Le presidenziali francesi sono l’ultima chiamata per il populismo in Europa. Poi il treno è perduto.
Con Germania a guida socialista e Francia con macron confermato, tutti faranno spallate in Italia per buttarsi al centro.
Come trasformismo i nostri non li batte nessuno, salame nutella è campione mondiale.
Se è vero che siamo trasformisti come pochi, non concordo completamente sul resto della valutazione. L'Italia forse è stata la prima tra i paesi sviluppati a evidenziare numeri rilevanti, con il botto di voti Lega e 5 stelle. Adesso tocca alla Meloni, ma Giorgia è figlia dell'attuale classe politica, pure lei si smusserà al bisogno.
Secondo me i cd "populismi" non potranno che aumentare i consensi per 2 motivi: la fine delle classificazioni politiche standard e la demografia.
A livello sociale però non cambieranno molto i driver che hanno spinto questi partiti verso il consenso elettorale:
- la classe media, maciullata dalla globalizzazione, non credo troverà una rinascita, soprattutto con le sfide dei prossimi anni;
- mancanza di rappresentatività: i cd. progressisti si impegnano in battaglie (anche giuste per carità) quali diritti civili, ambiente, integrazione, cultura, temi che sono sempre più lontani dalla quotidianità di molti italiani con redditi bassi o bassissimi. D'altra parte i "conservatori" cavalcano l'onda, spesso sfruttando frizioni sociali, ma non perseguono politiche redistributive o di equità. Nonostante le aspirazioni manca sempre un'area liberale vera: in italia c'è un approccio alle liberalizzazioni simile alla Russia di Eltsin, tutto in mano agli amici. (La cosa realmente preoccupante è che da qualsiasi fazione politica si evinca lo stesso pseudo messaggio: statalismo. Cambiano le camicie ma rimangono gli affari con le partecipate, le nomine di interesse, la spesa pubblica per pompare gli amici, ecc.);
- aumenta il distacco tra la "gente comune" e le istituzioni. Quando si parla di organismi sovranazionali come la UE parliamo di gente eletta da gente eletta da gente eletta ecc. ecc. Il PE, la Commissione o altro, per il cittadino sono organi lontanissimi dalla loro esistenza, i cui atti però sono molto impattanti.
La demografia impatta mostruosamente. Innanzitutto perché fisiologicamente le popolazioni anziane, per ovvie ragioni di orizzonte temporale, tendono a privilegiare politiche di breve termine, e la massa crescente di anziani avrà sempre maggior potere elettorale. Le fasce più giovani, sempre meno ricche e in competizione globale, potrebbero diventare serbatoio di nuovi movimenti anti sistema.