ceck78
Omnis homo mendax
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Le imprese italiane prevedono ulteriori tagli di posti di lavoro nei prossimi 12 mesi.
Nonostante il livello di disoccupazione in Italia sia ai massimi storici, la nuova ricerca condotta nell’ambito del Grant Thornton International Business Report (IBR) rivela che, dato il calo della domanda e il persistere della crisi dell’eurozona, imprenditori e manager temono di dover ridurre ulteriormente personale e investimenti.
La ricerca è stata condotta nel maggio 2013 su un campione di oltre 3.200 dirigenti, amministratori delegati, presidenti e altri membri del top management di aziende quotate, così come di piccole e medie imprese di tutti i settori produttivi in 44 paesi in tutto il mondo.
Il campione italiano è costituito da 50 imprenditori e manager. La percentuale di imprese italiane che prevede di assumere nei prossimi 12 mesi si attesta a -16% (il che indica che sono di più le imprese che prevedono tagli di quante prevodono assunzioni), leggermente al di sotto della media europea (-11%).
La percentuale di imprese che cita il calo della domanda come problematica è aumentato nettamente nello scorso trimestre, salendo a 72%, contro una media del 52% negli ultimi 4 trimestri e una media in Europa meridionale del 60%.
La maggioranza delle imprese prevede ora anche un calo degli investimenti in impianti e macchinari (-10%) e in nuovi fabbricati (-8%). Imprenditori e manager dunque rimangono pessimisti sulle prospettive economiche generali: la percentuale di ottimisti è pari a -20%, portando l’Italia al quartultimo posto tra i 44 paesi coinvolti nell’indagine, davanti a Spagna (-50%), Francia (-46%) e Paesi Bassi (-42%).
Nell’Eurozona infatti la percentuale di media di ottimisti si attesta a -8% con segnali positivi di ottimismo per Germania (45%), Grecia (16%, dal -2% dello scorso trimestre) e Irlanda (36%, anche se in calo dal 50% dal trimestre precedente).
A livello globale, la percentuale di ottimismo rimane invariata rispetto al trimestre precedente a 27%, con miglioramenti in Giappone (da -2% a 8%, dato per la prima volta positivo dal 2003), dove l’economia è cresciuta del 4% nei primi tre mesi dell’anno, Regno Unito (da -1% a 35%) e USA (da 31% a 55%), controbilanciati dal calo di fiducia della Cina dal 25% al 4%, complice il calo delle esportazioni nell’Eurozona. Per Giuseppe Bernoni, managing partner di Bernoni Grant Thornton, “l’Italia è ancora nell’occhio del ciclone della crisi dell’Eurozona.
L’economia è in recessione da più di un anno e mezzo e per il 2013 è prevista una contrazione dell’1,4%. Le misure di austerità, i tagli di spesa e il calo della domanda sono tutti fattori che stanno rendendo difficile la vita alle imprese, che si trovano costrette a tagliare i costi e il personale.
I giovani in primo luogo ne stanno pagando il prezzo"
Le imprese prevedono di licenziare ancora - ItaliaOggi
Nonostante il livello di disoccupazione in Italia sia ai massimi storici, la nuova ricerca condotta nell’ambito del Grant Thornton International Business Report (IBR) rivela che, dato il calo della domanda e il persistere della crisi dell’eurozona, imprenditori e manager temono di dover ridurre ulteriormente personale e investimenti.
La ricerca è stata condotta nel maggio 2013 su un campione di oltre 3.200 dirigenti, amministratori delegati, presidenti e altri membri del top management di aziende quotate, così come di piccole e medie imprese di tutti i settori produttivi in 44 paesi in tutto il mondo.
Il campione italiano è costituito da 50 imprenditori e manager. La percentuale di imprese italiane che prevede di assumere nei prossimi 12 mesi si attesta a -16% (il che indica che sono di più le imprese che prevedono tagli di quante prevodono assunzioni), leggermente al di sotto della media europea (-11%).
La percentuale di imprese che cita il calo della domanda come problematica è aumentato nettamente nello scorso trimestre, salendo a 72%, contro una media del 52% negli ultimi 4 trimestri e una media in Europa meridionale del 60%.
La maggioranza delle imprese prevede ora anche un calo degli investimenti in impianti e macchinari (-10%) e in nuovi fabbricati (-8%). Imprenditori e manager dunque rimangono pessimisti sulle prospettive economiche generali: la percentuale di ottimisti è pari a -20%, portando l’Italia al quartultimo posto tra i 44 paesi coinvolti nell’indagine, davanti a Spagna (-50%), Francia (-46%) e Paesi Bassi (-42%).
Nell’Eurozona infatti la percentuale di media di ottimisti si attesta a -8% con segnali positivi di ottimismo per Germania (45%), Grecia (16%, dal -2% dello scorso trimestre) e Irlanda (36%, anche se in calo dal 50% dal trimestre precedente).
A livello globale, la percentuale di ottimismo rimane invariata rispetto al trimestre precedente a 27%, con miglioramenti in Giappone (da -2% a 8%, dato per la prima volta positivo dal 2003), dove l’economia è cresciuta del 4% nei primi tre mesi dell’anno, Regno Unito (da -1% a 35%) e USA (da 31% a 55%), controbilanciati dal calo di fiducia della Cina dal 25% al 4%, complice il calo delle esportazioni nell’Eurozona. Per Giuseppe Bernoni, managing partner di Bernoni Grant Thornton, “l’Italia è ancora nell’occhio del ciclone della crisi dell’Eurozona.
L’economia è in recessione da più di un anno e mezzo e per il 2013 è prevista una contrazione dell’1,4%. Le misure di austerità, i tagli di spesa e il calo della domanda sono tutti fattori che stanno rendendo difficile la vita alle imprese, che si trovano costrette a tagliare i costi e il personale.
I giovani in primo luogo ne stanno pagando il prezzo"
Le imprese prevedono di licenziare ancora - ItaliaOggi