MFE, Pan-European Group in progress...

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

dall'anno del collocamento 1996 a 7000 mila lire (3,5 euro)
non ricordo un anno dove in conferenza stampa hanno diciarato di aver fatto schifo ...
A+B= 1,1 euro
 
dall'anno del collocamento 1996 a 7000 mila lire (3,5 euro)
non ricordo un anno dove in conferenza stampa hanno diciarato di aver fatto schifo ...
A+B= 1,1 euro

Qualcuno si aspetta forse che,
il Tizio che ti vende il vino, possa parlar male del vino che ti vuol vendere?
Qualcuno si aspetta forse che,
un amministratore delegato possa parlar male della sua azienda?
 
Gli azionisti di Mediaset Espana discutono e approvano la fusione con MFE-Mediaforeurope il 15 marzo
Oggi 14:02 - RSF
13 feb (Reuters) - Mediaset Espana ( TL5.MC ) :
* HA ACCETTATO DI CONVOCARE L'ASSEMBLEA GENERALE STRAORDINARIA DEGLI AZIONISTI, CHE SI TERRÀ A MADRID, IL 15 MARZO 2023
* PER DISCUSSIONE E APPROVAZIONE DELLA FUSIONE TRANSFRONTALIERA PER INCORPORAZIONE DI MEDIASET ESPANA COMUNICACIÓN DA PARTE DELLA CAPOGRUPPO MFE-MEDIAFOREUROPE
* PER DISCUSSIONE E APPROVAZIONE DELLA SEGREGAZIONE DI MEDIASET ESPANA A FAVORE DELLA SUA CONTROLLATA AL 100 % GRUPO AUDIOVISUAL MEDIASET ESPAÑA COMUNICACIÓN, AI SENSI DEL PIANO DI SEGREGAZIONE DEL GEN. 30


Dunque è confermato, le assemblee per l'approvazione della fusione(sia di MFE che di MES), si svolgeranno contemporaneamente nello stesso giorno. Il 15 Marzo 2023.
 
Pubblicità Italia, investimenti dicembre +6,5%, piatto in 2022 - Nielsen
Oggi 15:53 - RSF
MILANO, 13 febbraio (Reuters) - Il mercato degli investimenti pubblicitari in Italia chiude dicembre in crescita del 6,5%, portando la raccolta pubblicitaria del 2022 a 0,1%, secondo i dati diffusi oggi da Nielsen.

Se si esclude dalla raccolta web la stima Nielsen sul search, social, classified (annunci sponsorizzati) e dei cosiddetti "Over The Top" (Ott), l'andamento nel 2022 risulta in negativo del 2,8%.

"Sono stati 4 trimestri con andamento differente dove il primo ed il quarto sono cresciuti (+3,5% e +2,9%). Il semestre centrale ha visto ridurre gli investimenti (-3,5%) di circa 150 milioni di euro" sottolinea nella nota Alberto Dal Sasso, Adintel Southern Europe Cluster Leader di Nielsen.

"L'ultimo trimestre, come da aspettative, grazie ai mondiali di calcio e qualche notizia meno nefasta proveniente dall'economia, è cresciuto riportando il mercato in sostanziale parità", aggiunge.

Relativamente ai singoli mezzi, la TV cresce del l'11,1% a dicembre e cala del 5,2% nel 2022. In negativo la stampa, con i quotidiani che a dicembre sono in calo del 13,5% (-6,1% nel 2022), e i periodici del 12,6% (-4,8%). In positivo la Radio a dicembre in crescita del 2% (il 2022 chiude a +1,7%).
 

Nuova Champions, quattro pacchetti per i diritti tv​


Sono attese per la giornata di domani le offerte dei broadcaster interessati ai diritti tv della nuova Champions League per il territorio italiano. La competizione con il nuovo format prenderà il via nella stagione 2024/25 e il ciclo dei diritti ha durata triennale. La scadenza per le offerte è fissata per le 10 di domattina e le aspettative della UEFA sono per un ammontare totale di 300 milioni di euro complessivi.

Secondo quanto riportato dall’agenzia Radiocor, i pacchetti in vendita, declinabili sulle diverse piattaforme e a pagamento o in chiaro, sono complessivamente quattro:

  • la finalissima;
  • la prima scelta tra le partite del martedì;
  • la prima scelta tra le partite del mercoledì;
  • tutte le partite mancanti.
Sempre domani, alla stessa ora, dovranno arrivare su tavolo della UEFA anche le proposte per la trasmissione delle partite di Europa League e Conference League, tornei di minore richiamo rispetto alla Champions.

Nuova Champions, quattro pacchetti per i diritti tv

Nella precedente asta:
Sky aveva speso circa 100 milioni per trasmettere 121 partite sulla sua piattaforma, Amazon 80 milioni per avere l’esclusiva assoluta della migliore partita del mercoledì e Mediaset circa 42 milioni per poter mandare in chiaro la miglior partita del martedì (non in esclusiva) e per trasmettere sul web le altre 121 partite.

***Calcio: domattina le offerte per diritti Champions con piu' match e nuovi pacchetti - Il Sole 24 ORE
 
Ultima modifica:

TELEVISIONE, ECCO QUANTA PUBBLICITÀ HANNO RACCOLTO I BROADCASTER IN ITALIA NEL 2022​

Mediaset, Rai, Sky, Warner Bors. Discovery e La7 si sono spartiti una torta di oltre 3,5 miliardi di euro, il 5,2% in meno rispetto al 2021

I NUMERI DEI BROADCASTER ITALIANI​

Analizzando il mondo del piccolo schermo, emerge che il primo broadcaster del comparto, Mediaset, chiude l’anno con ricavi pubblicitari vicini ai 2 miliardi di euro, in calo del 3,2%. Dicembre in particolare, il periodo delle Strenne ma quest’anno anche dei Mondiali di calcio trasmessi dalla concorrenza, vede il gruppo di Cologno Monzese perdere il 5,8% del fatturato advertising.

In seconda posizione la Rai che, grazie un mese di dicembre in crescita dell’84,5%, forte appunto anche dei diritti in esclusiva dei Mondiali di calcio, riesce a limitare la perdita annuale al -7,5% a 703,7 milioni di euro.

L’anno di Sky si chiude con una diminuzione dei ricavi pubblicitari del 14,3% a 403,6 milioni di euro (+1,8% a dicembre).

Il quarto player del comparto, Warner Bors. Discovery, è l’unico a pore fine all’anno con un bilancio positivo: 267,6 milioni di euro con una crescita dello 0,9% (e con dicembre sostanzialmente in pari, +0,1%).

Ultima piazza per La7 di Urbano Cairo con 171,8 milioni di euro raccolti grazie alla pubblicità, il 2,8% in meno, con dicembre in diminuzione del 3%.

Televisione, ecco quanta pubblicità hanno raccolto i broadcaster in Italia nel 2022
 

Il 72% degli italiani guarda la tv in streaming​

Lo studio The Trade Desk e YouGov: oltre il 50% dei giovani sceglie mobile e streaming​


Il 72% degli italiani guarda la tv in streaming

Diamoci da fare con Infinity, perché più passano gli anni più ci sarà il travaso verso lo streaming.
Si vuol tenere il pubblico sulle reti classiche? Allora mandiamo in onda contenuti di alto livello film e serie TV di qualità, prendere i diritti Champions e Coppa Italia o Europa League, la Formula 1, Sanremo se andrà a bando..
Se trasmetti cose buone la gente si sintonizza sulle tue reti, se trasmetti la solita minestra con repliche di film o giochi, la gente si va a prendere la pasta al forno che offrono le piattaforme streaming. Per cui nel caso, incrementare gli investimenti sulla nostra piattaforma streaming Infinity+.
 

Il 72% degli italiani guarda la tv in streaming​

Lo studio The Trade Desk e YouGov: oltre il 50% dei giovani sceglie mobile e streaming​


Il 72% degli italiani guarda la tv in streaming

Diamoci da fare con Infinity, perché più passano gli anni più ci sarà il travaso verso lo streaming.
Si vuol tenere il pubblico sulle reti classiche? Allora mandiamo in onda contenuti di alto livello film e serie TV di qualità, prendere i diritti Champions e Coppa Italia o Europa League, la Formula 1, Sanremo se andrà a bando..
Se trasmetti cose buone la gente si sintonizza sulle tue reti, se trasmetti la solita minestra con repliche di film o giochi, la gente si va a prendere la pasta al forno che offrono le piattaforme streaming. Per cui nel caso, incrementare gli investimenti sulla nostra piattaforma streaming Infinity+.
se puoi dargli un suggerimento aggiungerei diritti per tennis e perche nò anche per
mondiali di surf,,
il surf è uno sport emergente in italia che viene praticato "purtroppo" da molte persone giovani e no,
le tappe di surf vengono trasmesse in streaming oltre a far visionare al pubblico paesaggi fantastici,offreaffascinanti esibizioni in mare,oltretutto abbiamo il nostro leonardo fioravani che nel ranking mondiale è 23° davanti a australiani,americani,hawaiani, etcc.. etc..
 

Champions, le offerte da 5 broadcaster italiani troppo basse​

Nuova Champions offerte diritti – La partita per i diritti tv della Champions League va ai supplementari. Secondo quanto riportato da MF-Milano Finanza, la UEFA non è stata soddisfatta dalle offerte pervenute ieri mattina dai broadcaster per il mercato italiano e avrebbe deciso di optare per un secondo giro di offerte (migliorative) nella giornata di domani, quando avrebbe dovuto comunicare l’assegnazione.


Il nodo riguarda le cifre offerte. La UEFA punta a raccogliere molto di più della scorsa asta (220 milioni); le attese dovrebbero aggirarsi tra 300 e 400 milioni di euro. Nella mattinata di ieri però i partecipanti all’asta, che sono Amazon, Sky, Mediaset, Rai (che si è rifatta sotto per la Champions in chiaro) e la new entry DAZN, non avrebbero offerto la cifra attesa dalla Federcalcio europea.


Champions, le offerte da 5 broadcaster italiani troppo basse

Come al solito si offre di meno e si va ai supplementari prima e poi alle contrattazioni per trovare la quadra.
 
Calendario della fusione

Calendario fusione 2023.jpg
 

Serie A in chiaro? Rai e Mediaset alla finestra​


Serie A partite in chiaro Si torna a parlare della possibilità di vedere una parte della Serie A in chiaro. Secondo quanto riportato da MF-Milano Finanza, Rai e Mediaset potrebbero decidere di aderire al prossimo bando per il triennio 2024-2027 qualora la Lega decidesse di aprire alla trasmissione gratuita di alcuni match. Fra gli addetti ai lavori si vocifera che l’idea di riportare il campionato italiano sulla tv pubblica non dispiacerebbe al governo Meloni. Quanto a Mediaset il gruppo avrebbe già deciso di stanziare massimo 200 milioni per la Serie A.


Serie A in chiaro? Rai e Mediaset alla finestra

Sarebbe bello vedere delle partite della Serie A in chiaro. Intanto partecipiamo alle aste con 200mln poi vedremo.

 
secondo mf le estemporanee dichiarazioni putiniane del capofamiglia potrebbero aver imbarazzato la società in merito alle ambizioni in terra tedesca dove tali interventi sono presi con molto imbarazzo e considerate politicamente non confacenti.
 

Salto chiude in Francia​

France Télévisions, M6 e TF1 annunciano lo spegimento della piattaforma​


Salto chiude in Francia. La notizia era nell’aria da qualche giorno: ora arriva la conferma ufficiale da parte di France Télévisions, M6 e TF1, i gruppi televisivi che avevano fondato la piattaforma streaming.

Lanciato il 20 ottobre 2020, Salto ha raccolto in Francia circa un milione di abbonati. All’origine della decisione di chiudere il progetto ci sarebbe la mancata fusione tra Tf1 e M6. La nuova entità, infatti, avrebbe dovuto assumere il controllo della piattaforma. Dopo lo stop all’operazione i due gruppi avevano infatti annunciato l’intenzione di ritirarsi dal progetto.

«Gli azionisti di Salto hanno ritenuto che non sussistessero le condizioni per continuare nell’attuale struttura azionaria», proprio a causa della complessa governance e per il rifiuto della maggior parte dei provider di distribuire la stessa piattaforma. Non ci sarebbe stato inoltre alcuna manifestazione di interesse per l’acquisizione di Salto.

Salto chiude in Francia


Come da articoli precedentemente postati, arriva lo stop definitivo alla piattaforma streaming Salto.
 

Mediaset: il progetto di fusione non suona bene per le minoranze​

Con la valutazione dell'OPA di MFE sulla controllata spagnola, agli azionisti di minoranza di Mediaset España viene negata una percentuale significativa del valore della società

Una variabile importante che alcuni investitori tendono a sottovalutare quando investono in un'azienda ha a che fare con gli obiettivi e gli interessi di coloro con cui si co-investe, soprattutto se hanno una percentuale maggioritaria del capitale e/o una significativa capacità di decidere sul suo futuro strategico. Una buona comprensione delle priorità di questi altri azionisti è, in molti casi, altrettanto rilevante o superiore alle aspettative operative e strategiche della società in cui si intende investire.

Gli investitori di minoranza, soprattutto quelli che investono in società quotate, potrebbero non prestare molta attenzione a questo tema, tra l'altro perché nella maggior parte dei casi si tratta di una variabile difficile da valutare. Gli investitori istituzionali tendono a prendere la questione più seriamente in quanto può avere, come vedremo oggi, implicazioni indesiderabili per il rendimento finale del loro investimento.

Di recente abbiamo appreso i termini del progetto di fusione proposto da MediaForEurope (MFE), precedentemente nota come Mediaset Spa, attraverso il quale intendono acquisire le quote di minoranza di Mediaset España (ME), colloquialmente nota come Telecinco, per poi fondere entrambe le società .

MFE offre agli azionisti di minoranza ME due opzioni: 1) ricevere sette azioni MFE (classe A) per ogni azione ME, il che equivale a valutare le azioni ME a circa 2,95 euro per azione, oppure 2) accettare un'offerta in contanti a 3,27 euro per azione come il diritto di separazione, nel caso in cui non volessero ricevere azioni MFE.

I consigli di amministrazione, sia di MFE che di ME, hanno già firmato il progetto di fusione e l'unica cosa rimasta in sospeso è l'autorizzazione di tale fusione da parte di entrambe le assemblee, che avverrà prevedibilmente per tutto il mese di marzo.

Prima di entrare nel merito, dobbiamo ricordare che MFE controlla più dell'82% delle azioni di ME, il che implica che controlla il suo consiglio di amministrazione e logicamente avrà la maggioranza nel voto che si tiene all'assemblea generale degli azionisti di ME il prossimo marzo, il che rende molto probabile che tale operazione si svolga nei termini fin qui descritti.

Assumendo, quindi, che non vi sarà alcuna modifica dell'offerta, in che misura la valutazione che i consigli di amministrazione di MFE e ME hanno stabilito è equa nei confronti degli azionisti di minoranza di ME?

MFE, attraverso la sua migliore offerta, che è quella che valorizza le azioni ME a 3,268 euro per azione, implicitamente valorizza ME a 1.028 milioni di euro. L'altra offerta, oltre ad essere più bassa per la valutazione delle azioni che ricevereste da MFE, ha come sempre il rischio che la valutazione di ciò che ricevete sia corretta e approfondire la questione ci darebbe un altro articolo.

Se prendiamo come riferimento questi 1.028 milioni di euro e analizziamo la situazione patrimoniale di ME (alla fine del terzo trimestre 2022), vediamo come la società avesse un bilancio molto solido, con una posizione di cassa netta di 422 milioni di euro (prevedibilmente migliorerà ancora di più alla fine del 2022).

Qui abbiamo un primo dato molto rilevante. Qualsiasi azionista che acquistasse il 100% del capitale di ME si ritroverebbe con la possibilità di distribuire gran parte di quella cassa come dividendo, il che significa che quello che effettivamente paga per la società non sono 1.028 milioni, ma una cifra vicina ai 600 milioni euro. .

Se continuiamo ad analizzare il bilancio di ME, scopriamo che ha anche un investimento finanziario in Prosieben (canale televisivo tedesco), pari al 13,2% del capitale, con un valore di mercato di circa 300 milioni di euro. Continuando con lo stesso esercizio teorico che abbiamo fatto in precedenza, l'acquirente di EM potrebbe vendere tutte queste azioni e pagare un altro dividendo per tale importo, che ridurrebbe ulteriormente il prezzo pagato per EM, passando da 600 a 300 milioni di euro.

Finora la parte più tangibile della valutazione. Non ci sono elementi soggettivi sulle addizioni e sottrazioni che abbiamo fatto perché l'aritmetica è semplice: il resto di quello che pago è quello che posso portare con me il giorno dopo. Al netto di tale cifra, l'azionista che detiene il 100% di ME, per un prezzo effettivo di circa 300 milioni di euro, continuerebbe a detenere la gestione della rete televisiva Telecinco in Spagna, che attualmente genera utili ordinari di oltre 150 milioni di euro per anno e, ciò che è più importante, un flusso di cassa libero molto simile a questo importo (il contante libero è il denaro che un azionista può avere dopo che la società deve affrontare le tasse, le spese finanziarie, le esigenze di capitale circolante e gli investimenti).

MFE, quindi, pagherebbe un valore implicito per il business ME di circa 300 milioni di euro, per un business che continua a generare più di 150 milioni di utili all'anno, il che significa pagare un PER multiplo di solo il doppio! e potrebbe essere pagato un dividendo annuo compreso tra 120 e 150 milioni di euro, ottenendo un dividend yield compreso tra il 40% e il 50%. Non devi essere un esperto finanziario per capire che alle minoranze di ME, con questa valutazione, viene negata, per usare un termine educato, una percentuale significativa del valore di ME.

La valutazione di un'azienda non è una scienza esatta, soprattutto quando questa valutazione si basa su molti futuri. Nel caso in esame, il 70% del valore implicito che MFE paga per ME corrisponde a contanti e investimenti finanziari liquidi, e il restante 30% viene pagato per un business relativamente stabile (al di là degli alti e bassi della pubblicità). attività di Telecinco in Spagna.

Un ragionevole multiplo degli utili, anche per un'azienda che non ha crescita, dovrebbe essere più vicino a sette volte gli utili, un multiplo a cui Atresmedia cita "casualmente", che è il comparabile più ovvio per ME e un multiplo a cui, guarda caso, il MFE stesso è citato.

Se applichiamo queste sette volte ai 150 milioni di ME, significherebbe valutare l'operatività di Mediaset in Spagna a più di 1.000 milioni di euro, cifra alla quale, poi, si dovrebbero aggiungere la cassa e la partecipazione di Prosieben, portando hanno fissato la valutazione dei mercati emergenti a circa 1,8 miliardi o circa 5,7 euro per azione. Tale valutazione è superiore del 75% rispetto a quella offerta e meglio coincide con la valutazione che il mercato assegnava a ME prima che venisse annullato (inutilmente) il dividendo della società e si iniziasse a intravedere questa fusione.

Non c'è dubbio che, in questo caso, vi siano circostanze che non solo suggeriscono un enorme squilibrio nella valutazione offerta, ma rivelano anche il grande disallineamento tra gli interessi degli azionisti di maggioranza e quelli della minoranza, soprattutto quando i primi sono, in questo caso, giudice e parte su entrambi i lati dell'operazione.

Alcuni di noi hanno avuto la fortuna di intuire che gli eventi si sarebbero svolti in una direzione molto sfavorevole per i rivenditori ME molto tempo fa. Segnali di allarme come l'ingiustificato annullamento del pagamento del dividendo, mentre la società continuava a generare un buon flusso di cassa e l'utilizzo di parte di questo flusso per l'acquisto di azioni Prosieben, erano già un chiaro manifesto di intenti che, se nessuno vi porrà rimedio, finirà per consumare una grande quantità di perdita di valore per molti azionisti a favore di altri. Quanto detto, un chiaro esempio di interessi disallineati e perché questo problema dovrebbe essere tenuto presente prima di investire in un'azienda.

Mediaset: el proyecto de fusión no suena bien para los minoritarios


L'articolo fa capire pienamente quanto gli azionisti MFE ci stra-guadagnano con questa proposta di fusione a scapito degli spagnoli.
 

Mediaset: il progetto di fusione non suona bene per le minoranze​

Con la valutazione dell'OPA di MFE sulla controllata spagnola, agli azionisti di minoranza di Mediaset España viene negata una percentuale significativa del valore della società

Una variabile importante che alcuni investitori tendono a sottovalutare quando investono in un'azienda ha a che fare con gli obiettivi e gli interessi di coloro con cui si co-investe, soprattutto se hanno una percentuale maggioritaria del capitale e/o una significativa capacità di decidere sul suo futuro strategico. Una buona comprensione delle priorità di questi altri azionisti è, in molti casi, altrettanto rilevante o superiore alle aspettative operative e strategiche della società in cui si intende investire.

Gli investitori di minoranza, soprattutto quelli che investono in società quotate, potrebbero non prestare molta attenzione a questo tema, tra l'altro perché nella maggior parte dei casi si tratta di una variabile difficile da valutare. Gli investitori istituzionali tendono a prendere la questione più seriamente in quanto può avere, come vedremo oggi, implicazioni indesiderabili per il rendimento finale del loro investimento.

Di recente abbiamo appreso i termini del progetto di fusione proposto da MediaForEurope (MFE), precedentemente nota come Mediaset Spa, attraverso il quale intendono acquisire le quote di minoranza di Mediaset España (ME), colloquialmente nota come Telecinco, per poi fondere entrambe le società .

MFE offre agli azionisti di minoranza ME due opzioni: 1) ricevere sette azioni MFE (classe A) per ogni azione ME, il che equivale a valutare le azioni ME a circa 2,95 euro per azione, oppure 2) accettare un'offerta in contanti a 3,27 euro per azione come il diritto di separazione, nel caso in cui non volessero ricevere azioni MFE.

I consigli di amministrazione, sia di MFE che di ME, hanno già firmato il progetto di fusione e l'unica cosa rimasta in sospeso è l'autorizzazione di tale fusione da parte di entrambe le assemblee, che avverrà prevedibilmente per tutto il mese di marzo.

Prima di entrare nel merito, dobbiamo ricordare che MFE controlla più dell'82% delle azioni di ME, il che implica che controlla il suo consiglio di amministrazione e logicamente avrà la maggioranza nel voto che si tiene all'assemblea generale degli azionisti di ME il prossimo marzo, il che rende molto probabile che tale operazione si svolga nei termini fin qui descritti.

Assumendo, quindi, che non vi sarà alcuna modifica dell'offerta, in che misura la valutazione che i consigli di amministrazione di MFE e ME hanno stabilito è equa nei confronti degli azionisti di minoranza di ME?

MFE, attraverso la sua migliore offerta, che è quella che valorizza le azioni ME a 3,268 euro per azione, implicitamente valorizza ME a 1.028 milioni di euro. L'altra offerta, oltre ad essere più bassa per la valutazione delle azioni che ricevereste da MFE, ha come sempre il rischio che la valutazione di ciò che ricevete sia corretta e approfondire la questione ci darebbe un altro articolo.

Se prendiamo come riferimento questi 1.028 milioni di euro e analizziamo la situazione patrimoniale di ME (alla fine del terzo trimestre 2022), vediamo come la società avesse un bilancio molto solido, con una posizione di cassa netta di 422 milioni di euro (prevedibilmente migliorerà ancora di più alla fine del 2022).

Qui abbiamo un primo dato molto rilevante. Qualsiasi azionista che acquistasse il 100% del capitale di ME si ritroverebbe con la possibilità di distribuire gran parte di quella cassa come dividendo, il che significa che quello che effettivamente paga per la società non sono 1.028 milioni, ma una cifra vicina ai 600 milioni euro. .

Se continuiamo ad analizzare il bilancio di ME, scopriamo che ha anche un investimento finanziario in Prosieben (canale televisivo tedesco), pari al 13,2% del capitale, con un valore di mercato di circa 300 milioni di euro. Continuando con lo stesso esercizio teorico che abbiamo fatto in precedenza, l'acquirente di EM potrebbe vendere tutte queste azioni e pagare un altro dividendo per tale importo, che ridurrebbe ulteriormente il prezzo pagato per EM, passando da 600 a 300 milioni di euro.

Finora la parte più tangibile della valutazione. Non ci sono elementi soggettivi sulle addizioni e sottrazioni che abbiamo fatto perché l'aritmetica è semplice: il resto di quello che pago è quello che posso portare con me il giorno dopo. Al netto di tale cifra, l'azionista che detiene il 100% di ME, per un prezzo effettivo di circa 300 milioni di euro, continuerebbe a detenere la gestione della rete televisiva Telecinco in Spagna, che attualmente genera utili ordinari di oltre 150 milioni di euro per anno e, ciò che è più importante, un flusso di cassa libero molto simile a questo importo (il contante libero è il denaro che un azionista può avere dopo che la società deve affrontare le tasse, le spese finanziarie, le esigenze di capitale circolante e gli investimenti).

MFE, quindi, pagherebbe un valore implicito per il business ME di circa 300 milioni di euro, per un business che continua a generare più di 150 milioni di utili all'anno, il che significa pagare un PER multiplo di solo il doppio! e potrebbe essere pagato un dividendo annuo compreso tra 120 e 150 milioni di euro, ottenendo un dividend yield compreso tra il 40% e il 50%. Non devi essere un esperto finanziario per capire che alle minoranze di ME, con questa valutazione, viene negata, per usare un termine educato, una percentuale significativa del valore di ME.

La valutazione di un'azienda non è una scienza esatta, soprattutto quando questa valutazione si basa su molti futuri. Nel caso in esame, il 70% del valore implicito che MFE paga per ME corrisponde a contanti e investimenti finanziari liquidi, e il restante 30% viene pagato per un business relativamente stabile (al di là degli alti e bassi della pubblicità). attività di Telecinco in Spagna.

Un ragionevole multiplo degli utili, anche per un'azienda che non ha crescita, dovrebbe essere più vicino a sette volte gli utili, un multiplo a cui Atresmedia cita "casualmente", che è il comparabile più ovvio per ME e un multiplo a cui, guarda caso, il MFE stesso è citato.

Se applichiamo queste sette volte ai 150 milioni di ME, significherebbe valutare l'operatività di Mediaset in Spagna a più di 1.000 milioni di euro, cifra alla quale, poi, si dovrebbero aggiungere la cassa e la partecipazione di Prosieben, portando hanno fissato la valutazione dei mercati emergenti a circa 1,8 miliardi o circa 5,7 euro per azione. Tale valutazione è superiore del 75% rispetto a quella offerta e meglio coincide con la valutazione che il mercato assegnava a ME prima che venisse annullato (inutilmente) il dividendo della società e si iniziasse a intravedere questa fusione.

Non c'è dubbio che, in questo caso, vi siano circostanze che non solo suggeriscono un enorme squilibrio nella valutazione offerta, ma rivelano anche il grande disallineamento tra gli interessi degli azionisti di maggioranza e quelli della minoranza, soprattutto quando i primi sono, in questo caso, giudice e parte su entrambi i lati dell'operazione.

Alcuni di noi hanno avuto la fortuna di intuire che gli eventi si sarebbero svolti in una direzione molto sfavorevole per i rivenditori ME molto tempo fa. Segnali di allarme come l'ingiustificato annullamento del pagamento del dividendo, mentre la società continuava a generare un buon flusso di cassa e l'utilizzo di parte di questo flusso per l'acquisto di azioni Prosieben, erano già un chiaro manifesto di intenti che, se nessuno vi porrà rimedio, finirà per consumare una grande quantità di perdita di valore per molti azionisti a favore di altri. Quanto detto, un chiaro esempio di interessi disallineati e perché questo problema dovrebbe essere tenuto presente prima di investire in un'azienda.

Mediaset: el proyecto de fusión no suena bien para los minoritarios


L'articolo fa capire pienamente quanto gli azionisti MFE ci stra-guadagnano con questa proposta di fusione a scapito degli spagnoli.
In pratica hanno detto quello che noi in questo forum stiamo dicendo da mesi... ovvero che l'offerta su MES con MFEA ai valori di mercato odierni è scandalosamente bassa e l'unico modo che ha un azionista MES di non farsi derubare è comprare MFE (MFEA o MFEB) che è altrettanto scandalosamente bassa. recedere a 3.27€ e non comprare MFE è follia pura, vuol dire farsi derubare.
 
Dopo la mia protesta in merito alla dicitura "Account Gold" che era assente sul mio abbonamento ad Infinity+, e dopo la segnalazione del problema al servizio clienti,
ho ottenuto la riga Account Gold!!:cool:

(Con l'Account GOLD potrò godere di tutti i contenuti non a pagamento del servizio Mediaset Infinity con almeno il 50% di minuti di pubblicità in meno!)
https://help.mediasetinfinity.mediaset.it/hc/it/articles/9814274356241



Account Gold.jpg
 

La Champions League 2024/27 verso Sky e Amazon​


La Champions League 2024/27 verso Sky e Amazon Prime Video in Italia. Secondo indiscrezioni raccolte da Calcio e Finanza, infatti, la pay-tv di Comcast e la società di Jeff Bezos avrebbero raggiunto l’accordo con l’Uefa per i diritti tv del prossimo triennio.

Sky avrebbe messo le mani l’esclusiva di tutte le gare, fatta eccezione per una partita del mercoledì che sarà trasmessa in esclusiva da Amazon. Inoltre, Sky dovrebbe in seguito decidere se rivendere i diritti per trasmettere una partita in chiaro a giornata oppure trasmettere la partita eventualmente su Tv8.

La Champions League 2024/27 verso Sky e Amazon

Speriamo che Sky ci rivenda i diritti per le partite in chiaro,
altrimenti non avremo più la Champions dal 2024-2027.
 
Ultima modifica:
Ora, riflettendoci sopra, noi con Sky siamo sempre andati d'accordo come negli attuali diritti della Champions dove abbiamo la co-esclusiva con Sky per le pertite di Champions, e dunque dato che a noi interessa particolarmente la parte in chiaro, è molto probabile che ce la venderà a noi,
se vende e non decide invece di tenersi anche quella parte dei diritti.

Sky è tornata!!

Sky è tornata, puntando pesante sui diritti della Champions, ma vedremo se anche per la Serie A, e penso che punterà forte anche lì per togliere lo scettro a Dazn, ma anche per il fatto che:


Sky Italia come Sky Germania sono in vendita e dunque vendere Sky a qualcuno che sa che comprandosela ha anche in pancia dei diritti in esclusiva di partite come la Champions e forse anche la Serie A, la rende più appetibile come preda.
I diritti del calcio portano maggiori abbonamenti venduti, dunque il ritorno prepotente di Sky mi lascia pensare ad una strategia di rendersi più appetibile con in pancia dei diritti,
i cui costi li sosterrà poi il nuovo proprietario che se la comprerà..

Tempo fa lessi un articolo in cui c'era scritto che Vivendi era interessato a Sky Italia, e Vivendi come ben sappiamo all'epoca voleva comprarsi Mediaset Premium che appunto aveva la Champions in esclusiva oltre alla Serie A..

Che Sky stia agendo, nelle aste per i diritti del calcio, in nome e per conto di Vivendi che poi se la comprerà??
Vivendi è forse già in trattative avanzate con gli attuali proprietari di Sky?
Proprio Comcast che vuol vendere, investe sui diritti che se poi non vende, saranno un macigno per i conti già in rosso di Sky Italia.. Sky è in vendita, i diritti li pagherà il nuovo proprietario..

Okkio a Bollorè....
 
Ultima modifica:

DAZN pronta a lanciare l’opzione pay-per-view​


DAZN sta per lanciare un servizio “freemium” in cui gli utenti possono accedere ad alcuni contenuti gratuiti come gli highlights e quindi acquistare contenuti in pay-per-view.

Recentemente, tuttavia, una prima apertura è stata registrata con la partnership con Onefootball in Germania e in Austria: un accordo che permette a Onefootball di offrire l’accesso pay-per-view alla partita singola di tutte le competizioni selezionate trasmesse in diretta da DAZN a € 3,49 o, per le migliori partite a € 4,99 a gara.

DAZN pronta a lanciare l’opzione pay-per-view

Praticamente à la carte..
Uno si potrà comprare una singola partita che gli interessa, senza sottoscrivere un abbonamento.. Come un McDonald's direbbe Bollore' quando non volle più comprarsi Mediaset Premium.
Il rischio è che molti possano optare per questa scelta comprando i match delle partite fuori casa della propria squadra mentre per quelle in casa va a vederle allo stadio, e dunque accontentarsi di pagare solo per 2 pertite al mese quei 4 euro per match e non sottoscrivere un abbonamento da 20/24euro al mese circa... Potrebbe essere una mossa che può ridurgli gli incassi, mentre i costi per i diritti restano sempre quelli da sostenere indipendentemente se poi la gente si abbona o se paga solo per vedere qualche partita.. Certamente potrebbe attirare uno come me che non avendo un abbonamento per la Serie A potrei comprare una partita di tanto in tanto della squadra della mia città, magari un match importante, ma per il resto mi accontento degli Highlights gratuiti sull'app Mediaset Infinity.
 
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