L'obbligo in Giappone e India
Il virus viaggia sulle gambe delle persone, ripetevano ossessivamente i virologi di tutto il mondo nei mesi più bui della pandemia segnati dai lockdown. E ora, sospesi i test di massa e liberalizzati gli spostamenti dei cinesi, le conseguenze appaiono
preoccupanti. Ieri, mezzora dopo l'annuncio della riapertura ai viaggi da parte della National Health Commission, i dati della piattaforma di viaggi Ctrip hanno mostrato che le ricerche di destinazioni oltre frontiera erano aumentate di 10 volte: tra le più gettonate
Macao, Hong Kong, Giappone, Thailandia e
Corea del Sud. I dati di un'altra piattaforma, Qunar, hanno mostrato che 15 minuti dopo la notizia, le ricerche di voli internazionali sono aumentate di sette volte. Proprio il Giappone ha annunciato oggi una strategia di difesa. Per decisione del premier
Fumio Kishida, a partire da venerdì i viaggiatori provenienti dalla Cina saranno obbligati a fare un tampone e i positivi dovranno sottoporsi ad una quarantena di 7 giorni. Tokyo sta anche valutando limitazioni al numero dei voli provenienti dalla Cina, da Hong Kong e Macao. L'India, da parte sua, aveva già deciso che chi arriva dalla Cina, oltre che da altri Paesi, deve mostrare un test negativo.
Gli Usa valutano una stretta per i viaggiatori dalla Cina
Anche gli Stati Uniti valutano una stretta per i viaggiatori dalla Cina. Secondo indiscrezioni riportate dall'agenzia Bloomberg, gli Usa potrebbero imporre misure simili a quelle decise dal Giappone e dalla Malesia. Si pensa alla richiesta di un test negativo o a misure di tracciamento e sorveglianza. A preoccupare Washington non è solo il rialzo dei casi ma anche la scarsa trasparenza di Pechino sui dati dei contagi.
L'Ue: "Se necessario riattiviamo le restrizioni"
L'Unione europea, invece, non ha preso alcuna misura. Anche se, ha avvertito un portavoce della
Commissione, "è stato mantenuto un freno di emergenza che potrebbe essere attivato, se necessario, per reintrodurre le restrizioni". In Italia è sceso in campo
Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, per chiedere una "barriera" perché "quello che rischiamo oggi è molto peggio di quanto accadde con Wuhan". Per Bassetti, "servono controlli su tutti i voli dalla Cina, restrizioni ai viaggi, tampone molecolare ai passeggeri nelle 24 ore precedenti la partenza o quarantena all'arrivo con test molecolare per uscirne, altrimenti chi arriva non deve circolare", misure che andrebbero prese per almeno sei mesi in tutta Europa. I
dati evocati da Bassetti sono i peggiori di tutti: "Email criptate che arrivano da fonti cinesi riportano numeri da far paura, come 325 milioni di cinesi contagiati in 20 giorni, circa 10.000 morti al giorno e almeno 29 varianti di Omicron, alcune delle quali rientrano in quelle che evadono il vaccino in tutto".