Le istituzioni puniscono l'imprenditore spudorato che non vuol commettere suicidio

iakko

Nuovo Utente
Registrato
19/10/02
Messaggi
41.641
Punti reazioni
1.372
Lo hanno multato il 20 dicembre, il giorno dopo il suo 53/o compleanno, allo scalo di Linate per ''aver svolto attivita' di commercio su area pubblica senza autorizzazione''. Dovrà pagare circa tremila euro che non ha, Renato, ex imprenditore che da un anno e mezzo è un senza fissa dimora adottato dai tassisti milanesi.
''Per cercare di tirare avanti vendo loro piccoli oggetti - racconta - come tagliaunghie, piccole lenti di ingrandimento, torce''. I tassisti hanno preso a cuore la sua situazione: ''E' una brava persona - dice Marco Marani, vicepresidente Unica Filt-Cgil - non fa nulla di male, non ruba. Sta semplicemente cercando di avere una seconda possibilità''. Prima di finire in mezzo ad una strada Renato era un imprenditore tessile: in quattro anni ha perso tutto ed e' morta anche sua moglie.
Oggi cerca di fare quello che gli riesce meglio, ovvero il commerciante, anche se su piccola scala: ''Guai a chi mi tocca i tassisti - dice oggi - sono la mia famiglia, altro che lobby. A casa di uno di loro ho passato anche la vigilia di Natale''.
 
MILANO - La multa, comminata il 20 dicembre, recita laconicamente che Renato Moda dovrà pagare circa tremila euro per «aver svolto attività di commercio su area pubblica senza autorizzazione» allo scalo di Linate.
Ma lui questi soldi non li ha, «magari ai vigili urbani manderò una raccomandata con ricevuta di ritorno dal Paradiso», scherza mentre mangia un pasto caldo in una mensa qualsiasi di Milano. Renato è un clochard adottato dai tassisti che lavorano all'aeroporto. Sono loro che lo hanno difeso a spada tratta davanti ai vigili urbani e sono loro che da un anno e mezzo stanno cercando di rendergli la vita meno amara comprando le piccole cose che lui vende per tirare avanti, torce, tagliaunghie, lenti d'ingrandimento. Renato era un imprenditore tessile, aveva due negozi a Milano e a Saronno (Varese). In quattro anni sono falliti, ha dovuto vendere la sua casa per appianare i debiti e poi sua moglie e morta. «Non avevo più niente - racconta oggi - e ho toccato il fondo quando un giorno avrei voluto prendere un caffè in un bar di Milano. In tasca avevo solo 50 centesimi, non mi sarebbero bastati. Allora sono andato a viale Certosa dove ci sono le macchinette e mentre prendevo il caffè ho visto a terra un caricabatterie da macchina per il telefono cellulare. L'ho raccolto e da quel momento la mia vita è cambiata».

Adottato dai tassisti

Ha venduto quell'oggetto per tre euro ad un tassista e ha cominciato a fare ciò che nella vita gli era riuscito meglio, ma stavolta su piccola scala, l'imprenditore. «I tassisti mi hanno letteralmente adottato - spiega - e da un anno e mezzo mi porto dietro un piccolissimo banchetto a Linate». Renato è un bell'uomo, è alto un metro e 80, ha 53 anni compiuti il giorno prima che gli arrivasse la multa e gli occhi azzurri. È sempre in ordine e per cinque giorni a settimana vive in strada, tirando avanti in qualche bar aperto fino a tardi per ripararsi dal freddo: «Poi, il sabato e la domenica, se ho abbastanza soldi, me ne vado in un albergo che costa 40 euro a notte». Sono stati i tassisti a voler divulgare la sua storia: «Renato sta cercando di rifarsi una vita senza rubare - dice Marco Marani, vicepresidente Unica Filt-Cgil - è una persona per bene con la quale è piacevole chiacchierare e non è mai invadente». Gli fa eco il presidente di Unica Filt-Cgil, Giovanni Maggiolo: «Mi complimento con la polizia locale che ha portato a termine questa 'brillantè operazione. Mi aspetto che i vigili abbiano la stessa solerzia con gli abusivi che truffano i viaggiatori in arrivo allo scalo milanese». Per Renato c'è stato anche un regalo di Natale da parte dei tassisti, una giacca di montone che oggi indossa fiero. Ma soprattutto la cena della vigilia di Natale a casa di un tassista, «e poi, come ogni anno da sempre, la messa a mezzanotte a cui non manco mai».
 
se appliccassero la medesima multa a tutte le pregiate risorse importate pernso che riduremmo di un bel pò il debito pubblico.

questo pagherà perchè è italiano ed è facilmente identificabile
 
non c'è nulla da commentare
semplicemente sono malati gente da poco
senza rispetto per le difficoltà del prossimo
e la dignità umana.
è pieno di palazzi abbandonati ci vorrebbe davvero poco
a dare un tetto a queste persone e restituirgli dignità umana
 
Indietro