“La politica sta cercando di neutralizzare l’azione della magistratura.
È una ragnatela con la quale stanno tirando a sé magistrati di punta per buttare a mare l’indagine sulla trattativa Stato-mafia”.
Con queste parole Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, spiega a BlogSicilia il disegno politico che vede dietro al ‘reclutamento’ dei magistrati in politica nel giorno in cui il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso annuncia di lasciare la magistratura per candidarsi alle prossime elezioni con il Partito democratico.
“Non crediamo più ai magistrati che vanno in politica. Si candidano con la volontà di cambiare le leggi - aggiunge Giovanna Maggiani Chelli - per combattere meglio le mafie e alla fine è la politica a cambiare loro”.
E riferendosi a Piero Grasso la presidente dice: “Siamo rammaricati che la magistratura perda un valido esponente della lotta alla mafia ma non possiamo condividere la sua scelta. Anche perché ha scelto un partito tradizionale che, come tutti gli altri, nulla ha fatto per combattere la mafia”.
Ma la presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili non risparmia parole dure anche nei confronti Antonio Ingroia, che alcuni giorni fa ha chiesto alla magistratura di esse messo in aspettativa dal servizio per motivi elettorali.
“Sicuramente ha buone intenzioni – spiega Giovanna Maggiani Chelli – ma creare l’ennesima formazione politica non ha senso. Inoltre, Ingroia fuggendo in Guatemala ha indebolito l’azione dei suoi colleghi della Procura di Palermo. Adesso scendono di molto le probabilità che il gup Piergiorgio Morosini possa ottenere dei rinvii a giudizio per l’indagine sulla trattativa Stato mafia.
Un’inchiesta sulla quale anche noi riponevamo molte aspettative. Speravamo che servisse a fare chiarezza sui rapporti tra mafia e politica e aiutasse a fare un passo avanti verso la verità anche sulle stragi del 1993”.
La presidente Maggiani Chelli fa anche autocritica, sostenendo che anche l’associazione che rappresenta può aver “contribuito in parte a ‘tirare la volata’ alla corsa di molti magistrati in politica. Scelta che non approviamo sia che si dirigano a sinistra che a destra dello schieramento”.