joe farnam
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E' uscito l'ultimo libro di Howard Marks. "Mastering the market cycle"
Molto molto interessante
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E' uscito l'ultimo libro di Howard Marks. "Mastering the market cycle"
Molto molto interessante
Faccio una premessa: effettuare una vera analisi fondamentale di un'azienda è un'operazione molto più complessa di quanto possa trasparire dai testi indirizzati ad un pubblico ampio (vedi The intelligent investor, che pure è un buon testo). Questo perchè sono necessarie delle solide basi di contabilità generale e poi un ulteriore massiccio approfondimento di analisi di bilancio. Se ti interessa un testo molto approfondito sull'analisi fondamentale ti posso suggerire L'analisi del bilancio di Francesco Giunta e Michele Pisani. E' il mio testo universitario e seppur non sia specificamente tarato per l'investimento, il punto di approdo è la determinazione del famoso valore intrinseco di cui parla anche Graham. Il valore intrinseco è poi da raffrontare con il prezzo di mercato dell'azione per verificare se essa sia sottovalutata o meno. Qual è il problema? Il calcolo del valore intrinseco è un'operazione molto complessa e soggetta ad ampio margine di errore (dato che richiede di effettuare delle previsioni sui flussi di cassa futuri in relazione alle prospettive di crescita del settore e dell'azienda); inoltre, tale analisi non credo sia appannaggio di investitori individuali dal momento che serve una mole di informazioni notevole. D'altro canto potresti pensare di risolvere il tutto calcolando quei quattro indici fondamentali per avere un quadro della situazione soddisfacente (ROE, ROI operativo, ecc.) e tuttavia non sarebbe sufficiente perchè i numeri in sè non vogliono dire nulla se non raffrontati nel tempo (vecchi bilanci della stessa azienda) e soprattutto nello spazio (con imprese del medesimo settore), il che richiederebbe ulteriore lavoro. Per ultimo, ma non meno importante, si fa sempre pochissimo riferimento all'analisi di contesto (di mercato) e strategica che pure sono parte integrante e assolutamente imprescindibile dell'analisi fondamentale (precede addirittura il calcolo degli indici di bilancio); invero Graham ne accenna in un paragrafo intitolato "Industry analysis" ma è chiaramente una semplice invito ad effettuare questa analisi, dal momento che ci vorrebbe un libro solo per questa. Anche Warren Buffett in fin dei conti si concentra fortemente su aspetti qualitativi andando a ricercare ciò che lui chiama "moat", cioè "fossato" cioè in gergo tecnico: vantaggio competitivo durevole nel tempo.
In definitiva, se può interessarti, il libro che ti ho consigliato è una lettura lunghissima (870 pagine) e professionale, ma piacevole se interessati alla disciplina. Tuttavia dubito (e ne dubiteresti anche tu se lo leggessi) che sia possibile fare una buona analisi fondamentale senza un enorme dispendio di tempo. E anche se si facesse questo, l'analisi fondamentale non garantirebbe la selezione delle migliori azioni, ma questo apre un altro grande capitolo.
Scusa la lunghezza ma volevo un po' far presente come stanno veramente le cose e certamente non è un invito a non leggere nulla, più che altro è un invito ad approcciarsi alla materia per semplice curiosità intellettuale, senza grandi pretese di investimento.
Sono aperto al confronto con tutti
Saluti
Apprezzo molto il tuo messaggio. Credo che prima di tutto, si debba partire dalle basi che a volte si danno per scontate. Anche chi ha effettuato studi economici, dovrebbe ripassare. Si potrebbe partire da un libro come il tuo se si vuole veramente fare sul serio, oppure da una versione più light con concetti basilari ma esposti in maniera più sintetica. Poi prendere tutti i valori di riferimento che vengono citati durante le pubblicazioni dei bilanci e cercare di sviscerare la loro interpretazione, cercando più fonti possibili (anche articoli ) e domandarsi sempre cosa implica se il valore A (il dato di bilancio) si verifica per influenzare B (utile per il tuo investimento). Questo non ti permette di prevedere il futuro, ma almeno di orientarti nella complessità del mercato.
Bastasse conoscere approfonditamente i bilanci, i professori delle scienze contabili ed i commercialisti migliori, sarebbero tutti ricchissimi con lo stock picking. Una volta conosciuta la materia, entrano in gioco fattori esterni (in primis quello psicologico). Inoltre tralasciare l'analisi grafica/tecnica è come voler costruire un tavolo senza una gamba, il timing è tutto anche nel lungo periodo.
Entra poi in gioco il fattore "intuizione", investire in borsa con risultati ottimi è più arte che scienza. Per me warren buffett è più simile ad un pittore famoso che uno scienziato
Anche scegliere un etf indicizzato, presuppone un certo studio, almeno del periodo di mercato in cui si vuole entrare.
Vi riporto un messaggio, per me illuminante, letto su un forum americano. Un investitore lavorava presso una multinazionale in un ruolo abbastanza apicale, non era il ragazzo di bottega. Leggeva spesso gli articoli ed i report "fondamendalisti" sulla propria azienda: il più delle volte, secondo la sua opinione (che era ovviamente inferiore a quella del CEO) erano inesatti o forzati con l'accetta. Ma in quel momento di mercato ci azzeccavano tutti perchè il trend era positivo. A volte ci si azzecca solo perchè siamo in trend, aldildà di tutte le sofisticate analisi sul bilancio che possono essere fatte; torna prepotentemente l'analisi tecnica, la famosa del gamba del tavolo.
Gli investimenti in borsa si possano rappresentare come un tavolo con 3 o 4 gambe
La prima gamba è analisi grafica (ti da subito un indicazioni di massima, espressa dall'andamento dei prezzi e da eventuali indicatori di momentum)
La seconda gamba è l'analisi fondamentale, ti fa capire che cosa tratta la sigla che compri, il suo potenziale business ed i concorrenti con cui compete, un campo vasto e come scritto sopra di difficile interpretazione con precisione
La terza gamba è la gestione (psicologia, moneymanagement, gestione del rischio etc...)
La quarta gamba? Intuizione e...cul*...fortuna
Chi opera solo affidandosi alla quarta gamba, o fa il guadagno con una sola operazione e si ritira a vita, oppure nel lungo periodo perderà soldi. Le altre 3 gambe sono importantissime.
Sono aperto al confronto con tutti
Saluti
Tralascio di riportare per esteso il tuo post che condivido appieno.
Mi verrebbe però da sottolineare che come si insegnava un tempo all'università (ora non so se le cose stanno così) gli indici di bilancio altro non svolgono che la funzione dei numeri che appaiono sul cruscotto di un'auto. Utilissimi indicatori. Ma poi se c'è qualcosa che non va occorre fermarsi ed aprire il cofano. Inoltre la macchina talvolta si ferma anche se sul cruscotto non appaiono segnali di allarme.
Fare investimenti solo sulla scorta degli indici di bilancio (cosa che ovviamente faccio anche io) tuttavia mi pare riduttivo se prima non si è capito cosa fa un'impresa e se la strategia che persegue è vincente o meno. Dirsi così è una banalità. Ma per capire questo occorre un lavoro intellettuale non da poco. Oltre cha avere solidissime basi concettuali (quanto meno aver letto almeno una dozzina di testi di qualità di strategia aziendale) occorre poi capire se le cose che sta facendo una impresa sono quelle giuste (dozzinalmente: è inutile comprare azioni di una società che costrisce locomotove a vapore nell'epoca dell'alta velocità).
E mi sembra quello che alla fine fa Buffett.
Quindi prima di concentrarmi sui testi di analisi di bilancio e di contabilità (peraltro materia complicatissima dopo che l'organismo italiano di contabilità sforna ed emenda principi contabili quasi a raffica) mi concentrerei sui testi di management e cercherei anche di usare il buon senso (al corso di economia aziendale del I anno di università mi era stato detto: "ragazzi il management alla fine è del gran buon senso applicato!"), ovvero una virtù che vedo sempre meno in giro.
Faccio una premessa: effettuare una vera analisi fondamentale di un'azienda è un'operazione molto più complessa di quanto possa trasparire dai testi indirizzati ad un pubblico ampio (vedi The intelligent investor, che pure è un buon testo). Questo perchè sono necessarie delle solide basi di contabilità generale e poi un ulteriore massiccio approfondimento di analisi di bilancio. Se ti interessa un testo molto approfondito sull'analisi fondamentale ti posso suggerire L'analisi del bilancio di Francesco Giunta e Michele Pisani. E' il mio testo universitario e seppur non sia specificamente tarato per l'investimento, il punto di approdo è la determinazione del famoso valore intrinseco di cui parla anche Graham. Il valore intrinseco è poi da raffrontare con il prezzo di mercato dell'azione per verificare se essa sia sottovalutata o meno. Qual è il problema? Il calcolo del valore intrinseco è un'operazione molto complessa e soggetta ad ampio margine di errore (dato che richiede di effettuare delle previsioni sui flussi di cassa futuri in relazione alle prospettive di crescita del settore e dell'azienda); inoltre, tale analisi non credo sia appannaggio di investitori individuali dal momento che serve una mole di informazioni notevole. D'altro canto potresti pensare di risolvere il tutto calcolando quei quattro indici fondamentali per avere un quadro della situazione soddisfacente (ROE, ROI operativo, ecc.) e tuttavia non sarebbe sufficiente perchè i numeri in sè non vogliono dire nulla se non raffrontati nel tempo (vecchi bilanci della stessa azienda) e soprattutto nello spazio (con imprese del medesimo settore), il che richiederebbe ulteriore lavoro. Per ultimo, ma non meno importante, si fa sempre pochissimo riferimento all'analisi di contesto (di mercato) e strategica che pure sono parte integrante e assolutamente imprescindibile dell'analisi fondamentale (precede addirittura il calcolo degli indici di bilancio); invero Graham ne accenna in un paragrafo intitolato "Industry analysis" ma è chiaramente una semplice invito ad effettuare questa analisi, dal momento che ci vorrebbe un libro solo per questa. Anche Warren Buffett in fin dei conti si concentra fortemente su aspetti qualitativi andando a ricercare ciò che lui chiama "moat", cioè "fossato" cioè in gergo tecnico: vantaggio competitivo durevole nel tempo.
In definitiva, se può interessarti, il libro che ti ho consigliato è una lettura lunghissima (870 pagine) e professionale, ma piacevole se interessati alla disciplina. Tuttavia dubito (e ne dubiteresti anche tu se lo leggessi) che sia possibile fare una buona analisi fondamentale senza un enorme dispendio di tempo. E anche se si facesse questo, l'analisi fondamentale non garantirebbe la selezione delle migliori azioni, ma questo apre un altro grande capitolo.
Scusa la lunghezza ma volevo un po' far presente come stanno veramente le cose e certamente non è un invito a non leggere nulla, più che altro è un invito ad approcciarsi alla materia per semplice curiosità intellettuale, senza grandi pretese di investimento.
Sono aperto al confronto con tutti
Saluti
il consulente finanziario indipendente di prato di cui in passato ho linkato un po' di post:
Mr. Market Miscalculates: Per chi volesse approfondire: libri, articoli, etc…
Cosa ne pensi di finvitz?Benchè datato, è uno dei commenti più lucidi che abbia letto in materia di investimenti azionari. In sintesi, per inquadrare le prospettive di crescita di un'azienda occorrerebbe una considerevole preparazione in materia di contabilità e bilancio da applicare a dati e informazioni difficilmente reperibili da investitori individuali. Il tutto con notevole dispendio di tempo e energie e senza possibilità di cogliere un esito attendibile senza un'analisi parallela di mercato.
A naso direi che l'autentico collo di bottiglia per l'investitore retail sia il mancato accesso ad informazioni privilegiate.
Ciò nonostante penso di ordinare il testo di Graham. Anche la semplice conoscenza degli strumenti finanziari, del funzionamento delle borse...etc, rappresenta di per sè un valore aggiunto per preservare il proprio portafoglio.