La via cosciente al culto dell’assurdo — «Endecasillabi che dritti e liberi»

  • Ecco la 66° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    I principali indici azionari hanno vissuto una settimana turbolenta, caratterizzata dalla riunione della Fed, dai dati macro importanti e dagli utili societari di alcune big tech Usa. Mercoledì scorso la Fed ha confermato i tassi di interesse e ha sostanzialmente escluso un aumento. Tuttavia, Powell e colleghi potrebbero lasciare il costo del denaro su livelli restrittivi in mancanza di progressi sul fronte dei prezzi. Inoltre, i dati di oggi sul mercato del lavoro Usa hanno mostrato dei segnali di raffreddamento. Per continuare a leggere visita il link

Gutierrez

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È questa trama intrecciata in parole
l'omaggio al cielo che fradicie suole
discese verso i recessi più umani
porgono in chiaro a chi cerca il domani;

non c'è condanna, nemmeno si esalta,
attende il sole che asciuga la palta
in cui sprofonda la folle cometa
che mangia i sassi vestita di seta:

viaggio ennesimo dell'angelo osceno
senza più un dio che lo tenga a freno
mentre bestemmia i disegni malati
degli impostori architetti di fati,

cercando il simbolo che al giusto chiama
pur di parole se è solo una trama.
 
E. c. d. e l.

Endecasillabi che dritti e liberi
cercan nei giorni un recondito senso
dopo che sempre li osservo, li penso
vedendone l'oro, gli angoli miseri.

Fatti lo zaino, la tenda ed i viveri
scelgo il sentiero rivolto all'immenso
senza temer che per l'umile censo
dai lacci impropri il parlar non si liberi.

Fantasie minime già di un bambino
che sentì avido il male nel mondo
ove l'abbraccio pareva un tranello

e restio a accettar col capo chino
tutto lo sporco, prezioso l'immondo,
che innalza quelli insensibili a quello.

Così umano il fardello!
nel vasto spazio, ammirabile sfrido
che a volte esalto e a volte anche irrido.
 
La via

Volto all'assurdo è un culto cosciente
che vale prova essenziale del mondo
nell'attimo esteso di cui mi inondo
a presagir del futuro il presente;

itinerante il sentiero veemente
col replicare l'essenza di fondo
vaga tra i giorni di un tempo facondo
che narra viva ogni ora ancora assente.

Nell'aperto cammino, mai interrotto,
dei gravi sauri la forte radice
si disseccò in un misterico indotto:

fu la sciagura o un'ora felice?
Accolgo il dubbio e ne pago lo scotto
perso tra il Vago e la fiera Nutrice.
 
Guido, io vorrei

Guido, io vorrei che limpido il pensiero
tra noi scendesse coi ritmi del cuore
e insieme a Lapo sul lieto veliero
giungessimo a Baia in pieno calore,

in un'estate in cui pace davvero
s'unisse al gioco d'amici e d'amore,
cercando Batilla, il fiore sincero
che là cingemmo del debito onore.

Torma l'immagine ancora più viva
a ricordarci che giovani siamo
in questi giorni da Baia lontani;

Batilla, inerme, la chioma ravviva
sciogliendo il nodo che tutti sentiamo
nell'inseguirla, eterea tra le mani.

Ci fa dolce il domani
benché al trepido giorno ci appaia
vaga, Batilla, nel sole di Baia.
 
Il pensabile e oltre

Precario è il parlar del sogno Zero
con la certezza ch’è comunque vana
l’idea astuta, persino marrana,
d’un sogno in cui l’Universo c’è intero;

inganno miserabile davvero
fingere comprensione sovrumana
all’impossibile, suono a campana
dell’appestato che segna il sentiero.

Son solo schegge gli spasmi del vivere
in superiore sintonia col mondo
dove la pace, pensarla, par stridere,

ma che rimane del gran girotondo
se un sogno almeno non fosse a incidere
le tese anime tra il cielo e il fondo.
 
Il poetografo a biomasse (o Pab)

Prima che l'IA regina fosse in arte
il poetografo inventai a biomasse
e in notti in cui osservai la scienza, in parte
mi sembrò come se essa anche ci odiasse:

giocò per l’atomo tutte le carte
e non chiedemmo mai che rallentasse;
poi l'IA, la corsa ai cieli ora riparte
e s’impinguan le ambizioni e le casse.

Solo, con il mio Pab resisto impavido
all’incombere di un vario futuro
che di ogni possibilità è gravido;

lo attivo di nascosto, il Pab: carburo
compresso incendia marciume, ossi e madido
vedo la pagina aprirsi all’oscuro.

A volte tace e duro
ciò che sa non lo vuole pronunciare,
ma quando scrive, ha confini aria e mare.
 
Labirinti del caso

Spontanei intreccia giri il carosello
dei bianchi cavalli interni al disegno,
vorrei fermarli, pagandone il pegno,
ma zitti van, se il chieder rinnovello.

Inutile insistere: quel tornello
non si apre con la forza o con l’ingegno,
appare sugli spalti un fregio, un segno,
se non li afferri non hai altro appello.

Solo applaudire puoi le giravolte
che là si fanno, frequenti gli scontri,
poi tutto va e riprende come prima;

lo sguardo affamato cerca gli incontri
mentre il dolore, piano, si sublima
pur se si scontano colpe irrisolte.
 
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