Liquidazione coatta amministrativa BPVI: ultima ridotta

Il dottore Dulcamara

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Molti festeggeranno - auguro loro di cuore - gli indennizzi del FONDO INDENNITA' RISPARMIATORI erogato per il tramite di Consap.

Ma non tutti, allo stato della legge, potranno godere di questa provvidenza.

Per gli altri oltre alle vie legali resta come unica speranza che i liquidatori della Popolare di Vicenza ottengano sufficienti risorse da rimborsare gli obbligazionisti. E quindi una ultima trincea (o ridotta).

Questo 3D è quindi dedicato a queste situazioni.

E' un 3D molto specialistico per cui chiedo la cortesia di inserire dei post più che pertinenti ed in tema (per gli altri post sulla istanze a Consap, sulle eventuali azioni legali e così via ci sono degli ottimi 3D)
 
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Intesa, Stato, BPVi e Veneto Banca in Lca: debiti, crediti e garanzie

Spesso ballano le cifre dell’operazione che ha visto “confluire” le due ex Popolari venete, BPVi e Veneto Banca, in Intesa Sanpaolo e questo porta ad errori nel valutare e commentare l’esborso dello Stato a favore dell’Istituto lombardo e a non capire che, invece, gran parte degli impegni sono a carico delle due liquidazioni cioè, in buona sostanza, dei loro soci azzerati.

Facciamo, quindi, il punto preciso sulla base dei documenti e cioè il D.L. 25 giugno 2017 n. 99 riportante “Disposizioni urgenti per la liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza S.p.A. e di Veneto Banca S.p.A.” e il Contratto di cessione d’azienda siglato, con qualche fretta di troppo?, all’alba del 26 giugno 2019 (qui su Bankileaks.com il documento) presso lo studio del notaio Marchetti, quello il cui studio era stato scelto dall’Associazione Nazionale fra le Banche Popolari (AssoPopolari) per supportarle contro il famoso decreto Renzi sulla loro trasformazione in spa e che, ironia della sorte, stipula la fine di due delle più importanti, quelle che erano la spina dorsale del Veneto.

Ecco, quindi, i dati su cui riflettere.

A) Intesa Sanpaolo, nel rilevare all’alba di lunedì 26 giugno 2017 (per un euro in tutto) la “parta buona” delle due ex Popolari venete (Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca) poste in liquidazione coatta amministrativa domenica 25 giugno 2017 dopo la dichiarazione venerdì 23 giugno di “dissesto o rischio di dissesto” delle stesse banche da parte della Bce, acquisì passività maggiori delle attività e maturò quindi nei confronti delle due liquidazioni un credito di 3,799 miliardi (i calcoli sono stati confermati nel tempo rispetto a quelli fissati nel contratto del 26 giugno) con una garanzia massima prevista in 6,351 miliardi per il suo pagamento;

B) c’è, quindi, il “bonus” di 4.785 milioni a favore di Intesa di cui

3.500 milioni non tassabili come sopravvenienze attive anticipati a titolo di contributo fisso dallo Stato per conto sempre delle liquidazioni per sterilizzare l’effetto dell’operazione sul patrimonio (di questi circa 3.000 sono già stati distribuiti come utili extra del 2018 ai soci Intesa, molti dei quali fondi esteri, molto probabilmente perché l’effetto dell’operazione non è stato neutro ma più che positivo);
1.285 milioni non tassabili come sopra e per conto delle liquidazioni per i cosiddetti “oneri di ristrutturazione e riorganizzazione” dell’acquirente, in buona sostanza i costi dello scivolo a carico del Fondo di Solidarietà, finanziabile (e detraibile) da Intesa per la parte di competenza con questo introito extra, per 4.000 dipendenti “veneti”, poi diventati mille più tremila dell’acquirente stesso;

C) a questi crediti si possono aggiungere fino a 4.000 milioni di crediti in bonis High Risk passati a Intesa ma da questa retrocedibili in caso di deterioramento entro la data di chiusura del suo bilancio al 31 dicembre 2020, a quattro anni, un bel tempo cioè, dalla loro cessione. A fronte di questi 4 miliardi è stata emessa una garanzia statale di pari importo.

D) Intesa è beneficiaria, altresì, di un’ulteriore garanzia concessa dallo Stato per impegni delle Lca nel contratto di cessione per un importo massimo pari alla somma tra euro 1.500 milioni e la differenza tra i contenziosi pregressi e il relativo accantonamento a fondo rischi per un importo ulteriore massimo di euro 491 milioni;

E) A questi importi si aggiunge un credito, sempre nei confronti delle Lca, di un prestito di 5.000 milioni garantito dallo Stato e concesso alle due ex venete per la loro operatività (costi delle liquidazioni, retribuzioni del personale, eventuali rifinanziamenti di Utp/crediti incagliati e Past due/esposizioni scadute non girati a Sga come gli Npl/sofferenze o a Intesa stessa come i suddetti crediti in bonis, ecc.). Questo prestito sarà ancora in (buona?) parte nelle casse delle due Lca per i residui dei costi non correnti, ad esempio per le cifre di rientro graduale dei crediti rifinanziati).

Da questi conteggi eliminiamo solo le garanzie prestate dallo Stato sulle Obbligazioni acquisite da Intesa, di fatto una garanzia di giro, perché la banca in oggetto, “cessionaria” e “garantita”, le ha rimborsate tutte prima della scadenze per pagare meno interessi liberando, così, lo Stato dall’impegno relativo.
 
Sentenze buone come il pane per la procedura (= più grano che entra in lca)

Contenziosi (5 settembre 2019) - TopLegal dal 2004 il mercato legale

BonelliErede con Bpvi per l’improcedibilità delle c.d. “operazioni baciate” al Tribunale di Trieste

BonelliErede, con un team composto dal partner Manuela Malavasi e dall’associate Roberta Moretti, ha ottenuto dal Tribunale di Trieste sentenza a favore di Banca Popolare di Vicenza (Bpvi) in liquidazione coatta amministrativa in merito alla questione dell’improcedibilità delle domande giudiziali formulate nei confronti della Banca da suoi azionisti che contestano a vario titolo la validità dell’investimento in azioni, asseritamente effettuato grazie a provvista concessa da Bpvi(c.d. “operazioni baciate”). Dopo aver ottenuto dal Tribunale di Vicenza numerose sentenze a favore della tesi dell’improcedibilità - per effetto dell’avvio della procedura di liquidazione coatta amministrativa - di tutti i giudizi nei confronti di Bpvi (anche quelli in cui il petitum è stato circoscritto al mero accertamento negativo del credito vantato dalla Banca per effetto dei finanziamenti “correlati” agli investimenti azionari), BonelliErede ha ottenuto l’accoglimento delle sue tesi anche dal Tribunale di Trieste, Sezione Imprese che – con decisione n. 507/2019 – ha aderito all’orientamento del Tribunale di Vicenza e si è discostato apertamente da alcune decisioni del Tribunale di Venezia, che avevano dichiarato improcedibili solo alcune delle domande formulate nei confronti della Banca.
 
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Immobili, le banche vendono asset per 850 milioni di euro - Il Sole 24 ORE

Immobili, le banche vendono asset per 850 milioni di euro
Alle battute finali la cessione di Immobiliare Stampa, per Mps ieri le prime offerte
di Paola Dezza

Si è riaperta la stagione delle vendite immobiliari. E sul mercato ci sono al momento ben 850 milioni di euro di immobili di matrice bancaria che si apprestano a cambiare proprietario. Si tratta in primis del portafoglio di Mps, per il quale sono arrivate ieri le offerte sul tavolo dell’advisor Duff&Phelps Reag. Un portafoglio ulteriormente ridimensionato rispetto alle ultime indicazioni, circa 300 milioni di euro dai 600 milioni inizialmente ipotizzati.

Circa 250 milioni di valore sono concentrati in cinque edifici di pregio. Tra questi ci sono la sede storica della banca a Milano, in via Santa Margherita 11, a due passi dalla Scala, due immobili in via del Corso a Roma e altri due asset a Firenze (Palazzo Sassetti) e a Padova. Sono spariti dal perimetro gli asset di Siena e altri edifici di scarso rilievo. Numerosissime a suo tempo le manifestazioni di interesse. A guardare tutto il portafoglio, secondo le indiscrezioni circolate sul mercato, ci sono investitori del calibro di Apollo, Varde, Blackstone (affiancato secondo i rumors da Mediobanca e Lazard), Cerberus, Partners group, Starwood, Bain capital, Oaktree, Lonestar. Le offerte vincolanti sono attese per fine settembre-inizio ottobre.

È arrivata alle battute finali anche la vendita di Immobiliare Stampa. In esclusiva ci sarebbe Bain Capital e l’obiettivo dell’advisor Vitale & Co. real estate sarebbe quello di concludere entro settembre il processo competitivo. L’operazione riguarda il 99,92% delle quote della società Immobiliare Stampa (il residuo è di Intesa Sanpaolo), che ha in pancia immobili per circa 200 milioni di euro, ma anche debiti. L’obiettivo di Bain è di sviluppare la società come piattaforma in modo complementare ad Aquileia capital services, che è invece concentrata su asset di minori dimensioni. Nel processo Bain Capital è assistita da Lazard.

Nel pacchetto ci sono palazzi storici e piccole filiali bancarie su tutto il territorio nazionale. L’immobile di maggior valore è situato a Milano in via Turati 12, ma di assoluto pregio è anche l’edificio di via del Traforo 146 all’angolo con via del Tritone a Roma, come palazzo Thiene a Vicenza e la sede storica della Banca d’Italia sempre a Vicenza. Ci sono poi uffici direzionali e amministrativi, nelle regioni in cui Bpvi aveva effettuato nel tempo acquisizioni, e agenzie tra Veneto, Toscana e Sicilia. È stata invece ceduta per 70 milioni come single asset la attuale sede milanese di Fineco in zona piazzale Loreto allo stesso tenant. Pertanto il valore del portafoglio è di circa 270 milioni (considerando la sede di Fineco) rispetto ai 400milioni originariamente attesi.
 
SGA AMCO statale fa soldi su sofferenze di italiani e... albanesi

Oggi, nel ricevere i suoi risultati semestrali (scaricali da qui), abbiamo appreso che ha cambiato nome e brand identity diventando AMCO, Asset Management Company, la SGA spa (Società per la Gestione di Attività), che lo Stato Italiano ha rilevato da Intesa Sanpaolo (che altro caso!) in un primo momento per farle gestire i circa 18 miliardi di NPL (Non Performing Loans o, come li definiscono Milena Zaggia e Alfredo Belluco Nettare Per Ladri, di fatto le sofferenze di centinaia di migliaia di privati e piccole società) di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, entrambe poste in LCA e la cui “parte buona” è stata ceduta per solo un euro sempre a Intesa, che ha anche beneficiato di introiti miliardari che abbiamo quantizzato.

Il nuovo nome, si legge nella nota, «si inserisce nell’ambito del processo di evoluzione della società, con l’obiettivo di ricoprire un ruolo di rilievo nel settore delle Non Performing Exposures (NPE) in Italia secondo il modello di full credit management company. I risultati danno ragione di questa evoluzione, con una importante crescita degli asset under management a 20,6 miliardi e una elevata solidità patrimoniale con un CET1 pari al 17,4%».

Abbiamo approfittato dei nostri numerosi referenti con competenze di Diritto societario, bancario e finanziario, di cui spesso ci avvaliamo per pareri tecnici sulle questioni bancarie per chiedere una loro opinione non sui positivi dati di AMCO ex SGA, ma sul ruolo che sta assumendo una società nata con Intesa per il recupero crediti del Banco di Napoli, poi diventata pubblica per il problema contingente delle due banche venete e ora lanciata nel succoso e “draculesco” business delle sofferenze bancarie.

E la sintesi, pressoché unanime, dei loro pareri è tranchant: «È assolutamente negativo che lo Stato Italiano, tramite la propria controllata SGA ora AMCO, operi in maniera imprenditoriale nel mercato degli NPL, laddove il settore pubblico dovrebbe intervenire nel settore finanziario solo ed esclusivamente in casi estremi per evitare danni maggiori al sistema nel suo complesso, come ad esempio nella vicenda del Monte dei Paschi di Siena».

Questo avviene quando c’è chi chiede una maggiore tutela di alcune categorie di debitori come le imprese in crisi

«È, infatti, dannoso l’intervento di SGA AMCO per gli interessi economici del nostro Paese poiché nel recente passato fondi speculativi esteri hanno rilevato a prezzi di saldo ammontari significativi di Npl e sarebbe pertanto interesse del nostro sistema imprenditoriale – già in sofferenza per la crisi economica – che sia rafforzata la legislazione a tutela dei debitori, obiettivo che entra in evidente contrasto con l’opposto interesse dello Stato che con la SGA assume il ruolo di creditore».

VicenzaPiù ha spesso evidenziato la crescente debolezza dei debitori di fronte a certi creditori sempre meno chiamati a dar conto reale dei loro diritti

«Ad oggi, nel nostro paese l’unico concreto supporto alle ragioni dei debitori è giunto dalla Magistratura, alcune delle cui recenti pronunce per parte della Suprema Corte hanno reso ai creditori più problematica l’aggressione dei fideiussori, spesso e volentieri vittime di costrutti contrattuali non adeguatamente compresi».

I diversi procedimenti giudiziari a tutela di debitori della SGA, di cui abbiamo evidenziato operazioni discutibili anche in Albania per Veneto Banka, oggetto di una interrogazione dell’on. vicentino Pierantonio Zanettin al MEF, che ci risulta ancora senza risposta, offrono qualche motivo in più per rafforzare le opinioni raccolte, che, intanto, facciamo nostre, fermo restando che ce ne possono essere di diverse, che siamo pronti ad accogliere per valutarle.
 
Una bella asta competitiva per l'immobile è balsamo per noi!

Bpvi, allarme per Palazzo Thiene a Bain Capital
Corriere di Verona24 Sep 2019

(g.m.c.) Palazzo Thiene al fondo americano Bain. E con quello, a Vicenza, pure Palazzo Repeta, ma anche immobili di pregio a Milano e Roma. Aumenta a Vicenza la preoccupazione per la prospettiva intorno alla storica sede dell’ex Banca popolare di Vicenza, edificio palladiano di pregio in pieno centro storico. Il fondo d’investimento Bain Capital sta chiudendo in questi giorni la trattativa in esclusiva con l’advisor Vitale&Co che ha condotto la vendita per la liquidazione di Bpvi del patrimonio di Immobiliare Stampa, dopo aver battuto la concorrenza dei fondi Cerberus e Prelios. Preoccupazione c’è per Palazzo Thiene, con centinaia di opere d’arte. «Ad oggi sappiamo che l’iter di vendita va verso un fondo americano che acquisisce tutto il patrimonio – afferma il sottosegretario all’Interno Achille Variati, ex sindaco di Vicenza – e che quindi in futuro questo stesso patrimonio potrebbe pure essere venduto frazionato. Le cose si complicano; per questo intendo interessarmi di persona della vicenda». E il sindaco, Francesco Rucco: «Il nostro obiettivo è mantenere in città il museo – spiega il primo cittadino – Esiste un vincolo sull’immobile e non possono farci altro, come abitazioni o uffici. Intendo parlarne con Variati perché l’immobile diventi in via definitiva sede espositiva».
 
soldi che male certo non ci fanno....


Accordo raggiunto tra Bain Capital e Immobiliare Stampa


È agli sgoccioli la cessione di Immobiliare Stampa a Bain Capital. Il gruppo di Boston acquisirà il 100% del capitale della società che ha in pancia gli immobili di Banca Popolare di Vicenza, messi in liquidazione dai commissari straordinari la scorsa primavera. Al fondo statunitense andranno immobili di pregio come Palazzo Thiene (edificio rinascimentale, sede di rappresentanza della Banca Popolare di Vicenza), le sedi di Milano e Roma e le filiali in zone di lusso come quella che Bipop Vicenza aveva in Largo del Tritone nella capitale. La compravendita ha un controvalore di circa 200 milioni di euro ed è stata finanziata da Intesa Sanpaolo. Per Bain è la prima acquisizione immobiliare e c'è di più: al team di gestione di circa 20 persone di Immobiliare Stampa ora il fondo americano vuole affidare non solo la valorizzazione del portafoglio esistente ma anche altri asset real estate che il gruppo americano intende acquisire in Italia all'interno di un suo piano di crescita. La cessione degli immobili della Banca Popolare di Vicenza si inserisce in un panorama più ampio di dismissioni immobiliari di matrice bancaria. Tra gli altri beni messi all'asta ci sono gli immobili Mps per cui sono attese le offerte vincolanti entro metà novembre.
 
Per veneto banca tra un po' si completa lo stato passivo. Speriamo che anche i commissari della popolare di vicenza finiscano presto

Ovviamente la suonata sarà ancora lunghissima (prima che si chiuda la liquidazione passeranno anni se non decenni)


http://www.venetobancalca.it/uploads/20201123-comunicato-vb-stato-passivo.pdf

VENETO BANCA S.p.A.
in Liquidazione Coatta Amministrativa
D.M. n. 186 del 25.6.2017
________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
VENETO BANCA SOCIETÀ PER AZIONI IN LIQUIDAZIONE COATTA AMMINISTRATIVA – SEDE LEGALE: (31044) MONTEBELLUNA (TV), VIA FELTRINA SUD N. 250 - TEL. +39 0423 2831– FAX +39 0423
283700 C.C.I.A.A.:TV N. 88163 – NUMERO DI ISCRIZIONE AL REGISTRO IMPRESE DI TREVISO, CODICE FISCALE E PARTITA IVA: 00208740266 - PEC: venetobancaspa.inliquidazioneca@cert.venetobanca.it
MMM00649 - 04/2017
COMUNICATO AL PUBBLICO
I Commissari Liquidatori informano che nei mesi scorsi è proseguita l’analisi delle oltre
13.000 domande di insinuazione pervenute.
L’attività di esame è attualmente ad uno stadio avanzato e, pertanto, si stima che le
operazioni di redazione dello stato passivo si concluderanno nell’arco di pochi mesi.
Si ricorda che, finchè non verrà comunicata, su questo stesso sito, la chiusura delle
operazioni, sarà possibile presentare istanze, con o senza l’assistenza di un legale,
notificandole tramite raccomandata a/r, presso la sede della Liquidatela in Via Feltrina
sud 250 Montebelluna (TV) o a mezzo PEC, all’indirizzo pec:
venetobancaspa.inliquidazioneca@cert.venetobanca.it.
23 novembre 2020
I Commissari Liquidatori
Avv. Alessandro Leproux Prof. Avv. Giuliana Scognamiglio Dott. Giuseppe Vidau
 
VICENZA | PALAZZO THIENE, DOPO LO STOP DEL TAR RISCHIO APPELLO DEI LIQUIDATORI - RETE VENETA | Medianordest

VICENZA – Palazzo Thiene, il Tar respinge il riscorso dei liquidatori di Bpvi. Resta il rischio di un appello al Consiglio di Stato. L’onorevole di Forza Italia Zanettin: «pronta un’interpellanza» || Il Tar, Tribunale amministrativo regionale, del Veneto boccia il ricorso dei liquidatori di Bpvi su Palazzo Thiene. Una buona notizia per la città di Vicenza il vincolo pertinenziale voluto dal Ministero dei Beni Culturali per palazzo Thiene ha retto l’urto del ricorso presentato dai liquidatori di banca Popolare di Vicenza che ne chiedevano l’annullamento mettendo di fatto a “rischio” vendita-dispersione le opere all’interno e il palazzo stesso. Rete Veneta fin da subito ha lanciato il grido d’allarme dando vita ad una vera e propria campagna di sensibilizzazione affinché il Palazzo realizzato da Palladio e le sue opere diventassero un Museo di Stato. Campagna alla quale hanno risposto favorevolmente autorità cittadine, politici e il mondo della cultura. Oggi il Tar del Veneto con la sua sentenza fa proprio l’assioma che Palazzo Thiene e le sue opere costituiscono un’importante testimonianza della civiltà veneta da considerarsi un “unicum inscindibile”. Cosa per altro che già la Banca a suo tempo, proprio nel suo sito, presentava come tale. Insomma Palazzo Thiene, i dipinti e le collezioni sono salve? Sembrerebbe ma non è ancora detto, i liquidatori hanno ancora la strada dell’appello al Consiglio di Stato e ribaltare la sentenza tanto. Proprio per questo – spiega l’onorevole di Forza Italia Pierantonio Zanettin – nelle prossime ore presenterà una interpellanza al ministro dei beni culturali Franceschini perché si attivi affinché commissari liquidatori, di nomina governativa, non impugnino la sentenza – Intervistati PIERANTONIO ZANETTIN (Deputato Forza Italia) (Servizio di Gabriella Basso)
 
Con questa decisione butta decisamente male per trovare trippa nella procedura....

Vco 24 - Giornale quotidiano on line. Tutte le notizie del Verbano Cusio Ossola - Crac Veneto Banca: Intesa San Paolo, Consob, Bankitalia e revisori esclusi dal processo

TREVISO - 11-01-2021 -- Se il reato verrà accertato, a pagare saranno solo l’imputato e ciò che rimane della società. È un duro colpo alle aspirazioni degli azionisti azzerati e dei risparmiatori traditi quello che viene dal Tribunale di Treviso. Sabato, in una delle udienze preliminari del processo all’ex direttore generale di Veneto Banca Vincenzo Consoli, il gup ha rigettato tutte le richieste delle parti civili, a iniziare dalle associazioni dei consumatori. Chiedevano che a rispondere dei danni arrecati da Consoli, sino al 2015 dominus dell’istituto di credito di Montebelluna, sul piano civile ci fossero anche Intesa Sanpaolo (che ha acquistato le attività di Veneto Banca e quelle della popolare di Vicenza al prezzo di un euro), i revisori dei conti di PricewaterhouseCoopers, Banca d’Italia e Consob (le autorità che non avrebbero sufficientemente vigilato). Citarli come responsabili civili sarebbe equivalso, nel caso di una condanna, a garantire un indennizzo perché le uniche parti in gioco rimaste -l’ex dirigente come persona fisica e Veneto Banca in liquidazione coattiva- non sono sufficientemente capienti a ristorare l’eventuale danno.

Rigettate le richieste, compresa quella di chiedere un parere di legittimità costituzionale, il processo prosegue. Consoli è alla sbarra per aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e falso in prospetto, reati per i quali corrono veloci i termini per la prescrizione.
 
Banca Carige nel 2020 ha fatto guadagnare Amco, la ex Sga | Business Insider Italia

Amco: nell’anno della pandemia la ex Sga ha guadagnato soprattutto grazie ai crediti deteriorati di Banca Carige
Carlotta Scozzari 28/4/2021 4:00:03 AM 990

11/01/2019 Torino, Esterni di Banca Carige - Stefano Guidi / AGF
Nell’anno del Covid, i ricavi di Amco hanno fatto segnare un vero e proprio balzo a 214,15 milioni, merito anche dei lauti guadagni ottenuti dalla gestione dei crediti deteriorati di Banca Carige. A fornire il dettaglio dei numeri è il bilancio 2020 della ex Sga, nata negli anni Novanta per gestire le sofferenze del Banco di Napoli, che è stato approvato il 21 aprile 2021 dall’assemblea degli azionisti, che tra le altre cose ha deciso di destinare l’utile della capogruppo, pari a 74,8 milioni, interamente a riserva patrimoniale.
I profitti consolidati di Amco, nel 2020, si sono invece attestati a 76 milioni, in crescita dai 42,3 milioni del 2019, mentre come detto i ricavi complessivi sono stati pari a 214,15 milioni, contro i 94,84 milioni realizzati nell’esercizio precedente. A spingerli è stata soprattutto la voce “interessi e commissioni da attività con clientela”, balzata nel 2020 da 32,28 a 101,57 milioni. Già il comunicato stampa di Amco dell’11 marzo 2021 spiegava che “l’aumento degli interessi è ascrivibile principalmente alla contabilizzazione del portafoglio Carige per l’intero anno (contabilizzato per il solo 2° semestre nel 2019) e per i portafogli acquisiti durante il 2020″.

Il bilancio di Amco scende ancora più nel dettaglio e fa sapere che il portafoglio ex Carige l’anno scorso ha generato interessi attivi per 48 milioni, più del doppio dei 21,2 milioni generati dai crediti ex Banca Popolare di Bari, gruppo al secondo posto in termini di apporto, mentre in terza posizione per contributo stazionano i 9 milioni prodotti dai prestiti ex Banco Bpm.
Più in particolare, Amco spiega che “il portafoglio ex Banca Carige ha generato interessi attivi per 48 milioni, riprese da incasso al netto delle perdite per 9 milioni e rettifiche di valore nette per 26,4 milioni a fronte di 84,5 milioni di incassi gestionali”. Mentre il portafoglio ex Popolare di Bari “ha generato interessi attivi per 21,1 milioni, riprese da incasso al netto delle perdite per euro 13,9 milioni, riprese da time value per euro 2 milioni a fronte di 34,5 milioni di incassi gestionali (di cui euro 4,4 milioni nel periodo di interim)”.

Per meglio contestualizzare i numeri, occorre ricordare che alla fine del 2020 le masse in gestione di Amco ammontavano a 34 miliardi, il 58% delle quali composte da sofferenze e il resto da inadempienze probabili (“unlikely to pay” o utp). Di questi 34 miliardi, 6 miliardi, corrispondenti a 50 mila debitori, sono relativi ai portafogli cosiddetti Poci (purchased originated credit impaired), ossia esposizioni creditizie originate dalla ristrutturazione di esposizioni deteriorate oppure acquisite nell’ambito di operazioni di cessione e di aggregazione, acquisiti dal 2019. A sua volta, all’interno dei 6 miliardi di portafogli Poci, Carige pesa per 2,4 miliardi mentre 2,2 miliardi sono da ricondurre alla ex Popolare di Bari.
La banca genovese, nel 2019, nell’ambito del complesso piano di rilancio di quell’anno, aveva ceduto alla ex Sga 2,8 miliardi di crediti deteriorati, a cui nel 2020 si sono aggiunte, a luglio, la vendita di una seconda tranche di crediti utp del Gruppo Messina per un valore lordo di 227 milioni e, a dicembre, il passaggio di mano di 54 milioni di sofferenze. Lo scorso marzo, poi, è stata annunciata un’operazione che le parti non erano riuscite a chiudere nel 2020: la cessione da Carige ad Amco di un portafoglio da 70 milioni lordi di crediti in sofferenza e utp derivanti da contratti di leasing prevalentemente di natura immobiliare.

Se sui crediti deteriorati di Carige Amco ha guadagnato, non si sono rivelate altrettanto proficue le azioni acquistate alla fine del 2017, in occasione dell’aumento di capitale da 540 milioni. All’epoca, la società pubblica guidata da Marina Natale, che ancora si chiamava Sga, aveva comprato il 5,4% dell’istituto genovese al prezzo di 29,8 milioni, ricevendo in cambio 1,5 milioni di euro di commissioni legate all’impegno di sottoscrizione dei titoli. Oggi, dopo avere venduto parte di quelle azioni e dopo la nuova ricapitalizzazione da 700 milioni della banca ligure del 2019 che di fatto ha azzerato i precedenti soci, Amco possiede in portafoglio 1.804.490 azioni (a seguito del raggruppamento deliberato da Carige), vale a dire lo 0,24% circa del capitale attuale ordinario, per un controvalore che a bilancio viene indicato a 1,9 milioni, “in linea con la valutazione fatta al 31 dicembre 2019, basata sul prezzo ufficiale dell’aumento di capitale”.

Tornando ai 34 miliardi di masse in gestione di Amco, all’interno ci sono anche i 7,7 miliardi, distribuiti su 75 mila debitori, legati al portafoglio di Montepaschi rilevato con la scissione di fine 2020, oltre che i 16,1 miliardi relativi ai patrimoni destinati delle ex banche venete (Veneto Banca e Popolare di Vicenza). Restano poi 1,5 miliardi, per 1.800 debitori, riconducibili all’ex Banco di Napoli.
A riguardo, il bilancio di Amco spiega di avere proseguito, nel 2020, la gestione “degli attivi dell’ex Banco di Napoli, dell’ex Isveimer ed ex Graal costituiti da crediti deteriorati, contratti e altre attività problematiche, per un originario valore lordo pari a circa euro 10.141 milioni, acquisiti oltre vent’anni fa per un prezzo complessivamente pari a circa euro 6.750 milioni, di cui euro 6.597 milioni relativi a crediti ed euro 153 milioni relativi a titoli e partecipazioni. Nel corso del 2020 l’attività di recupero del portafoglio, avviata ormai oltre 20 anni fa, ha registrato incassi complessivi per euro 27,8 milioni, portando i recuperi realizzati dall’acquisizione del portafoglio fino al 31 dicembre 2020 a euro 5.210 milioni”.
 
Chi vivrà vedrà (ma deve essere più longevo di tal Matusalemme)

https://www.amco.it/wp-content/them...nci/AMCO Bilancio d'esercizio 2020_DEF_v3.pdf

dalla relazione sulla gestione

In termini di Gross Book Value le masse in gestione al 31 dicembre 2020, possono essere distinte come segue (pag. 7 relazione):

2 - Servicing
● Euro 16,1 miliardi per 90 mila debitori relativi ai Patrimoni destinati del Gruppo Veneto e
del Gruppo Vicenza, comprensivi di euro 4 miliardi di crediti relativi alla cartolarizzazione
Ambra, euro 2 miliardi relativi alla cartolarizzazione Flaminia.
● Euro 1,9 miliardi per 960 debitori afferenti ai Rapporti Baciati.
● Euro 0,3 miliardi per 3 mila debitori riferiti al portafoglio cartolarizzato in Fucino NPL’s
S.r.l.
● Euro 0,9 miliardi per 120 debitori riferiti al portafoglio Back2Bonis.

E pare che Amco stia portando a casa qualcosa (pag 177 relazione)

La cassa retrocessa nel 2020 sui rapporti in gestione dei Patrimoni Destinati è pari a euro 550 milioni, di cui euro 281 milioni per il Patrimonio Destinato Gruppo Vicenza ed euro 268 milioni per
il Patrimonio Destinato Gruppo Veneto Banca.
Tali flussi di cassa stati rendicontati trimestralmente alle LCA così come previsto dal contratto di cessione.


Da popolare di vicenza questi pensano (secondo me prudenzialmente) di portare a casa ancora ca. 2,5 miliardozzi (si veda pag. 184 relazione)
 
Sul sito internet Veneto Banca lca è stato pubblicato questo annuncio.

Aspettiamo ora l'annuncio per Bpvi

COMUNICATO AL PUBBLICO
Si fa seguito a quanto comunicato in data 22 ottobre 2021 sul sito della Procedura Veneto Banca S.P.A. in L.C.A. per segnalare che le operazioni di redazione dello stato passivo
di Veneto Banca S.p.a. in liquidazione coatta amministrativa si concluderanno in data 17 gennaio 2022.
Montebelluna/Roma, 04 gennaio 2022
I Commissari Liquidatori
Avv. Alessandro Leproux
Prof. Avv. Giuliana Scognamiglio
Dott. Giuseppe Vidau
 
Sul sito internet Veneto Banca lca è stato pubblicato questo annuncio.

Aspettiamo ora l'annuncio per Bpvi

COMUNICATO AL PUBBLICO
Si fa seguito a quanto comunicato in data 22 ottobre 2021 sul sito della Procedura Veneto Banca S.P.A. in L.C.A. per segnalare che le operazioni di redazione dello stato passivo
di Veneto Banca S.p.a. in liquidazione coatta amministrativa si concluderanno in data 17 gennaio 2022.
Montebelluna/Roma, 04 gennaio 2022
I Commissari Liquidatori
Avv. Alessandro Leproux
Prof. Avv. Giuliana Scognamiglio
Dott. Giuseppe Vidau

chissa se la Scognamiglio è la figlia dell'ex presidente del senato
 
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