soros75
Cash is the king
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L'ultima frase, evidenziata in grassetto fa molto onore alla BCE.
Questo significa avere una banca centrale forte e indipendente.
Gia' che ci sono consiglio a tutti il libro "Banche centrali e democrazia" di G.Cama e G.B. Pittaluga.
Rialzo costo denaro, Fmi e Ocse frenano la Bce
(25/05/2006)
Dopo il direttore generale del Fondo monetario internazione (Fmi), Rodrigo Rato, ora anche l’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) mette in guardia la Banca centrale europea: “I tassi di interesse non vanno rialzati finché la ripresa della zona euro non trova conferma nei prossimi dati trimestrali”. E senza mezzi termini il capo economista dell’organizzazione Jean-Phlippe Cotis consiglia al presidente della Bce, Jean-Claude, di aspettare la fine dell’estate prima di rialzare il costo del denaro. Il numero uno dell’Eurotower ha infatti più volte ribadito nelle ultime settimane che, preoccupato dall’inflazione, è pronto già giugno a rialzare i tassi d’interesse.
“Dopo il risultato deludenti del primo trimestre, ha detto Cotis nel corso della conferenza stampa sull’ultimo ‘Economic Outolook, penso che sia necessario verificare quelli del secondo trimestre per constatare se confermano una ripresa sostenuta”. Molte volte - ha sottolineato il capo economista dell’organizzazione che riunisce i paesi industrializzati - si è verificato un aborto del rilancio dell’economia della zona euro. Ma una volta ottenuta conferma della ripresa - ha detto Cotis - l’Ocse si attende un aumento dei tassi di interesse di 125 punti base.
Il capo economista ha anche nuovamente ribadito l’urgenza di risanamento delle finanze pubbliche da parte di molti paesi europei che rischiano di lasciare alle prossime generazioni una fattura insostenibile. Cotis ha invitato soprattutto i governi di Francia e Spagna a fare attenzione agli effetti di una possibile bolla immobiliare.
Non si è fatta attendere la risposta della Bce che attraverso le parole di Klaus Liebscher, membro del consiglio di Francoforte, a invitato l’Ocse a “non occuparsi di scelte monetarie che non le competono”.
Questo significa avere una banca centrale forte e indipendente.
Gia' che ci sono consiglio a tutti il libro "Banche centrali e democrazia" di G.Cama e G.B. Pittaluga.
Rialzo costo denaro, Fmi e Ocse frenano la Bce
(25/05/2006)
Dopo il direttore generale del Fondo monetario internazione (Fmi), Rodrigo Rato, ora anche l’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) mette in guardia la Banca centrale europea: “I tassi di interesse non vanno rialzati finché la ripresa della zona euro non trova conferma nei prossimi dati trimestrali”. E senza mezzi termini il capo economista dell’organizzazione Jean-Phlippe Cotis consiglia al presidente della Bce, Jean-Claude, di aspettare la fine dell’estate prima di rialzare il costo del denaro. Il numero uno dell’Eurotower ha infatti più volte ribadito nelle ultime settimane che, preoccupato dall’inflazione, è pronto già giugno a rialzare i tassi d’interesse.
“Dopo il risultato deludenti del primo trimestre, ha detto Cotis nel corso della conferenza stampa sull’ultimo ‘Economic Outolook, penso che sia necessario verificare quelli del secondo trimestre per constatare se confermano una ripresa sostenuta”. Molte volte - ha sottolineato il capo economista dell’organizzazione che riunisce i paesi industrializzati - si è verificato un aborto del rilancio dell’economia della zona euro. Ma una volta ottenuta conferma della ripresa - ha detto Cotis - l’Ocse si attende un aumento dei tassi di interesse di 125 punti base.
Il capo economista ha anche nuovamente ribadito l’urgenza di risanamento delle finanze pubbliche da parte di molti paesi europei che rischiano di lasciare alle prossime generazioni una fattura insostenibile. Cotis ha invitato soprattutto i governi di Francia e Spagna a fare attenzione agli effetti di una possibile bolla immobiliare.
Non si è fatta attendere la risposta della Bce che attraverso le parole di Klaus Liebscher, membro del consiglio di Francoforte, a invitato l’Ocse a “non occuparsi di scelte monetarie che non le competono”.