Mediaset, noi qua siamo e qua rimaniamo 4

Secondo voi, come andrà a finire l'Opas sulla Mediaset Espana??

  • Si raggiungerà almeno il 95,6% di adesioni e seguirà il delisting delle azioni spagnole.

    Voti: 0 0,0%
  • L'Opas viene sospesa al ricevimento di un offerta da Vivendi/Discovery per rilevare l'intero gruppo

    Voti: 0 0,0%

  • Votanti
    12
  • Sondaggio terminato .
Cmq indipendentemente da queste ipotesi assurde fatte da banche d'affari,(e le pagano pure per fare queste proposte?) il nocciolo chiave sembra essere cmq quello di voler in qualche modo far uscire/ ridurre la presenza di Vivendi nel capitale di Mediaset.. Questo si capisce, ma allora, non sarebbe stato meglio fare l'accordo di Dicembre 2019?? Quello mi sembrava molto meglio di questo, oggettivamente parlando..


Sono ambedue avanti negli anni, testardi ed abituati ad imporsi, non x niente a capo di imperi finanziari ambedue.
berlusconi sa anche di avere un vantaggio dato dalla politica e gioca in casa.
Questi anni passati ad annusarsi spero siano bastati x farli arrivare a piu' miti consigli.:o
Purtroppo dobbiamo aspettare ,consapevoli che il tempo che passa x loro e piu prezioso:D
 
MEDIASET - Nuove regole nel settore Media
06/11/2020 09:52 WS


FATTO
Repubblica ed IlSole24Ore scrivono che il governo si riunirà oggi per discutere un provvedimento che renda necessario un via libera da parte del'AGCom in caso di takeover su società del settore media. L’AGCom avrebbe 6 mesi di tempo per esprimere il proprio parere, formulato considerando gli eventuali rischi per il pluralismo dell’informazione.
Secondo La Repubblica, la nuova norma anticiperebbe una più ampia riforma della legge Gasparri dopo il parere negativo della Corte di Giustizia Ue contro di essa, ma nel frattempo proteggerebbe Mediaset da qualsiasi mossa ostile di Vivendi.
Intanto il quotidiano Milano Finanza riporta due nuove ipotesi di soluzione alla controversia tra Mediaset e Vivendi:
1) Mediaset potrebbe supportare Vivendi nel tentativo in corso di prendere il controllo su Lagardere, in cambio Vivendi potrebbe poi cedere le azioni Mediaset
2) Vivendi acquisterebbe il 40% di EiTowers ancora di proprietà di Mediaset (il 60% di F2i) e contestualmente potrebbe vendere la sua quota in Mediaset.
L’articolo, inoltre, riporta che l’americana Discovery sarebbe interessata sia a rilevare la quota di Vivendi in Mediaset, sia a una partnership con Mediaset; d’altro canto, scrive MF, la famiglia Berlusconi non sarebbe pronta ad uscire.

EFFETTO
Una nuova legge sul settore media che scoraggi takeover potrebbe ridurre l’appeal speculativo sul titolo ma allo stesso tempo potrebbe aiutare a chiarire la situazione. D’altro canto, in merito alle due ipotesi avanzate da Milano Finanza, la prima ci sembra poco chiara mentre la seconda ci sembra difficilmente percorribile, dato che pensiamo che lo scenario più realistico per Ei Towers sia quello di una combinazione con RaiWay.
 
altro che qua siamo e qua rimaniamo....


SCAPPARE SUBITO !


personalmente ho venduto appena hanno battuto la notizia

il solito vergognoso maneggio romano per avere l'appoggio di forza italia contro ogni logica di mercato

addio scalate....anzi, non mi meraviglierei che mediaset finisca in qualche pastrocchio statalista clientelare per puntellare pure telecom che scricchiola sotto il peso del debito

schifo totale

avrò solo la soddisfazione nel tempo di vedere questo cesso di titolo scendere sotto 1 euro



https://www.msn.com/it-it/money/sto...nda-settore-deciderà-agcom-stampa/ar-BB1aKucA
 
In merito alla bozza che sta circolando riguardo al fatto che, il governo starebbe valutando una nuova normativa per il settore media. In particolare per quanto riguarda i limiti antitrust per operare nei settori TLC e Media, sui quali la corte di giustizia europea ha stabilito che i principi della Legge Gasparri sono contrari al diritto UE, sarà l`autorità delle Comunicazioni a decidere se le acquisizioni nel settore possano compromettere il pluralismo dell`informazione.

Il governo italiano, intende veramente attribuire all'Agcom dei poteri di veto nello stabilire se un'acquisizione o incrocio di media e tlc violino il pluralismo dell'informazione, nonostante la Corte Ue abbia sentenziato che gli intrecci tra media e tlc non costituiscono pericolo per il pluralismo?? Possono far diventare carta straccia una sentenza così esplicita ed inequivocabile? Pensano che Vivendi non li riporterebbe davanti ad un tribunale o alla stessa Corte Ue per violazione di una sentenza che ha stabilito che non si può ostacolare il diritto alla libera circolazione dei capitali oltre che alla libertà di stabilimento dato che la doppia partecipazione di Vivendi in Tim ed in Mediaset non costituisce alcun pericolo per il pluralismo?? Sono dei folli!!

La sentenza lo ha stabilito chiaramente che le tlc non influenzano l'informazione in quanto ne trasportano soltanto i contenuti dei dati prodotti da altri tramite la rete, ma non producono informazione né la possono influenzare.. Il governo si rilegga la sentenza!!

Un governo che si dice filo-europeo o europeista, ma a cui non gli vanno a genio il rispetto delle leggi europee... Rispettino le leggi.. Non si può andare contro sentenza solo per aiutare Berlusconi a mantenere il possesso della sua azienda ed ottenere così l'appoggio in parlamento da pare di Forza Italia per mantenere un governo nato morto che continua a galleggiare grazie alla pandemia.. Si dimettano!!



Mediaset- Secondo Repubblica il governo introdurrà nuove norme anti scalata
06/11/202012:11 EQ
SecondoRepubblica il governo starebbe valutando una nuova normativa per ilsettore media. In particolare per quanto riguarda i limiti antitrustper operare nei settori TLC e Media, sui quali la corte di giustiziaeuropea ha stabilito che i principi della Legge Gasparri sonocontrari al diritto UE, sarà l`autorità delle Comunicazioni adecidere se le acquisizioni nel settore possano compromettere ilpluralismo dell`informazione.
Considerandoche Fininvest controlla il 47% dei diritti di voto Mediaset nonvediamo rischi per il controllo della società, mentre la nuovanormativa potrebbe in generale complicare i take over nel settore,riducendo l`appeal speculativo.
 
Ultima modifica:
UNTO 1-Governo prepara norma per nuova indagine Agcom su quote Vivendi in Mediaset e Tim 06/11/2020 15:12 - RSF
(Aggiunge dettagli)
ROMA/MILANO, 6 novembre (Reuters) - Il ministero dello Sviluppo sta definendo una norma che impone all'Autorità per le comunicazioni il compito di lanciare un'istruttoria sulle quote detenute da Vivendi (VIV.EQ) in Mediaset (MS.MI) e Tim , secondo due fonti vicine al dossier.

L'iniziativa arriva dopo che la Corte di Giustizia Ue ha bocciato e dichiarato contraria al diritto dell'Unione europea una norma italiana che ha portato al congelamento di due terzi della quota, appena sotto il 29%, di Vivendi in Mediaset, bloccando un presunto tentativo di scalata della principale emittente commerciale italiana.

Il testo della norma, di cui Reuters ha letto una copia, prevede che qualora un soggetto si trovi ad operare contemporaneamente nei mercati delle comunicazioni elettroniche e nel Sistema integrato delle comunicazioni (Sic), anche attraverso partecipazioni azionarie rilevanti, l'autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) svolga un'istruttoria, da concludersi entro il termine di sei mesi dall'avvio del procedimento, volta a verificare la sussistenza di effetti distorsivi o di posizioni comunque lesive del pluralismo.

Il Sic è composto da stampa, pubblicazioni elettroniche, radio e servizi audiovisivi (Tv), cinema, pubblicità esterna, iniziative di comunicazione di prodotti e servizi, nonché sponsorizzazioni.

L'Autorità -- si legge -- dovrà tenere conto, tra l'altro, dei ricavi, delle barriere all’ingresso nonché del livello di concorrenza nei mercati coinvolti, ed eventualmente adottare provvedimenti volti ad inibire l'operazione o rimuoverne gli effetti.
 
Tali disposizioni si applicherebbero anche a procedimenti già conclusi dal regolatore.

Lo scorso settembre una sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione europea aveva stabilito che la norma del Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici (Tusmar) che fissa soglie di mercato sulle partecipazioni incrociate nel settore media e telecomunicazioni era inidonea a salvaguardare il pluralismo dell'informazione.

Vivendi detiene il 24% di Tim e il 29% circa di Mediaset, che è controllata dalla famiglia dell'ex premier Silvio Berlusconi.

L'istruttoria dell'autorità congelerebbe nei fatti l'assetto del mercato per sei mesi in attesa di un intervento organico di riforma dell'intero settore delle comunicazioni, secondo quanto si desume dalla relazione illustrativa allegata alla norma.

(Giuseppe Fonte, Elvira Pollina, in redazione a Milano Sabina Suzzi)
((giuseppe.fonte@thomsonreuters.com; +390680307711;))

Titoli correlati a questa news: MEDIASET MS.MI (News, Quotazione), VIVENDI VIV.EQ (News, Quotazione),
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RADIOCOR

***Mediaset: pronto emendamento Governo su scalate, Agcom vigila su incroci
Come emendamento al Dl Covid o stasera in Dl ristori bis (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Roma, 06 nov - Un emendamento del Governo al Dl Covid sulla proroga dell'emergenza (all'esame della commissione Affari Costituzionali del Senato) che da' all'Agcom la possibilita' di avviare un'istruttoria su eventuali aggregazioni nel settore radiotelevisivo e' pronto, sebbene non ancora formalmente presentato in Commissione. L'emendamento prevede che l'Agcom sia tenuta ad avviare entro sei mesi un'istruttoria per verificare l'esistenza di effetti distorsivi in caso di operazioni sensibili. La norma quindi entrerebbe di fatto efficacemente nella vicenda Mediaset-Vivendi, stoppando un'eventuale scalata. Lo scorso 3 settembre la Corte di Giustizia dell'Ue aveva indicato la contrarieta' al diritto comunitario delle disposizioni dell'articolo 43 comma 11 del Tusmar (Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici) in base al quale Vivendi ha dovuto congelare la propria partecipazione in Mediaset.

Nell'emendamento che Radiocor ha potuto visionare, secondo quanto spiegato nella relazione illustrativa, si propone di recepire la sentenza ma "nelle more della piu' generale revisione della disciplina di settore e propone quindi di prevedere un regime transitorio, della durata di sei mesi a partire dalla sua entrata in vigore, indispensabile a consentire un intervento organico del legislatore, tenuto conto delle difficolta' operative e gestionali dell'emergenza sanitaria in atto". In questi sei mesi sarebbe quindi l'Agcom l'arbitro di alcune partite, prima tra tutti quella che riguarda Mediaset e Vivendi.

Che la norma diventi un emendamento al Dl Covid e' solo un'ipotesi al momento: se ne discutera' lunedi' in Commissione e c'e' da verificare prima di tutto la consistenza tecnica, riferiscono fonti a conoscenza del dossier. Il Dl Covid e' atteso martedi' in Aula al Senato. In alternativa si valuta un altro strumento normativo che ospiti l'emendamento. E non e' affatto escluso, fanno notare alcune fonti, che alla fine la norma finisca nel Dl ristori bis che stasera dovrebbe essere approvato dal Consiglio dei ministri.

fil-nep

(RADIOCOR) 06-11-20 19:01:04 (0639)NEWS 3 NNNN



Una cosa è certa, che se il governo sta intervenendo a gamba tesa su questo tema e lo sta facendo ben prima che il Tar del Lazio recepisca la sentenza della Corte Ue, allora possiamo dare per scontato che il rischio che Bolloré possa tornare a trasformarsi in versione "The Predator", viene dato per certo da parte dei Berlusconi..
 
**Mediaset: norma 'anti-scalata' non è nel dl ristori bis, emendamento al Senato**


Roma, 7 nov. (Adnkronos) - Non figura nel testo del dl ristori bis, all'esame del Consiglio dei ministri, la cosiddetta norma 'anti-scalata', così definita perché sembrerebbe voler evitare l'assalto dei francesi alla roccaforte italiana Mediaset dopo la sentenza della Corte di Giustizia Ue che ha 'bocciato' la legge Gasparri. Nelle bozze circolate nel tardo pomeriggio la misura in questione non figurava, e ora, a Cdm in corso, fonti di governo spiegano all'Adnkronos "che la norma verrà inserita ma come emendamento al primo decreto ristori, all'esame del Senato".

Il testo, che qualcuno avrebbe voluto invece trasformare in un articolo del dl in esame, resterà un emendamento di maggioranza formulato in commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama. L'approvazione del primo decreto ristori, che accoglierà quindi la misura 'salva Biscione', deve essere licenziata entro il 27 dicembre, ma l'obiettivo della maggioranza e accelerare e arrivare al via libera entro il 16 dicembre, anticipando così la sentenza del Tar cui spetta dare attuazione alla pronuncia della Corte di Giustizia europea che, di fatto, dava ragione ai francesi.

**Mediaset: norma 'anti-scalata' non e nel dl ristori bis, emendamento al Senato** – Libero Quotidiano



Come volevasi dimostrare, faranno in modo che entri in vigore proprio nel giorno della sentenza del Tar del Lazio.. Come reagirà Bolloré a tutto questo, mi chiedo?
 
Son finiti i tempi del duopolio televisivo.
Secondo me i Berluscones sentono odore di aumento di capitale e temono di perdere il giocattolo ricevuto da papà
 
Venerdì, 6 novembre 2020 - 17:10:00
AgCom, i timori del governo su Tim. Mediaset al riparo, non è scalabile

Ma quale norma-salva Mediaset dalla scalata di Vivendi. Il provvedimento allo studio del ministero dello Sviluppo guidato da Stefano Patuanelli è più un intervento-salva Tim dai colossi americani, i famosi OTT, Over The Top ovvero le varie Netflix, Amazon&C che, attivissime anche nel business dei contenuti, potrebbero portarsi via con un chippino l’ex monopolista telefonico e vanificare mesi di sforzi del governo per portare a casa il varo del progetto della rete unica ultraveloce su tutto il territorio nazionale sotto la regia di Cdp.

Fonti finanziarie vicine al Biscione commentano così con Affaritaliani.it le indiscrezioni circolate oggi sulle mosse allo studio dell'esecutivo, che potrebbero entrare nel decreto legge Covid sulla proroga dell'emergenza o nel decreto Ristori-bis all’esame oggi del consiglio dei ministri o, ancora, come emendamento alla legge di Bilancio quando farà capolino in Parlamento. Mosse che assegnerebbero un ruolo fondamentale di disco verde o rosso all'Autorità per le comunicazioni (l’AgCom) guidata da Giacomo Lasorella sulle operazioni che potrebbero portare a incroci societari e a possibili concentrazioni nei settori media e tlc.

Questa visione però, fanno notare le fonti, ha poco a che fare con la realtà. Il motivo principale è che di fatto il gruppo televisivo non è scalabile. Oltre al fatto che il fondatore Silvio Berlusconi e con lui tutta la famiglia non vogliono vendere, l’azionista di maggioranza relativa Fininvest al momento controlla un pacchetto azionario del 44,18%, a cui corrispondono il 45,89% dei diritti di voto in assemblea. Pacchetto a cui deve aggiungersi un 3,73% di azioni proprie in pancia al Biscione e dunque titoli sottratti al flottante disponibile sul mercato.

Il capitale sotto l’influenza Fininvest dunque sale al 49,62%, a cui si aggiungerebbero quote in mano “amiche” sufficienti a far salire i diritti di voto esercitabili in assemblea a oltre il 50% e a bloccare ogni velleità di conquista.

C’è di più. Secondo quanto stabilito da Mediaset ad aprile del 2019, ad aprile del 2021 scadranno i due anni che precedono l’entrata in vigore del voto maggiorato in assemblea, che di fatto raddoppia i diritti di voto per chi detiene azioni da oltre due anni e che varrà dall’assise 2021. Un principio che porterà Fininvest ampiamente sopra il 50%.


AgCom, i timori del governo su Tim. Mediaset al riparo, non e scalabile - Affaritaliani.it



Certo, lo sapevamo già che Vivendi non può comprare Mediaset se Fininvest non vuole, dato che gli basterebbe non aderire ad una eventuale Opa per farla saltare, dato che con la sua percentuale nel capitale di fatto ha blindato il controllo della società oltre che le mani amiche come Doris che possiede il 2,90% circa del capitale.. Certamente potrebbe essere inquadrata anche dal punto di vista che è Tim in pericolo di scalate... Ma cmq la quota che era stata congelata era quella in Mediaset e non in Tim, giusto per far presente anche questo.. Chiaro che la sentenza della Corte Ue vale per tutto il settore dei media e delle tlc e vale come precedente in tutta Europa, se è per questo.. E chiunque se ne può avvalere di tale sentenza.. Ma il governo dice questo, perché non vuole che si dica che sta aiutando Berlusconi, dato che da sempre Pd e 5stelle hanno accusato Berlusconi di farsi leggi ad-personam e per farla votare in parlamento e digerire a tutti i componenti della maggioranza devono dire che è salva Tim..
Cambiare i connotati alle cose per farle apparire diverse come quando i giallo/verdi fecero il Condono e dissero che non era un condono, ma una Pace fiscale... Tutto si può far vedere in un modo o nell'altro con semplici giochetti di parole, ma di fatto la sentenza della Corte Ue l'ha chiesta Vivendi...
Come? Di fatto quando Vivendi ha sollevato la questione davanti al Tar del Lazio, che le leggi italiane erano in contrasto con quelle europee, ha costretto il Tar a rivolgersi alla Corte Ue per stabilirlo..
E sappiamo che ha dato ragione a Vivendi..
 
Ultima modifica:
Governo: scudo statale su media, tv e concessioni autostradali (milanofinanza.it) 09/11/2020 08:06 - MF-DJ
Di Roberto Sommella MILANO (MF-DJ)--Il governo estendera'' il Golden Power nel settore dei media e delle concessioni autostradali. La notizia, confermata a milanofinanza.it da alcune fonti autorevoli dell''esecutivo, e'' destinata a cambiare il quadro anche in due partite importanti in corso: la nazionalizzazione di Aspi con la ricerca di nuovi partner stranieri insieme a Cdp e il braccio di ferro tra Mediaset e Vivendi. In quest''ultimo caso, a differenza di quanto deciso in un primo momento, il governo Conte non firmera'' un emendamento al decreto Ristori per assegnare i poteri di veto anti-francesi all''Autorita'' delle Comunicazioni guidata da Giacomo Lasorella, bensi'' estendera'' direttamente la normativa Golden Power anche al settore dei media. Il comparto e'' infatti rimasto fuori dallo scudo statale in quanto nessun ministro all''epoca dell''inasprimento della normativa anti scalate ostili di asset strategici italiani aveva segnalato l''esigenza di usarla anche per tv e giornali. Ora l''esecutivo giallorosso, come raccontato da Milano Finanza in edicola, a fine anno approvera'' un Dpcm per mettere a punto una complessa normativa che solo nel 2020 ha comportato la bellezza di 200 notifiche a Palazzo Chigi per altrettante operazioni. Nel frattempo, mentre Mediaset e Vivendi (che ha il 29% del colosso di Silvio Berlusconi ma di fatto nessuna possibilita'' di effettuare una scalata vincente) cercheranno ancora di trovare un accordo tra stop and go e un lungo contenzioso legale che per ora ha visto sempre vittoriosa la holding transalpina, l''emendamento verra'' comunque presentato ma da un partito di maggioranza e non dall''esecutivo e sul Biscione sara'' comunque attiva la normativa europea anti-scalate. Per quanto riguarda invece il secondo fronte, quello autostradale, mentre Cdp e Atlantia cercano ancora un accordo per la nazionalizzazione di Aspi e l''esecutivo prepara il nuovo piano tariffario, sempre Palazzo Chigi ha deciso di estendere il Golden Power alle concessioni autostradali visto che nei piani della Cassa c''e'' il coinvolgimento di grandi fondi stranieri e di uscire successivamente dall''investimento (Cdp Equity gestira'' la newco che acquistera'' l''88% di Aspi con Blackstone e Macquarie). Il premier Conte in questa eventualita'' non vuole trovarsi il sistema autostradale italiano controllato da soggetti esteri, per questo lo scudo sulle concessioni, vera cassa di ogni societa'' del comparto.
fch
 
Il governo estendera'' il Golden Power nel settore dei media e delle concessioni autostradali.

Evidentemente si sono resi conto che l'emendamento poteva non passare(con i parlamentari che si potevano rifiutare di fare un favore a Berlusconi), mentre il ricorso al Golden Power è anche più lecito per non calpestare letteralmente la sentenza della Corte Ue..

 

Evidentemente si sono resi conto che l'emendamento poteva non passare(con i parlamentari che si potevano rifiutare di fare un favore a Berlusconi), mentre il ricorso al Golden Power è anche più lecito per non calpestare letteralmente la sentenza della Corte Ue..


Rimane il fatto che da qualunque parte la si veda questa e' proprio uno schifo di azienda, non sale manco se
la legano ad un pallone aereostatico.::mad:
Magari tra un po' passa l'avvinazzato che tra un festino e l'altro la vede a 5 euro tra vapori vari.:D
 
Rimane il fatto che da qualunque parte la si veda questa e' proprio uno schifo di azienda, non sale manco se
la legano ad un pallone aereostatico.::mad:
Magari tra un po' passa l'avvinazzato che tra un festino e l'altro la vede a 5 euro tra vapori vari.:D

E' tutto condizionato dal fatto che ancora non hanno trovato un accordo, ma se lo trovassero, la situazione si sbloccherebbe!!
 
Quindi non ci sarà nessun diritto di veto con apertura istruttoria della durata di 6 mesi da parte del'AGCOM come era invece previsto dall'emendamento che stavano inizialmente facendo da quanto risultava nelle bozze che stavano circolando nei giorni scorsi... Ma, l'attivazione del Golden Power nel caso di tentativi di scalate nel settore media.. Potranno mettere dei paletti ad acquisizioni, tipo come scrissi l'altro giorno se Ms e Vivendi volessero in futuro fondersi con un accordo tra le parti, che la gestione delle attività di informazione debbano restare in mani italiane, per fare in modo che una società estera non possa condizionare l'informazione favorendo interessi politici di governi stranieri..
 


Mediaset: ora Berlusconi bussa a Bollore' (MF) 10/11/2020 08:35 - MF-DJ

MILANO (MF-DJ)--L''intento comune e'' sempre quello di definire un accordo industriale tombale in tempi possibilmente rapidi. E se in estate, come riferito da MF-Milano Finanza, erano stati i vertici di Vivendi a farsi vivi con Mediaset con alcune lettere contenenti ipotesi di intesa bilaterale mai pero'' divenute realta'', ora la strada del possibile armistizio e'' stata tracciata sulla rotta Cologno Monzese-Parigi. Perche'', secondo quanto appreso in ambienti istituzionali, di recente e'' stato il network tv italiano a farsi avanti presentando una nuova proposta d''accordo. Secondo indiscrezioni, sono stati Silvio Berlusconi e il figlio Pier Silvio, guida operativa di Mediaset e fautore del progetto MediaForEurope, a indirizzare una missiva a Vincent Bollore'' e al suo braccio destro, Arnaud de Puyfontaine, ad di Vivendi. Controparte transalpina che ha fatto le sue riflessioni e le controsservazioni e che resta in attesa di una risposta dal fronte italiano.Al momento non e'' stato possibile apprendere il contenuto della proposta targata Berlusconi ma e'' noto che Mediaset chiede da anni 3 miliardi di risarcimento danni all''azionista (28,8% del capitale) francese dopo che quest''ultimo, nel luglio del 2016, non ha dato esecuzione al contratto vincolante siglato nell''aprile di quello stesso anno relativo all''acquisto del 100% dell''ex pay tv Premium e allo scambio azionario del 3,5% tra le due societa'' quotate. Mediaset, in attesa del giudizio del Tribunale di Milano (in Procura pende da tre anni l''inchiesta per aggiotaggio che vede indagati Bollore'' e de Puyfontaine), e'' pronta a trovare una soluzione extragiudiziale abbassando le pretese economiche. Ma chiede, come ha sempre fatto, impegni precisi a Vivendi, nel frattempo tornata in possesso della partecipazione nella sua interezza. Un modo per siglare la pace e'' avere il sostegno di Bollore'' nell''operazione Mfe. Ma sfumata l''ipotesi di intervento di Vivendi nel capitale della tedesca ProsiebenSat.1 (il Biscione e'' il primo socio con il 24,9%), le opzioni sono altre. E come gia'' riportato da questo giornale fanno riferimento a un eventuale intervento del Biscione nella complessa partita francese Lagarde''re (Vivendi e'' il primo azionista e vuole lo spezzatino del gruppo) o a un ingresso dell''azienda di Bollore'' nel capitale di Ei Towers rilevando la quota di Mediaset, 40%.



Insomma è ripartita la tornata di lettere e contro lettere.. Sono pregati i contendenti di fare sul serio questa volta!!
 
Ultima modifica:
Siamo stufi dei giochetti delle letterine che vanno e vengono dall'Italia e da Parigi, annuncino un accordo, piuttosto che annunciare l'invio di lettere e le attese di risposte alle contro proposte....Facciano l'accordo e basta! Non si può continuare a ripetere all'infinito scenari già visti di corteggiamenti con lettere d'amore che poi finiscono con una rottura dei contatti e non se ne sa più nulla per mesi.. Firmino sto accordo o tacciano per sempre..
 
Il mercato sembra crederci, d'altronde questi 4 anni di battaglie legali non sono approdati a nulla. L'unico effetto è stato (purtroppo) quello di deprimere il valore dell'azienda (Covid a parte). Alla fine ci hanno rimesso tutti; Bollorè, i Berlusconi e tutti gli azionisti grandi e piccoli.
 
ma Gas che fine ha fatto?
lui "intuiva" l'andazzo.
:bye:
 
e comunque graficamente deve passare con decisione i 70 (50% di Fibo nel breve e 23,6% di Fibo a 1 anno) per tornare interessante long e target i max di aprile.
Biondo che dici?
:bye:
 
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