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Articoli tratti da Panorama in edicola 11 marzo 2004 pp.121-128
Risparmiatori alla riscossa
1 Poteri forti
Da una parte i bond argentini e i crac finanziari Cirio e Parmalat che hanno rovinato centinaia di migliaia di famiglie. Dall' altra parte le istituzioni, dalla Consob alla Banca di Italia, che avrebbero dovuto tutelare il risparmio e non l' hanno fatto. In mezzo, un vuoto che lascia spazio a una nuova forza: i risparmiatori. Una lobby in rapida ascesa, almeno come peso politico: i suoi rappresentanti trattano sui rimborsi dei bond con gli istituti di credito e vengono ricevuti dal governo e dalla Banca di Italia. Qualcuno pensa addirittura di presentarsi alle lezioni. E il mondo della politica subito corre ai ripari per corteggiare questa enorme massa di elettori. Nell' ultima settimana An e i Ds hanno organizzato due convegni sulla tutela dei risparmiatori, la Margherita si è affrettata a presentare un nuovo disegno di legge per introdurre in Italia le "class action", azioni collettive per la tutela dei cittadini sul modello americano. E da mesi non c' è leader politico che non abbia imbbracciato la banderia del risparmio. Intanto a raccogliere i primi frutti sono le associazioni che offrono un aiuto a chi ha perso i quattrini. Una pattuglia di organizzazioni nate soprattutto per tutelare i consumatori ma che hanno poi dedicato una crescente attenzione al tema del denaro e dei risparmi. Altroconsumo, che è la più grande (277 mila iscritti), ha un settimanale dedicato alla tutela dei risparmiatori, Soldi sette, e un sito internet (
http://www.soldi.it) specializzato in consigli agli investitori. Un' altra associazione, l' Adusbef, si occupa esclusivamente della tutela degli utenti di banche, assicurazioni e società finanziarie. Tutte insieme le 14 associazioni riconosciute dal Cncu (Consiglio nazionale consumatori utenti, fa capo al ministero delle Attività produttive), contano poco più di 800 mila iscritti: l' 1,4 % della popolazione italiana. Ma il loro peso politico oggi è indubbiamente superiore. Così il leader di una di queste associazioni, il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, pensa ad una lista per le elezioni europee. Il suo faro è Ralph Nader, guru dei consumatori americani, dove ci sono 258 organizzazioni con 50 milioni di aderenti (ben il 17 % dei cittadini americani). Ma quanto pesa politicamente il movimento dei consumatori-risparmiatori? Il caso americano è illuminante: Nader (che anche quest' anno potrebbe rivelarsi decisivo per le elezioni presidenziali Usa) si presentò nel 200 con i Verdi ottenedo il 3%, voti decisivi per far perdere Al Gore alle elezioni, a favore di George W. Bush. <<In generale i consumatori hanno una grande potenzialità elettorale>> sostiene Renato Mannheimer., che ha condotto un sondaggio per conto del Codacons. Dalla rilevazione un dato balza all' occhio: il 35% del campione prenderebbe in considerazione il voto per una lista di consumatori. Inoltre, il 60% si fida delle associazioni dei consumatori a fronte di un risicato 18% che si fida dei partiti. Commenta Mannheimer con Panorama: <<Il limite di un partito dei consumatori è che qualsiasi altra forza politica cavalca lo stesso contenuto. Per esempio, il tema degli aumenti dei prezzi è facile: anche Silvio Berlusconi dice che è colpa dell' euro>>. E se quello del Codacons fosse solo un bluff? Per presentare un nuovo partito alle europee occorrono 150 mila firme, ma secondo Rienzi <<non è un problema raccoglierle, siamo al lavoro e penso che prenderemo voti sia dal centrodestra che dal centrosinistra, sia da chi non vota. Intanto lo scopo della lista l' abbiamo già raggiunto: da quando l' abbiamo annunciata c' è stata una rincorsa dei partiti nel chiamarci per inserire il tema dei consumatori nei loro programmi e io ho avuto offerte di candidatura da forze di tutti gli schieramenti>>. Sul sito dell' associazione è comparso anche uno spazio Forza Codacons che invita i simpatizzanti ad aderire alla lista. Ma Rienzi, un avvocato romano che negli anni settanta faceva parte di Soccorso rosso (il pool di legali che tutelava i militanti dell' ultrasinistra), mette già le mani avanti: <<All' ultimo momento potremmo anche decidere di non presentarci, se ottenessimo dai politici l' approvazione di tre leggi prima delle europee>>. Quali? <<Quella sulle class action, l' obbligo di indicare sul cartellino il prezzo alla produzione o all' ingrosso e un provvedimento per la tutela del risparmio>>. E i politici come rispondono? I Ds lanciano un Manifesto di riforme per i consumatori che vuole tutelare meglio i cittadini anche dal punto di vista giuridico - dice Francesco Baldarelli, responsabile diessino dei consumatori. Approvando le class action? <<Sì, ma anche un maggiore ricordso alle camere arbitrali e ai giudici di pace>>.
Sulle class action Igniazio La Russa, coordinatore nazionale di An, frena un po': <<Il partito è abbastanza favorevole, ma da un punto di vista giuridico è un isituto estraneo alla nostra cultura, i progetti presentati finora non sono sufficienti>>. Intanto An ha promosso Dalla parte delle formiche, un comitato di partito (nefanno parte il senatore Pedrizzi e i deputati Stefano Saglias e Marco Airaghi) nato dopo l' omonimo convegno di Parma con l' obiettivo di dare sostegno alle associazioni dei consumatori serie: <<Offriamo una spoanda a livello parlamentare indipendentemente dal loro orientamento politico, non abbiamo voluto fare l' ennesima associazione vicina al centrodestra nè vogliamo fare loro concorrenza>> spiega La Russa. Che il centrodestra sia un po' scoperto sul fronte dei consumatori emerge dal grafico affianco [riporto sinteticamente: centrosinistra= Adoc 35mila Adusbef37mila Confconsumatori29mila, Federconsumatori50mila, Mov.to Consumatori30mila; centro/indipendenti= Acu106mila, Adiconsum78mila, Altroconsumo277mila, Cittedinanzaattiva36mila, Codacons30mila, Legaconsumatori37mila, Mov.todifesadelcittadino32mila, Unionenaz.consumatori35mila, Usicons33mila; centrodestra= nessuno]. E anche per il centrosinistra, se Rienzi dovesse presentarsi alle elezioni, ci sarebbero molti imbarazzi. Specie nell' Intesa consumatori, di cui il Codacons fa parte insieme all' Adusbef, presieduta da Elio Lannutti (che anni fa si presentò con Antonio Di Pietro, salvo poi pentirsi), all' Adoc, l' associazione promossa dalla Uil, e alla Federconsumatori, di emanazione della Cgil. L' Intesa, che hanominato presidente ad honorem Francesco Cossiga, nei primi due mesi del 2004 ha incontrato il Ministro Giulio Tremonti, il direttore generale di Bankitalia Vincenzo Desario, ora vuole chiedere al Presidente della Camersa Pie Ferdinando Casini di mettere in calendario in tempi brevi la discussione sui progetti di legge sulle class action. <<Schierarci di qua o di là è probabilmente la strada più breve verso la perdita del nostro patrimonio di fiducia: abbiamo una funzione di garanzia non di parte>>, sostiene Carlo Pileri, presidente dell' ADOC, <<perciò il movimento deve essere bipartisan>>. In attesa di trovare accordi alti con la politica, però, le associazioni litigano parecchio tra loro. Per esempio, sono in corso una decina di cause per diffamazione dell' Adusbef (perdendo in primo grado). Le accuse reciproche riguardano gli statuti ed i bilanci. E un altro tema controverso è quello dei finanziamenti pubblici: vanno solo alle associazioni riconosciute dal Cncu. In tutto nel 2003 sono stati stanziati 13 milioni di euro per 27 progetti, al primo posto l' Acu (Associazione consumatori ed utenti) che ha ottenuto il finanziamento di tre progetti per un totale di 1 milione 480 mila euro. Ma ancora non è stato erogato nulla <<e noi intanto abbiamo dovuto pagare le fideiussioni anticipate di lameno 3-4 mila euro l' anno per ogni progetto>> dice Pileri dell' Adoc. In polemica con questo meccanismo si muove l' Usicons, associazione che si occupa soprattutto di tariffe dei servizi pubblici ed è nata dall' Usi, sigla sindacale presente nel pubblico impiego, specialmente all' Istat. L' Usicons intende chiedere al Cncu il riconoscimento ma solo per avere diritto a ricevere informazioni dall' Enel o dalla Telecom e senza <<usufruire di alcun contributo, in qualsiasi maniera mascherato, da parte di organismi governativi>> si legge sul sito dell' associazione. Aspettando le class action, le associazioni dei consumatori hanno raggiunto un accrdo con Banca Intesa sulla procedura di risarcimento del bond Parmalat. Ma questo non significa la rinuncia alle cause, come spiega Mara Colla, presidente della Confconsumatori: <<Valuteremo i criteri di Banca Intesa proposti per definire i risarcimenti caso per caso. Se li riterremo sfavorevoli ai risparmiatori, interromperemo la trattativa. Intanto le cause giudiziarie già avvite nei confronti di molte banche continueranno con la nostra ssistenza>>. Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo, la maggiore delle associazioni di consumatori aggiunge: << Siamo battitori liberi e non abbiamo pregiudiziali contro le banche, ma evitiamo accordi fumosi. Per esempio, abbiamo detto no all' Abi che chiedeva di condividere la loro proposta Patti Chiari, ci è sembrata più che altro un' operazione di immagine>>. Il dialogo tra associazioni continua: per esempio con la Capitalia. <Stiamo discutendo, ma la banca vuole rimborsare solo chi ha tenuto i titoli Cirio Parmalat Giacomelli nel 2004, non chi li ha rivenduti prima, e offre tra il 50 ed il 100% con criteri ancora da precisare>> spiega Martinello. Che non condivide, inoltre, l' idea della Capitalia d' inserire nel protocollo con le associazioni la possibilità di passare dai bond ad un fondo obbligazionario dello stesso gruppo bancario.
Edmondo Rho, Paola Dezza e Franca Roiatti