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David Bowie recita nel 1981 in “Christiane F. – Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino” di Ulrich Edel; “Miriam si sveglia a mezzanotte” (1983) di Tony Scott; “Furyo“ (1983) di Nagisa Oshima; “Tutto in una notte” (1985) di John Landis ed “Absolute Beginners” (1986) di Julien Temple.
Di quest’ultimo film, come anche di “Christiane F.”, firma anche la colonna sonora


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Absolute Beginners

Film del 1986 diretto da Julien Temple.
Con Eddie O'Connell, Patsy Kensit, David Bowie, James Fox, Ray Davies, Mandy Rice-Davies
Nella "swingin' London" degli anni Cinquanta ha luogo la contrastata storia d'amore tra Colin e Suzette.

Pellicola musicale tratta dal libro omonimo di Colin MacInnes sulla vita a Londra alla fine degli anni cinquanta.
Il film è caratterizzato dalla presenza di David Bowie e di Sade Adu nonché di Patsy Kensit, al tempo in fortissimo crescendo di popolarità. Al momento della sua uscita, il 18 aprile 1986, Absolute Beginners ricevette una copertura enorme dai media britannici ma, nonostante ciò, ricevette critiche pesantemente negative.
Solo in seguito, il film acquisì lo status di cult movie, in parte grazie alla sua colonna sonora.

1958, la cultura musicale si sta trasformando dal jazz al rock per una nuova generazione alle soglie del 1960. Londra è post-Seconda guerra mondiale, ma pre-Beatles e Rolling Stones. La trama incorpora elementi delle rivolte razziali londinesi del 1958. In questo colorato Mondo vive il giovane fotografo Colin, innamorato di Crepe Suzette, una sartina che vorrebbe sfondare come disegnatrice di moda (e a tempo perso fare anche la modella).Colin cerca di conquistarla (e intanto il quartiere di Notting Hill è teatro di tensioni razziali), girovagando tra le strade londinesi in sella ad una sciccosa Vespa GS 150 dalla livrea argentea. Divertente la scena in cui Colin distratto alla guida distrugge un cartellone pubblicitario (di cartone) proprio della pubblicità della Vespa (lo slogan era: Betta Getta Vespa).
Entrambi troveranno l'occasione di lancio professionale, lui entrando nello staff di un "Creatore di sogni" (David Bowie), lei, finita per sbaglio sul palco di una sfilata di moda, dimostrerà talento e inventiva, ma la cosa la porterà a sposare uno stilista che non ama. Poi arrivano i moti razziali, le sommosse e i due innamorati si ritrovano...


Oltre ai tre cantanti protagonisti (Kensit, Bowie, O'Connel) comparsate di altri cantanti dell'epoca (come Sade), che cantano tutti ottimi brani, anche se il pezzo memorabile (che da il titolo al film!) è riservato a David Bowie.
Grande carica di musica, romanticismo e violenza (è vietato ai minori di 14 anni!!!).


TRACKLIST


1.Absolute BeginnersDavid Bowie
2.Killer BlowSade
3.Have You Ever Had It Blue?The Style Council
4.Quiet LifeRay Davis
5.Va Va VoomGil Evans
6.That's MotivationDavid Bowie
7.Having It AllEigth Wonder featuring Patsy Kensit
8.Rodrigo BayWorking Week
9.Selling OutSlim Gaillard
10.Riot CityJerry Dammers
11.Boogie Stop Shuffle (Rough and the Smooth)Gil Evans
12.Ted Ain't DeadTenpole Tudor
13.Volare (Nel Blu Dipinito Di Blu)David Bowie
14.NapoliClive Langer
15.Little Cat (Never Had It So Good)Jonas
16.Better Git It In Your Soul (The Hot and the Cool)Gil Evans
17.So What? (Lyric Version)Smiley Culture
18.Absolute Beginners (refrain)Gil Evans

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Le musiche davvero indimenticabili nella storia del cinema sono quelle di “Labirinth – Dove tutto è possibile” di Jim Henson del 1986.
Il film è di genere Avventura/Famiglia/Fantastico con David Bowie e Jennifer Connelly.
La bella adolescente Sara penetra nel misterioso labirinto per salvare il fratellino rapito dal malvagio re degli gnomi, il demoniaco Jareth. Nel suo viaggio incontra i personaggi più incredibili.

L'album contiene molte canzoni di Trevor Jones, rigorosamente strumentali, come Into the Labyrinth, Sarah, Hallucination, The Goblin Battle, Thirteen O'Clock e Home at Last, e cinque canzoni di David Bowie, Magic Dance (chiamata anche Dance Magic), Chilly Down, As the World Falls Down, Within You, e il singolo realizzato per il film, Underground.


Seguono un paio di anni di pausa, fino all’arrivo de “L’ultima tentazione di Cristo“ (1988), di Martin Scorsese. Gli anni ’90 lo vedono impegnato in numerose produzioni, come “The Linguini Incident” (1991) di Richard Shepard; “Fuoco cammina con me” (1992) di David Lynch; “Basquiat” (1996) di Julian Schnabel; “Il mio West” (1998) di Giovanni Veronesi; “B.U.S.T.E.D” (1999) di Andrew Goth, oltre alla serie TV “The Hunger” (1999 -2000) e all’interpretazione della voce narrante in “Omikron” (1999).

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The Nomad Soul (noto anche come Omikron: The Nomad Soul in Nord America) è un gioco di avventura, rilasciato per Microsoft Windows nel 1999 e per Dreamcast nel 2000. Il giocatore può impegnarsi in combattimenti armati e disarmati, esplorare l’ambiente tridimensionale di Omikron City e parlare con personaggi non giocanti per far progredire la storia.
La trama si basa su un’indagine su un caso di omicidi seriali, che svela la verità soprannaturale dietro l’antica storia della città.

David Bowie, oltre che prestare la voce e il volto ad un personaggio, ha composto la musica con Reeves Gabrels, producendo dieci canzoni originali. Il gioco è stato un ottimo successo.
In un discorso il personaggio di David Bowie invita il popolo a sfidare il governo. Il che per molti ricorda gli atteggiamenti che alcuni hanno avuto riguardo all’interferenza del governo dall’inizio della pandemia.


"Svegliati. La gente di Omikron e il suo governo corrotto ti stanno cullando
per farti addormentare per controllarti meglio. Ti hanno trasformato in
burattini manipolati da Icks e dai Demoni. Unisciti ai Risvegliati e alzati
per combattere per la tua libertà. Insieme possiamo vincere
"


Nel 1992 David Bowie sposa la modella somala Iman Mohamed Abdulmajid e con lei ha una figlia, Alexandria Zahra, nata nel 2000, che si aggiunge a Duncan Zowie Haywood, nato nel 1971 dal precedente matrimonio con Mary Angela Barnett, e Zuleikha, dalle prime nozze di Iman.
Appare in cammei per “Mr. Rice’s Secret” (2000) di Nicholas Kendall e “Zoolander” (2001) di Ben Stiller.


È stato definito uno dei momenti più surreali di uno dei film più surreali nel cinema degli anni 2000: la scena di Zoolander, che ironizza sul mondo della moda e delle sfilate, in cui il protagonista Derek Zoolander (Ben Stiller) e il suo rivale numero uno in passerella, Hansel McDonald, il modello biondo interpretato da Owen Wilson vengono giudicati da un personaggio eccezionale, David Bowie.

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In un film pieno di cameo (da Milla Jovovich a Victoria Beckam, da Heidi Klum a Tom Ford a Donatella Versace) costruito come una satira dell’assurdità dell’industria della moda, David Bowie entra in scena sulle note della sua hit Let’s Dance del 1983, si toglie gli occhiali e dice:

«Se nessuno ha delle obiezioni, credo che potrei essere utile».

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È la consacrazione del Duca Bianco come simbolo definitivo di tutto ciò che è cool.
Secondo alcuni critici, è anche uno dei momenti migliori nella carriera di attore di David Bowie. Owen Wilson ha anche detto che girare con Bowie la scena della sfida sulla passerella è stato per lui e Ben Stiller un’emozione unica: «Non pensavamo che avrebbe mai accettato!» ha raccontato in un’intervista,


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Nel 2004 David Bowie si ritira dalle scene per sottoporsi ad un intervento al cuore.
Torna, brevemente, nel 2006, in “The Prestige” di Christopher Nolan.
Nel 2009 lo vediamo in “Will” di Todd Graff con Vanessa Hudgens.

Pochi giorni dopo l’uscita dell’album “Blackstar” David Bowie muore il 10 gennaio 2016, all’età di 69 anni, a causa di un cancro con cui combatteva da 18 mesi.

The Prestige (2006)

The Prestige è forse il miglior film di Christopher Nolan (se ne può discutere, ma sicuramente è una delle vette del regista inglese), in cui due illusionisti si sfidano a colpi di magia e fama. Sono Alfred Borden (Christian Bale) e Robert Angier (Hugh Jackman). Quest’ultimo, per uno dei suoi numeri, si rivolge allo scienziato Nikola Tesla: a interpretarlo è proprio David Bowie.

Ispirato all’omonimo romanzo di Christopher Priest, il film è ambientato nella Londra di fine ‘800 e vede nel cast anche Michael Cane, Scarlett Johansson, Rebecca Hall e Andy Serkis.


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ll re degli scacchi, il film è la trasposizione di La novella degli scacchi, l’ultimo enigmatico romanzo dell’apprezzato scrittore tedesco Stefan Zweig.
Racconta della resistenza di un uomo che, torturato e isolato dalla Gestapo, trova negli scacchi una valvola di sfogo.

Diretto da Philipp Stölzl Il re degli scacchi conta sulla presenza degli attori Oliver Masucci, Albrecht Schuch, Birgit Minichmayr, Samuel Finzi e Rolf Lassgård.


Vienna 1938
. L’Austria è occupata dal regime nazista. Poco prima di fuggire alla volta degli Stati Uniti con la moglie Anna (Birgit Minichmayr), l’avvocato Josef Bartok (Oliver Masucci) viene arrestato e portato all’Hotel Metropole, quartier generale della Gestapo.
A Josef, in qualità di gestore patrimoniale della nobiltà, viene chiesto di concedere l’accesso a tutti i conti a Böhm, il capo della locale sezione della polizia segreta nazista. Poiché si rifiuta di farlo, Bartok viene posto in isolamento. Da solo, dapprima per settimane e poi per mesi, vede la sua disperazione crescere finché un giorno non si imbatte accidentalmente in un libro di scacchi.
Diventerà il suo punto di appoggio utile a trasformare la resistenza in un gioco.

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“Ci sono diversi elementi che ho cercato di rendere visibili. Innanzitutto, l’intensa atmosfera da kammerspiel che si crea tra Bartok e Böhm, quando questi lo interroga e lo fa torturare. Poi, c’è il viaggio in nave durante il quale si tiene la partita di Bartok contro il campione del mondo di scacchi. La costante nebbia conferisce al viaggio qualcosa di irreale, come se il transatlantico fosse un traghetto della morte e i passeggeri fantasmi. Che quello sia solo un sogno si scopre soltanto alla fine. E, infine, non potevo non tenere conto della lotta di Bartok contro i demoni dell’isolamento: non potevo non scortarlo nel suo sprofondare negli abissi della confusione mentale. Più rimane chiuso, più perde la presa sulla realtà... Lo scrittore nel suo scarno e desolato finale parla della paura dell’imminente dominio mondiale dei nazisti. Tuttavia, noi sappiamo che è andata diversamente: dopo una lunga notte buia e tempestosa, è tornato il sole. ”. Philipp Stölzl

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Cenni su Stefan Zweig

Nel febbraio 1934, un anno dopo la salita al potere di Hitler in Germania, lo scrittore Stefan Zweig lasciò l’Austria a causa del diffondersi nella nazione dell’antisemitismo. Per sei anni e mezzo, visse in Inghilterra prima di trasferirsi in Brasile (dove rimase dall’estate del 1940 al gennaio 1941) e negli Stati Uniti. Il 15 agosto 1941, con la seconda moglie Lotte, Zweig lasciò New York in nave: la destinazione era Buenos Aires, dove però non arrivarono mai. La coppia si fermò infatti a Rio de Janeiro per tre settimane prima di trasferirsi a Petropolis, a 70 km a nord, dove Zweig tra il settembre 1941 e il febbraio 1942 scrisse La novella degli scacchi, da cui è tratto il film Sky Il re degli scacchi.
Il suo scritto, tuttavia, venne pubblicato postumo. La notte tra il 22 e il 23 febbraio 1942, Lotte e Stefan Zweig morirono suicidi a causa di un’overdose di Veronal. Lo scrittore non riuscì a superare il dolore per aver dovuto lasciare la sua terra d’origine. I governi autoritari e il nazifascismo furono i suoi principali nemici tanto che in La novella degli scacchi trasformò il protagonista in una sorta di suo alter ego, un umanista amante degli scacchi. Persino la sera prima di suicidarsi, Zweig giocò a scacchi con Ernst Feder, perdendo due partite.

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Su questo tema c'è anche un bel libro del goriziano Maurensig, La variante di Luneburg (1993), dove l'estrema violenza psicologica del gioco scacchistico emerge proprio in un campo di concsntramento. Lo scontro fra un prigioniero e un ufficiale nazista ha una posta ben più alta di quella di un torneo

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Nostalgia è un film del 2022 diretto da Mario Martone.

Adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo del 2016 di Ermanno Rea

Cast: Pierfrancesco Favino, Francesco Di Leva, Tommaso Ragno, Aurora Quattrocchi, Sofia Essaidi, Nello Mascia, Emanuele Palumbo, Artem, Salvatore Striano, Virginia Apicella

Felice torna dopo quarant'anni vissuti in Egitto nel luogo dov'è nato, il rione Sanità di Napoli, apparentemente per incontrare la madre ormai anziana.
Napoli è una città popolata di fantasmi, nella coesistenza di morte e vita di esseri umani che vivono nei cimiteri, catacombale e allo stesso tempo piena di energia, con il sottofondo dei motorini che sfrecciano minacciosi e incoscienti, e il cui rombo fa parte della colonna sonora (in cui giganteggiano i Tangerine Dreams) sui crediti finali.

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“La coscienza sta nella nostalgia. Chi non si è perso non ne possiede” (P. P. Pasolini)apre l’opera di Mario Martone, che spiega il comportamento di Felice nella prima parte del film. Ma i cuori possono indurirsi e, spesso, “per chi parte non c’è terra di ritorno (Erri De Luca, “Non ora non qui”).


Felice è diventato imprenditore benestante. Sua madre Teresa, "la sarta migliore del Rione Sanità", abita in un basso, e accoglie a braccia aperte quel figlio che credeva perduto per sempre.
Un bisogno di regressione espresso (anche) dalla tenerezza nel volersi sentire ancora un “bambino” quando ci si prende cura della propria madre, quando la si vede fragile, “stanca”, sofferente.
A poco a poco Felice riprende contatto con un mondo che aveva messo forzatamente da parte e incontra Don Luigi, un prete che combatte la camorra cercando di dare un futuro ai giovani del rione. Ma Felice ha anche bisogno di ricongiungersi con Oreste, amico fraterno e compagno di scorribande adolescenziali, che della camorra è diventato un piccolo boss

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Felice: Io lo voglio incontrare, Oreste è come me.
Lei mi deve guardare come uno dei suoi ragazzi: possono fare altre scelte, ma non potranno mai tradirsi l'uno con l'altro.
Parroco: Tu ti illudi, i cuori si richiudono col tempo.
Felice: No, i nostri no.


. E a nulla valgono i consigli ad andarsene da Napoli e dimenticare quell'amicizia pericolosa: come se fosse possibile, lasciarsi alle spalle una città che ti è entrata per sempre nel cuore.
Oreste si fa chiamare 'o Malomm.

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Per riappropriarsi dei propri ricordi Felice li altera costruendo nella propria mente una realtà che non esiste; pur di “trovarsi” snatura la percezione delle cose fino alla resa dei conti. “Incredibilmente è tutto uguale”, racconta Felice a sua moglie, rifiutando di guardare realmente quello che lo circonda.
Felice va a trovare Oreste, ormai invecchiato. Sembra che ci sia una riappacificazione, ma purtroppo l'epilogo è tragico.


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MY ITALIAN SECRET – GLI EROI DIMENTICATI

Una raccolta di testimonianze dall’intenso impatto emotivo, commovente e profondo, del regista Oren Jacoby ci trascina in luoghi ignorati dalla memoria storica e dentro storie di eroi nell’ombra, quelli che agirono seguendo l’idea per cui
“il bene si fa ma non si dice”.

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Italia, 1938: il governo Mussolini vara le leggi razziali e gli ebrei sono mandati al confino o perseguitati. L'80 per cento di loro si salva grazie al senso civico di alcuni connazionali, e nonostante questo si calcola che ne morirono circa 8 mila.
L'anno prima Gino Bartali aveva vinto il Giro d'Italia (dopo quello del '36, ne vincerà un terzo nel '46). Il figlio Andrea, seguendo la confessione che il padre gli fece negli ultimi anni di vita, indaga sull'attività che il ciclista, che rifiutò il titolo di "campione ariano" gli aveva chiesto di non rivelare (perché «il bene si fa ma non si dice»): quella di staffetta di documenti d'identità falsi, nascosti nel telaio della sua bici, recapitati a una rete segreta di monasteri e conventi e destinati agli ebrei nascosti.
Grazie alla complicità di alte figure della Chiesa, come Elia Dalla Costa, vescovo di Genova, tutto ciò accadeva nelle tappe dei suoi "allenamenti" tra Firenze, Genova e Assisi. Il riaffiorare di questa storia ancora poco nota è l'occasione per intervistare altri ebrei italiani salvati dai cosiddetti "giusti". Esuli per forza, come Charlotte, Gaia, Ursula, che oggi tornano nel Paese per riappacificarsi coi ricordi di una pericolosa clandestinità e di un vergognoso clima fratricida. Il più giovane di loro è Riccardo Pacifici, presidente della Comunità Ebraica di Roma e nipote dell'omonimo rabbino di Genova, catturato dai nazisti.
La struggente storia di Giovanni Borromeo, medico romano che riuscì a salvare molti ebrei dalla furia perversa delle SS, inventando una fantomatica malattia contagiosa che tenne lontani i soldati nazisti dal braccio dell’ospedale adibito a rifugio. Lo chiamò il Morbo K, in onore dei tanti gerarchi nazisti dal nome con le stesse iniziali. Una beffa dal potere sdrammatizzante, per farsi coraggio, per affrontare con un sorriso ironico il terribile dramma della Shoah

La genesi e il finanziamento di My Italian Secret si devono al produttore americano di origini italiane Joseph Perella, ispirato da un articolo del '93 apparso nel "Wall Street Journal" sugli analoghi italiani del più noto Oskar Schindler ritratto da Steven Spielberg in Schindler's List.


Opera fortemente educativa, contro ogni retorica su razza e patria, che ammonisce sul pericolo di indifferenza in tempo di guerra e dimenticanza in tempo di pace

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Addio, signor Haffmann

Film del 2022 di genere Drammatico/Storico, diretto da Fred Cavayé

Con Daniel Auteuil, Gilles Lellouche, Sara Giraudeau, Nikolai Kinski, Mathilde Bisson, Anne Coesens..

Si tratta di un adattamento dell'omonima commedia di Jean-Philippe Daguerre

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Parigi, 1942. Il gioielliere ebreo Joseph Haffman è uno dei migliori sulla piazza ma data la gravosa situazione storica che l'Europa intera sta attraversando, decide di cedere la sua attività (con una finta cessione) al suo dipendente Pierre Vigneau, a patto che questi, una volta finita l'occupazione nazista, restituisca tutta la proprietà in cambio di denaro e benefici. Haffmann riesce a far partire moglie e figli, ma lui è costretto a rifugiarsi nel seminterrato di casa in attesa che i rastrellamenti degli ebrei nel quartiere abbiano termine. Vigneau accetta.Vigneau è molto innamorato della moglie Blanche, vorrebbe un figlio da lei, ma il dottore sospetta che lui possa essere sterile.
Vigneau allora insiste con la moglie perchè si faccia mettere incinta da Haffmann, in cambio correrà il rischio di ospitarlo. Ma Haffmann e Blanche non staranno al patto, glielo lasceranno solo credere. Vigneau diventa amico di un ufficiale nazista che frequenta la bottega e nel frattempo diventa sempre meno amichevole con l'ex datore di lavoro e più ingordo.
Con uno strattagemma Haffmann riuscirà a partire, invece Vigneau che ha falsificato i documenti di Haffman con una sua fotografia verrà arrestato. Blanche, che non ha mai ceduto a compromessi con i nazisti e difeso Haffmann, assisterà indifferente all'arresto del marito. Ora deve difendere la creatura che porta in grembo, concepita una notte in cui il marito era completamente ubriaco dopo una cena con gli amici nazisti.

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Il serpente e l'arcobaleno (1988)

Il serpente e l'arcobaleno (The Serpent and the Rainbow) è un film horror diretto da Wes Craven.
Con Bill Pullman, Paul Winfield, Cathy Tyson
Nel 1985 ad Haiti un americano cerca il segreto del voodoo e degli zombies. Ma s'imbatte nel Gran Sacerdote del culto che è anche il capo della polizia locale, i famigerati Ton-Ton Macoutes del dittatore Duvalier.

In più di un'occasione Wes Craven ha preso spunto da articoli su fatti inspiegabili e vicende realmente accadute.
Lo ha fatto con Nightmare, ad esempio, con una ricerca su uno strano ed inquietante disturbo del sonno che uccise diverse persone nei primi anni '80, e lo ha fatto in maniera più estesa (e libera) con Il serpente e l'arcobaleno, interessante horror con il quale riportò la mitologia degli zombie alle sue origini, quelle di Haiti e dei rituali voodoo.

Per questo film il regista si è ispirato alla storia di Clairvius Narcisse, che morì nel '62 dopo essere stato ricoverato per una febbre alta, e il cui corpo fu trafugato dalla tomba in cui era stato sepolto. Si può immaginare lo stupore della sua famiglia quando, diversi anni dopo, Narcisse tornò a farsi vivo (letteralmente) e raccontò che un bokor, uno stregone voodoo, lo aveva trasformato in zombie per schiavizzarlo. Un caso sul quale si concentrarono gli studi e la curiosità Wade Davis, il quale scoprì che gli stregoni usavano potentissime sostanze ricavate da piante e animali, per indurre una persona in stato di morte apparente e poi per assoggettarla al loro volere.

Craven affida idealmente il ruolo di Wade a Bill Pullman e insieme a lui viviamo un incubo esotico intriso di misticismo, nel quale però si riconoscono le stesse trovate con le quali ha conquistato i fan di Nightmare, che qui ritroviamo in forma di sortilegi suggestivi, tra spose scheletriche, barche in fiamme e voragini che si aprono nel terreno per offrire sepoltura ai morti... e ai vivi.

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BUSSANO ALLA PORTA (Knock at the Cabin) è un film del 2023 diretto da M. Night Shyamalan.

La pellicola è l'adattamento cinematografico del romanzo del 2018 La casa alla fine del mondo (The Cabin at the End of the World) scritto da Paul G. Tremblay. Un film che esplora concetti alla base di fede e credenza, certezza e dubbio, e il potere e i limiti di entrambi.

Il film inoltre presenta una sfida tecnica per il regista: è girato quasi interamente in un interno, essendo ambientato in uno chalet nel corso di 24 ore. Sono molto attratto da storie di isolamento e dal raccontare vicende molto ampie attraverso una piccola finestra“, spiega il regista. “Quella costrizione, quell’equilibrio, una giustapposizione dell’ampiezza della storia e del modo in cui la raccontiamo per me è molto stimolante“.
Nel cast del film troviamo Dave Bautista (Dune, Guardiani della Galassia), Jonathan Groff (Hamilton, Mindhunter), Ben Aldridge (Pennyworth, Fleabag), Nikki Amuka-Bird (Persuasione, Old), Abby Quinn (Piccole donne, Landline) e e Rupert Grint (Servant, la saga di Harry Potter).

Cosa faresti se dovessi salvare la tua famiglia o l’umanità e potessi sceglierne una sola?”.

Scelte. La nostra vita è fatta di continue scelte e decisioni che indirizzano l'andamento della nostra esistenza, ma quella davanti alla quale si trovano i protagonisti di Bussano alla porta è di quelle fuori dal comune. Impensabili e impossibili.
I protagonisti Eric e Andrew sono infatti in vacanza in una baita isolata con la loro bambina Wen quando vengono raggiunti da un gruppo di quattro individui, vestiti in modo simile ma con camicie di colori diversi, che si introducono con la forza in casa e li tengono in ostaggio, ma li mettono anche davanti a una decisione difficile: devono compiere una scelta, accettare di sacrificare uno di loro, per poter evitare l'apocalisse e scongiurare l'imminente fine del mondo.Con un accesso limitato al mondo esterno, la famiglia deve decidere in cosa credono prima che tutto sia perduto.
Prigionieri e isolati dal mondo esterno, Eric e Andrew accetteranno di credere allo scenario apocalittico che viene loro prospettato?
Tra scelte impossibili e dilemmi morali, i sette protagonisti si confrontano in un crescendo di ansia che coinvolge gli spettatori e li lascia a fine corsa con qualcosa su cui riflettere.

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Ciao Mafalda :), mi inserisco fra i tuoi post monumentali :bow:, sono riuscito a vedere il film "White Noise" di cui avevi parlato nell'altra pagina, stranissimo :D, cmq piaciuto, qui metto la scena finale con colonna sonora di LCD Soundsystem (gruppo che mi piace assai) "new body rumba"

 
Ciao Olbrock. Non riesco ad essere concisa nella descrizione di un film...ci sono troppe cose da raccontare, da sapere, che sfuggono
ad uno spettatore... ed io sono curiosa e non riesco a non fare post "monumentali"...se uno vuol solo guardare inserisco le immagini;
se uno vuol leggere lascio un contenuto; se uno vuole ascoltare e visionare basta che faccia play sui video.

Less is more?:no::fiufiu::censored::D
"Control" è un film che credo di avere già trattato in passato...ma è come tirar fuori l'argenteria nelle buone occasioni...:D

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Nel 2007 Anton Corbijn è pronto a esordire come regista cinematografico dopo anni di onorata carriera nel mondo dei videoclip per gente come Depeche Mode, U2 e Rolling Stones. Per farlo decide di raccontare ciò che conosce meglio: il mondo della musica.

Control è la storia, raccontata in un meraviglioso bianco e nero, dello sfortunato leader dei Joy Division Ian Curtis (interpretato da un Sam Riley mai più così bravo).


«Il passato è già parte del mio futuro... e il presente è fuori dal mio controllo.»
(Ian Curtis/Sam Riley)

Parte della sceneggiatura è stata liberamente tratta dal romanzo autobiografico di Deborah Woodruff Curtis, Touching From a Distance.
Oltre alla carriera artistica, il film tratta anche della vita extramatrimoniale e sentimentale, così come dell'epilessia di cui Curtis soffriva in modo grave, suggerendo che anche questa abbia contribuito al suo suicidio, avvenuto alla vigilia del primo tour negli Stati Uniti della sua band.
Il titolo del film fa riferimento ad una delle canzoni più celebri dei Joy Division, "She's Lost Control".
Il titolo della canzone si ritiene racconti la storia di un'amica di Curtis, anch'essa sofferente di epilessia, che morì in una clinica di Manchester in seguito alle continue crisi. Il cantante scrisse la canzone dopo la sua morte.
Il giovane Ian Curtis (Sam Riley) vive in un paesino nei pressi di Manchester, dove sogna di formare una band e di sfondare nel mondo della musica. Successivamente, appena maggiorenne, decide di sposarsi con la fidanzata Debbie (Samantha Morton), da cui ha ben presto una figlia. Per mantenere la famiglia, Ian trova impiego in un ufficio di collocamento.
Intanto riesce fondare la sua prima band, i Warsaw, e a esibirsi dal vivo. Ma più la carriera musicale sembra prendere il decollo, più la situazione familiare ne risulta compromessa: il rapporto tra Ian e Debbie s’incrina a tal punto da far decidere al cantante di allontanarsi da moglie e figlia, facendolo cadere in un vortice di solitudine.


"Mentre stai guardando la vita in una stanza nuova, che non conosci,
puoi annegare rapidamente. È questo l'inizio di tutto!"

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Il senso di colpa nei confronti della famiglia abbandonata cresce ancora di più quando Ian inizia una relazione con Annik (Alexandra Maria Lara), una giornalista che incontra durante un concerto. Oltre alla difficile situazione sentimentale, Ian deve fare i conti anche con dei tremendi attacchi epilettici: uno di questi lo colpirà anche durante un’esibizione.
Dopo l'ultimo, tremendo attacco, Ian, da solo in casa della moglie da cui ormai si è separato, stanco e depresso a causa delle medicine che deve prendere per combattere la sua malattia, si impicca a soli ventitré anni; non conoscerà mai il grande successo che i Joy Division hanno avuto.


E così è questa la stabilità, l'orgoglio distrutto dall'amore.
Quello che prima era innocenza ora non è più.
Su di me incombe una nube che osserva ogni mio movimento nel ricordo nascosto di quello che una volta era amore.

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I The Killers hanno prodotto una cover della canzone "Shadowplay" del 1979 dei Joy Division utilizzata nella colonna sonora. Le altre canzoni dei Joy Division, presenti nel film, sono cantate e suonate dagli attori che interpretano la band, ad eccezione di "Love will tear us apart" e "Atmosphere", presenti nelle versioni originali incise dai Joy Division. Le canzoni di artisti anni settanta come David Bowie e dei Sex Pistols sono riprese da registrazioni dell'epoca. I New Order hanno prodotto alcune canzoni per la colonna sonora. Il CD è stato pubblicato dalla Warner Music il 26 settembre 2007, il brano dei Sex Pistols non è presente nella versione statunitense.

Tracce

  1. Exit - New Order
  2. What Goes On - The Velvet Underground
  3. Shadowplay - The Killers
  4. Boredom (live) - Buzzcocks
  5. Dead Souls - Joy Division
  6. She Was Naked - Supersister
  7. Sister Midnight - Iggy Pop
  8. Love Will Tear Us Apart - Joy Division
  9. Problems (live) - Sex Pistols
  10. Hypnosis - New Order
  11. Drive-In Saturday - David Bowie
  12. Evidently Chickentown (live) - John Cooper Clarke
  13. 2HB - Roxy Music
  14. Transmission - il cast del film
  15. Autobahn - Kraftwerk
  16. Atmosphere - Joy Division
  17. Warszawa - David Bowie
  18. Get Out - New Order
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Ciao Olbrock. Non riesco ad essere concisa nella descrizione di un film...ci sono troppe cose da raccontare, da sapere, che sfuggono
ad uno spettatore... ed io sono curiosa e non riesco a non fare post "monumentali"...se uno vuol solo guardare inserisco le immagini;
se uno vuol leggere lascio un contenuto; se uno vuole ascoltare e visionare basta che faccia play sui video.

Less is more?:no::fiufiu::censored::D
"Control" è un film che credo di avere già trattato in passato...ma è come tirar fuori l'argenteria nelle buone occasioni...:D

Vedi l'allegato 2878492

Nel 2007 Anton Corbijn è pronto a esordire come regista cinematografico dopo anni di onorata carriera nel mondo dei videoclip per gente come Depeche Mode, U2 e Rolling Stones. Per farlo decide di raccontare ciò che conosce meglio: il mondo della musica.

Control è la storia, raccontata in un meraviglioso bianco e nero, dello sfortunato leader dei Joy Division Ian Curtis (interpretato da un Sam Riley mai più così bravo).


«Il passato è già parte del mio futuro... e il presente è fuori dal mio controllo.»
(Ian Curtis/Sam Riley)

Parte della sceneggiatura è stata liberamente tratta dal romanzo autobiografico di Deborah Woodruff Curtis, Touching From a Distance.
Oltre alla carriera artistica, il film tratta anche della vita extramatrimoniale e sentimentale, così come dell'epilessia di cui Curtis soffriva in modo grave, suggerendo che anche questa abbia contribuito al suo suicidio, avvenuto alla vigilia del primo tour negli Stati Uniti della sua band.
Il titolo del film fa riferimento ad una delle canzoni più celebri dei Joy Division, "She's Lost Control".
Il titolo della canzone si ritiene racconti la storia di un'amica di Curtis, anch'essa sofferente di epilessia, che morì in una clinica di Manchester in seguito alle continue crisi. Il cantante scrisse la canzone dopo la sua morte.
Il giovane Ian Curtis (Sam Riley) vive in un paesino nei pressi di Manchester, dove sogna di formare una band e di sfondare nel mondo della musica. Successivamente, appena maggiorenne, decide di sposarsi con la fidanzata Debbie (Samantha Morton), da cui ha ben presto una figlia. Per mantenere la famiglia, Ian trova impiego in un ufficio di collocamento.
Intanto riesce fondare la sua prima band, i Warsaw, e a esibirsi dal vivo. Ma più la carriera musicale sembra prendere il decollo, più la situazione familiare ne risulta compromessa: il rapporto tra Ian e Debbie s’incrina a tal punto da far decidere al cantante di allontanarsi da moglie e figlia, facendolo cadere in un vortice di solitudine.


"Mentre stai guardando la vita in una stanza nuova, che non conosci,
puoi annegare rapidamente. È questo l'inizio di tutto!"

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Il senso di colpa nei confronti della famiglia abbandonata cresce ancora di più quando Ian inizia una relazione con Annik (Alexandra Maria Lara), una giornalista che incontra durante un concerto. Oltre alla difficile situazione sentimentale, Ian deve fare i conti anche con dei tremendi attacchi epilettici: uno di questi lo colpirà anche durante un’esibizione.
Dopo l'ultimo, tremendo attacco, Ian, da solo in casa della moglie da cui ormai si è separato, stanco e depresso a causa delle medicine che deve prendere per combattere la sua malattia, si impicca a soli ventitré anni; non conoscerà mai il grande successo che i Joy Division hanno avuto.


E così è questa la stabilità, l'orgoglio distrutto dall'amore.
Quello che prima era innocenza ora non è più.
Su di me incombe una nube che osserva ogni mio movimento nel ricordo nascosto di quello che una volta era amore.

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I The Killers hanno prodotto una cover della canzone "Shadowplay" del 1979 dei Joy Division utilizzata nella colonna sonora. Le altre canzoni dei Joy Division, presenti nel film, sono cantate e suonate dagli attori che interpretano la band, ad eccezione di "Love will tear us apart" e "Atmosphere", presenti nelle versioni originali incise dai Joy Division. Le canzoni di artisti anni settanta come David Bowie e dei Sex Pistols sono riprese da registrazioni dell'epoca. I New Order hanno prodotto alcune canzoni per la colonna sonora. Il CD è stato pubblicato dalla Warner Music il 26 settembre 2007, il brano dei Sex Pistols non è presente nella versione statunitense.

Tracce

  1. Exit - New Order
  2. What Goes On - The Velvet Underground
  3. Shadowplay - The Killers
  4. Boredom (live) - Buzzcocks
  5. Dead Souls - Joy Division
  6. She Was Naked - Supersister
  7. Sister Midnight - Iggy Pop
  8. Love Will Tear Us Apart - Joy Division
  9. Problems (live) - Sex Pistols
  10. Hypnosis - New Order
  11. Drive-In Saturday - David Bowie
  12. Evidently Chickentown (live) - John Cooper Clarke
  13. 2HB - Roxy Music
  14. Transmission - il cast del film
  15. Autobahn - Kraftwerk
  16. Atmosphere - Joy Division
  17. Warszawa - David Bowie
  18. Get Out - New Order
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Ciao Mafalda:), è decisamente una fortuna che tu non sia concisa:yes:OK!
A quest'ultimo post sui Joy Division :bow::bow::bow: se posso aggiungerei qualcosa di mio, vado a memoria:
li ho ascoltati per la prima volta nell'autunno 1980, album "Closer", il loro secondo e ultimo album, non avevo mai sentito nulla di simile, me ne sono innamorato da subito, tant'è che rimane e rimarrà uno dei miei album preferiti di sempre, poi ovviamente col tempo ho ascoltato anche il primo "Unknown Pleasures", ma in quegli anni, i miei vent'anni più o meno, da UK arrivavano novità musicali praticamente ogni settimana ed io e i miei amici non avevamo la materia prima necessaria per star dietro a tutto:D
Il film secondo me è fatto molto bene, poi in bianco e nero è perfetto, ho letto il libro di Jon Savage "Joy Division Autobiografia Di Una Band" realizzato con interviste di tutti coloro che hanno contribuito ed hanno assistito alla nascita e alla breve vita della band.
Beh son stato fin troppo prolisso per i miei standard:o...solo una piccola correzione, hai confuso la locandina con un altro film, questa è quella giusta, sorry :)

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non mi resta che mettere un loro pezzo tratto da "Unknown Pleasures" in una delle rare, forse la prima ma non son sicuro, apparizioni tv ("She's lost control" è ispirata da una ragazza che ebbe una crisi epilettica durante un colloquio nell'ufficio di collocamento dove lavorava Ian Curtis, il quale come detto, soffriva di questa malattia)


e da "Closer" con la foto di copertina scattata da un fotografo francese in un cimitero di Genova (che prima di tirare le cuoia vorrei andare a visitare:o)


e qui la famosa, per gli amanti dei joydivision, copertina del primo album

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Olbrok...non posso darti + di un like:):bow: ma tante stelline sì!⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐
Hai fatto bene a farmi presente lo scambio di locandine, e dato che ci sono
sono andata a vedere la trama di Control, film (genere thriller, fantascienza) del 2004 diretto da Tim Hunter. con Ray Liotta:, Willem Dafoe, Michelle Rodriguez.

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Lee Ray Oliver, un condannato a morte pluriomicida, dalla personalità disturbata ed estremamente violento, con un passato difficile, si trova nel braccio della morte. Il giorno dell'esecuzione, quando ormai tutto è deciso, il suo destino cambia. Il Dott. Copeland, che partecipa ad un esperimento finanziato da una potente casa farmaceutica appoggiata dal Governo degli Stati uniti, sceglie Lee Ray per testare una sostanza capace di modificare il carattere di una persona ed il suo comportamento. Lee Ray deve scegliere tra l'esecuzione della condanna o partecipare all'esperimento, non avendo null'altro da perdere. Egli è il soggetto più adatto, ribelle e violento. L'esperimento dopo alcune difficoltà sembra riuscire, ma l'angosciante passato tornerà presto a fare visita a Lee Ray, il quale dovrà fare i conti con i tremendi delitti del passato e con la sua personalità labile.
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Olbrok...non posso darti + di un like:):bow: ma tante stelline sì!⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐
Hai fatto bene a farmi presente lo scambio di locandine, e dato che ci sono
sono andata a vedere la trama di Control, film (genere thriller, fantascienza) del 2004 diretto da Tim Hunter. con Ray Liotta:, Willem Dafoe, Michelle Rodriguez.

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Lee Ray Oliver, un condannato a morte pluriomicida, dalla personalità disturbata ed estremamente violento, con un passato difficile, si trova nel braccio della morte. Il giorno dell'esecuzione, quando ormai tutto è deciso, il suo destino cambia. Il Dott. Copeland, che partecipa ad un esperimento finanziato da una potente casa farmaceutica appoggiata dal Governo degli Stati uniti, sceglie Lee Ray per testare una sostanza capace di modificare il carattere di una persona ed il suo comportamento. Lee Ray deve scegliere tra l'esecuzione della condanna o partecipare all'esperimento, non avendo null'altro da perdere. Egli è il soggetto più adatto, ribelle e violento. L'esperimento dopo alcune difficoltà sembra riuscire, ma l'angosciante passato tornerà presto a fare visita a Lee Ray, il quale dovrà fare i conti con i tremendi delitti del passato e con la sua personalità labile.
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Bellissimo thread, l'ho scoperto da poco, quando ho scoperto l'esistenza della sezione L'Amaca.

Il regista di Control (2004),Tim Hunter, ha lavorato soprattutto in TV. Per il cinema ha diretto anche I ragazzi del fiume (1986), un film molto crudo sul disagio giovanile nella provincia americana. Il regista controlla bene la narrazione e l'atmosfera, e dirige un bel cast di squadra, tra cui Keanu Reeves non ancora famoso, e Dennis Hopper. Nel complesso secondo me è un ottimo film.


I ragazzi del fiume - Tele+1_freccia.jpg
 

Grazie Antonius Full Tilt. :flower:
Segnalo anche questo film diretto da George Clooney. Avevo cominciato a guardarlo l'altra sera svogliatamente, invece
è riuscito a trasmettermi belle emozioni. Bella anche la colonna sonora.

The Tender Bar

Film del 2021 diretto da George Clooney, adattamento dell’autobiografia di J.R. Moehringer.

Interpreti:

Una storia vera per un (bel) film sull’educazione sentimentale che gira attorno a diverse ed essenziali tematiche: la solitudine, la paura di crescere, la ricerca di una figura paterna, la mascolinità, il senso di inadeguatezza, le sfumature della parola famiglia.
  • Casa per mia madre non aveva il significato che aveva per me. Per lei, voleva dire fallimento, un luogo in cui si finiva quando tutte le cose su cui contava andavano in pezzi. Lavoro, appartamento, fidanzato, non sempre in quest'ordine. Ma io l'amavo. Per me, la casa del nonno era una porta girevole di cugini e zie, pieno di risate e lacrime e di tanto in tanto esaurimento nervoso. Ma soprattutto, era dove viveva lo zio Charlie. E a undici anni, tutti vogliono uno zio Charlie. (J.R.)
.Stati Uniti anni 70 - Nato nella contea di Manhasset, Long Island, figlio unico e con una madre single (Lily Rabe), JR è cresciuto con la voce di Frank Sinatra e con la voce di suo papà speaker ascoltata però solo alla radio, e veniva abbracciato idealmente dal suo luogo del cuore, ossia il Dickens diventato poi Publicans, bar gestito dallo zio Charlie (Ben Affleck).

  • Conosco tanti che pensano di essere 'scrittori', nel corso della tua vita scoprirai che la maggior parte di loro non lo è. Il fatto è questo. Devi avere quel non so che. Non so spiegarti cosa sia, ma se non ce l'hai da subito, non lo avrai mai. E io dico che tu lo hai. (Zio Charlie)
Oltre all’amore fortissimo di sua mamma Dorothy (ricambiato da JR in modo assai profondo), è proprio il Publicans, e le figure che lo frequentano, a fare di JR “un uomo”. Solo lì, nei momenti più difficili, riesce a respirare, a sentirsi libero.

  • Quello che va fatto è prenderti cura della mamma. D'accordo? Vieni con me. E se ne hai una ti prendi cura della tua donna. Se bevi, devi saperti controllare. Se non sai controllarti, non bere. Non fare come certi che pensano che sia colpa di Cristo sceso in terra se arrivano tardi al lavoro e spendono tutti i soldi e ingoiano Hammerhead di trent'anni. Capisci di che parlo? Di come essere un uomo. (Zio Charlie)
Sempre al bancone dello zio Charlie, ascoltando le mille storie degli avventori, JR trova l’ispirazione e la luce, il conforto e le motivazioni, la saggezza e l’incoscienza necessaria per affrontare un’intera esistenza: l’amore per la bella e impossibile Sidney (Briana Middleton), le partite dei NY Mets, gli studi a Yale, il primo lavoro in una libreria, e poi il ruolo di fattorino nella redazione del New York Times, segnando l’inizio ad una folgorante carriera da giornalista.

Innamorarsi è una benedizione. Goditi l'attimo. Se ti si spezzerà il cuore, sopravviverai. (Dorothy)

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Tutte le canzoni presenti nel film The Tender Bar

  • Radar Love – Golden Earring
  • Sooner Or Later – The Grass Roots
  • Love Will Find A Way – Pablo Cruise
  • I Love The Nightlife – Alicia Bridges
  • Shotgun – Junior Walker & The All Stars
  • Winston Cigarettes – Malcolm Mclaren
  • A Long Time Ago – Jim Croce
  • Magic – Pilot
  • Two Of A Kind – Billy May And His Orchestra, Johnny Mercer, Bobby Darin
  • Turn Back The Hands Of Time – Tyrone Davis
  • My Opening Farewell – Jackson Browne
  • How Long – Ace
  • Dancing In The Moonlight – King Harvest
  • Lonely Girl – The Expressions
  • It’S Your Thing – The Isley Brothers
  • Modern Life – Devo
  • Dynaflow – Parish Hall
  • How Can You Win – Parish Hall
  • Stealin’ – Clover
  • Good Times – Chic
  • Twelve – Urban Fall
  • Rock Your Baby – George Mccrae
  • 50 Ways To Leave Your Lover – Paul Simon
  • Polnischner Tanz, Deutscher Tanz – Aram Mandossian Brass Ensemble
  • We’Re Gonna Burn Together – Parish Hall
  • Cherry – J.J. Cale
  • Take Me Now I’M Ready – Slyder
  • Good Time Charlie’S Got The Blues – Danny O’Keefe
  • I Thought I Was A Child – Jackson Browne
  • Different Drum – Stone Poneys
  • Do It Again – Steely Dan
  • Me And Julio Down By The Schoolyard (Live) – Simon & Garfunkel
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"Cosa stai guardando?

- Niente

- Cosa vedi?

- Tutto".

Le Grand Chariot

Orso d'Oro per la Miglior regia alla Berlinale 2023
Philippe Garrel riscopre il colore e affina ulteriormente la sua arte sottile, riflessiva e romantica, filtrandola attraverso la dolcezza familiare
L'opera ha il leggero sentore di un ultimo testamento (sebbene del tutto non crepuscolare, visto che il film è a colori, cosa rara nella filmografia di Garrel) o di un passaggio di testimone, se non un vero e proprio omaggio a una particolare stirpe di artisti, perché per la prima volta sullo schermo vengono riuniti i tre figli del maestro (Louis, Esther e Lena) e la storia ruota attorno a un'azienda familiare di burattinai (che era la professione del padre del regista, Maurice Garrel, prima che diventasse attore).



"Siamo una famiglia, ma non solo. Siamo una compagnia teatrale come non se ne vedono più".

La costellazione suggerita dal titolo del film è composta da quattro stelle e tre satelliti che si raccolgono attorno a Simon (Aurélien Recoing) che dirige la compagnia di burattinai ereditata dal padre. I tre figli di Simon, Louis (Louis Garrel), Martha (Esther Garrel) e Lena (Lena Garrel) vivono e lavorano con lui, così come la loro nonna (Francine Bergé) che condivide i suoi ricordi durante i pasti ("ero di sinistra, quindi, per mia madre, una futura criminale, e ho incontrato un acrobata").

A loro si unisce un amico di Louis, Pieter (Damien Mongin), che sogna solo di realizzare la sua vocazione di pittore e che si innamora perdutamente di Laura (Asma Messaoudene), nonostante sia in attesa di un figlio con Hélène (Matilde Weil).
Tutti i tasselli per questi andirivieni sentimentali ed esistenzialisti, tipici dell’universo di Philippe Garrel, sono al loro posto, e la morte rapida e improvvisa del padre e poi della nonna vede rimescolare l'intero mazzo di carte ("come se un continente si staccasse lasciando dietro di sé un'ombra enorme"), con ciascuno dei bambini che ha un'idea diversa di come dovrebbe essere la propria vita...
Senza forzare nulla, evitando scrupolosamente qualsiasi eccesso melodrammatico, Philippe Garrel affronta con delicatezza la moltitudine di temi che gli stanno più a cuore (la vita d'artista, la famiglia, l'amore, l'amicizia, il tempo).
Un dipinto perfetto nella sua modestia di superficie che maschera un altro mondo dietro il sipario di chi sa tirare i fili dei burattini della finzione e che conosce tutti i meandri dell'esistenza.

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