Mercati sopra o sottovalutati? Non è importante, adesso

Voltaire

Gennarino Fan's Club
Registrato
25/3/00
Messaggi
13.117
Punti reazioni
454
Riporto un mio commento del 19/9 scorso.


Cercando di stabilire se i mercati azionari siano sopra o sottovalutati si effettuano analisi interessanti, ma al momento poco utili: ci sono fattori, sempre di natura fondamentale, molto più determinanti per il futuro delle borse.

In questo momento, reputo la questione sopra/sottovalutazione dei mercati azionari non importantissima, quasi azzardo il termine "marginale".
Da quanti mesi, anche se con i vari distinguo (la maggior parte dei quali messi lì solo per mettersi al riparo...) ascoltiamo che il mercato è sottovalutato? Oltre dodici, certamente.
Siamo in una situazione molto particolare e molto delicata, le cui principali cause non sono da ricercare negli utili aziendali, i multipli, le prospettive...le "solite cose", insomma.

La prima che sempre mi viene in mente riguarda i piccoli investitori: dopo l'abbuffata di azioni di fine anni '90 (anche se il culmine è avvenuto tra 1999 e 2000, ricordo che il fenomeno è iniziato alla metà degli anni '90, in corrispondenza dell'inizio del calo dei rendimenti dei titoli di stato, e non solo in Italia), un numero elevatissimo di investitori (solo in Italia si stimano 15 milioni) si trova in minusvalenza, leggera o pesante (e purtroppo non si tratta di casi isolati) e, cosa ancor peggiore, posseggono quote azionarie superiori a quelle che dovrebbero avere in virtù di una allocazione degli investimenti coerente all'investitore stesso.

Ricordo che per"quote azionarie" non si intendono solo le azioni possedute direttamente, ma anche (e soprattutto) le azioni possedute in maniera indiretta tramite strumenti di risparmio gestito, ad iniziare dai fondi comuni e dalle polizze a prevalente contenuto finanziario. Ciò accade per vari motivi, tra cui, ad esempio:

1) Negli anni passati, ci si è riempiti di azioni, anche perché tutto appariva facile, ed allora si comprava e basta, tanto si guadagna.....

2) Il nettissimo calo del valore dei titoli ha provocato una ridimensionamento dei portafogli, e spesso la deleteria pratica della media dei prezzi ha provocato un travaso dalle obbligazioni alle azioni. Ciò ha portato ad uno sbilanciamento ulteriore dei portafogli stessi.

Prima o poi, i nodi vengono al pettine, non fosse altro per delle spese familiari inderogabili, ad esempio: sai quante persone, di recente, hanno disinvestito anche in perdita fortissima ed anche controvoglia, ma comunque costrette da spese a cui far fronte?

Ci sono, poi, due altre cosucce....che molti dimenticano o fanno finta di dimenticare, se interessati a non spargere cattive notizie in giro

3) Esiste un aspetto da molti sottovalutato: il meccanismo di stop loss dei prodotti "a capitale garantito": fondi, gestioni, polizze. tali prodotti garantiscono il capitale a scadenza, e per attuare ciò prevedono spesso dei meccanismi di stop loss automatico a determinati livelli dei principali indici borsistici, al raggiungimento dei quali si vende e basta.

4) Ancora, esistono alcuni parametri legislativi, ad iniziare dalle assicurazioni che devono sottostare a rigidi parametri patrimoniali, che obbligano a vendere se il valore dei titoli posseduti scende al di sotto del livello di guardia.

Quanto al futuro, copio un mio intervento del 14/6 scorso, intitolato "Il panic selling che ho in mente, sempre che accada".

-----------------------------------------------------------

E' un concetto che non prende spunto solo dai mercati, ma anche dal fatto che ci sono enormi falle nei portafogli degli investitori (sappiamo bene cosa è accaduto negli ultimi anni, e soprattutto negli ultimi due) e dal rapporto distorto con l'investimento in borsa borsa che hanno instaurato nel tempo.

Numerosissimi investitori (un numero di cui pochi si rendono davvero conto) sono in perdita notevole, stanchi e sfiduciati: una parte di essi ci ha già messo una pietra sopra, ma tanti altri non vogliono, o non possono, farlo.

Queste persone hanno già dovuto sottostare (non sapendo cosa fare o mal consigliati) al calo dai massimi, poi alle false illusioni del 2000, poi al 2001 sempre peggiore fino a settembre, poi si sono illusi con la ripresa...e adesso siamo praticamente punto e a capo.

Il vero panic selling, se arriverà, colpirà questi ultimi e, considerato il loro numero, il loro stato personale e le masse di strumenti che li riguardano (direttamente o tramite i fondi comuni e le gestioni), credo assisteremo ad un qualcosa di mai visto prima.

-----------------------------------------------------------

Tutto ciò che scrivo non vuole essere una trattazione completa del tema, certamente: ho scritto ciò che mi è venuto in mente al momento.

Concludo solo che, a mio modo di vedere, i mercati sono appesi ad un filo: pertanto, suggerisco di non guardare ai fondamentali senza accorgersi di tutto ciò che li circonda...alcuni prezzi sono ottimi, e chi compra adesso potrà, tra qualche anno, essere molto soddisfatto, ma esistono elevate probabilità che si possa comprare a prezzi inferiori, e ciò porterà a due effetti:

1) Si compra a prezzi inferiori, e probabilmente molto inferiori.

2) Ci si risparmia il dover assistere al crollo mentre si posseggono titoli su cui si era quasi certi di non dover soffrire perché "comprati a prezzi stracciati in base ai fondamentali".

Ultima considerazione: con piccoli investitori che si trovano nella situazione che ben sappiamo e che ho cercato di descrivere, qualcuno crede che se il mercato iniziasse a salire lo farebbe bruciando tutti sul tempo, senza offrire possibilità di ingresso?
 
Indietro