Ma oggi cosa dovrebbe dire la Yellen per far salire i mercati ?!

gioGEfin

Nuovo Utente
Registrato
10/2/09
Messaggi
492
Punti reazioni
51
qualcuno ha idea di quali sarebbero le argomentazioni che verrebbero accolte positivamente ?
E quelle che lo affosserebbero ?!
Thanks
 
Solita... La criescita é moderata e non ce pericolo inflazione quindi tassi a zero ancora (ormai le borse sono come un tossico che necessita sempre di nuove sostanze).

Al primo rialzo verrebbe giù il t bond e tutta la borsa... Inizieranno nel periodo delle elezioni probabilmente per un crollo come nelle elezioni 2000 e 2008
 
Per far salire i mercati, la Yellen dovrebbe scongiurare un rialzo dei tassi a Settembre , ma ciò comporterebbe il restringimento della decisione al solo Dicembre.
Oggi comunicano i dati del PIL americano e se sono buoni o ottimi, non vedo come la Fed possa esimersi dall' aumentare i tassi.
Ricordo che ci fu un bel QE esteso in più tranche...... non ha aumentato il debito americano. ?
Un aumento dell' inflazione non farebbe aumentare le richieste dei lavoratori per stipendi più alti. ?
 
Per assurdo potrebbe anche essere che ad un annuncio di rialzo a settembre, il mercato potrebbe reagire bene. Non dimentichiamo che lo scorso anno erano previsti ben 4 rialzi nel 2016. Se ne farà solo uno (settembre o dicembre) e questo potrebbe essere interpretato come un ritorno alla normalità. E' anche vero che WS è sui massimi di sempre e quindi c'è la necessità di stornare (tra il 5 e il 10%), e un aumento dei tassi può essere la molla che farà scattare il ribasso. Comunque attendiamo, penso che ognuno abbia preso posizione a seconda del proprio modo di vedere le cose.
 
ci vorrebbe un aumento secco dell' 1%
allora si che cambierebbe la musica...
 
Solita... La criescita é moderata e non ce pericolo inflazione quindi tassi a zero ancora (ormai le borse sono come un tossico che necessita sempre di nuove sostanze).

Al primo rialzo verrebbe giù il t bond e tutta la borsa... Inizieranno nel periodo delle elezioni probabilmente per un crollo come nelle elezioni 2000 e 2008



Si suonerebbe un bel requiem ....

Anche se è un simposio, alla fine fortunatamente parlerà solo lei e quindi non ci saranno esternazioni correllate rilasciate da qualche matto delle Fed regionali, circa 2-3 rialzi di cui uno da fare subito a giugno (retroattivo). :cool:

http://www.corriere.it/economia/16_agosto_26/sfide-yellen-pil-usa-tassi-fermi-presidente-fed-si-scopre-sola-011748ae-6b5c-11e6-8bdd-2a860cc068c8.shtml

Il compito retorico della signora Yellen è particolarmente delicato perché le decisioni assunte dalla banca centrale americana negli ultimi dodici mesi hanno finora smentito i suoi annunci precedenti. Vale la pena di fare un passo indietro per ricordare cosa è successo. Quando nel mese di dicembre 2015 la Fed decise, per la prima volta dopo otto anni, di aumentare il tasso di riferimento per i mercati finanziari portandolo allo 0,50%, vari membri del suo consiglio direttivo (ma non la signora Yellen) rilasciarono interviste in cui si spiegava che l’aumento di dicembre era il primo di una serie e che sarebbero arrivati altri aumenti scadenzati nel tempo, quantificati dai mercati in quattro nel corso del 2016. La Fed ha dunque lasciato credere che il tasso finanziario di riferimento sarebbe stato più o meno dell’1,5% a fine 2016. In funzione di queste indicazioni gli operatori si sono mossi di conseguenza.

Con un aumento dei tassi in arrivo in America (e invece tassi inchiodati a zero dalla crisi in Europa e Giappone):
a) sono partiti massicci acquisti di dollari, la valuta che in prospettiva avrebbe reso di più. E così, a causa dell’improvviso aumento del dollaro, prima ancora che la signora Yellen movesse un sopracciglio, gli esportatori americani avevano già perso competitività rispetto ai loro concorrenti.
b) In più, le multinazionali Usa che vendono in Europa si sono trovate i bilanci appesantiti da profitti ottenuti in euro, cioè in una valuta che si deprezzava rispetto al dollaro, il che ne ha depresso i valori di borsa.
c) Non è finita. Il super dollaro ha fatto salire anche il valore della moneta cinese che per volere delle autorità di Pechino è legata quasi indissolubilmente al biglietto verde americano.
d) Infine, il rapido apprezzamento del dollaro ha fatto esplodere i debiti esteri dei paesi emergenti che, dopo il fallimento di Lehman, avevano trainato la crescita mondiale finanziando i loro effervescenti piani di consumo e investimento in dollari e a tassi variabili. In definitiva, il rapido apprezzamento del dollaro ha poi pesato in negativo sulle borse di tutto il mondo. Di fronte a tanto sconquasso, la Fed si è fermata e ha - opportunamente – abbandonato il suo piano prestabilito. Nell’interesse dell’America (ma anche del mondo intero), i tassi di riferimento del mercato interbancario Usa sono rimasti fermi allo 0,50. Tanto rumore per nulla.

Stavolta dunque nel suo discorso di Jackson Hole la signora Yellen dovrà mirare ad assumere impegni credibili, legati all’economia più che al calendario. L’economia americana ha continuato a crescere. Ma l’inflazione attesa dalla Fed è inferiore al 2% fino al 2018. E se anche la disoccupazione Usa è al 5%, non c’è traccia di rallentamento nella creazione di posti di lavoro nei servizi e non c’è neppure la temuta accelerazione nella crescita dei salari. Insomma, il temuto surriscaldamento, se c’è, non è nei dati dell’economia ma solo nelle borse e nel mercato immobiliare il cui andamento - si è visto in passato - le banche centrali non riescono a stabilizzare. I dati insomma suggeriscono alla Fed di mantenere i tassi dove sono e di riesaminare questa scelta solo più in là nel tempo. In ogni caso, non illudiamoci: nemmeno la banchiera centrale più potente del mondo può da sola riattivare la crescita economica di un’economia mondiale troppo indebitata.
 
Indietro