ma li pagano pure quelli di Moody'S?

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Il Dec

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28/11/12
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New York - Gli Stati Uniti "cadranno" temporanemente nel precipizio fiscale, l'insieme di tagli automatici alla spesa e aumento delle tasse che entrerà in vigore il primo gennaio. E' quanto avverte l'agenzia di rating Moody's aggiungendo che, se il Congresso non agirà per impedire il fiscal cliff, l'economia americana sarà stretta da "una grave recessione entro la primavera".

Parola di Mark Zandi, il capo economista dell'agenzia di rating, che ha lanciato l'allarme parlando ai rappresentanti del Congresso nella Commissione economica congiunta, in occasione di un'audizione che si è svolta a Washington, illustrando le sue stime per il 2013 anche nel rapporto "U.S. Macro Outlook 2013: Poised for Liftoff".

Non solo avvertimenti, visto che Zandi ritiene che comunque un accordo verrà trovato agli inizi del 2013, attraverso un piano che aumenterà il tetto sul debito pubblico, e che dunque assicurerà un certo grado di sostenibilità fiscale. Se il suo outlook si concretizzerà, l'effetto sull'economia Usa sarà immediato, tanto che il Pil potrebbe crescere +2% nel 2013 e +4% nel 2014 e nel 2015. Inoltre, il tasso di disoccupazione scenderebbe sotto il 6% entro la metà del 2016.


in pratica cosa dice?
 
Messaggio chiarissimo e in linea con tutta la precedente operatitvità delle agenzie di rating: "fate sempre più debiti e non azzardatevi per alcuna ragione a intraprendere percorsi di consolidamento fiscale".
 
Messaggio chiarissimo e in linea con tutta la precedente operatitvità delle agenzie di rating: "fate sempre più debiti e non azzardatevi per alcuna ragione a intraprendere percorsi di consolidamento fiscale".
appunto.
mi sembra in opposizione con quelle che sono le critiche all'europa.
resta il fatto che wall street ha messo il turbo
 
appunto.
mi sembra in opposizione con quelle che sono le critiche all'europa.
resta il fatto che wall street ha messo il turbo

Il tema dell' "Europa spendacciona" è un argomento di indubbia efficacia propagandistica, ma per certi versi fuorviante.
La verità è che le agenzie di rating hanno sanzionato l'Europa proprio per aver intrapreso una strada di consolidamento fiscale, quando evidentemente la finanza anglosassone vede con più favore l'espansione illimitata dei bilanci pubblici e bancari.
 
Il tema dell' "Europa spendacciona" è un argomento di indubbia efficacia propagandistica, ma per certi versi fuorviante.
La verità è che le agenzie di rating hanno sanzionato l'Europa proprio per aver intrapreso una strada di consolidamento fiscale, quando evidentemente la finanza anglosassone vede con più favore l'espansione illimitata dei bilanci pubblici e bancari.
infatti i democratici puntano ad un tetto del debito illimitato.
i tassi ai minimi storici di finanziamento gli danno comunque ragione
 
ma tutti sti soldi dove vanno a finire....nelle cassette di sicurezza e nell oro
 
ma tutti sti soldi dove vanno a finire....nelle cassette di sicurezza e nell oro
il sistema economico secondo me è un flop totale.
siamo passati dalla bolla di internet a quella del credito facile.
ed ora ci stiamo avventurando nella forse bolla della liquidità illimitata.
 
infatti i democratici puntano ad un tetto del debito illimitato.
i tassi ai minimi storici di finanziamento gli danno comunque ragione

Per usare un linguaggio rozzo si potrebbe dire che la grande finanza in questo momento è "di sinistra", nel senso che vede con favore l'espansione dei bilanci pubblici come unica alternativa alle pressioni deflattive.

Non a caso il partito USA della spesa pubblica, nei mesi precedenti alle elezioni, si è saldato chiaramente con l'alleanza europea Hollande-Monti-Draghi, per impedire che il degenerare della crisi greca portasse ad ulteriori strette in Europa che, con i loro effetti recessivi, avrebbero oltretutto favorito la sconfitta di Obama e l'imporsi di politiche di rigore anche negli USA.

Per gli inflazionisti sarebbe stata una sconfitta a tutto campo.
 
Messaggio chiarissimo e in linea con tutta la precedente operatitvità delle agenzie di rating: "fate sempre più debiti e non azzardatevi per alcuna ragione a intraprendere percorsi di consolidamento fiscale".

:mmmm:

Ma come, le agenzie di rating non sono quelle che "randellano" il mostro del debito appioppando declassmanti ? Almeno in questo hanno sempre avuto coerenza ; o forse il debito Usa sarebbe geneticamente diverso (e per quale motivo ) ? ; visto che fanno tante analisi e spendono tante parole, tra le tante un paio di righe per spiegare questa cosa potrebbero pure trovarle, no ? :confused:
 
:mmmm:

Ma come, le agenzie di rating non sono quelle che "randellano" il mostro del debito appioppando declassmanti ? Almeno in questo hanno sempre avuto coerenza ; o forse il debito Usa sarebbe geneticamente diverso (e per quale motivo ) ? ; visto che fanno tante analisi e spendono tante parole, tra le tante un paio di righe per spiegare questa cosa potrebbero pure trovarle, no ? :confused:
in pratica la crisi europea sarebbe un'invenzione....................
 
:mmmm:

Ma come, le agenzie di rating non sono quelle che "randellano" il mostro del debito appioppando declassmanti ? Almeno in questo hanno sempre avuto coerenza ; o forse il debito Usa sarebbe geneticamente diverso (e per quale motivo ) ? ; visto che fanno tante analisi e spendono tante parole, tra le tante un paio di righe per spiegare questa cosa potrebbero pure trovarle, no ? :confused:

Come ho spiegato sopra, a ben guardare, le agenzie di rating randellano chi si vuole sottrarre all'orgia dell'indebitamento esponenziale, vedasi downgrade europeo di massa dopo la stesura del Fiscal Compact.

Da un certo punto di vista hanno anche ragione, nel senso che le politiche deflattive possono avere conseguenze deteriori sulla sostenibilità del debito pubblico e rischiano di dare luogo ad una specie di dumping globale che le terrorizza. Politiche ficali espansive in Europa aiuterebbero invece gli USA ad aggiustare il saldo con l'estero e ad essere meno dipendenti dalla domanda domestica.

Poi che per USA e UK abbiano non uno, ma due occhi di riguardo, è chiaro. Certo è che se a Washington dovesse imporsi il partito del rigore, le agenzia di rating non esiterebbero a farsi sentire.
 
New York - Gli Stati Uniti "cadranno" temporanemente nel precipizio fiscale, l'insieme di tagli automatici alla spesa e aumento delle tasse che entrerà in vigore il primo gennaio. E' quanto avverte l'agenzia di rating Moody's aggiungendo che, se il Congresso non agirà per impedire il fiscal cliff, l'economia americana sarà stretta da "una grave recessione entro la primavera".

Parola di Mark Zandi, il capo economista dell'agenzia di rating, che ha lanciato l'allarme parlando ai rappresentanti del Congresso nella Commissione economica congiunta, in occasione di un'audizione che si è svolta a Washington, illustrando le sue stime per il 2013 anche nel rapporto "U.S. Macro Outlook 2013: Poised for Liftoff".

Non solo avvertimenti, visto che Zandi ritiene che comunque un accordo verrà trovato agli inizi del 2013, attraverso un piano che aumenterà il tetto sul debito pubblico, e che dunque assicurerà un certo grado di sostenibilità fiscale. Se il suo outlook si concretizzerà, l'effetto sull'economia Usa sarà immediato, tanto che il Pil potrebbe crescere +2% nel 2013 e +4% nel 2014 e nel 2015. Inoltre, il tasso di disoccupazione scenderebbe sotto il 6% entro la metà del 2016.


in pratica cosa dice?

non avverrà nulla di tutto ciò......senza rassicurazioni figuriamoci se Apple/Foxconn e altri avrebbero annunciato di voler investire per spostare parte della produzione in USA.......
 
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