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Milano Finanza -
Numero 052, pag. 12 del 13-03-2004
di Vitaliano D’Angerio
Dopo fideuram/1 Chiedere le credenziali. Mai pagare in contanti. Pretendere un’analisi ad hoc dei patrimoni e dei rischi. E dopo la firma, farsi consegnare una copia del documento. Sono le regole da seguire prima di affidare i risparmi a un promotore.
Manuale di auto-difesa
Controlli tanti. E anche molta professionalità. I promotori finanziari, come altre categorie di professionisti, hanno un proprio albo nazionale. E tocca alla Consob vigilare sugli iscritti. Inoltre c’è un esame nazionale da superare prima di esercitare l’attività di collocamento di strumenti finanziari (e servizi di investimento) al di fuori della sede di una banca. Il settore dei pf non è dunque il Far West. Tutt’altro. Però il risparmiatore qualche contromisura deve metterla in atto prima di affidarsi a un consulente. Nulla di trascendentale. Solo regole di buonsenso.
Non bisogna esagerare con la diffidenza. Però è necessario almeno sapere chi è il proprio interlocutore prima di intavolare qualunque discussione finanziaria. Nel primo incontro con il pf, il risparmiatore deve chiedere/pretendere una dichiarazione della società per cui lavora il promotore. Nel documento vi sono i dati anagrafici del pf, il numero di iscrizione all’albo e soprattutto l’indirizzo della società dove inviare l’eventuale richiesta di recesso. In più il promotore deve fornire al potenziale cliente un ulteriore documento con l’elenco degli obblighi (e dei doveri) del pf nei confronti dell’investitore.
Mai pagare con denaro contante. Solo assegni bancari o circolari con clausola «non trasferibile». Non solo. L’assegno in questione deve essere intestato alla società per cui lavora il pf. L’investitore può consegnare anche ordini di bonifico (o documenti simili) e strumenti finanziari nominativi sempre però intestati alla struttura che offre il servizio. D’altronde è la società a pagare il pf (attraverso le provvigioni) non il cliente. Il promotore non può accettare mezzi di pagamento diversi: per chi agisce contro tale regola, le sanzioni Consob sono molto severe (vedi articolo nella pagina a fianco).
Investire, ma senza farsi abbagliare dai rendimenti passati. Prima di arrivare alla firma di un contratto o alla scelta dei prodotti finanziari, il promotore deve individuare il corretto profilo di rischio del risparmiatore ed esaminare la situazione economica familiare del futuro cliente (case, figli, precedenti investimenti, obiettivi da raggiungere). Tale analisi è il passaggio chiave del primo faccia a faccia pf-investitore. Senza queste informazioni, è impossibile fornire consigli finanziari o indicare (in un secondo incontro) la strategia d’investimento.
Dopo la firma, l’investitore deve chiedere copia del documento. Prima della sigla è opportuno leggere righe e codicilli con attenzione. E fare le domande del caso. Se poi il risparmiatore ci ripensa, può fare marcia indietro e rinunciare al contratto (senza pagare alcuna penale) nei sette giorni successivi alla firma. (riproduzione riservata)
....continua
Numero 052, pag. 12 del 13-03-2004
di Vitaliano D’Angerio
Dopo fideuram/1 Chiedere le credenziali. Mai pagare in contanti. Pretendere un’analisi ad hoc dei patrimoni e dei rischi. E dopo la firma, farsi consegnare una copia del documento. Sono le regole da seguire prima di affidare i risparmi a un promotore.
Manuale di auto-difesa
Controlli tanti. E anche molta professionalità. I promotori finanziari, come altre categorie di professionisti, hanno un proprio albo nazionale. E tocca alla Consob vigilare sugli iscritti. Inoltre c’è un esame nazionale da superare prima di esercitare l’attività di collocamento di strumenti finanziari (e servizi di investimento) al di fuori della sede di una banca. Il settore dei pf non è dunque il Far West. Tutt’altro. Però il risparmiatore qualche contromisura deve metterla in atto prima di affidarsi a un consulente. Nulla di trascendentale. Solo regole di buonsenso.
Non bisogna esagerare con la diffidenza. Però è necessario almeno sapere chi è il proprio interlocutore prima di intavolare qualunque discussione finanziaria. Nel primo incontro con il pf, il risparmiatore deve chiedere/pretendere una dichiarazione della società per cui lavora il promotore. Nel documento vi sono i dati anagrafici del pf, il numero di iscrizione all’albo e soprattutto l’indirizzo della società dove inviare l’eventuale richiesta di recesso. In più il promotore deve fornire al potenziale cliente un ulteriore documento con l’elenco degli obblighi (e dei doveri) del pf nei confronti dell’investitore.
Mai pagare con denaro contante. Solo assegni bancari o circolari con clausola «non trasferibile». Non solo. L’assegno in questione deve essere intestato alla società per cui lavora il pf. L’investitore può consegnare anche ordini di bonifico (o documenti simili) e strumenti finanziari nominativi sempre però intestati alla struttura che offre il servizio. D’altronde è la società a pagare il pf (attraverso le provvigioni) non il cliente. Il promotore non può accettare mezzi di pagamento diversi: per chi agisce contro tale regola, le sanzioni Consob sono molto severe (vedi articolo nella pagina a fianco).
Investire, ma senza farsi abbagliare dai rendimenti passati. Prima di arrivare alla firma di un contratto o alla scelta dei prodotti finanziari, il promotore deve individuare il corretto profilo di rischio del risparmiatore ed esaminare la situazione economica familiare del futuro cliente (case, figli, precedenti investimenti, obiettivi da raggiungere). Tale analisi è il passaggio chiave del primo faccia a faccia pf-investitore. Senza queste informazioni, è impossibile fornire consigli finanziari o indicare (in un secondo incontro) la strategia d’investimento.
Dopo la firma, l’investitore deve chiedere copia del documento. Prima della sigla è opportuno leggere righe e codicilli con attenzione. E fare le domande del caso. Se poi il risparmiatore ci ripensa, può fare marcia indietro e rinunciare al contratto (senza pagare alcuna penale) nei sette giorni successivi alla firma. (riproduzione riservata)
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