Locandine..colonne sonore...musiche di films




Un'ombra negli occhi

Film del 2021 diretto da Ole Bornedal.
Pellicola storico-drammatica danese

Il film trae spunto dall'Operation Carthage, effettuata dalla Royal Air Force, il 21 marzo 1945. L'operazione aveva come obiettivo la distruzione dell'edificio Shellhus, il quartier-generale della Gestapo nel centro di Copenaghen in Danimarca.


Nel corso dell'operazione, uno dei primi aerei si schiantò nei pressi della Scuola Francese, a circa 1 chilometro e mezzo dal reale obiettivo, determinando l'identificazione della scuola come bersaglio che quindi fu erroneamente colpita e distrutta dagli aerei delle ondate successive.

AAAABR69WeqLgIEw78A01u6Nx-aO4WWDCVmG8fJFArNZ6qw9DeQxX6SD43QDkmuwb5qtKw2MX_jNwM12pMWFwbeprqoCiQWfe_TpGElnI0P4SXdVY_BP_CqI_9lZiGQTvmURPRXVdQ.jpg


Nella campagna danese dello Jutland, nel febbraio 1945, un'auto con quattro persone a bordo che si recano ad un matrimonio, è attaccata da un aereo britannico che la crivella di colpi uccidendo tutti gli occupanti. Henry, un ragazzino che si trovava in bicicletta nei paraggi, è il primo a raggiungere l'auto e resta scioccato dalla visione della strage. Non riuscendo più a parlare e soffrendo anche di agorafobia, dopo una visita che ne riscontra la gravità del trauma, è inviato dalla famiglia dai parenti a Copenaghen per cercare di ritrovare la normalità in un contesto diverso.

Così, con la cugina Rigmor, comincia a frequentare una scuola cattolica francese, dopo aver fatto amicizia anche con la piccola Eva, che ha subito un trauma recente anche lei, assistendo all'esecuzione di un giovane della resistenza, da parte della polizia filotedesca.

Infatti la resistenza non ha mai smesso di combattere il regime nazista e i ribelli vengono torturati e carcerati in un grande edificio nel centro della capitale danese, che è anche la sede della Gestapo in Danimarca, il cosiddetto Shellhus.

I tedeschi nascondono i prigionieri nel sottotetto, a mo' di scudi umani. I vertici della resistenza però fanno richiesta alla aeronautica britannica di bombardare lo Shellhus, ritenendo la probabile uccisione dei circa 30 prigionieri presenti, un sacrificio utile.

Tra le suore della scuola cattolica c'è una novizia, Teresa, che ha dei dubbi di fede e preoccupa la sua superiora. Quando entra in contatto con Frederik, un ragazzo della HIPO, la polizia danese a servizio dei nazisti, cerca di salvargli l'anima ma rimane invischiata nei suoi dubbi e intraprende una sorta di relazione che ne determina un immediato provvedimento di allontanamento.

un-ombra-negli-occhi-film-1024x576.jpg


Prima che questo si concretizzi, la mattina del 21 marzo, la RAF avvia la sua operazione per distruggere la sede della Gestapo e, arrivata con la prima ondata sui cieli di Copenaghen, inizia a bombardare l'edificio. Uno degli aerei però ha un incidente e non può evitare di precipitare andando a schiantarsi proprio contro l'istituto religioso e scolastico. Eva si era allontanata dalla classe in compagnia di Henry, e entrambi si salvano nell'impatto, con la bambina che lascia la scuola e il ragazzino resta nei paraggi.

Gli aerei che arrivano con la seconda e terza ondata, vedendo il fumo e le fiamme uscire dalla scuola, prendono quella come obiettivo da colpire e infieriscono sulla stessa, in luogo dello Shellhus, vero bersaglio. Avendo staccato i collegamenti radio, è impossibile avvisare gli aerei che seguono, anche da parte di chi si è già accorto dell'errore.

Nella scuola ci si rende conto che il primo impatto non è casuale perché continuano a piovere bombe. Così, nel terrore, le suore portano le bambine nel sotterraneo, finché, a seguito degli insistenti bombardamenti, non crolla anche questo.

Unombra-negli-occhi.jpg


Dalla città quindi accorrono tutti i familiari delle bambine per portare soccorso ma è subito evidente che si tratta di una strage. Tra i soccorritori c'è anche Frederik, che ha lasciato la HIPO dopo i dubbi instillatigli da Teresa, e ora si spende eroicamente per cercare di salvare i superstiti dal sotterraneo, tra i quali c'è proprio l'amata novizia. Henry, intanto è accorso in aiuto ai pompieri facendo la spola tra le macerie della scuola e il vicino teatro nel quale sono stati alloggiati i parenti delle scolare, in attesa di notizie. Il ragazzo, riacquistata la forza di parlare, informa delle bambine portate in ospedale, dando speranza alle famiglie in attesa. Quando incrocia la mamma di Eva, che già piangeva la morte della figlia, le dice candidamente che la figlia probabilmente è già a casa. E infatti tornata di corsa a casa, la mamma può riabbracciare sua figlia, sotto choc, ma salva.

Un ulteriore crollo toglie invece tutte le speranze di trovare altri superstiti e investe anche l'intrepido Frederik, corso a soccorrere.

Alla fine si conteranno 86 vittime tra i bambini, 19 tra gli adulti, con più di cento feriti.


skyggen-i-mit-oje-gal2.jpg


The-Bombardment-est-il-base-sur-une-histoire-vraie.jpg


skyggenkinotur.jpg
 
GHOSTS
Film psichedelico e terrificante interamente generato dall’Intelligenza Artificiale

Su Vimeo, sito di condivisione video per lo più artistici, è apparso il cortometraggio Ghosts.
La sua particolarità è che esso è creato con complessi «loop» («cicli») creati con l’Intelligenza Artificiale.
Il sistema utilizzato è il network neurale StarGAN2 (GAN sta per Generative Adversarial Networks, il tipo di algoritmi con cui creano anche i Deep Fake), che realizza un morphing (cioè una transizione graduale delle forme) tra immagini generate dalla macchina.

L’arte prodotta da un uomo ci permette di vedere dentro l’anima di quell’uomo.
Quindi, cosa vediamo, tramite questo film, dentro all’Intelligenza Artificiale?
Come è possibile a questo punto non inquietarsi?



Per visionarlo:
https://vimeo.com/633172534?embedded=true&source=video_title&owner=1684232
 

Allegati

  • ghosts-vimeo-2-1536x864.jpg
    ghosts-vimeo-2-1536x864.jpg
    79,8 KB · Visite: 16
godard-682x1024.jpeg


"Nel cinema francese, fu come un'apparizione. Poi, ne divenne un maestro":
così in un tweet, il presidente francese, Emmanuel Macron, ricorda Jean-Luc Godard

Il regista della Nouvelle Vague, il franco-svizzero Jean-Luc Godard, è morto ( con il suicidio assistito) all'età di 91 anni.

Nato ricco. Padre medico, madre figlia di banchieri svizzeri. Lo mandano in un collegio a Nyon, nel Canton Vaud, poi alla Sorbona, facoltà di etnologia, ma non studia...è ribelle. Quando il padre gli taglia i fondi è costretto ad arrangiarsi. L’etnologia non gli interessa, lui in mente ha il cinema.
«Il cinema mi ha fatto scoprire un altro mondo, che né la letteratura né la pittura potevano mostrare»

Si accostò al cinema alla fine degli anni Quaranta frequentando la cineteca e i cineclub parigini con un gruppo di giovani amici (François Truffaut, Eric Rohmer, Jacques Rivette ecc.) che costituì il nucleo originario della futura Nouvelle vague.

Esordì con Fino all’ultimo respiro (1960), una specie di film manifesto, critica radicale del linguaggio cinematografico tradizionale. Poi, in mezzo secolo di attività, ha realizzato più di cento film, di tutti i formati e le lunghezze possibili, tanto che il critico cinematografico Jean-Michel Frodon ha definito la sua opera «una specie di foresta magica in cui ci si perde a piacere».

Il suo modo di girare era basato sulla rapidità, su sceneggiature appena abbozzate che lasciavano il primato alla ripresa e alle circostanze offerte dal caso e dalla personalità degli attori. I temi erano in senso lato politico-sociali: gli echi della guerra d'Algeria (Le Petit soldat, 1960, ma uscito nel 1963 per problemi di censura), la condizione della donna e dei giovani (Vivre sa vie, 1962; Une Femme mariée, 1964; Masculin, féminin, 1966; Deux ou trois choses que je sais d'elle, 1967); ma con sconfinamenti in ogni direzione: dalla commedia brillante (Une Femme est une femme, 1961) all'apologo favolistico (Les Carabiniers, 1963, dalla pièce di B. Joppolo), dall'adattamento letterario (Le Mépris, 1963) alla variazione sui generi classici, quali la fantascienza (Alphaville) o il film noir (Made in U.S.A., 1967).
Al di là dei soggetti e delle ambientazioni, quasi sempre urbane e contemporanee, erano soprattutto il linguaggio e le forme narrative sempre più libere (scansioni o interruzioni del racconto con scritte e inserti eterogenei, alternanza di inquadrature molto costruite e di scene casuali e improvvisate, riferimenti all'attualità, alla pubblicità, al mondo del cinema e dell'immagine) a farne degli esemplari film-saggio sul disorientamento e la confusione di valori della condizione moderna, sempre sensibili però alle emozioni dei loro personaggi.

E-de-Poder-Nota.jpg


Sintesi e capolavoro di questo primo periodo può essere considerato Pierrot le fou (1965), interpretato da Jean-Paul Belmondo e Anna Karina, moglie di G. dal 1961: un romantico, nichilista e caleidoscopico inno alla libertà e ai sentimenti intrecciato con riflessioni e digressioni che spaziano dalla politica alla pittura alla letteratura, ponendo però sempre la natura del cinema al centro della ricerca dell'autore. Nella seconda metà del decennio i temi affrontati dal regista diventarono sempre più esplicitamente politici e film come l'anarchico-surrealista Week-end (1967) o il marxista-utopista La Chinoise (1967, che vinse il Premio speciale della giuria alla Mostra del cinema di Venezia) sembrano prefigurare la rivolta studentesca del maggio 1968, cui G. partecipò attivamente sia filmando gli avvenimenti sia avviando un'importante riflessione politica e teorica sul senso del cinema nella società capitalista.

Sono gli anni della militanza politica che lo porteranno a film corali con il gruppo Dziga Vertov formato da lui e vari registi. Il punto topico dell’impegno politico sarà nel 1972 con “Crepa padrone, tutto va bene” con la coppia d’intellettuali in crisi formata da Jane Fonda e Yves Montand, firmato in tandem con Jean Pierre Gorin.

Sciolto Dziga nel 1972, il regista non produce nulla per tre anni e va a vivere a Grenogle con la sua nuova compagna Anne Marie Mieville.

3447813.image


In questo periodo Godard inizia a provare la nuova cinepresa in 16mm Aaton. La utilizza nelle sei trasmissioni di “Six fois deux” del 1977.

L'opinione che Godard nutre verso il mestiere dell'attore non è delle più positive, infatti egli afferma:

"Gli attori li trovo ******, li disprezzo. Si, è così, gli dici di piangere e piangono,
gli dici di camminare a quattro gambe e lo fanno. Lo trovo grottesco. Non so, non è gente libera...".


jean_luc_godard_fg.jpg


E' proprio per questo che egli lavora sull'attore in modo da "liberarlo" dalla sua posizione di subordinazione e farlo intervenire di persona e responsabilmente nel film.
Il tocco magico del maestro ritorna nel 1980 con “Si salvi chi può (la vita)”, che segna il ritorno al privato dopo il ’68. Segue nel 1982 il film nel film “Passion”, storia di un regista polacco che deve girare una pellicola e che intreccia una liason con la proprietaria dell’hotel dove alloggia.

La Carmen di Bizet in chiave moderna è il plot di “Prénom Carmen” del 1983, Leone d’Oro a Venezia. Mentre fa molto scandalo il lavoro successivo “Je vous salue, Marie” del 1984, con una ricostruzione contemporanea della figura della Madonna vergine e madre. In realtà, il lavoro è tutt’altro che blasfemo anzi inneggia alla purezza e ha Bach di sottofondo.

Negli anni a venire, Godard continua a realizzare pellicole e nel 1990 firma “Nouvelle Vague” con Alain Delon e Domiziana Giordana, storia d’amore di una ricca signora svizzera con un uomo e il suo doppio.

Per “Germania anno 90 nove zero” del 1991, s’ispira al capolavoro di Rossellini. L’amore in tutte le sue sfaccettature è al centro del difficile “Eloge de l’Amour”, del 2001, in un bellissimo bianco e nero.

Tra gli ultimi impegni del regista ricordiamo: "Notre musique" del 2004, il film collettivo “Paris, Je t’aime” del 2006 presentato a Cannes, atto d’amore corale per la capitale francese, e "Film Socialisme" del 2010 descritto dal regista stesso come una sinfonia a tre movimenti.

Il suo testamento artistico è del 2014: "Adieu au langage", storia dai risvolti esistenziali di una coppia in crisi e del proprio cane.

"Il ricordo è l'unico paradiso dal quale non si può essere cacciati".


Godard_GettyImages-543903770.jpg
 


IRENE PAPAS... un altro addio nel mondo della celluloide.

Nasce a Chiliomodi, nei dintorni di Corinto nel 1926. Si afferma già da giovanissima come una notevole attrice teatrale, soprattutto nei ruoli femminili importanti della tragedia classica greca.
Irene viene notata dai produttori italiani che la chiamano a Cinecittà per offrirle ruoli di bellezza mediterranea come avviene nel 1953 per Le infedeli di Mario Monicelli e nel 1954 per Attila di Pietro Francisci.
Nel frattempo, resta in contatto con il regista di origine greca Michael Cacoyannis, che la invita a Hollywood: qui inizia una nuova fase della carriera e si fa notare nel mondo del cinema. Insieme, coinvolgendo anche Anthony Quinn, i due realizzano Zorba il greco (1964), che fa il giro del mondo e consacra il successo di una danza nazionale greca, il sirtaki.



Irene torna però in Italia, dando inizio a una fase impegnata della sua vita, sia dal punto di vista politico, partecipando ad attività contro la dittatura in Grecia, sia da quello professionale, lavorando con registi come Pietro Germi e Francesco Rosi.
In Italia la sua interpretazione più popolare resta quella di Penelope nello sceneggiato televisivo Odissea di Franco Rossi, del 1968, dal quale è stato tratto il film Le avventure di Ulisse.

Durante gli anni Ottanta interpreta numerosi film, tra cui Tutto in una notte (1985) di John Landis e Cronaca di una morte annunciata (1987) di Francesco Rosi. A partire dalla metà degli anni Novanta si trasferisce in Portogallo dove collabora intensamente con Manoel de Oliveira (Inquietudine e Un film parlato) , con una breve pausa per partecipare al film di John Madden, Il mandolino del capitano Corelli.



Nel 2004 con Giuliana Berlinguer ha co-diretto il film Ecuba dal testo teatrale di Euripide.
Nel 2005 ha diretto, con assoluto riconoscimento di critica e pubblico, l'Antigone di Sofocle al Teatro Greco di Siracusa. Ha partecipato a oltre 80 film.

Alcune curiosità: Federico Fellini era un suo sincero ammiratore; Irene era molto amica di Katharine Hepburn, con la quale recitò in Le troiane di Michael Cacoyannis, la Hepburn una volta disse che Irene era "una delle migliori attrici nella storia del cinema".
In un'intervista, dopo la morte di Marlon Brando, Irene disse che aveva avuto una relazione con l'attore americano in passato e che erano rimasti "cari amici" fino alla fine.


61Ij1xMI1hL._AC_SL1000_.jpg


photo_2022-09-14_16-35-20.jpg


gettyimages-914864472-dfa09d87338a9758255aafce43c8daf5bb14cae4-s1100-c50.jpg


d62ee6c0-341c-11ed-bf64-002d9823299c


6927362_14102927_irene_papas_morta_1.jpg
 



Lussuria - Seduzione e tradimento

Film del 2007 diretto da Ang Lee, tratto dall'omonimo romanzo di Zhang Ailing.
"Con 'Se, Jie' ('Lussuria, attenzione') anche Ang Lee vuole mostrare quello che altre volte aveva solo fatto intuire: la forza dei sentimenti troppo a lungo repressi, che possono diventare devastanti all' interno di un rapporto nascosto e proibito. (...) Ang Lee li filma con insistito realismo, tanto da aver accreditato - quanto volontariamente non si sa - la diceria che non si tratti solo di finzione .

Attori: Tony Leung Chiu Wai - Sig. Yee, Tang Wei - Wang Jiazhi/sig.ra Mak, Joan Chen - Sig.ra Yee, Wang Leehom - Kuang Yu-Min, Johnson Yuen, Chu Chih-ying, Anupam Kher


locandina.jpg


Film ambientato nella Shanghai degli anni quaranta, occupata dai giapponesi, narra la storia di una studentessa arruolatasi in un gruppo di ragazzi universitari per mettere in atto un assassinio ai danni di un direttore del servizio segreto del governo fantoccio giapponese.
Siamo come l'ago e il filo, uniti per sempre

Fingendosi una sofisticata signora diventerà l'amante del traditore. Giorno dopo giorno rivela ai suoi compagni ogni spostamento dell'uomo, convinta di volerlo vedere morto, ma intanto si lega a lui con una passione incredibile e quasi animalesca per cui le cose dentro di lei iniziano a cambiare.



- Solo quello che resiste alle prove più dure è vero amore…

Wang si sente ogni giorno più confusa. Fare l'amore con Yee è il suo modo di torturarlo ma nello stesso tempo comincia ad avere paura di perderlo e di vederlo morire. Terribile la conclusione (e la morale) del film. Il gruppo viene annientato, sopravvive sia pure morso dalla paura il carnefice. Wang lo ha salvato immolandosi...


271_Img4.jpg


IMMAGINE-IN-EVIDENZA-ARTICOLI3-min.jpg


50.jpg


lussuria-seduzione-e-tradimento.jpg


lussuria-2007-ang-lee-27.jpg
 


Nido di Vipere

Film di genere giallo, drammatico, thriller del 2020, diretto da Yong-hoon Kim, con Do-yeon Jeon e Jung Woo-sung.
I destini di quattro miserandi si intrecciano e il colore dei soldi diventa il rosso del sangue in un puzzle di vite grottesche

Nido di vipere - ma il titolo internazionale Beasts Clawing at Straws, letteralmente "Bestie che si aggrappano alla paglia", spiega tutto quel che c'è da sapere nel migliore dei modi - può vantare tutti gli ingredienti essenziali: valigie piene di soldi, donne fatali che non esitano a uccidere, indebitati in un gorgo di disperazione, tipi che si credono più furbi degli altri (ma si sbagliano).
La metafora dello squalo toro, espressa da uno dei personaggi di Nido di vipere, riassume bene il senso di questo neo-noir coreano. Quando deve riprodursi, la femmina dello squalo toro ospita nel proprio ventre circa cinquanta embrioni che si mangiano a vicenda finché ne rimarrà solo uno, destinato alla nascita.


nido-di-vipere.jpeg


Il film racconta le difficili esistenze di un gruppo di persone tra loro sconosciute, ma legate dal destino e da una borsa piena zeppa di denaro, che a ognuno di loro occorre per motivi differenti. Joong-Man (Sung-Woo Bae) era il proprietario di un negozio ormai fallito, motivo per cui ora lavora come dipendente part-time in una sauna, prendendosi cura della madre malata. Un giorno, mentre è a lavoro, rinviene in un armadietto una borsa contenente moltissimi soldi e decide di nasconderla nel magazzino, tenendo all'oscuro anche i suoi colleghi, così da potersene appropriare in caso nessuno si presentasse a reclamarla. Tae-Young (Jung Woo-sung) è un funzionario della dogana, che deve una grossa cifra a un gangster per sanare il debito della sua ex fidanzata Yeon-Hee (Jeon Do-yeon), di cui non ha più notizie da alcune settimane. Mi-Ran (Hyeon-bin Shin), invece, è una hostess, che lavora in un bar per soli uomini, mentre a casa l'attende il marito, un uomo molto violento. Grazie a un cliente, la donna decide di sbarazzarsi una volta per tutte del coniuge, facendolo uccidere, ma le cose non andranno nel verso giusto.
I destini di questi tre personaggi e le loro vite si intrecceranno inevitabilmente, mentre ognuno di loro cerca di tirarsi fuori dai guai in cui si è cacciato.


Nido-di-vipere-copertina.jpg.webp


nido-di-vipere-recensione-nerdevil-6.jpg


nido-di-vipere-18


Nido-di-vipere-2-1024x683.jpg
 
49771.jpg


BATTLE ROYALE

Un film del 2000 di Kinji Fukasaku.
Con Tatsuya Fujiwara, Aki Maeda, Taro Yamamoto, Kou Shibasaki
Il soggetto è tratto dall'omonimo romanzo di Koushun Takami.

Il film vede tra i protagonisti Takeshi Kitano e racconta la storia di Shuya Nanahara, uno studente di scuola media che sta lottando con il suicidio del padre e che viene costretto dal governo a competere in un gioco mortale in cui gli studenti della sua classe devono combattere all'ultimo sangue. Solo l'ultimo superstite avrà il diritto di vivere.
Durante il gioco, i ragazzi devono uccidersi a vicenda, difendendo la propria incolumità. Prima dell'inizio, a ciascun ragazzo viene cinto il collo con un collare elettronico, che esplode se tenta di toglierlo o entrando in una zona proibita. Ogni concorrente ha in dotazione una sacca nella quale trova una bussola, una mappa dell'isola, viveri per 3 giorni e un'arma. Le armi vengono assegnate ai concorrenti in maniera del tutto casuale, spaziando dai mitragliatori ai bastoni, dalle balestre alle accette, dai binocoli ai coperchi per le pentole. Solo l'ultimo sopravvissuto verrà eletto vincitore e potrà finalmente tornare a casa. Se allo scadere dei tre giorni durante i quali si svolge il gioco, saranno in vita più individui, il comitato supervisore dei ragazzi li ucciderà tutti, facendo esplodere il loro collare.



Il film ha suscitato polemiche sia nazionali che internazionali ed è stato vietato a titolo definitivo o deliberatamente escluso dalla distribuzione in diversi paesi.

Battle Royale è stato per il Giappone e, in misura minore e con qualche ritardo, anche per l’Occidente, uno choc culturale paragonabile all’impatto di Arancia meccanica negli anni 70. La forza del film sta nella incapacità, tutta nipponica, di scendere a compromessi. Senza voler dimostrare una tesi, ma con la sola brutalità dei fatti rappresentati, Fukasaku mette in scena l’apocalisse di una società lacerata e senza speranza, in cui ex insegnanti sfogano la loro frustrazione su teenager sfuggiti al controllo, in un grottesco e ludico reenactment del quadro di Goya su Saturno che divora la propria prole


171931792-b8d699ea-4f8a-4173-b84d-edf6f975a633.jpg


Battle-Royale.jpg


images


compagne-di-scuola-in-battle-royale-si-puntano-le-armi-addosso.jpeg
 


White Noise

Film del 2022. Regia Noah Baumbach Interpreti Adam Driver, Greta Gerwig, Don Cheadle, Raffey Cassidy, Sam Nivola, May Nivola, Jodie Turner-Smith, André L. Benjamin


Basato sull'omonimo romanzo di Don DeLillo del 1985, White Noise è una visione satirica della vita familiare e del mondo accademico.
Jack Gladney (Driver) è un professore di studi hitleriani che vive in una città del Midwest con la sua quarta moglie, Babette (Gerwig) e i suoi numerosi figli.

E7ASrD5VIAALFWG.jpg


Le sue lezioni, grazie al suo carisma e alla sua teatralità, sono dei veri e propri happening. La sua famiglia lo adora, dimostrandogli sempre grande affetto e stima. È infatti quello che si definirebbe un buon padre. È innamoratissimo della moglie, Babette, e lei lo è di lui. Cos’altro può desiderare?
Una sera, però, prima di addormentarsi i due si confidano. Sì, Babette e Jack sono una di quelle coppie che ama raccontarsi continuamente e che non sopporta l’idea di avere segreti. Entrambi hanno paura di perdersi, temono che l’altro possa morire per primo. A Babette l’esistenza senza Jack appare come una voragine spaventosa, a Jack un vero e proprio abisso. Eppure, quando li vediamo spingere un carrello al supermercato, circondati da merce sfavillante che chiede solo di essere comprata promettendo in cambio un’assoluta felicità, per un momento dimentichiamo quella paura. Morire non sembra neanche lontanamente possibile tra quelle confezioni colorate e quei prodotti che ricordano per la loro perfezione i quadri di Andy Warhol, in cui l’oggetto del consumo è esaltato in tutto il suo potere estetico.

46b84501-ea52-4c05-be88-8d00c6029938-white-noise-teaser.jpg


Mi parve che Babette e io, nella massa e varietà dei nostri acquisti, nella grassa abbondanza suggerita da quei sacchetti – il peso, le dimensioni e il numero, i disegni familiari delle confezioni e la vivacità dei caratteri, le scatole giganti, i formati famiglia con il contrassegno fosforescente dell’offerta speciale – nonché nella sensazione che provavamo di esserci riempiti di scorte – il senso di benessere, la sicurezza e l’appagamento che quei prodotti apportavano a una sorta di casetta annidata nel nostro intimo -, mi parve, dicevo, che avessimo conseguito una pienezza dell’essere che doveva risultare ignota a coloro che hanno bisogno di meno, si aspettano di meno, incentrano tutta la loro vita su solitarie passeggiate serali.

venezia1200-690x362.jpg


E mentre Jack è impegnato all’università nel tenere una lezione su come Hitler sia stato capace di incantare le masse, un camionista ubriaco che trasporta materiale infiammabile colpisce in pieno un treno carico di liquidi tossici. L’esplosione è immediata e in poche ore una nube ha già coperto la città, minacciando l’esistenza di Jack e della sua famiglia.
È una corsa contro il tempo, un disperato tentativo collettivo di sopravvivenza. Babette e Jack questa volta saranno costretti a fare davvero i conti con quella paura che, proprio come la nube tossica, minaccia le loro vite. E sarà proprio svuotando un secchio pieno di rifiuti – gli stessi che fino a poco tempo prima in tutta la loro bellezza e promessa di salvezza occupavano gli scaffali di un supermercato – che Jack scoprirà il punto di rottura, la frattura da cui bisogna ripartire per tenere unita, ancora una volta, la sua famiglia
.



MV5BMDdmYjc3Y2EtM2FjYS00NGI2LTliZjgtYmQxMzJiMmUxNmI4XkEyXkFqcGdeQXVyNjY1MTg4Mzc@._V1_FMjpg_UX1000_.jpg
 


ASTOLFO

Un film (2022) di Gianni Di Gregorio
con Gianni Di Gregorio , Stefania Sandrelli e Agnese Nano

Astolfo, un pensionato che dalla vita non si aspettava più niente, viene sfrattato dal suo appartamento
e ripara nella vecchia casa di famiglia. Lì incontrerà Stefania, musa discreta e determinata, che lo innamora. e si innamora.

62168.jpg


Astolfo: Questo era il salone di casa mia.
I preti piano piano se la stanno mangiando tutta 'sta casa.


Astolfo, placido pensionato romano settantenne, viene sfrattato dal suo appartamento e decide di tornare a vivere nella casa di famiglia, un palazzotto un tempo nobiliare e oggi in sfacelo, in un paesino dell’Italia centrale. Trova un paio di stravaganti abusivi che vivono lì, un sindaco sgradevole e impiccione, un vecchio amico che si è arricchito. E, senza volerlo, senza cercarlo, trova anche l’amore: Stefania, una signora vedova che il figlio vorrebbe confinare al ruolo di nonna e che invece è piena di voglia di vivere.

1666067407_110_trailer-e-anticipazioni-film-Gianni-Di-Gregorio.jpg


Astolfo: Ho conosciuto una signora!
Daniel: Ti piace?
Astolfo: Eh, sì!
Daniel: Beh, allora!
Astolfo: E oggi le ho fatto il messaggino e lei m'ha risposto!


42251_orig.jpeg
[/IMG]

Il film ha il coraggio di guardare avanti senza negarsi le occasioni che la vita offre , di osare in entusiasmo e ottimismo e leggerezza. E' un cinema garbato, educato, solare, quello di Gianni Di Gregorio, che bussa sempre alla porta prima di entrare nelle nostre vite, non si sa mai (ma non capita....) che disturbi. Che dice buongiorno e buonasera e fa ancora il baciamano, galante ma senza per questo diventare ridicolo


"Credo che Astolfo sia il film più allegro e spensierato che ho fatto.
Sicuramente il lungo isolamento dovuto alla pandemia e un acciacco di salute hanno scatenato una reazione straordinaria e incontrollata, considerando il fatto che mi sono messo a parlare d'amore alla mia età.
Ma in effetti l'amore non ha età, e lasciare aperto uno spiraglio all'amore, all'empatia e all'amicizia è importante per la qualità della nostra vita.
Ho trovato degli attori formidabili con i quali è nato un profondo rapporto.
E poi l'incontro con la meravigliosa Stefania!
Ogni film è faticoso, ma stavolta devo dire che ci siamo tutti molto divertiti." (Gianni de Gregorio)



Astolfo.jpg


astolfo-recensione_jpg_1280x720_crop_q85.jpg


astolfo_luckyred_4.jpg
 


-Quello che le avevo detto, in realtà lo avevo detto a me stesso. Non si può sovrapporre
un amore a un altro. Avevo cercato in lei la prima Su Li-Zhen, senza accorgermene,
ma lei lo aveva capito. (Chow)




2046

Film del 2004 scritto e diretto da Wong Kar-wai.

È il sequel di Days of Being Wild e In The Mood For love e segue le vicende di Chow Mo-wan dopo la relazione
con Su Li-zhen (mostrata in In The Mood For love), mischiato ad alcuni elementi di fantascienza.


Nel 2046 corre una rete che collega ogni punto della terra. E c'è un treno misterioso che parte
regolarmente verso il 2046. Tutti quelli che vanno al 2046, hanno un solo pensiero in mente:
ritrovare i ricordi perduti. Perché si dice che niente cambia mai nel 2046. Ma nessuno sa se quel
punto esiste veramente, perché nessuno è mai tornato. (Chow)


41td8uksN2L._SY445_.jpg


2046, film drammatico scritto e diretto da Wong Kar-wai, racconta la storia di Chow Mo Wan (Tony Leung), giornalista e scrittore di romanzi erotici che vive a Hong Kong alla fine degli anni Novanta. L'uomo alloggia all’Oriental Hotel, nella stanza proprio accanto alla 2046, il numero di una camera d'albergo, (la stessa in cui Tony Leung e Maggie Cheung si vedevano in In the Mood for Love) dove si incontrava con la bellissima Su Li Zhen (Gong Li). Ma l'amore è un sentimento sfuggente e il cronista non riesce conquistarlo. È disperato perché ha perso l'unica donna della sua vita, lei lo ha lasciato e non è mai più tornata. Non può dimenticarla e ne cerca il profumo, i gesti in altre donne. Così decide di scrivere una storia in cui un viaggiatore giapponese si trova su un treno speciale che lo porta nel futuro. Nel luogo dove è diretto potrà trovare i ricordi perduti. Da questo posto, tuttavia, non è ancora mai tornato nessuno. II protagonista della storia cerca nel 2046 il suo amore passato. Perché questo numero non è solo una camera in un albergo, né banalmente un anno: è anche un libro, è un simbolo. Ci saranno altre donne, che non saranno mai la lei del suo cuore: la figlia del proprietario dell'hotel e Bai Ling (Zhang Ziyi), una prostituta. E poi ancora una nuova Li-Zhen. Riuscirà a trovare un po’ di pace nonostante il suo cuore straziato?

2046-tony-leung-1108x0-c-default.jpeg


2046 è un posto, un tempo, un libro, il numero di una camera d'albergo, la stessa in cui Tony Leung e Maggie Cheung si vedevano in In the Mood for Love.

Ho amato una donna ma lei mi ha lasciato. Speravo fosse nel 2046. E quindi sono andato a cercarla
lì. Ma non c'era. Da allora non riesco a smettere di chiedermi se mi abbia mai amato.
La risposta è un segreto che nessuno conoscerà mai. (Chow)


2046xl.jpg


2046-film-1.jpg


MV5BMTc5MDU0NDUyNl5BMl5BanBnXkFtZTcwMzk4NDAyNA@@._V1_.jpg


89b71ab1e55c7778032f483a687c626f.jpg
 

BELFAST

Film di genere biografico, drammatico del 2021, diretto da Kenneth Branagh.
Con Caitriona Balfe, Judi Dench, Jamie Dornan, Ciarán Hinds.

La pellicola semi-autobiografica, in bianco e nero, narra l'infanzia del regista Branagh
Un giovane ragazzo e la sua famiglia operaia vivono la tumultuosa fine degli anni '60.
Il film ha ottenuto 7 candidature e vinto un premio ai Premi Oscar.
La musica è della leggenda di Belfast, Van Morrison.

61190.jpg

"Abbiamo tutti una storia da raccontare. ma quello che ci rende uno diverso dall'altro
non è come finisce questa storia, ma piuttosto da dove è cominciata"
.

Belfast, 1969. Buddy vive con la mamma e il fratello maggiore in un quartiere misto, abitato da protestanti e da cattolici. Sono vicini di casa, amici, compagni di scuola, ma c'è chi li vorrebbe nemici giurati e getta letteralmente benzina sul fuoco, aizzando il conflitto religioso, distruggendo le finestre delle case e la pace della comunità.

Madre: Tu che cosa vuoi?
Padre: Voglio con me la mia famiglia. Voglio te.”

coverlg.jpg


La famiglia di Buddy, protestante,si tiene fuori dai troubles, non cede alle lusinghe dei violenti e attende con ansia il ritorno quindicinale del padre da Londra, dove lavora come carpentiere. Emigrare è una tentazione, ma come lasciare l'amata Belfast, i nonni coi loro preziosi consigli di vita e d'amore, la bionda Catherine del primo banco?

"Gli irlandesi sono nati per emigrare.
O nel resto del mondo non ci sarebbero i pub".



Nell'amarcord del regista, infine, e nel romanzo di formazione del giovane Buddy, non poteva mancare il cinema: mentre cerca di trovare la propria strada (spronato dai confusi ma terrificanti discorsi del pastore protestante), il piccolo cerca aiuto nei film: "Mezzogiorno di fuoco", "L'uomo che uccise Liberty Valance", "Chitty Chitty Bang Bang", si offrono di volta in volta come modelli di ruolo o alternative di vita, ampliando il bagaglio sentimentale del personaggio e l'orizzonte di senso del film.

Nonno: Belfast sarà ancora qui quando tornerete.
Buddy: E tu?
Nonno: Non andrò in un posto dove non potrai trovarmi.”

Belfast-film-recensione.jpg


film-belfast.jpg


belfast-1.jpg
 

153811-sd.jpg

TOM WAITS NON È SOLO UN GRANDE CANTAUTORE, È ANCHE UN BRAVO ATTORE

Tom Alan Waits ( 1949) è un cantautore e attore statunitense, molto conosciuto nel campo musicale ed altrettanto in quello cinematografico: ha lavorato sia nel cinema che nel teatro.
Inizia a suonare nel 1965 a scuola, e si trasferisce poi a San Diego, dove si esibisce in vari piccoli club. Approdato a Los Angeles, è notato nel 1972 da Herb Cohen e guadagna così il primo ingaggio serio, che porta ai dischi “Closing Time” (1973), “Heart of Saturday Night” (1974), “Nighthawks at the Diner” (1975) e “Small Change” (1976), considerato da molti uno dei suoi lavori migliori, più vari altri album.

Tom Waits: l'artista delle colonne sonore

Gli anni ottanta segnano una svolta nella carriera artistica, grazie anche alla moglie Kathleen Brennan e ai tre figli: s’impegna nella colonna sonora di “Un sogno lungo un giorno” (1982), di Francis Ford Coppola, che ottiene una nomination agli Oscar come Miglior Colonna Sonora Originale, e produce “Swordfishtrombones” (1983), “Rain Dogs” (1985) e “Franks Wild Years” (1987). Sono anche gli anni di numerose apparizioni cinematografiche, in cui interpreta sempre sé stesso: tra i film più importanti, “The Cotton Club” (1984), di Francis Ford Coppola e “Daunbailò” (1986), di Jim Jarmush.

Tom_Waits_(1974%E2%80%9375_Asylum_publicity_photo_-_headshot).jpeg


Negli anni novanta, Waits pubblica “Bone Machine” (1992), “Mule Variations” (1999), e la colonna sonora di “Night on Earth” (1993), ancora di Jarmush; “Smoke” (1995), di Wayne Wang e Paul Auster; “Dead Man Walking” (1995), di Tim Robbins; “The End of Violence” (1997), di Wim Wenders, oltre a ottenere alcuni piccoli ruoli minori.


Tra le altre colonne sonore per il cinema c'è quella di “Big Bad Love” (2001), di Arliss Howard. Nel 2005 canta “You can never hold back spring” ne “La tigre e la neve”, di Roberto Benigni. Carinissima anche l’interpretazione cammeo in “Coffee and Cigarettes” (2003, ma girato nel 1993).

Tom Waits, il successo come attore

Del periodo successivo ricordiamo le apparizioni in "Domino" (2006) di Tony Scott, in "Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo" (2009) in cui veste i panni del Diavolo, e il ruolo dell'Ingegnere in "Codice: Genesi" con Denzel Washington, Mila Kunis e Gary Oldman. Nel 2012 torna sul grande schermo con la commedia "7 psicopatici".

130658-md.jpg


tom-waits-foto-anti.jpg


tom-waits-header.jpg
 
MV5BMjNlODc0Y2ItZGU0MS00MzNmLWEzMTgtN2Y5MjE2NDAyMzhhXkEyXkFqcGdeQXVyNDI3NjU1NzQ@._V1_.jpg


CURIOSA

Film del 2019 diretto da Lou Jeunet.
Non Niels Schneider, Noémie Merlant e Benjamin Lavernhe

"Curiosa" nel gergo dei collezionisti è “un oggetto, un libro, una fotografia che ha carattere erotico”. E, il primo lungometraggio della regista Lou Jeunet è un dramma dalle sfumature erotiche che si concentra su un triangolo amoroso e prende liberamente ispirazione dalla realtà. Tutti i protagonisti sono esistiti veramente.
Curiosa, da leggere proprio alla francese, è basato sulla corrispondenza tra Marie de Régnier, al secolo Marie de Hereda, e il romanziere Pierre Louÿs.
Un omaggio molto bello alla fotografia. Anche se le scene spinte sono veramente poche, tutta la pellicola è pervasa da una passione morbosa mentre gli intrighi di nobili e borghesi si mostrano in tutta la loro voyeuristica potenza.

MV5BMDQ3YzU0NDMtZTVlMi00MDhmLTk4MzItNTFjMDgwZGI3NmY2XkEyXkFqcGdeQXVyNjUwNzk3NDc@._V1_.jpg


Parigi, 1895. I poeti Pierre Louÿs e Henri de Régnier sono entrambi innamorati di Marie de Heredia, la bella e intelligente figlia di José-Maria de Hérédia, poeta e loro mentore. Marie è innamorata di Pierre, ma obbedisce al padre e sposa Henri per saldare i debiti dei genitori e migliorare la propria posizione sociale. Pierre lascia Parigi per l'Algeria e lì incontra Zohra Ben Brahim, con cui divide l'interesse per la fotografia erotica.

Due anni più tardi Pierre torna a Parigi e, dopo averla rincontrata, confessa a Marie di essere ancora innamorata di lei. I due intraprendono una relazione clandestina, infrangendo le convenzioni sociali dell'epoca e fomentando l'ispirazione di Pierre nel campo della fotografia erotica.


curiosa.jpg


photo2_12585.jpg


curiosa-film.jpg

MV5BNzRhMDg3NjEtNmJjNC00NDk5LThiMDgtYjcyOTUxM2Y4YmY3XkEyXkFqcGdeQXVyNjUwNzk3NDc@._V1_.jpg
 
Quando-Dio-imparo-a-scrivere-Colonna-Sonora-Film-2022.jpg


Quando Dio imparò a scrivere.

Un thriller psicologico di matrice spagnola del regista Oriol Paulo del 2022
Con un cast tutto spagnolo – Bárbara Lennie, Eduard Fernández, Loreto Mauleón, Javier Beltrán, Pablo Derqui – nel thriller si parla di schizofrenia, manicomi, psichiatri corrotti e malasanità.
Una detective privata sostiene di soffrire di paranoia ed entra in un ospedale psichiatrico per indagare sulla morte misteriosa di un paziente.


xxl-m.webp


Negli anni Ottanta, Alice (Bárbara Lennie) dice di essere una detective. Con l’intento di risolvere un caso di presunto omicidio, corrompe il marito e la sanità per farsi ricoverare all’interno di un ospedale psichiatrico. Spacciandosi per una donna schizofrenica capace di avvelenare il marito, Alice inizia a indagare tra gli archivi dell’ospedale, portando a galla diversi casi di malasanità. Non appena i suoi sospetti sembrano concretizzarsi, la diagnosi da lei inventata le si ritorce contro. Come chi grida ‘al lupo, al lupo’, Alice prima si è spacciata per pazza e ora non viene creduta più da nessuno. La donna finisce così in un vortice all’interno del quale è impossibile comprendere dove si trovi la verità.

Inizialmente, c’è ‘solo’ un caso di omicidio da risolvere ma, più ci si addentra nella storia, più gli aspetti indagabili aumentano. Dal direttore dell’ospedale psichiatrico, alquanto sospetto, ad altre morti non dichiarate, il centro medico ben presto si trasforma in un teatro degli orrori. Il luogo è ideale per l’Alice detective, ma non per l’Alice paziente.

“Se Dio ci ha creato come una calligrafia perfetta, i pazienti che finiscono
qui sono come le linee storte di quando Dio imparò a scrivere”.


Scena finale. Sconvolta, Alice confessa tutto ad una giunta di medici dell’ospedale che si è riunita grazie alle insistenze di Montserrat Castell, una dottoressa che sembra disposta più degli altri a crederle: Alice racconta l’incontro con il Dr. Raimundo García del Olmo, presentatole dal marito Heliodoro durante una festa di Capodanno. L’uomo l’ha aiutata ad elaborare un piano per entrare in manicomio, all’insaputa del marito, che ha firmato con l’inganno le carte per farla ricoverare. Anche il medico di famiglia, il dottor Donadìo, si è convinto ad aiutarla, firmando una falsa dichiarazione sulla sua sanità mentale. Lei si è poi allontanata da casa dicendo ad Heliodoro che partiva per un viaggio di lavoro. Un piano che sembra filare alla perfezione, se non fosse che nella stanza è presente anche Garcia del Olmo, e non è lo stesso uomo con cui Alice è convinta di aver parlato. Con chi ha pianificato tutto l’elaborato piano? In preda al panico la donna sprofonda nella più nera disperazione, non capendo che cosa sta succedendo e perché tutte le sue certezze sembrino crollare.

Per quanto il finale ci mostri un’Alice estremamente confusa di fronte al nuovo venuto, non ci viene mai confermato che lei lo riconosca come il dottor Donadìo. Non abbiamo una prova certa, quindi, che lui sia veramente chi dice di essere.

La decisione su quale sia la verità definitiva viene quindi lasciata allo spettatore, che può scegliere di credere ad Alvar e a Donadìo, e quindi nella follia di Alice, oppure di credere ancora alla donna, che potrebbe essere stata incastrata in un elaboratissimo piano a suo danno. Chi è il vero folle e chi il sano di mente?

Quando-Dio-imparo-a-scrivere-decisione-di-medici.webp


gods-crooked-lines-3.jpeg


copertina.png
 
GHOSTS
Film psichedelico e terrificante interamente generato dall’Intelligenza Artificiale


Su Vimeo, sito di condivisione video per lo più artistici, è apparso il cortometraggio Ghosts.
La sua particolarità è che esso è creato con complessi «loop» («cicli») creati con l’Intelligenza Artificiale.
Il sistema utilizzato è il network neurale StarGAN2 (GAN sta per Generative Adversarial Networks, il tipo di algoritmi con cui creano anche i Deep Fake), che realizza un morphing (cioè una transizione graduale delle forme) tra immagini generate dalla macchina.

L’arte prodotta da un uomo ci permette di vedere dentro l’anima di quell’uomo.
Quindi, cosa vediamo, tramite questo film, dentro all’Intelligenza Artificiale?
Come è possibile a questo punto non inquietarsi?



Per visionarlo:
Ghosts

Wooow le immagini, la musica...fantastico, bellissimo!

Ciao Mafalda, non ricordo di aver notato questo thread, ottimi spunti anche qui OK!

...concateno con uno spagnolo che visto...inquietante


 
Wooow le immagini, la musica...fantastico, bellissimo!

Ciao Mafalda, non ricordo di aver notato questo thread, ottimi spunti anche qui OK!

...concateno con uno spagnolo che visto...inquietante


Un film per.... "stomaci forti":eek!;)

locandina.jpg



A Quiet Place - Un posto tranquillo

Film di genere drammatico, thriller, horror del 2018, diretto da John Krasinski, con Emily Blunt e John Krasinski.
Il film è incentrato su una famiglia di quattro persone che deve vivere in silenzio mentre si nasconde da creature che cacciano con il suono e attaccano la loro preda mirata solo dopo aver rilevato qualsiasi rumore.
Il film segue Evelyn Abbott mentre cerca di tenere i suoi figli al sicuro da queste creature mortali ed è incinta del suo terzo figlio. Attraverso prove e tribolazioni, questa famiglia riesce a sopravvivere insieme, il che testimonia quanto siano forti come unità anche nei momenti difficili.
Nello stile di Jaws o Alien, questo thriller horror è pieno di suspense e terrificante con eccellenti performance di tutti gli attori.


aa.jpg


Agli inizi del 2020 gran parte della popolazione vivente della Terra è stata decimata da creature aliene prive di vista ma dotate di pelle dura come una corazza e di un udito estremamente sensibile, che obbligano i pochi umani superstiti a non emettere mai il minimo rumore per non essere scoperti ed attaccati. Durante l'89º giorno dopo la misteriosa invasione, la famiglia Abbott, composta da Lee, la moglie Evelyn, la figlia sorda Regan e i figli Marcus e Beau, cerca rifornimenti nei locali di una cittadina abbandonata, comunicando solo attraverso la lingua dei segni americana.
Nel prologo del film, Regan (che è sorda) consegna al fratello minore, Beau, un giocattolo privo di batterie che poco prima il padre gli aveva tolto di mano. Ed è proprio quel giocattolo, un razzo, a segnare per sempre la vita della famiglia Abbott. Beau, che si è riappropriato anche delle batterie, lo accende mentre la famiglia fa ritorno al suo rifugio in fila indiana, lungo il sentiero sicuro tracciato di bianco.Sebbene Regan sia la più vicina al fratellino e quindi l’unica, forse, in grado di intervenire in tempo, non è in grado di sentire e quindi di capire cosa stia accadendo. È il padre a cercare di correre verso il piccolo Beau, 4 anni, senza però riuscire a raggiungerlo prima della creatura.

Al prologo segue un salto temporale di circa un anno; scopriremo solo dopo di essere nel 2021.
Quel terribile antefatto ha segnato il rapporto tra Regan ed il padre ed ha aggiunto, paradossalmente, un “sesto senso” alla narrazione: il senso di colpa.

image4.jpg


Durante un attacco, Lee viene ferito al ventre e Marcus grida disperato, attirando però l'attenzione della creatura. Lee si sacrifica per salvarli, attirando a sua volta a sé la creatura, che lo uccide.

Dalla lavagnetta degli appunti del padre apprendiamo poi le caratteristiche fondamentali delle creature: “blind” (cieche), “attack sounds” (attaccano i rumori) e “armor” (corazza, armatura). È probabilmente per via della corazza -una sorta di resistentissimo esoscheletro- che SWAT, Guardia Nazionale ed Avengers non sono riusciti a sterminare le creature subito subito.

Regan leggendo gli appunti del padre sulla lavagna, intuisce che le frequenze emesse dal nuovo impianto cocleare possono rivelarsi un'arma contro gli invasori; posizionando quindi l'apparecchio acustico vicino a un microfono, fa emettere un suono molto fastidioso che disorienta la creatura e la fa cadere a terra, apparentemente morta. La bestia si riprende non appena Regan spegne il proprio apparecchio togliendolo dal microfono e si avvicina minacciosa ad Evelyn, la quale la uccide del tutto con un colpo di fucile. Dopo aver eliminato la creatura, Evelyn e i ragazzi osservano dalle telecamere di sorveglianza le due altre creature giungere nella loro zona e avanzare verso la fattoria. Oramai a conoscenza della loro debolezza, Regan alza il volume del feedback per potenziare la nuova arma ed Evelyn ricarica il fucile.

A-Quiet-Place-Un-posto-tranquillo-film-Mediaset-Italia-2.webp


Il film gioca con la vulnerabilità del suono in un modo che è terrificante ma anche estremamente efficace nel lasciare il pubblico col fiato sospeso. È un’esperienza davvero paurosa e non manca di mantenere la sua promessa di orrore.
Jeffrey Beecroft ha diretto il design delle creature e la Industrial Light & Magic le ha create, guidata dal supervisore degli effetti visivi Scott Farrar; il regista voleva che le creature sembrassero evolute e vagamente umanoidi, mentre Farrar ha detto che il design iniziale delle creature le mostrava con facce simili a rinoceronti, che però in seguito sono state ridisegnate.


coverlg.jpg

 
Bello, originale "A quite place", un sacco di tensione, anche il sequel non male, vale la pena. Ciao Mafalda :)
 

Ciao Olbrok...in verità, ultimamente, i film di tensione li evito...voglio fare "sogni d'oro" la notte!:angel:
Ma ti segnalo volentieri questo sotto:

Crimes of The Future

Film (2022) del regista David Cronenberg.
Drammatico, Horror, Fantascienza
Con Viggo Mortensen, Léa Seydoux, Kristen Stewart, Scott Speedman, Welket Bungué
Il post-umano è ancora umano? Vale più dell’umano? È inevitabile?
I temi cardine della poetica di Cronenberg ci sono tutti: post-umanesimo, tecnologizzazione della carne, ridefinizione del corpo e così via.

images


A 8 anni di distanza dal fiammeggiante Maps of The Stars, il visionario cineasta canadese squarcia il velo di Maya e ci mostra ciò che diventeremo e che, forse, siamo già diventati.Il regista di Videodrome, Crash e eXistenZ torna indietro nel tempo, a quei film e ai loro temi, rimanendo però fedele allo stile algido e cerebrale del suo ultimo cinema.
Il titolo è identico alla pellicola che aveva scritto e diretto nel 1970, ma con cui condivide solo l’ambientazione in un futuro distopico.
Un viaggio al termine del futuro. Un’odissea nella mutazione, dal body horror alla body beauty.

coverlg.jpg


Caprice: Tutti percepivamo che il corpo fosse vuoto, privo di significato e volevamo averne la conferma per poterlo riempire di significato.


Un’opera che apre un portale sul nostro futuro. La rappresentazione di un’umanità innaturalmente innaturale. Un terrificante e magnifico sogno a occhi aperti. Infine, Cronenberg porta in tavola la specialità della casa. Fuori menù, il pasto, ça va sans dire, è nudo. E “l’istante, raggelato, in cui si vede quello che c’è sulla punta della forchetta”, per citare le parole di William Burroughs, ci offre una sintetica barretta di cioccolato viola. L’ultima cena è servita. Il veleno si trasfigura in medicina. Quello che non ci uccide ci rende più forti. Sempre se non siamo già morti.

Timlin (Kristen Stewart): La chirurgia è il nuovo sesso.

Crimes-of-the-Future.jpg


In un futuro imprecisato i disastrosi effetti dell'inquinamento e dei cambiamenti climatici hanno modificato il corpo degli esseri umani, adesso in grado di attuare continue mutazioni.
Nessuno sa bene come o perché, ma alcune persone registrano la crescita di nuovi organi. Alcuni li considerano come delle masse tumorali, altri delle benedizioni. Alcuni di questi organi sono operativi ma non se ne conosce la funzione, altri sembrano essersi adattati al mondo che li circonda – come un apparato digestivo in grado di processare la plastica. Il dolore è sparito, quasi del tutto. Gli interventi chirurgici amatoriali ed eseguiti anche nelle strade sono la nuova frontiera verso cui tanti si spingono per provare piacere. Nessuno è più abituato a dire “mi fa male”. Solo nel sonno si ritrova qualche traccia del dolore antico.

Saul: A loro non piace quello che succede al corpo, soprattutto quello che succede al mio corpo, per questo continuo a tagliarlo.

crimesofthefuture-720x480.jpg


L'ex chirurga Caprice (Léa Seydoux) sfrutta la capacità del suo compagno Saul Tenser (Viggo Mortensen) di sviluppare nuovi organi per realizzare delle performance artistiche di rimozione chirurgica, in cui la coppia mostra pubblicamente la metamorfosi interna dell’uomo. Questi spettacoli d’avanguardia attirano l’attenzione di Timlin (Kristen Stewart), investigatrice del Registro Nazionale degli Organi, ma anche di un sospetto gruppo sovversivo il cui scopo è portare l’umanità al prossimo stadio evolutivo.

Cope: Come si può considerare arte una crescita tumorale? Dov'è l'elaborazione emotiva, la comprensione filosofica che è alla base dell'arte? Guardate, ho un nodulo sull'addome. Lo vedete? Picasso? Duchamp? Francis Bacon, forse? Sono un artista?
Timlin: Lui cattura la ribellione nel suo corpo e la controlla, la modella, la tatua. E ne fa spettacolo. Ha significato, un significato molto potente. Moltissime persone lo riconoscono. [...] Lei è la sua partner in scena, lei esegue i tatuaggi e la chirurgia.


Il proposito degli evoluzionisti: hanno modificato il proprio apparato digerente per acquisire la capacità di mangiare la plastica e altri prodotti chimici sintetici. Si nutrono della "candy bar", un composto viola ricavato da rifiuti tossici, fatale per l'uomo. Mangiare cibo normale è doloroso e si può fare soltanto con l’ausilio di una macchina. Mangiare plastica invece è indolore.
Nell’ultima scena, Saul si arrende e accetta di mangiare la plastica. Nel momento in cui lo fa, Caprice corre a riprendere il tutto con uno dei dispositivi normalmente utilizzati per le loro esibizioni. Lui la guarda, versa una lacrima e addenta la candy bar. La sua bocca si contrae in un sorriso mentre la sedia finalmente si arresta.

l-intro-1654015394.jpg

38806_big.jpg

 
locandinapg1.jpg


La persona peggiore del mondo (Verdens verste menneske) è un film del 2021 diretto da Joachim Trier.
È il terzo film della "Trilogia di Oslo", dopo Reprise (2006) e Oslo, 31. august (2011).

Cast: · Anders Danielsen Lie · Renate Reinsve · Maria Grazia Di Meo · Herbert Nordrum ·
Il film di Trier è una commedia romantica, che non nasconde fallimenti, infelicità, disillusioni e che non ha paura di raccontare il dolore della perdita, la fatica dello stare assieme, i compromessi, gli sbagli che accompagnano la costruzione di un amore, dopo la magia del primo sguardo.


Prologo
Julie è una studentessa presso la facoltà di Medicina a Oslo che però, non riuscendo a sentirsi appagata dai pur soddisfacenti risultati accademici, decide di trasferirsi a Psicologia e di rompere con il suo ragazzo. Quindi inizia a frequentare uno dei suoi professori universitari, rimanendo comunque inquieta. Un giorno, mentre esamina le immagini della galleria sul telefono, ha una folgorazione: crede di avere una "mente visuale" e decide bruscamente di abbandonare il suo corso di studi per diventare una fotografa. Mentre è fuori con il suo nuovo fidanzato, un modello, incontra Aksel Willman, un acclamato fumettista di quindici anni più vecchio di lei. Nonostante le perplessità iniziali dovute alla differenza di età, i due si scoprono andare molto d'accordo ed iniziano una relazione.
Capitolo 1: Gli altri
Julie, che ora si diletta con la scrittura, trascorre un fine settimana con Aksel a casa dei suoi genitori. Aksel propone a Julie l'idea di creare una famiglia, ma Julie dice che non è pronta e non è sicura quando lo sarà, soprattutto dopo aver visto la nipote di Aksel fare i capricci. Più tardi, una festa di ubriachi finisce in un disastro quando la moglie del fratello di Aksel è colpita alla testa con una lampada, portando a un'accesa discussione che Aksel e Julie sentono per caso. Tuttavia, la mattina dopo, Julie osserva la coppia riconciliarsi, così come Aksel che colora con i suoi nipoti.
Capitolo 2: Tradimento
Mentre torna a casa da un evento editoriale per Aksel, Julie si intrufola in un ricevimento di un matrimonio e incontra Eivind, un barista. Sebbene entrambi abbiano una relazione, trascorrono l'intera notte insieme, condividendo intimità ma non tradendo mai i loro partner. Si scambiano solo il nome di battesimo e non pianificano di incontrarsi ancora.

mediacritica-la-persona-peggiore-del-mondo.jpg



Capitolo 3: Sesso nell'era del #MeToo
Julie scrive un post sul blog sul femminismo e il sesso orale. Aksel ne è impressionato e la incoraggia a pubblicarlo online, dove riceve attenzione.
Capitolo 4: La nostra famiglia
Julie festeggia il suo 30º compleanno a casa della madre divorziata insieme ad Aksel e alla nonna di Julie. Il padre separato di Julie non si presenta, sostenendo di essersi ferito alla schiena. Giorni dopo, Julie e Aksel fanno visita a suo padre. Julie gli chiede se ha letto il suo articolo e lui afferma di non essere stato in grado di aprire il collegamento. Trova scuse per rifiutare l'invito di Aksel a far visita a lui e Julie a Oslo. Sulla via del ritorno, Aksel dice a Julie che ha bisogno di creare la sua famiglia.
Capitolo 5: Pessimo tempismo
Mentre lavora in una libreria, Julie incontra Eivind e la sua ragazza Sunniva. Julie ed Eivind parlano mentre Sunniva aspetta fuori. Mentre cena con il fratello e la cognata di Aksel, Aksel si lamenta dell'adattamento cinematografico della sua serie a fumetti Bobcat (il cui protagonista è una lince) in cui la sua serie politicamente scorretta viene trasformata in un film di Natale adatto alle famiglie, portando a un monologo completo che fa sentire Julie annoiata e ignorata. Julie, sentendosi disillusa, sogna di uscire con Eivind. Per questo motivo, rompe con Aksel, ma fanno sesso un'ultima volta prima che lei lasci il suo appartamento, anche se lei implica che potrebbero riconciliarsi ad un certo punto.
Capitolo 6: Le Highlands finlandesi
Viene mostrata la storia della relazione tra Eivind e Sunniva. Dopo un incontro ravvicinato con una renna durante un viaggio in campeggio, Sunniva è costretta a ricercare i suoi antenati, il che determina che è per il 3,1% appartenente alla popolazione dei Sami. Questo la porta a diventare un'appassionata attivista per i cambiamenti climatici e per i diritti delle popolazioni indigene. Eivind inizia a stancarsi per il loro stile di vita restrittivo e a quel punto incontra Julie in libreria.
Capitolo 7: Un nuovo capitolo
Julie ed Eivind vanno a vivere insieme. Sebbene da allora abbia rotto con Sunniva, lui la segue ancora su Instagram, il che non disturba Julie.
Capitolo 8: Il circo narcisista di Julie
Eivind organizza una piccola festa in cui uno dei suoi amici scopre la scorta di funghi psichedelici di Eivind. Dopo averli consumati, Julie si immagina completamente nuda, vecchia, grassa e con un bambino al seno; si sente vulnerabile allo sguardo di tutti i suoi ex amanti e persino Bobcat che mangia suo figlio in un hot dog. Poi vede suo padre seduto su un divano e lei si siede di fronte a lui con rabbia lanciandogli il suo assorbente insanguinato. Quando si alza si rende conto di aver combinato un pasticcio nell'appartamento di Eivind. La notte seguente, confida a Eivind che può essere se stessa con lui, ma lui sembra ignorare le sue affermazioni.

LA-PERSONA-PEGGIORE-DEL-MONDO-09-c-Oslo-Pictures-1200x675.jpg



Capitolo 9: Lince distrugge il Natale
Mentre si allena in palestra, Julie guarda un'intervista alla TV in cui Aksel difende i suoi fumetti Bobcat da una critica femminista. Quando l'ospite accusa i suoi fumetti di essere sessisti, Aksel si lancia in un'ardente difesa del suo lavoro.
Capitolo 10: Prima persona singolare
Il fratello di Aksel si imbatte in Julie al lavoro e rivela che Aksel ha un cancro al pancreas non operabile. Qualche tempo dopo, Eivind si imbatte in un racconto che Julie aveva scritto. Quando presume che sia basato sulle sue esperienze di vita reale, Julie lo nega con rabbia e lo sminuisce.
Capitolo 11: Positivo
Julie scopre di essere incinta e ritarda a dirlo a Eivind. Fa visita ad Aksel in ospedale e loro rivedono le loro vite separate. Aksel confida di essere devastato dalla prospettiva di non avere più un futuro e Julie ammette di essere incinta. Nonostante le sue affermazioni secondo cui sarebbe una brava madre, non è sicura di voler tenere il bambino. Tornata a casa, Julie finalmente racconta a Eivind della sua gravidanza e decidono di separarsi mentre lei decide se vuole tenere il bambino.
Capitolo 12: Tutto finisce
Aksel porta Julie nell'edificio in cui è cresciuto ed è stato ispirato a diventare un artista. Le dice che vorrebbe poter continuare a vivere con lei e non semplicemente vivere come un ricordo. In seguito riceve un messaggio vocale dal fratello di Aksel che informa che le sue condizioni sono peggiorate e che probabilmente non ce la farà a passare la notte. Julie cammina tristemente per le strade di Oslo e guarda l'alba la mattina seguente. Durante la doccia, Julie abortisce.
Epilogo
Qualche tempo dopo, Julie sta lavorando come fotografa sul set per le riprese di un film. Fotografa un'attrice e poi, guardando attraverso una finestra, vede l'attrice fuori con Eivind e un bambino. Torna a casa per modificare le
foto della giornata.


la-persona-peggiore-del-mondo-14.jpg
 
f17b7b5a-6747-445d-b338-60d5e94e9b9f.jpg


David Bowie, il Duca Bianco della musica pop nasce a Brixton l’8 gennaio del 1947 e sin da piccolo muove i suoi passi nella musica, frequentando prima il coro della chiesa di St. Mary, e poi la Bromley Technical School.
A metà degli anni Sessanta, dopo le prime interviste televisive e radiofoniche, cambia il nome da David Jones a David Bowie, per evitare confronti con il leader dei The Mokees, ed ottiene il vero successo con il brano “Space Oddity”, colonna sonora ufficiale della BBC per i primi passi dell’uomo sulla luna, nel 1969.
È proprio dallo spazio che trae l’ispirazione per il suo alter ego, Ziggy Stardust, e per lo stesso motivo viene scelto per “L’uomo che cadde sulla Terra” (1976) di Nicolas Roeg.
L’ex-Ziggy interpreta il ruolo del protagonista Thomas Jerome Newton, sorta di Cristo-alieno giunto sulla terra per salvarla da una devastante siccità che però cade vittima del circolo vizioso della decadenza umana, al punto da restarvi imprigionato.

David-Bowie-Anthony-B.-Richmond.jpg

Durante le riprese del film nella testa di Bowie prende però vita forse il suo avatar definitivo.
Tratto dal romanzo di Walter Tevis, è un film di fantascienza a rovescio, di un extraterrestre capitato sulla terra per sbaglio,
o per necessità, e che ha dei problemi drammatici a ripartire. Si chiama Thomas J. Newton (Bowie) un mutante che fa fatica a camminare, a respirare, a mangiare. Ha moglie e figli, e un pianeta in via di estinzione da salvare. Ricorre allora all’intelligenza di una “teleteca” che gli manda tutte le immagini/informazioni di cui ha bisogno. Il problema è che Newton è “l’uomo che sapeva troppo” e sulla Terra non è gradito: fa paura e va eliminato.
Nella colonna sonora, musica di Bing Crosby, Roy Orbison, Artie Show, Louis Armstrong: brani che, parole di Roeg, sono “quasi sillabe di epoche diverse messe l’una accanto all’altra per formare una specie di alfabeto della vita.
Anche Bowie scrive dei brani per il film, ma soltanto dopo: prima viene l’attore. Così quelle canzoni finiranno su LOW: “Ho scelto il film di Roeg – ricorderà – perché qui non dovevo cantare, e non ero costretto a rassomigliare a David Bowie. Adesso sono convinto che sia Bowie a rassomigliare a Thomas J. Newton”. La sua immagine solitaria e desolata, la pelle bianca, gli occhi celesti, la suggestione della voce... È Bowie a tenere insieme il film, che diventa subito il suo film cult e definitivo.



IL musicista mostra talento anche nella recitazione, tanto da essere chiamato, successivamente, per “Gigolò” (1979) di David Hemmings; Il film va ricordato se non altro perché, insieme a Christiane F., prepara il mito berlinese di Bowie, e poi per la magnificenza della produzione (tedesca) che schiera nomi del calibro di Kim Novak, Maria Schell, Curd Jürgens, Marlene Dietrich e altri ancora. Si tratta in realtà di una vicenda ambigua e squallida, un melodramma noioso, una storia alla Cabaret in una Berlino fredda, cinica e decadente, che vorrebbe essere anni 20 e insieme anni 70.
12826-locandina-big.jpg

Con un Bowie nella parte di un ex soldato prussiano della grande guerra costretto, per vivere, a vendersi alle belle vedove che vogliono dimenticare. Un Bowie romantico e disperato, vagamente omosessuale, che tuttavia non rinuncia a fare la star (ma non canta).

just-a-gigolo.jpg

 
Indietro