pasquino
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Lucerna, vogliamo più tasse
per vivere tranquilli, noi e i figli
Il referendum della città-cantone della Confederazione elvetica è passato con una maggioranza del 64 per cento a favore di umenti tributari che equivalgano ad almeno un tre per cento in più per ogni cittadino medio. E’la prima volta dal 1972 che in Svizzera si parla di aumenti di tasse
dal nostro corrispondente di ANDREA TARQUINI
BERLINO – Noi, il popolo sovrano degli elettori, ve lo chiediamo in questo referendum vincolante: per favore aumentateci le tasse, perché conti pubblici sani sono nell’interesse di tutti. Credete che sia una favola o la trama detta in poche parole di un libro di fantapolitica? Invece no, è realtà. E’successo in uno dei paesi più ricchi, e presunti come più egoisti del mondo, la Svizzera. Gli elettori della prospera Lucerna, una delle più belle e opulente città della Confederazione, si sono espressi in tal modo al referendum tenutosi lunedì, con una maggioranza del 64 per cento a favore di un aggravio dei prelievi tributari, sia sull’Irpef, sia sulle tasse sugli immobili, sia sulle imposte sugli utili delle aziende. Insomma, su tutto. Lasciateci meno soldi in tasca, in nome del diritto - dovere di tutti i cittadini a essere felici e tranquilli di finanze pubbliche sane oggi e in futuro, oggi noi e domani i nostri figli.
Il referendum organizzato da Lucerna, città-cantone della Confederazione elvetica, ha dato come responso un sì (appunto con una confortevole maggioranza del 64 per cento) ad aumenti tributari che equivalgano ad almeno un tre per cento in più per ogni cittadino medio. L’alternativa, hanno spiegato il cantone e i suoi politici, sarebbero state massicce, dure misure di tagli e risparmi dell’ordine di 15 milioni di franchi, per non cadere in un indebitamento eccessivo.
E’una svolta. E’la prima volta dal 1972 che in Svizzera si parla di aumenti di tasse, e la prima volta in generale che sono non i politici o gli economisti a proporlo bensì i cittadini a sollecitarlo. Con l’istituto del referendum che come è noto ha un ruolo importantissimo nella Confederazione, e non sempre ha effetti positivi, visto che a volte passano sì anche a misure contro gli stranieri residenti.
Comunque la svolta è strategica. Perché Lucerna ha ormai posto un precedente, e i cantoni vicini come quelli di Zug, Schwyz o Nidwalden saranno i primo a essere tentati a seguire l’esempio. E perché finora il modello di successo dell’altissima competitività globale del sistema-paese Svizzera era fondata non solo sul ruolo delle banche (a volte discutibile, vedi i negoziati internazionali anti-evasori), e sull’industria di alta tecnologia e meccanica fine. Bensì appunto anche sulla bassissima tassazione garantita ai cittadini – secondo la Sueddeutsche Zeitung di Monaco una coppia con un reddito annuale di un milione di franchi paga in media appena 196mila franchi di imposte – e anche alle industrie. Vedremo come reagiranno i colossi dell’economia oligarchica russa, da North Stream al gigante dell’alluminio Rusal, e gli altri global player mondiali che finora hanno puntato sulla Svizzera per pagare meno tasse.

per vivere tranquilli, noi e i figli
Il referendum della città-cantone della Confederazione elvetica è passato con una maggioranza del 64 per cento a favore di umenti tributari che equivalgano ad almeno un tre per cento in più per ogni cittadino medio. E’la prima volta dal 1972 che in Svizzera si parla di aumenti di tasse
dal nostro corrispondente di ANDREA TARQUINI
BERLINO – Noi, il popolo sovrano degli elettori, ve lo chiediamo in questo referendum vincolante: per favore aumentateci le tasse, perché conti pubblici sani sono nell’interesse di tutti. Credete che sia una favola o la trama detta in poche parole di un libro di fantapolitica? Invece no, è realtà. E’successo in uno dei paesi più ricchi, e presunti come più egoisti del mondo, la Svizzera. Gli elettori della prospera Lucerna, una delle più belle e opulente città della Confederazione, si sono espressi in tal modo al referendum tenutosi lunedì, con una maggioranza del 64 per cento a favore di un aggravio dei prelievi tributari, sia sull’Irpef, sia sulle tasse sugli immobili, sia sulle imposte sugli utili delle aziende. Insomma, su tutto. Lasciateci meno soldi in tasca, in nome del diritto - dovere di tutti i cittadini a essere felici e tranquilli di finanze pubbliche sane oggi e in futuro, oggi noi e domani i nostri figli.
Il referendum organizzato da Lucerna, città-cantone della Confederazione elvetica, ha dato come responso un sì (appunto con una confortevole maggioranza del 64 per cento) ad aumenti tributari che equivalgano ad almeno un tre per cento in più per ogni cittadino medio. L’alternativa, hanno spiegato il cantone e i suoi politici, sarebbero state massicce, dure misure di tagli e risparmi dell’ordine di 15 milioni di franchi, per non cadere in un indebitamento eccessivo.
E’una svolta. E’la prima volta dal 1972 che in Svizzera si parla di aumenti di tasse, e la prima volta in generale che sono non i politici o gli economisti a proporlo bensì i cittadini a sollecitarlo. Con l’istituto del referendum che come è noto ha un ruolo importantissimo nella Confederazione, e non sempre ha effetti positivi, visto che a volte passano sì anche a misure contro gli stranieri residenti.
Comunque la svolta è strategica. Perché Lucerna ha ormai posto un precedente, e i cantoni vicini come quelli di Zug, Schwyz o Nidwalden saranno i primo a essere tentati a seguire l’esempio. E perché finora il modello di successo dell’altissima competitività globale del sistema-paese Svizzera era fondata non solo sul ruolo delle banche (a volte discutibile, vedi i negoziati internazionali anti-evasori), e sull’industria di alta tecnologia e meccanica fine. Bensì appunto anche sulla bassissima tassazione garantita ai cittadini – secondo la Sueddeutsche Zeitung di Monaco una coppia con un reddito annuale di un milione di franchi paga in media appena 196mila franchi di imposte – e anche alle industrie. Vedremo come reagiranno i colossi dell’economia oligarchica russa, da North Stream al gigante dell’alluminio Rusal, e gli altri global player mondiali che finora hanno puntato sulla Svizzera per pagare meno tasse.
