Mediobanca... soddisfazioni in vista?

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
cade e si sta portando dietro anche Generali....anche se vedo che pure unipol perde parecchio forse è qualcosa di legato agli assicurativi
 
Se anche il 4° trimestre dovesse ripetere i dati odierni a quanto pensate il valore del dividendo che distribuirà a Novenbre?
 
ricostituita posizione in toto,45 cent zanzati,peccato non averli chiusi tutti a 10 ma solo 1/3,ora importante non andare sotto i 9,4 -9,45 altrimenti situazione diventa molto pericolosa
 
Se anche il 4° trimestre dovesse ripetere i dati odierni a quanto pensate il valore del dividendo che distribuirà a Novenbre?
In questo report di MF dicono qualcosa:

Mediobanca, utili per 791 milioni nei nove mesi e ricavi record. Nagel: siamo oltre il piano. Le stime del pay-out
Alberto Nagel
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Mediobanca, utili per 791 milioni nei nove mesi e ricavi record. Nagel: siamo oltre il piano. Le stime del pay-out​

di Luca Gualtieri
tempo di lettura 3 min

I ricavi di Mediobanca superano i target previsti dal piano industriale per quest'anno, con ricavi a 2,42 miliardi (+13% anno su anno). La divisione wealth management ha generato 614 milioni di ricavi (+13%). Il margine di interesse è salito a 1,299 miliardi (+17%). Il ceo Alberto Nagel: «Tassa sulle banche per gli extra-profitti? È meglio che gli istituti restino in forma»​


Mediobanca ha chiuso i nove mesi dell’esercizio con numeri in forte crescita, confermando così il trend positivo registrato dalle altre grandi banche italiane.
Per l'istituto di piazzetta Cuccia i ricavi hanno superati i target previsti dal piano industriale per quest'anno, con ricavi a 2,42 miliardi (+13% anno su anno) rispetto ai 3 miliardi previsti per la fine dell’anno 2022/2023 che chiude a giugno. «Siamo oltre il piano triennale», ha commentato il ceo Alberto Nagel parlando agli analisti.
Al risultato hanno contribuito tutte le divisioni di business del gruppo milanese: il wealth management ha generato 614 milioni di ricavi (+13%), il Cib 565 milioni (+14%), la consumer finance 841 milioni (+7%). L'utile netto è stato di 791 milioni, in crescita del 10% rispetto allo stesso periodo del bilancio precedente.

I numeri del bilancio

Nei nove mesi il margine di interesse è salito a 1,299 miliardi (+17%) per il contributo positivo di tutte le divisioni ed in particolare del consumer finance (+5,9%), del wealth management (+21,2%) e dell’holding functions (tornata positiva a 68 milioni) a seguito del miglioramento dei volumi, del riprezzamento degli attivi e dell’attenta gestione del costo della raccolta.

Le commissioni si sono posizionate a 657 milioni (+2%) per la solida crescita del wealth management (+8%) e la stabilità del Cib nei nove mesi, con il terzo trimestre che riflette il calo di attività corporate per aumento dei tassi e volatilità dei mercati.

La base patrimoniale si conferma elevata con un indice CET1 phase-in al 15,4%, in crescita di 30 punti base nel terzo trimestre. Il miglioramento del trimestre riflette l’elevata redditività e la riduzione degli attivi ponderati. L’indice include un cash dividend pay-out pari al 70% dell’utile netto riportato. Il Cet1 fully loaded si attesta al 14,4% (14% a dicembre 2022).

Le parole di Nagel

«Nei nove mesi - ha spiegato il ceo Alberto Nagel - il gruppo ha saputo mantenere il livello più alto mai raggiunto di ricavi (circa 2,42 miliardi), di utile (oltre 790 milioni) e di redditività (Rote del 13% sui livelli massimi delle banche europee), ottimizzando la gestione degli attivi e passivi e beneficiando del forte posizionamento in business artefici di una crescita di lungo periodo».

Il banchiere ha aggiunto che nei nove mesi il gruppo ha saputo mantenere il livello più alto mai raggiunto di ricavi (circa 2,42 miliardi), di utile (oltre 790 milioni) e di redditività (Rote del 13% sui livelli massimi delle banche europee), ottimizzando la gestione degli attivi e passivi e beneficiando del forte posizionamento in business artefici di una crescita di lungo periodo».

Nagel: no alla tassa sugli extra-profitti

La tassa sugli extra-profitti delle banche? «È meglio che le banche italiane rimangano in forma». Così Nagel ha commentato così le ipotesi circolate nelle scorse settimane riguardo alla possibilità di una tassa sugli extra-profitti realizzati dalla banche grazie all'incremento dei tassi d'interesse. Nagel ha spiegato che è meglio che gli istituti di credito restino in forma in questo momento perché sono chiamati ad assolvere il compito di sostenere l'economia e gli investimenti previsti dal Pnrr. Inoltre, in un momento delicato di quantitative tightening da parte della Bce, rimangono loro i principali sottoscrittori di nuovo debito pubblico. L’ad di piazzetta Cuccia ha inoltre sottolineato che «non bisogna guardare agli ultimi trimestri» ma ai precedenti 5-6 anni, durante i quali le banche italiane hanno visto i margini compressi da tassi a livello zero, ma «non hanno fatto ricadere questo sulla clientela praticando tassi negativi, come hanno fatto invece banche di Paesi del Nord Europa».

Nagel, quota Caltagirone? A noi compete gestione

A proposito «del rapporto con gli azionisti e del modello di società, a noi compete la gestione del gruppo e di dare le migliori soddisfazioni possibili agli azionisti e di incentivare un engagement il più genuino e proficuo possibile», ha detto Nagel rispondendo alla richiesta di un commento sull'aumento al 9,9% della partecipazione di Francesco Gaetano Caltagirone nel capitale dell'istituto. Dall’engagement «deriva la possibilità di gestire la società rimanendo focalizzati sugli obiettivi e di non essere distratti da un altro tipo di iniziative: questa è stata ed è la nostra priorità», ha concluso.

Gli analisti di Jefferies confermano la raccomandazione hold


I risultati del terzo trimestre 2022-2023 hanno mostrato «un utile netto superiore alle attese grazie a minori accantonamenti per perdite su crediti», ma «l'outlook implica un ritmo più lento nell'ultimo trimestre dell'anno», hanno commentato dopo i conti gli analisti di Jefferies, che su Mediobanca hanno una raccomandazione hold (mantenere) e un prezzo obiettivo di 10 euro.

Orario di pubblicazione: 11/05/2023 13:31
Ultimo aggiornamento: 11/05/2023 15:24
 
buon di',mb che sui dati scende fin area 9,55 x poi recuperare,oggi importante non perdere area 9,4-9,45 altrimenti si potrebbe tornare in area 9,1,sopra 9,8 acquisteremo forza
 
buon di' e buon inizio settimana,vale quanto detto venerdi,importante non andare sotto area 9,4
 
buon di' bel recupero ieri x mb,direzione area 10,1 finche staremo sopra area 9,4 da cui ci stiamo allontanando
 
Buongiorno, questa è la prima di oggi:

Mediobanca: Milleri, valuteremo il piano (MF)​

ROMA (MF-NW)--"Studieremo il piano e lo faremo analizzare: se ce li chiederanno daremo dei suggerimenti, anche se noi non siamo degli esperti di banche, questo deve essere chiaro a tutti". Francesco Milleri, ad e presidente di EssilorLuxottica oltre che presidente di Delfin, l'holding che detiene quasi il 20% di Mediobanca, interviene sul piano strategico di piazzetta Cuccia, che sara' presentato mercoledi' prossimo. "Siamo solo degli azionisti di lungo periodo e anche contenti: il titolo sta andando abbastanza bene, poi se cresce un po' di piu' siamo ancora piu' contenti". Da azionista Delfin, gia' alleata con Francesco Gaetano Caltagirone (ora al 9,9% di Mediobanca), non puo' che guardare anche alla cedola, scrive MF-Milano Finanza. "I dividendi danno contributi importanti, quindi questa resta la nostra posizione fin dall'inizio, al 10% o al 20%. Vedremo quello che ci presenteranno", aggiunge Milleri a margine dell'assemblea di EssilorLuxottica a Parigi. Il ceo si esprime anche sul rinnovo del board di Mediobanca, guidato dall'ad Alberto Nagel, previsto per ottobre. "Vedremo anche qui se ci chiederanno qualcosa o meno. Noi siamo veramente azionisti di lungo periodo, interessati che questo nostro investimento cresca e continui a essere profittevole". red fine MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

18/05/2023 08:41
 

MEDIOBANCA ACQUISTA ARMA PARTNERS PER RAFFORZARE L'ATTIVITÀ DI ADVISORY​

News Image
(Teleborsa) - Mediobanca, la principale banca d'investimento italiana, ha siglato un accordo strategico con i soci di Arma Partners e US Arma Partners con l'obiettivo di rafforzarsi nell'ambito della Digital Economy. Secondo i termini dell'operazione, Mediobanca acquisirà Arma per creare un franchise leader nella Digital Economy all'interno della propria divisione Corporate & Investment Banking.

Arma Partners è un società di consulenza finanziaria indipendente in Europa che si occupa di aziende, investitori e imprenditori attivi nell'Economia Digitale globale, offre consulenza indipendente in materia di Corporate Finance a società leader e a fondi di Private Equity affiancandoli in tutte le fasi aziendali. Fondata nel 2003, Arma Partners è guidata dal suo fondatore e Managing Partner Paul-Noel Guély, e conta oggi 12 partner e 86 dipendenti di cui 69 banker provenienti da oltre 26 Paesi. Negli ultimi cinque anni, il team di Arma Partners ha seguito come advisor oltre 100 operazioni, il 75% delle quali cross-border, per un valore di mercato complessivo di oltre 85 miliardi di dollari. Nel 2023 Arma Partners ha annunciato risultati record per il terzo anno consecutivo con ricavi superiori a 100 milioni di dollari.

Mediobanca sottolinea che l'operazione è coerente con l'obiettivo di orientare il modello di business del CIB verso attività a minor assorbimento di capitale e darà un significativo impulso alle commissioni della divisione con una crescita del 30% circa, risultato che contribuirà a incrementare di oltre il 10% le commissioni di gruppo.

Mediobanca pagherà il corrispettivo in cash, di cui il 40% in fondi immediatamente disponibili al closing. La restante parte verrà rilasciata in quattro anni sulla base delle performance di Arma e potrà essere pagata in azioni Mediobanca. L'operazione avrà un impatto stimato sul CET1 ratio di Mediobanca di circa 30bps base 100% considerando l'importo differito pagabile in azioni. Sulla base degli utili dell'ultimo esercizio, la transazione sarà accrescitiva per l'EPS.

"Mediobanca ha una significativa esperienza di partnership con società indipendenti di consulenza caratterizzate da solidi fondamentali, management team di rilievo, marchi rinomati e piattaforme scalabili - afferma Alberto Nagel, CEO di Mediobanca - L'accordo con Arma Partners riflette la nostra ambizione di costruire una solida crescita di lungo periodo facendo leva sui trend industriali, sulle competenze specialistiche e sul talento delle persone".

"Arma Partners rappresenta un'opportunità unica per la divisione CIB di Mediobanca di espandersi nel settore in rapido-sviluppo della Digital Economy, trend che sta impattando e trasformando il business di tutti i nostri clienti. Siamo entusiasti del fatto che Arma Partners diventi uno dei pilastri della strategia del CIB di Mediobanca", affermano Francisco Bachiller e Giuseppe Baldelli, co-Heads of Global CIB di Mediobanca.

(TELEBORSA) 18-05-2023 09:02
 
Qui qualcosa in più:


Mediobanca acquisisce Arma Partners (operazioni per 85 miliardi) e cresce nell’M&A tech. Gli analisti
ALBERTO NAGEL CEO MEDIOBANCA

Mediobanca acquisisce Arma Partners (operazioni per 85 miliardi) e cresce nell’M&A tech. Gli analisti​

di Elena Dal Maso

Pochi giorni prima del nuovo piano industriale, Mediobanca sigla un accordo con Arma Partners per crescere nella consulenza dei grandi deal tech internazionali. E’ la terza tappa di sviluppo dell’investment banking di Piazzetta Cuccia. Tutti i particolari dell’M&A e gli effetti in bilancio di un titolo che ha un dividend yield di oltre l'8%​


Mediobanca sale bene a Piazza Affari, giovedì 18 maggio, il titolo guadagna l’1% circa a 9,95 euro per 8,45 miliardi di capitalizzazione mentre il Ftse Mib è positivo per lo 0,85%.

A pochi giorni dalla presentazione del nuovo piano industriale (mercoledì 24 maggio), la banca milanese ha siglato un accordo con i soci di Arma Partners Llp e US Arma Partners Lp rafforzandosi nell’ambito della Digital Economy. L’investment bank italiana, guidata dal ceo Alberto Nagel, acquisirà Arma per creare un franchise attivo nella Digital Economy all’interno della divisione Corporate & Investment Banking.

Arma Partners, società di consulenza finanziaria indipendente in Europa che si occupa di aziende, investitori e imprenditori attivi nell'economia digitale, offre consulenza in materia di corporate finance a società e fondi di private equity affiancandoli nelle diverse fasi, dalla raccolta di capitali privati a supporto di realtà imprenditoriali in rapida crescita fino a complesse operazioni di cross-border M&A per investitori di private equity e società globali quotate.

Fondata nel 2003, Arma Partners ha sede a Londra con uffici a Monaco oltre a un presidio negli Stati Uniti, cui si aggiungono collaborazioni con società di consulenza affiliate che operano in Giappone, Australia, Israele, Turchia e Brasile.

Guidata dal fondatore Paul-Noël Guély, Arma Partners conta oggi 12 partner e 86 dipendenti di cui 69 banker provenienti da oltre 26 Paesi con esperienza nella Digital Economy a livello globale, settore che negli ultimi anni ha conosciuto una costante espansione.

La società è particolarmente attiva nel settore dei Software, dei servizi Cloud, e nei segmenti Data, Internet e Fintech. La società inglese è stata nominata nominata di recente, per la terza volta negli ultimi quattro anni, European Corporate Finance House of the Year nell’ambito dei Private Equity Awards.

L’impatto sui conti di Mediobanca

Mediobanca pagherà l’acquisizione in contanti, di cui il 40% in fondi immediatamente disponibili al closing. La restante parte verrà saldata in quattro anni sulla base delle performance di Arma e potrà essere pagata con azioni della stessa Mediobanca.

Il deal avrà un impatto stimato sul Cet1 ratio del gruppo di circa 30 punti baseconsiderando l’importo differito pagabile in azioni. Sulla base degli utili dell’ultimo esercizio, spiega la banca, «la transazione sarà accrescitiva per l’eps», l’utile per azione.

Le operazioni

Negli ultimi cinque anni, il team di Arma Partners ha seguito come advisor oltre 100 operazioni, il 75% delle quali cross-border, per un valore di mercato complessivo di oltre 85 miliardi di dollari. Risultati che hanno permesso alla società di posizionarsi come advisor di rilevanza nelle grandi acquisizioni di software in Europa.

Nonostante lo scenario macro caratterizzato dal rallentamento delle attività di raccolta fondi e dall’indebolimento dei mercati finanziari, nel 2023 Arma Partners ha annunciato risultati record per il terzo anno consecutivo con ricavi superiori a 100 milioni di dollari.

La partnership con Arma Partners rafforzerà i servizi di advisory offerti da Mediobanca con competenze distintive in ambito Tech a beneficio dei clienti della divisone Corporate & Investment Banking e del Wealth Management, oltre a garantire un più ampio presidio territoriale in Europa e negli Stati Uniti.

Con Arma Partners +10% di commissioni di gruppo

L’operazione, spiega Piazzetta Cuccia, mira ad un segmento Cib (Corporate & Investment Banking) a minor assorbimento di capitale, trainato più dalle commissioni della divisione con una crescita del 30% circa, risultato che «contribuirà a incrementare di oltre il 10% le commissioni di gruppo», sottolinea la banca.

Arma Partners continuerà ad essere gestita, come società indipendente all'interno del Gruppo Mediobanca, da Paul-Noël Guély, che lavorerà in coordinamento conFrancisco Bachiller e Giuseppe Baldelli, Co-Head di Global CIB.

Gli analisti

Secondo gli analisti di Bestinver, questa operazione è «coerente con il modello di business a capitale leggero della divisione Cib. E’ previsto che il deal avrà un impatto significativo sulle commissioni dell’investment banking attorno a 90-100 milioni di euro».

Ovvero, aggiunge Bestinver, «un +30% a livello di Cib, ovvero un +10% a livello di gruppo». Secondo Mediobanca, sulla base degli utili dell'ultimo anno finanziario, «la transazione va a incrementare l’eps».

Giovedì gli analisti di Equita Sim analizzano le dichiarazioni di Francesco Milleri, ceo di Delfin (la holding ha il (19,8% di Mediobanca), secondo cui, «come investitori di lungo periodo, puntano sulla crescita e redditività dell'investimento».
Milleri, ceo di EssilorLuxottica e presidente di Delfin, ha detto che «leggerà il piano strategico di Mediobanca che sarà presentato il prossimo 24 maggio e lo farà analizzare. Nonostante non sia esperto di banche, se richiesto, fornirà suggerimenti. Come azionista a lungo termine, è soddisfatto del rendimento attuale del titolo e sarebbe ancora più felice se crescesse ulteriormente. Riguardo al rinnovo del board, Milleri ha dichiarato che aspetterà di vedere se verrà coinvolto in qualche decisione».

Infine, Milleri ha smentito contatti diretti con l’altro socio forte, Francesco Gaetano Caltagirone che recentemente ha quasi raddoppiato la quota in Mediobanca al 9,9%.

Secondo gli analisti di Equita, considerando che la «complessa questione dell’eredità di Del Vecchio è ancora in corso e la profittabilità dell'asset», non è atteso un grande movimento riguardo alla partecipazione di Delfin in Mediobanca. Quest'ultima tratta a livelli «attraenti considerando la sua profittabilità e diversificazione del modello di attività», ovvero a 0,9 volte il rapporto p/te, con un dividend yield di oltre l’8%.

Tre mosse per crescere nel Cib

L’operazione con Arma Partners è la terza tappa di Piazzetta Cuccia per crescere nell’investment banking partita nel 2019 con l'acquisizione nel 2019 della boutique di M&A francese Messiér et Associes, protagonista come advisor di importanti transazioni Oltralpe.

A seguire, nel luglio 2022, la nomina di Antonio Horta-Osorio, banchiere portoghese tra i più noti in Europa dopo il successo nel turnaround di Lloyds Bank, come senior advisor di Mediobanca a supporto delle attività internazionali di Corporate & investment banking (Cib). La volontà di giocare un ruolo nei grandi deal europei, accanto all'implementazione in Italia dell'advisory per il mid corporate in sinergia con la divisione di private banking, è uno degli snodi chiave della crescita del Cib.

I manager

«L’accordo con Arma Partners riflette la nostra ambizione di costruire una solida crescita di lungo periodo facendo leva sui trend industriali, sulle competenze specialistiche e sul talento delle persone», il commento di Alberto Nagel, ceo di Mediobanca.

«Siamo entusiasti del fatto che Arma Partners diventi uno dei pilastri della strategia del Cib di Mediobanca», intervengono Francisco Bachiller e Giuseppe Baldelli, co-Heads of Global Cib di Mediobanca.

«Questa partnership consentirà ad Arma Partners di raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi di espansione globale. Come noi, Mediobanca vanta un'illustre esperienza di consulenza strategica e indipendente, nonché radici europee unite ad ambizioni globali», così Paul-Noël Guély, Managing Partner di Arma Partners.

Orario di pubblicazione: 18/05/2023 08:55
Ultimo aggiornamento: 18/05/2023 10:47
 
buon di',mb che arriva in area 10,chiuso 1/3 ora aspetterò perlomeno area 9,6 x ricomporre o area 10,4 x valutare un nuovo alleggerimento
 
buon di' e buon inizio settimana,ottava che si è conclusa con mb sopra i 10,vediamo se ci sarà ora forza di andare sui 10,4-10,5,li valuterò una nuova vendita,mentre solo in area 9,6 ad un riacquisto dei pz chiusi
 

Mediobanca: Nagel sotto esame (Mi.Fi.)​

ROMA (MF-NW)--Il nuovo piano industriale di Mediobanca e' in arrivo: sara' presentato mercoledi' 24. L'appuntamento precedente risale al novembre 2019, appena tre anni e mezzo fa ma per piazzetta Cuccia (ma anche per il sistema bancario) e' passata quasi un'era geologica. Nell'istituto guidato da Alberto Nagel innanzitutto sono cambiati profondamente gli equilibri di governance: la holding di Leonardo Del Vecchio, Delfin, e' salita al 19,8% e di recente Francesco Gaetano Caltagirone ha ufficializzato di avere il 9,9% mentre sono usciti soci storici come Unicredit e Fininvest. La banca si e' trovata a combattere contro i suoi stessi maggiori azionisti sul fronte triestino di Generali, di cui detiene il 13,1%, vincendo l'anno scorso la battaglia con la conferma del ceo Philippe Donnet. Ma, soprattutto, il comparto finanziario ha dovuto gestire gli effetti di due cigni neri: prima la pandemia, poi l'invasione dell'Ucraina. Ora sul nuovo piano potrebbe ripartire la dialettica, aperta o sotterranea, con gli azionisti maggiori. Il numero uno di Delfin, Francesco Milleri, non ha dato aperture di credito in bianco: ha fatto sapere di voler analizzare il piano in profondita', da "azionisti di lungo periodo". Nagel dalla sua, scrive MF-Milano Finanza, puo' far valere i numeri. Anche in un periodo cosi' complesso Mediobanca e' riuscita a raggiungere e in alcuni casi a superare gli obiettivi del vecchio piano in scadenza. Un piano che si muoveva in continuita' con le direttrici tracciate da Nagel nel corso del decennio. Seguendo la pars destruens della strategia, l'istituto ha liquidato gran parte delle partecipazioni societarie, conservando solo quel 13,1% di Generali da cui deriva ancora una significativa quota di profitti (e che l'effetto positivo contabile dal cosiddetto Danish Compromise incentiva a conservare). Dal 2016 il focus si e' spostato sulla pars construens, cioe' la progressiva diversificazione delle fonti di ricavo per aumentare i profitti e ridurre il profilo di rischio. Abbandonato l'assetto di holding di partecipazioni, l'obiettivo e' stato stabilizzare le commissioni agganciandole ad attivita' tradizionalmente meno volatili rispetto alla tradizionale attivita' di investment banking. Il modello ha consentito di mantenere un'elevata base patrimoniale (Cet1 15,4%) e di accrescere il divario di redditivita' con le banche universali, con un Rote al 13% rispetto a una media del 4-6%. I risultati? Nei primi nove mesi dell'esercizio 2022-23 Mediobanca ha registrato il livello piu' alto mai raggiunto di ricavi (2,42 miliardi) e di utile semestrale (790 milioni). Vediamo piu' nel dettaglio le singole divisioni. Il Corporate e Investment Banking (Cib) ha registrato nei nove mesi un +14% nei ricavi a 565 milioni e una redditivita' del 14%, anche se l'utile netto e' lievemente in calo per le maggiori rettifiche di valore. La divisione e' cresciuta per linee sia interne che esterne. Nel 2019 c'e' stata l'acquisizione per 160 milioni della boutique francese Messier Maris & Associe's, protagonista come advisor di importanti transazioni Oltralpe e nell'ultimo bilancio annuale arrivata al record di ricavi (63 milioni), anche se poi il banker Erik Maris ha lasciato. di giovedi' 18 invece l'annuncio di aver comprato la societa' di consulenza inglese Arma Partners con un deal che pesera' a bilancio per 150 milioni, pari a 30 punti base di Cet1. Il Cib e' stato inoltre potenziato con alcuni innesti apicali, come Giuseppe Baldelli (co-head of Global Cib) e l'ex ceo di Lloyds Banking Antonio Horta-Osorio. Il piano in scadenza ha spinto molto anche sul wealth management. Lanciata nel 2016, la divisione ha accelerato grazie all'integrazione sinergica tra le attivita' di corporate finance e la gestione dei grandi patrimoni privati. Oggi garantisce un ritorno sul capitale al 36% e contribuisce per il 25% circa ai ricavi della banca (16% nel 2016). E nei nove mesi 2022-23 il gruppo ha raggiunto gli 85 miliardi di masse (oltre gli obiettivi di piano che prevedeva di arrivare a 83) con commissioni in aumento anno su anno. Anche Compass, come il Cib, e' cresciuta per linee esterne. La divisione di credito al consumo (che ha raggiunto nei nove mesi impieghi per oltre 14 miliardi) ha recentemente comprato il 19,5% della fintech svizzera HeidiPay e il 100% dell'Italia Soisy per crescere nel Buy-now-pay-later. Le notizie sono state positive anche per gli azionisti che, con l'eccezione del 2020, hanno ricevuto cedole in crescita: il total shareholder return e' del 98% in sei anni. I prossimi tre anni saranno cruciali. Lo sa Nagel e lo sa Milleri. red fine MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

22/05/2023 08:31
 
Ciao a tutti
Come previsto i 10,3 sono vicini, però ho chiuso l ordine di vendita delle MB che ho preso per il medio periodo! Nonostante abbia un gain di circa il 12% . Anzi ho deciso di raddoppiare le azioni da cassetto, anche se mi è dispiaciuto rovinare la media storica di 4,1 azioni prese durante il covid , ora sono a 6,7.
Ho deciso di aspettare anche per le altre almeno il superamento degli 11 euro. È solo una sensazione a pelle, ma c'è una vocina che mi dice che dopo anni è la volta buona che l'azione bradipo per eccellenza è pronta al decollo, perciò aspetto soprattutto il nuovo piano triennale !
 
Dai risultati conseguiti il target dovrebbe andare oltre i 12 euro e il DVD a non meno di 1 € ad azione
 
bellissima accelerazione,vediamo io chiuso meta ,50 dovessimo arrivare sui 11 chiuderò completamente
 
Il nuovo piano:

Mediobanca, nel nuovo piano 3,7 miliardi ai soci (+70%) e l’M&A. Arriva l’interim dividend
Mediobanca, nel nuovo piano 3,7 miliardi ai soci (+70%) e l’M&A. Arriva l’interim dividend
Alberto Nagel, ceo Mediobanca, Imagoeconomica

Mediobanca, nel nuovo piano 3,7 miliardi ai soci (+70%) e l’M&A. Arriva l’interim dividend​

di Elena Dal Maso

La merchant bank guidata dall’ad Alberto Nagel ha approvato il nuovo piano industriale al 2026, One brand one culture. Ecco su che cosa punta il nuovo modello di banca leggera​


Nel piano al 2026 One brand one culture Mediobanca, la merchant bank guidata dall’ad Alberto Nagel, ha come obiettivo 3,8 miliardi di ricavi in tre anni (+6%) e unutile per azione a 1,8 euro (equity per share +15% da 1,5 euro). Lo si legge nella nota diffusa all'indomani del cda.

Il piano prevede una remunerazione degli azionisti per 3,7 miliardi in 3 anni (+70%)una redditività (Rote) al 15% dal 12% precedente pari ad un cash payout al 70% per 2,7 miliardi e l’introduzione dell’interim dividend a partire da maggio 2024.

La merchant bank milanese prevede inoltre il riacquisto e la cancellazione di azioni proprie per un totale di 1 miliardo di euro nei tre anni con un indice di solidità patrimoniale, il Cet 1 Fully Loaded, oltre il 14,5% annuo, con spazio per crescita esterna (M&A).

L’M&A vale 100 punti base di Cet 1 in tre anni

La politica di distribuzione permetterà di mantenere, nell'arco del piano, un livello di Cet 1 superiore quindi al 14,5%, «adeguato a mantenere i rating tra i migliori del contesto domestico e per consolidare Mediobanca tra le banche europee a maggior capitalizzazione», mantenere un cuscinetto (buffer) di circa 100 punti base per possibili opportunità di M&A a sostegno dello sviluppo delle attività del gruppo, calcolato su un livello minimo di Cet 1 Fully Loaded del 13,5%.

La banca intende focalizzarsi sulla crescita dei segmenti a basso assorbimento di capitale sviluppando volumi (+4 miliardi) compensati dall’ottimizzazione degli asset ponderati per il rischio (Rwa) visti stabili nel triennio. In questo senso il segmento Cib (Corporate e investment banking) non dovrà detenere oltre un terzo del capitale del gruppo. I cosiddetti ricavi capital-light sono attesi salire al 50% del totale (dal 30% attuale).

Risparmio gestito: il motore della crescita (+10%)

l gruppo punta decisamente sul risparmio gestito, nel nuovo piano industriale la crescita delle attività finanziarie è attesa a 115 miliardi (+11% composto annuo nel triennio), Aum (risparmio gestito)/Aua (risparmio amministrato) a 85 miliardi (+13%), impieghi alla clientela a 57 miliardi (+3%).

Il piano prevede significativi investimenti nei canali distributivi in tutti i segmenti di attività con la forza vendita nel Wealth Management attesa crescere del 25% a oltre 1.500 professionisti, di cui 1.350 (+25%) nel segmento Premier e 170 (+15%) nel segmento Private, Investment Banker in crescita nelle aree advisory e capital markets, rete del Consumer Finance in evoluzione con lo sviluppo del canale digitale anche a sostegno della rete diretta (in crescita a 340 punti vendita tra filiali e rete di agenzie cui si aggiungeranno oltre 300 professionisti fuori sede).

Il piano prevede una crescita nei ricavi a 3,8 miliardi (+6% medio annuo nel triennio). Il settore del Wealth Management (WM) avrà il maggior tasso di crescita organica (+10%) e si attende superi 1 miliardo di ricavi, divenendo il primo contributore alle commissioni del gruppo in via complementare al Corporate & Investment Banking (Cib), la cui crescita nei ricavi è attesa essere pari all'11% (7% organica) sino a 0,9 miliardi.

Il Consumer finance manterrà la sua «funzione di motore della crescita del margine di interesse di gruppo (circa due terzi del totale) con uno sviluppo dei ricavi complessivi del 5% (a circa 1,3 miliardi)» mentre il segmento Insurance confermerà la sua contribuzione positiva con ricavi in crescita del 6% (a circa 0,5 miliardi).

Orario di pubblicazione: 24/05/2023 07:49
Ultimo aggiornamento: 24/05/2023 08:43
 
L'integrazione del report di MF:


Gli analisti

Arrivano i primi commenti positivi degli analisti. Marco Nicolai di Jefferies scrive che il Rote del 15% al 2026 è ben oltre la sua previsione dell'11%, grazie a maggiori ricavi.

Inoltre la distribuzione di 3,7 miliardi di euro risulta più alta rispetto alle attese di Jefferies per 2,5 miliardi.

Gli analisti di Kbw (underperform, target price 10,97 euro) parlano di nuovo piano industriale con obiettivi ambiziosi. «La direzione strategica sembra sostanzialmente invariata, ma i nuovi target sono più ambiziosi del consenso (eps al 2026 di 1,80 euro rispetto al consensus di 1,29 euro) e con obiettivi di rendimento del capitale aggressivi (total yield, ovvero dividendo più buyback del 90-100% rispetto al 78% del consenso).

Kbw conferma la cautela su Mediobanca (rating underperform) perché ritiene che il gruppo italiano sia «meno orientato ai tassi in rialzo rispetto ad altre banche italiane», ma prevede comunque una reazione positiva del mercato al nuovo piano industriale «per gli obiettivi di rendimento del capitale più elevati».

Equita Sim (buy, target price 13,0 euro) apprezza, del nuovo piano industriale, 3 punti. Ovvero:

  1. Una politica di remunerazione «particolarmente generosa e superiore alle attese, basata principalmente sulla generazione organica di capitale e che lascia comunque spazio per crescita esterna».
  2. L’accelerazione del gruppo verso un modello a minor intensità di capitale e maggior contenuto di commissioni.
  3. L’equilibrio delle fonti di crescita (con ottimizzazione degli asset ponderati per il rischio, Rwa) che riduce il rischio di esecuzione (con tutte le divisioni che contribuiscono alla crescita). Inoltre Mediobanca ha «un ottimo track record in termini di raggiungimento degli obiettivi. Sui target 2026, il titolo tratterebbe con un rapporto prezzo/utili (p/e atteso al 2026) sotto le 6 volte e un «ritorno sul capitale annuo (dividendo + buyback) del 14% circa».
Gli analisti di Banca Akros (buy, target price 11,5 euro) sottolineano che il piano mira a fornire una remunerazione degli azionisti nel 2023-26 di 3,7 miliardi di euro complessivi (pari al 44% dell'attuale capitalizzazione di mercato), di cui 2,7 miliardi di euro di dividendi in contanti (payout del 70%) e 1 miliardo di euro di buyback con il 12% di crescita annua composta (Cagr) del dps (dividendo per azione).
 
Stato
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