L'importanza di comprare bene

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

Londinese

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18/12/20
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Vengo contattato costantemente da persone che provano a rivendere quadri di che fondamentalmente non hanno mercato.

Il mio consiglio è sempre di affidarsi ad un advisor quando si compra e non cercarne uno quando si vendere.

Perché se compri opere scelte bene poi le puoi rivendere senza problemi. Cosi come ci sono orologi che compri e rivendi facilmente. E altre opere che compri e poi puoi forse regalare o mettere in cantina.

Ovviamente sto parlando in ottica di investimento e patrimonio.

E questo non si scontra con il "gusto personale", semplicemente tra le opere che riscontrano il tuo gusto personale meglio farsi consigliare e scegliere quelle che poi se sarà possibile rivendere.

Voi cosa ne pensate? Avete mai acquistato opere e poi provato a rivenderle?
 
Ciao, Londinese.

L'etichetta "Art Advisor" è sempre un po' vaga. Se posso chiedere e se ti va di rispondermi, mi piacerebbe sapere quale sia la tua formazione. È solo una mia curiosità, senza alcun intento polemico. Grazie.
 
Vengo contattato costantemente da persone che provano a rivendere quadri di che fondamentalmente non hanno mercato.

Il mio consiglio è sempre di affidarsi ad un advisor quando si compra e non cercarne uno quando si vendere.

Perché se compri opere scelte bene poi le puoi rivendere senza problemi. Cosi come ci sono orologi che compri e rivendi facilmente. E altre opere che compri e poi puoi forse regalare o mettere in cantina.

Ovviamente sto parlando in ottica di investimento e patrimonio.

E questo non si scontra con il "gusto personale", semplicemente tra le opere che riscontrano il tuo gusto personale meglio farsi consigliare e scegliere quelle che poi se sarà possibile rivendere.

Voi cosa ne pensate? Avete mai acquistato opere e poi provato a rivenderle?

è risaputo, in tutti i campi l'affare si fa quando si compra mai quando si vende. Io personalmente non utlizzo art advisor, il gusto del collezionare è quello di farsi un proprio bagaglio di conoscenze da utilizzare al momento dell'acquisto, sarebbe poi da valutare se l'art advisor sia più preparato del collezionista.
 
il problema è comprare le opere giuste al prezzo giusto, la vendita successiva se desiderata viene da se.
 
Argomento interessante!

Sicuramente a persone con una conoscenza non altissima di un qualsiasi settore, converrebbe provare a rivolgersi a chi ne sa più di lui. Potrebbe trattarsi di un architetto per ristrutturare casa, ad un broker per un'operazione finanziaria, ad un art dealer per l'acquisto di un'opera d'arte.
In linea di principio, e considerando che la figura di riferimento abbia delle basi ed un background, ci può stare.

Il problema nasce nel momento in cui si generalizza, perchè pur con tutto un percorso in regola, ci sono ottimi professionisti sempre in misura ridottissima rispetto a quanti ce ne siano di pessimi. In tutti i settori.

Personalmente - sarà un mio limite - ma tendo a dubitare delle persone che dovrebbero essere capaci di far "rendere il tuo investimento" in un qualunque settore, perchè chi ha questo tipo di capacità tendenzialmente dovrebbe essere lui a fare queste operazioni in prima persona piuttosto che farle fare ad altri.
Invece nella maggior parte dei casi - mi riferisco a livelli normali e non certo a quelli TOP - ad esempio gli "art dealers" capita che non abbiano nemmeno una collezione, o al limite qualche quadro di autori minori, e mi viene da chiedermi se qualcuno affidandosi a questo tipo di professionisti possa potenzialmente un domani ritrovarsi con qualcosa di valido e magari di rivalutato.
 
Personalmente proprio di recente ho chiesto a due case d'asta per vendere una mia opera (che alla fine penso mi terrò ancora), base 4k una, base 5k l'altra, 14% di spese (compreso diritto di seguito) la prima, 20% l'altra. Viste aggiudicazioni di opere simili negli ultimi 2 anni penso potrebbe fare dagli 8 agli 11 mila più diritti, avendo già pagato il 25% di commissione in acquisto 5 o 6 anni fa, di lasciare il 20% come commissione non mi va proprio, lo trovo esagerato per il venditore, già il 14% mi sembra più ragionevole (visto che il 4% è il diritto di seguito).
Per dire che se io prendo un'opera a 4 mila (spese incluse) e 6 anni dopo qualcun'altro è disposto a spendere 12 per averla, posso dire di aver fatto un buon investimento, anche senza advisor, ma se nella compravendita qualcuno rischia di guadagnarci più di me, insomma mi rode ..
Quindi va bene saper scegliere opere che hanno mercato, ma la mia prima proccupazione è, se mai volessi vendere le mie opere, come le vendo?
 
Discorso complesso.

Da collezionista di lungo corso ho comperato e compero per gusto personale, per appagare il mio desidero di circondarmi di cose che mi piacciono e mi fanno stare bene.
Acquistare per rivendere è tutto un altro discorso, potrei anche fare a meno di appendere alle pareti quadri la cui finalità principale è quella di un eventuale ritorno economico.
Se e quanto venderò opere della mia collezione lo farò e basta, il prezzo sarà quello che dirà il mercato in quel momento. Il modo più semplice ed efficace ritengo sia l asta, tuttavia non escludo altri canali che verificherò al momento. Sono convinto che la selezione si fa all ingresso inteso come al momento dell' acquisto: opere rappresentative del artista coerenti al contesto storico di riferimento, con provenienza, esposte e/o pubblicate. Farsi consigliare va bene da un punto di vista artistico e culturale quando non si ha adeguata competenza , ma non ragionando di solo mercato.
 
Il segreto è certamente comprare bene, il problema fondamentale è che la maggior parte dei collezionisti non lo fa.

Ricevo sul nostro sito ogni giorno contatto di persone che ci contattano perché hanno quadri da vendere, il 95% di questi quadri non è vendibile al prezzo a cui l'hanno acquistato. Sono sempre tutti strapagati.

Mi contattano persone che hanno comprato opere di sconosciuti a cifre folli. Magari in futuro ci racconteró qua
Ciao, Londinese.

L'etichetta "Art Advisor" è sempre un po' vaga. Se posso chiedere e se ti va di rispondermi, mi piacerebbe sapere quale sia la tua formazione. È solo una mia curiosità, senza alcun intento polemico. Grazie.

Ciao Stefano, curiosità legittima. Io ho una formazione universitaria e professionale economico giuridica.

Il mio lavoro cone Advisor è focalizzato in ottica di investimento, gestione degli asset, diversificazione di portafoglio.

Per le analisi tecniche, le perizie, le autenticazioni, ho un team specializzato in questo fatto da periti che collaborano anche con il ministero delle belle arti.

Il mio focus è sul lato economico dell'investimento in arte, quello che nel titolo ho indicato come "comprare bene"

Concordo ovviamente con chi dice che in questo settore, purtroppo, non essendoci alcun albo o barriera di entrata è pieno di persone poco competenti che si presenta o come advisor, tra questi conosco personalmente diversi artisti che non avendo avuto successo hanno cominciato a offrirsi per fare questo.

Come in ogni settore le mele marce fanno marcire tutto il cesto, e quindi quando leggo di persone che preferiscono fare da soli che usare un advisor incapace le capisco perfettamente.
 
è risaputo, in tutti i campi l'affare si fa quando si compra mai quando si vende. Io personalmente non utlizzo art advisor, il gusto del collezionare è quello di farsi un proprio bagaglio di conoscenze da utilizzare al momento dell'acquisto, sarebbe poi da valutare se l'art advisor sia più preparato del collezionista.

concordo assolutamente che molti che si offrono come advisor sono meno preparati dei collezionisti. questa è la situazione italiana.

l'advisor deve offrirti un valore aggiunto con competenze che tu non hai, che possono essere di pianificazione degli investimenti, stima del valore delle opere, network per acquistare o vendere le opere in modo efficace, capacità negoziali per abbassare il prezzo di acquisto.

se non offre uno o più di questi elementi, non ha senso utilizzare un advisor
 
Personalmente proprio di recente ho chiesto a due case d'asta per vendere una mia opera (che alla fine penso mi terrò ancora), base 4k una, base 5k l'altra, 14% di spese (compreso diritto di seguito) la prima, 20% l'altra. Viste aggiudicazioni di opere simili negli ultimi 2 anni penso potrebbe fare dagli 8 agli 11 mila più diritti, avendo già pagato il 25% di commissione in acquisto 5 o 6 anni fa, di lasciare il 20% come commissione non mi va proprio, lo trovo esagerato per il venditore, già il 14% mi sembra più ragionevole (visto che il 4% è il diritto di seguito).
Per dire che se io prendo un'opera a 4 mila (spese incluse) e 6 anni dopo qualcun'altro è disposto a spendere 12 per averla, posso dire di aver fatto un buon investimento, anche senza advisor, ma se nella compravendita qualcuno rischia di guadagnarci più di me, insomma mi rode ..
Quindi va bene saper scegliere opere che hanno mercato, ma la mia prima proccupazione è, se mai volessi vendere le mie opere, come le vendo?

Il problema che hai esposto è comune, per assordo vendere un opera da qualche migliaio di euro può essere più difficoltoso che vendere opere di valore molto maggiore.

I problemi poi con le case d'aste in questi casi sono molteplici, perché di fatto tu non hai potere negoziale, l'opera ha scarso valore, e quindi ti offro condizioni come quelle che hai indicato: base d'asta bassa (che va a tuo rischio non loro, loro al massimo prenderanno una commissione più bassa mentre tu avrai svenduto l'opera) e alte commissioni.
 
il mercato dell'arte in Italia non è ancora strutturato, si tratta di una oligarchia di persone che credono di saper fare bene il loro lavoro e non capiscono le potenzialità.
 
Il problema che hai esposto è comune, per assordo vendere un opera da qualche migliaio di euro può essere più difficoltoso che vendere opere di valore molto maggiore.

I problemi poi con le case d'aste in questi casi sono molteplici, perché di fatto tu non hai potere negoziale, l'opera ha scarso valore, e quindi ti offro condizioni come quelle che hai indicato: base d'asta bassa (che va a tuo rischio non loro, loro al massimo prenderanno una commissione più bassa mentre tu avrai svenduto l'opera) e alte commissioni.
da piccolo collezionista che frequenta questo ambiente da pochi anni, penso che in generale il mercato che in Italia fa i grandi numeri (in termini di quantità, non di qualità) sia "viziato" dalla scarsa attenzione e da troppa facilità di spesa dell'acquirente medio (e anche del venditore quando vende)
 
da piccolo collezionista che frequenta questo ambiente da pochi anni, penso che in generale il mercato che in Italia fa i grandi numeri (in termini di quantità, non di qualità) sia "viziato" dalla scarsa attenzione e da troppa facilità di spesa dell'acquirente medio (e anche del venditore quando vende)
Su questo è difficile avere un raffronto "globale"; probabilmente nonostante la depressione culturale che affligge il nostro Paese da decenni, mediamente manteniamo ancora un livello più alto che altrove nel mondo, e questo si riflette anche sul desiderio, per chi ne ha la possibilità, di circondarsi di cose belle, tra cui appunto le opere d'arte.
Questo non significa in automatico "collezionare", ma identifica un bisogno antropologico degli italiani di avvicinarsi alla bellezza, che può essere anche intesa come ricerca artistica più attuale.

Svincolo il discorso dal tema della successiva ipotesi di rivendita, ma ben vengano gli acquisti a tutto tondo di arte, anche perchè, per tutta una serie di motivi, l'arte italiana di qualità e importanza storica, in buona parte si compera ancora a "poco".
Per "poco" non intendo certo che venga regalata, ma all'estero (in USA, ma anche in Germania e Francia ad esempio), vengono proposti artisti giovani a migliaia di euro, se non a volte a decine di migliaia - senza arrivare ai "fenomeni" che costano CENTINAIA di migliaia di dollari/euro !- quando da noi a queste cifre si comperano le opere dei Maestri, e i "giovani emergenti" si possono comperare a poco (salvo quando collocati presso alcune gallerie top).

Poi, detto questo, certamente comprare bene è importante ma da un lato ricordiamoci che in questo settore il primo investimento è quello in gratificazione, e che se uno poi è interessato anche alla prospettiva di ipotetiche rivalutazioni, è chiaramente bene pagare il giusto, ma in quest'ottica è più rilevante il "cosa" si compera rispetto al "quanto" lo si paga, e ancor di più, è sempre preferibile pagare un extra per avere qualcosa di veramente rappresentativo e di ottima qualità.
 
Su questo è difficile avere un raffronto "globale"; probabilmente nonostante la depressione culturale che affligge il nostro Paese da decenni, mediamente manteniamo ancora un livello più alto che altrove nel mondo, e questo si riflette anche sul desiderio, per chi ne ha la possibilità, di circondarsi di cose belle, tra cui appunto le opere d'arte.
Questo non significa in automatico "collezionare", ma identifica un bisogno antropologico degli italiani di avvicinarsi alla bellezza, che può essere anche intesa come ricerca artistica più attuale.

Svincolo il discorso dal tema della successiva ipotesi di rivendita, ma ben vengano gli acquisti a tutto tondo di arte, anche perchè, per tutta una serie di motivi, l'arte italiana di qualità e importanza storica, in buona parte si compera ancora a "poco".
Per "poco" non intendo certo che venga regalata, ma all'estero (in USA, ma anche in Germania e Francia ad esempio), vengono proposti artisti giovani a migliaia di euro, se non a volte a decine di migliaia - senza arrivare ai "fenomeni" che costano CENTINAIA di migliaia di dollari/euro !- quando da noi a queste cifre si comperano le opere dei Maestri, e i "giovani emergenti" si possono comperare a poco (salvo quando collocati presso alcune gallerie top).

Poi, detto questo, certamente comprare bene è importante ma da un lato ricordiamoci che in questo settore il primo investimento è quello in gratificazione, e che se uno poi è interessato anche alla prospettiva di ipotetiche rivalutazioni, è chiaramente bene pagare il giusto, ma in quest'ottica è più rilevante il "cosa" si compera rispetto al "quanto" lo si paga, e ancor di più, è sempre preferibile pagare un extra per avere qualcosa di veramente rappresentativo e di ottima qualità.
Forse perché sono un “espatriato”, ma leggo una possibile contraddizione in questo discorso. Se in Italia i grandi Maestri si comprano a poco rispetto a USA, Germania e Francia è proprio perché non c’è tutto questo desiderio di circondarsi di cose belle (o meglio: di opere d’arte; penso che per macchine, vestiti e gioielli di lusso il discorso non sia identico). La domanda è bassa e magari non si ritiene che per l’arte si debba spendere oltre una certa cifra. Ad essere ottimisti, potrebbe essere dovuto al fatto che uscendo di casa si trova una grande bellezza, spesso gratuita. Ad essere ancora più ottimisti, potremmo dire che siamo di gusti molto sofisticati, non facili da accontentare. Ma temo ci sia il rischio di cadere nello sciovinismo.
 
Forse perché sono un “espatriato”, ma leggo una possibile contraddizione in questo discorso. Se in Italia i grandi Maestri si comprano a poco rispetto a USA, Germania e Francia è proprio perché non c’è tutto questo desiderio di circondarsi di cose belle (o meglio: di opere d’arte; penso che per macchine, vestiti e gioielli di lusso il discorso non sia identico). La domanda è bassa e magari non si ritiene che per l’arte si debba spendere oltre una certa cifra. Ad essere ottimisti, potrebbe essere dovuto al fatto che uscendo di casa si trova una grande bellezza, spesso gratuita. Ad essere ancora più ottimisti, potremmo dire che siamo di gusti molto sofisticati, non facili da accontentare. Ma temo ci sia il rischio di cadere nello sciovinismo.
Può darsi si tratti di una contraddizione, o anche semplicemente che Italia non ci sia stata in fin dei conti la capacità strutturale di creare un certo tipo di valorizzazione di mercato come invece si è saputo fare altrove.

Non a caso, spesso è capitato in tempi recenti o meglio dagli anni 2000 in avanti, che le quotazioni di alcuni nostri Maestri siano cresciute perchè gallerie straniere hanno iniziato a fare un lavoro di valorizzazione proprio di alcuni nostri artisti, evidentemente sottovalutati rispetto alla loro dimensione.
Fondamentalmente ai nostri artisti storici - ma anche ai giovani - è mancata la piattaforma di valorizzazione internazionale, che è la sola reale in grado di smuovere un mercato anche in termini di crescita.

E c'è anche da dire che i grandi capitali, quindi da un lato le grandi gallerie e dall'altro i grandi collezionisti, sono presenti soprattutto all'estero, mentre da noi secondo me il mercato è molto sviluppato entro certi limiti economici e allo stesso tempo sono convinto che in proporzione, sulle cifre più contenute sia più attivo in Italia che altrove (e questo un po' era ciò a cui mi riferivo rispetto al desiderio di circondarsi di cose belle, non necessariamente con opere dei Grandi Maestri ma anche con budget più contenuti).
 
Comunque mi sembra che il titolo avrebbe potuto essere "L'importanza di comprare da me " :o
 
Ricordo una statistica che evidenziava come il numero (percentuale) di persone che hanno "opere d'arte" in casa fosse sensibilmente superiore rispetto ad altri paesi. Questo necessariamente indica anche che il collezionismo qui coinvolge anche una fascia di disponibilità economica inferiore. Penso sia anche indubitabile che la sensibilità verso l'arte contemporanea in Italia sia inferiore che negli Stati Uniti, in Germania, UK, ecc. e qui conta di certo il peso che la storia dell'arte classica ha nell'educazione e nell'esperienza quotidiana di noi italiani. Ancora, la ricchezza in paesi come Stati Uniti (in particolare) ma anche Germania ha spesso almeno uno 0 in più rispetto a quella italiana (ovviamente non mancano eccezioni, si parla in media). Tutto ciò per dire che importare tal quale un modello per il sistema dell'arte moderna e contemporanea che funziona in altre realtà può non essere possibile, ma questo non toglie che si debba migliorare il nostro. Io conosco meglio il settore del vino dove dagli anni '90 ad oggi il sistema produttivo ha fatto passi da gigante in termini di qualità, capacità di valorizzare territori e comunicazione. Non so se nel mondo dell'arte contemporanea, che seguo da pochi anni, ci sia una tendenza definita, e se in meglio o in peggio. Io noto molto fermento culturale dal basso (moltissime iniziative artistiche e culturali diffuse nel territorio, più di quante potessi immaginare), ma non so se questo possa avere nel medio termine una ricaduta anche dal punto di vista dell'economia / mercato, mi vien da dire di no.
 
L arte ha da sempre letto il presente ed è la conseguenza di un movimento culturale che spesso è, o diventa dominate. La nostra arte è stata grande quando il nostro paese esercitava egemonia sul continente. Allo spostarsi del baricentro del potere ha corrisposto il modificarsi ed affermarsi delle espressioni artistiche che fungono da motore culturale di riferimento. In sostanza io credo che noi italiani viviamo e vivremo di luminescenza pregressa piuttosto che faro illuminante; oggi c'è molto patrimonio storico in parte ancora non valorizzato e vedo poca avanguardia in prospettiva.
In estrema sintesi penso che, al presente, il futuro dell arte moderna italiana dovrà passare attraverso una sua valorizzazione all estero.
 
Ultima modifica:
Comunque mi sembra che il titolo avrebbe potuto essere "L'importanza di comprare da me " :o
difficile comprare da me, dato che io non vendo.

si fa la stessa confusione che si ha in finanza quando il venditore dei fondi di una banca dice che ti fa una consulenza finanziaria.

l'art advisor non ha opere da vendere, quello é il gallerista, il broker, l'art dealer. un advisor fa un lavoro differente e non dovrebbe essere in conflitto di interesse se fare acquistare un'opera o un'altra.
 
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