Lettera di un promotore finanziario

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Voltaire

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Ad Aduc-Investire Informati è pervenuta una lettera da parte di un promotore finanziario.


Sono un Promotore Finanziario e leggo periodicamente la vostra corrispondenza per cercare di capire il mondo nel quale lavoro, dal punto di vista delle persone che hanno avuto esperienze negative con gli operatori finanziari (sotto qualsiasi veste essi operino).

Condivido l'opinione diffusa che molti (grandi o piccoli -nel senso del ruolo svolto sul mercato) abbiano la coscienza sporca e molto da farsi perdonare per quanto riguarda le vicende (finanziariamente nefaste) che si sono succedute nel corso degli anni recenti; capisco anche che la complessita’ della materia sia tale da rendere difficile un approccio senza chiedere consiglio a chi (si presuppone) ne possa sapere di piu’ (cosa che, purtroppo, non accade cosi’ spesso come sarebbe auspicabile). C'è pero’ un aspetto sul quale si e’ detto sempre troppo poco (ed in questo il sistema organizzato dell'informazione ha le sue colpe), forse per cavalcare la tigre del consenso popolare (cosi’ come era facile alla fine degli anni '90, magnificare l'andamento dei mercati finanziari, oggi si spara ad alzo zero sugli operatori, facendo di tutte le erbe un fascio).

La mia premessa dovrebbe dare il senso di come non intenda autoassolvere me stesso e la categoria alla quale appartengo, da ogni colpa o responsabilita’, pertanto mi auguro che cio’ che vado a dire venga letto con attenzione prima che ciascuno si possa sentire offeso.

Opero da tanti anni nel settore e ne ho viste di tutti i colori, sia in banca (dove ho lavorato per molto tempo) che nel mondo delle reti e devo dire che, se genericamente sono riuscito sempre ad intrattenere buoni rapporti con la clientela, spesso ho dovuto confrontarmi con persone purtroppo abituate a considerare il rendimento finanziario (specialmente a due cifre) come qualcosa di dovuto e irrinunciabile, passando da atteggiamenti di insoddisfazione a minaccia di disinvestimento (tanto c'e' sempre chi accontenta certe pretese -almeno sulla carta). Non sto certamente parlando di quelle persone (e ce ne sono tante) oneste, lavoratrici, che volevano solo mantenere i loro risparmi per una serena vecchiaia o per aiutare i figli, e che, quindi, di rischi non ne volevano correre ed ora si trovano con un pugno di mosche in mano (e che il mercato, e se necessario, la magistratura, facciano il loro dovere), ma di tutte le altre (e non sono poche) che ora si annidano tra i vostri piu’ assidui sostenitori ma che (per scelta piu’ o meno consapevole) non fanno parte della prima categoria. Non voglio dilungarmi troppo sull'argomento: che ognuno si guardi dentro e dica, almeno a se stesso, se gli errori nei quali e’ stato indotto, siano solo frutto di disonesta’ altrui.

Vorrei concludere con alcune semplici osservazioni:
1) il denaro nasce dal lavoro e si conserva con l'investimento del risparmio;
2) per investire bisogna, prima di tutto, considerare la propria posizione finanziaria (capacita’ di reddito e risparmi), analizzare i propri bisogni attuali e futuri (almeno cercare di prevedere) e sulla base di questi vedere che cosa offre il mercato, a quali costi e con quali rischi. In questa fase rivolgersi a piu’ interlocutori, accogliere i consigli, prendersi una pausa di riflessione e poi affidarsi ad uno solo di questi (mettere in concorrenza piu’ operatori e’ un errore perchè, prima o poi, chi lavora peggio potrebbe essere indotto a "commettere errori");
3) essere parte attiva del rapporto intrapreso, non stancarsi di chiedere e di pretendere spiegazioni;
4) non correre dietro alle mode e non indurre o chiedere modifiche se non e’ mutato sostanzialmente il nostro progetto iniziale;
5) se non si e’ soddisfatti, cambiare
Credo sia probabile che se si e’ partiti con il piede giusto (punto 2), e si e’ gestito il rapporto correttamente (punti 3 e 4) sia difficile arrivare al punto 5.

Spero di aver dato il mio contributo.
 
Scritto da Voltaire
Ad Aduc-Investire Informati è pervenuta una lettera da parte di un promotore finanziario.


Sono un Promotore Finanziario e leggo periodicamente la vostra corrispondenza per cercare di capire il mondo nel quale lavoro, dal punto di vista delle persone che hanno avuto esperienze negative con gli operatori finanziari (sotto qualsiasi veste essi operino).

Condivido l'opinione diffusa che molti (grandi o piccoli -nel senso del ruolo svolto sul mercato) abbiano la coscienza sporca e molto da farsi perdonare per quanto riguarda le vicende (finanziariamente nefaste) che si sono succedute nel corso degli anni recenti; capisco anche che la complessita’ della materia sia tale da rendere difficile un approccio senza chiedere consiglio a chi (si presuppone) ne possa sapere di piu’ (cosa che, purtroppo, non accade cosi’ spesso come sarebbe auspicabile). C'è pero’ un aspetto sul quale si e’ detto sempre troppo poco (ed in questo il sistema organizzato dell'informazione ha le sue colpe), forse per cavalcare la tigre del consenso popolare (cosi’ come era facile alla fine degli anni '90, magnificare l'andamento dei mercati finanziari, oggi si spara ad alzo zero sugli operatori, facendo di tutte le erbe un fascio).

La mia premessa dovrebbe dare il senso di come non intenda autoassolvere me stesso e la categoria alla quale appartengo, da ogni colpa o responsabilita’, pertanto mi auguro che cio’ che vado a dire venga letto con attenzione prima che ciascuno si possa sentire offeso.

Opero da tanti anni nel settore e ne ho viste di tutti i colori, sia in banca (dove ho lavorato per molto tempo) che nel mondo delle reti e devo dire che, se genericamente sono riuscito sempre ad intrattenere buoni rapporti con la clientela, spesso ho dovuto confrontarmi con persone purtroppo abituate a considerare il rendimento finanziario (specialmente a due cifre) come qualcosa di dovuto e irrinunciabile, passando da atteggiamenti di insoddisfazione a minaccia di disinvestimento (tanto c'e' sempre chi accontenta certe pretese -almeno sulla carta). Non sto certamente parlando di quelle persone (e ce ne sono tante) oneste, lavoratrici, che volevano solo mantenere i loro risparmi per una serena vecchiaia o per aiutare i figli, e che, quindi, di rischi non ne volevano correre ed ora si trovano con un pugno di mosche in mano (e che il mercato, e se necessario, la magistratura, facciano il loro dovere), ma di tutte le altre (e non sono poche) che ora si annidano tra i vostri piu’ assidui sostenitori ma che (per scelta piu’ o meno consapevole) non fanno parte della prima categoria. Non voglio dilungarmi troppo sull'argomento: che ognuno si guardi dentro e dica, almeno a se stesso, se gli errori nei quali e’ stato indotto, siano solo frutto di disonesta’ altrui.

Vorrei concludere con alcune semplici osservazioni:
1) il denaro nasce dal lavoro e si conserva con l'investimento del risparmio;
2) per investire bisogna, prima di tutto, considerare la propria posizione finanziaria (capacita’ di reddito e risparmi), analizzare i propri bisogni attuali e futuri (almeno cercare di prevedere) e sulla base di questi vedere che cosa offre il mercato, a quali costi e con quali rischi. In questa fase rivolgersi a piu’ interlocutori, accogliere i consigli, prendersi una pausa di riflessione e poi affidarsi ad uno solo di questi (mettere in concorrenza piu’ operatori e’ un errore perchè, prima o poi, chi lavora peggio potrebbe essere indotto a "commettere errori");
3) essere parte attiva del rapporto intrapreso, non stancarsi di chiedere e di pretendere spiegazioni;
4) non correre dietro alle mode e non indurre o chiedere modifiche se non e’ mutato sostanzialmente il nostro progetto iniziale;
5) se non si e’ soddisfatti, cambiare
Credo sia probabile che se si e’ partiti con il piede giusto (punto 2), e si e’ gestito il rapporto correttamente (punti 3 e 4) sia difficile arrivare al punto 5.

Spero di aver dato il mio contributo.


L.C.S. :)

non bisognerebbe mai essere "integralisti", questo non vale solo x il campo religioso;) :)
 
Scritto da Voltaire
Ad Aduc-Investire Informati è pervenuta una lettera da parte di un promotore finanziario.


Sono un Promotore Finanziario e leggo periodicamente la vostra corrispondenza per cercare di capire il mondo nel quale lavoro, dal punto di vista delle persone che hanno avuto esperienze negative con gli operatori finanziari (sotto qualsiasi veste essi operino).

Condivido l'opinione diffusa che molti (grandi o piccoli -nel senso del ruolo svolto sul mercato) abbiano la coscienza sporca e molto da farsi perdonare per quanto riguarda le vicende (finanziariamente nefaste) che si sono succedute nel corso degli anni recenti; capisco anche che la complessita’ della materia sia tale da rendere difficile un approccio senza chiedere consiglio a chi (si presuppone) ne possa sapere di piu’ (cosa che, purtroppo, non accade cosi’ spesso come sarebbe auspicabile). C'è pero’ un aspetto sul quale si e’ detto sempre troppo poco (ed in questo il sistema organizzato dell'informazione ha le sue colpe), forse per cavalcare la tigre del consenso popolare (cosi’ come era facile alla fine degli anni '90, magnificare l'andamento dei mercati finanziari, oggi si spara ad alzo zero sugli operatori, facendo di tutte le erbe un fascio).

La mia premessa dovrebbe dare il senso di come non intenda autoassolvere me stesso e la categoria alla quale appartengo, da ogni colpa o responsabilita’, pertanto mi auguro che cio’ che vado a dire venga letto con attenzione prima che ciascuno si possa sentire offeso.

Opero da tanti anni nel settore e ne ho viste di tutti i colori, sia in banca (dove ho lavorato per molto tempo) che nel mondo delle reti e devo dire che, se genericamente sono riuscito sempre ad intrattenere buoni rapporti con la clientela, spesso ho dovuto confrontarmi con persone purtroppo abituate a considerare il rendimento finanziario (specialmente a due cifre) come qualcosa di dovuto e irrinunciabile, passando da atteggiamenti di insoddisfazione a minaccia di disinvestimento (tanto c'e' sempre chi accontenta certe pretese -almeno sulla carta). Non sto certamente parlando di quelle persone (e ce ne sono tante) oneste, lavoratrici, che volevano solo mantenere i loro risparmi per una serena vecchiaia o per aiutare i figli, e che, quindi, di rischi non ne volevano correre ed ora si trovano con un pugno di mosche in mano (e che il mercato, e se necessario, la magistratura, facciano il loro dovere), ma di tutte le altre (e non sono poche) che ora si annidano tra i vostri piu’ assidui sostenitori ma che (per scelta piu’ o meno consapevole) non fanno parte della prima categoria. Non voglio dilungarmi troppo sull'argomento: che ognuno si guardi dentro e dica, almeno a se stesso, se gli errori nei quali e’ stato indotto, siano solo frutto di disonesta’ altrui.

Vorrei concludere con alcune semplici osservazioni:
1) il denaro nasce dal lavoro e si conserva con l'investimento del risparmio;
2) per investire bisogna, prima di tutto, considerare la propria posizione finanziaria (capacita’ di reddito e risparmi), analizzare i propri bisogni attuali e futuri (almeno cercare di prevedere) e sulla base di questi vedere che cosa offre il mercato, a quali costi e con quali rischi. In questa fase rivolgersi a piu’ interlocutori, accogliere i consigli, prendersi una pausa di riflessione e poi affidarsi ad uno solo di questi (mettere in concorrenza piu’ operatori e’ un errore perchè, prima o poi, chi lavora peggio potrebbe essere indotto a "commettere errori");
3) essere parte attiva del rapporto intrapreso, non stancarsi di chiedere e di pretendere spiegazioni;
4) non correre dietro alle mode e non indurre o chiedere modifiche se non e’ mutato sostanzialmente il nostro progetto iniziale;
5) se non si e’ soddisfatti, cambiare
Credo sia probabile che se si e’ partiti con il piede giusto (punto 2), e si e’ gestito il rapporto correttamente (punti 3 e 4) sia difficile arrivare al punto 5.

Spero di aver dato il mio contributo.

Lettera molto interessante e osservazioni finali credo assolutamente condivisibili!!;) :)
 
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