anche esigente, fornisce invece una importante opportunità formativa a chi non ha una famiglia all'altezza.

Comunque sarebbe meglio chiedersi: una persona di una data famiglia ha maggiori probabilità di successo (diciamo intellettivo) se intraprende certi studi oppure no?
 
Detto questo il problema della scuola italiana non è tanto quello di non saper preparar bene rispetto a quelle di altri paesi

I confronti internazionali invece mostrano che il problema è anche questo.

Ma più che altro il fatto che non svolga un buon compito sociale.

Il "compito sociale" lo offri se dai l'opportunità di una formazione seria e valida anche a chi non parte da una famiglia in pole position.
E questo avviene se c'è la possibilità di corsi con l'asticella alta.
 
Però abbiamo anche numerose zucche laureate provenienti da liceo che fanno fare un figurone pure al perito conciario, se ancora esiste l'indirizzo, di fisso dalla maggioranza dei diplomati.

Le zucche laureate che sfigurano testimoniano che, con asticelle troppo basse, i titoli di studio non hanno alcun valore.
 
Cmq sul resto quello che sto dicendo è che se c'è un numero così alto di ripetenti evidentemente il livello minimo richiesto per passare andrebbe abbassato. E questo non significherebbe abbassare la qualità dell'insegnamento, anzi.

Se ci sono tanti bocciati, vuol dire che in tanti non raggiungono la preparazione richiesta.
Non che il livello andrebbe abbassato. Questa è la tua personale interpretazione. E' una questione, appunto, di logica. ;)

Può anche darsi che in tanti dovrebbero studiare di più, oppure che la qualità dell'insegnamento sia insufficiente / inadatta agli studenti, oppure che gli studenti dovrebbero studiare altro.

Ma torniamo a Ricolfi, che ci racconta come arrivino all'università troppi studenti con insufficienti capacità cognitive.
Perchè? Perchè si è abbassata l'asticella prima.

La risposta che dai qual è? Che bisogna abbassare l'asticella anche dopo.
Il risultato non può che essere, dopo diplomati insufficientemente preparati, laureati insufficientemente preparati.

Nel frattempo, chi può, scappa in istituzioni private dove vigono regole diverse.
Chi non può si arrangia, magari al livello di immigrazione non qualificata.
 
tu dici
"Preferirei cmq diminuire le tasse a deficit o con tagli fatti male
Per due ragioni: 1) è molto difficile abbassare i livelli di spesa una volta alzati mentre alzare/abbassare la tassazione è fattibile..."

forse non sono stato sufficentemente chiaro,ma la spesa pubblica anticiclica è una tantum per sua natura, e non va minimamente confusa con la spesa pubblica corrente,quella sì,se l'aumenti,poi è difficile ribassarla,e lo stesso vale ahimè per le tasse,che per aumentarle devi in molti casi operare con leggi,che hanno validità sempre,sinchè non le annulli con nuove leggi.
Come vedi è all'opposto di quello che hai detto.

il welfare state va ripensato ???
sono pienamente d'accordo.
Ma non c'entra nulla con la spesa pubblica anticiclica che riguarda prevalentemente la costruzione di infrastrutture di ogni tipo utili al paese che tendono
a migliorare le performance del suo sistema economico.

Comunque è apprezzabile che tu replichi a queste mie idee su come uscire dalla crisi diversamente da come fanno certi libberisti da ridere su questo forum che il massimo che riescono a produrre è qualche acefalo copia e incolla da statisitiche o un pò di faccine.
Anche se non ti ho ancora ragguagliato sul fatto che io sono uno di quelli che,sempre con una certa att.ne,ma promuovo l'uscita dall'euro e la ricostruzione del matrimonio stato bitalia e coseguenti poltiche di difesa dei salari(non la scala mobile) dopo la exit dall'euro, come condizioni propedeutiche per la rinascita del nostro paese, senza delle quali le politiche espansive dei redditi non servono a nulla.

Se vedi negli anni passati molte tasse son state messe o tolte abbastanza rapidamente. E' sicuramente uno strumento più manovrabile rispetto alla spesa corrente.

Poi devi farmi degli esempi di spesa anticiclica che vorresti adottare: se parli di spesa in infrastrutture posso capire (e quali esattamente?), ma sussidi (come forse erroneamente mi era sembrato di capire) sono un altro discorso. E' difficile farli pervenire alle persone appropriate ed è difficili eliminarli.

Infine ripeto, non sottovaluterei il problema della competizione fiscale, le economie moderne devono ripensare il welfare state e muoversi verso tassazioni più leggere in ogni caso.
 
No, il ragionamento che faccio è: si abbassa la qualità del corso per far sì che sia facile passare.

E ti ripeto che non è affatto scontato debba essere così.

Pensa ad un esame strutturato con difficoltà degli esercizi che cresce esponenzialmente: sarà facile raggiungere la sufficienza ma difficile eccellere. Chi non è bravo passa facilmente, chi lo è ha lo stimolo di approfondire il più possibile le sue conoscenze.

Insomma è il ragionamento che fai alla base che non torna, tutto il resto ne consegue.
 
E ti ripeto che non è affatto scontato debba essere così.

Non ho detto che debba essere così. Ho detto che stanno facendo così: abbassano l'asticella per avere meno bocciati.

Cogli la differenza? :)

Pensa ad un esame strutturato con difficoltà degli esercizi che cresce esponenzialmente: sarà facile raggiungere la sufficienza ma difficile eccellere. Chi non è bravo passa facilmente, chi lo è ha lo stimolo di approfondire il più possibile le sue conoscenze.

Non ti sono chiare due cose:
1) se abbassi troppo gli standard richiesti (la soglia della sufficienza), le competenze diventano insufficienti per quanto viene dopo. E si continua ad abbassare il livello.
L'analfabetismo funzionale italiano, certificato dai test internazionali, lo dimostra.
2) passare / non passare è uno stimolo fondamentale.

Semplicemente certi esami devono certificare il raggiungimento di un livello sufficiente.
Nessuno obbliga a misurarvisi.

Come vedi un laureato in matematica che non sappia eseguire le divisioni?
Io lo vedo male, ma secondo la tua logica - portata all'estremo - ci sta: si promuovono tutti, e se proprio uno le vuole imparare per gloria personale, allora lo farà volontariamente.

Che facoltà di matematica pensi che risulterebbe? Una facoltà valida, o una schifezza?
Una facoltà dove chi vuole studiare matematica può farlo in modo proficuo, od una facoltà da cui chi vuole studiare matematica cercherà di scappare a gambe levate?

Oggi, spiace dirlo, ma abbiamo:
-giornalisti laureati che non sanno parlare in italiano
-persone con licenza superiore che hanno capacità cognitive inadeguate agli studi universitari (lo dice Ricolfi, non io)
-persone con licenza superiore / media con lacune linguistiche e logico/matematiche imbarazzanti nel XXI secolo

Il problema è proprio l'asticella troppo bassa.

Insomma è il ragionamento che fai alla base che non torna, tutto il resto ne consegue.

Questo mio ragionamento è una semplice descrizione di quanto succede: si abbassa l'asticella per bocciare di meno.
Le opinioni non sono incluse in questa semplice descrizione della realtà.

Come dicevamo poco tempo fa: manca la capacità di comprendere anche dove finiscano i fatti e dove cominicino le opinioni, oltre alla capacità di mettere assieme le cose da un punto di vista logico.
 
Non ho detto che debba essere così. Ho detto che stanno facendo così: abbassano l'asticella per avere meno bocciati.

Cogli la differenza? :)



Non ti sono chiare due cose:
1) se abbassi troppo gli standard richiesti (la soglia della sufficienza), le competenze diventano insufficienti per quanto viene dopo. E si continua ad abbassare il livello.
L'analfabetismo funzionale italiano, certificato dai test internazionali, lo dimostra.
2) passare / non passare è uno stimolo fondamentale.

Semplicemente certi esami devono certificare il raggiungimento di un livello sufficiente.
Nessuno obbliga a misurarvisi.

Come vedi un laureato in matematica che non sappia eseguire le divisioni?
Io lo vedo male, ma secondo la tua logica - portata all'estremo - ci sta: si promuovono tutti, e se proprio uno le vuole imparare per gloria personale, allora lo farà volontariamente.

Che facoltà di matematica pensi che risulterebbe? Una facoltà valida, o una schifezza?
Una facoltà dove chi vuole studiare matematica può farlo in modo proficuo, od una facoltà da cui chi vuole studiare matematica cercherà di scappare a gambe levate?

Oggi, spiace dirlo, ma abbiamo:
-giornalisti laureati che non sanno parlare in italiano
-persone con licenza superiore che hanno capacità cognitive inadeguate agli studi universitari (lo dice Ricolfi, non io)
-persone con licenza superiore / media con lacune linguistiche e logico/matematiche imbarazzanti nel XXI secolo

Il problema è proprio l'asticella troppo bassa.



Questo mio ragionamento è una semplice descrizione di quanto succede: si abbassa l'asticella per bocciare di meno.
Le opinioni non sono incluse in questa semplice descrizione della realtà.

Come dicevamo poco tempo fa: manca la capacità di comprendere anche dove finiscano i fatti e dove cominicino le opinioni, oltre alla capacità di mettere assieme le cose da un punto di vista logico.

Quindi appurato che puoi avere corsi facili da passare ma che richiedono molto ai più bravi formandoli in modo competente, l'unico tuo punto rimasto è che non vuoi dare il "certificato" a chiunque. Debole come argomentazione non ti sembra?

Considera che così facendo non formi gente poco qualificata, lo sarebbero lo stesso, semplicemente li lasci vivere la loro vita e trovare altri ambiti di competenze invece di marcire nell'inutilità sociale.

E poi cosa ci fai con un diploma di liceo scientifico? Niente. Non è che stai dando la patente ad uno che non sa guidare.
 
Ultima modifica:
I miei punti rimasti sono, invece, due:

1) distruggi la formazione di quelli capaci.
2) si stanno creando legioni di analfabeti funzionali. E non è una buona cosa. Allora potevamo lasciare anche tutti analfabeti, a viversi le loro vite.

NON puoi avere corsi facili da passare e buona preparazione, in modo sistematico.

Ribadisco: la facoltà di matematica dove si passa senza sapere fare le divisioni, come la collochiamo? Come incide su chi realmente conosce / vuole conoscere la materia?
 
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