L'Arca di Noè........parole, musica!

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Schopenhauer e Atma,il cane «trasparente»

La straordinaria storia di amore «filosofico» tra il grande intellettuale e il suo barboncino
Era un uomo molto abitudinario. Cenava sempre alla stessa ora, nello stesso posto e mangiando preferibilmente le stesse cose. Poi una passeggiata lungo il fiume Meno con Atma (che in sanscrito significa «anima del mondo»).
La leggenda vuole che quando il barboncino lo irritava, usasse insultarlo con la parola mensh, che in tedesco significa nient’altro che «umano». Sua questa frase sull’amore:

«Chi non ha mai posseduto un cane non sa che cosa significa essere amato... Se non ci fossero i cani io non vorrei vivere.”

Una volta disse: “Ciò che mi rende così piacevole la compagnia del mio cane - e qui lo accarezzò e lo guardò amichevolmente negli occhi - è la trasparenza della sua natura. Il mio cane è trasparente come un vetro"».


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Attori, cantanti, politici… queste meravigliose somiglianze tra animali e persona si riscontrano in tutti i campi.
In realtà esiste un detto che recita: “ognuno ha 7 sosia nel mondo“; ma chi mai si immaginerebbe che uno
di questi potesse essere un animale a quattro zampe?

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Primo fra tutti Harrison Ford.

Un altro attore famoso, continuando a parlare di cinema, è Peter Dinklage, uno dei personaggi più amati di Game of Thrones.

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Un altro attore che ha un sosia animale è John Travolta.

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Anche Vladimir Putin ha delle assomiglianze...

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Adam Driver è assolutamente identico a questo gatto!

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"Mi piaci tanto, Midori."
"Tanto quanto?"
"Tanto quanto un orso in primavera."
"Un orso in primavera?" chiese lei sollevando di nuovo la testa "Come sarebbe un orso in primavera?".
"Un orso in primavera.. allora, tu stai passeggiando da sola per i campi quando ad un tratto vedi arrivare nella tua direzione un orso adorabile dalla pelliccia vellutata e dagli occhi simpatici, che ti fa: 'senta signorina, non le andrebbe di rotolarsi un po' con me sull'erba?'. Tu e l'orsetto vi abbracciate e giocate a rotolare giù lungo il pendio tutto ricoperto di trifogli per ore e ore. Carino, no?"
"Carinissimo"
"Ecco, tu mi piaci tanto così."

Norwegian Wood Tokyo Blues - Haruki Murakami


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Mimì è una civetta – La Bohème
Giacomo Puccini


Rodolfo
Mimì è una civetta
che frascheggia con tutti.
Un moscardino di Viscontino
le fa l’occhio di triglia.
Ella sgonnella e scopre la caviglia
con un far promettente e lusinghier.

Marcello
Lo devo dir?
Non mi sembri sincer.

Rodolfo
Ebbene no, non lo son.
Invan, invan nascondo
la mia vera tortura.
Amo Mimì
sovra ogni cosa al mondo, io l’amo,
ma ho paura, ma ho paura!


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Alexandre Dumas, scrittore ed autore di romanzi come Il Conte di Montecristo e della trilogia de I tre moschettieri, aveva un amore particolare per i gatti, e nello specifico dei tre felini Mysouff I, Mysouff II e Le Docteur.

Proprio tra Alexandre Dumas e il suo gatto Mysouff I c’era un rapporto speciale.
Lo scrittore, che viveva a Parigi per affari e lavoro, si muoveva da casa verso Rue de Vaugirard ogni mattina
E ogni mattina, Mysouff I lo accompagnava fino alla sua destinazione, rientrando poi tranquillamente a casa. Giunta la sera, e così l’ora di rientrare, Dumas trovava il gatto ad aspettarlo nel medesimo punto dove lo aveva lasciato al mattino.
Mysouff I sembrava sapere con precisione svizzera quando Dumas non sarebbe rientrato all’usuale orario… e esattamente in quelle sere non si presentava per condurlo verso casa. Come facesse a saperlo è un mistero, perché molto spesso si trattava di imprevisti e perciò circostanze non pianificate da Dumas stesso!

Non è in effetti così strano che i gatti percepiscano il ritorno del loro umano; tuttavia, accade principalmente in occasioni in cui il formidabile udito felino viene loro in auto permettendo loro di percepire il familiare passo in notevole anticipo. Ma come fanno, invece, a presagire in assenza di stimoli sensoriali il ritorno a casa?


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L’Ottocento vede emergere l’interesse per i ritratti di gatti soprattutto tra i pittori olandesi così come l'attenzione
per il loro comportamento. La sensualità del felino sarà invece al centro della pittura degli impressionisti come
Renoir e Manet, ad esempio nell’opera Olympia dove una prostituta è raffigurata accanto al gatto.

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Nel '900
Nel Novecento rinasce l’attenzione dell’arte verso il mondo felino. Gli espressionisti come F. Marc esasperano
e stilizzano alcuni aspetti del comportamento dei gatti mentre in opere di P. Picasso vengono messe in luce le doti
da predatore.
Pittori surrealisti come l’inglese Leonora Carrington sono attratti dal fascino mistico del gatto.
Marc Chagall combina invece l’arte popolare russa con le influenze di Parigi dando una interpretazione più personale.
Il gatto più famoso dell’arte contemporanea è il bianco protagonista di Mr and Mrs Clark and Percy, opera molto amata
dal pittore britannico David Hockney
.


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Le persone non credono più alla loro buona stella, ed è un peccato. Si sbagliano, non c’è dubbio:
lei c’è per tutti, bisogna solo prendersi la briga di cercarla. A volte brilla dentro alle piccole cose,
cose minuscole. In una presenza, per esempio. Al mondo siamo in sette miliardi, eppure, per
una sorta di miracolo, basta una voce, un cuore, un certo modo di vedere le cose per illuminare tutto di colpo.
(...)È come se il pittore ti dicesse: Presto, presto, guarda i colori che ci regala il cielo. Presto, presto,
cogli la bellezza e portala nel tuo cuore. Presto, presto, ama questo giorno che finirà. Presto, presto,
prima che la gazza voli via.”"


La felicità delle piccole cose di Eleonora Mammana


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“Ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a
dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie:
gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliain... e i quaquaraquà...
Pochissimi gli uomini;
i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini...
E invece no, scende ancora più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi,
scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi... E ancora più giù: i pigliain..., che vanno diventando
un esercito... E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché
la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre.”


LEONARDO SCIASCIA

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“Vorrei incontrare qualcuno che mi potesse dire: questo succede anche a me, ci sono dei momenti
in cui io fuggo da me stessa, io vivo in una pianta dove mi sento erba, uccello, cima di un albero,
nuvole, acqua corrente, orizzonte, colore, forma e sensazioni che cambiano continuamente, ore in
cui io dormo sotto le foglie o volo con le allodole o striscio con le lucertole o brillo con le stelle o
con le lucciole che ho finalmente visto in tutto ciò che è come un ampliamento del mio essere. ”

George Sand


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Con le pantere striscio
nelle tane la notte.
È tanta la mia pena nel dolore
crepuscolare… seppure le stelle
mi scendano a dormire nella mano.
Del loro lume tu ti meravigli –
ma la pena
della mia solitudine t’è ignota.
Le belve per le strade
hanno pietà di me; quell’ululare
suona infine amoroso.

Else Lasker-Schüler


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"Tiepide lenzuola umide, pori aperti,
respirazioni epilettiche
mi hanno fatto scendere le scale dell’inferno
mi bruciavano le mani, il mio ventre era dorato.

E nel fuoco della stanza tra le ombre
ho suonato i tuoi silenzi
e al cadere delle spalle come chi è colpito da un fulmine
ti ho amato per ore senza tregua.

La tua lingua-brace, le tue dita-polipi
hanno trovato il fondo nella schiuma calda
del mio mare traforato.
Si decretò la marea – fuga dalla battaglia!
e il crepuscolo si presentò
come un fantasma che gioca con le luci
e si imbroglia nei colori.

Più tardi, con un salto di cervo ferito,
sonnolenta, anestetizzata, violacea,
ti ho invitato a prendere il toro del peccato per le corna
abbiamo aperto la porta,
ed è entrata come un aroma di valeriana
la notte fresca."

(di Lucía Rivadeneyra, n. 1957 Mexico)



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(di Catrin Welz-Stein)


 


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Femmene? Tutte pèsseme!
Femmene? Tutte nfame!
E chesta nun è chiacchiera,
ma è pura verità.
E ’a quanto tiempo ll’ uommene
stanno dicenno chesto?
E ’a quanta, a quanta sècule
nun ponno maie lassà
sti femmene?...
(Sti femmene
ca ’e fanno disperà!)


Femmene? Cchiù terribbele
d’ ’e gatte traritore!
Vedite, a chi ll’ allisceno,
che scippe sanno fa!
Embè, quanto cchiù ’e scìppeno,
quanto cchiù ’e fanno male,
cchiù chille se nce azzeccano,
cchiù nun ponno addumà
sti gatte... - (o sia,
sti femmene

ca ’e fanno disperà!)....

Salvatore Di Giacomo. Canzone e Ariette nove.


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„Mi piace l'estate, quando le ragazze vanno per la strada in sottoveste, quando le bruttine
diventano carine e le carine diventano belle, i ministri e i sottosegretari sono abbronzati,
le annunciatrici e gli annunciatori in televisione hanno cambiato faccia, sappiamo tutto
sulle balene e sugli amori degli elefanti, i topi attraversano le strade, rivediamo Walter
Chiari, Tognazzi e Vianello, i semafori segnano giallo, Bruno Martino canta: «E la
chiamano estate, / questa estate, senza te…"

Dino Risi


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Le parole gentili che mi dicevi, io le ho collezionate.
Trafitte dagli spilloni della memoria, le ho fissate alle pareti del mio cuore,
come splendide farfalle. Mi turbava la loro preziosità

Mariù Safier. 324 giorni d'amore.


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bella OK!, pensa che tanti anni fa avevo la Monarch per avatar :)
Ciao MB ;)




"Nascere a primavera, morire con le rose,
sulle ali di uno zefiro nuotare nella luce,
cullarsi in grembo ai fiori appena schiusi,
in una brezza pura di profumi e d'azzurro,
scuotere, ancora giovane, la polvere alle ali,
volare come un soffio verso la volta infinita:
ecco della farfalla il destino incantato!
Somiglia al desiderio che non si posa mai,
che mai si sazia
, ogni cosa sfiorando
per poi tornare al cielo, in cerca di piacere.

(Alphonse De Lamartine)
 




"Sono pieno di speranze
Svuoto ceste di frutta
Colme di dolci arance
Del colore della vita
Grandi saporite
Le consegno a te
Le accetti con gioia
Il tuo sorriso mi colpisce
Come una lama tagliente

In cambio del tuo pane
Con dolcezza lievita
Si cuoce nel forno dell'odio
Croccante
Insipido
Il nostro amore
Tra gli ortaggi del mercato
Le mie cure tra le erbe
Lecco le tue ferite avvelenate
Impregnate dall'amaro gusto d'arancia
Trovami fra il lievito del mio sogno
Sconvolgi il tuo pane insipido
Unisci a noi il sale
Diventa parte del mio nettare
O mia ape regina
."

(di Mirko Finco)


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Allora un omaggio al tuo "vecchio avatar", Diago:)


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Nascere a primavera, morire con le rose,
sulle ali di uno zefiro nuotare nella luce,
cullarsi in grembo ai fiori appena schiusi,
in una brezza pura di profumi e d'azzurro,
scuotere, ancora giovane, la polvere alle ali,
volare come un soffio verso la volta infinita:
ecco della farfalla il destino incantato!
Somiglia al desiderio che non si posa mai,
che mai si sazia, ogni cosa sfiorando
per poi tornare al cielo,in cerca di piacere.

Alphonse De Lamartine


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Grazie :). Bonjour M.A. Flamboyant





"La carezza serica
dei tuoi occhi
sfiora la mia pelle
e si posa altrove.
Come una farfalla
di fiore in fiore
ti cibi del nettare della vita.

Distrattamente.
Vorrei prenderti.
Afferrare le tue ali.
Ma temo
nel delirio di passione
di polverizzarle tra le mie dita."

(Saffo)


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Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie
Dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo
Dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore
Dalle ossessioni delle tue manie
Supererò le correnti gravitazionali
Lo spazio e la luce per non farti invecchiare
E guarirai da tutte le malattie
Perché sei un essere speciale
Ed io, avrò cura di te
Vagavo per i campi del Tennessee
Come vi ero arrivato, chissà
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
Attraversano il mare
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza
Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza
I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi
La bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono
Supererò le correnti gravitazionali
Lo spazio e la luce per non farti invecchiare
Ti salverò da ogni malinconia
Perché sei un essere speciale
Ed io avrò cura di te
Io sì, che avrò cura di te

 



Amai teneramente dei dolcissimi amanti
senza che essi sapessero mai nulla.
E su questi intessei tele di ragno
e fui preda della mia stessa materia.

Alda Merin
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