L'Italia ha un solo problema economico: la moneta


il debito totale degli USA era oltre il 400% del PIL nel 2007
OGGI A FINE 2012 A QUANTO E'ARRIVATO
DOPO DUE LTRO e SALVATAGGI INFINITI?
non ce lo dicono, lo nascondono ben bene
ma tutti addosso ai PIGS che tra l'altro subiscono
la crisi partita proprio dagli USA

ALLORA secondo gli istogrammi postati
nel 2007 il debito pubblico nel 2007 era del 130% sul PIL a inizio crisi
a Q22011 dopo 4 anni il debito pubblico USA sarebbe crollato all'80% circa?
ma cos'è una barzelletta?
caso mai sarebbe il contrario
 
Ultima modifica:
il debito totale degli USA era oltre il 400% del PIL nel 2007
OGGI A FINE 2012 A QUANTO E'ARRIVATO
DOPO DUE LTRO e SALVATAGGI INFINITI?
non ce lo dicono, lo nascondono ben bene
ma tutti addosso ai PIGS che tra l'altro subiscono
la crisi partita proprio dagli USA

ALLORA secondo gli istogrammi postati
nel 2007 il debito pubblico nel 2007 era del 130% sul PIL a inizio crisi
a Q22011 dopo 4 anni il debito pubblico USA sarebbe crollato all'80% circa?
ma cos'è una barzelletta?
caso mai sarebbe il contrario

Non confondere il deficit con il debito. ;)
 
Il problema dell Italia è lo Stato....se incassa 100 spende 120 se incassa 200 spende 240... Lire Euro o Sesterzi che siano
 
il debito pubblico implicito degli USA è di 211 TRILLIONI di US$

(WASHINGTON) -- With the U.S. debt dragon slain -- at least temporarily -- legislators in Washington and money managers around the world breathed a sigh of relief Monday, after Congress, in intense weekend negotiations, seemed finally to have agreed on a solution to the $14.3 trillion debt ceiling crisis.

But is their celebration premature? What if the nation's attention had been focused all this time on the wrong number? What if U.S. debt isn't $14.3 trillion, but bigger by a factor of 14?

Bloomberg BusinessWeek, in its current cover story "Why The Current Debt Crisis is Even Worse Than You Think," argues the true measure of U.S. debt ought to be the so-called fiscal gap. That's the present value of the difference between the nation's total revenues and its total obligations. That comes to $211 trillion.

Read On ABC News Radio: Is Real U.S. Debt Figure $211T -- not $14.3T? - Business News - ABC News Radio
 
vero, ma con una moneta più debole riesci ad esportare di più
e siccome anche le importazioni costano di più, si tende ad aumentare la produzione interna
insomma si creano milioni di posti di lavoro, quindi più mezzi a disposizione per tutti, più consumi, più entrate per lo stato che riesce più facilmente a ripagare il debito
la famosa crescita che tutti invocano e che nessuno sa come attuare
quando avverrebbe in via automatica con una propria moneta nazionale più debole dell'euro

in pratica giri con la duna invece che con il bmw.
Un bengodi:rolleyes:
 


Alè, lo sai e lo sanno in troppi che la vera ragione della crisi si trova proprio nel grafico 3.
La gestione dei qe delle varie banche centrali hanno mirato e mirano proprio a non lasciare morire il debito derivato sia con struttura pubblica che privata, contabilizzato presso il sistema bancario e finanziario.
Con i miliardi spesi a tasso zero si doveva sorvegliare seriamente il deleveranging, invece si permette l'aumento mettendo carne fresca sul fuoco.

Solo che queste storie godono di scarsa diffusione nei mass media.
 

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il debito totale degli USA era oltre il 400% del PIL nel 2007
OGGI A FINE 2012 A QUANTO E'ARRIVATO
DOPO DUE LTRO e SALVATAGGI INFINITI?
non ce lo dicono, lo nascondono ben bene
ma tutti addosso ai PIGS che tra l'altro subiscono
la crisi partita proprio dagli USA

ALLORA secondo gli istogrammi postati
nel 2007 il debito pubblico nel 2007 era del 130% sul PIL a inizio crisi
a Q22011 dopo 4 anni il debito pubblico USA sarebbe crollato all'80% circa?
ma cos'è una barzelletta?
caso mai sarebbe il contrario

E' inutile contare il debito di un paese di cui devono essere contate le testate nucleari.. così come è inutile conare il debito UK quando la city è il motore di propulsione mondiale degli strumenti finanziari.. oppure considerare il debito giapponese detenuto dai samurai del lavoro
 
TOP TEN LIST - paesi col maggior debito esterno pubblico+privato

Measuring External Debt
External debt is a measure of the public and private debt, that is owed to non-residents. This list, also compiled by the CIA, gives a different top 10.

1. United States $13,980 billion
2. European Union $13,720 billion
3. United Kingdom $8,981 billion
4. Germany $4,713 billion
5. France $4,698 billion
6. Japan $2,441 billion
7. Ireland $2,253 billion
8. Norway $2,232 billion
9. Italy $2,223 billion
10. Spain $2,166 billion

fonte 10 Most Indebted Nations
 
E' inutile contare il debito di un paese di cui devono essere contate le testate nucleari.. così come è inutile conare il debito UK quando la city è il motore di propulsione mondiale degli strumenti finanziari.. oppure considerare il debito giapponese detenuto dai samurai del lavoro

si, hai ragione
contano solo i debiti dei PIGS, ahahahaha!
i debiti non guardano in faccia nessuno
li hai o non li hai
 
Di Israel Shamir -

In un solo anno il Federal Reserve System ha stampato e distribuito tra i suoi amici – maghi-banchieri Sedici trilioni di dollari, una somma superiore a dieci volte il PIL della Russia.

Questa sorprendente rivelazione è stata fatta durante la prima audizione ufficialedell’Ufficio Nazionale dei Pagamenti (GAO) e messa a tacere dalla stampa occidentale. C’è stata solo una breve recensione della rivista “Forbes”, in cui si esprime sorpresa per il velo di silenzio che ha avvolto questa fantastica conclusione.

Che cosa significano queste cifre incredibili e chi sono le persone che si nascondono dietro queste operazioni gigantesche? Il Sistema della Federal Reserve (SFR) svolge il ruolo di Banca di Stato degli Stati Uniti, vale a direstampa tanti bei foglietti verdi che poi spaccia come valuta mondiale. Ma il SFR non appartiene al governo degli Stati Uniti e nemmeno al popolo americano - è una società particolare, che assunse questa funzione nel lontano anno 1913 dopo unaccordo segreto tra i leader politici e i banchieri, a Jekyll Island.

Da quel momento tutte le banche che appoggiano la SFR guadagnano cifre immense - ogni dollaro che consegnano è un prestito che produce gli interessi corrispondenti. Dal 1991 anche la Russia ha cominciato a pagare un tributo alla SFR (infatti il sistema finanziario della Federazione Russa non è indipendente, N. di T.).

Ai libertari americani (da non confondere con gli anarchici – N. di T.) non piace la SRF. Qualcuno la considera la fonte di tutti i mali del mondo. Eustace Mullins, deceduto non molto tempo fa, negli anni cinquanta scrisse insieme al grande poeta e pensatore americano Ezra Pound, il libro ”I Segreti della Federal Reserve“, libro che fu bruciato, vietato – ma che malgrado tutto fu venduto in milioni di copie.

Da allora parlare del Sistema della Federal Reserve (SFR) negli Stati Uniti è diventato qualcosa di cattivo gusto e il modo migliore per rovinarsi la carriera, quasi quanto parlare dei Savi di Sion.


Ma un paio di anni fa il temerario senatore ribelle Ron Paul, che quest’anno è stato quasi candidato presidente degli Stati Uniti per il Partito Repubblicano, ha nuovamente sventolato la bandiera anti-SRF. Ha chiesto una auditoria aperta su questa società, sostenuto dal democratico – membro del Congresso Dennis Kucinich, che anche lui aveva provato a concorrere per la presidenza, e dal senatore indipendente Bernie Sanders.

Sono riusciti a far solo a far passare la risoluzione del Congresso che obbliga la SRF ad aprire i libri contabili al GAO, nonostante le proteste dei banchieri, in primis di Ben Bernanke e di Alan Greenspan.

L’audit – la prima dal 1913 – si è svolta ed i risultati sono stati pubblicati ufficialmente – ma messi subito sotto silenzio dalla stampa più libera del mondo, quella nordamericana. I dati dell’indagine dicono che durante e dopo la crisi del 2008 “la SRF ha emesso segretamente e distribuito 16.000 miliardi di dollari alle banche più vicine, e che poi queste li hanno spartiti distribuendo utili e premi di produzione tra i loro banchieri.”

La SRF ha chiamato questa operazione ”credito” ma non ne ha restituito nemmeno un centesimo, oltretutto il “prestito” era anche senza interessi.

Per dare un’idea delle cifre di cui si parla:

•Il PIL degli Stati Uniti è $ 14 mila miliardi,
•Il debito nazionale degli Stati Uniti è di $ 14 mila miliardi
•Il bilancio annuale degli Stati Uniti è $ 3,5 mila miliardi.
Tra chi ha ricevuto i “crediti” ci sono:

* Goldman Sachs – $ 814 miliardi;
* Merrill Lynch – $ 2000 miliardi;
* Citigroup – $ 2500 miliardi;
* Morgan Stanley – $ 2000 miliardi;
* Bank of America – $ 1300 miliardi;
* The Royal Bank of Scotland – $ 500 miliardi;
* Deutsche Bank – $ 500 miliardi;

DOMANDA: IN UN ANNO GLI USA HAN
DATO 16 TRILIONI DI DOLLARI A VARIE BANCHE
CIOE' QUASI IL DOPPIO DEI DEBITI TOTALI UE
COME MAI IL DEBITO PUBBLICO USA NON E RADDOPPIATO
DATO CHE 16 TRILIONI E' PIU'DEL PIL USA (14 TRIL.)

E CONSIDERANDO CHE POI HA DATO ANCORA E DI PIU'

INSOMMA I DATI UFFICIALI DEL DEBITO USA SONO TUTTI ERRATI

E NOI STUPIDI A CONSIDERARCI I PEGGIORI E CI FACCIAMO
CONDIZIONARE DALLE AGENZIE DI RATING AMERICANE
CHE HANNO GLI OCCHI CHIUSI SUL LORO PAESE GLI USA
E PUNTANO SOLO L'EUROPA (UK ESLCUSA, NATURALMENTE!)
 
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Certo che lo sanno tutti bene, Skepsi ... ma si guardano bene dal dirlo. :mad:

Se parlassi con una massaia dedita a tutt'altro ed appassionata di sole telenovelas, domandandole cosa pensa della "crisi", non mi meraviglierei e neanche ne avrei a male di certe risposte dettate dal lavaggio di cervello televisivo e del bombardaento mediatico in genere volti a diffondere le peggiori menzogne sulle cause della stessa e sulle eventuali soluzioni.

Dibattendo invece sul più frequentato sito di finanza d'Italia, l'ignoranza talmente diffusa e di tale profondità che percepisco da più parti non può che rendermi estremamente pessimista sulla fine che faremo.
Sarei più ottimista almeno sapendo che certi ricorrentissimi argomenti che mi tocca ascoltare sono frutto di propaganda strumentale volta a soddisfare interessi soggettivi del più svariato tipo.
Il tempo cmq non mentirà su chi saranno stati gli eventuali colpevoli e ciò che conta è averne memoria.

Speriamo bene ... :rolleyes:


La crisi economica del 1929


Alla fine degli anni 20, l'Europa e il mondo sembravano avviati sulla strada della ricostruzione dopo i traumi della prima guerra mondiale. L'economia, dopo i primi anni di sbandamento, era in una fase di sviluppo, a traino della grande espansione degli Stati Uniti.

Durante la guerra, gli USA avevano rafforzato la propria posizione di paese produttore, ed avevano finanziato gli alleati europei. Il dollaro era quindi diventato la nuova moneta di riferimento, sostituendo la sterlina.

Dopo il 1920-21 la produzione industriale aumentò ulteriormente, spinta dalle innovazioni tecnologiche e dal taylorismo. Nello stesso tempo l'occupazione nelle industrie diminuì (proprio per il salto tecnologico) e aumentò quella nei servizi (aumento della burocrazia e delle funzioni organizzative). Si diffusero alcuni beni di consumo di massa, quali l'automobile e gli elettrodomestici.

Dal punto di vista politico il decennio fu dominato dai repubblicani, che impostarono la loro politica economica sul liberismo puro, diminuendo la spesa pubblica e le imposte dirette, eliminando la normativa antitrust. Il tutto determinato da una sconfinata fiducia nella futura prosperità e benessere. In realtà tale politica colpì duramente le classi più povere, gli operai meno specializzati e di colore. I salari crescevano molto meno dei profitti, la sperequazione era molto alta.

La politica repubblicana portò anche ad una sorta di regressione conservatrice della mentalità comune: si fecero leggi per limitare l'immigrazione, considerata portatrice di ideologie sovversive (processo a Sacco e Vanzetti). Si inasprirono le discriminazioni verso i neri, anche i cattolici e gli ebrei non erano ben visti. Anche il proibizionismo era figlio di questa ideologia reazionaria, dato che il bere era considerato vizio tipico dei proletari e dei neri.

La borghesia americana era però molto ottimista sul progresso e la crescita della ricchezza, e si scatenava nelle speculazioni di borsa a Wall Street, affascinata dai grandi guadagni che si potevano ottenere comprano e vendendo azioni.

In realtà le basi dell'economia americana erano fragili. La produzione di beni di consumo durevoli era largamente sovradimensionata, il mercato interno era saturo e le industrie, protette dalle barriere doganali, basavano i loro profitti sulle esportazioni verso l'Europa e il resto del mondo. Le economie di Usa ed Europa erano fortemente interdipendenti, così quando i capitali delle banche private americane furono rivolti alle speculazioni di Wall Street, le conseguenze si fecero sentire immediatamente in Europa, ripercuotendosi subito dopo sulla produzione industriale americana.

Nel settembre 1929 la borsa di New York fece registrare i valori più elevati in assoluto,. Dopo alcune settimane di incertezza, gli speculatori cominciarono a vendere azioni per realizzare i guadagni. Il 24 ottobre (giovedì nero) furono venduti 13 milioni di titoli, il giorno dopo 16 milioni. La montagna di vendite fece ovviamente crollare le quotazioni, che a novembre si dimezzarono, facendo così svanire nel nulla vere e proprie fortune. Il crollo del mercato colpì fortemente le classi agiate, ma finì poi per ripercuotersi su tutta l'economia del paese. Gli USA reagirono inasprendo il protezionismo e tagliando i crediti all'estero. Ciò provocò una contrazione fortissima del commercio mondiale, e scatenò una reazione a catena che comportò la chiusura di fabbriche, l'aumento della disoccupazione, la crisi dei consumi e delle imprese commerciali, la sovraproduzione agricola. Vi fu una diminuzione drastica della produzione industriale e di materie prime in tutto il mondo, i prezzi, soprattutto quelli agricoli, crollarono. I disoccupati erano diversi milioni, sia in USA che in Europa. Tutto ciò non poteva che portare a sconvolgimenti politici.

In Europa la crisi della produzione e dei commerci colpì inizialmente le banche austriache e tedesche, che fallirono in massa. Di conseguenza le finanze inglesi, che avevano investito in quegli istituti di credito, subirono un duro colpo, e il governo GB fu costretto a svalutare la sterlina. Altri provvedimenti di svalutazione furono presi da molti paesi, nella speranza di favorire la ripresa delle esportazioni, contro l'imperante imposizione di dazi doganali.

All'acuirsi della crisi contribuirono anche l'incapacità dei governi ad affrontarla. Si pensò infatti di contenerne gli effetti con politiche liberiste quali la riduzione della spesa pubblica, tagliando gli stipendi degli statali e i servizi sociali, ma questo non fece altro che comprimere ulteriormente i consumi, aumentando la recessione.

L'economia europea non si sarebbe ripresa che con le politiche di riarmo precedenti lo scoppio della seconda guerra mondiale.


In Germania la crisi ebbe effetti devastanti, in quanto l'economia dipendeva ancora molto dagli aiuti americani. Il governo Bruning portò avanti una politica di austerità, riuscendo poi a far sospendere il pagamento delle riparazioni di guerra. La conseguenza fu però quella di creare un esercito di disoccupati che andarono ad ingrossare le fila dei movimenti estremisti, soprattutto dei nazisti.

Anche in Francia venne seguita una politica simile, ma i risultati non si videro fino al 39, anche perchè non si volle svalutare il franco. Fu un periodo di notevole instabilità politica.


In Inghilterra il premier laburista MacDonald cercò di tagliare il sussidio di disoccupazione, e dovette combattere con il suo stesso partito, formando un governo di coalizione con liberali e conservatori, e procedendo alla svalutazione della sterlina e all'applicazione di dazi doganali per favorire il commercio all'interno del Commonwealth. La GB fu il primo paese ad uscire dalla crisi, nel 1933.

........

to be continued ... :rolleyes:

La crisi economica del 1929

Il valore nominale presente nei vostri (nostri) conti correnti e conti titoli non corrisponde minimamente al valore effettivo che, su Vostra legittima richiesta, potrebbe esservi restituito.
Ecco che chi, conti alla mano, è ben consapevole di questo cerca di drenare questo valore da una parte all'altra per PROVARE a riequilibrare il sistema perverso che ha creato questo abominio.
Tuttavia la sproporzione tra i due valori (son convinto che non ne abbiano idea della misura neanche gli artefici di tutto questo) è talmente abnorme che, nel caso, saranno necessari decenni di ricchezza reale prodotta da drenare dalle tasche di chi effettivamente la produce verso quelle di chi è l'artefice di questo scempio.
Subentrano a questo punto altre condizioni necessarie a limitare la libertà politica ed economica (conseguentemente minandone la capacità di reazione) di chi potesse non accettare suddette condizioni mandando all'aria il programma.
Ergo: saranno c.zzi amari per tutti, in un modo o nell'altro.:rolleyes:
 
L'UNICO VERO MOTIVO DELLA "CRISI", che non può essere diffuso pena chiusura delle Banche in tutto il mondo ed addio ai risparmi di centinaia di milioni di persone, E' LA MONTAGNA DI M.RDA DERIVATA IN PANCIA ALLE BANCHE, per la maggior parte, in misura spropositatamente superiore, alle MafioBanche Anglosassoni.
Da qui l'attacco frontale ad individuare altri colpevoli per provare a dissanguarli mettendo una pezza ai loro Veri Bilanci catastrofici. Ma sarà tutto inutile.

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