Meno consumi con la legge Maroni del 2004 !

SobSobConsob

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Non credete che la legge sulle pensioni, che ha spostato l' età della pensione a 65 anni ( e le aspettative di molti occupati ), abbia contribuito alla riduzione dei consumi.
Gli itliani é noto sono forti risparmiatori. Venendo meno delle certezze hanno acumulato in maniera consistente.
 
SobSobConsob ha scritto:
Non credete che la legge sulle pensioni, che ha spostato l' età della pensione a 65 anni ( e le aspettative di molti occupati ), abbia contribuito alla riduzione dei consumi.
Gli itliani é noto sono forti risparmiatori. Venendo meno delle certezze hanno acumulato in maniera consistente.
Può essere, io ci metterei anche i soldi in meno che si ritrovano sui c/c
per via delle rate di mutuo...
In germania i consumi sono stati ad un livello più basso del nostro..
Là non c'era la Maroni ma altri problemi...
La psicologia della gente è difficile da interpretare...
noi pensiamo (in tema di risparmio) in misura diametralmente
opposta a quella degli americani......loro tutto e subito...
noi ...
 
ramirez ha scritto:
Può essere, io ci metterei anche i soldi in meno che si ritrovano sui c/c
per via delle rate di mutuo...
In germania i consumi sono stati ad un livello più basso del nostro..
Là non c'era la Maroni ma altri problemi...
La psicologia della gente è difficile da interpretare...
noi pensiamo (in tema di risparmio) in misura diametralmente
opposta a quella degli americani......loro tutto e subito...
noi ...

Concordo OK!
 
ECONOMIA: EURISPES,CROLLA RISPARMIO FAMIGLIE, -40% IN 5 ANNI

Crolla il risparmio annuo delle famiglie italiane. Tra il 2001 e il 2005 - secondo una ricerca dell'Eurispes - il risparmio complessivo accantonato annualmente

dalle famiglie e' passato da 106 miliardi a 64 con una riduzione del 40%. La diminuzione in termini percentuali sul reddito e' ancora piu' evidente passando dall'8,9% del Pil del 2001 al 4,8% del 2005.

L'Eurispes sottolinea che il motivo principale che ha abbattuto la propensione delle famiglie a risparmiare e' la contrazione del reddito reale (gli aumenti dei prezzi secondo l'Istituto di ricerca non sono stati sufficientemente compensati dagli incrementi salariali), che ha costretto il ceto medio a dedicare la gran parte delle entrate ai consumi per cercare di mantenere inalterato il proprio tenore di vita. Ma la contrazione del risparmio ha avuto anche cause strettamente finanziarie come i crack della Parmalat e di Cirio e la crisi Argentina che hanno bruciato complessivamente 26,5 miliardi di euro. ''Una cifra - afferma l'Eurispes - con la quale si sarebbero potuti finanziare non uno ma cinque ponti sullo stretto di Messina''.

Ad allontanare gli italiani dal risparmio e' stato anche il crollo dei tassi di interesse (il rendimento dei Bot a tre mesi si e' dimezzato tra il 2001 e il 2005 passando dal 4,13% al 2,04%), che ha portato a una riduzione dello stock dei titoli a breve, pur con ampie oscillazioni, dai 26,8 miliardi di euro del 2001 ai 10,9 del 2005.

L'indagine sottolinea come le famiglie, sfiduciate nei confronti della Borsa (il calo dei corsi dei titoli cominciato nel 2000 ha toccato il minimo nel 2002) e poco propense a investire nei Bot (di fronte al calo dei tassi) abbiano deciso di trattenere maggiore liquidita'. Secondo l'Eurispes infatti la liquidita' e' aumentata dal 2001 al 2005 del 31,2% (da 640 miliardi di euro a 839,7). In particolare e' aumentato del 42% lo stock dei biglietti e dei depositi a vista mentre gli altri depositi hanno registrato un +16%.

L'importo dei depositi bancari ''pro capite'' e' molto diverso a seconda dell'area geografica con una media nel Nord Ovest di 9.053 euro, nel Nord Est di 8.378, di 8.543 nel Centro e di 4.848 nel Sud. In Italia in media il deposito bancario pro capite e' di 6.934 euro. L'Eurispes sottolinea come il conto corrente sia stato nella maggior parte dei casi un ''boomerang'' per l'effetto congiunto dei tassi di inflazione e dei bassi
tassi di interesse. ''Ogni anno - afferma l'Istituto di ricerca - sono stati bruciati dai 6,4 ai 9,63 miliardi di euro per un totale di oltre 38 miliardi di euro (38,2). Il calcolo riguarda i depositi a vista senza tenere conto delle spese di intrattenimento del conto. Se si calcolano anche queste infatti - avverte l'Eurispes - la perdita complessiva dei risparmiatori raggiunge nei cinque anni la cifra di 61,8 miliardi di euro''.

Infine l'Eurispes sottolinea come i costi dei servizi bancari siano cresciuti costantemente in questi anni ''aggiungendosi come un'ulteriore tassa sul gia' bistrattato risparmio''. I servizi bancari costano in media in Italia 113 euro l'anno, il prezzo piu' alto dopo la Svizzera e l'Australia.

Ecco una tabella sui risparmi delle famiglie italiane tra il 2001 e il 2005:

2001 2002 2003 2004 2005

Miliardi euro 106,1 74,2 69,0 74,0 64,0

% sul PIl 8,9 4,7 4,1 5,5 4,8

----------------



Liquidita' trattenuta dalle famiglie (biglietti e depositi)

In miliardi di euro

2001 2002 2003 2004 2005

Big. e dep a vista 373,9 392,5 440,7 492,9 530,9

Altri depositi 266,1 281,3 280,4 303,1 308,8

Totale 640,0 673,8 721,1 796,0 839,7.



Le dimensioni dei crack Cirio e Parmalat e dei

danni subiti dai risparmiatori italiani. Nel complesso la perdita secca iniziale è stata di 26,5 miliardi di euro. Se negli anni successivi ai default qualcosa è stato rimborsato ai risparmiatori, l'indennizzo complessivo può essere stimato non superiore al 25%, questo vuol dire che la perdita sarebbe "solo" di 20 miliardi, con i quali si sarebbero potuti finanziare "soltanto" quattro ponti sullo Stretto.

Allo stesso tempo, l'andamento discendente dei tassi di interesse pagati dai Buoni ordinari del Tesoro ha comportato che da rendimenti pari o superiori al

4% nel 2001 (e nel 2000 erano ancora superiori) si è scesi, nell'ultimo anno,a tassi di interesse di poco superiori alla metà (2,04% e 2,15% rispettivamente per i BOT a tre mesi e per quelli ad un anno) mentre l'inflazione tornava a mordere con aumenti dei prezzi dello stesso ordine e anche superiori.

Lo stock di titoli a breve, quasi tutti Buoni Ordinari del Tesoro, detenuto dalle famiglie si è infatti ridotto nel tempo passando dai quasi 27 miliardi del 2001 agli 11 (10,9) miliardi del 2005 con ampie oscillazioni nel percorso.

Nel 2003, in particolare, il crollo di fiducia dei risparmiatori, a causa del default dei bond argentini e della crisi Cirio e Parmalat, ha portato al minimo storico il portafoglio di obbligazioni a breve detenute dalla famiglie italiane (8,1).

Come conseguenza della mancanza di fiducia nei confronti dei titoli azionari e dei titoli a reddito fisso si accresce la preferenza per la liquidità anche presso le famiglie, che trattengono volumi crescenti di valori liquidi, sia aumentando la propria dotazione di contante sia accrescendo il volume dei depositi a vista e quelli facilmente svincolabili.

L'aumento della liquidità trattenuta dalle famiglie è stato pari al 30% (+31,2) dal 2001 al 2005. Rilevante è la crescita dello stock di biglietti e di depositi a vista (+42% in quattro anni) mentre più contenuto ma pur sempre positivo (+16%) l'andamento degli altri depositi, quelli che, non essendo incassabili a vista, offrono rendimenti maggiori.

Ma aver trattenuto quote crescenti dei propri risparmi in forma liquida si è rivelato un boomerang che si è rivoltato contro i risparmiatori a causa dell'effetto congiunto dell'inflazione e dei bassi tassi di interesse.

Mettendo a confronto, anno dopo anno, la perdita di valore dell'euro con i tassi lucrati (si fa per dire) sui depositi di conto corrente e scontando per il valore così calcolato l'ammontare dei depositi delle famiglie, si ottiene la dimensione della perdita subita dai risparmiatori.

Ogni anno sono stati bruciati dai 6,4 ai 9,63 miliardi di euro per un totale,nei cinque anni, di oltre trentotto miliardi di euro (38,2). Il calcolo riguarda solo i depositi a vista e senza tener conto delle spese di intrattenimento del conto, che, in media, assorbono completamente il tasso di interesse.

Introducendo i costi di gestione e facendo i conti con un'ipotesi non lontana dalla realtà di rendimenti vicini o pari a zero, la perdita complessiva dei risparmiatori raggiunge, nei cinque anni, la cifra stratosferica di oltre sessanta miliardi di euro (61,08). E questo tenendo conto solo dei depositi a vista, ma perdite si sono registrate anche per forme di deposito che offrono rendimenti maggiori (ma non sempre superiori all'inflazione) nonché per gli stessi Buoni del Tesoro i cui rendimenti, nel 2002 e nel 2003, sono stati inferiori alla perdita di potere d'acquisto della moneta.

Inoltre, i costi dei servizi bancari si sono accresciuti in maniera costante negli ultimi quattro anni, aggiungendosi come un'ulteriore tassa sul già bistrattato risparmio. L'Italia è uno dei paesi dove i servizi bancari sono tra i più costosi (113 euro): solo la Svizzera e l'Australia hanno banche più care delle nostre con un costo rispettivamente di 137 e 123 euro.

L'elevato costo dei servizi bancari risulta doppiamente punitivo ove si consideri che le spese che il risparmiatore deve sostenere sono pressoché simili sia che si tratti di grandi cifre che di piccoli ammontari: si tratta in definitiva di una imposizione alla rovescia, dove chi più possiede meno paga.
 
FaGal ha scritto:
Ad allontanare gli italiani dal risparmio e' stato anche il crollo dei tassi di interesse (il rendimento dei Bot a tre mesi si e' dimezzato tra il 2001 e il 2005 passando dal 4,13% al 2,04%), che ha portato a una riduzione dello stock dei titoli a breve, pur con ampie oscillazioni, dai 26,8 miliardi di euro del 2001 ai 10,9 del 2005.

...............
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L'indagine sottolinea come le famiglie, sfiduciate nei confronti della Borsa (il calo dei corsi dei titoli cominciato nel 2000 ha toccato il minimo nel 2002) e poco propense a investire nei Bot (di fronte al calo dei tassi) abbiano deciso di trattenere maggiore liquidita'. Secondo l'Eurispes infatti la liquidita' e' aumentata dal 2001 al 2005 del 31,2% (da 640 miliardi di euro a 839,7). In particolare e' aumentato del 42% lo stock dei biglietti e dei depositi a vista mentre gli altri depositi hanno registrato un +16%.


Liquidita' trattenuta dalle famiglie (biglietti e depositi)

In miliardi di euro

2001 2002 2003 2004 2005

Big. e dep a vista 373,9 392,5 440,7 492,9 530,9

Altri depositi 266,1 281,3 280,4 303,1 308,8

Totale 640,0 673,8 721,1 796,0 839,7.

Boh, come se biglietti e depositi non fossero risparmio.

Per quanto dica cose giuste, l'articolo fa' un po' di confusione. I c/c sono anch'essi "risparmio".

Sicuramente e' poco remunerato, ma pur sempre risparmio e'. Quanto costerebbe trattenere liquidita' in casa con la certezza che non venga rubato ?

Il c/c e' diventato una bella cassaforte, e gli interessi non vengono pagati perche' il conto economico delle banche non lo consente, troppi costi. Daltronde per secoli si e' pagato per avere la sicurezza del deposito.

P.S. Attenzione che i soldi sono assicurati per 103.000 Euro, oltre se la banca zompa..... addio soldi.
 
Il problema è dei costi del conto...ma qualcosa si sta già muovendo almeno nel 2005...
 
FaGal ha scritto:
Il problema è dei costi del conto...ma qualcosa si sta già muovendo almeno nel 2005...
Ho già scritto molto in proposito e non voglio annoiarvi
(salvo richieste esplicite..)
per affermare con cognizione di causa che i costi italiani
sono superiori a quelli stranieri occorrerebbe fare una semplice
analisi: le condizioni in cui operano sono più o meno le stesse?
ebbene signori manco per niente...
volete un semplice esempio?
All'estero le banche devono sborsare per quello che in Italia
si chiama fondo esuberi? Non mi risulta esistere all'estero..
secondo voi questo esborso della banche da chi viene coperto?
1 euro di premio a chi indovina...
possiamo continuare...
 
ramirez ha scritto:
Ho già scritto molto in proposito e non voglio annoiarvi
(salvo richieste esplicite..)
per affermare con cognizione di causa che i costi italiani
sono superiori a quelli stranieri occorrerebbe fare una semplice
analisi: le condizioni in cui operano sono più o meno le stesse?
ebbene signori manco per niente...
volete un semplice esempio?
All'estero le banche devono sborsare per quello che in Italia
si chiama fondo esuberi? Non mi risulta esistere all'estero..
secondo voi questo esborso della banche da chi viene coperto?
1 euro di premio a chi indovina...
possiamo continuare...

Forse ci son troppi soggetti....
 
ramirez ha scritto:
analisi: le condizioni in cui operano sono più o meno le stesse?
ebbene signori manco per niente...
volete un semplice esempio?
All'estero le banche devono sborsare per quello che in Italia
si chiama fondo esuberi? Non mi risulta esistere all'estero..
secondo voi questo esborso della banche da chi viene coperto?
1 euro di premio a chi indovina...
possiamo continuare...

Eh gia'.

Purtroppo molte delle persone che si lamentano dei costi alti sono anche a favore che:
1) le banche (come tante altre aziende) non possono licenziare impiegati improduttivi
2) le banche non possono fallire (senno i risparmi della vecchietta chi li ripaga?). Con questo meccanismo e' evidente che le banche piu' virtuose ed efficienti devono pagare le banche meno efficienti
Conviene essere piu' efficienti? No!
3) Le banche grazie al contributo dei sindacati non possono delocalizzare funzioni che si possono fare in India o in Romania ad un ventesimo dei costi italiani

I bilanci delle banche italiani sono buoni, ma non certo spettacolari. I conti bancari italiani sono costosi perche'...... perche' lo vogliono gli italiani!!!
 
claudio_rome ha scritto:
Eh gia'.

Purtroppo molte delle persone che si lamentano dei costi alti sono anche a favore che:
1) le banche (come tante altre aziende) non possono licenziare impiegati improduttivi
2) le banche non possono fallire (senno i risparmi della vecchietta chi li ripaga?). Con questo meccanismo e' evidente che le banche piu' virtuose ed efficienti devono pagare le banche meno efficienti
Conviene essere piu' efficienti? No!
3) Le banche grazie al contributo dei sindacati non possono delocalizzare funzioni che si possono fare in India o in Romania ad un ventesimo dei costi italiani

I bilanci delle banche italiani sono buoni, ma non certo spettacolari. I conti bancari italiani sono costosi perche'...... perche' lo vogliono gli italiani!!!
Claudio sul secondo punto non ci siamo (anzi non ci sei...scusami)
che le banche possano fallire mi stà bene, ma che a perderci
siano i risparmiatori no!!! Che ci rimettano gli azionisti..
il risparmiatore non è tenuto a sapere (e non ha la preparazione)
per capire in che stato patrimoniale si trova la banca..se viene
minata la sicurezza del risparmiatore siamo fritti...
 
Quando mi riferisco al caro c/c mi riferisco ai costi di chiusura...infatti ho detto che qualcosa si sta muovendo...basterebbe garantire per legge (non per via giudiziaria) che ad ogni minima variazione delle condizioni si ha diritto di recesso gratuito. Informare
 
FaGal ha scritto:
Quando mi riferisco al caro c/c mi riferisco ai costi di chiusura...infatti ho detto che qualcosa si sta muovendo...basterebbe garantire per legge (non per via giudiziaria) che ad ogni minima variazione delle condizioni si ha diritto di recesso gratuito. Informare
qui ti posso dare ragione...ma ancora una volta (scusami te lo dico
con affetto) ragionate da estranei.
In Banca i servizi non costano per il loro costo reale.
Se fosse così un versamento dovrebbe essere p a g a t o
e non gratuito (e potrei continuare..)
La Banca fà un totale dei costi e li 'spalma' su una serie
di servizi...compresa la chiusura dei c/c.
Se tu gli togli (giustamente) questi ricavi li prenderà altrove.
Vuoi un altro esempio? In Cariplo le caselle di posta erano
completamente gratuite...ora non so...quando ho aperto
un cc in Sella con relativa casella ..mi hanno chiesto 30 euro-annui
Guarda che posso continuare all'infinito..non stuzzicarmi
ciao :)
 
ramirez ha scritto:
Claudio sul secondo punto non ci siamo (anzi non ci sei...scusami)
che le banche possano fallire mi stà bene, ma che a perderci
siano i risparmiatori no!!! Che ci rimettano gli azionisti..


Quando un'azienda fallisce, i primi a perdere soldi sono gli azionisti!!!!!
Il valore delle loro azioni scende a zero....

Sul fatto che non ci sono/ non ci sei ...... sono punti di vista. Se vuoi la sicurezza che in caso di default gli altri istituti intervengono ..... tale sicurezza la devi pagare.

In Italia la paghi a carissimo prezzo.
 
Phil Gerson, capo divisione del Fondo snocciola con cifre oggettive alcuni aspetti macroscopici del ritardo italiano: avviare una nuova attivita' economica costa in Italia il 15,7% del Pil procapite contro il 6,8% della media Ocse; il livello della rigidita' del mercato del lavoro e' a quota 57 contro il 36,1 dell'Ocse. E ancora: un indice di facilita' di accesso al credito pari a3, dimezzato rispetto alla media dei Paesi industrializzati e, di converso, un tempo medio di 1390 giorni ("quasi 4 anni!, sottolinea Gerson) per ottenere una sentenza esecutiva per violazioni contrattuali contro i 19,5 giorni della media Ocse.
http://economia.virgilio.it/news/foglia.html?t=2&id=2&codNotizia=11905554
 
claudio_rome ha scritto:
Quando un'azienda fallisce, i primi a perdere soldi sono gli azionisti!!!!!
Il valore delle loro azioni scende a zero....

Sul fatto che non ci sono/ non ci sei ...... sono punti di vista. Se vuoi la sicurezza che in caso di default gli altri istituti intervengono ..... tale sicurezza la devi pagare.

In Italia la paghi a carissimo prezzo.
Non mi hai risposto. Secondo te è giusto che a perderci
siano i risparmiatori..nel senso dei clienti della banca?
 
Investano nella qualificazioni di soggetti che sappiano capire un bilancio e una fattura, offrano servizi alle imprese (non la porcheria dei derivati Ubm etc..) per poi dover leggere delle robe simili

Sul caso Cirio, Modiano dice: “Se mi si chiede se e' giusto mettere sul mercato prodotti rischiosi, la risposta e' si': si puo' ed e' indispensabile, purche' si sappia che sono rischiosi. E se la domanda e' se si puo' far emettere bond a un'impresa invece di farla indebitare con le banche, la risposta e' si'- ha proseguito - perche' i bond servono alle imprese per rendersi indipendenti. Se fosse svincolato dai problemi di giustizia penale- ha aggiunto - sarebbe un caso interessante di scuola su come funziona il mercato del risparmio”". Quanto al ruolo del SanPaolo Imi nel caso Cirio, Modiano dichiara di "provare un'infinita stima per dirigenti ed ex dirigenti della banca, anche per come si sono comportati nel caso Cirio". Sul caso Parmalat, invece, afferma: “Non si capiva assolutamente che fossimo di fronte non ad una struttura di bilancio, ma ad una cosa diversa. Francamente per un banchiere e’ molto difficile capire se il fatturato e’ fatto di fatture vere o false. Perche’ se noi cominciamo a dubitare che fatture sulle quali anticipiamo i nostri denari siano false, abbiamo distrutto l’economia. E io andrò avanti a pensare che le fatture che sconto sono vere”.
http://www.ufficiostampa.rai.it/dynamic/preferenze.cfm?Q_TEMID=1&Q_TIPID=5&Q_PRID=35494
 
Se fare il banchiere è aiutare debitori di riferimento nei loro debiti e ricollocarli, vendere delle porcherie allo sportello....
 
E ripeto...per me non è un problema che si risolve alla base ma dall'alto...come dice Claudio_Rome...beh i dirigenti stanno lì per gli azionisti...chi sono questi azionisti delle banche italiane?
 
FaGal ha scritto:
Investano nella qualificazioni di soggetti che sappiano capire un bilancio e una fattura, offrano servizi alle imprese (non la porcheria dei derivati Ubm etc..) per poi dover leggere delle robe simili

Sul caso Cirio, Modiano dice: “Se mi si chiede se e' giusto mettere sul mercato prodotti rischiosi, la risposta e' si': si puo' ed e' indispensabile, purche' si sappia che sono rischiosi. E se la domanda e' se si puo' far emettere bond a un'impresa invece di farla indebitare con le banche, la risposta e' si'- ha proseguito - perche' i bond servono alle imprese per rendersi indipendenti. Se fosse svincolato dai problemi di giustizia penale- ha aggiunto - sarebbe un caso interessante di scuola su come funziona il mercato del risparmio”". Quanto al ruolo del SanPaolo Imi nel caso Cirio, Modiano dichiara di "provare un'infinita stima per dirigenti ed ex dirigenti della banca, anche per come si sono comportati nel caso Cirio". Sul caso Parmalat, invece, afferma: “Non si capiva assolutamente che fossimo di fronte non ad una struttura di bilancio, ma ad una cosa diversa. Francamente per un banchiere e’ molto difficile capire se il fatturato e’ fatto di fatture vere o false. Perche’ se noi cominciamo a dubitare che fatture sulle quali anticipiamo i nostri denari siano false, abbiamo distrutto l’economia. E io andrò avanti a pensare che le fatture che sconto sono vere”.
http://www.ufficiostampa.rai.it/dynamic/preferenze.cfm?Q_TEMID=1&Q_TIPID=5&Q_PRID=35494
ditemi che non sto sognando......quando lavoravo all'ufficio estero
e scontavamo una fattura export spedivamo una lettera al
debitore informandolo che il pagamento doveva essere
canalizzato su di noi..
Oggi con i sistemi elettronici che ci vuole avvisare il debitore
di aver scontato la fattura e pertanto che il relativo pagamento
dovrebbe essere canalizzatro sulla banca erogante il prestito.
Se la fattura è falsa, probabilmente il debitore ti scrive o telefona
e ti dà dello scemo...
ma nelle mani di chi siamo????incredibile..
 
Stavo reperendo o cercando l'intervista originale su Rai, puntata di Economix...e pensare che ascoltavano l'intervista studenti di Economia....io credo che queste cose facciano arrabbiare moltissimo i dipedenti competenti, li demotivano, e ce ne sono, , soffocati dall'alto...
Non credo, contrariamente a qualcuno, che tutto il personale sia pessimo.

Ma se la dirigenza esprime questo....
 
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