Mario Monti si candida per il bene dell’Europa. Lo dice il Fatto in prima pagina, che riferisce di riunioni con i suoi collaboratori nelle quali il professore avrebbe espresso l’idea di voler scendere in campo nella prossima campagna elettorale. L’apertura del quotidiano:
Nell’articolo a firma di Stefano Feltri si spiega:
Chi ha parlato con Monti riferisce che lui è consapevole che abbandonare lo status di tecnocrate ha forti controindicazioni, che significa dire agli elettori che non si agisce nell’interesse di tutti ma di una parte. Ma la necessità lo richiede. Monti è convinto che l’Italia potrebbe sopravvivere alla sua uscita di scena, l’Europa no. Ai giornalisti ha detto di non aver neppure letto l’intervista al Corriere della Sera con cui Massimo D’Alema, a nome del Pd, gli chiedeva di accontentarsi di tornare a fare la “riserva della Repubblica”, magari con la promessa del Quirinale. A Monti non interessa: pensarsi ancora a palazzo Chigi implica uno confronto diretto, e uno scontro, con il Pd. E Pier Luigi Bersani da sostenitore diventa l’avversario. Ma il professore deve anche liberarsi dell’abbraccio imbarazzante di Silvio Berlusconi, che continua a ripetere “faccio il tifo per Monti, sono felicissimo se lui si candida”.