Mediobanca... soddisfazioni in vista?

Stato
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buon di' mb che ieri testa la mm100 e recupera area 9,75 io ho ricostituito in toto posizione e stopperò tutto sotto min di ieri,aspetto con calma area 10,1
 
buon di'mb che chiude sui max con la prospettiva di andare prima a chiudere gap e poi area 10,1,pericolo solo sotto 9,6 con chiusura
 
buon di' e buon inizio settimana,vale sempre la solita analisi,inutile ripetersi
 
Belin se questa è la solita ruttin .....aiuto!!!!!:D:D:D:D
 
buon di',mb che rompe i 9,6 e va a 9,4 ,io ne ho approfittato x riprendere i pz dati sui 9,8 settimane scorse e ora sono ritornato all in,paura solo dovessimo andare sotto area 9,1 dove passa mm200,anzi dovessimo arrivarci incrementerò ancora esposizione
 

Caltagirone sale al 9,9% di Mediobanca. Ecco tutte le partite aperte dell’imprenditore romano​

di Francesca Gerosa

Francesco Gaetano Caltagirone, socio di Generali con il 6,23% e già azionista di Piazzetta Cuccia con il 5,499%, ha aumentato la sua partecipazione al 9,9%. «Un investimento presente da circa un anno», ha detto un portavoce. È solo l’inizio viste le quote in altre importanti società finanziarie italiane​


Francesco Gaetano Caltagirone sale a quasi il 10% di Mediobanca. Il costruttore romano, socio di Generali con il 6,23% e già azionista di Piazzetta Cuccia con il 5,499% (tramite le società Istituto Finanziario 2012 Spa, Gamma Srl e Fincal Spa), ha aumentato la sua partecipazione nell’istituto guidato da Alberto Nagel al 9,9%.

Un investimento presente da circa un anno


Fino al 10% del capitale non ha obblighi di comunicazione. Ma un portavoce del gruppo dell'imprenditore romano ha confermato la notizia, limitandosi a far notare che «si tratta di un investimento presente da circa un anno».

Caltagirone si consolida come secondo azionista di Mediobanca


Così l’imprenditore romano si consolida come secondo azionista di Mediobanca, dietro solo a Delfin, la finanziaria della famiglia Del Vecchio, la quale ha il 19,8%. Nell'azionariato di Piazzetta Cuccia c'è anche il patto di consultazione che raccoglie il 10,9%, da cui a settembre 2021 sono usciti i Benetton con la loro quota del 2,1%.

Più di una partita aperta

Mediobanca non è l’unico investimento bancario di Caltagirone che di recente ha acquisito l’1,1% di Banco Bpm. Inoltre, detiene il 3,3% della società di risparmio gestito Anima. Forte di una liquidità pari a 2 miliardi di euro l’imprenditore romano potrebbe sorprendere nel breve termine con altri acquisti di azioni direttamente sul mercato.
 
buon di',mb che riparte in carrozza andando a sfiorare i 9,9,io dato i pz presi ieri,40 cent in un gg mi sembrava una manna,ora aspetto almeno i 10,1,sotto sempre area 9,6 primo campanello d allarme
 
buon di',mb che torna sui suoi passi dandomi la possibilità di riprendere sui ,60 i pz dati ieri,sembrava occasionen ghiotta,vediamo oggi se si riparte,ora chiuderò solo in area 10,1
 
di ieri...

Mediobanca: completa collocamento Abs Quarzo per 450 mln​

MILANO (MF-NW)--Mediobanca ha completato il collocamento dell'Abs Quarzo, cartolarizzazione di crediti erogati da Compass Banca, per complessivi 450 milioni di euro. Con questa operazione, si legge in una nota, Compass torna sul mercato istituzionale dopo il collocamento pubblico di marzo 2022 (Quarzo 2022), cronologicamente l'ultima transazione a mercato di un emittente italiano, consolidando il ruolo del gruppo tra gli emittenti piu' regolari del segmento a livello europeo. L'emissione e' stata prezzata 95 punti base sopra il tasso Euribor 3 mesi. Il portafoglio include prestiti performing a tasso fisso per un ammontare netto di 700 mln euro. Il pool e' composto per il 63% da prestiti personali e per la rimanente parte da prestiti per acquisto di auto nuove (15%), usate (13%) e prestiti finalizzati (9%). Il processo di bookbuilding, concluso con successo, ha visto coinvolti tutti i principali investitori europei in ambito Abs e il book degli ordini ha superato 700 milioni di euro, circostanza che ha permesso di stringere la guidance iniziale di 5bps. Questa transazione testimonia ulteriormente la capacita' del gruppo Mediobanca di accedere in modo costante e a condizioni competitive al funding anche in contesti di mercato volatili, grazie all'ampia disponibilita' di canali e strumenti di raccolta. com/mcn alessandro.mocenni@mfnewswires.it fine MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

04/05/2023 19:05
 
buon di'e buon inizio settimana,mb che chiude l ottava sui max oramai in area 10,oggi credo si andrà a tp dei 10,1,credo chiuderò almeno un terzo posizione,titolo che tornerà debole solo sotto area 9,7 mentre sopra ai 10,1 si potrà pensare ad area 10,5
 

Mediobanca: una norma puo' cambiare regole su candidati cda dei soci forti (Mi.Fi.)​

ROMA (MF-NW)--Nella City milanese e' ripreso il gioco sullo scacchiere Mediobanca-Generali. A innescarlo e' stata la conferma dell'ascesa di Francesco Gaetano Caltagirone nel capitale di Piazzetta Cuccia al 9,9%, dopo i rumors rivelati lo scorso ottobre da MF-Milano Finanza. La mossa arriva mentre nella banca d'affari milanese e' appena partito il complesso iter per la presentazione della "lista del cda" in vista del rinnovo del board all'assemblea del 28 ottobre. E che ora potrebbe essere influenzato in maniera rilevante da alcune decisioni tra Palazzo Chigi e Parlamento, proprio relative alle "liste del cda". La partita si gioca sul filo del diritto, tra commi e codicilli che sembrano minuzie da legulei ma che invece possono avere effetti molto concreti. Per riannodare il filo bisogna tornare al Consiglio dei ministri del 4 maggio che, all'interno di un decreto legge omnibus ha inserito una norma in base alla quale gli statuti delle societa' quotate possono prevedere la "lista del cda" stabilendo che questa dovra' essere presentata 40 giorni prima dell'assemblea, e non 25 giorni come per gli altri candidati. Non e' la prima volta che ci cerca di normare il fenomeno: nell'autunno del 2021 l'allora presidente Dem della commissione Finanze del Senato, Luciano D'Alfonso, presento' una proposta per regolare lo strumento, sempre piu' diffuso nella finanza italiana ma di fatto privo di una cornice di legge, come ricordato anche dal presidente della Consob, Paolo Savona. Da cio' quindi l'ipotetica urgenza del governo Meloni di muoversi per decreto. Il diavolo sta nei dettagli. I contenuti della norma in questione ricalcano, in parte, un emendamento al decreto Fintech presentato in Senato da Fratelli d'Italia a meta aprile ma cassato ancora prima della partenza per estraneita' alla materia del provvedimento. L'emendamento originario di Fratelli d'Italia prevedeva un terzo aspetto non previsto invece nel decreto del 4 maggio: qualora lo statuto non preveda altrimenti, la lista del cda si considera "non presentata" se uno o piu' soci con una quota di almeno il 9% del capitale stilino una propria lista con un numero di candidati pari a quello dei consiglieri da eleggere. Insomma, una lista di maggioranza. Secondo quanto ricostruito da MF-Milano Finanza, la proposta sarebbe potuta entrare anche nel ddl Capitali per incrementare le quotazioni su Piazza Affari; ma motivi di forma hanno fatto si' che restasse fuori. Ora invece ritorna: le liste dei board sono a pieno titolo nel decreto, sempre che il Quirinale non abbia nulla da obiettare sulla presenza stessa di questi provvedimenti. Se passasse il vaglio di Mattarella, nel corso dell'iter parlamentare di conversione in legge un emendamento simile a quello presentato nel decreto Fintech stavolta passerebbe il vaglio di ammissibilita'. Cosa c'entra tutto questo con la battaglia lungo l'asse Mediobanca-Generali? Secondo diversi osservatori, se quella norma tornasse e venisse approvata, sarebbe un forte assist per Caltagirone. Se un anno e mezzo fa la proposta D'Alfonso fosse diventata immediatamente operativa, avrebbe potuto tagliare fuori dalla corsa per il rinnovo l'amministratore delegato uscente di Generali Philippe Donnet, candidato nella lista del cda avversata da Caltagirone con l'appoggio di Leonardo Del Vecchio e Fondazione Crt e i voti dei Benetton. Ora la tenaglia sul Leone, via Mediobanca, prova a fare leva sulla politica. Torniamo a Caltagirone. Dal quartier generale dell'imprenditore romano fanno sapere che il rafforzamento dentro Mediobanca e' avvenuto circa un anno fa e oggi e' secondo socio dietro a Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio che ha il 19,8%. Caltagirone avrebbe insomma dirottato capitali su Mediobanca, azionista di Generali al 13,1%, una volta suonato il fischio finale della battaglia (persa) per il rinnovo di Donnet, confermato per un terzo mandato. Al pari del patron di EssilorLuxottica scomparso il 27 giugno scorso, il costruttore-editore romano ha sempre insistito per un cambio di passo nella strategia di crescita internazionale di Generali, puntando su acquisizioni. Inoltre spinge per un affrancamento della compagnia triestina da Mediobanca. Persa la prima battaglia nella "guerra d'indipendenza" al piano di sotto, Caltagirone dunque ha iniziato a stringere la presa al piano superiore ma sempre con lo sguardo rivolto al Leone, in cui ha investito circa 2,5 miliardi. Perche' quindi, ha voluto confermare in questi giorni la salita in Piazzetta Cuccia con grande rilevanza mediatica quando solo sei mesi fa il rafforzamento non veniva confermato ma neanche smentito? La sensazione tra gli osservatori delle vicende di quella che una volta era "la galassia del Nord" e' che Caltagirone voglia ribadire che la sua battaglia per far uscire Generali dal cono d'ombra di Mediobanca va avanti. Non e' un caso che l'avvertimento dell'Ingegnere arrivi prima della presentazione del nuovo business plan di Mediobanca il 24 maggio. I due principali soci si aspettano di essere coinvolti nella definizione della strategia. Nei confronti del ceo Alberto Nagel, che si gioca il rinnovo, l'atteggiamento ufficiale del gruppo Caltagirone e' improntato alla laicita': il banchiere sara' giudicato sulla base del piano industriale e sulla strategia riguardo a Generali. Sara' il passaggio sul piano a indicare la direzione per le future mosse dei due grandi soci oggi senza rappresentanza nel board Mediobanca. Se non si trovera' un accordo con l'attuale capoazienda, e' possibile che riparta un gioco di forza, che potrebbe passare anche dalla presentazione di una lista alternativa o dall'appoggio a quella di un eventuale terzo socio, come quella presentata a sorpresa nel 2020 il fondo Bluebell, sostenuto dall'islandese Novator Capital. E se nel frattempo passasse la legge sulle liste del cda con il blocco automatico in caso di liste alternative, la partita prenderebbe tutto un altro verso. red fine MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

08/05/2023 09:12
 
buon di',mb che raggiunge area 10,io ho chiuso 1/3 posizione,ora mi metto in poltrona,aspetterò area 9,6 x ricostituire in toto posizione oppure aspetto area 10,4-10,5 x valutare se chiudere metà dei pz in essere,quindi aggiornerò il thread solamente quando varierò posizione
 
buongiorno, questa la prima della giornata:

Mediobanca: la sfida su assetto Piazzetta Cuccia coinvolge Trieste (MF)​

ROMA (MF-NW)--Mediobanca si avvia a tornare al centro delle cronache. Il prossimo 24 maggio - una data storica - presentera' il nuovo piano industriale, come e' stato ricordato il 3 maggio su queste colonne segnalando la "salita" della partecipazione del gruppo Caltagirone al 9,9%. Prima, l'11 prossimo, si conoscera' la semestrale. In quella occasione, scrive MF-Milano Finanza, aleggeranno le previsioni su cio' che potra' accadere il 28 ottobre, ulteriore riferimento storico, quando, con l'assemblea annuale, si dovra' procedere all'elezione per il rinnovo degli organi deliberativi e di controllo. Tra due importanti date, cariche, l'una, del ricordo di una storia di contrattacco e di liberazione (il Piave) e, l'altra, di una reminiscenza nettamente negativa (la marcia fascista su Roma), si decidera' anche il futuro per i prossimi anni di Mediobanca? Con revisioni strategiche sostanziali, in una con la decisione sul futuro dei vertici ora in carica? Oppure si arrivera', nel frattempo, a una pax che, pero', non sembra proprio possa adagiarsi sullo status quo ante? Se si considerano, oltre a Caltagirone, le quote riconducibili a Delfin, pari al 19,9% , vi e', per l'istituto di Piazzetta Cuccia, un assetto azionario che non ha le naturali proiezioni negli organi amministrativi. E' vero che l'eventuale ulteriore crescita di questa partecipazione e il suo possibile utilizzo per trarne le naturali conseguenze sulla governance della Banca potrebbero trovare limiti nel ruolo dei gruppi societari, secondo una normativa che pero' si apre a possibili censure anche sul piano della sua costituzionalita', dal momento che si vuole che ne conseguirebbe il non facilmente accettabile assoggettamento dello stesso intero gruppo alla Vigilanza bancaria. E', tuttavia, prevedibile che la situazione azionaria non possa alla lunga restare cosi' bloccata. Un tempo, prima che il timone passasse a banchieri come Cesare Geronzi e Alessandro Profumo, insieme con Fabrizio Palenzona, si era realizzata la straordinaria condizione in virtu' della quale Mediobanca era di proprieta' delle allora Bin che avevano la maggioranza assoluta - cioe' le banche d'interesse nazionale, Comit, Credit e Banca di Roma- ma agiva, forte delle straordinarie capacita' del dominus, Enrico Cuccia, come se fosse essa la proprietaria delle Bin, i cui esponenti, per esempio, conoscevano gli argomenti su cui erano chiamati a deliberare solo durante la riunione del consiglio di amministrazione. Oggi siamo lontanissimi da quel tempo e le azioni non si pesano piu', come voleva Cuccia, ma si contano e il conteggio non puo' essere meramente platonico. Ne', per usare un'altra espressione di quel grande banchiere (nel bene e nel male), si puo' pensare che vi sia chi voglia combattere "solo con le gengive". In questo quadro, fondamentale diventa il rapporto di Mediobanca con le Generali di cui detiene il 13% circa: una nuova impostazione strategica non puo' fare a meno di pronunciarsi motivatamente, con adeguate argomentazioni attuali e prospettiche, sull'esercizio di questa interessenza. , questo, allora il "punto d'appoggio" della leva di Archimede per trovare una composizione nell'azionariato, la quale ha motivazioni sostanziali sue proprie, non solo legate all'intento di conseguire la pax citata? E puo' tornare di attualita' l'operazione di cessione di Banca Generali a Mediobanca da parte del Leone, alla quale, sia pure con cautela e senza esprimere alcuna valutazione, ha fatto riferimento anche Palenzona eletto al vertice della Crt, anch'essa partecipante al capitale della Compagnia? Su questa vicenda si proietta la norma contenuta nel decreto Omnibus, varato dal Consiglio dei ministri il 5 maggio e di cui e' stato riferito sul settimanale MF-Milano Finanza in edicola, che introduce, a determinate condizioni e con conseguenze, la possibilita' per le societa' quotate di prevedere nello statuto la facolta' del cda uscente di presentare una propria lista per il rinnovo della composizione dell'organo: una innovazione che richiama alla memoria la lista del consiglio presentata dalle Generali lo scorso anno con il consenso della prima azionista Mediobanca (e affermatasi nel voto) senza, pero', la vigenza di una norma di legge regolatrice. Sia pure ex post, il caso merita una riflessione. Insomma, non si arriva qui a scrivere che tra maggio e ottobre si discutera' (e si decidera' a Piazzetta Cuccia), ma che questi momenti riguarderanno anche il Leone o saranno ben percepibili nel non detto. Tuttavia, il coinvolgimento e' inevitabile, ma anche necessario. La ridefinizione degli assetti, che cominci con il rafforzare l'istituto milanese dando ad esso una configurazione all'altezza dei tempi e delle trasformazioni, potra' avere un effetto catalizzatore anche del consolidamento in alcune fasce del sistema bancario. Insomma, si apre una fase non ordinaria. importante che cosi' sia vissuta da coloro che formuleranno programmi e proposte, "in primis", dal vertice di Mediobanca che molto probabilmente sara' chiamato a rivedere impostazioni e prospettive. Un tempo, non vicino, a qualsiasi spirare di venti, si chiamava in ballo la difesa di questo storico istituto, della sua autonomia. Era un difesa collettiva, a volte piu' che giusta. "Or non e' piu' quel tempo e quell'eta'". alu fine MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

09/05/2023 08:47
 
N BREVE-Mediobanca, utile netto trim3 a 235 milioni (+24%)
Oggi 13:17 - RSF
11 maggio (Reuters) - Mediobanca Banca di Credito Finanziario SpA (MB.MI): * MEDIOBANCA: RISULTATI 9 MESI A MASSIMI STORICI, OLTRE TARGET PIANO 2023 * MEDIOBANCA: UTILE NETTO 9 MESI A 791 MILIONI, +10% SU ANNO * MEDIOBANCA: EPS 9 MESI A 0,93 EURO, ROTE AL 13% * MEDIOBANCA: UTILE NETTO TRIM3 A 235 MILIONI (+24%) * MEDIOBANCA: RICAVI TRIM3 A CIRCA 760 MILLION (+10%), SECONDO MIGLIOR TRIMESTRE DI SEMPRE * MEDIOBANCA: MARGINE INTERESSE TRIM3 A 456 MILIONI (+22% SU ANNO) * MEDIOBANCA: CET1 AL 15,4% IN AUMENTO OLTRE 30 BPS, FULLY LOADED SENZA DANISH COMPROMISE AL 14,4% CON 70% CASH PAYOUT * MEDIOBANCA: VALUTAZIONI NON CONTABILIZZATE DEI TITOLI HTC INFERIORE A 10BPS CET1 * MEDIOBANCA: VEDE PER ESERCIZIO 2022-23 RICAVI A 3,2 MLD SOPRA TARGET PIANO, MARGINE INTERESSE A 1,8 MLD, COMMISSIONI NETTE OLTRE 800 MILLION * MEDIOBANCA: VEDE IN 2022-23 RISULTATO OPERATIVO RISK ADJUSTED. PARI A CIRCA 1,5 MILIARDI, IN CRESCITA SUPERIORE AL 15%, AL NETTO DI UN COSTO DEL RISCHIO PREVISTO NELL’INTERVALLO: 50-55BPS * MEDIOBANCA: VEDE PER ESERCIZIO 2022-23 CASH PAYOUT 70% Comunicato integrale Per altre informazioni (MB.MI)
 
usciti dati,mi piacerebbe riprendere a 9,4-9,5 quelli dati a 10,vediamo il proseguo
 
Le prime 2 pagine dicono tutto:


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Le due tabelline del conto economico con i dati a raffronto:


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