Chiedo scusa, ma vista l'assenza ho qualche arretrato, sopportatemi, poi mi calmo. Giuro
Stralcio di una sua intervista
(fonte Il Foglio, di Carlo Antonelli)
“Hai mai sentito l’estraneità o addirittura l’esclusione? “No,
l’estraneità è positiva, se vuol dire possedere una concentrazione, una simpatia sui Miraggi. Posso anche raccontare di quando cercavo di – come dire – avere indicazioni su come è sorta una mia mitologia, non ho mai ostentato nulla, né lo faccio oggi. Oggi mi rendo conto meglio di alcune cose, di questo ambiente.
Ecco perché molti degli artisti si drogavano per reggere la società dell’arte. Io ho fatto anche dei viaggi in acido, in uno dei tanti viaggi. Pur non essendo un drogato, ho frequentato dei drogati che si sono allegramente autodistrutti. Se pensiamo ad esempio a Schifano, il risultato suo e del suo talento pittorico, è proprio dovuto anche a queste cose”.
Era eroticissimo poi (dico io) Schifano e anche Franco Angeli – che era di una generazione precedente – era di una bellezza sconcertante. Non un caso che le attrici dell’epoca erano tutte intorno, le foto di gruppo rappresentano un gruppo di straordinari uomini incredibilmente sexy. Ontani: “Però certamente c’era un critico incredibile che, non spiritosamente ma polemicamente, diceva: a Roma risultano solo gli artisti se sono belli. Non lo so, probabilmente c’era soprattutto questa prospettiva di vivere un’avventura”.
C’era un aspetto di libertà sessuale? “Penso che anche in questo non da parte mia, c’è stato una posturazione di autoideale di ambivalenza, Come dire l’eccezione dell’ambivalenza che però non è possibile, non è facile, non è assolutamente facile realizzare. Tanto è vero che sono cose dell’acerba adolescenza, della tarda adolescenza. Cioè non significa un rifiuto di uno o dell’altro sesso.
Prima stavo dicendo che
ho fatto questa specie di viaggio verso un Olimpo-Miraggio, dove c’erano tutti i personaggi della storia dell’arte della filosofia, eccetera, come un tempo infinito: c’erano Dante, Raffaello, Pinocchio…”. Ma quante volte ha preso l’acido? “No, ma io non voglio fare quello che…”. Beh, si mormora che Fellini lo pigliasse tutte le sere. “Fellini può dire tutto quello che vuole, penso che tutte le sere andasse dallo psicanalista”.
Carmelo Bene? “Carmelo appartiene a quel momento in cui dicevo era talmente facile essere tutti nella stessa stanza, ad esempio il bar Plinio lì all’angolo di piazza del Popolo. C’era sempre anche lui, sono andato a tutti i suoi spettacoli, questo lo posso dire.
Quando ancora c’era tutta questa vivacità la notte – anche De Dominicis era sempre in giro – anch’io ero talmente allegro di poter vivere fuori orario, che bastava qualsiasi pretesto per fare l’alba. Ricordo la cosa più improbabile e paradossale: quando alla fine di tutto
rimanevano Carmelo Bene, Gino De Dominicis e Paolo Villaggio e se ne andavano insieme a concludere la serata”.