Immigrazione, arriva il nuovo decreto-flussi
Il primo criterio “va incontro” alla richiesta di lavoro che arriva dal settore dell’agricoltura. Del turismo e del manifatturiero. Settori per il quali è già stata fatta una sanatoria fallimentare. “Vogliamo vedere molto bene il testo”. Mette le mani avanti Nicola Molteni, sottosegretario leghista all’Interno. «Abbiamo tre milioni di cittadini che percepiscono il reddito di cittadinanza. Che ci costa nove miliardi solo quest’ anno. Prima di far entrare nuovi immigrati vogliamo vedere funzionare le politiche sul lavoro. Perché è lì che dobbiamo cercare la manodopera che manca».
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Verranno triplicato gli ingressi: da 30.850 a 80mila
In vista delle assunzioni e dei fondi stanziati dal Pnrr, secondo quanto anticipa il Messaggero, il nuovo decreto allarga le possibilità occupazionali. Legate alle quote di ingresso da dedicare ai cittadini stranieri. A immigrati comunitari ed extracomunitari. Si passerà, quindi, dai 30.850 previsti nello scorso anno a circa 80.000. Un numero quasi triplicato che aprirà le porte del lavoro in Italia a chi ne farà richiesta.
Annullato il tetto di ingressi previsto da Salvini
Il nuovo decreto- flussi, infatti, permette l’ingresso regolare si cittadini stranieri per motivi di lavoro subordinato. Lavoro autonomo. E lavoro stagionale a cui segue richiesta di permesso di soggiorno. L’ampliamento delle cifre è stato possibile annullando di fatto Decreti sicurezza varati con Salvini al Viminale. Che prevedevano un Documento programmatico triennale. E imponevano un tetto, eliminato dalla ministra Lamorgese.